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COMUNITA’ MONTANA
                                         ALTO MARCHESATO
                                         CROTONESE
   Incarico per il servizio di project
                 manager relativo al
                                         “Progetto Sportello Comune Sviluppo”
   Rete fra Comuni della Comunità
Montana Alto Marchesato Crotonese

                                         Attività sul campo per una

                                         “ Un a
                                         nuova
                                         stagione di
                                         Sviluppo”
           Novembre 2009
                                         Report finale a cura del
                                         Dr. Salvatore Barresi




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Indice

1. Gli obiettivi di progetto
2. I soggetti di attuazione
3. L’ambito territoriale
4. Le modalità di attuazione
5. La tempificazione di progetto
6. Le risorse impiegate
7. Una nuova Stagione di Sviluppo
8. Quadro di riferimento dell’Intesa Programmatica d’Area
9. La nostra idea di Unione dei Comuni
10. La strategia d intervento: tre azioni di sistema
11. Le Strategie per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti
12. Le Risorse per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti
13. La Valorizzazione e Promozione - Settori di intervento, attività e strumenti
14. Banca Dati Idee & Progetti “Intraprendere”




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1. Gli obiettivi di progetto

La Pubblica Amministrazione dispone sostanzialmente di due macro-leve per favorire
lo sviluppo economico del territorio: la pianificazione urbanistica, con la quale
predispone le condizioni infrastrutturali per l’insediamento di nuove imprese (aree,
strade, servizi, etc.) e i procedimenti autorizzatori con i quali regola e consente
l’insediamento stesso.

Questa seconda leva da sempre poco curata, in quanto strettamente normata, e quindi
sembra lasciare poco spazio alla realizzazione di vantaggi competitivi tra aree,
assume sempre maggiore importanza in un contesto economico di impresa dinamico
che richiede tempi e modalità certe di insediamento, richieste soprattutto da quelle
iniziative imprenditoriali più rilevanti e che normalmente sono in grado di portare
maggiore valore per il territorio.

La riforme degli ultimi dieci anni della Pubblica Amministrazione ha affrontato
specificamente questo tema proponendo un modello organizzativo di nuovo rapporto
PA – cittadino/impresa che induca l’apparato burocratico a fornire il più possibile
risposte univoche unificando procedimenti.

In sostanza agli enti locali è affidato il compito di essere interlocutore unico del
cittadino/impresa, unificare i diversi procedimenti amministrativi, funzionali a
produrre le specifiche autorizzazioni, in un unico procedimento, e quindi gestire i
rapporti con gli Enti Terzi intervenienti, utilizzando anche nuovi e specifici strumenti
di concertazione e facilitazione del processo decisorio.

In previsione delle difficoltà che gli enti locali avrebbero incontrato nell’assumere
direttamente questo nuovo ordine di attività la riforma indica di realizzare tali servizi
preferibilmente in forma associata, creando delle strutture specifiche ed esterne
l’apparato al fine di poter assumere effettivamente competenze specializzate ad
incontrare, in particolare le esigenze delle PMI.

Unanimemente PA e rappresentanti delle imprese riconoscono che tali strutture e
servizi costituiscono delle importantissime chiavi di competizione territoriale in
quanto in sostanza per esempio alla PMI non è offerta solo l’area ma anche
l’assistenza specialistica affinchè questa possa essere sfruttata al meglio sia
nell’interesse della Comunità Locale, che deve concedere le autorizzazioni, sia
dell’impresa.

Ciononostante in questi anni per mancanza di risorse finanziarie, di competenze
interne e di strutture adeguate, di fatto, solo poche amministrazioni locali hanno
avuto la forza di organizzare servizi di sviluppo in questo senso anche se la domanda,


                                           3
come detto, da parte delle singole imprese e delle loro Associazioni più volte si è
manifestata.

Per Comuni dove la dimensione media della struttura Comunale è minore, e il
servizio di sportello unico delle imprese non è ancora attivo, o funziona con
difficoltà, obiettivo del progetto è di dare un servizio di supporto esterno,
specializzato ed realizzato in forma associata tra le Amministrazioni Comunali stesse
per sostenere fattivamente gli uffici ad applicare le semplificazioni procedurali di
carattere “concertativo” previste dal DPR 447/98, in materia di nuovi insediamenti
produttivi, o gestione di progetti di particolare complessità.

In sostanza il progetto intende veicolare il messaggio che investire nelle aree dell’alto
crotonese oltre che conveniente è facile perché non è l’impresa che deve inseguire e
superare gli ostacoli della burocrazia, ma è l’ente locale stesso che “incontra ed
assiste” direttamente l’impresa – cliente con un servizio specializzato e organizzato
secondo la normativa DPR 447/98.

Lo sportello dello sviluppo opera in “affianco specialistico” agli uffici comunali, che
sono e rimangono titolari del procedimento unico, accompagnando la PA nel nuovo
rapporto con l’impresa, creando stimoli e sollecitazioni di miglioramento continuo,
promuovendo e comunicando anche i risultati e gli standard di servizio raggiunti, e
quindi operando, come indica il nome, in termini generali di sviluppo per l’intero
territorio.

L’attivazione del servizio contribuisce a rendere il territorio certamente più attraente
ed infrastrutturato alla luce dell’investitore.

Certamente occorre riconoscere che le Amministrazioni Comunali di fatto già
quotidianamente si prestano a fare consulenza, assistenza spesso anche sostitutiva ed
integrativa del professionista, ma proprio per come viene prestato questo servizio
completamente destrutturato, lasciato quasi sempre all’iniziativa di singoli,
certamente non costituisce una azione di marketing per il territorio.

Infine occorre considerare che promuovere sviluppo non vuol dire solo mettere a
disposizione servizi e facilitazioni, ma anche comunicarlo alle imprese, possibili
beneficiarie, in particolare nei tempi e nei luoghi laddove le stesse esprimono
domanda di realizzazione di nuove unità operative e quindi il Comune stesso,
l’Associazione imprenditoriale, ma soprattutto nelle agenzie di intermediazione
immobiliare, il soggetto professionale che meglio incrocia la progettazione degli
investimenti di impresa.




                                           4
2. I soggetti di attuazione

L’iniziativa progettuale è promossa dalla Comunità Montana Alto Marchesato
Crotonese per sostenere l’avvio del servizio associato “sportello comune sviluppo”
tra tutti i Comuni aderenti.

Il soggetto operativo scelto per la realizzazione dello sportello è la CMAC che oltre
ad avere statutariamente definita la missione di sviluppo e marketing territoriale, ha
una consolidata esperienza nella conduzione e sviluppo di progetti con contribuzione
regionale.

Come detto la CM, può vantare una specifica specializzazione tecnica in materia di
applicazione del DPR 447/98 e di gestione di progetti di sviluppo territoriale.

In particolare la CM è promotore del CTST- Centro Tecnico Servizi Territoriali, che
per la fase di avvio ha goduto del contributo regionale come progetto a Regia
Regionale e che attualmente fornisce servizi informativi territoriali.

Il progetto “Sportello Comune Sviluppo” si inserisce in questa realtà consolidata di
servizi associati, proposto da CMAMC come servizio aggiuntivo di un pacchetto già
consolidato garantendo immediata attivazione dei servizi stessi.

3. L’ambito territoriale

Il progetto si rivolge a PMI che intendono creare una nuova unità operativa o creare
una nuova impresa nei Comuni aderenti alla CM, anche se, l’ambito ottimale della
realizzazione di un servizio mirato a facilitare la creazione di nuove unità operative
mediante l’applicazione della normativa DPR 447/98 è senza dubbio la Provincia, in
quanto gran parte degli Enti che intervengo nella formazione dei procedimenti unici
di autorizzazione operano con competenze provinciali (Vigili del fuoco, Provincia,
Prefettura, Camera di Commercio etc.).

La base territoriale intracomunale è stata scelta anche in funzione della possibile
successiva organizzazione del servizio in forma stabile e quindi ricercando fin
dall’inizio le possibili condizioni di migliore efficienza tecnica ed economica.

4. Le modalità attuative

La realizzazione del progetto prevede:
   - rilevazione delle opportunità puntuali;
   - analisi e programmazione
   - sviluppo l’azione di promozione;
   - assistenza alle attività di sportello;

                                          5
- monitoraggio dei risultati.

