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LA RESPONSABILITA’ EDUCATIVA DELLA SOCIETA’

                                            CONVEGNO
   “EDUCARE ALLA REALIZZAZIONE INTEGRALE DELLA PERSONA”
                                      Cotronei (KR) – 5 marzo 2011

Intervento del
Dr. Salvatore Barresi

Se si vuole parlare di ‘educazione’ bisogna che facciamo una prima differenza tra generazioni:

    1. Ieri l’educazione era un valore aggiunto, oggi è un problema, un nodo difficile da affrontare.

                                               Perché?

    2. Rapporti problematici tra le generazioni;
    3. Nessuna formazione autentica alla persona che comporti una buona capacità di orientarsi
       nella vita;
    4. Sono aumentate le opportunità e le facilitazioni a nostra disposizione ma manca la
       consapevolezza di sé e le nostre decisioni non sono più libere e responsabili ma
       condizionate.

                                               Perché?

    5. Esiste e predomina la cultura del narcisismo – il superuomo: è un uomo intelligente e colto
       ma anche corrotto, depravato e prigioniero dei suoi sogni di bellezza – vittima della sua
                                                                                                          1
       stessa raffinatezza;
    6. Gli individui moderni sono persone narcisiste, incapaci di affrontare impegni e relazioni con
       gli altri, in quanto egoisticamente interessati alle loro vicende personali e terrorizzati dalle
       diverse complessità della vita collettiva;
    7. L’immagine vale più di mille parole – l’apparenza vince sull’essere. Fama, potere e
       ricchezza sembrano assicurare l’uomo al destino dell’immortalità – vanitosi per mostrarsi al
       pubblico la propria fama o ricchezza: è l’unico modo per divenire, agli occhi degli altri,
       divino o comunque superiore;
    8. Il mondo attuale è pieno di specchi: la televisione, internet, etc nessuno di questi può
       restituire la nostra immagine. L’apertura di “nuove terre” porta alla chiusura in un mondo
       personale alienato, nel quale le relazioni affettive e la realizzazione personale diventano
       sempre più periferiche. Specchiarsi nella rete / il narcisista non è capace di una vera
       complicità nella vita reale mentre è molto bravo a inventarla nella rete.

<<L’educazione è un processo umano globale e primordiale nel quale entrano in gioco e sono
determinanti sopratutto le strutture portanti – potremmo dire i fondamentali – dell’esistenza
dell’uomo e della donna: quindi la relazionalità e specialmente il bisogno di amore, la conoscenza,
con l’attitudine a capire e a valutare, la libertà che richiede anch’essa di essere fatta crescere ed
educata, in un rapporto costante con la credibilità e l’autorevolezza di coloro che hanno il compito
di educare>> [Camillo Ruini].

                            Esiste oggi una <<emergenza educativa>>?

Inciso           principio antropologico = perché abbiamo bisogno di educazione?
Abbiamo bisogno di educazione, non tanto per essere buoni cittadini o buoni cattolici, ma
semplicemente per essere uomini.

                 La Chiesa si sente interpellata da una situazione di questo genere.

BXVI scrive che il rapporto educativo è anzitutto l’incontro tra due libertà e l’educazione ben
riuscita è formazione al retto uso della libertà.

Nella Enciclica Redemptor Hominus di GPII dice che <<L’uomo è la via della Chiesa>> non solo
interessata all’educazione alla fede ma più compiutamente alla formazione del soggetto umano.

seconda parte

Come aveva intuito il sociologo Emile Durkheim, se lasciati a loro stessi, gli uomini sono destinati
a cadere vittime dei propri desideri, gli uomini sono destinati a cadere vittime dei propri desideri
senza fine. Per questo ci vuole l’educazione e ci vogliono maestri capaci di insegnare.

   − Ma se non c’è un patrimonio di valori e di saperi;
   − Se non c’è una tradizione che si tramanda;
   − Se non c’è un modello d’uomo e di esperienza umana è difficile avere Educazione e Maestri
     per insegnare.

