3. Atti della
Seconda Conferenza Internazionale
Lotta all’amianto:
il diritto incontra la scienza
Roma, 20 – 21 marzo 2014
Auletta dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati
Sala Tirreno, Regione Lazio
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e delle convenzioni internazionali
Prima edizione: 30 giugno 2014
ISBN 978-88-909105-5-5
4. Organizzazione del Convegno
Comitato Scientifico
Claudio Bianchi
Ezio Bonanni
Ronald E. Gordon
Luciano Mutti
Pietro Sartorelli
Morando Soffritti
Giancarlo Ugazio
Segreteria Organizzativa
Silvia Arata
Anna Corbi
Atti a cura di
Lorenza Fiumi
Michele Rucco
Hanno contribuito
Paola Ceccarel
Nicoletta Corio
Carlo Meoni
Laura Pirelli
6. Programma dei lavori del 20 marzo 2014
Camera dei Deputati Auletta dei Gruppi Parlamentari
Presiede
Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
Indirizzo di benvenuto
Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale
Amianto Pag. 1-3
PRIMA PARTE:
Il ruolo delle istituzioni risp
On.le Luigi Di Maio Vice Presidente della Camera dei Deputati Pag. 4-6
La proposta di legge n. 1366 del 16 luglio 2013 in materia di
amianto
à, Capogruppo del Movimento 5 Stelle alla
Camera dei Deputati Pag. 7-10
Il ruolo del legislatore in materia di amianto
On.le Dott. Alberto Zolezzi. Deputato
Pag.11-15
La legislazione e nuove prospettive per la tutela delle vittime
On.le Edmondo Cirielli, Deputato Pag.16-18
Ruolo del sindacato nella tutela della salute di lavoratori e
cittadini
Dott. Paolo Varesi, Vicesegretario Confederale Nazionale UGL
SECONDA PARTE:
Amiantopoli: la lobby assassina. Nascondere la realtà per
continuare ad uccidere
Avv. Ezio Bonanni,
Pag.19-24
Quale migliore percorso per rendere possibile la risoluzione
del problema amianto?
Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei
Carabinieri Pag. 25-37
7. Le patologie asbesto correlate come dose dipendenti: miti e
verità
Dose response and asbestos related carcinogenesis: myths and
truths
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia
Mount Sinai School of Medicine di New York Pag. 38-42
►
Il mesotelioma quale patologia dose dipendente
Prof. Morando Soffritti, Presidente Onorario dell’Istituto Ramazzini
di Bologna
►
Indicatori biologici di pregressa esposizione ad asbesto
Prof. Pietro Sartorelli, ordinario di Medicina del Lavoro presso
l’Università di Siena e membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag. 43-48
►
Il diritto alla salute e al lavoro salubre
Prof. Avv. Gaetano Veneto, ordinario di Diritto del Lavoro, Facoltà di
Giurisprudenza, Università di Bari Pag.49-50
►
Metodi investigativi per la identificazione dei responsabili di
crimini legati all’esposizione all’amianto
Dott. Paolo Rivella, commercialista e consulente delle Procure della
Repubblica di Torino, di Milano e di Trieste Pag.51-56
►
Metodi investigativi del Pubblico Ministero in caso di patologie
asbesto correlate
Dott. Sergio Dini, Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova
►
Nuove scoperte nella biologia delle patologie neoplastiche
causate dall’amianto
New insights in biology of asbestos related tumors
Prof. Ronald E. Gordon, Direttore del Dipartimento di Patologia
Mount Sinai School of Medicine di New York
►
Nesso causale e colpa in materia di amianto
Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di
Milano Pag.57-82
►
L’amianto e i tumori gastroenterici e dell’apparato urinario
Prof. Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro
Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna Pag.83-109
►
Amianto: l’esposizione continua! - Atti di indirizzo e benefici
contributivi
Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura della
Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag. 110-125
8. TERZA PARTE:
Prevenzione primaria, diagnosi e cura delle patologie asbesto
correlate
►
Patologie da esposizione a fibrille di asbesto in ambiente di
lavoro e/o in ambiente di vita
Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso
l’Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di Ricerca
per la Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 126-158
►
L'epidemia di mesotelioma: evoluzione e caratteristiche
Prof. Claudio Bianchi, anatomopatologo, consulente di diversi Uffici
Giudiziari, Presidente della Lega Italiana Per La Lotta Contro I
Tumori - Sez. Gorizia Pag. 159-159
►
L’Italia e la verità: le lobby e il negazionismo
Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della
Scuola di Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag.160-162
►
Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici
impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto
Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell’Università di Napoli in
mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 163-178
►
Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza di
cemento amianto sul territorio
Dott.ssa Lorenza Fiumi, ricercatrice CNR, membro del Comitato
Tecnico Scientifico dell’ONA Pag.179-186
►
La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla
pratica clinica
Prof. Luciano Mutti, Direttore di medicina generale e del laboratorio
di oncologia clinica ASL 11 Vercelli e membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA
►
Ruolo della chirurgia nel mesotelioma pleurico
Prof. Vittore Pagan, Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di
Aviano Pag. 187-187
►
Verso un modello teorico ed applicativo di prevenzione ed
affiancamento nel rischio ambientale in età evolutiva
Prof. Matteo Villanova, Presidente Osservatorio Laboratorio
Rispetto Emozionale Età Evolutiva (OLTREEE), Docente di Medicina
preventiva e psicopatologia forense presso l’ Università Roma Tre e
membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 188-190
9. ►
Ricorso alla Corte Europea di Strasburgo per la salvaguardia
Dei Diritti Dell'Uomo. La Sentenza ECHR069 (2014) dell’11
marzo 2014
Avv. Mario Item, Avvocato in Lugano; Membro del Comitato Centrale e
Presidente Regione Lombardia della Lega dei Diritti dell’Uomo Pag.191-195
►
Conclusioni
Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto .
10. Programma dei lavori del 21 marzo 2014
Regione Lazio – Sala Tirreno
Presiede l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Osservatorio Nazionale sull’Amianto
Modera la Dott.ssa Valentina Renzopaoli, giornalista
►
Indirizzo di benvenuto
Dott. Michele Rucco - Segretario Generale Osservatorio Nazionale
Amianto Pag. 196-198
►
Una proposta di legge in materia di amianto per la Regione
Lazio
On.le Fabrizio Santori, Consigliere Regionale del Lazio e
componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA
►
La legge regionale amianto per la Sicilia
On.le Giuseppe Gianni, Consigliere Regionale della Sicilia e
componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’ONA
►
L’amianto nella Regione Abruzzo e la risposta delle istituzioni
On.le Gianluca Castaldi, Senatore Pag.199-205
►
Una nuova legge nazionale per l’abolizione della decadenza
INAIL e per la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad
amianto
On.le Ivana Simeoni, Senatrice
►
Come trasformare il problema amianto in risorsa
Arch. Giampiero Cardillo, Generale in congedo del Corpo dei
Carabinieri
►
L’ONA e l’azione di contrasto alle lobby dell’amianto
Dott. Aristide Lombardi, Generale in congedo, già Direttore della
Scuola di Sanità Militare e membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA .
►
Il ruolo della Magistratura nella tutela della salute e
dell’ambiente e nella repressione dei crimini ambientali
Dott. Maurizio Ascione, Sostituto Procuratore della Repubblica di
Milano
►
Il significato clinico dei biomarkers molecolari nella
sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad asbesto
Prof.ssa Lory Santarelli, Medicina del Lavoro - Dipartimento
Scienza Clinica e Molecolare, Università Politecnica delle Marche, Pag.206-213
11. "Ospedali Riuniti di Ancona" Policlinico Universitario
►
Linee guida per il trattamento multimodale del mesotelioma
pleurico
Prof. Luciano Mutti e Prof. Vittore Pagan, rispettivamente Direttore
di medicina generale e del laboratorio di oncologia clinica ASL 11
Vercelli e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA,
Direttore Chirurgia Oncologica Polmonare di Aviano
►
Linee guida dell’ONA Onlus per la diagnosi e cura delle
patologie asbesto correlate non neoplastiche
Dott. Paolo Pitotto, medico del lavoro, consulente della Procura
della Repubblica di Milano, membro del Comitato Tecnico
Scientifico dell’ONA Pag.214-220
►
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA
Dott. Roberto Valenza, Primario del reparto di Oncologia Medica
dell’Azienda Ospedaliera Vittorio Emanuele di Gela e membro del
Comitato Tecnico Scientifio dell’ONA Pag. 221-221
►
Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai
fini del conseguimento dei benefici contributivi per
esposizione ad amianto per prepensionamento e/o
rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
Ing. Flavio Domenichini, membro del Comitato Tecnico Scientifico
dell’ONA Pag. 222-229
►
La Consulenza Tecnica d’Ufficio come mezzo di prova per la
sussistenza dell’esposizione qualificata all’amianto:
metodologia d’indagine e criteri di accertamento
Ing. Giuseppe Infusini, Consulente Tecnico d’Ufficio presso i
Tribunali di Cosenza e Castrovillari e membro dell’Ufficio Tecnico
dell’ONA Pag.230-246
►
La quantificazione dei danni differenziali in caso di patologie
asbesto correlate
Avv. Massimiliano Fabiani del Foro di Bologna Pag. 247-258
►
La triade interattiva. Come l'azione di multipli agenti
inquinanti conduce ad un intreccio di patologie importanti
Prof. Giancarlo Ugazio, già ordinario di Patologia Generale presso
l’Università di Torino, Presidente del G.R.I.P.P.A - Gruppo di
Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale, membro del
Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA
►
Modalità operative per la bonifica e la decontaminazione degli
ambienti di vita e di lavoro
Ing. Riccardo Tagliapini, Coordinatore del Dipartimento bonifica e
decontaminazione dei siti ambientali e lavorativi dell’ONA Pag. 259-263
12. ►
Quando uno studioso abbraccia una vittima dell'amianto
Prof. Renato Sinno, Professore Emerito dell’Università di Napoli in
mineralogia, membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA Pag. 264-270
►
Le testimonianze delle vittime
Pag. 271-274
►
Gli interventi delle associazioni e dei rappresentanti
territoriali dell’ONA Pag. 275-285
►
Considerazioni conclusive
Prof. Giancarlo Ugazio Pag. 286-294
13. Appendice n. 1
PRESENTAZIONI - SLIDES
Dott. Michele Rucco Slide 311-314
►
Dott. Federico D’Incà Slide 315-329
►
Dott. Alberto Zolezzi Slide 330-367
►
Avv. Ezio Bonanni Slide 368-392
►
Arch. Giampiero Cardillo Slide 393-442
►
Prof. Ronald E. Gordon Slide 443-486
►
Prof. Morando Soffritti Slide 487-518
►
Prof. Pietro Sartorelli Slide 519-555
►
Dott. Paolo Rivella Slide 556-563
►
Prof. Ronald E. Gordon Slide 564-584
►
Dott. Paolo Pitotto Slide 585-604
►
Prof. Claudio Bianchi Slide 605-660
►
Prof. Renato Sinno Slide 661-679
►
Arch. Lorenza Fiumi Slide 680-686
►
Prof. Luciano Mutti Slide 687-723
►
Prof. Vittore Pagan Slide 724-739
►
Prof. Lory Santarelli Slide 740-768
►
Prof. Luciano Mutti e Prof . Vittore Pagan Slide 769-781
►
Dott. Roberto Valenza Slide 782-795
14. ►
Ing. Flavio Domenichini Slide 796-813
Ing. Giuseppe Infusini Slide 814-854
Prof: Giancarlo Ugazio Slide 855-883
►
Prof. Renato Sinno Slide 884-890
►
Appendice n. 2
ATTI LEGISLATIVI
►
Proposta di legge n. 52 del 15 marzo 2013 presentata dal deputato
Edmondo Cirielli
Slide 892-900
►
Proposta di legge n. 1336 del 16 luglio 2013 presentata dal deputato
Federico D’Incà e da altri 83 deputati del Movimento 5 Stelle
Slide 901-921
►
Disegno di legge n. 1268 del 29 gennaio 2014 presentata dalla senatrice
Ivana Simeoni e da altri 10 senatori del Movimento 5 Stelle
Slide 922-934
►
Atti di sindacato ispettivo effettuati dai deputati del Movimento 5 Stelle
nel corso della 17° legislatura
Slide 935-943
Proposta di risoluzione n. 7/00335 dell’ 8 aprile 2014, presentata
dall’onorevole Alberto Zolezzi alla VIII Commissione Permanente
(Ambiente, territorio e lavori pubblici) Slide 944-949
Resoconto stenografico della seduta del 7 maggio 2014 della VIII
Commissione Permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici)
Slide 950-956
►
Legge Regione Sicilia n. 10 del 29 aprile 2014
Slide 957-964
►
Proposta di legge della Regione Lazio n. 24 del 9 maggio 2013
presentata dall’on. Fabrizio Santori
Slide 965-983
►
Lettera inviata dall’ONA a tutti i parlamentari
Slide 984-1018
Sintesi del Piano Nazionale Amianto dell’Osservatore Nazionale
sull’Amianto – ONA Onlus
Slide 1019-1023
15. Fusione e demolizione molecolare: i due principi chimico-fisici
impiegati nel processo di "inertizzazione" dell'amianto
Prof. Renato Sinno
16. Prof. Dott. Renato Sinno
già docente di Mineralogia Università di
Napoli Federico II
AMIANTO, STATO DELL’ARTE: IN ATTESA
DI UNA SOLUZIONE DEFINITIVA
ROMA - Camera dei Deputati
Convegno O.N.A. 20 marzo 2014
17. È a tutti noto che lo stato di salute dell’economia viene considerato
come l’elemento essenziale per definire lo stato di prosperità di
un paese.