4.1 – Rilevazione delle opportunità puntuali

Nel contesto di progetto per “opportunità” si intende una potenziale risorsa offerta dal
territorio, interessante in ordine al prezzo, ai servizi, alla disponibilità, ad
agevolazioni od altri fattori.

Ovviamente il servizio non lavora su tutte le opportunità che il territorio propone, ma
seleziona quelle il cui sviluppo sia rilevante per il territorio e/o presenti criticità in
ordine alla sua possibile accessibilità per tempificazione, articolazione e complessità
delle autorizzazioni necessarie, rischiosità ed incertezza dei processi decisionali.

Tutte queste condizioni che caratterizzano l’opportunità contribuiscono a richiamare
la convenienza di avviare per lo sviluppo delle stesse un processo di approvazione
“concertativo” quale è appunto previsto dalla normativa concernente l’unificazione
dei procedimenti autorizzatori in un unico procedimento.

Per ogni Comune la CM provvede presso l’Amministrazione Comunale a selezionare
in primo luogo i progetti latenti il cui processo di autorizzazione si è interrotto, soffre
di difficoltà e recuperabili mediante riqualificazione del progetto stesso o anche del
solo percorso autorizzatorio.

La seconda e più importante categoria di progetti interessati riguarda quelli di
particolare rilievo che si prevede realizzabili nel breve, di particolare complessità o
importanza per il territorio per i quali comunicare ai promotori degli stessi che il
Comune favorisce la loro autorizzazione operando anche mediante strumenti di
concertazione può costituisce vantaggio e/o stimolo decisivo.

Questa attività di rilevazione viene fatta in modo capillare nella fase di impianto del
servizio e quindi progressivamente aggiornata in relazione alle risorse liberate dal
territorio per nuove unità operative e dai progetti che gli operatori propongono o si
palesano.

4.2 – Analisi e programmazione

Una volta conclusa la prima rilevazione si avvia con le Amministrazioni Comunali
una specifica analisi e confronto sui risultati volta a condividere gli stessi e
programmare in modo coordinato l’azione, in particolare verso gli Enti terzi, i quali
ovviamente considerano con diversa priorità le istanze portate avanti insieme dai
Comuni, piuttosto che dal singolo.



                                            6
Queste attività di confronto hanno anche lo scopo di presentare il servizio dalla parte
dei possibili risultati che in questa fase si cominciano a distinguere come specifici e
quindi aumentare l’attenzione e la sensibilità verso lo sportello.

4.3 – Relazione e promozione

Come detto il messaggio che lo sportello deve far arrivare alle imprese è che nelle
aree di riferimento “la burocrazia è abbattuta” in quanto la PA ha messo in campo un
nuovo servizio per assistere la realizzazione dell’insediamento.

Questo messaggio viene recapitato ai progetti latenti attraverso le Amministrazioni e
non necessita di particolari veicolazioni in quanto i soggetti, esprimendo
sostanzialmente difficoltà, sono estremamente attenti e ricettori, ed il veicolo sono i
Comuni stessi.

Egualmente per i progetti potenziali, di cui si conoscono le caratteristiche, la
comunicazione circa i vantaggi del servizio si possono comunicare in modo puntuale.

Il messaggio deve raggiungere inoltre i titolari delle risorse offerte dal territorio per la
creazione di nuove imprese (proprietari di aree, di capannoni, centro commerciali,
uffici etc.) e che intendono operare per iniziativa propria o cedere tali beni. A questi
deve arrivare notizia della operatività dello sportello e del suo funzionamento in
modo che possano inserirlo nella loro offerta o ne possano usare direttamente.

Infine lo sportello deve promozionare i suoi servizi verso gli operatori, interni ed
esterni al territorio, intercettori di istanze di insediamento da parte delle imprese, in
particolare le Agenzie di intermediazione immobiliare, i professionisti e le
Associazioni presenti nel territorio di progetto e nelle aree limitrofe.

L’azione promozionale condotta presso questi operatori consiste nel documentare
l’attività dello Sportello, oltre che approfondire aspetti tecnici, finalizzati a stabilire
un contatto diretto.

La situazione obiettivo da raggiungere è che quando questi raccolgono l’istanza del
nuovo imprenditore o della impresa nella presentazione delle opportunità del
territorio sia evidenziato anche questo servizio come fattore competitivo.

4.4 – Servizio di sportello

Lo sportello mantiene una segreteria virtuale (telefonica ed internet) e sedi operative
attivate su appuntamento presso le amministrazioni comunali.



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Il servizio viene svolto da Tecnici interni alla CM e da professionisti esperti esterni
che già da anni seguono l’applicazione del DPR 447/98 mediante procedimento unico
per la creazione di nuove imprese.

Il tecnico e/o professionista di sviluppo:
    - accredita il servizio e gestisce il rapporto con le Amministrazioni Comunali
       instaurando un processo si formazione continua per affiancamento specialistico
       con il responsabile del procedimento;
    - assiste l’accreditamento del servizio e la gestione del rapporto con gli Enti terzi
    - identifica progetti latenti presso le Amministrazioni
    - identifica progetti potenziali a conoscenza di Amministrazioni
    - assiste il responsabile del procedimento unico ad incontrare le imprese e/o loro
       rappresentanti
    - promuove il coordinamento delle richieste delle Amministrazioni verso gli Enti
       Terzi;
    - promoziona il servizio presso le Agenzie Immobiliari e professionisti
       sviluppando rapporti e relazioni;

4.5 – Monitoraggio dei risultati

Compito del tencico/professionista è mantenere documentazione di tutti i fatti
concernenti l’azione di sviluppo svolta al fine della rendicontazione del progetto, ma
soprattutto per rappresentare alle Amministrazioni il quadro non solo dei risultati
tangibili conseguiti (n. di insediamenti nuovi) ma in generale delle soluzioni prodotte
che potranno generare nuova impresa in futuro.

5. La tempificazione di progetto

Le attività di servizio previste nel progetto si prevedono realizzate nell’anno
2009/2010.

6. Le risorse impiegate

La realizzazione del progetto si articola sostanzialmente nelle seguenti attività:
   - ricognizione delle opportunità
   - analisi e programmazione
   - relazione e promozione
   - assistenza tecnica
La realizzazione di queste attività presuppone la messa in campo sostanzialmente di
due diverse competenze professionali:
   - di carattere informativo e di relazione per quanto riguarda l’impostazione dei
      rapporti con i Comuni e le azioni prettamente promozionali,


                                           8
- di carattere tecnico per quanto concerne il riconoscimento delle opportunità
     che meglio potrebbero beneficiare dell’applicazione di strumenti di
     concertazione e svolgimento delle pratiche riguardanti le diverse iniziative di
     insediamento.

Le due competenze saranno coordinate da un capo progetto con competenze
prevalentemente tecniche, supportato da un servizio di segreteria.

7. Una nuova Stagione di Sviluppo

Di fronte al grande cambiamento che c’è stato negli ultimi 15 anni e quello che si
prevede nei prossimi 15: è condivisa la preoccupazione riguardo alle debolezze
strutturali del nostro sistema territoriale e del sistema istituzionale

E’ condivisa l’idea di sostenere la Rete per lo Sviluppo dell’Alto Crotonese: un
progetto di sviluppo sostenibile capace di coniugare sviluppo economico, qualità
ambientale, coesione sociale, e processo partecipativo e decisionale.

Prendiamo atto che: un sistema territoriale chiuso nei propri confini amministrativi,
limita a priori le proprie possibilità e opportunità di crescita;

L’economia si basa su legami funzionali, questo rompe i confini amministrativi
formali.

Se la Politica e lo Stato restano confinati nei limiti amministrativi mentre il Mondo
sta da un’altra parte, la Politica e lo Stato saranno vissuti come un costo, un freno alla
crescita;

7.1 Il territorio come rete di persone e rete di imprese:

I Comuni vanno valorizzati per la loro capacità di creare “comunità”, vivere l’identità
ed il radicamento territoriale;

I servizi e le funzioni vanno organizzati per ambiti ottimali su geometrie variabili, per
essere più competitivi ed avere maggiore slancio verso le sfide future.

Gli ambiti territoriali vanno concertati con il territorio e non calati “dall’alto”.

7.2 La sfida dello sviluppo e l’azione riformatrice.

Gli studi dimostrano che i territori che sono cresciuti di più negli ultimi anni, lo
devono agli investimenti ricevuti, ma ancora più alle riforme (istituzionali ed
organizzative) fatte affinché quegli investimenti arrivassero a destinazione e
andassero a buon fine.

