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Che cosa vuol dire COMUNICAZIONE ?
Non si può non comunicare ,[object Object],[object Object]
Giudichiamo le cose e le persone secondo certe grandi categorie che ci fanno apparire le cose SENSATE perché inserite in un preciso CONTESTO fatto di relazioni tra le cose e le persone
Non giudichiamo dunque in maniera astratta ma leghiamo sempre tutto al relativo contesto  Noi LEGGIAMO la realtà
Nel leggere e interpretare i messaggi vengono attivate numerosi fattori variabili (età,formazione,cultura …) Le LETTURE sono quindi DIVERSE da persona a persona, da società a società, da tempo a tempo
Che cos’è un linguaggio? Un linguaggio è un  sistema di comunicazione Serve cioè a trasmettere informazioni da un individuo all’altro. Siamo abituati a considerare vari tipi di linguaggio.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Ma sono tutti linguaggi? Sono uguali o diversi tra loro? Se sono diversi perché li chiamiamo tutti linguaggi?
Se ci riferiamo alla loro funzione, “PERMETTERE LA COMUNICAZIONE” tutti si possono considerare  linguaggi
Se invece guardiamo alla  struttura del linguaggio  dobbiamo fare un’importante distinzione e isolare  il linguaggio umano   che ha una  struttura diversa e caratteristiche proprie .
Il linguaggio umano: caratteristiche ,[object Object],[object Object],[object Object]
Il linguaggio umano dunque è una struttura specifica, un sistema di comunicazione con caratteristiche e proprietà uniche della specie umana. La LINGUA è la forma specifica che il linguaggio assume nelle varie comunità
Funzioni del linguaggio ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La comunicazione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
E’ bene ricordarsi che emittente e ricevente sono persone. Ognuna ha dunque la propria  COMPETENZA COMUNICATIVA,  cioè una diversa capacità di utilizzare il codice in maniera appropriata e un profilo sociale e culturale particolare
Terminologia della comunicazione ,[object Object],[object Object],[object Object]
Esempi di codice ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
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Il MESSAGGIO ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La significazione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La comunicazione verbale ,[object Object],[object Object]
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Eppure quante incomprensioni sorgono per colpa delle parole? Quante volte “siete stati fraintesi”? Ognuno di avrà sperimentato mille volte quanto è complicato comunicare bene …
Le massime di Grice ,[object Object],[object Object]
Affinchè i risultati siano conformi al principio di cooperazione, devono essere rispettate le 4 massime di: QUANTITA’ = contenuto tanto informativo quanto è richiesto QUALITA’ = che ciò che si dica sia vero e provabile RELAZIONE = che si dicano cose pertinenti MODO= che si parli con chiarezza,senza ambiguità, con brevità e ordine
Il non detto … ,[object Object],[object Object],[object Object]
Che cosa vuol dire NON VERBALE ?
Nella comunicazione  NON VERBALE  si inseriscono tutte le forme comunicative che non comprendono l’utilizzo della parola, scritta,parlata o trasmessa.
E’ bene dunque aggiornare il concetto di COMPETENZA COMUNICATIVA che non comprende soltanto la capacità di produrre e interpretare bene enunciati linguistici scritti o parlati
Per  comunicare bene  bisogna anche saper  individuare , interpretare  e  controllare  la vasta gamma di segnali non verbali che arricchiscono e caratterizzano ogni nostra interazione quotidiana
La CNV comprende dunque un vasto insieme di processi comunicativi, dai più manifesti,consapevoli e intenzionali fino alle attività quasi inconsce, fugaci e meno evidenti.
Nei riguardi della CNV gli studiosi hanno avuto approcci diversi e controversi, ad oggi  non c’è una teoria generale  o una disciplina specifica che si occupi della CNV nei suoi aspetti e nelle sue funzioni
Alcuni studiosi hanno distinto COMPORTAMENTO da COMUNICAZIONE, ritenendo significativi solo gli atti intenzionali e dunque veramente comunicativi
CNV e BIOLOGIA ,[object Object]
CNV e ANTROPOLOGIA ,[object Object]
CNV e SOCIOLOGIA ,[object Object]
Un’ altro approccio sociologico mette l’accento sui significati soggettivi che vengono assegnati ai segnali NV in determinati gruppi. Il CNV aiuterebbe dunque a interpretare e marcare le situazioni e le relazioni sociali, specie se alcuni gesti hanno un significato culturalmente definito e condiviso.