Per questo motivo grandi attenzione viene perciò riservata al costo
della vita, allo sviluppo industriale, al potere di acquisto della
moneta, al prezzo del petrolio e via discorrendo, al punto tale da
rappresentare gli argomenti chiave che vengono dibattuti con
grande frequenza, con l’ausilio di tutti i mezzi di informazione che
vanno dalla carta stampate alla radio, alla televisione, che si
impegnano ad aumentarne tali conoscenze e quindi la cultura di
questo settore anche se le metodologie scelte per l’incremento
dell’economia non trovano tutti d’accordo.
Vi è da notare, e non con grande meraviglia, che un’attenzione
certamente altrettanto rilevante non è stata mai attribuita al
progressivo ed incalzante mutamento delle condizioni fisiche
della terra non solo in tema di cambiamenti climatici, ma
soprattutto in virtù dei più svariati interventi non sempre
incoraggianti del fattore antropico che ritenendosi il padrone
assoluto della natura, con comportamenti molto spesso
sconsiderati finisce per rendere sempre più difficile l’esistenza
degli equilibri naturali creando condizioni di vita poco accettabili.
18. Foto 1: microscopio elettronico: ingrandimento 100 X
Struttura fibrosa amianto di serpentino (crisotilo con crocidolite)
22. Metodologie impiegate nei processi di inertizzazione dell’amianto:
1) torce al plasma (Francia): temperature di fusione dei componenti
dell’amianto 2000°C temperature impiegate per la messa a regime
dell’impianto temperature molto al di sopra;
2) prodotti ottenuti dopo l’inertizzazione (analisi spettrofotometrica di
un tipo di plasma provenienza francese: silicato doppio di calcio e
cobalto - akermanite, silicato doppio di calcio e magnesio –
merwinite, silicato di ferro – fayalite;
3) demolizione della molecola di crisotilo mediante temperatura e
additivi “bassofondenti”;
4) svolgimento della reazione:
Mg6(OH)8Si4O10 → 3Mg2SiO4 + SiO2 + 4H2O
Silicato basico di Magnesio (900°C- 950°C) → silicato di magnesio + silice + acqua
5) l’analisi spettrofotometrica conferma la presenza di fosterite
(silicato di magnesio + silice
25. Silice amorfa (dopo la trasformazione)
Foto microscopio elettronico: ingrandimento 1000 X
26.
27.
28. Dal convegno di Casale Monferrato (Al)
18 sett. 2012
dalle relazione dei Ministri Forneri (lavoro), Balduzzi (salute), e Clini (ambiente)
Siti di interesse nazionale per presenza di amianto 12
Luoghi censiti come “pericolosi” 34.000
Luoghi di “prima pericolosità” 373
Quantità di amianto smaltito al 2009 379.000 ton.
Quantità di amianto ancora da smaltire 32.000.000 ton.
Quantità ancora da smaltire calcolata in % 99%
Tempo occorrente stimato per lo smaltimento totale
(calcolato al ritmo di 379.000 ton/anno) 85 anni
29. COMUNICATO DELL'U.E. SEGUENTE ALLA RIUNIONE DI GENNAIO 2013.
RECENTE “RISOLUZIONE” DELL'U.E. PROPOSTE PER LA SICUREZZA DELLO
SMALTIMENTO DEFINITIVO DELL'AMIANTO SULLA SCORTA DELLE STATISTICHE
CHE ANCORA LO VEDONO PRESENTE IN GRAN NUMERO NELLE TUBATURE
DELL' ACQUA, NEI TRENI, NELLE NAVI, NEI MACCHINARI E SOPRATTUTTO IN
MOLTI EDIFICI, NONCHÉ SULL'ONDA DEL TIMORE SUSCITATO DALLA FUGA DI
AMIANTO CHE HA PORTATO ALLA CHIUSURA RECENTE DI ALCUNI EDIFICI
COMUNITARI A STRASBURGO,
(dalla relazione dell'europarlamentare STEPHEN HUGHES approvata con 558 voti a
favore e 51 contrari)
• 1) Scadenza definitiva per il completamento della strategia: anno 2028;
• 2) Introduzione di un registro pubblico degli edifici contenenti amianto negli
Stati membri dell'Unione;
• 3) Sostegno alle Associazioni delle vittime;
• 4) Definizione di una tabella di marcia degli interventi;
• S) Definizione di un piano che imponga la garanzia che gli ispettori che
operano sul campo siano protetti da attrezzature adeguate;
• 6) Gli addetti alla rimozione siano sufficientemente qualificati;
• 7) Assoluto divieto del conferimento in discarica di qualunque tipo di materiale
contenente amianto a causa della eventuale azione delle acque di falda;
• 8) Invito a tutti i paesi dell'unione alla realizzazione di centri di trattamento e di
“inertizzazione” dei rifiuti contenenti amianto, prevedendo la graduale
cessazione del conferimento in discarica degli stessi.
30. Ultima dichiarazione ufficiale del ministro Balduzzi:
il piano previsto non sarà caratterizzato da altre
200 pagine di analisi e prospettive ma sarà un
piano di proposte di grande innovazione. Due gli
elementi e gli aspetti che caratterizzeranno la
lotta all'amianto che richiedono particolare
attenzione, la ricerca e la bonifica.
Infatti la battaglia contro l'asbesto non è ancora
vinta, perché occorre fare molto su questi due
fronti, sui quali si concentra una parte
importante del piano nazionale in dirittura di
arrivo. Tre sono le macroaree di azione del
piano: la tutela della salute, la tutela
dell’ambiente e gli aspetti previdenziali e di
sicurezza del lavoro.
31. Ministero della Salute: Presentato il
Piano Nazionale Amianto – marzo 2013
…”È una risposta operativa ad una vicenda sulla
quale a livello Nazionale era sceso l’oblio. Il
Governo Monti ha riportato una triste vicenda a
livello Nazionale ma anche Internazionale in
Europa. L’Italia è diventata punto di riferimento
dell’Unione per l’organizzazione di una rete
europea per la lotta alle malattie correlate
all’amianto” (relazione al Consiglio dei Ministri del
Ministro Balduzzi).
32. Voglio concludere con un monito umile ed
affettuoso rivolto a quanti sottovalutano
certi problemi ecologici e, sorridendo, si
adagiano non senza saccenteria, sulla
comoda piattaforma del potere che per
fortuna e per legge naturale ha un
processo vitale ben definito.
Ricordo un’espressione del grande William
Shakespeare che ritengo molto profonda;
“il saggio sa di essere stupido, è lo stupido
che crede di essere saggio”.
33. ROMANO BATTAGLIA
• Rimanere se stessi in un mondo che
giorno e notte si adopera per trasformare
ognuno di noi in un essere qualsiasi, vuol
dire combattere la battaglia più dura della
vita.
Aggiungo con molta modestia:
essere betulla è facile, restare quercia è
molto più difficile, ma è soprattutto
doloroso!
34. Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza
di cemento amianto sul territorio
Dott.ssa Lorenza Fiumi
35. Integrazione di tecniche e dati per lo studio della presenza
di cemento amianto sul territorio
Lorenza Fiumi
Seconda Conferenza Internazionale ”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”
Camera dei Deputati – Auletta dei Gruppi Parlamentari - 20 marzo 2014
Gruppo di ricerca: Lorenza Fiumi (resp.) Stefano Tocci e Carlo Meoni
36. Il sensore MIVIS (Multispectral Infrared Visible Imaging Spectrometer)
per la mappatura delle coperture in c-a
Il CNR possiede e gestisce il
MIVIS un sensore aeroportato con
102 canali e con una risoluzione
spaziale fino a 3m x 3m, ne fanno
uno strumento innovativo ed unico
nelle applicazioni dirette sul
territorio e delle relative risorse.
37. Cemento-amianto chiaro: il colore chiaro è un buon
indicatore dell’ottimo stato di conservazione del materiale
che risulta integro in tutte le sue componenti.
Cemento-amianto scuro: il materiale è soggetto a
complesse degradazioni che portano ad una minore
consistenza del prodotto e all’affioramento di fibre di
amianto in superficie.
Sviluppi della ricerca:
caratterizzazione dello stato di alterazione del c.-a.
-OBIETTIVI:
-migliorare l’accuratezza e di
valutare con estremo rigore il grado
di attendibilità delle mappe;
- realizzare mappe di rischio in cui
siano evidenziate lo stato di
alterazione del materiale in modo da
fornire un sistema di supporto
essenziale per monitorare aree a
rischio ambientale.
38. Sviluppi della ricerca:
migliorare l’accuratezza di classificazione
falda + 51% volta + 40%
- finalizzata a ridefinirne la geometria dei poligoni
eliminando quindi le discontinuità, ad esempio i vuoti,
da ogni copertura.
Intersezione Spaziale è stata
eseguita con i dati classificati
MIVIS e la CTR a scala
1:5000, entrambi vettoriali
quest’ultima relativa al solo
tematismo dell’edificato.
Copertura a volta
39. Integrazione di tecniche e dati in ambiente GIS
GEOGRAPHIC INFORMATION SYSTEM (GIS)
DATI TELERILEVATI e DATI ISTAT
+
41. La ricerca sul mesotelioma pleurico: dal laboratorio alla pratica clinica
Prof. Luciano Mutti
42. Luciano Mutti M.D. PhD on behalf of Buzzi Foundation and G.I.M.e
Are there new Evidences Changing
our Approach to Mesothelioma ?
MPM: hindsight and perspectives
44. R1a. Every patient should receive best
supportive care.
R1b. When a decision is made to treat
patients with chemotherapy alone, patients in
a good performance status (PS; > 60 on the
Karnofsky scale or < 3 on the ECOG scale)
should be treated with first line combination
chemotherapy consisting of platinum and
pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively,
patients could be included in first and
second-line clinical trials.
R1c. In the light of limited evidence of
efficacy of chemotherapy, the decision
to administer chemotherapy should be
discussed with the patients and his
relatives on a case by case basis .
ERS/ESTS TASK FORCE
Guidelines of the European
Respiratory
Society and the European Society
of Thoracic Surgeons for the
management of
malignant pleural mesothelioma
A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T.
Berghmans, H. Clayson, P. de
Vuyst,H. Dienemann, F. Galateau-
Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C.
Le Pe´choux, L. Mutti, J-C. Pairon, R.
Stahel, P. van Houtte, J. van
Meerbeeck, D. Waller and W. Weder
45. Hence what should we do
to conduct fruitful
pre-clinical and clinical research
on asbestos-related tumours
and to cope with this unsettled scenario
?