   1. L’educazione è un tema troppo importante per essere lasciato nelle mani di poche persone.
   2. È il tema pubblico dove si gioca il destino di una intera comunità.
                                                                                                       2
 Prima ancora di affrontare se esiste un modo o una idea di educazione è importante sapere se
                           parliamo la lingua della cultura odierna

Siamo in una società secolarizzata.

   I settori dello sviluppo economico e tecnologico impongono un materialismo scientista (non
   storico) che non ammette compromessi;

   Per esempio – la ricerca del senso è abbandonata alla sfera privata del singolo – soggettivismo e
   relativismo.

       Può esistere un modo una idea di educazione che incide nella cultura moderna?



             La promozione della cultura, per un cristiano, è promozione umana.

Ci sono modelli educativi diffusi che puntano
all’acquisizione     di     conoscenze, abilità,
competenze, coerenti con l’assetto tecnologico
contemporaneo che si rifanno al modello
efficientista e aziendalista.

                                                  Criterio razionale, misurazione quantitativa per
                                                  una educazione che si risolve in trasmissione di
informazioni e di capacità e in socializzazione
                                                    culturale.

Altro modello educativo è quello che valorizza la
spontaneità con la centro le qualità del soggetto,
la sua espressività e la sua creatività, intese come
spontaneismo soggettivo.

Modelli diffusi di educazione che si orientano verso l’oggettivismo razionale e il soggettivismo
emotivo.

              Entrambi portano ad una forte riduzione dell’identità soggettiva lontana
              dall’intelligenza del cuore, della ragione dagli affetti e del singolo e dai
                            contesti di appartenenza comunitaria di senso.

Oggi educare è possibile se riscopriamo alcune grandi coordinate della relazione umana, la cura
dell’altro, la cura del senso, la cura dell’origine e quella di Dio.

Nei contesti di appartenenza il primo è la FAMIGLIA (1), qui
nasce e si sviluppa la crescita e si trasmette l’educazione, si
matura facendo emergere le potenzialità imparando le regole.

                                              Problematiche:

                                                              a. relazione genitori – figli;             3
                                                              b. incertezze;
                                                              c. divario generazionale.

Altro contesto è la SCUOLA (2) che vive un cattivo
funzionamento basata su un modello superato. La scuola
dovrebbe essere il luogo in cui l’educazione si realizza attraverso
la trasmissione di un patrimonio culturale elaborato della
tradizione, mediante lo studio e la formazione di una coscienza
critica. Ma così non è?

                                              Problematiche:

                                                              a. uno dei compiti della scuola è
                                                                 insegnare a discernere tra ciò che è
                                                                 utile e ciò che è necessario, o
                                                                 comunque importante. Liberando i
                                                                 ragazzi dalle suggestioni mediatiche
                                                                 recuperando     il    concetto    di
                                                                 <<verità>>.

C’è un contesto dove si può costruire un modello educativo permanente rivolto a formule non
specifiche abilità ma la convinzione e i valori che sostengono l’esistenza della persona umana. Quel
posto è la COMUNITA’ CRISTIANA (3) dive si educa quotidianamente; l’annuncio del Vangelo
e la Catechesi, la preghiera e la liturgia, la pratica della carità che hanno grande valenza formativa
che incide sulla mentalità e il comportamento, assumendo responsabilità per il bene comune.
Altro contesto dove dovrebbe insistere un modello educativo rivisitato è il LAVORO (4).
L’educazione al lavoro rappresenta una nuova istanza antropologica che, nell’era della
globalizzazione, può essere soddisfatta solo ricorrendo a un nuovo paradigma pedagogico e capace
di socializzare. Che senso ha dire che dobbiamo educare i giovani al lavoro?

