1. CHI DIMENTICA IL PASSATO E'
CONDANNATO A RIVIVERLO
IL FRONTE DI GUERRA ATTRAVERSO' TUTTA
L'ITALIA DALLA SICILIA ALLE ALPI DISTRUGGENDO
CITTA', FABBRICHE, INFRASTRUTTURE, VITE
UMANE
GLI ESERCITI IN LOTTA SI AFFRONTARONO
SULLE PIANURE E SULLE ALTURE DEL NOSTRO
PAESE
IN
UNA
SERIE
DI
BATTAGLIE
VIOLENTISSIME
2. UN CONFLITTO GLOBALE
NEL CONTEMPO, LE FORZE AEREE ALLEATE E GERMANICHE BOMBARDAVANO
PONTI, FERROVIE, STRADE E CITTA' PER INDEBOLIRE L'ESERCITO AVVERSARIO
COLPENDO I CENTRI PRODUTTIVI E LE LINEE DI TRASPORTO E COMUNICAZIONE,
PER INTERROMPERE LA CATENA DEI RIFORNIMENTI ED ISOLARE I NEMICI. NESSUN
VEICOLO MILITARE O CIVILE ERA AL SICURO DAGLI ATTACCHI AEREI.
MILIONI DI CIVILI INERMI FURONO TRAVOLTI DA QUELLO CHE E' STATO DEFINITO IL
PRIMO GRANDE CONFLITTO GLOBALE.
3. GUERRA DI MOVIMENTO
Si tratta di una guerra di movimento, dove le
truppe si spostano velocemente su autocarri e
veicoli corazzati, e dove carriarmati, artiglierie
semoventi e aereoplani hanno un ruolo
preponderante. Le strade, le ferrovie e I ponti
sono risorse e obiettivi strategici molto
importanti,
4. I civili del Valdarno
I valdarnesi, che vivono vicini ad un'arteria
stradale e ferroviaria fondamentale, vengono
intrappolati dai combattimenti ed esposti a
pericoli mortali. Non possono rifugiarsi in
nessun luogo. Le strade sono impegnate dai
trasporti militari, e fatte oggetto di attacchi dal
cielo. I monti vicini sono terreno di scontro tra
bande di partigiani, reparti della wermacht e di
repubblichini che hanno il compito di rendere
sicure le immediate retrovie.
6. I carri tigre germanici erano
enormi ma meno numerosi
7. I protagonisti della
guerra aerea
La superiorità aerea tedesca
iniziale finisce quando entrano
in linea I nuovi caccia alleati, I
P51, I P38 gli Spitfire inglesi, e
soprattutto I bombardieri.
Lockheed_P-38 Lightning USAF
9. I tedeschi non avevano preparato
una forza sufficiente di bombardieri
pesanti
10. I fulminanti successi iniziali dei tedeschi
avevano creato l'illusione di una guerra
breve
11. Il regio esercito, male armato e con pochi
mezzi viene presto travolto, e nel 1943 lo
scontro dall'Africa si trasferisce sul suolo
italiano.
12. L'otto settembre
"L'8 settembre 1943 e' la data di un triplice tradimento: verso i Tedeschi, verso gli Alleati e verso il popolo italiano. La capitolazione dell'Italia con
passaggio al nemico contrattata da Badoglio (perche' questo fu: una capitolazione, non un armistizio) venne portata a termine all'insaputa dei Tedeschi
e alle loro spalle. Senza nemmeno tentare un accordo con loro dopo una guerra combattuta insieme per tre anni; mentendo, agendo di nascosto, con
un Re che fino all'ultimo istante nega all'ambasciatore di Germania, sulla sua parola d'onore, qualsiasi intenzione di arrendersi, mentre si e' gia'
accordato col nemico. Questo, in buon italiano, si chiama tradimento. “ ... "Per poter fuggire e mettersi in salvo a Brindisi, grazie a un probabile
accordo con Kesselring, Badoglio e il Re abbandonarono al suo destino l'Esercito, facendogli pagare il prezzo della loro ignavia e aprendo le porte
della Patria all'invasore tedesco. E anche questo, in buon italiano, si chiama tradimento".”