46. OncoTargets and Therapy
Drugs for solid cancer: the
productivity crisis prompts a
rethink
Science does not proceed linearly
but by paradigmatic shifts
driven by translational productivity
//
Awaiting Genetic Based Medicine grows up (1)
47. Awaiting Genetic Based Medicine grows up (2)
Cancer Research is
Translational Cancer Research
aimed at
changing the clinical practice
via clinical research
based on strong rationale
Preclinical Knowledge
Biomarkers validation
on proper animal models
and IHC from human tumours tissues aimed at
Novel Therapies,
Diagnosis, Prognosis
Susceptibility Tests
Early Phases Clinical Trials with
Appropriate End Points
Tests validation in humans
•ASCO Blueprints, Nov 2011
(pats stratification)
•Clinical Trials Directives-Regulations
•GCP
48. Therapies currently in Phase II
trials for malignant pleural
Mesothelioma
5. Expert opinion
Back in 2005 in their review of
theirs, Kumar and Kratzke
had foreseen that targeted
therapy addressed to growth
factor receptors and cell cycle
proteins would change the
prognosis of patients with MPM
[57]. Eight years later,
unfortunately, such a result has
not been achieved and looks like
being still rather far away. To get
ahead, first, we should
ask ourselves: ‘Why?’.
An obvious stallmate that requires a swift
U-turn paradigmatic shift .
New scenarios should be explored
“A change is better than a rest”
Irish Proverb
Pinton G. et al. Expert Opin Investig Drugs, 2013
49. clinicaloptions.com/oncology
Clinical Focus: The Evolving Role of Systemic Therapy for Mesothelioma
Inhibition of PDGFR Increases Uptake of
Drug in Tumor Cells by Decreasing IFP
Imatinib inhibition of
stromal PDGF-Rβ
decreases tumor IFP
Drug uptake increases
in tumors
TumorUptakeof[3H]Taxol
248
Hrs After Injection [3H]Taxol
TumorIFP(mmHg)
16. Pietras K, et al. Cancer Res. 2002;62:5476-5484.
8
6
4
2
0
PBS STI-
571
Taxol Taxol +
STI-571
8
6
4
2
0
Control STI-571 Control STI-571
51. Toward the shift: genetic hints
Validaton of Data Mining: 119 gene deregulated in at least two refs
High expression OS
20.8 vs 40 months
(NME12 and
THBS2 are
hypoxia-regulated
genes)
52. Examples of diffuse immunostaining of CA IX
and CA XII proteins in normal and neoplastic tissues
and MPM is an extremely hypoxic tumour related to
(GRP78) PAKT and low apoptosis rate.
Ivanov S et al Am J Pathology, 2001
Enhancement of in vitro cell motility and
invasiveness of MPM cells under hypoxia via HIF-
1/MUC1 Pathway . Morover high IHC MUC1
expression in the tumor are indicators of poor
prognosis in MPM
Goudarzi H et al. Cancer Letter, 2013
Pillai K et al. J Biol Markers 2013
Hypoxia induces NOTCH 1 and its down-
regulation in MPM (obtained either through
RNA interference or chemical inhibition) leads
to cell death via AKT deactivation
Graziani I et al Cancer Res, 2008
Toward the shift: Hypoxia
Is Hypoxia and its effects a
new direction to take ?
53. Overview
Hypoxia and Translational control in cancer
and in MPM
Hypoxia and MPM Metabolism
Therapeutic Translational implications and
“Take home message”
54. Have we any findings suggesting Hypoxia-dep
Translational abnormalities in MPM cells ?
55. Toward the shift: Hypoxia and Translation (1)
In all human tumours IF-4E//4E-BP1 is critical :
4E-BP1 loss or P- reduces pts survival
Hypoxic Tumours show increased P- eIF-4E
and/or reduced 4E-BP1
56. PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
All major pathways regulating translation
are constitutively “ON” in MPM cells…
Toward the shift: Hypoxia and Translation (2)
57. PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
…however their inhibition
does not reduce translation and suggests
the presence of specific modulators
Toward the shift: Hypoxia and Translation (3)
58. …moreover, even more importantly, MPM cells have abnormal,
constitutive active translation that
is not stimulated by Growth Factors
Toward the shift: Hypoxia and Translation (4)
59. Translation in MPM cells is insensitive to mTORc1/2 dual
inhibition by PP42 in spite of constitutive mTORc activity
Toward the shift: Hypoxia and Translation (5)
60. PNAS, 2002; 22 (99): 14374-14379
Eventually in MPM cells both 4E-BP1 overexpression
and eIF-4E downregulation restore sensitivity to mTOR inhibition
according to translation on hypoxia
Toward the shift: Hypoxia and Translation (6)
61. MPM cells show unique massive eIF6
expression and eIF6 is induced by hypoxia
Toward the shift: Hypoxia and Translation (7)
62. Have we any findings suggesting
Hypoxia-dep Metabolic
abnormalities in MPM cells ?
63. Hypoxic tumours differently but largely rely on Glucose/Lactate metabolism
and promote EMT and “Stemcellness”
Warburg effect
Glutamine catabolism Piruvate Lactate
Glucose
64. Hypoxic conditions sensitize MPM cells
to glycolysis inhibitors and to interferences with lactate cycle
Toward the shift : Hypoxia and metabolism
65. Toward the shift : Hypoxia and EMT
miR200 Family members and miR149 are related to Hypoxia
and EMT
miR200 Family members and miR149 are uniquely
expressed in MPM -related to hypoxia levels- but not not in
HMC (personal communicaton) and unleash EMT gene expression
(SNAIL, SNUG, Zeb1, Twist, AKT). Ongoing project amid
EU, US, AU, CN
Snail expression is associated with poor prognosis
in MPM
Kobayashi M. et al Ann Thora Surg, 2013
66. • Translation is abnormally regulated by constitutive ativation of
regulatory pathways regardless Growht Factor activation
• MPM with high 4E-BP1 and low eIF-4E become sensitive to mTOR
inhibition
• IHC analysis of MPM tissue revealed a striking increased expressions
of eIF6 in MPM tissue
Morevor Enzaustarin (PKC inhibitors) inhibits eIF6 with in vitro/vivo
anti-neoplastic effects on MPM cells
This is a Scenario that Complies with the Hypoxic
Hypothesis
Highlights and implications of MPM cells
translation: the shift (1)
67. Highlights on implications of MPM cells
Metabolism and EMT: the shift (2)
Hypoxia-dep responders inhibitors
(not TKR that in vivo are strongly expressed only in a small
fraction of hypoxic, mesenchimal MPM and without biological
relevance)
•Glicogenolysis inhibitors
•LDH and Lactate excretion inhibitors
Pathways involved in miRs-dep hypoxixc
EMT
•Direct miRs antagonists/agonists
(Phase I Au and …Europe)
68. Is this the MPM Achille’s Heel ?
Is this below the
ultimate paradigmatic shift ?
EMT MET
Hypoxia
+ -
70. Immunotherapy: a Master Key against
Tumours and MPM (1) ?
Original Research Articles
Int J Cancer. Dec 1998
Primary human mesothelioma cells express class II MHC, ICAM-1 and B7-2 and
can present recall antigens to autologous blood lymphocytes.
Int J Mol Med. Feb 2003
Transforming growth factor-beta released by PPD-presenting malignant
mesothelioma cells inhibits interferon-gamma synthesis by an anti-PPD CD4+ T-cell
clone.Article first published online: 22 JUL 2011
Journal of Cellular Physiology October 2011
Expression and regulation of B7-H3 immunoregulatory receptor, in HMCandMPM:
Immunotherapeutic implications
PlosOne, March 2013
Synergistic Effect of CTLA-4 Blockade and Cancer
Chemotherapy in the Induction of Anti-Tumor Immunity
71. The Translational Research
Cycle: Bench/Bedside/Bench
A Master Key ?
Int J Cancer. 1998;
Int J Mol Med. 2003.
MMe cells act as APC
of recall antigens
MMe cell
AG
HLA-DR
PPD
TT
Expression og B7-H3
on human MMe cells and tissue
J Cell Physiol. 2011
A second-line phase II clinical study with
a fully humanized anti-CTLA-4
monoclonal antibody as monotherapy in
patients with unresectable MMe (Pfeizer)
Study extended
0
20
40
60
80
100
120
140
160
Baseline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60
1st cycle 2nd cycle
cellcount/microL
NR
Rp<0.03
p<0.04
p<0.02
72. Analysis of overall survival for 29 patients
with MPM treated with tremelimumab
Time points 6 months 12 months 18 months 24 months
% Pts alive
Pts at risk
79.3
23
48.3
14
36.7
9
36.7
8
Median OS: 10·7 months
Baseline PD 2 dose PR 3 dose PR 4 dose
0
20
40
60
80
100
120
140
160
Baseline d14 d30 d60 d1 d14 d30 d60
1st cycle 2nd cycle
cellcount/microL
NR
Rp<0.03
p<0.04
p<0.02
Changes in circulating CD4+ICOS+ T cell counts by response
October, 2013
The Translational Research Cycle: Bench/Bedside/Bench
73. Immunotherapy: a Master Key against
Tumours and MPM (2) ?
RCT vs Placebo (sic) on course.
If/When phase II was confirmed:
•Very selected pats with very good PS and life expectancy,
•Relatively low extensive disesase
74. TAKE -HOME MESSAGE
MPM cells show a combined unique pattern of deranged cell
machinery with potential “bespoke” translational implications
This combined abnormality discloses novel approaches to the treatment
of this tumour aimed at increasing its sensitivity to medical treatments
The evidences seem to bring us away from most of the current
innovative treatment for human cancers (TKRI)
We are achieving a much better understanding of how to breach MMP
cells metabolic and environmental shield and of the differences among
the subtypes and this seems to be a crucial step forward
Taking advantage of the capability of MPM cells to elicit an immune
response and the results obtained from the first early clinical trials of
immunotherapy are disclosing new scenarios
75. “Here is Edward Bear, coming
downstairs now, bump, bump, bump,
on the back of his head, behind
Christopher Robin. It is, as far as
he knows, the only way of coming
downstairs, but sometimes he feels
that there really is another way, if only
he could stop bumping for a moment
and think of it”
A.A. Milne 1926
Illustration E.H.Shepard 192614
“If you always do what you always did, you always get
what you always got”
Mark Twain
76. We are not «Waiting for Godot»
Let’s booggie to take action now
“BREAKTHROUGH”, “ FAST
TRACK” TRIALS TO SPEED UP
THE NEXT CLINICAL
RESARCH FOR MPM
77. Contributors
Metabolism. Arcangela G. Manente, Giulia Pinton, Laura Moro Dept. Pharmaceutical Sciences, University of
Piemonte Orientale “A. Avogadro”, Novara, Italy
Daniela Valenti, Rosa A. Vacca CNR-IBBE, Bari, Italy
Puthen V. Jithesh, Liverpool Cancer Research UK Centre, University of Liverpool, UK
Antonio Daga, IRCCS San Martino-IST, Genova, Italy
Leonardo Rossi, Dept. of Human Morphology and Applied Biology, University of Pisa, Pisa, Italy
Steven G. Gray, Kenneth J. O'Byrne, Institute of Molecular Medicine, St James's Hospital, Dublin 8, Ireland
Dean Fennell, Thoracic Medical Oncology, University of Leicester & Leicester University Hospitals,
Leicester, UK
Translation. Stefano Biffo S. Raffaele Sci Inst, Milan, Italy
Stefano Grosso MRC Toxicology Unit, University of Leicester, UK
Genetics. Carlo Croce, Pierluigi Gasparini Columbus University. OH, USA
Immunotherapy . M Maio, L Calabro’ Immmunotherapy Unit , Siena Hospital, Italy
83. LIMITI CH CURATIVA
• R 1 DI FATTO INELUDIBILE
RIPRESA POST-CHIR PREVAL LOCO-CONFINARIA
CITORIDUZIONE MASSIMALE CT/RT ADIUV
• LIMITATA OPERABILITA’
CANDIDABILE 60% dei 572 OSSERVATI
RESEZ COMPLETA 70% dei 280 ESPLORATI
• MORBI-MORTALITA’ POSTOP
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
84. OUTCOME CHIRURGIA
• DA SOLA SOPRAVV MEDIA
SOVRAPPONIBILE NON OPERATI
• IN MULTIMODALE SOPRAVV
13% 5 ANNI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
85. OBIETTIVI REALISTICI
CHIRURGIA
• IN CONTESTO MULTIMOD ALTERARE
STORIA NATURALE MPM (CT NEOAD?)
