ho ridotte le slides e privilegiata la descrizione pratica del sistema, piuttosto che le enunciazioni di principio ormai abbastanza scontate
Sintesi:
Gli interventi più urgenti dovrebbero riguardare chi non ha età per la pensione e non ha un lavoro. Un sistema che venga in aiuto in ogni età della vita post-adolescenziale, ormai dilatatasi a dismisura, è qui descritto e risponde alle obiezioni che non si può dare reddito minimo garantito se mancano i soldi e che tutti ne approfitterebbero per non lavorare. In questo modello sarebbero tutti attivi, almeno 5 ore al giorno, in cambio del reddito minimo garantito utilizzato come ammortizzatore universale in sostituzione di quelli attuali, discriminanti a seconda della forza contrattuale. Mentre gli attuali ammortizzatori vengono assegnati a fondo perduto, determinando condizioni favorevoli per lavoro in nero, altissima è la spesa dello Stato per sostenere attività di tutela del territorio e cura alle persone. Nulla verrebbe dato senza contropartita 'accessoria' scalando l’ammontare dei voucher (sistema INPS già in vigore), accumulati mensilmente per attività richieste da associazioni/enti/aziende e smistate da unità territoriali comunali, da reddito minimo garantito erogato da INPS (a tutti quando restano senza lavoro, fino a regolare occupazione). Spinta molto forte nel modello viene data a occupazione stabile fra i 25 e i 55 anni, mentre flessibilità è consentita, anzi incoraggiata per tentativi di lavoro autonomo da sperimentare senza remissione se non funziona, nelle fasce di età d’ingresso e uscita dal mercato del lavoro (18-25 55-67).
1. Reddito per tutti: una vita serena in una società attiva, giusta e solidale Il modello sociale che noi vogliamo versione elementare
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6. Sportelli dedicati alla gestione di questo sistema - definito Opera Salvaguardia Territoriale O.SA.TE. per evidenziarne l’utilità collettiva - , in rete con tutte le associazioni che nel territorio si occupano di assistenza a bambini, anziani, persone anche solo temporaneamente non autosufficienti - compresi quindi gli ammalati in casa o ricoverati - , e che si occupano di cura del territorio allo scopo di prevenire danni a persone e cose (vedi disastri ambientali), forniranno le occasioni ai singoli beneficiari per ripagare la collettività di quanto da questa distribuito con i suoi contributi fiscali. Es. Lavoratore ammalato ricoverato in ospedale che non ha nessun aiuto per portare e ritirare abiti in tintoria, chiede aiuto allo Sportello e gli viene mandato disoccupato per provvedere. Piove e bisogna urgentemente effettuare pulizia strade, si interviene mettendo a disposizione le proprie energie, anche se limitate, per il bene comune. In conseguenza della proposta su indicata, viene a cadere il pregiudizio assai diffuso che il disoccupato possa diventare un approfittatore. Oltre a dover dedicare il suo tempo all’aiuto e alla sicurezza del territorio, dovrà studiare, scegliendo da catalogo il corso preferito, con l’obiettivo di rientrare al più presto al lavoro. E’ infatti da questi corsi che potranno attingere le aziende ed enti per assumere, suggerendo costantemente percorsi utili all’evoluzione delle loro imprese.
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9. La spesa sociale non va tagliata: essa va governata e riorientata in modo da rendere il sistema non solo finanziariamente sostenibile, ma anche più equo ed efficiente perché realmente in grado di incoraggiare la natalità, abbattere le barriere, facilitare la mobilità, anche in situazioni di mobbing, combattere le discriminazioni, prevenire i bisogni, contrastare la povertà.
10. I rapporti di lavoro devono essere regolati in termini semplici e chiari e devono essere stabilite regole a garanzia del pagamento puntuale e sollecito ai fornitori di beni e servizi a Enti e a privati, altrimenti soggetti a fallimento e scoraggiati ad investire in attività autonome e libere professioni.
11. 3. La sostenibilità Il reddito minimo garantito qui concepito funziona da ammortizzatore che si ripaga da solo grazie al combinato sistema dei voucher, descritto di seguito. Scoraggianti sanzioni devono essere previste per chi viene trovato a lavorare in nero mentre percepisce reddito minimo garantito, così come al suo datore di lavoro in nero. Ma è piuttosto difficile che questo avvenga se per 3 ore al giorno il disoccupato deve essere reperibile e disponibile per le attività a cui accennavamo prima di salvaguardia del territorio, e altre 2 ore per la formazione. Resta il tempo giusto per ripassare i compiti e riposare. Inoltre, ponendo un tetto alle retribuzioni dirigenziali sproporzionate rispetto a qualsiasi valutazione di resa umana nel lavoro, e impedendo l’assegnazione di doppi e più incarichi a chi già ne possiede uno, avremo risorse sufficienti da destinare a chi attualmente si trova in condizioni di povertà estrema.
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14. 4. La governance (da inserire dopo decisioni governative su gestione centri impiego ed eventuale trasformazione in Sportelli O.SA.TE.) ................. .....................................