Silvio Bertoldi, Apocalisse italiana, Rizzoli, Milano 1998
italiana,
13. LO SBARCO A SALERNO
GLI ALLEATI RISALGONO LA PENISOLA LENTAMENTE, IN DUE ANNI
DAL LUGLIO 1943 ALLA PRIMAVERA DEL '45. SBARCANO A SALERNO
NELLA NOTTE TRA L'8 E IL NOVE SETTEMBRE 1943. NELLE STESSE
ORE LE RADIO ALLEATE DIFFONDONO LA NOTIZIA DELL'ARMISTIZIO,
DEGLI ACCORDI DI PACE SEGRETI FIRMATI DAL GOVERNO ITALIANO. I
COMANDI MILITARI ITALIANI SONO PRESI ALLA SPROVVISTA. IL RE E IL
GOVERNO DEVONO LASCIARE ROMA IN FRETTA PER SOTTRARSI AI
TEDESCHI CHE ORA CONTROLLANO COMPLETAMENTE IL PAESE,
FANNO LIBERARE MUSSOLINI DALLA PRIGIONIA ED INSEDIANO UN
GOVERNO COLLABORAZIONISTA CON SCARSI POTERI REALI, LA
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA. IL PAESE RIMARRA' DIVISO IN DUE
PER QUASI DUE ANNI, RSI O REPUBBLICA DI SALO' AL NORD, REGNO
D'ITALIA AL SUD. QUESTA DIVISIONE SI RITROVERA' FINO NELL'ANIMO
E NELLA COSCIENZA DEGLI ITALIANI. I TEDESCHI SI RITIRANO
PROGRESSIVAMENTE DIETRO LINEE DI RESISTENZA FORTIFICATE
PRIMA A CASSINO E POI SUL TRASIMENO.
14.
15. NEL LUGLIO DEL 1944 IL FRONTE
ARRIVA IN VALDARNO
I BOMBARDAMENTI E I MITRAGLIAMENTI A
BASSA QUOTA SI INTENSIFICANO, LE
FAMIGLIE SI TROVANO DIRETTAMENTE
SULLA LINEA DEL FUOCO, VICINE COME
SONO A NODI STRADALI E FERROVIARI DI
GRANDE IMPORTANZA, MENTRE I VILLAGGI
E
LE
CITTADINE
SULLE
COLLINE
CIRCOSTANTI SONO IL TEATRO DI DURI
SCONTRI TRA FORMAZIONI PARTIGIANE E
REPARTI DELLA WERMACHT.
16. Il Fronte in Toscana
Le truppe tedesche si ritirano
progressivamente e lentamente attestandosi
di volta in volta dietro linee difensive
temporanee. La cosiddetta linea del
Trasimeno viene sfondata alla fine di giugno.
L'intero fronte italiano va dalla costa tirrenica
alla costa adriatica. Raggiunto monte San
Savino, gli alleati sperano di prendere le
alture e dominare le strade che portano a
Firenze e Siena. I tedeschi intanto sfruttano
a loro vantaggio il terreno che rende difficile
l'impiego dei carri.
17. L'Avanzata verso
Firenze
Mentre la V Armata si ferma lungo l' Arno tra Firenze e la costa, è l'Ottava Armata
britannica che continua ad avanzare su un fronte di due corpi su un terreno difficile
come quello riscontrato attorno al lago Trasimeno. Il 10° Corpo viene mandato
lungo la statale 71 in direzione Bibbiena mentre il 13° Corpo segue il fiume Arno nel
Valdarno verso Firenze. I due corpi d'armata quindi sono obbligati di nuovo a
separarsi, così come avevano fatto a sud del Lago Trasimeno pochi giorni prima .
Entro la fine di luglio la 4a divisione indiana del 10° Corpo aveva già raggiunto
l'ingresso della valle dell'Arno, e la decima divisione indiana si era assicurata il
controllo della piana di Sansepolcro dove aveva dovuto fare una pausa per
riorganizzarsi al fine di deviare ad ovest verso il Pratomagno. Il 13 Corpo, nel
frattempo, aveva continuato verso Firenze senza pause .
18. Una forza multinazionale
Alle battaglie nel Valdarno presero parte reparti alleati provenienti dai paesi del Commonwealth britannico, in particolare
neozelandesi, sudafricani e canadesi, oltre ad un contingente di Marocchini facenti parte del corpo di spedizione della
Francia libera che furono impiegati nel Chianti e a reparti indiani, che invece combatterono nel Casentino e sul versante
orientale del Pratomagno. In Valdarno la sesta divisione blindata britannica avanzò lungo la setteponti e le pendici
occidentali del Pratomagno, mentre sul versante opposto si trovava la 4a divisione su un fronte stretto che si estendeva
dalle pendici delle colline del Chianti a metà della statale 69. I sudafricani, invece, con I loro blindati, liberarono la strada
per Greve in Chianti..