• MASSIMA COMPLETEZZA MACRO E
MINIMI R1 E COMPLICANZE
• CON MIGLIORI PALLIAZIONE
E QUALITA’ DI VITA POSSIBILI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
86. CANDIDABILI CHIRURGIA
•ISTOTIPO
EPIT SI’
SARC E M+ NO
MISTO DIBATTUTO
•CONDIZIONI GENERALI
ETA’ ≤ 70 a ≤ 75 a ? I K
RISERVE C-R CO-PATOL
•ERADICABILITA’MACROSCOPICA
E NO LINFONODI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
87. INTERVENTI CURATIVI
(PPE e PTE)
• PLEURO-PNEUMONECTOMIA
• PLEURECTOMIA TOTALE o P/D
± ESTESE DIAFR/PERIC
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
88. MORTALITA’ 30gg = 4%
COMPLICANZE MAGGIORI PPE-RELATE 6m = 1,5-2 VOLTE VS. 30gg
93. CONCLUSIONE
POICHE’ SCOPO PRAGMATICO
ATTUALE CHIRURGIA E’ ALTERARE
CORSO MPM, PREVEDENDO R1 E
TER ADIUVANTE, OFFRENDO QV,
COMPLICANZE, SOPRAVVIVENZA
MIGLIORI POSSIBILI,
PTE PROPONIBILE COME PRIMA
SCELTA VS. PPE SE COMPROVATA
PARI COMPLETEZZA EXERESI
CH TORACICA
IST TUMORI AVIANO
94. Il significato clinico dei biomarkers molecolari nella sorveglianza
sanitaria degli ex esposti ad asbesto
Prof.ssa Lory Santarelli
95. IL SIGNIFICATO CLINICO DEI BIOMARKERS MOLECOLARI
NELLA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI EX ESPOSTI AD
ASBESTO
Lory Santarelli
Medicina del Lavoro
Università Politecnica delle Marche Ancona
II Conferenza Internazionale
Amianto
21 marzo 2014
96. «Morire per morire, preferisco
non saperlo in anticipo»
(Michele M, ex operaio della
Breda Fucine di Sesto San Giovanni)
5
La scienza alimenta la speranza.
Il sentirsi seguiti offre un qualche sollievo dall’ansia
di ammalarsi ed il contribuire ad un progetto di
ricerca rende molti lavoratori
orgogliosi di partecipare e suscita sentimenti di
solidarietà
97. THE BENEFIT OF EARLY
DIAGNOSIS
FOR MALIGNANT
MESOTHELIOMA
98. LA NOSTRA ESPERIENZA SI BASA SULLO
STUDIO DI 350 SOGGETTI CON PREGRESSA
ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE, AD
ASBESTO, DICUI:
280 ex esposti sani o affetti da patologia
asbesto-correlata non neoplastica
70 ex esposti affetti da MM
99. EX ESPOSTO AD AMIANTO
FOLLOW-UP EX ESPOSTI AMIANTO CLINICA DI MEDICINA DEL LAVORO UNIVPM ANCONA
D
A
T
A
M
I
A
N
T
(GENE METILATO)
100. CONSEGUENZE PSICOLOGICHE
• Ansia e crescente
preoccupazione
• Fenomeno di anticipazione
della morte
• Percezione di ogni
cambiamento dello stato di
salute come connesso alla
esposizione ad amianto
PCQ
(Psichogical CONSEQUENCES Questionnaire)
• Meccanismo di rifiuto
• Strategie cognitive e
comportamentali messe in
atto per fronteggiare la paura
(“coping”)
DOPO UNA BREVE RACCOLTA DEI DATI GENERALI DEL SOGGETTO (ETÀ, SESSO,
ABITUDINI TABAGICHE ETC..)
IL QUESTIONARIO SI SVILUPPA IN 12-ITEM PER MISURARE L’EFFETTO DEL
FOLLOW UP, PER I SOGGETTI EX-ESPOSTI ALL’ASBESTO, SULLA SFERA
EMOZIONALE, FISICA E SOCIALE.
101. Auto-percezione di EXP
BASSA MEDIA ALTA INCERTA
Coloro che avevano una
percezione di alta esposizione ad
asbesto durante la pregressa
attività lavorativa ottenevano un
risultato elevato al PCQ, Ma lo
ottenevano ancora più elevato
coloro che non sapevano
rispondere ai quesiti sulla propria
esposizione.
Auto-percezione di malattia
INCERTA ALTA BASSA
L’incertezza nella percezione
di malattia, il non saper
dare spiegazioni ai quesiti
richiesti portava ad un
risultato nel test PCQ ancora
più elevato che in coloro che
temevano di essere malati.
Livello di informazione
BASSO ALTO
Bassi livelli di informazione
sull’argomento amianto portavano ad
elevatissimi punteggi nei risultati del
PCQ. SEMBRA DUNQUE CHE LA
SCARSA INFORMAZIONE E LA SCARSA
SPIEGAZIONE DEI MEDICI SU CIÒ CHE
PUÒ DIPENDERE DALL’ASBESTO E CIÒ
CHE NON È CORRELATO, INTERVENGA
NOTEVOLMENTE
NELL’ACCENTUAZIONE DEL DISAGIO
PSICOLOGICO DI QUESTI SOGGETTI.
UNIVPM MEDICINA DEL LAVORO TEST PCQ-A (n° 130)
102. Durante il follow up sanitario è stata riscontrata la presenza di
patologie in 187 soggetti su 280 (58,4%)
PATOLOGIE ASBESTO-CORRELATE N ° patologie asbesto-correlate
Ispessimenti pleurici 75 (23,4%)
Placche pleuriche 86 (26,9%)
BPCO 75 (23,4%)
Ispessimento interstiziale aspecifico 55 (17,2%)
Asbestosi 40 (12,5%)
Bronchiectasie/actelectasie 39 (12,2%)
Nodulo polmonare non sospetto (calcifico/fibroso) 32 (10,0%)
Nodulo polmonare sospetto 31 (9,7%)
Versamento pleurico 7 (2,2%)
Pachipleurite calcifica 6 (1,9%)
103. Istotipi dei 70 casi di Mesotelioma Maligno, 59 maschi e 11 femmine,
giunti alla nostra osservazione nel periodo compreso tra il 2003 e il
2013, provenienti dai Reparti di Pneumologia, Chirurgia Toracica e
Oncologia dell’Ospedale Regionale “Ospedali Riuniti” di Ancona.
ISTOTIPO MM N° casi
MM-Epiteliale 47
MM-Sarcomatoide 9
MM-Misto 5
MM-PERITONEALE 1
MM con istotipo sconosciuto 8
70
104. SEBBENE LA TC AD ALTA RISOLUZIONE SIA
ATTUALMENTE LA FORMA DI INDAGINE CAPACE DI
COGLIERE LESIONI INIZIALI, LA SUA ESECUZIONE
AD INTERVALLI TROPPO RAVVICINATI IN SOGGETTI
PER LO PIÙ SANI, PONE PROBLEMI DI TIPO
RADIOPROTEZIONISTICO
(ASSORBIMENTO DI UNA DOSE DI RADIAZIONI IONIZZANTI DA 3 A 5,5 MGRAY
DURANTE UN SINGOLO ESAME)
Carbone et al. The pathogenesis of mesothelioma.
Seminar in Oncology 2002, 29: 2-17
Goodman et al. Ionizing radiation: a risk factor for
mesothelioma Cancer Causes Control (2009) 20:1237–
1254a
105. POTENZIALITÀ DEI BIOMARCATORI PER IL
MESOTELIOMA MALIGNO
FACILITAZIONE DELLA SORVEGLIANZA
SANITARIA DEI SOGGETTI EX ESPOSTI E DEGLI
ATTUALMENTE ESPOSTI
DIAGNOSI PRECOCE DI MALATTIA
PROGNOSI E FOLLOW UP DI TERAPIE
MESSA A PUNTO TERAPIE ALTERNATIVE A
QUELLE CONVENZIONALI
106.
107. Amati et al Mutat Res. 2008 655(1-2):52-8. doi: 10.1016/
108. RELAZIONE TRA LA METILAZIONE DEL GENE DELLA MESOTELINA (MSLN) NEI TUMORI E I
PEPTIDI CORRELATI ALLA MESOTELINA (SMRP) MISURABILI NEL SIERO
MSLN È NORMALMENTE METILATO NELLA PLEURA.
LA METILAZIONE SI PERDE NELLA MAGGIOR PARTE DEI TUMORI.
IN UN SOTTOGRUPPO DI TUMORI LA METILAZIONE VIENE MANTENUTA, E QUESTO
MECCANISMO SPIEGA LA SCARSA SENSIBILITÀ DEL TEST DI VALUTAZIONE SMRP
Nelson et al, Epigenetics. 2011; 6:1029-34
MSLN promoter
MSLN promoter
Methylated CpG
Unmethylated CpG
Gene silencing
Gene transcription
109. L’espressione genica subisce alterazioni senza
che la sequenza di DNA venga modificata
Metilazione: : in questo modo, i
geni vengono silenziati oppure
attivati.
Modificazioni istoniche:
i geni possono essere
impacchettati così strettamente
da risultare «spenti»
MODIFICAZIONI EPIGENETICHE
EPIGENOMICA
LE ALTERAZIONI EPIGENETICHE SONO COINVOLTE NELLA
INIZIAZIONE DEL CANCRO E QUINDI SONO EVENTI PRECOCI DELLA
TRASFORMAZIONE NEOPLASTICA
111. Epigenetica e micro-RNA
Regolazione attuata dai
microRNA
Esempio
• RNA non codificanti che modulano
l’espressione di oncogeni, soppressori
tumorali e geni regolatori
dell’epigenetica (epi-miRNAs)
• risultano differentemente regolati tra
cellule cancerose e cellule sane
• ruolo ormai dimostrato nella
cancerogenesi
116. EARLY DIAGNOSIS OF MALIGNANT MESOTHELIOMA USING A
COMBINATION OF CIRCULATING EPIGENETIC MARKERS AND
MESOTHELIN
45 Patients
with MM
44 Matched
controls
99 asbestos-exposed
subjects
N = 188
Serum collection
Combined model
MM vs. Controls
+ Asbestos-exposed
Controls vs.
Asbestos-exposed
Asbestos-exposed vs.
MM
Clinical performance
SMRPs
Cut-off = 75° Ctrl
MiR126
Cut-off = 25° Ctrl
Met-TM
Cut-off = 75° Ctrl
9 asbestos-exposed
with insufficient
serum
Excluded from the study
Con l’analisi
della
regressione
logistica è stato
valutato il
rischio di
sviluppare la
patologia
attraverso la
combinazione
dei tre
marcatori
117. 0
20
40
60
80
100
120 MM
1 7 865432
Exp Ctrl
Percentage
Combinations
COMBINATION MODEL
Combination-1 SMRPs=L; MiR-126=H; Met-TM=L
Combination-2 SMRPs=L; MiR-126=L; Met-TM=L
Combination-3 SMRPs=L; MiR-126=H; Met-TM=H
Combination-4 SMRPs=L; MiR-126=L; Met-TM=H
Combination-5 SMRPs=H; MiR-126=H; Met-TM=L
Combination-6 SMRPs=H; MiR-126=L; Met-TM=L
Combination-7 SMRPs=H; MiR-126=H; Met-TM=H
Combination-8 SMRPs=H; MiR-126=L; Met-TM=H
Tutti tre i marcatori presi singolarmente sono in
grado di discriminare i soggetti sani da quelli con
MM, ma nessuno di essi è in grado da solo di
individuare precocemente la malattia per scarsa
specificità e/o sensibilità
121. CLINICA MEDICINA DEL LAVORO UNIVPM
CARCINOMA DEL POLMONE
VALUTAZIONE DELL’ASSETTO EPIGENETICO
IN CELLULE (CANCEROSE E NON CANCEROSE)
PROVENIENTI DA BIOPSIE INTRAOPERATORIE DI
PAZIENTI AFFETTI DA CANCRO DEL POLMONE
LE CELLULE PROVENIENTI DALLE BIOPSIE FRESCHE VENGONO
TRATTATE CON INIBITORI EPIGENETICI E STUDIATE PER
L’ESPRESSIONE DI GENI E miRNAs
I GENI, LE PROTEINE DA ESSI CODIFICATE E I miRNA VENGONO RICERCATI
NEL SANGUE PERIFERICO COME MARCATORI BIOLOGICI CIRCOLANTI PER LA
DIAGNOSI, PROGNOSI E CAPACITÀ PREDITTIVA NELLA MALATTIA
VALUTAZIONE DELL’IMPATTO ELL’ESPOSIZIONE
AD ASBESTO SUL NUMERO DI CANCRI DEL POLMONE
TUTTI GLI STUDI SONO STATI SUPPORTATI DA FINANZIAMENTI INAIL MARCHE
122.