                                           Problematiche:

                                                          a. ai giovani viene insegnato che
                                                             viviamo in una società liquida e
                                                             dell’incertezza e che non serve
                                                             prepararsi al lavoro;
                                                          b. viene insegnato che la relazione di
                                                             lavoro ha le caratteristiche    del
                                                             mercato;
                                                          c. non c’è più la meritocrazia e si
                                                             insegna la furberia.

              Cosa fare?

                  − Educare al lavoro per vedere qualcosa di più del quadro economico e che non
                    serve solo per reperire mezzi materiali con cui vivere;
                  − vedere il lavoro come relazione emergente tra il soggetto e il suo mondo
                    sociale;
                  − educare alla formazione al lavoro per sviluppare le scelte vocazionali del
                    soggetto;                                                                          4
                  − educare ad una nuova etica del lavoro, umanizzando il lavoro, umanizzando
                    se stessi nel lavoro e umanizzando gli altri attraverso il lavoro.

Qui entra in campo un contesto di appartenenza che è l’IMPRESA (5) e dell’intraprender umano.
Persona umana e bene comune. Bisogna ritornare al modello educativo classico della scuola
d’impresa.

                  − Invece di chiedersi se ci sarà un posto di lavoro per me appena finirò gi studi,
                    ci si domandasse, con coraggio, quanti posti di lavoro sarò capace di creare
                    con la mia intraprendenza, la mia competenza, il mio senso del rischio?
                    Sarebbe una cosa rivoluzionaria.
                  − Una scuola che non coltiva nei giovani il senso dell’intrapresa economica non
                    aiuta lo sviluppo.

CONSUMO (6) – MASS MEDIA (7) – SPETTACOLO (8) – SPORT (9) sono contesti dove
oggi si adattano modelli educativi in balia dei desideri e dell’immagine.

È vero che si educa comunicando – parola – gesti – azioni interpersonali, ma quali sono gli esempi?

Riuscire a formare coinvolgendo l’intelligenza e l’affettività, ragionamento e dimensione
esistenziale.

Conclusioni

   1. Ci vuole l’educazione e ci vogliono maestri capaci di insegnare.
2. Ci vuole un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati al problema famiglia, scuola ,
   mondo del lavoro e dei media.
3. Bisogna creare i presupposti per una “alleanza per l’educazione” coinvolgendo il maggior
   numero di interlocutori.
4. Rilanciare la riflessione sulla realtà esistenziale e socio - culturale dell’uomo di oggi, alla
   luce dell’antropologia e dell’esperienza cristiana.