Quale approccio considerare? Tutti e nessuno … è meglio non farsi ingabbiare in nessun “sistema perfetto” ma cercare di comprendere caratteristiche e funzioni del repertorio comportamentale della CNV
La prima caratteristica con cui fare i conti, che è indispensabile a evitare inutili semplicismi, è quella della DIFFICOLTA’ INTERPRETATIVA della CNV. E’ proprio su questo aspetto che più si sono divisi gli studiosi ed è questa caratteristica che traccia un solco rispetto alla comunicazione verbalizzata
Il linguaggio verbale è basato su un sistema di segni codificato e condiviso le cui regole di grammatica e sintassi sono depositate in testi e manuali. La corrispondenza tra significato e significante è dunque in linea di massima prevedibile
I segni non verbali non hanno una struttura altrettanto codificata e se per alcuni segni si è tentato di stabilire un significato, risulta difficile “in situazione” capire quanto il loro uso è consapevole e intenzionale.
Questo ovviamente diminuisce la prevedibilità del significato e aumenta le difficoltà interpretative della CNV che devono tener conto di svariati fattori variabili.
Classificazione della CNV ,[object Object],[object Object]
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Comunicare  SENZA PAROLE
Aspetto esteriore ,[object Object],[object Object],[object Object]
Conformazione fisica ,[object Object],[object Object]
Abbigliamento ,[object Object]
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Comportamento spaziale ,[object Object],[object Object]
Distanza interpersonale ,[object Object],[object Object]
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Chiaramente queste norme non sono universali perché  ogni cultura ha le sue regole   e cambiano anche le  caratteristiche socio-ambientali  del  contesto  in cui si agisce
Contatto corporeo ,[object Object],[object Object]
Il contatto può essere  RECIPROCO o INDIVIDUALE Esistono zone del corpo  off-limits  se non si è intimi o se non si è in situazioni particolari (medico). Il tipo di contatto informa sul tipo di relazione esistente anche se è bene ricordare che essendo questo una violazione dello spazio personale spesso non viene sempre tollerato
Orientazione ,[object Object],[object Object],[object Object]
Postura ,[object Object],[object Object]
Comportamento cinesico ,[object Object],[object Object],[object Object]
Gesti della mani ,[object Object],[object Object]
Secondo Ekman e Friesen ci sono  5 tipi di gesti delle mani ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
McNeill invece considera il canale espressivo legato intrinsecamente a quello verbale per cui classifica i gesti in base alla collocazione all’interno del discorso distinguendo: -  GESTI PROPOSIZIONALI   (che rappresentano referenti linguistici reali,astratti o deittici) -  GESTI NON PROPOSIZIONALI  (che non caratterizzano strettamente l’attività verbale) come i  beats  (colpetti della mano) che danno ritmo e i  gesti coesivi  che invece marcano i punti che creano coesione nel discorso.
Il volto e le sue espressioni ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
LO SGUARDO ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Le espressioni del volto ,[object Object],[object Object],[object Object]
Il sorriso ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Ekman e Friesen hanno distinto alcuni tipi di sorriso: ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
I segnali vocali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Segnali vocali verbali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Segnali vocali non verbali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Il silenzio ,[object Object],[object Object],[object Object]
Il silenzio a volte viene usato con la medesima funzione delle parole, per chiedere, negare, ammonire, minacciare,comandare o dare consenso. Assume inoltre connotazione positiva se usato per dimostrare sentimenti intensi, negativa per l’indifferenza. Forte è il rapporto con gli altri segnali non verbali (guardarsi in silenzio può voler significare una volontà di comunicare). Nelle culture orientali lunghissime pause di silenzio sono segno di riflessione,saggezza oltreché di armonia,confidenza e intesa tra i parlanti.
Quanto è importante  la CNV ?
La CNV nel processo di codifica e decodifica porta un’ambiguità praticamente impossibile da decifrare.
[object Object],[object Object],[object Object]
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Che ci siano o meno INTENZIONE e CONSAPEVOLEZZA  i segnali non verbali passano e condizionano le interazioni sociali. La CNV è dunque un vero e proprio  LINGUAGGIO DI RELAZIONE cui sono legati i mutamenti di qualità nelle relazioni interpersonali.