123. Linee guida per il trattamento multimodale del mesotelioma pleurico
Prof. Luciano Mutti e Prof. Vittore Pagan
124. L Mutti
V. Pagan
MPM Staging: Guidelines and
Reccomendations on how taking action
EBM Rules/Experience/Common Sense
126. Staging IMIG (1)
TX
Primary tumor cannot be assessed.
T0
No evidence of primary tumor.
T1
Tumor limited to the ipsilateral parietal pleura with or
without mediastinal pleura and with or without
diaphragmatic pleural involvement.
T1a
No involvement of the visceral pleura.
T1b
Tumor also involving the visceral pleura.
127. Staging IMIG (2)
• T2
• Tumor involving each of the ipsilateral pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic,
and visceral pleura) with at least one of the following: involvement of diaphragmatic muscle;
extension of tumor from visceral pleura into the underlying pulmonary parenchyma.
• T3
• Locally advanced but potentially resectable tumor. Tumor involving all of the ipsilateral
pleural surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of
the following: involvement of the endothoracic fascia; extension into the mediastinal fat;
solitary, completely resectable focus of tumor extending into the soft tissues of the chest
wall; nontransmural involvement of the pericardium.
• T4
• Locally advanced technically unresectable tumor. Tumor involving all of the ipsilateral pleural
surfaces (parietal, mediastinal, diaphragmatic, and visceral pleura) with at least one of the
following: diffuse extension or multifocal masses of tumor in the chest wall, with or without
associated rib destruction; direct transdiaphragmatic extension of tumor to the peritoneum;
direct extension of tumor to the contralateral pleura; direct extension of tumor to
mediastinal organs; direct extension of tumor into the spine; tumor extending through to the
internal surface of the pericardium with or without a pericardial effusion or tumor involving
the myocardium.
128. Staging IMIG (3)
• Regional Lymph Nodes (N)a
•
• NX
• Regional lymph nodes cannot be assessed.
• N0
• No regional lymph node metastases.
• N1
• Metastases in the ipsilateral bronchopulmonary or hilar lymph nodes.
• N2
• Metastases in the subcarinal or the ipsilateral mediastinal lymph nodes
including the ipsilateral internal mammary and peridiaphragmatic nodes.
• N3
• Metastases in the contralateral mediastinal, contralateral internal
mammary, ipsilateral or contralateral supraclavicular lymph nodes.
129. Surgery
(1)
The role of surgical cytoreduction in the
treatment of
malignant pleural mesothelioma: Meeting
summary of the
International Mesothelioma Interest Group
Congress, September 11-
14, 2012,
Boston, Mass
130. Surgery
(2)
Surgical macroscopic complete resection (MCR) and control of micrometastatic disease play a vital role
in the multimodality therapy ofMPM, as is the case for other solid malignancies.
Surgical cytoreduction is indicated when macroscopic
complete resection is deemed achievable.
The type of surgery (EPP or P/D) depends on clinical factors
and on individual surgical judgment and expertise.
All patients with the diagnosis of MPM should be initially
evaluated in a multidisciplinary setting, including
medical oncology, radiation oncology, and surgery.
Clinical staging (lymph node sampling, positron emission
tomography, magnetic resonance imaging) should
be performed before therapy.
The histologic subtype should be identified by tissue
biopsy before initiation of therapy.
132. Chemotherapy
ERS/ESTS TASK FORCE
Guidelines of the European Respiratory
Society and the European Society of
Thoracic Surgeons for the management of
malignant pleural mesothelioma
A. Scherpereel, P. Astoul, P. Baas, T. Berghmans, H. Clayson, P. de Vuyst,
H. Dienemann, F. Galateau-Salle, C. Hennequin, G. Hillerdal, C. Le Pe´choux, L. Mutti,
J-C. Pairon, R. Stahel, P. van Houtte, J. van Meerbeeck, D. Waller and W. Weder
• R1a. Every patient should receive best supportive care.
• R1b. When a decision is made to treat patients with chemotherapy alone,
patients in a good performance status (PS; > 60 on the Karnofsky scale or < 3
on the ECOG scale) should be treated with first line combination chemotherapy
consisting of platinum and pemetrexed or raltitrexed (1B). Alternatively,
patients could be included in first and second-line clinical trials.
• R1c. In the light of limited evidence of efficacy of chemotherapy, the decision to
administer chemotherapy should be discussed with the patients and his
relatives on a case by case basis .
134. Take-Home Message
• Surgery: in early phases (no T3 / no N2)
• Chemotherapy: on pt basis, negligible effects
on survival
• Radiotherapy: a few indications
• Neo-adjuvant : no evidences
135. “Here is Edward Bear, coming
downstairs now, bump, bump, bump,
on the back of his head, behind
Christopher Robin. It is, as far as
he knows, the only way of coming
downstairs, but sometimes he feels
that there really is another way, if only
he could stop bumping for a moment
and think of it”
A.A. Milne 1926
Illustration E.H.Shepard 192614
“If you always do what you always did, you always get
what you always got”
Mark Twain
RESEARCH
145. Popolazione solo esposti maschi
MESOTELIOMA Chemioterapia 2%
• Patologia benigna Polmone 6 %
Fegato 4%
• Surrene, cuore, vescica, tiroide…
• Suggeriti ulteriori accertamenti 4 %
• … e le donne ?
Dott. Roberto Valenza
I servizi dell’ambulatorio oncologico reale dell’ONA Onlus
146.
147. • Nessuna richiesta
Motivazioni
caratteristiche degli utenti
• Misconoscimento dell’on line (o difficoltà di
accesso)
• Vedono ONA solo in termini risarcitori
Dott. Roberto Valenza
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
148. Realmente utile ?
SI
risponde a richieste
orienta paziente
e famiglia
Verso la prevenzione
• Divulgare
• Coinvolgere
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
Dott. Roberto Valenza
149. Chiunque (anche chi non è iscritto all’ONA) potrà chiedere assistenza e consulenza
all’associazione, con e-mail all’indirizzo e-mail:
ambulatoriooncologico.ona@gmail.com
e/o osservatorioamianto@gmail.com
I servizi dell’ambulatorio oncologico on-line dell’ONA Onlus
Attivato l’Ambulatorio Oncologico on-line dell’ONA ONLUS, in
collaborazione con il Dipartimento Ricerca e Cura del Mesotelioma
dell’ONA ONLUS.
Direttore Dott. Roberto Valenza Medico Chirurgo Specialista in Oncologia Medica Direttore
U.O.C. Oncologia dell’Ospedale Vittorio Emanuele di Gela
Roma, 26.09.2013
Ufficio Stampa ONA Regione Sicilia Dott. Roberto Valenza
150. Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del
conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto
per prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
Ing. Flavio Domenichini
151. 2
Seconda Conferenza Internazionale
”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”
21 marzo 2014 - Regione Lazio – Sala Tirreno
ing. Flavio Domenichini – Comitato Tecnico Scientifico ONA Onlus
Ph. D. Ingegneria Chimica e dei Materiali
Come quantificare l’esposizione a polveri e fibre di amianto, ai fini del
conseguimento dei benefici contributivi per esposizione ad amianto per
prepensionamento e/o rivalutazione delle prestazioni pensionistiche
152. 3
Riferimenti normativi 1/2
257/92 art. 13 comma 8 (e s.m.i.) prevede
benefici specifici per i lavoratori che siano stati
esposti ad amianto in maniera qualificata
(misera compensazione se i rischi sono stati già
corsi…)
Data la vastità delle sottocategorie tipologiche
lavorative, si è dovuto fissare un riferimento.
Pur essendo tale scelta opinabile, va tenuta
presente dagli operatori del settore.
Il riferimento di legge è pari a: 0,1 ff/cc.
21/03/2014 Roma
153. 4
Riferimenti normativi 2/2
Quando non sono disponibili monitoraggi
ambientali, alcune sentenze della Cassazione
hanno sancito che il CTU può basarsi, per
formare il proprio convincimento, su criteri di
ragionevolezza e verosimiglianza.
Questo non può essere sempre svolto basandosi
solo sui documenti disponibili: spesso infatti
questi ultimi permettono di confermare
l’esposizione ma non di quantificarla, né di
determinare univocamente il termine della
stessa.
21/03/2014 Roma
154. 5
Sviluppo di una perizia
Compito dei CCTT durante lo svolgimento delle
operazioni peritali, è di scegliere i metodi caso
per caso più adatti a quantificare l’esposizione.
Il risultato è l’individuazione delle attività, svolte
dal lavoratore, che potevano comportare
esposizione al rischio amianto,
contestualizzandole nell’ambito della giornata
lavorativa tipo.
Un metodo diffuso per la quantificazione è
attualmente il seguente: le attività su indicate
vengono comparate con statistiche
internazionali che vi assegnano un livello
espositivo.
21/03/2014 Roma
155. 6
Banca dati Amyant 1/2
Per la determinazione dell’esposizione all’amianto è prassi
consolidata ed universalmente riconosciuta fare riferimento al
Database Amyant INAIL e all’algoritmo di calcolo dell’Ente
tedesco Berufsgenossenchaften.
Il calcolo della concentrazione media annuale delle fibre di
amianto, come valore medio di 8 h al giorno, necessario per
l’identificazione dell’esposizione nel caso di attività previste può
essere dunque effettuato sulla base del criterio consolidato e
messo a punto in Germania dall’Hauptferband der
Berufgenossenschaften nel 1993.
I presupposti sono i seguenti:
– la durata di un turno giornaliero è posta pari a 8 h;
– in un anno si hanno 240 giornate lavorative.
La concentrazione media giornaliera di fibre di amianto alla quale
il lavoratore è stato esposto durante l’anno
è data allora dalla: 21/03/2014 Roma
156. 7
Banca dati Amyant 2/2
dove: F = concentrazione delle fibre, t = tempo di
esposizione in ore (per esposizioni giornaliere di pochi
minuti va posta la durata, dell’esposizione pari a 1/8 di
giornata; per esposizioni settimanali più occasionali - per
pochi minuti non tutti i giorni - va posta pari a 1/16 di ogni
giornata lavorativa) 5,21 x 10-4 = 1 h lavorativa/1 anno
lavorativo = 1/(8 x 240) = 1/1920
Se si ottiene un valore superiore a 0,1 fibre cm-3, il
lavoratore viene considerato “esposto all’amianto”
21/03/2014 Roma
157. 8
21/03/2014 Roma
Evalutil 1/2
Il database Evalutil (redatto dagli enti francesi INVS, ISVED, …),
può essere considerato come confronto (previo endorsement
INAIL)
158. 9
21/03/2014 Roma
Evalutil 2/2
I valori sono dati da una media ponderata sulla base di
molteplici elementi (non necessariamente coordinati con la
legislazione italiana):
probabilité de l’exposition:
0 : absence d’exposition,
1 : 0 < probabilité < 10 % (peu probable),
2 : 10 % < probabilité < 50 % (possible),
3 : 50 % < probabilité < 90 % (probable),
4 : probabilité > 90 % (certaine) ;
intensité d’exposition ou concentration moyenne de fibres sur une journée de travail:
0 : absence d’exposition,
1 : 0 < intensité < 0,1 f/ml (faible),
2 : 0,1 < intensité < 1 f/ml (moyenne),
3 : 1 < intensité < 10 f/ml (élevée),
4 : intensité > 10 f/ml (très élevée) ;
fréquence de l’exposition:
0 : absence d’exposition,
1 : 0 < fréquence < 5 % (sporadique),
2 : 5 % < fréquence < 30 % (intermittente),
3 : 30 % < fréquence < 70 % (fréquente),
4 : fréquence > 70 % (très fréquente).