                                             9
8. Quadro di riferimento dell’Intesa Programmatica d’Area

             COMUNITA’ MONTANA ALTO MARCHESATO CROTONESE
                                                      Programmazione provinciale




                                        10
Accrescere il benessere e la prosperità delle generazioni attuali e
future della CMAMC attraverso uno sviluppo sostenibile dal punto di vista
economico, sociale e ambientale e il riorientamento strutturale dell’economia
locale verso attività basate sulla conoscenza.




                                       11
Modello Organizzativo




         12
9. La nostra idea di Ufficio Comune dello Sviluppo per i servizi aggregati

Non è un’altra cosa rispetto allo sportello tradizionale: è un modo evoluto di
riorganizzare i Comuni all’altezza delle aspettative dei cittadini e del mondo che
cambia.

È un modo per accrescerne la qualità di vita delle popolazioni residenti conservando e
valorizzando la tipicità e la vitalità di ciascuna realtà comunale di questo Territorio.

Non è una sovrastruttura:

Politicamente: A governare questa struttura sono gli stessi Sindaci e gli stessi
Amministratori. Governa chi ha vinto le elezioni. Non sono gli esclusi-perdenti. Per
questa attività non ci sono gettoni o indennità. L’attività è ricompresa nella funzione
di Sindaco o Amministratore;

Amministrativamente:

i Comuni della CM si riorganizzano e ridefiniscono il proprio personale, i propri
apparati, i modi della propria azione amministrativa, per gestire insieme servizi propri
o conferiti:

Sono gli stessi dipendenti comunali e della CM.

I dipendenti non sono pagati di più.

l’azione riformatrice

lo sportello comune dello sviluppo - compiti: Riorganizzare la Pubblica
Amministrazione Locale ed i suoi Servizi. Unione di Servizi. Insieme per: Garantire
ai cittadini erogazione di servizi adeguati e di qualità; Offrire Servizi che Costino
meno e Valgano di Più. Funzionare meglio: accrescere la produttività del Sistema
Territoriale Locale e rendere duratura la crescita dell’economia.

Mettere in campo una strategia che, attraverso azioni di sistema, permetta di creare le
condizioni d’ambiente ed i beni pubblici necessari per rendere stabile e durevole il
processo di crescita del territorio. Un centro integratore delle politiche territoriali ed
amministrative.




                                           13
10. La strategia d intervento: tre azioni di sistema




                                            14
11. Le Strategie per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti




12. Le Risorse per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti




                                            15
13. La Valorizzazione e Promozione - Settori di intervento, attività e strumenti




Un progetto replicabile. Una filiera di interventi concepita con un approccio
modulare, applicabile a diversi contesti territoriali con priorità e prerogative
differenti. Modello di intervento basato sull’Economia della Conoscenza che coniuga
gli aspetti strategici/politici con quelli operativi/di struttura senza imporre modelli
rigidi. Approccio che coniuga modalità di intervento dal basso (bottom-up) con
azioni di coordinamento dall’ alto (topdown) nel rispetto dei diversi ruoli
istituzionali. Una best practice di come lo Sviluppo finanzia lo Sviluppo, attraverso la
generazione di servizi a valore aggiunto sul territorio e dunque modello di
autosostenibilità replicabile.




                                          16
14. Banca Dati Idee & Progetti “Intraprendere”
Progetto – ipotesi intervento a cura del Dr. Salvatore Barresi


Il Progetto “intraprendere” è volto a promuovere lo sviluppo del territorio della
CMAMC attraverso la nascita di nuove imprese e la diffusione della cultura
dell'innovazione, che oramai è da considerarsi l'arma vincente in un mercato sempre
più globalizzato.

Lo studio e l'analisi del territorio hanno portato all'individuazione delle competenze
maggiormente sviluppate nell'ambito del territorio e delle sue potenzialità di sviluppo
in altri settori.

Sono stati pertanto individuati quattro settori di maggiore interesse del progetto:
agroalimentare, turistico, culturale e ambientale che si espleteranno in due azioni:
Azione 1. "Promozione dello Start up imprenditoriale" e Azione 2. "Sostegno allo
start up imprenditoriale"

Tuttavia, al fine di promuovere la diffusione della cultura dell'innovazione, è prevista
la possibilità di ampliare la tipologia di settori a cui rivolgere l'iniziativa.

Le due azioni, tra loro collegate, hanno l’obiettivo di individuare nuove idee di
impresa da trasformare in imprese vere e proprie.

La finalità, in particolare, è favorire l’avvio di nuove PMI giovanili nel territorio
provinciale.

I soggetti intenzionati ad avviare una nuova impresa, possono presentare un’idea
imprenditoriale alla CMAMC e, qualora selezionati, possono essere ammessi a
partecipare ad un percorso di assistenza tecnica e tutoraggio per sviluppare il
Business Plan della propria idea imprenditoriale.

Tale percorso, si articola su incontri individuali e di gruppo e, una volta concluso,
sarà possibile per i proponenti costituire la nuova impresa e presentare una domanda
di contributo agli Enti preposti per sostenere gli investimenti, o presentarlo a gruppi
di imprenditori per possibili partnership o finanziamenti diretti e privati.

Le fasi.

Azione 1. "Promozione dello Start up imprenditoriale"

     1. Fase Promozionale

Il Progetto “intraprendere” prevede una prima fase “promozionale” finalizzata alla
raccolta di nuove idee imprenditoriali.

                                                                 17
Per l’anno in corso tale fase inizierà in primavera e le azioni promozionali attuate
saranno le seguenti:

   •   Organizzazione e realizzazione sul territorio di incontri informativi aperti al
       pubblico;
   •   Diffusione capillare di locandine ed opuscoli informativi su tutto il territorio
       interessato;
   •   Apertura permanente dello sportello informativo presso le sedi Comunali della
       CMAMC;
   •   Collaborazione con enti locali comunali e sovracomunali;
   •   Realizzazione di spot radio a rotazione su emittenti locali per tutto il periodo
       promozionale;
   •   Realizzazione di interviste TV e radio;
   •   Pubblicazioni di articoli su periodici locali;
   •   Sensibilizzazione costante delle amministrazioni comunali e delle associazioni
       di categoria;
   •   Impiego del sito internet della CMAMC;

Azione 2. "Sostegno allo start up imprenditoriale"

   2. Percorso di assistenza tecnica e tutoraggio

Nelle settimane immediatamente successive al ricevimento, le domande pervenute
saranno analizzate e selezionate dagli Esperti e Dirigenti della CMAMC ed i
proponenti delle idee selezionate potranno beneficiare del percorso di assistenza
tecnica e tutoraggio (organizzato dalla Comunità Montana in sinergia con la Regione
e la Provincia e da altri partner).

Durante il percorso i proponenti delle idee selezionate possono sviluppare il Business
Plan e, successivamente, possono presentare domanda di contributo per l’avvio della
propria impresa.

Grazie al percorso, che si articola su incontri individuali ed incontri di gruppo, i
soggetti hanno l’opportunità di acquisire informazioni e competenze utili a sviluppare
il proprio Business Plan.

In particolare, durante gli incontri di gruppo, tenuti da consulenti specializzati in
materie legate alla creazione di impresa, saranno trattati: aspetti legali, aspetti
contabili, argomenti legati alla sicurezza sul lavoro e al personale, aspetti bancari ed
altro.

La possibilità di partecipare al percorso di assistenza tecnica è un concreto vantaggio
competitivo per il futuro imprenditore, in quanto egli può osservare la propria idea
trasformarsi, da semplice ed embrionale, in un progetto vero e proprio, con la

                                          18
possibilità di verificare anticipatamente la sostenibilità tecnica, economica e
finanziaria della futura attività.

il Progetto “intraprendere” è rivolto a tutti coloro che intendono avviare un’attività
imprenditoriale nei settori: dell’industria, dell’artigianato, del turismo e del terziario.

   3. Le azioni e i prodotti del progetto.

La strategia di realizzazione del progetto prevede innanzitutto la realizzazione di una
Guida alla diversificazione.

Il percorso per la realizzazione della pubblicazione può essere suddiviso nelle
seguenti fasi:

1° fase: coinvolgimento e indagine

Nella prima fase il progetto viene presentato al mondo giovanile, in modo da ottenere
una disponibilità di massima alla raccolta delle informazioni necessarie per la
realizzazione della Guida.