La CNV dunque … ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La CNV nelle relazioni interpersonali ,[object Object],[object Object],[object Object]
La CNV nelle relazioni interpersonali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],La soddisfazione in un rapporto è un ottimo indizio dell’abilità nel saper riconoscere e interpretare i messaggi non verbali del proprio interlocutore. Lo dicono diversi studi su matrimoni e coppie sposate felici e meno felici…
L’auto-presentazione ,[object Object],[object Object]
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Differenze individuali ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Differenze di genere ,[object Object],[object Object],[object Object]
CNV nel linguaggio verbale ,[object Object],[object Object],[object Object]
Imparare a COMUNICARE BENE
[object Object],[object Object]
E’ importante dunque codificare volta per volta un adeguato  STILE COMUNICATIVO che comprenderà tutti gli indici modificabili, dall’abbigliamento, al tono della voce e alla gestualità.
Colloquio di lavoro ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Vita in associazione ,[object Object],[object Object],[object Object]
Ambito socio-sanitario ,[object Object],[object Object],[object Object]
Parlare in pubblico ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Buona … comunicazione a tutti!

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CNV

  • 1. Che cosa vuol dire COMUNICAZIONE ?
  • 2.
  • 3. Giudichiamo le cose e le persone secondo certe grandi categorie che ci fanno apparire le cose SENSATE perché inserite in un preciso CONTESTO fatto di relazioni tra le cose e le persone
  • 4. Non giudichiamo dunque in maniera astratta ma leghiamo sempre tutto al relativo contesto Noi LEGGIAMO la realtà
  • 5. Nel leggere e interpretare i messaggi vengono attivate numerosi fattori variabili (età,formazione,cultura …) Le LETTURE sono quindi DIVERSE da persona a persona, da società a società, da tempo a tempo
  • 6. Che cos’è un linguaggio? Un linguaggio è un sistema di comunicazione Serve cioè a trasmettere informazioni da un individuo all’altro. Siamo abituati a considerare vari tipi di linguaggio.
  • 7.
  • 8. Ma sono tutti linguaggi? Sono uguali o diversi tra loro? Se sono diversi perché li chiamiamo tutti linguaggi?
  • 9. Se ci riferiamo alla loro funzione, “PERMETTERE LA COMUNICAZIONE” tutti si possono considerare linguaggi
  • 10. Se invece guardiamo alla struttura del linguaggio dobbiamo fare un’importante distinzione e isolare il linguaggio umano che ha una struttura diversa e caratteristiche proprie .
  • 11.
  • 12. Il linguaggio umano dunque è una struttura specifica, un sistema di comunicazione con caratteristiche e proprietà uniche della specie umana. La LINGUA è la forma specifica che il linguaggio assume nelle varie comunità
  • 13.
  • 14.
  • 15.
  • 16. E’ bene ricordarsi che emittente e ricevente sono persone. Ognuna ha dunque la propria COMPETENZA COMUNICATIVA, cioè una diversa capacità di utilizzare il codice in maniera appropriata e un profilo sociale e culturale particolare
  • 17.
  • 18.
  • 19.
  • 20.
  • 21.
  • 22.
  • 23.
  • 24.
  • 25. Eppure quante incomprensioni sorgono per colpa delle parole? Quante volte “siete stati fraintesi”? Ognuno di avrà sperimentato mille volte quanto è complicato comunicare bene …
  • 26.
  • 27. Affinchè i risultati siano conformi al principio di cooperazione, devono essere rispettate le 4 massime di: QUANTITA’ = contenuto tanto informativo quanto è richiesto QUALITA’ = che ciò che si dica sia vero e provabile RELAZIONE = che si dicano cose pertinenti MODO= che si parli con chiarezza,senza ambiguità, con brevità e ordine
  • 28.
  • 29. Che cosa vuol dire NON VERBALE ?
  • 30. Nella comunicazione NON VERBALE si inseriscono tutte le forme comunicative che non comprendono l’utilizzo della parola, scritta,parlata o trasmessa.
  • 31. E’ bene dunque aggiornare il concetto di COMPETENZA COMUNICATIVA che non comprende soltanto la capacità di produrre e interpretare bene enunciati linguistici scritti o parlati
  • 32. Per comunicare bene bisogna anche saper individuare , interpretare e controllare la vasta gamma di segnali non verbali che arricchiscono e caratterizzano ogni nostra interazione quotidiana
  • 33. La CNV comprende dunque un vasto insieme di processi comunicativi, dai più manifesti,consapevoli e intenzionali fino alle attività quasi inconsce, fugaci e meno evidenti.