159. 10
21/03/2014 Roma
Quale usare? 1/2
Come previsto dalla Nota Tecnica della Circolare INAIL del
26/09/1995, approvata con lettera 13/11/1995 dal Ministero
del Lavoro (e come ulteriormente specificato nella Circolare
INAIL n. 70 del 24 ottobre 2001), i pareri Contarp dell’INAIL
si devono basare su:
- la ricostruzione delle singole attività svolte dai lavoratori e
che potevano comportare un’esposizione all’amianto,
- l’individuazione della loro durata e frequenza di
svolgimento e
- la quantificazione puntuale dell’esposizione associata
allo svolgimento di tali attività:
163. 14
21/03/2014 Roma
Dalle informazioni ai calcoli1/2
PROFILO: MANUTENTORE MECCANICO
- uso DPI in amianto (3 ore al giorno in officina e 2 ore al giorno nei reparti)
- manutenzione bandelle ceste e banco pellegrino (6/7 giorni al mese)
- manutenzione porte forni (sia preriscaldo + omogen.) (2 ore 1 volta a settimana + straordinari)
- manutenzione (preparazione, taglio, foratura) guarnizioni flange e premistoppa pompe e
tubazioni e bruciatori (1 ora al giorno)
- distruzione cemento amianto delle canale e pulizia con scopa e paletta (1 h 1 volta/sett.)
- impiego calza in MCA per coprire la tubazione dei cannelli (20 minuti 2/3 volte a settimana)
- posizionamento temporaneo pannelli in amianto sui guasti (+ prelievo dal magazzino +
applicazione staffe quindi foratura) (alcuni minuti 1 volta a settimana)
- pulizia forni (coibentazioni e pavimenti che si sgretolavano contenenti amianto) (10/12 ore 1/2
volte al mese)
- interventi sul tetto in cemento amianto (sagomatura, foratura, riposizionamento, ecc.) (1
settimana di lavoro ogni 2 mesi)
- manutenzione carroponte (motore, ferodi freni) (settimanale)
- manutenzione muletti (avvolgimento marmitte con fasce di amianto, manutenzione ferodi,
ecc.) (settimanale)
- partecipazione bonifica ceste (8 ore 1 volta ogni mese o due)
- impiego getto aria compressa per pulizia vestiti (1 minuto 20/30 volte al giorno)
168. La Consulenza Tecnica d’Ufficio come mezzo di prova per la sussistenza
dell’esposizione qualificata all’amianto: metodologia d’indagine
e criteri di accertamento
Ing. Giuseppe Infusini
169. OSSERVATORIO NAZIONALE AMIANTO
Presidenza Nazionale
Seconda Conferenza Internazionale
”Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza”
Regione Lazio – Sala Tirreno 21 Marzo 2014
LA CONSULENZA TECNICA D'UFFICIO COME MEZZO DI PROVA PER LA
SUSSISTENZA DELL'ESPOSIZIONE QUALIFICATA ALL'AMIANTO:
METODOLOGIA D'INDAGINE E CRITERI DI ACCERTAMENTO
(Ing. Giuseppe Infusini)
170. I BENEFICI PREVIDENZIALI DEI LAVORATORI ESPOSTI
In questi ultimi anni si registra un aumento del numero di
cause intentate dai lavoratori nei confronti dell'INPS per la
mancata concessione dei benefici previdenziali di cui
all’art. 13, comma 8, della L. 257/1992, per ex-esposti ad
amianto. In ciò ha contribuito la richiesta di parità di
trattamento con lavoratori di vari aziende che, per simili
mansioni ed analogia di lavorazioni, avevano già ottenuto i
benefici previdenziali a seguito di atti di indirizzo del Ministero
del Lavoro emanati nel corso degli anno 2000 e 2001 (per
es. atto Guerrini del 08.03.2001-Centrali termoelettriche,
reparto manutenzione). Di conseguenza numerose sono le
Consulenze Tecniche affidate ai Professionisti (tecnici, medici
del lavoro, medici legali) al fine di accertare la sussistenza
dei presupposti di legge per il riconoscimento dei
benefici previdenziali a questi lavoratori.
171. I PRESUPPOSTI DI LEGGE PER IL RICONOSCIMENTO
DEI BENEFICI PREVIDENZIALI
L’ESPOSIZIONE DEVE ESSERE QUALIFICATA
Ai sensi dell’art. 2 del Decreto Interministeriale del 27.10.2004 attuativo dell’art. 47 del D.L
269/2003 (Determinazione del beneficio pensionistico e criteri di accertamento),
l’esposizione si ritiene “QUALIFICATA” nel caso in cui il lavoratore sia stato occupato, per
un periodo non inferiore a 10 anni, in attività lavorative comportanti esposizione
all'amianto, in concentrazione media annua non inferiore a 100 fibre/litro (0,1 f/cm3) come
valore medio su otto ore al giorno.
Nel suddetto periodo dovranno essere computate le pause "fisiologiche" di attività (riposi,
ferie, festività) che rientrano nella normale evoluzione del rapporto di lavoro.
DUNQUE SONO DUE GLI ELEMENTI CHE QUALIFICANO L’ESPOSIZIONE:
L’ULTRADECENNALITA’ E LA CONCENTRAZIONE
LA NORMA VARIATA (Ex art. 13, c. 8, L. 257/92)
Per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo superiore a dieci anni,
l'intero periodo lavorativo soggetto all'assicurazione obbligatoria contro le malattie
professionali derivanti dall'esposizione all'amianto, gestita dall'INAIL, è moltiplicato, ai fini
delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente di 1,25.
(comma prima sostituito dall’art. 1, c. 1, del DL 5 giugno 1993, n°169; poi così modificato dal c. 1 dell’art. 47 del DL 30 settembre
2003, n°269, convertito nella L. 24 novembre 2003, n°326. DM 27.10.2004 di attuazione dell’art. 47 del DL 269/2003)
A norma dell’art. 1, comma 20, della L. 24.12.2007, n°247, il periodo di
attività lavorativa svolta con esposizione all'amianto deve essere
considerato fino all'avvio dell'azione di bonifica e, comunque, non oltre il 2
ottobre 2003. (ALTRO LIMITE PER LA CTU)
172. IL TERMINE PER LE DOMANDE
Art. 1- D. Interministeriale 27.10.2004
(attuativo del D.L. 30 settembre 2003, n°269)
Ai lavoratori che sono stati esposti all'amianto per periodi
lavorativi soggetti all'assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro e le malattie professionali, gestita dall'INAIL,
che abbiano già maturato, alla data del 2 ottobre 2003, il diritto
al conseguimento dei benefici previdenziali di cui all'art. 13,
comma 8, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive
modificazioni, si applica la disciplina previgente alla
medesima data, fermo restando, qualora non abbiano già
provveduto, l'obbligo di presentazione della domanda di cui
all'art. 3 entro il termine di 180 giorni, a pena di decadenza,
dalla data di entrata in vigore del presente decreto (termine
scaduto il 15.06.2005, definitivamente stabilito dalla L.
24.12.2007, n°247).
N.B.: non approvato l’emendamento per la riapertura dei termini
173. LE DIFFICOLTA’ DEL CTU
Lo schema istruttorio della Consulenza è condizionato
dall’arduo compito assegnato al CTU il quale, a notevole
distanza di tempo, con riferimento alle singole collocazioni
lavorative (reparti, periodi) deve accertare la sussistenza di una
esposizione “qualificata” all’amianto, ovvero un’esposizione che
comporti il superamento del valore limite previsto dal D.L.
N°269/2003 (SOGLIA DI RISCHIO). Infatti le vertenze si
riferiscono ad aziende nelle quali, proprio a causa delle
disposizioni legislative sulla dismissione e bonifica dell’amianto,
sono mutate, nel tempo, le condizioni produttive, la
frequenza e la durata dell'esposizione dei ricorrenti.
In alcuni casi il ciclo produttivo è mutato ed in altri è proprio
l’azienda che non esiste più.
174. LA SOGLIA DI RISCHIO
La Suprema Corte, con una serie di recenti pronunce, è
pervenuta alla affermazione dei seguenti principi:
a) l’esistenza di una soglia di rischio è elemento
indispensabile per il diritto ai benefici previdenziali sia
per le richieste successive all’entrata in vigore del D.L. n.
269/2003 che per quelle precedenti
(Cass. n° 22422/2006 e Cass. n°15800/2006);
b) per la individuazione di tale soglia occorre sempre un
accertamento tecnico, salvo i casi in cui l’INAIL abbia
rilasciato il c.d. attestato di rischio sulla base degli atti di
indirizzo adottati dal Ministero competente
(Cass. n° 15800/2006);
c) la soglia di rischio è quella del D. Lgs. n. 277/1991
(Cass. n°4913/2001; Cass. n°16118/2005;
Cass. n°15119/2005, Cass. n° 16256/2003,
Cass. n°10185/2002 ed altre);
175. IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI RISCHIO
Per quanto attiene le modalità con cui può essere dimostrata
l’esposizione, più recentemente la Corte Suprema si è
espressa nel senso che “la prova dell’inquinamento
ambientale che grava sul lavoratore deve essere valutata in
termini di ragionevole certezza, nel senso che…….….questa
può essere ravvisata in presenza di un elevato grado di
probabilità, che può essere ritenuto sussistente sulla base
delle valutazioni compiute dal consulente” (v., in motivazione,
Cass. n°27297/2006; Cass. 20 settembre 2007, n°19456 ed
inoltre le precedenti: Cass. 18.11.2004 n°21862, Cass. 1
agosto 2005, n°16119; Cass. 24 settembre 2007, n°19692;
Corte di Appello di Bari, sez. lavoro, sent. del 7 aprile 2008;
Cass. n°9680/2009; Cass. 29 marzo 2011, n°7142 Cass, sez.
lavoro 18 maggio 2012, n. 7962).
QUINDI IL SUPERAMENTO DELLA SOGLIA DI RISCHIO
PUÒ ESSERE ACCERTATO ANCHE ADOTTANDO IL
CRITERIO DELLA RILEVANTE PROBABILITÀ
Tale accertamento di fatto è insindacabile in sede di
legittimità, se congruamente motivato
176. LE MOTIVAZIONI NELLE SENTENZE Cass. 7142/2100 E 7962/2012
L'attribuzione dell'eccezionale beneficio di cui alla Legge 27
marzo 1992, n. 257, articolo 13, comma 8, presuppone
l'assegnazione ultradecennale del lavoratore a mansioni
comportanti un effettivo e personale rischio morbigeno, a causa
della presenza nel luogo di lavoro, di una concentrazione di fibre
di amianto superiore ai valori limite indicati nel Decreto
Legislativo n. 277 del 1991 e s.m.i.; al fine del riconoscimento
di tale beneficio, non è necessario che il lavoratore fornisca
la prova atta a quantificare con esattezza la frequenza e la
durata dell'esposizione, potendo ritenersi sufficiente,
qualora ciò non sia possibile, avuto riguardo al tempo
trascorso e al mutamento delle condizioni di lavoro, che si
accerti, anche a mezzo di consulenza tecnica, la rilevante
probabilità di esposizione del lavoratore al rischio
morbigeno, attraverso un giudizio di pericolosità
dell'ambiente di lavoro, con un margine di approssimazione
di ampiezza tale da indicare la presenza di un rilevante
grado di probabilità di superamento della soglia massima di
tollerabilità (così anche in Cass n°16119/2005 e 27297/2006).
177. LA SVOLTA DELLA GIURISPRUDENZA
Con le citate sentenze, di fatto, assistiamo ad un mitigazione
del rigore della prova sulla frequenza e durata dell’esposizione
LA “RAGIONEVOLE VEROSIMIGLIANZA” DEL DM 27.10.2004
La soluzione delle sentenze di Cass. 7142/2011 e 7962/2012,
è conforme anche al contenuto del D.M. 27.10.2004 di
attuazione dell’art. 47 D.L. 30.09.03 n. 269 (conv. nella L.