In questa fase si svolgerà una azione di informazione e valutazione collettiva e
individuale sulle implicazioni a livello di impresa dei cambiamenti e le ulteriori
evoluzioni in atto nel mondo globalizzato.

Il responsabile scientifico del progetto metterà quindi a punto un questionario
specifico per la raccolta delle informazioni sulle imprese giovanili e le loro strategie
secondo quanto sopra specificato.

Il questionario viene presentato e discusso in un apposito seminario con i tecnici
dell'organizzazioni coinvolti nel progetto, che procederanno alla raccolta delle
informazioni.

Contemporaneamente il responsabile scientifico procederà attraverso la raccolta di
materiale bibliografico a raccogliere testimonianze sulle esperienze di
diversificazione svolte o in svolgimento in Italia o all’estero.

2° fase: compilazione delle schede d’impresa e loro elaborazione con finalità di
animazione

Il materiale raccolto sarà utilizzato per l'elaborazione dei casi aziendali. La
pubblicazione sarà composta da una parte specifica per ogni cluster di imprese preso
in considerazione e da una parte metodologica generale.




                                             19
I casi aziendali analizzati saranno inoltre pubblicati su internet in un sito creato per la
divulgazione del progetto.

3° fase: analisi FDOM, raccolta di buone pratiche, raccolta di FAQ

Attraverso l'elaborazione dei casi aziendali analizzati a livello territoriale e l’analisi
dei rispettivi punti di forza di debolezza, opportunità, minacce, sarà possibile estrarre
dei modelli di riferimento per la raccolta di buone idee imprenditoriali e di buone
pratiche ad esse associate, nonché del repertorio di FAQ.

4° fase: realizzazione del progetto Simul-Impresa e redazione della Guida alla
diversificazione

In questa fase si presenteranno i risultati delle indagini costruendo la Guida alla
diversificazione.

Destinatari dei seminari di presentazione saranno i giovani coinvolti nel progetto, i
tecnici comunali, provinciali e regionali, altri operatori pubblici.

In questo ambito verranno selezionate alcune idee d’impresa tra quelle partecipanti al
progetto.

Anche i risultati di questa fase potranno essere oggetto di pubblicazione.

Due convegni a carattere provinciale permetteranno la presentazione dell'intero
percorso a tutte le realtà dell'area e all'opinione pubblica in generale.

   4. I "prodotti" del progetto

La Guida alla diversificazione Banca Dati Idee & Progetti sarà concepita come
strumento flessibile, adattabile ad una eventuale fruizione via internet.

In linea di massima i suoi contenuti potrebbero essere i seguenti:

 - raccolta sistematica di casi aziendali esemplari volti a costituire allo stesso tempo
   guida alla analisi per il giovane imprenditore di fronte al cambiamento indotto
   dalle riforme delle politiche di sviluppo locale e strumento per la conoscenza
   dell’articolazione delle problematiche imprenditoriali nella provincia e nella
   regione;
 - analisi FDOM dei punti di forza e di debolezza delle esperienze d’impresa per
   raggruppamenti di casi;
 - raccolta di buone idee imprenditoriali e buone pratiche ad esse associate;
 - repertorio di FAQ (frequest asked questions);


                                            20
- “Simul-Impresa”: percorso guidato per la realizzazione di un piano di
   diversificazione e per la valutazione della sua fattibilità attraverso una
   strumentazione informativa e tecnica di supporto alla definizione di una strategia
   di impresa (business plan);
 - test di valutazione di un progetto di diversificazione a confronto della
   permanenza nella condizione attuale.
 - Glossario
 - Bibliografia e links.

Programma dettagliato delle azioni per il flusso delle informazioni input-output

1° fase:coinvolgimento giovani, preparazione della metodologia indagine e avvio
indagine

Azione 1.1: preparazione di un breve opuscolo di presentazione del progetto e
predisposizione del sito internet dello stesso;

Azione 1.2: 3 convegni di presentazione del progetto e del sito internet, distribuzione
dell’opuscolo, presentazione dei giovani coinvolti. I convegni si terranno in due
Comuni ricadenti la Comunità Montana Alto Marchesato Crotonese. La
partecipazione coinvolgerà i giovani e le imprese. Vedrà la partecipazione dei tecnici
e dirigenti pubblici e privati, di esperti universitari, di soggetti pubblici ed
istituzionali qual comuni delle aree oggetto di studio, nonché dei soggetti più
rappresentativi dei filoni tematici individuati; il numero di questi soggetti economici
ed istituzionali coinvolti per ogni area è di 2-3 unità, per un totale di 10, nell’arco
della durata biennale del progetto. Il numero atteso di partecipanti ai convegni è
dunque di 60 unità ciascuno, per complessive 240 unità.

Azione 1.3: messa a punto del questionario e definizione della metodologia di
realizzazione delle interviste, nonché delle procedure di compilazione e reporting.

Azione 1.4: seminario provinciale di presentazione ai tecnici.

2° fase: compilazione delle schede idee d’impresa e loro elaborazione con finalità di
animazione

Azione 2.1: prima compilazione delle schede idee d’impresa a cura dei tecnici della
CM;

Azione 2.2: incontri diretti con i giovani per la ulteriore compilazione delle schede di
impresa e la prima valutazione di percorsi di diversificazione




                                          21
Azione 2.3: Raccolta del materiale documentale, fotografico e cartografico; il
materiale raccolto andrà a costituire delle schede aziendali delle imprese partecipanti
al progetto, da pubblicare sul sito internet con funzioni informative e promozionali.

3° fase: analisi FDOM, raccolta di best practices, raccolta di FAQ

Azione 3.1: Organizzazione di 2 seminari, con i giovani e i soggetti sopra individuati
e le aziende coinvolte nel progetto. L’incontro verterà su un seminario introduttivo di
una personalità del mondo accademico per presentare le peculiarità e le opportunità
derivanti degli scenari prevedibili per il futuro e di un successivo workshop di
presentazione delle fasi della redazione del Business Plan, con particolare enfasi sulla
redazione della matrice FDOM. A questi incontri è prevista la partecipazione di 30
unità ciascuna, per un totale di 120.

Azione 3.2: implementazione sito internet di una guida pratica ai finanziamenti
comunitari, nazionali e regionali per investimenti in direzione della diversificazione.
Raccolta di informazioni mediante questionario distribuito e compilato
elettronicamente circa le forme di finanziamento e le politiche a cui hanno avuto
accesso i giovani coinvolti nel progetto.

Azione 3.3: analisi dei punti di forza e di debolezza delle esperienze d’impresa per
raggruppamenti di casi;

Azione 3.4: raccolta di buone idee imprenditoriali e buone pratiche ad esse associate;
raccolta sistematica delle FAQ (frequest asked questions) e loro organizzazione;
predisposizione del glossario.

4° fase: realizzazione del progetto Simul-Impresa e redazione della Guida alla
diversificazione

Azione 4.1: Raccolta del materiale predisposto nei punti precedenti e delle esperienze
aziendali per la realizzazione del progetto. “SIMUL-IMPRESA”: percorso guidato
per la realizzazione di un piano di diversificazione e per la valutazione della sua
fattibilità attraverso una strumentazione informativa e tecnica di supporto alla
definizione di una strategia di impresa (business plan);

Azione 4.2: Applicazione alle imprese selezionate del test di valutazione del progetto
di diversificazione a confronto della permanenza nella condizione attuale.

Azione 4.3: Realizzazione dell’opuscolo/pubblicazione: Guida alla diversificazione, a
cura della responsabilità scientifica del progetto e che condensa e sintetizza la serie di
prodotti intermedi al fine di divulgare al di fuori dello stesso i concetti e gli strumenti
maggiormente operativi.


                                            22
Azione 4.4: Convegni per la presentazione dell’intera esperienza con interventi di
singoli imprenditori giovani partecipanti al progetto di bilancio della esperienza
svolta. Partecipazione attesa di 220 unità.