19. Fonte: http://nzetc.victoria.ac.nz/tm/scholarly/tei-WH2-2Ita-c4-1.html
●
Hitler aveva dato ordine di tenere la linea a sud di Firenze il più a
lungo possibile. Il settore del valdarno era il migliore punto di
passaggio per conquistare Firenze ed era quindi occupato da
alcune delle truppe tedesche migliori.
La forza dei Panzer Corps tedeschi non era conosciuta
inizialmente e I primi elementi del 13° corpo britannico tastarono il
terreno aspettandosi un crollo improvviso del fronte nemico. I
combattimenti però continuarono nel Chianti per qualche giorno.
20. Combattimenti sulla
Sette Ponti
●
Il 16 luglio del '44 il vasto fronte a nord ovest
di Arezzo si mosse velocemente. La 26a
brigada carriarmati catturò intatto Ponte a
Buriano. Quando però il 17 il resto della
divisione tentò di attraversare l'Arno fu
attaccata pesantemente dalla alture tra il
ponte e Castiglion Fibocchi.
21.
22. ●
Gli alleati trovarono un guado coperto dai tiri
tedeschi a poca distanza ma, dopo alcune ore, il
passaggio dei mezzi lo rese inservibile. Gli
angloamericani si sarebbero arrestati se nel
frattempo la sesta divisione blindata sudafricana
non avesse conquistato la sommità delle colline
del Chianti sul versante opposto della valle, da
dove poté dirigere i tiri di artiglieria contro l
postazioni nemiche sopra Castiglion Fibocchi.
23. PONTE A BURIANO
Questo fatto obbligò I tedeschi a riposizionarsi abbastanza lontano da consentire ai britannici di
attraversare l'Arno in forze per impegnare la Sette Ponti e quindi, a partire dal 20 luglio, catturare
le alture vicine a Castiglion Fibocchi. Fu chiaro allora che I tedeschi intendevano bloccare la parte
centrale della valle e le pendici del Pratomango con il primo corpo paracadutisti. Questo fatto
induse il generale Kirkman, comandande del 13 corpo, ad aggirare il Valdarno, e a tentare di
raggiungere Firenze attraverso il versante occidentale del Chianti e la val di Pesa
24. I tedeschi erano schierati con il primo corpo
paracadutisti, il 15° Panzer Grenadier , e la 334a
divisione di fronte al 13° Corpo nella valle
dell'Arno.
Alcuni reparti erano in fase di
riorganizzazione dopo essere stati pesantemente
ridotti nei combattimenti contro il contingente
alleato sbarcato ad Anzio ma si difendevano da
posizioni di vantaggio. Ad Ovest delle colline del
Chianti, tra la statale 2 e la strada 222, i tedeschi
avevano schierato il 4 ° corpo paracadutisti e la
divisione 356 attraverso un settore di dieci miglia
di fronte alla divisione corazzata sudafricana.
25.
26. Il contributo dei partigiani
Alle operazioni degli alleati diedero un fattivo contributo le bande di partigiani che operavano nelle colline e sui monti del
Valdarno. I bandi del generale Graziani, che chiamavano alle armi I giovani italiani a combattere dalla parte dei tedeschi, e le
minacce di ritorsione non fecero altro che obbligare la maggior parte degli uomini validi a rifugiarsi in montagna per non
essere arruolati a forza o deportati nei campi di lavoro in Germania. Nei monti si organizzarono presto dei gruppi dediti alla
guerriglia con l'obbiettivo di disturbare le linee di comunicazione e di approvvigionamento dei tedeschi colpendo pattuglie
portaordini o trasporti di carburante, armi o viveri dirette al fronte. I partigiani, che I tedeschi chiamavano banditi, erano
armati e guidati verso gli obiettivi da agenti speciali inglesi e americani.
27.
28. Le armi erano spesso lanciate dagli
aerei legate ai paracadute. Reparti
speciali alleati parteciparono
direttamente alla lotta partigiana in
Valdarno, insieme ad elementi fuggiti
dai campi per prigionieri di guerra,
come quello di Laterina.