  • 34. Nei riguardi della CNV gli studiosi hanno avuto approcci diversi e controversi, ad oggi non c’è una teoria generale o una disciplina specifica che si occupi della CNV nei suoi aspetti e nelle sue funzioni
  • 35. Alcuni studiosi hanno distinto COMPORTAMENTO da COMUNICAZIONE, ritenendo significativi solo gli atti intenzionali e dunque veramente comunicativi
  • 36.
  • 37.
  • 38.
  • 39. Un’ altro approccio sociologico mette l’accento sui significati soggettivi che vengono assegnati ai segnali NV in determinati gruppi. Il CNV aiuterebbe dunque a interpretare e marcare le situazioni e le relazioni sociali, specie se alcuni gesti hanno un significato culturalmente definito e condiviso.
  • 40. Quale approccio considerare? Tutti e nessuno … è meglio non farsi ingabbiare in nessun “sistema perfetto” ma cercare di comprendere caratteristiche e funzioni del repertorio comportamentale della CNV
  • 41. La prima caratteristica con cui fare i conti, che è indispensabile a evitare inutili semplicismi, è quella della DIFFICOLTA’ INTERPRETATIVA della CNV. E’ proprio su questo aspetto che più si sono divisi gli studiosi ed è questa caratteristica che traccia un solco rispetto alla comunicazione verbalizzata
  • 42. Il linguaggio verbale è basato su un sistema di segni codificato e condiviso le cui regole di grammatica e sintassi sono depositate in testi e manuali. La corrispondenza tra significato e significante è dunque in linea di massima prevedibile
  • 43. I segni non verbali non hanno una struttura altrettanto codificata e se per alcuni segni si è tentato di stabilire un significato, risulta difficile “in situazione” capire quanto il loro uso è consapevole e intenzionale.
  • 44. Questo ovviamente diminuisce la prevedibilità del significato e aumenta le difficoltà interpretative della CNV che devono tener conto di svariati fattori variabili.
  • 45.
  • 46.
  • 47.
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  • 50.
  • 51.
  • 52.
  • 53.
  • 54.
  • 55.
  • 56. Chiaramente queste norme non sono universali perché ogni cultura ha le sue regole e cambiano anche le caratteristiche socio-ambientali del contesto in cui si agisce
  • 57.
  • 58. Il contatto può essere RECIPROCO o INDIVIDUALE Esistono zone del corpo off-limits se non si è intimi o se non si è in situazioni particolari (medico). Il tipo di contatto informa sul tipo di relazione esistente anche se è bene ricordare che essendo questo una violazione dello spazio personale spesso non viene sempre tollerato
  • 59.
  • 60.
  • 61.
  • 62.
  • 63.
  • 64. McNeill invece considera il canale espressivo legato intrinsecamente a quello verbale per cui classifica i gesti in base alla collocazione all’interno del discorso distinguendo: - GESTI PROPOSIZIONALI (che rappresentano referenti linguistici reali,astratti o deittici) - GESTI NON PROPOSIZIONALI (che non caratterizzano strettamente l’attività verbale) come i beats (colpetti della mano) che danno ritmo e i gesti coesivi che invece marcano i punti che creano coesione nel discorso.
  • 65.
  • 66.
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  • 68.
  • 69.
  • 70.
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  • 74. Il silenzio a volte viene usato con la medesima funzione delle parole, per chiedere, negare, ammonire, minacciare,comandare o dare consenso. Assume inoltre connotazione positiva se usato per dimostrare sentimenti intensi, negativa per l’indifferenza. Forte è il rapporto con gli altri segnali non verbali (guardarsi in silenzio può voler significare una volontà di comunicare). Nelle culture orientali lunghissime pause di silenzio sono segno di riflessione,saggezza oltreché di armonia,confidenza e intesa tra i parlanti.
  • 76. La CNV nel processo di codifica e decodifica porta un’ambiguità praticamente impossibile da decifrare.
  • 77.
  • 78.
  • 79. Che ci siano o meno INTENZIONE e CONSAPEVOLEZZA i segnali non verbali passano e condizionano le interazioni sociali. La CNV è dunque un vero e proprio LINGUAGGIO DI RELAZIONE cui sono legati i mutamenti di qualità nelle relazioni interpersonali.
  • 80.
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  • 91. E’ importante dunque codificare volta per volta un adeguato STILE COMUNICATIVO che comprenderà tutti gli indici modificabili, dall’abbigliamento, al tono della voce e alla gestualità.
  • 92.
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