Cronoprogramma attività

Fase 1.                     I trim/09    II trim   III trim        IV trim   I trim/10   II trim   III trim   IV trim
Az.1.1 - Opuscolo                       XXXXXX
presentazione progetto e
sito internet

Az.1.2 - Convegni di                               XXXXXX XXXXXX
presentazione progetto. e
sito internet
Az.1.3) – Elaborazione                  XXXXXX
Questionario
Az.1.4 - Seminario per                                         XXXXXX
tecnici

Fase 2.
Az 2.1; 2.2; 2.3 -                                             XXXXXX
Compilazione schede,
raccolta mat. fotografico
ed incontri con imprese
Fase 3.
Az. 3.1 - Organizzazione                                                     XXXXXX
seminari
Az.3.2; 3.3, 3.4 - Guida                                       XXXXXX XXXXXX XXXXXX XXXXXX XXXXXX
ai finanziamenti su
internet e buone prassi
Fase 4
Az. 4.1;4.2 - percorso
guidato “Simul Impresa”
e applicazione imprese                                                                             XXXXXX
Az.4.3 - Pubblicazione                                                                                        XXXXXX
“Guida alla
diversificazione”
Az. 4.4 – Convegni div.                                                                                       XXXXXX
Risultati




Crotone, lì 03.11.2009




                                                              23

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  • 1. COMUNITA’ MONTANA ALTO MARCHESATO CROTONESE Incarico per il servizio di project manager relativo al “Progetto Sportello Comune Sviluppo” Rete fra Comuni della Comunità Montana Alto Marchesato Crotonese Attività sul campo per una “ Un a nuova stagione di Sviluppo” Novembre 2009 Report finale a cura del Dr. Salvatore Barresi 1
  • 2. Indice 1. Gli obiettivi di progetto 2. I soggetti di attuazione 3. L’ambito territoriale 4. Le modalità di attuazione 5. La tempificazione di progetto 6. Le risorse impiegate 7. Una nuova Stagione di Sviluppo 8. Quadro di riferimento dell’Intesa Programmatica d’Area 9. La nostra idea di Unione dei Comuni 10. La strategia d intervento: tre azioni di sistema 11. Le Strategie per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti 12. Le Risorse per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti 13. La Valorizzazione e Promozione - Settori di intervento, attività e strumenti 14. Banca Dati Idee & Progetti “Intraprendere” 2
  • 3. 1. Gli obiettivi di progetto La Pubblica Amministrazione dispone sostanzialmente di due macro-leve per favorire lo sviluppo economico del territorio: la pianificazione urbanistica, con la quale predispone le condizioni infrastrutturali per l’insediamento di nuove imprese (aree, strade, servizi, etc.) e i procedimenti autorizzatori con i quali regola e consente l’insediamento stesso. Questa seconda leva da sempre poco curata, in quanto strettamente normata, e quindi sembra lasciare poco spazio alla realizzazione di vantaggi competitivi tra aree, assume sempre maggiore importanza in un contesto economico di impresa dinamico che richiede tempi e modalità certe di insediamento, richieste soprattutto da quelle iniziative imprenditoriali più rilevanti e che normalmente sono in grado di portare maggiore valore per il territorio. La riforme degli ultimi dieci anni della Pubblica Amministrazione ha affrontato specificamente questo tema proponendo un modello organizzativo di nuovo rapporto PA – cittadino/impresa che induca l’apparato burocratico a fornire il più possibile risposte univoche unificando procedimenti. In sostanza agli enti locali è affidato il compito di essere interlocutore unico del cittadino/impresa, unificare i diversi procedimenti amministrativi, funzionali a produrre le specifiche autorizzazioni, in un unico procedimento, e quindi gestire i rapporti con gli Enti Terzi intervenienti, utilizzando anche nuovi e specifici strumenti di concertazione e facilitazione del processo decisorio. In previsione delle difficoltà che gli enti locali avrebbero incontrato nell’assumere direttamente questo nuovo ordine di attività la riforma indica di realizzare tali servizi preferibilmente in forma associata, creando delle strutture specifiche ed esterne l’apparato al fine di poter assumere effettivamente competenze specializzate ad incontrare, in particolare le esigenze delle PMI. Unanimemente PA e rappresentanti delle imprese riconoscono che tali strutture e servizi costituiscono delle importantissime chiavi di competizione territoriale in quanto in sostanza per esempio alla PMI non è offerta solo l’area ma anche l’assistenza specialistica affinchè questa possa essere sfruttata al meglio sia nell’interesse della Comunità Locale, che deve concedere le autorizzazioni, sia dell’impresa. Ciononostante in questi anni per mancanza di risorse finanziarie, di competenze interne e di strutture adeguate, di fatto, solo poche amministrazioni locali hanno avuto la forza di organizzare servizi di sviluppo in questo senso anche se la domanda, 3
  • 4. come detto, da parte delle singole imprese e delle loro Associazioni più volte si è manifestata. Per Comuni dove la dimensione media della struttura Comunale è minore, e il servizio di sportello unico delle imprese non è ancora attivo, o funziona con difficoltà, obiettivo del progetto è di dare un servizio di supporto esterno, specializzato ed realizzato in forma associata tra le Amministrazioni Comunali stesse per sostenere fattivamente gli uffici ad applicare le semplificazioni procedurali di carattere “concertativo” previste dal DPR 447/98, in materia di nuovi insediamenti produttivi, o gestione di progetti di particolare complessità. In sostanza il progetto intende veicolare il messaggio che investire nelle aree dell’alto crotonese oltre che conveniente è facile perché non è l’impresa che deve inseguire e superare gli ostacoli della burocrazia, ma è l’ente locale stesso che “incontra ed assiste” direttamente l’impresa – cliente con un servizio specializzato e organizzato secondo la normativa DPR 447/98. Lo sportello dello sviluppo opera in “affianco specialistico” agli uffici comunali, che sono e rimangono titolari del procedimento unico, accompagnando la PA nel nuovo rapporto con l’impresa, creando stimoli e sollecitazioni di miglioramento continuo, promuovendo e comunicando anche i risultati e gli standard di servizio raggiunti, e quindi operando, come indica il nome, in termini generali di sviluppo per l’intero territorio. L’attivazione del servizio contribuisce a rendere il territorio certamente più attraente ed infrastrutturato alla luce dell’investitore. Certamente occorre riconoscere che le Amministrazioni Comunali di fatto già quotidianamente si prestano a fare consulenza, assistenza spesso anche sostitutiva ed integrativa del professionista, ma proprio per come viene prestato questo servizio completamente destrutturato, lasciato quasi sempre all’iniziativa di singoli, certamente non costituisce una azione di marketing per il territorio. Infine occorre considerare che promuovere sviluppo non vuol dire solo mettere a disposizione servizi e facilitazioni, ma anche comunicarlo alle imprese, possibili beneficiarie, in particolare nei tempi e nei luoghi laddove le stesse esprimono domanda di realizzazione di nuove unità operative e quindi il Comune stesso, l’Associazione imprenditoriale, ma soprattutto nelle agenzie di intermediazione immobiliare, il soggetto professionale che meglio incrocia la progettazione degli investimenti di impresa. 4
  • 5. 2. I soggetti di attuazione L’iniziativa progettuale è promossa dalla Comunità Montana Alto Marchesato Crotonese per sostenere l’avvio del servizio associato “sportello comune sviluppo” tra tutti i Comuni aderenti. Il soggetto operativo scelto per la realizzazione dello sportello è la CMAC che oltre ad avere statutariamente definita la missione di sviluppo e marketing territoriale, ha una consolidata esperienza nella conduzione e sviluppo di progetti con contribuzione regionale. Come detto la CM, può vantare una specifica specializzazione tecnica in materia di applicazione del DPR 447/98 e di gestione di progetti di sviluppo territoriale. In particolare la CM è promotore del CTST- Centro Tecnico Servizi Territoriali, che per la fase di avvio ha goduto del contributo regionale come progetto a Regia Regionale e che attualmente fornisce servizi informativi territoriali. Il progetto “Sportello Comune Sviluppo” si inserisce in questa realtà consolidata di servizi associati, proposto da CMAMC come servizio aggiuntivo di un pacchetto già consolidato garantendo immediata attivazione dei servizi stessi. 3. L’ambito territoriale Il progetto si rivolge a PMI che intendono creare una nuova unità operativa o creare una nuova impresa nei Comuni aderenti alla CM, anche se, l’ambito ottimale della realizzazione di un servizio mirato a facilitare la creazione di nuove unità operative mediante l’applicazione della normativa DPR 447/98 è senza dubbio la Provincia, in quanto gran parte degli Enti che intervengo nella formazione dei procedimenti unici di autorizzazione operano con competenze provinciali (Vigili del fuoco, Provincia, Prefettura, Camera di Commercio etc.). La base territoriale intracomunale è stata scelta anche in funzione della possibile successiva organizzazione del servizio in forma stabile e quindi ricercando fin dall’inizio le possibili condizioni di migliore efficienza tecnica ed economica. 4. Le modalità attuative La realizzazione del progetto prevede: - rilevazione delle opportunità puntuali; - analisi e programmazione - sviluppo l’azione di promozione; - assistenza alle attività di sportello; 5