                                                                                                     5

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  • 1. LA RESPONSABILITA’ EDUCATIVA DELLA SOCIETA’ CONVEGNO “EDUCARE ALLA REALIZZAZIONE INTEGRALE DELLA PERSONA” Cotronei (KR) – 5 marzo 2011 Intervento del Dr. Salvatore Barresi Se si vuole parlare di ‘educazione’ bisogna che facciamo una prima differenza tra generazioni: 1. Ieri l’educazione era un valore aggiunto, oggi è un problema, un nodo difficile da affrontare. Perché? 2. Rapporti problematici tra le generazioni; 3. Nessuna formazione autentica alla persona che comporti una buona capacità di orientarsi nella vita; 4. Sono aumentate le opportunità e le facilitazioni a nostra disposizione ma manca la consapevolezza di sé e le nostre decisioni non sono più libere e responsabili ma condizionate. Perché? 5. Esiste e predomina la cultura del narcisismo – il superuomo: è un uomo intelligente e colto ma anche corrotto, depravato e prigioniero dei suoi sogni di bellezza – vittima della sua 1 stessa raffinatezza; 6. Gli individui moderni sono persone narcisiste, incapaci di affrontare impegni e relazioni con gli altri, in quanto egoisticamente interessati alle loro vicende personali e terrorizzati dalle diverse complessità della vita collettiva; 7. L’immagine vale più di mille parole – l’apparenza vince sull’essere. Fama, potere e ricchezza sembrano assicurare l’uomo al destino dell’immortalità – vanitosi per mostrarsi al pubblico la propria fama o ricchezza: è l’unico modo per divenire, agli occhi degli altri, divino o comunque superiore; 8. Il mondo attuale è pieno di specchi: la televisione, internet, etc nessuno di questi può restituire la nostra immagine. L’apertura di “nuove terre” porta alla chiusura in un mondo personale alienato, nel quale le relazioni affettive e la realizzazione personale diventano sempre più periferiche. Specchiarsi nella rete / il narcisista non è capace di una vera complicità nella vita reale mentre è molto bravo a inventarla nella rete. <<L’educazione è un processo umano globale e primordiale nel quale entrano in gioco e sono determinanti sopratutto le strutture portanti – potremmo dire i fondamentali – dell’esistenza dell’uomo e della donna: quindi la relazionalità e specialmente il bisogno di amore, la conoscenza, con l’attitudine a capire e a valutare, la libertà che richiede anch’essa di essere fatta crescere ed educata, in un rapporto costante con la credibilità e l’autorevolezza di coloro che hanno il compito di educare>> [Camillo Ruini]. Esiste oggi una <<emergenza educativa>>? Inciso principio antropologico = perché abbiamo bisogno di educazione?
  • 2. Abbiamo bisogno di educazione, non tanto per essere buoni cittadini o buoni cattolici, ma semplicemente per essere uomini. La Chiesa si sente interpellata da una situazione di questo genere. BXVI scrive che il rapporto educativo è anzitutto l’incontro tra due libertà e l’educazione ben riuscita è formazione al retto uso della libertà. Nella Enciclica Redemptor Hominus di GPII dice che <<L’uomo è la via della Chiesa>> non solo interessata all’educazione alla fede ma più compiutamente alla formazione del soggetto umano. seconda parte Come aveva intuito il sociologo Emile Durkheim, se lasciati a loro stessi, gli uomini sono destinati a cadere vittime dei propri desideri, gli uomini sono destinati a cadere vittime dei propri desideri senza fine. Per questo ci vuole l’educazione e ci vogliono maestri capaci di insegnare. − Ma se non c’è un patrimonio di valori e di saperi; − Se non c’è una tradizione che si tramanda; − Se non c’è un modello d’uomo e di esperienza umana è difficile avere Educazione e Maestri per insegnare. 1. L’educazione è un tema troppo importante per essere lasciato nelle mani di poche persone. 2. È il tema pubblico dove si gioca il destino di una intera comunità. 2 Prima ancora di affrontare se esiste un modo o una idea di educazione è importante sapere se parliamo la lingua della cultura odierna Siamo in una società secolarizzata. I settori dello sviluppo economico e tecnologico impongono un materialismo scientista (non storico) che non ammette compromessi; Per esempio – la ricerca del senso è abbandonata alla sfera privata del singolo – soggettivismo e relativismo. Può esistere un modo una idea di educazione che incide nella cultura moderna? La promozione della cultura, per un cristiano, è promozione umana. Ci sono modelli educativi diffusi che puntano all’acquisizione di conoscenze, abilità, competenze, coerenti con l’assetto tecnologico contemporaneo che si rifanno al modello efficientista e aziendalista. Criterio razionale, misurazione quantitativa per una educazione che si risolve in trasmissione di
