2. Schopenhauer critica l'idealismo hegeliano e la sua concezione del mondo, contestandone: -> il finalismo -> l'ottimismo -> l'identificazione fra reale e razionale
3. Schopenhauer nella sua riflessione parte dal criticismo kantiano, ma ritiene che le dodici categorie siano arbitrarie e che ci si debba limitare a tre forme a priori che determinano il mondo fenomenico: -> lo spazio -> il tempo -> la causalità (principio di ragion sufficiente)
4. Il principio di ragion sufficiente fonda le scienze, ovvero determina l'interpretazione della realtà fenomenica ed opera a vari livelli di necessità: -> fisica (ordine causale della natura) -> logica (ragionamento) -> dell'essere (enti matematici) -> morale (agire)
5. Oggetto del principio di ragion sufficiente non è il mondo reale, ma la rappresentazione di esso. La conoscenza che ne deriva è puramente fenomenica.
6. Ciò che l'uomo conosce è il mondo come rappresentazione e la cosa in sé è inaccessibile all'intelletto. Tuttavia l'uomo non è solo intelletto ma anche corpo, sentimenti, istinti, volontà. Con il corpo l'uomo va oltre la rappresentazione (il velo di Maya) e coglie la dimensione noumenica della Volontà.
7. Il corpo è la via di accesso alla cosa in sé: l'uomo non si conosce solo dall'esterno, come fenomeno, ma anche dall'interno, come desiderio, sofferenza, gioia e soprattutto come una massa di pulsioni istintuali da soddisfare.
8. La Volontà è l'essenza profonda del nostro essere, la cosa in sé del nostro io. Essa è, come cosa in sé, la sostanza di tutta la realtà ed il mondo fenomenico non è che manifestazione di questa Volontà universale, che si realizza nella dimensione spazio-temporale attraverso il soggetto conoscente.
9. La Volontà è: -> unica -> infinita -> eterna -> incausata -> senza scopo -> attività arazionale che tende solo a riprodurre e conservare se stessa
10. La Volontà si oggettivizza in archetipi, simili alle idee platoniche, che costituiscono le specie. Gli individui invece costituiscono solo l'apparenza fenomenica, determinata dalle strutture a priori spazio-temporali.
11. Consegue a tale affermazione una concezione pessimistica dell'essere, dell'esistenza e della società umana. Ne deriva un sostanziale pessimismo cosmico, dovuto ai caratteri stessi del principio metafisico rappresentato dalla Volontà.
12. Accanto al pessimismo cosmico, Schopenhauer non può non considerare un sostanziale pessimismo storico-sociale, in quanto non è dato trovare alcuna logica, alcuna provvidenza, alcuna razionalità nell'agire degli uomini: tutto è retto dal conflitto. I valori positivi come l'amicizia o l'amore non sono che razionalizzazioni ex post e una sostanziale mistificazione di comportamenti guidati solo dalla Volontà. Così l'amore non è che mistificazione della pulsione sessuale con cui la Volontà perpetua se stessa.
13. Il pessimismo si manifesta anche in termini esistenziali: l'uomo non è libero nel volere, ma è uno strumento non consapevole della Volontà che, va sottolineato, costituisce la sua essenza.
14. La Volontà è desiderio, dolore, mancanza; mentre il piacere non è che un temporaneo soddisfacimento che si traduce rapidamente in noia. Tutto questo comporta che il senso profondo dell'esistenza umana è la morte e che ogni agire umano sia, in ultima analisi, un tentativo di sfuggire alla morte stessa.
15. L'unica possibilità che l'uomo ha di sfuggire a questa condizione tragica è quella di opporsi alla Volontà, cercando di non volere.
16. Ispirandosi al buddismo e all'induismo, Schopenhauer ritiene che sia possibile opporsi alla Volontà, giungendo alla noluntas, attraverso un percorso che si articola in tre momenti: -> arte -> etica -> ascesi La liberazione dalla Volontà si traduce, in ultima analisi, in liberazione dall'individualità.
17. L'arte è liberazione dalla Volontà perché nell'esperienza estetica il soggetto raggiunge l'impersonalità. Inoltre, nell'esperienza estetica l'oggetto rappresenta l'idea. La musica è il culmine dell'esperienza estetica perché costituisce la piena oggettivizzazione della Volontà universale.
18. L'etica costituisce il secondo momento del percorso verso la noluntas, perché attraverso la compassione, l'individuo può sentirsi partecipe della sofferenza universale, riconoscendosi in ogni essere.
19. L'ascesi è il terzo e ultimo momento. Con l'ascesi l'individuo si nega come tale e supera i propri istinti e la propria personalità, liberando se stesso da ogni forma di volontà.
20. Al termine di questo percorso è possibile negare la volontà, liberandosi dai desideri e giungendo ad un nulla interiore, unica possibilità per sfuggire al dolore dell'esistenza.