  • 6. - monitoraggio dei risultati. 4.1 – Rilevazione delle opportunità puntuali Nel contesto di progetto per “opportunità” si intende una potenziale risorsa offerta dal territorio, interessante in ordine al prezzo, ai servizi, alla disponibilità, ad agevolazioni od altri fattori. Ovviamente il servizio non lavora su tutte le opportunità che il territorio propone, ma seleziona quelle il cui sviluppo sia rilevante per il territorio e/o presenti criticità in ordine alla sua possibile accessibilità per tempificazione, articolazione e complessità delle autorizzazioni necessarie, rischiosità ed incertezza dei processi decisionali. Tutte queste condizioni che caratterizzano l’opportunità contribuiscono a richiamare la convenienza di avviare per lo sviluppo delle stesse un processo di approvazione “concertativo” quale è appunto previsto dalla normativa concernente l’unificazione dei procedimenti autorizzatori in un unico procedimento. Per ogni Comune la CM provvede presso l’Amministrazione Comunale a selezionare in primo luogo i progetti latenti il cui processo di autorizzazione si è interrotto, soffre di difficoltà e recuperabili mediante riqualificazione del progetto stesso o anche del solo percorso autorizzatorio. La seconda e più importante categoria di progetti interessati riguarda quelli di particolare rilievo che si prevede realizzabili nel breve, di particolare complessità o importanza per il territorio per i quali comunicare ai promotori degli stessi che il Comune favorisce la loro autorizzazione operando anche mediante strumenti di concertazione può costituisce vantaggio e/o stimolo decisivo. Questa attività di rilevazione viene fatta in modo capillare nella fase di impianto del servizio e quindi progressivamente aggiornata in relazione alle risorse liberate dal territorio per nuove unità operative e dai progetti che gli operatori propongono o si palesano. 4.2 – Analisi e programmazione Una volta conclusa la prima rilevazione si avvia con le Amministrazioni Comunali una specifica analisi e confronto sui risultati volta a condividere gli stessi e programmare in modo coordinato l’azione, in particolare verso gli Enti terzi, i quali ovviamente considerano con diversa priorità le istanze portate avanti insieme dai Comuni, piuttosto che dal singolo. 6
  • 7. Queste attività di confronto hanno anche lo scopo di presentare il servizio dalla parte dei possibili risultati che in questa fase si cominciano a distinguere come specifici e quindi aumentare l’attenzione e la sensibilità verso lo sportello. 4.3 – Relazione e promozione Come detto il messaggio che lo sportello deve far arrivare alle imprese è che nelle aree di riferimento “la burocrazia è abbattuta” in quanto la PA ha messo in campo un nuovo servizio per assistere la realizzazione dell’insediamento. Questo messaggio viene recapitato ai progetti latenti attraverso le Amministrazioni e non necessita di particolari veicolazioni in quanto i soggetti, esprimendo sostanzialmente difficoltà, sono estremamente attenti e ricettori, ed il veicolo sono i Comuni stessi. Egualmente per i progetti potenziali, di cui si conoscono le caratteristiche, la comunicazione circa i vantaggi del servizio si possono comunicare in modo puntuale. Il messaggio deve raggiungere inoltre i titolari delle risorse offerte dal territorio per la creazione di nuove imprese (proprietari di aree, di capannoni, centro commerciali, uffici etc.) e che intendono operare per iniziativa propria o cedere tali beni. A questi deve arrivare notizia della operatività dello sportello e del suo funzionamento in modo che possano inserirlo nella loro offerta o ne possano usare direttamente. Infine lo sportello deve promozionare i suoi servizi verso gli operatori, interni ed esterni al territorio, intercettori di istanze di insediamento da parte delle imprese, in particolare le Agenzie di intermediazione immobiliare, i professionisti e le Associazioni presenti nel territorio di progetto e nelle aree limitrofe. L’azione promozionale condotta presso questi operatori consiste nel documentare l’attività dello Sportello, oltre che approfondire aspetti tecnici, finalizzati a stabilire un contatto diretto. La situazione obiettivo da raggiungere è che quando questi raccolgono l’istanza del nuovo imprenditore o della impresa nella presentazione delle opportunità del territorio sia evidenziato anche questo servizio come fattore competitivo. 4.4 – Servizio di sportello Lo sportello mantiene una segreteria virtuale (telefonica ed internet) e sedi operative attivate su appuntamento presso le amministrazioni comunali. 7
  • 8. Il servizio viene svolto da Tecnici interni alla CM e da professionisti esperti esterni che già da anni seguono l’applicazione del DPR 447/98 mediante procedimento unico per la creazione di nuove imprese. Il tecnico e/o professionista di sviluppo: - accredita il servizio e gestisce il rapporto con le Amministrazioni Comunali instaurando un processo si formazione continua per affiancamento specialistico con il responsabile del procedimento; - assiste l’accreditamento del servizio e la gestione del rapporto con gli Enti terzi - identifica progetti latenti presso le Amministrazioni - identifica progetti potenziali a conoscenza di Amministrazioni - assiste il responsabile del procedimento unico ad incontrare le imprese e/o loro rappresentanti - promuove il coordinamento delle richieste delle Amministrazioni verso gli Enti Terzi; - promoziona il servizio presso le Agenzie Immobiliari e professionisti sviluppando rapporti e relazioni; 4.5 – Monitoraggio dei risultati Compito del tencico/professionista è mantenere documentazione di tutti i fatti concernenti l’azione di sviluppo svolta al fine della rendicontazione del progetto, ma soprattutto per rappresentare alle Amministrazioni il quadro non solo dei risultati tangibili conseguiti (n. di insediamenti nuovi) ma in generale delle soluzioni prodotte che potranno generare nuova impresa in futuro. 5. La tempificazione di progetto Le attività di servizio previste nel progetto si prevedono realizzate nell’anno 2009/2010. 6. Le risorse impiegate La realizzazione del progetto si articola sostanzialmente nelle seguenti attività: - ricognizione delle opportunità - analisi e programmazione - relazione e promozione - assistenza tecnica La realizzazione di queste attività presuppone la messa in campo sostanzialmente di due diverse competenze professionali: - di carattere informativo e di relazione per quanto riguarda l’impostazione dei rapporti con i Comuni e le azioni prettamente promozionali, 8
  • 9. - di carattere tecnico per quanto concerne il riconoscimento delle opportunità che meglio potrebbero beneficiare dell’applicazione di strumenti di concertazione e svolgimento delle pratiche riguardanti le diverse iniziative di insediamento. Le due competenze saranno coordinate da un capo progetto con competenze prevalentemente tecniche, supportato da un servizio di segreteria. 7. Una nuova Stagione di Sviluppo Di fronte al grande cambiamento che c’è stato negli ultimi 15 anni e quello che si prevede nei prossimi 15: è condivisa la preoccupazione riguardo alle debolezze strutturali del nostro sistema territoriale e del sistema istituzionale E’ condivisa l’idea di sostenere la Rete per lo Sviluppo dell’Alto Crotonese: un progetto di sviluppo sostenibile capace di coniugare sviluppo economico, qualità ambientale, coesione sociale, e processo partecipativo e decisionale. Prendiamo atto che: un sistema territoriale chiuso nei propri confini amministrativi, limita a priori le proprie possibilità e opportunità di crescita; L’economia si basa su legami funzionali, questo rompe i confini amministrativi formali. Se la Politica e lo Stato restano confinati nei limiti amministrativi mentre il Mondo sta da un’altra parte, la Politica e lo Stato saranno vissuti come un costo, un freno alla crescita; 7.1 Il territorio come rete di persone e rete di imprese: I Comuni vanno valorizzati per la loro capacità di creare “comunità”, vivere l’identità ed il radicamento territoriale; I servizi e le funzioni vanno organizzati per ambiti ottimali su geometrie variabili, per essere più competitivi ed avere maggiore slancio verso le sfide future. Gli ambiti territoriali vanno concertati con il territorio e non calati “dall’alto”. 7.2 La sfida dello sviluppo e l’azione riformatrice. Gli studi dimostrano che i territori che sono cresciuti di più negli ultimi anni, lo devono agli investimenti ricevuti, ma ancora più alle riforme (istituzionali ed organizzative) fatte affinché quegli investimenti arrivassero a destinazione e andassero a buon fine. 9