30. All’ANPI VALDARNO, testimonianza
di Gianfranco MEUCCI:
Avevo 19 anni quando nell'aprile del '44, insieme ad Amunni Gianfranco e al “Nebbia” andai
a Trevane dove c'era un emissario chiamato “Trippa” il quale il giorno successivo ci
accompagnò alla Rocca Ricciarda alla formazione Brigata Mameli (corpo avanzato della
“Potente”) comandata dal Capitano Chiosi di S. Giovanni V.no. Noi della Formazione
alloggiavamo in due case che ci avevano messo a disposizione alle porte del Paese.
Eravamo circa 30-32 uomini divisi in tre squadre con il compito di pattugliamento del
territorio del versante ovest del Pratomagno e del gruppo del Cocollo. Il nostro compito era
di presidiare una zona di Rigodi dove avevamo attrezzato un campo di lancio (Con la parola
d'ordine “l'orchidea è fiorita” un aereo alleato inglese ci doveva lanciare le armi per un
maggior equipaggiamento della formazione partigiana). I lanci avvenivano di notte. Il nostro
compito era quello di segnalare, appena sentito il rumore dell'aereo avvicinarsi, il luogo dove
l'aereo doveva effettuare il lancio con l'accensione di un fuoco. Dopo il lancio noi
prendevamo le munizioni e le portavamo con l'aiuto di muli al comando a Rocca Ricciarda.
Un altro compito era quello di andare in pattugliamento verso Reggello e verso Gropina
allo scopo di sorvegliare quelle zone e accertare che tutto procedesse regolarmente.
Quando il 24 luglio 1944 fu liberata S. Giovanni V.no, dopo pochi giorni rientrai a casa.
31. All’ANPI VALDARNO, testimonianza di
Ivonio GARINNI:
Sono nato a Cavriglia Loc. Casignano il 21.02.1924. A seguito dell'armistizio di Badoglio dell’8 settembre
1943 e la nascita della Repubblica di Salò avvenuta il 23 settembre 1943 dopo la liberazione di Mussolini
da parte dei Tedeschi sul Gran Sasso, mi recapitarono la cartolina di precetto. Scappai in montagna. Già in
quel tempo sotto Gaville si era formato un raggruppamento con a capo Gino Bragaglia ex sergente del
regio Esercito Italiano. Successivamente il raggruppamento si ritirò più sui monti, mettendo il comando nella
casa abbandonata di Casin di Cinciano che si trovava nella valle di Caiano Quando entrai a far parte di
questo raggruppamento eravamo circa 75 persone, tutti giovani della classe 1924 e 1925, brava gente del
Chianti e del Valdarno ma senza armi a disposizione. Coloro che erano dotati di armi erano solo una
ventina. Appena si formò la Formazione Partigiana Chiatti io mi unii a loro. Era una formazione ben
organizzata e armata ed era composta da molti Minatori. Aveva messo il suo comando al Monte al
Querciolo dalla cui posizione si poteva controllare Radda, Gaiole e il Valdarno. Il nostro compito era quello
di dare disturbo al movimento tedesco. Un giorno fummo informati che c'era una colonna formata da 5
autocisterne in transito sulla chiantigiana, destinata a rifornire di carburante i Tedeschi operanti nella zona
di Grosseto che stavano risalendo da Civitavecchia. La colonna era in sosta all'ombra della pineta di Badia
a Coltibuono in attesa del buio per riprendere il percorso perché di giorno sarebbero stati avvistati dai
caccia inglesi essendo quella una via di comunicazione importante. I componenti della colonna vennero
presi. Erano in parte civili ai quali soldati della r.s.i. e soldati tedeschi avevano requisito le cisterne. I soldati
furono catturati e portati al comando della 22^ brigata Sinigaglia a Poggio alla Croce, mentre alle cisterne di
carburante fu dato fuoco.
32. Fonti documentarie
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Silvio Bertoldi Titolo: Apocalisse italiana Editore: RIZZOLI
War of Extermination, The German Military in WWII, di Heer NaumanLe operazioni dei partigiani
nel Valdarno
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Testi della biblioteca elettronica neozelandese, Victoria University of Wellington
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Arezzo e Valdarno 1944 Fimati da youtube
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Forze aeree sudafricane a Foiano, collezione di fotografie
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The Arezzo Massacres A TuscanTragedy, di Janet Kinrade Dethick
"armoured division in Loro Ciuffenna
http://www.memoria.provincia.arezzo.it/
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