  • 3. informazioni e di capacità e in socializzazione culturale. Altro modello educativo è quello che valorizza la spontaneità con la centro le qualità del soggetto, la sua espressività e la sua creatività, intese come spontaneismo soggettivo. Modelli diffusi di educazione che si orientano verso l’oggettivismo razionale e il soggettivismo emotivo. Entrambi portano ad una forte riduzione dell’identità soggettiva lontana dall’intelligenza del cuore, della ragione dagli affetti e del singolo e dai contesti di appartenenza comunitaria di senso. Oggi educare è possibile se riscopriamo alcune grandi coordinate della relazione umana, la cura dell’altro, la cura del senso, la cura dell’origine e quella di Dio. Nei contesti di appartenenza il primo è la FAMIGLIA (1), qui nasce e si sviluppa la crescita e si trasmette l’educazione, si matura facendo emergere le potenzialità imparando le regole. Problematiche: a. relazione genitori – figli; 3 b. incertezze; c. divario generazionale. Altro contesto è la SCUOLA (2) che vive un cattivo funzionamento basata su un modello superato. La scuola dovrebbe essere il luogo in cui l’educazione si realizza attraverso la trasmissione di un patrimonio culturale elaborato della tradizione, mediante lo studio e la formazione di una coscienza critica. Ma così non è? Problematiche: a. uno dei compiti della scuola è insegnare a discernere tra ciò che è utile e ciò che è necessario, o comunque importante. Liberando i ragazzi dalle suggestioni mediatiche recuperando il concetto di <<verità>>. C’è un contesto dove si può costruire un modello educativo permanente rivolto a formule non specifiche abilità ma la convinzione e i valori che sostengono l’esistenza della persona umana. Quel posto è la COMUNITA’ CRISTIANA (3) dive si educa quotidianamente; l’annuncio del Vangelo e la Catechesi, la preghiera e la liturgia, la pratica della carità che hanno grande valenza formativa che incide sulla mentalità e il comportamento, assumendo responsabilità per il bene comune.
  • 4. Altro contesto dove dovrebbe insistere un modello educativo rivisitato è il LAVORO (4). L’educazione al lavoro rappresenta una nuova istanza antropologica che, nell’era della globalizzazione, può essere soddisfatta solo ricorrendo a un nuovo paradigma pedagogico e capace di socializzare. Che senso ha dire che dobbiamo educare i giovani al lavoro? Problematiche: a. ai giovani viene insegnato che viviamo in una società liquida e dell’incertezza e che non serve prepararsi al lavoro; b. viene insegnato che la relazione di lavoro ha le caratteristiche del mercato; c. non c’è più la meritocrazia e si insegna la furberia. Cosa fare? − Educare al lavoro per vedere qualcosa di più del quadro economico e che non serve solo per reperire mezzi materiali con cui vivere; − vedere il lavoro come relazione emergente tra il soggetto e il suo mondo sociale; − educare alla formazione al lavoro per sviluppare le scelte vocazionali del soggetto; 4 − educare ad una nuova etica del lavoro, umanizzando il lavoro, umanizzando se stessi nel lavoro e umanizzando gli altri attraverso il lavoro. Qui entra in campo un contesto di appartenenza che è l’IMPRESA (5) e dell’intraprender umano. Persona umana e bene comune. Bisogna ritornare al modello educativo classico della scuola d’impresa. − Invece di chiedersi se ci sarà un posto di lavoro per me appena finirò gi studi, ci si domandasse, con coraggio, quanti posti di lavoro sarò capace di creare con la mia intraprendenza, la mia competenza, il mio senso del rischio? Sarebbe una cosa rivoluzionaria. − Una scuola che non coltiva nei giovani il senso dell’intrapresa economica non aiuta lo sviluppo. CONSUMO (6) – MASS MEDIA (7) – SPETTACOLO (8) – SPORT (9) sono contesti dove oggi si adattano modelli educativi in balia dei desideri e dell’immagine. È vero che si educa comunicando – parola – gesti – azioni interpersonali, ma quali sono gli esempi? Riuscire a formare coinvolgendo l’intelligenza e l’affettività, ragionamento e dimensione esistenziale. Conclusioni 1. Ci vuole l’educazione e ci vogliono maestri capaci di insegnare.
  • 5. 2. Ci vuole un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati al problema famiglia, scuola , mondo del lavoro e dei media. 3. Bisogna creare i presupposti per una “alleanza per l’educazione” coinvolgendo il maggior numero di interlocutori. 4. Rilanciare la riflessione sulla realtà esistenziale e socio - culturale dell’uomo di oggi, alla luce dell’antropologia e dell’esperienza cristiana. 5