  • 10. 8. Quadro di riferimento dell’Intesa Programmatica d’Area COMUNITA’ MONTANA ALTO MARCHESATO CROTONESE Programmazione provinciale 10
  • 11. Accrescere il benessere e la prosperità delle generazioni attuali e future della CMAMC attraverso uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale e il riorientamento strutturale dell’economia locale verso attività basate sulla conoscenza. 11
  • 13. 9. La nostra idea di Ufficio Comune dello Sviluppo per i servizi aggregati Non è un’altra cosa rispetto allo sportello tradizionale: è un modo evoluto di riorganizzare i Comuni all’altezza delle aspettative dei cittadini e del mondo che cambia. È un modo per accrescerne la qualità di vita delle popolazioni residenti conservando e valorizzando la tipicità e la vitalità di ciascuna realtà comunale di questo Territorio. Non è una sovrastruttura: Politicamente: A governare questa struttura sono gli stessi Sindaci e gli stessi Amministratori. Governa chi ha vinto le elezioni. Non sono gli esclusi-perdenti. Per questa attività non ci sono gettoni o indennità. L’attività è ricompresa nella funzione di Sindaco o Amministratore; Amministrativamente: i Comuni della CM si riorganizzano e ridefiniscono il proprio personale, i propri apparati, i modi della propria azione amministrativa, per gestire insieme servizi propri o conferiti: Sono gli stessi dipendenti comunali e della CM. I dipendenti non sono pagati di più. l’azione riformatrice lo sportello comune dello sviluppo - compiti: Riorganizzare la Pubblica Amministrazione Locale ed i suoi Servizi. Unione di Servizi. Insieme per: Garantire ai cittadini erogazione di servizi adeguati e di qualità; Offrire Servizi che Costino meno e Valgano di Più. Funzionare meglio: accrescere la produttività del Sistema Territoriale Locale e rendere duratura la crescita dell’economia. Mettere in campo una strategia che, attraverso azioni di sistema, permetta di creare le condizioni d’ambiente ed i beni pubblici necessari per rendere stabile e durevole il processo di crescita del territorio. Un centro integratore delle politiche territoriali ed amministrative. 13
  • 14. 10. La strategia d intervento: tre azioni di sistema 14
  • 15. 11. Le Strategie per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti 12. Le Risorse per lo Sviluppo - Settori di intervento, attività e strumenti 15
  • 16. 13. La Valorizzazione e Promozione - Settori di intervento, attività e strumenti Un progetto replicabile. Una filiera di interventi concepita con un approccio modulare, applicabile a diversi contesti territoriali con priorità e prerogative differenti. Modello di intervento basato sull’Economia della Conoscenza che coniuga gli aspetti strategici/politici con quelli operativi/di struttura senza imporre modelli rigidi. Approccio che coniuga modalità di intervento dal basso (bottom-up) con azioni di coordinamento dall’ alto (topdown) nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali. Una best practice di come lo Sviluppo finanzia lo Sviluppo, attraverso la generazione di servizi a valore aggiunto sul territorio e dunque modello di autosostenibilità replicabile. 16
  • 17. 14. Banca Dati Idee & Progetti “Intraprendere” Progetto – ipotesi intervento a cura del Dr. Salvatore Barresi Il Progetto “intraprendere” è volto a promuovere lo sviluppo del territorio della CMAMC attraverso la nascita di nuove imprese e la diffusione della cultura dell'innovazione, che oramai è da considerarsi l'arma vincente in un mercato sempre più globalizzato. Lo studio e l'analisi del territorio hanno portato all'individuazione delle competenze maggiormente sviluppate nell'ambito del territorio e delle sue potenzialità di sviluppo in altri settori. Sono stati pertanto individuati quattro settori di maggiore interesse del progetto: agroalimentare, turistico, culturale e ambientale che si espleteranno in due azioni: Azione 1. "Promozione dello Start up imprenditoriale" e Azione 2. "Sostegno allo start up imprenditoriale" Tuttavia, al fine di promuovere la diffusione della cultura dell'innovazione, è prevista la possibilità di ampliare la tipologia di settori a cui rivolgere l'iniziativa. Le due azioni, tra loro collegate, hanno l’obiettivo di individuare nuove idee di impresa da trasformare in imprese vere e proprie. La finalità, in particolare, è favorire l’avvio di nuove PMI giovanili nel territorio provinciale. I soggetti intenzionati ad avviare una nuova impresa, possono presentare un’idea imprenditoriale alla CMAMC e, qualora selezionati, possono essere ammessi a partecipare ad un percorso di assistenza tecnica e tutoraggio per sviluppare il Business Plan della propria idea imprenditoriale. Tale percorso, si articola su incontri individuali e di gruppo e, una volta concluso, sarà possibile per i proponenti costituire la nuova impresa e presentare una domanda di contributo agli Enti preposti per sostenere gli investimenti, o presentarlo a gruppi di imprenditori per possibili partnership o finanziamenti diretti e privati. Le fasi. Azione 1. "Promozione dello Start up imprenditoriale" 1. Fase Promozionale Il Progetto “intraprendere” prevede una prima fase “promozionale” finalizzata alla raccolta di nuove idee imprenditoriali. 17
  • 18. Per l’anno in corso tale fase inizierà in primavera e le azioni promozionali attuate saranno le seguenti: • Organizzazione e realizzazione sul territorio di incontri informativi aperti al pubblico; • Diffusione capillare di locandine ed opuscoli informativi su tutto il territorio interessato; • Apertura permanente dello sportello informativo presso le sedi Comunali della CMAMC; • Collaborazione con enti locali comunali e sovracomunali; • Realizzazione di spot radio a rotazione su emittenti locali per tutto il periodo promozionale; • Realizzazione di interviste TV e radio; • Pubblicazioni di articoli su periodici locali; • Sensibilizzazione costante delle amministrazioni comunali e delle associazioni di categoria; • Impiego del sito internet della CMAMC; Azione 2. "Sostegno allo start up imprenditoriale" 2. Percorso di assistenza tecnica e tutoraggio Nelle settimane immediatamente successive al ricevimento, le domande pervenute saranno analizzate e selezionate dagli Esperti e Dirigenti della CMAMC ed i proponenti delle idee selezionate potranno beneficiare del percorso di assistenza tecnica e tutoraggio (organizzato dalla Comunità Montana in sinergia con la Regione e la Provincia e da altri partner). Durante il percorso i proponenti delle idee selezionate possono sviluppare il Business Plan e, successivamente, possono presentare domanda di contributo per l’avvio della propria impresa. Grazie al percorso, che si articola su incontri individuali ed incontri di gruppo, i soggetti hanno l’opportunità di acquisire informazioni e competenze utili a sviluppare il proprio Business Plan. In particolare, durante gli incontri di gruppo, tenuti da consulenti specializzati in materie legate alla creazione di impresa, saranno trattati: aspetti legali, aspetti contabili, argomenti legati alla sicurezza sul lavoro e al personale, aspetti bancari ed altro. La possibilità di partecipare al percorso di assistenza tecnica è un concreto vantaggio competitivo per il futuro imprenditore, in quanto egli può osservare la propria idea trasformarsi, da semplice ed embrionale, in un progetto vero e proprio, con la 18