24.11.03 n. 326) ove si stabilisce che l’INAIL, cui è demandato
il compito di accertare la sussistenza e la durata
dell’esposizione all’amianto, “si avvale dei dati delle indagini
mirate di igiene industriale, di quelli della letteratura
scientifica, delle informazioni tecniche, ricavabili da
situazioni di lavoro con caratteristiche analoghe, nonché
di ogni altra documentazione e conoscenza utile a
formulare un giudizio sull’esposizione all’amianto fondato
su criteri di ragionevole verosimiglianza” (art. 3, comma 7,
del decreto)
178. LA DIVERSA INTERPRETAZIONE DELLA SENTENZA N°5/2000
Nessun richiamo al superamento di “valori di soglia”, secondo tali giuristi,
sancisce la decisione n°5/2000 della Corte Cost. che afferma “il concetto di
esposizione ultradecennale, coniugando l’elemento temporale con quello di
attività lavorativa soggetta al richiamato sistema di tutela previdenziale (art. 1 e 3
DPR n°1124 del 1965), viene ad implicare, necessariamente, quello di rischio,
e, più precisamente di rischio morbigeno rispetto alle patologie, quali esse
siano, che l’amianto è capace di generare per la presenza nell’ambiente di
lavoro “
Questa interpretazione è stata adottata in diverse sentenze (prima, è
bene precisare, della L. n° 269/2003) delle quali la più rappresentativa è
quella del Tribunale di Ravenna del 13 aprile 2001 il cui estensore si è
espresso nel senso che: “In base alla L. n. 257/1992, secondo l'interpretazione
della Corte costituzionale resa con la sentenza 12 gennaio 2000, n° 5, i
benefici per l'esposizione all'amianto non sono limitati a chi era soggetto al
premio per l'asbestosi, né solamente a chi ha perso il posto nel settore amianto,
ma sono dovuti a tutti i lavoratori esposti per oltre dieci anni all'amianto - in
funzione compensativa/risarcitoria - senza che sia necessario raggiungere
una soglia di esposizione.
Successivamente, però, la sentenza n° 4913/2001 (e successive) della Corte
di Cassazione ha introdotto, il requisito della "soglia rischio", cioè del parametro
"quantitativo" da superare affinché venga riconosciuta l’effettiva esposizione
diretta o ambientale all'amianto da parte del lavoratore.
179. VALORI LIMITE CONTRASTANTI
LE NORME:
0,1 fibre/cm3 (100 fibre/litro) – secondo art. 254 D. Lvo 81/2008
2 fibre/litro – D.M. 6.9.94 (Normative e metodologie
tecniche di applicazione dell’art. 6 e 12 della L. 257/92)
punto 2c e 6b - criteri per la certificazione della
restituibilità)
Valori superiori a tale concentrazione possono essere indicativi di
una situazione di inquinamento in atto
LA SCIENZA MEDICA NON STABILISCE UN LIMITE AL DI
SOTTO DEL QUALE SI E’ CERTI DI NON POTER CONTRARRE
ALCUNA MALATTIA COLLEGATA CON LA PRESENZA DI
AMIANTO
180. IL QUESITO POSTO AL CTU
Accerti il C.T.U., avvalendosi di tutta la documentazione necessaria,
comprese eventuali altre C.T.U. espletate in giudizi analoghi e
relativi allegati, nonché quelle esistenti presso l’I.N.A.I.L.:
1) la sussistenza dell’esposizione al rischio amianto del ricorrente,
nei termini e nelle modalità previste dall’art. 13 c. 8 della L. 257/92,
accertando se nelle lavorazioni erano impiegati materiali o
semilavorati contenenti amianto;
2) se le macchine utilizzate prevedevano componenti, parti o
materiali d’uso in amianto;
3) se, comunque, negli ambienti lavorativi dove ha prestato l’attività
il ricorrente vi era presenza di fibre di amianto;
4) la durata dell’eventuale esposizione con l’indicazione della
concentrazione della quantità di fibre/litro, anche in rapporto alla
specificità delle mansioni effettivamente svolte, alla consistenza
delle materie prime utilizzate, all’amianto effettivamente riscontrato
negli ambienti di lavoro, alla durata e modalità di esposizione così
come specificato nel D. L.vo 277/91 e, per i giudizi iniziati con
ricorso depositato dopo il 02.10.2003, con il coefficiente di cui
all’art. 47 del D.L. 269/2003”.
181. LO SCHEMA ISTRUTTORIO DELLA CONSULENZA
CRONOLOGIA DELLE INDAGINI
1 - ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI DI CAUSA
2 - ANAMNESI LAVORATIVA
3/A– ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI (dal datore di lavoro)
3/B – ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI (dall’A.S.P. – dipartimento prevenzione)
4 - IL SOPRALLUOGO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
5/A – LA RICERCA DI LETTERATURA
(ricerca dei valori delle concentrazioni di amianto di specifiche lavorazioni)
5/B – LA RICERCA DI LETTERATURA
(casistica giuridisprudenziale: le conclusioni di sentenze di settore)
6 - LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INDAGINI
182. 1 - ESAME DELLA DOCUMENTAZIONE AGLI ATTI DI CAUSA
Prima di ogni altra attività il Consulente deve esaminare e vagliare
attentamente la documentazione agli atti di causa (tuttavia spesso
carente). In particolare egli dovrà tenere conto:
-delle prove testimoniali presenti nei verbali di causa
-delle motivazioni esposte nell’atto di ricorso al Giudice del lavoro
-del libretto di lavoro (sono indicati: qualifica, periodi di impiego e
aziende presso le quali il lavoratore ha svolto la sua attività)
-eventuali pareri espressi dalla CON.T.A.R.P. – INAIL
(Consulenza Tecnica Accertamento Rischi Professionali Protezione e Prevenzione)
-di eventuale CTP allegata agli atti di causa
TUTTE QUESTE INFORMAZIONI , EVIDENTEMENTE, ANDRANNO
CONFRONTATE CON GLI ESITI DEGLI ALTRI SUCCESSIVI
ACCERTAMENTI.
183. 2 - ANAMNESI LAVORATIVA (tipologia: documentale)
Interessa l’ambiente in cui ha lavorato il ricorrente (da confrontare con gli esiti del sopralluogo)
Il CTU dovrà acquisire dall’Azienda tutta la documentazione tecnica relativa agli ambienti di lavoro ed al ciclo
produttivo.
Questa indagine dovrà essere condotta con meticolosità, stante la sua fondamentale importanza
ai fini della ricostruzione dei periodi di esposizione. Essa dovrà accertare:
-la mansione, il tipo di attività svolta, il reparto di appartenenza ed i rispettivi periodi di impiego;
-l’esistenza di eventuali ordini di lavoro, report di giornata, ecc.;
-numero di lavoratori presenti nello specifico reparto;
-l’utilizzo di eventuali dispositivi di protezione;
In riferimento al ciclo produttivo, il CTU dovrà conoscenza dettagliata delle attività lavorative che comporta il
ciclo produttivo ed acquisire (a secondo dell’azienda):
-lo schema di funzionamento di macchine ed apparecchiature, i relativi collegamenti elettromeccanici e delle
tubazioni;
-le caratteristiche termodinamiche di eventuali cicli termici;
-i parametri di esercizio degli impianti (T, P), di scambiatori di calore, turbine, ecc..
-i disegni rappresentativi dei corpi di fabbrica che ospitano l’attività quali: planimetrie, piante, sezioni al fine di
valutare la superficie e volumetria degli ambienti, la presenza di aperture (porte, finestre), la presenza di
eventuali dispositivi di aspirazione.
LO SCOPO E’ QUELLO DI TENER CONTO DELLE MANSIONI SPECIFICHE SVOLTE DAL LAVORATORE
NEL CORSO DELLA SUA ATTIVITA’ LAVORATIVA, SE SIA VENUTO A CONTATTO CON COMPONENTI
DI IMPIANTO CONTENENTI AMIANTO (esposizione diretta) E STABILIRE IL LIVELLO DI
CONTAMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO (esposizione indoor)
184. 3/A– ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI
DAL DATORE DI LAVORO
E’ il terzo passo importante prima di procedere al sopralluogo degli ambienti di lavoro (laddove
ancora esistenti) e pervenire ad alla ricostruzione più attendibile delle fonti di esposizione
all’amianto ed alla probabile entità dell’esposizione a cui potrebbe essere stato esposto il
lavoratore nello svolgimento delle sue mansioni. Il CTU dovrà acquisire dal datore di lavoro:
a) Il curriculum del lavoratore, riportante la tipologia delle attività svolte nel corso del rapporto
d’impiego, le mansioni ed i reparti di appartenenza, eventuale formazione/informazione;
b) la mappatura dell’amianto, riportata sia graficamente che su schede, in ottemperanza al DM
06.09.1994, a cui il datore di lavoro doveva ottemperare, anche nelle aziende in cui l’amianto non
era utilizzato come materia prima, ma comunque era presente nel ciclo produttivo (per es.
centrali termoelettriche, cementifici, comparto siderurgico, ecc..); si tratta delle schede
Informative per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di materiali
contenenti amianto presenti nell’opificio;
c) eventuali monitoraggi ambientali
d) Piani di Lavoro per la rimozione di MAC;
e) certificazioni sulla restitutibilità;
f) relazioni annuali utilizzo e/o smaltimento e/o bonifica amianto (Legge 257/92 art. 9) che in
prima applicazione dovevano riferirsi anche alle attività svolte nell’ultimo quinquennio (a cura
delle aziende) che riportano: attività svolta, procedimenti applicati, tipi e quantitativi di rifiuti
smaltiti, esposizione ad amianto degli addetti, caratteristiche dei prodotti contenenti amianto,
ecc..);
g) eventuali relazioni di sopralluogo da parte del Dipartimento Prevenzione delle ASP (prima
U.S.L. anche in applicazione della Circ. Min. San. n°45 del 10.07.1986 – Piano di interventi e
misure tecniche per la individuazione ed eliminazione del rischio connesso all’impiego di
materiali contenenti amianto in edifici scolastici ed ospedalieri pubblici e privati);
h) eventuali dichiarazioni rilasciate dal RSPP.
185. 3/B – ACQUISIZIONI DI DOCUMENTI
DALL’A.S.P. – DIPARTIMENTO PREVENZIONE
E’ di fondamentale importanza che il CTU acquisisca (facendosi autorizzare dal Giudice) dagli
archivi ASP tutta la documentazione inerente interventi di coibentazione/scoibentazione e
bonifiche di ambienti, macchine, strutture, ecc.. A partire dall’entrata in vigore del D. Lvo
277/91 infatti, per ogni intervento del genere era necessario trasmettere il Piano di Lavoro (art.
34) per la sua approvazione.
Nel Piano di Lavoro l’impresa specializzata ed incaricata della bonifica doveva indicare
necessariamente:
-la descrizione delle aree / impianti da bonificare con allegate disegni rappresentativi della
collocazione del MAC;
-la tipologia, stato di conservazione, e la presunta quantità del materia da rimuovere;
-l’allestimento del cantiere, i confinamenti, le attività di bonifica, le procedure di accesso e di
uscita, il monitoraggio ambientale, le attività di smaltimento (insacco ed allontanamento dei
rifiuti), ecc..
Inoltre, alla fine degli interventi l’ASP, provvedeva ad accertare la restituibilità degli ambienti in
sicurezza, previo determinazione della concentrazione delle fibre aerodisperse con l’uso della
microscopia elettronica a scansione ( punto 6/b del DM 6.9.94 – limite max 2 f/l).
Utilissimi, inoltre sono:
-le prescrizioni disposte dall’ASP sui Piani di Lavoro trasmessi;
-i verbali di sopralluogo degli ispettori ASP;
- le foto allegate ai sopralluoghi.
186. 4 - IL SOPRALLUOGO NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Questa attività del CTU rappresenta l’altra fondamentale indagine che, unitamente
alle precedenti gli consentono di poter assolvere al suo mandato.
In sede di sopralluogo potrà essere possibile verificare:
-la presenza o meno (ancora) di amianto;
-contestualizzare le informazioni documentali già vagliate;
-identificare gli ambienti di lavoro interessati alla causa anche se dovessero essere
stati sottoposti a bonifica (nella gran parte dei casi gli ambienti sono stati già
bonificati);
-identificare macchinari, attrezzature, valvole tubi, caldaie, ecc.. ove era presente
l’amianto.
Bisogna considerare che in diversi comparti produttivi (produzione energia elettrica,
industrie siderurgiche e meccaniche, industrie chimiche, cantieristica navale, rotabili
ferroviari, ecc..) l’amianto è stato ampiamente utilizzato nel passato per la
coibentazione e l’isolamento termico di apparecchiature o parti di esse, sotto forma di
impasto cemento-amianto (valvole, tubi, caldaie, ecc.) od anche amianto a spruzzo.
