2. Le fasi di sviluppo del progetto
L’arrivo del contadino Paolo
Visita all’Archivio Storico di Leno
Alla Cascina Costa
Alla Cascina Breda D’Alè
Il Museo Contadino
Conclusioni
Sulla via delle CascineSulla via delle Cascine 2/18
3. Il contadino Paolo racconta …….
Sulla via delle Cascine 3/18
… mi sono perso per Leno. Sto cercando la cascina di un amico. Mi aiutate a trovarla?
L’arrivo del contadino Paolo
4. Visita all’Archivio Storico di Leno
Sulla via delle Cascine 4/18
Il Leone, simbolo del Comune di Leno posto all’ingresso
del palazzo municipale.
5. Sulla via delle Cascine 5/18
Visita all’Archivio Storico di Leno
L’Archivista spiega ai bambini
la mappa del territorio di Leno
6. Visita all’Archivio Storico di Leno
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La Sala consiliare sede di una parte dell’Archivio
7. Visita all’Archivio Storico di Leno
Sulla via delle Cascine 7/18
I Delfini all’opera. Riproduzione del Leone con pasta di sale
8. Alla Cascina Costa
Sulla via delle Cascine
8/18
Consultate le mappe
di Leno, i bambini hanno
individuato il percorso
per raggiungere la
Cascina Costa.
Eccoli in viaggio.
9. Sulla via delle Cascine
9/18
Alla Cascina Costa
Trovata la cascina, i bambini scrivono una lettera al contadino Paolo
10. Alla Cascina Breda D’Alè
Sulla via delle Cascine 10/18
.
Paolo risponde invitandoli a visitare un’altra cascina
dove potranno vedere mucche e vitellini
11. Sulla via delle Cascine 11/18
Alla Cascina Breda D’Alè
I bambini si avviano alle stalle
12. Sulla via delle Cascine
12/18
Alla Cascina Breda D’Alè
Le mucche in attesa di partorire
un vitellino di tre giorni
13. Sulla via delle Cascine 13/18
Il
Alla Cascina Breda D’Alè
Cosa mangiano le mucche?
L’ora del pasto
14. Il Museo contadino
Sulla via delle Cascine 14/18
Il Museo Contadino
è a Leno in Via Cotichetta
Il mulino azionato ad acqua
15. Sulla via delle Cascine 15/18
Il Museo contadino
I vecchi trattori
Attrezzature per il traino
dei carri con cavalli
16. Il ritorno a scuola
Sulla via delle Cascine 16/18
Conclusa la visita si rientra a scuola
17. i bambini:
- sono stati i protagonisti dell’intero percorso;
- hanno iniziato a stabilire un legame con il loro territorio;
- hanno scoperto come l’uomo si è organizzato nel corso del tempo;
- si sono avviati alla valorizzazione della cultura del nostro territorio.
Sulla via delle Cascine 17/18
Conclusioni
18. I bambini e le insegnanti
ringraziano per la
vostra attenzione
Sulla via delle Cascine 18/18
Notes de l'éditeur
Le specialità oggetto di questo studio sono prodotti come il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Pecorino Toscano, il Gorgonzola, oppure prodotti a base di carne come il Prosciutto di Parma, il Prosciutto di San Daniele DOP o il Prosciutto di Norcia IGP, oli di oliva prodotti in determinate zone d’Italia come l’olio Umbria DOP, olio del Garda, olio di Bari, olio Toscano o ortofrutticoli e cereali come le lenticchie di Castelluccio di Norcia IGP solo per citare alcune delle tante produzioni tipiche italiane.
Per proteggere la tipicità di alcuni prodotti alimentari, l'Unione Europea ha varato una precisa normativa, stabilendo due livelli di riconoscimento: DOP e IGP, tramite i quali intende proteggere i nomi dei prodotti e la loro tipicità dalle imitazioni e dagli abusi, sostenere le diverse produzioni e aiutare i consumatori nella scelta dei prodotti alimentari, fornendo informazioni e garanzie relativamente alle caratteristiche degli stessi. I regolamenti sono il 509 ed il 510 del 2006 Questi regolamenti servono anche come azione comune in sede WTO contro le contraffazioni.