  • 19. possibilità di verificare anticipatamente la sostenibilità tecnica, economica e finanziaria della futura attività. il Progetto “intraprendere” è rivolto a tutti coloro che intendono avviare un’attività imprenditoriale nei settori: dell’industria, dell’artigianato, del turismo e del terziario. 3. Le azioni e i prodotti del progetto. La strategia di realizzazione del progetto prevede innanzitutto la realizzazione di una Guida alla diversificazione. Il percorso per la realizzazione della pubblicazione può essere suddiviso nelle seguenti fasi: 1° fase: coinvolgimento e indagine Nella prima fase il progetto viene presentato al mondo giovanile, in modo da ottenere una disponibilità di massima alla raccolta delle informazioni necessarie per la realizzazione della Guida. In questa fase si svolgerà una azione di informazione e valutazione collettiva e individuale sulle implicazioni a livello di impresa dei cambiamenti e le ulteriori evoluzioni in atto nel mondo globalizzato. Il responsabile scientifico del progetto metterà quindi a punto un questionario specifico per la raccolta delle informazioni sulle imprese giovanili e le loro strategie secondo quanto sopra specificato. Il questionario viene presentato e discusso in un apposito seminario con i tecnici dell'organizzazioni coinvolti nel progetto, che procederanno alla raccolta delle informazioni. Contemporaneamente il responsabile scientifico procederà attraverso la raccolta di materiale bibliografico a raccogliere testimonianze sulle esperienze di diversificazione svolte o in svolgimento in Italia o all’estero. 2° fase: compilazione delle schede d’impresa e loro elaborazione con finalità di animazione Il materiale raccolto sarà utilizzato per l'elaborazione dei casi aziendali. La pubblicazione sarà composta da una parte specifica per ogni cluster di imprese preso in considerazione e da una parte metodologica generale. 19
  • 20. I casi aziendali analizzati saranno inoltre pubblicati su internet in un sito creato per la divulgazione del progetto. 3° fase: analisi FDOM, raccolta di buone pratiche, raccolta di FAQ Attraverso l'elaborazione dei casi aziendali analizzati a livello territoriale e l’analisi dei rispettivi punti di forza di debolezza, opportunità, minacce, sarà possibile estrarre dei modelli di riferimento per la raccolta di buone idee imprenditoriali e di buone pratiche ad esse associate, nonché del repertorio di FAQ. 4° fase: realizzazione del progetto Simul-Impresa e redazione della Guida alla diversificazione In questa fase si presenteranno i risultati delle indagini costruendo la Guida alla diversificazione. Destinatari dei seminari di presentazione saranno i giovani coinvolti nel progetto, i tecnici comunali, provinciali e regionali, altri operatori pubblici. In questo ambito verranno selezionate alcune idee d’impresa tra quelle partecipanti al progetto. Anche i risultati di questa fase potranno essere oggetto di pubblicazione. Due convegni a carattere provinciale permetteranno la presentazione dell'intero percorso a tutte le realtà dell'area e all'opinione pubblica in generale. 4. I "prodotti" del progetto La Guida alla diversificazione Banca Dati Idee & Progetti sarà concepita come strumento flessibile, adattabile ad una eventuale fruizione via internet. In linea di massima i suoi contenuti potrebbero essere i seguenti: - raccolta sistematica di casi aziendali esemplari volti a costituire allo stesso tempo guida alla analisi per il giovane imprenditore di fronte al cambiamento indotto dalle riforme delle politiche di sviluppo locale e strumento per la conoscenza dell’articolazione delle problematiche imprenditoriali nella provincia e nella regione; - analisi FDOM dei punti di forza e di debolezza delle esperienze d’impresa per raggruppamenti di casi; - raccolta di buone idee imprenditoriali e buone pratiche ad esse associate; - repertorio di FAQ (frequest asked questions); 20
  • 21. - “Simul-Impresa”: percorso guidato per la realizzazione di un piano di diversificazione e per la valutazione della sua fattibilità attraverso una strumentazione informativa e tecnica di supporto alla definizione di una strategia di impresa (business plan); - test di valutazione di un progetto di diversificazione a confronto della permanenza nella condizione attuale. - Glossario - Bibliografia e links. Programma dettagliato delle azioni per il flusso delle informazioni input-output 1° fase:coinvolgimento giovani, preparazione della metodologia indagine e avvio indagine Azione 1.1: preparazione di un breve opuscolo di presentazione del progetto e predisposizione del sito internet dello stesso; Azione 1.2: 3 convegni di presentazione del progetto e del sito internet, distribuzione dell’opuscolo, presentazione dei giovani coinvolti. I convegni si terranno in due Comuni ricadenti la Comunità Montana Alto Marchesato Crotonese. La partecipazione coinvolgerà i giovani e le imprese. Vedrà la partecipazione dei tecnici e dirigenti pubblici e privati, di esperti universitari, di soggetti pubblici ed istituzionali qual comuni delle aree oggetto di studio, nonché dei soggetti più rappresentativi dei filoni tematici individuati; il numero di questi soggetti economici ed istituzionali coinvolti per ogni area è di 2-3 unità, per un totale di 10, nell’arco della durata biennale del progetto. Il numero atteso di partecipanti ai convegni è dunque di 60 unità ciascuno, per complessive 240 unità. Azione 1.3: messa a punto del questionario e definizione della metodologia di realizzazione delle interviste, nonché delle procedure di compilazione e reporting. Azione 1.4: seminario provinciale di presentazione ai tecnici. 2° fase: compilazione delle schede idee d’impresa e loro elaborazione con finalità di animazione Azione 2.1: prima compilazione delle schede idee d’impresa a cura dei tecnici della CM; Azione 2.2: incontri diretti con i giovani per la ulteriore compilazione delle schede di impresa e la prima valutazione di percorsi di diversificazione 21
  • 22. Azione 2.3: Raccolta del materiale documentale, fotografico e cartografico; il materiale raccolto andrà a costituire delle schede aziendali delle imprese partecipanti al progetto, da pubblicare sul sito internet con funzioni informative e promozionali. 3° fase: analisi FDOM, raccolta di best practices, raccolta di FAQ Azione 3.1: Organizzazione di 2 seminari, con i giovani e i soggetti sopra individuati e le aziende coinvolte nel progetto. L’incontro verterà su un seminario introduttivo di una personalità del mondo accademico per presentare le peculiarità e le opportunità derivanti degli scenari prevedibili per il futuro e di un successivo workshop di presentazione delle fasi della redazione del Business Plan, con particolare enfasi sulla redazione della matrice FDOM. A questi incontri è prevista la partecipazione di 30 unità ciascuna, per un totale di 120. Azione 3.2: implementazione sito internet di una guida pratica ai finanziamenti comunitari, nazionali e regionali per investimenti in direzione della diversificazione. Raccolta di informazioni mediante questionario distribuito e compilato elettronicamente circa le forme di finanziamento e le politiche a cui hanno avuto accesso i giovani coinvolti nel progetto. Azione 3.3: analisi dei punti di forza e di debolezza delle esperienze d’impresa per raggruppamenti di casi; Azione 3.4: raccolta di buone idee imprenditoriali e buone pratiche ad esse associate; raccolta sistematica delle FAQ (frequest asked questions) e loro organizzazione; predisposizione del glossario. 4° fase: realizzazione del progetto Simul-Impresa e redazione della Guida alla diversificazione Azione 4.1: Raccolta del materiale predisposto nei punti precedenti e delle esperienze aziendali per la realizzazione del progetto. “SIMUL-IMPRESA”: percorso guidato per la realizzazione di un piano di diversificazione e per la valutazione della sua fattibilità attraverso una strumentazione informativa e tecnica di supporto alla definizione di una strategia di impresa (business plan); Azione 4.2: Applicazione alle imprese selezionate del test di valutazione del progetto di diversificazione a confronto della permanenza nella condizione attuale. Azione 4.3: Realizzazione dell’opuscolo/pubblicazione: Guida alla diversificazione, a cura della responsabilità scientifica del progetto e che condensa e sintetizza la serie di prodotti intermedi al fine di divulgare al di fuori dello stesso i concetti e gli strumenti maggiormente operativi. 22
  • 23. Azione 4.4: Convegni per la presentazione dell’intera esperienza con interventi di singoli imprenditori giovani partecipanti al progetto di bilancio della esperienza svolta. Partecipazione attesa di 220 unità. Cronoprogramma attività Fase 1. I trim/09 II trim III trim IV trim I trim/10 II trim III trim IV trim Az.1.1 - Opuscolo XXXXXX presentazione progetto e sito internet Az.1.2 - Convegni di XXXXXX XXXXXX presentazione progetto. e sito internet Az.1.3) – Elaborazione XXXXXX Questionario Az.1.4 - Seminario per XXXXXX tecnici Fase 2. Az 2.1; 2.2; 2.3 - XXXXXX Compilazione schede, raccolta mat. fotografico ed incontri con imprese Fase 3. Az. 3.1 - Organizzazione XXXXXX seminari Az.3.2; 3.3, 3.4 - Guida XXXXXX XXXXXX XXXXXX XXXXXX XXXXXX ai finanziamenti su internet e buone prassi Fase 4 Az. 4.1;4.2 - percorso guidato “Simul Impresa” e applicazione imprese XXXXXX Az.4.3 - Pubblicazione XXXXXX “Guida alla diversificazione” Az. 4.4 – Convegni div. XXXXXX Risultati Crotone, lì 03.11.2009 23