Per tale motivo cospicue esposizioni hanno riguardato talune figure professionali
particolarmente esposte come ad esempio i manutentori, i meccanici, gli elettricisti, i
saldatori, i muratori, ecc. che, per le loro mansioni, venivano a contato diretto con
l’amianto, oltre che a quelle che risultavano esposte, indirettamente, nello
svolgimento di altre mansioni nello stesso ambiente di lavoro.
187. 5/A – LA RICERCA DI LETTERATURA
(ricerca dei valori delle concentrazioni di amianto di specifiche lavorazioni)
In molti casi, in assenza della documentazione di cui si è già argomentato e delle indagini
ambientali, è possibile ricostruire le caratteristiche e l’entità dell’esposizione del lavoratore
attraverso i dati di letteratura di settore, riguardante dati sui livelli di esposizione personale di la
lavoratori impiegati in vari comparti produttivi.
I più noti sono quelli pubblicati da Verdel, Ripanucci e Ballarà – CON.T.A.R.P. INAIL (Mappa
storica dell’esposizione all’amianto nell’industria italiana; Valutazione dell’esposizione all’amianto
ai fini dei benefici previdenziali) sulla Rivista degli Infortuni e delle Malattie Professionali.
Verdel e Ripanucci, in particolare, propongono ed applicano, per il calcolo della concentrazione
media di fibre di amianto, un criterio (di cui si parlerà successivamente) messo a punto in
Germania dall' Hauptferband der Berufgenossenschaften nel 1993, con proprie istruzioni ad uso
interno degli istituti assicuratori tedeschi, concernenti indirizzi relativi alla determinazione della
dose cumulativa di fibre d'amianto nei luoghi di lavoro. A seguito dell’uso di questo criterio
(contenuto nelle Linee Guida di condotta nelle CT INAIL), nel corso del tempo l’INAIL, si è dotata
di una banca dati che raccoglie i dati sulle concentrazioni di fibre d’amianto negli ambienti di
lavoro, ricorrendo sia alla vasta casistica tedesca, che alla pubblicistica ed alla sperimentazione
internazionale e nazionale (Software DatAmiant elaborato dall’ing. Stefano Casini – INAIL)).
Adottando tale criterio/formula si perviene al valore dell’esposizione media su base annuale
per ciascuna lavorazione interessata, sulla base delle ore (o frazioni) d’occupazione giornalmente
trascorse in presenza di una specifica concentrazione dell’inquinante.
Per potere calcolare l’esposizione su base annuale, è necessario conoscere tre fondamentali
parametri: la concentrazione dell’inquinante alla quale il lavoratore è stato puntualmente
esposto nel corso di quella determinata attività lavorativa (dato che può essere
estrapolato dalla banca dati), la durata di detta operazione e la frequenza (espressa in
giorni / anno) di detta operazione.
La formula è legata a lavorazioni comportanti la manipolazione diretta di materiale contenente
amianto.
188. 5/B – LA RICERCA DI LETTERATURA
(casistica giuridisprudenziale: le conclusioni di sentenze di settore)
Assolutamente utile, da ricercare ed esaminare attentamente, sono le sentenze
(Tribunali, Corti di Appello e Cassazione) che hanno trattato cause per il
riconoscimento dell’esposizione qualificata all’amianto di lavoratori che hanno svolto
identiche o simili attività lavorative rispetto a quella del ricorrente. Ancor di più è utile
reperire quelle sentenze che hanno riguardato anche le stesse tipologie di aziende
(per es. produzione energia elettrica)
Generalmente queste sentenze sono molto articolate e definiscono:
-l’esposizione diretta ed indiretta (bystander)
-le attività lavorative connesse con le mansioni del ricorrente
-le modalità con cui il CTU è giunto alle sue determinazioni
-l’entità (a volte non numericamente quantificata), della contaminazione ambientale,
espressa in maniera qualitativa (massiccia/rilevante)
In alcune di esse si rileva che il Giudici sono pervenuti a riconoscere l’esposizione
qualificata all’amianto senza la necessità di disporre l’accertamento tecnico.
(per es.in casi di similarità con mansioni contenute in atti di indirizzo ministeriale)
Le sentenze, dunque, possono contenere elementi utili allo svolgimento della
Consulenza sia in ordine agli ambienti di lavoro che alle mansioni svolte dal
ricorrente, ove si tratti di esposizioni accertate in aziende simili, il cui ciclo
produttivo, ambienti di lavoro e mansioni svolte dai lavoratori, presentavano
caratteristiche analoghe a quelle oggetto di CTU.
189. 6 - LA RAZIONALIZZAZIONE DELLE INDAGINI ESPLETATE
Raccogliendo e razionalizzando le risultanze
documentali, gli esiti dei sopralluoghi, le ricerche
di letteratura e tutte le altre informazioni a
disposizione, sulla base delle proprie cognizioni
tecniche, il CTU può riuscire nel suo “arduo”
compito nella maniera più scientifica, con alto
grado di probabilità senza far richiamo alla sua
“coscienza”, o applicare “artifici matematici” del tutto
arbitrari (per esempio inappropriato uso della formula
“Tedesca”, applicazioni di coeff. riduttivi)
190. ESPOSIZIONE DIRETTA ED ESPOSIZIONE AMBIENTALE ALL’AMIANTO
Nella valutazione dell’esposizione all’amianto di un lavoratore bisogna considerare
l’azione dei due seguenti contributi:
a) quello derivante da attività che lo portano ad avere un contatto diretto con l’amianto;
b) quello derivante dalla contaminazione ambientale
L’esposizione totale si ottiene, quindi, dalla somma dell’esposizione personale e di quella
ambientale secondo la seguente formula:
Etot = ΣiEi + Eamb in cui:
ΣiEi è la sommatoria dei singoli contributi di esposizione individuale derivanti dalle
diverse tipologie di attività che comportano il contatto diretto (o manipolazione)
con materiali contenenti amianto
Eamb in rappresenta il contributo derivante dall’esposizione ambientale
QUINDI SI DEVE TENER CONTO DEL RISCHIO ESPOSIZIONE SIA IN DIPENDENZA
DELLE MANSIONI SPECIFICHE DEL LAVORATORE CHE DEL CONTESTO AMBIENTALE
IN CUI LO STESSO HA SVOLTO LE PROPRIE ATTIVITA’ LAVORATIVE
191. ESPOSIZIONE DIRETTA ED INDIRETTA
L’esposizione si definisce diretta (o personale) quando si accerta
che essa è conseguenza delle specifiche mansioni svolte dal lavoratore
(manipolazione e/o contatto con materiali contenente amianto);
L’esposizione si definisce (invece) indiretta (o ambientale) quando
si accerta che il lavoratore, pur non venendo a contatto con materiali
contenenti amianto, ha svolto le sue mansioni in locali o ambienti
ove l’amianto è stato utilizzato in maniera massiccia nelle
componenti impiantistiche (coibentazioni di apparecchiature varie,
tubazioni, ecc..), determinando una contaminazione ril evante e
diffusa di fibre di amianto, costante degli ambienti di lavoro.
L’esposizione definita “indiretta”, che ricorre in alcune sentenze di settore, non è altro che
una forma particolare dell’esposizione ambientale . Infatti il lavoratore che, pur svolgendo mansioni
che non lo pongono in contatto con materiali contenenti amianto, si trova a svolgere il suo lavoro
vicino alla fonte d’inquinamento (per es. da attività di altri addetti su freni e frizioni) può risultare
esposto “indirettamente” in virtù della sua posizione nell’ambiente di lavoro contaminato da amianto
(posizione definita di bystander). Si confronti, all’uopo, la sentenza della Corte d’Appello di Bari del
03.03.2008 (riportata in parag. 7.3.1.2. lett. a) che ha riconosciuto l’esposizione qualificata ad un
lavoratore che svolgeva le mansioni di “disegnatore progettista” all’interno di un’officina dove venivano
ridotti i ferodi.
192. METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO
A) Esposizione diretta
In pratica la procedura di calcolo utilizzata dalle sezioni tecniche regionali dell’I.N.A.I.L. (CON.T.A.R.P.)
consiste nell’applicazione della seguente formula (criterio Tedesco):
F x t x g
E = −−−−−−−−−− dove:
1920
E = concentrazione media giornaliera di fibre d’amianto alla quale il lavoratore è stato esposto durante l’anno, in
fibre/cm3 (non meno di 10 anni per poter accedere ai benefici previdenziali)
F = concentrazione fibre di amianto nell’ambiente, in fibre/ cm3
t = ore lavorate giornalmente: per esposizioni giornaliere di pochi minuti, t va posto pari ad 1 ora; per
esposizioni di pochi minuti non giornaliere, saltuarie nel corso della settimana, t va posto pari ad 0.5 ore
g = giorni effettivi nel corso dell'anno in cui si è lavorato in presenza della concentrazione di fibre F
1920 = ore lavorative annue convenzionali (8 ore per 240 giorni, equivalente a 48 settimane lavorative all’anno)
Si devono considerare i tempi effettivi di servizio, escludendo i periodi di astensione dal lavoro
L’applicazione della citata formula per il calcolo dell’esposizione trova ragionevole consenso allorquando sia
noto il fattore “t”, ricavato sulla base di notizie certe e documentate (frequenza e durata degli interventi);
in assenza di tali dati, a parere del sottoscritto, il suo utilizzo è del tutto arbitrario ed ingiustificato. Infatti
qualora tale formula utilizzi dati del tutto presuntivi, l’esposizione che ne deriva non può avere alcun valore
scientifico.
MOLTI CTU USANO IMPROPRIAMENTE LA SUDDETTA FORMULA
193. METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO
A) Esposizione diretta (per diverse attività lavorative)
(formula di G. Massacci, P.L. Cocco, C. Manca, G. Avataneo, G. Gigli, G. Usala)
E’ la riscrizione della formula adottata da Verdel-Ripanucci (1966) che raccoglie
le variazioni succedutesi nel corso della storia lavorativa individuale:
E = [ ΣTiFi x (Te/T0)]/([ Σ Ti)
dove:
E= concentrazione media giornaliera delle fibre cui il lavoratore è stato esposto nel corso di una
carriera lavorativa
Fi = concentrazione delle fibre nell'ambiente nell'iesimo periodo di lavoro, rilevabile da stime
elaborate sulle misurazioni disponibili, sulla base di simulazione di condizioni di lavoro non
più esistenti, o, in loro sostituzione, approssimabile in maniera critica a partire da dati
pubblicati (Verdel e Ripanucci, 1996) o reperibili nella banca dati Amyant dell'INAIL;
Ti = durata dell’iesimo periodo di lavoro;
Te = durata dell'esposizione riferita ad un anno;
T0 = durata standard dell'attività lavorativa nel corso di un anno, corrispondente ad 8 ore al
giorno per 240 giorni all'anno, equivalente a 48 settimane lavorative all'anno o a circa 11
mesi all'anno.
194. METODOLOGIA DI ACCERTAMENTO DELL’ESPOSIZIONE INDIRETTA O AMBIENTALE
(tipologia più frequenta e complessa oggetto di approfondimento nel presente lavoro)
B) Esposizione indiretta o ambientale
Alla valutazione di questo tipo di esposizione (come prima definita), in assenza di
indagini scientifiche e in conseguenza della trasformazione subite dagli ambienti di
lavoro, si può pervenire (in maniera presuntiva) attraverso un attento e scrupoloso
esame di tutti gli elementi oggettivi e certi, tali da costituire una molteplicità di
indici presuntivi che, se concordanti tra loro, possono portare a ritenere, sebbene
in via presuntiva, ma comunque con ragionevole certezza e con alto grado di
probabilità , l’esistenza (o non) dell’esposizione qualificata al rischio amianto negli
ambienti di lavoro.
Tali indici attengono a dati, prove e circostanze che, contestualizzate con lo stato
dei luoghi, consentono di definire l’entità della contaminazione ambientale da
amianto (diffusa e massiccia/rilevante, pericolosità dell’ambiente).
Tale metodologia è specificatamente applicabile per
esposizione indoor e per materiali costituiti da amianto di tipo
friabile