La sigla DOP designa un prodotto originario di una regione e di un paese, le cui qualità e caratteristiche siano essenziamente o sclusivamente dovute all’ambiente geografico, in quesdto temine devono essere compresi anche i fattori naturali ed umani. Tutta la produzione e l’elaborazione del prodotto deve avvenire nel’area delimitata, nel rispetto di una ben definita ricetta tradizionale. La sigla IGP introduce un nuovo livello di tutela qualitativa che tiene conto dello sviluppo industriale del settore, dando più peso alle tecniche di produzione rispetto al vincolo territoriale. Almeno una fase fra produzione, trasformazione, elaborazione deve avvenire nell’area delimitata. I due marchi costituiscono una tutela per i produttori nei confronti di eventuali imitazioni e concorrenza sleale
I riconoscimenti comunitari costituiscono una valida garanzia per il consumatore che sa così di acquistare alimenti di qualità, che devono rispondere a determinati requisiti e sono prodotti nel rispetto di precisi disciplinari. Il rispetto è assicurato da specifici organismi di controllo, autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali
I dati sono riferiti ad Ottobre 2008 In Europa ono state registrate 819 specialità, 565 di queste sono detenute dai primi quattro paesi appartenenti al bacino del mediterraneo e rappresentano il 70% dell’intera produzione L’Italia annovera 173 specialità cio il 21%, della produzione comunitaria Questi numeri dimostrano la grande tradizione tutta italiana nella produzione di prodotti tipici di alto pregio
La suddivisione in Italia
I principali strumenti messi a disposizione del legislatore pere la promozione del territorio e delle tipicitàsono le strade del vino e del gusto. In Italia sono state istituite 36 strade, di queste ben 12 sono nella Regione Calabria, 9 in Emilia Romagna ed 8 in Lombardia. In questa diapositiva abbiamo un esempio ben riuscito di promozione del territorio attraverso la valorizzazione del prodotto. Questa signora ha saputo internazionalizzare la sua attività attraverso il Culatello di Zibello; ha saputo crearsi una fama che va oltre i confini nazionali, è stata presente su riviste internazionali (Giapponesi, statunitensi, tedesche). Annovera fra i sui clienti persone che arrivano da ogni parte del mondo.
Facciamo ora una breve panoramica salumi del bacino del Po Partendo dalla Valle d’Aosta troviamo lo Jambon de Bosses prosciutto di nicchia prodotto in poche migliaia di esemplari e il Lardo d’Arnard lardo senza cotenna Il Piemonte annovera una sola DOP Salame Piemonte In Lombardia vi sono parecchie specialità come Salame di Varzi alimento conosciuto fin dal XII secolo ed alimento ricercato dai Mrchesi Malaspina, la Bresaola Valtellina, salame Brianza, salame Cremona, Salame d’oca di Mortara specialità prodotta con carne magra d’oca e grasso di maiale. La lomellina fin dal medio eo era zona d’allevamento di oche e la necessità di conservarne le carni ha spinto gli allevatori a produrre salami. Emilia-Romagna ed oserei dire più l’Emilia che la Romagna è terra deputata all’allevamento del maiale, in questa regione troviamo la culla di specialità conosciute in tutto il mondo come la Mortadella Bologna, Coppa Piacentina, Culatello di Zibello, il Prosciutto di Parma e lo Zampone di Modena. Di quest’ultima salume, formato da cotenna macinata, carne magra di spalla e spezie ed insaccao nella zampa antereiore del maiale, è curiosa l’origine che risale al 1511 quandomirandola assediata dalle truppe papali data la scarsità di provviste, si inventarono questa gustosissima specialità per consumare anche le parti meno nobili del maiale.
Fra le specialità a base di carne il Prosciutto di Parma è il più famoso, non solo in Italia ma anche all’estero. Su 30 milioni di prosciutti crudi prodotti in Italia, 9.500.000 sono stati marchiati con la corona ducale, la filiera è composta da circa 5.000 allevamenti suinicoli, 128 macelli, 201 trasformatori, 820 milioni di Euro è il fatturato alla produzione. Sono più di 2 milioni di pezzi esportati.
La stagionatura del Prosciutto crudo di Parma avviene in un piccolo e ben definito territorio comprendente il cittadina di Langhirano sui preappennini parmensi dove la sera soffia un vento tiepido e leggero proveniente dalla vicina Liguria, un clima ideale per questo succulento prodotto. 9 sono le fasi di lavorazione della coscia prima che possa essere incoronata con il marchio ducale.
La nascita dei formaggi deriva dalla necessità dell’uomo di conservare gli elementi costituenti il latte quali il grasso e la caseina. A seconda del latte impiegato i formaggi si dividono in vaccini, caprini, pecorini, e bufalini. Nelle regioni del nord ed in Sardegna si concentrano il maggior numero di allevamenti. La metà dei trasformatori si trova in Lombardia, Emilia-Romagna e Valle D’Aosta. All’interno del comparto lattiero caseario due formaggi a pasta dura hanno un’incidenza produttiva superiore al 58% e sono il Grana Padano ed il Parmigiano Reggiano Questi due formaggi hanno una storia millenaria alle spalle, i monaci cistercensi scoprirono come conservare il latte trasformandolo in cacio invecchiato. Sono necessari 16 litri di latte per produrre un kg di Parmigiano. Sono prodotte più di 3 mln di forme di formaggio ed il 18% è destinato all’esportazione. Il parmigiano reggiano ha avuto molti riconoscimenti internazionali, l’ultimo in ordine di tempo è stato conferito alla fine di novembre 2008 dal congresso di gastronomia tenuto a San Sebastian nei Paesi Baschi come “prodotto DOP dell’anno”.