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I TRAUMI DEL SEGMENTO POSTERIORE

VITO DE MOLFETTA
Birmingham
Eye
Trauma
Terminology
System

BETTS




                    Kuhn F, Morris R, Witherspoon D, et al.
              A standardized classification of ocular trauma.
                           Ophthalmology, 1996: 103:240-3
BETTS - Terminologia

     •   PARETE BULBARE
         –   CORNEA E SCLERA
             Sebbene posteriormente al limbus la parete sia composta da tre
             tonache, per ragioni pratiche e cliniche è considerata solo la più
             esterna.


     •   TRAUMA A BULBO CHIUSO
         –   ASSENZA DI LESIONI A TUTTO SPESSORE DELLA
             PARETE BULBARE


     •   CONTUSIONE
         –   ASSENZA DI LESIONI DELLA PARETE BULBARE
             Il trauma può essere dovuto alla trasmissione diretta di energia
             sul bulbo (traumi diretti) o a cambiamenti repentini di forma del
             bulbo per traumi a distanza dallo stesso (traumi indiretti)


     •   LACERAZIONE LAMELLARE
         –   PRESENZA DI LESIONI A SPESSORE PARZIALE
             DELLA PARETE BULBARE
BETTS - Terminologia
     •   TRAUMA A BULBO APERTO
         –   PRESENZA DI LESIONI A TUTTO SPESSORE DELLA
             PARETE BULBARE

     •   ROTTURA BULBARE
         –   LESIONE A TUTTO SPESSORE DELLA PARETE
             BULBARE CAUSATA DA TRAUMA DIRETTO DA PARTE
             DI UN OGGETTO SMUSSO

     •   LACERAZIONE BULBARE
         –   LESIONE A TUTTO SPESSORE DELLA PARETE
             BULBARE CAUSATA DA UN OGGETTO APPUNTITO

     •   FERITA PENETRANTE
         –   PRESENZA DI UNA O PIU’ LACERAZIONI D’ENTRATA

     •   CORPO ESTRANEO ENDOBULBARE
         –   FERITA PENETRANTE CON RITENZIONE NEL BULBO
             DELL’OGGETTO (distinta dalla precedente per le
             differenti implicazioni cliniche)

     •   FERITA PERFORANTE
         –   PRESENZA DELLA LACERAZIONE DI ENTRATA E DI
             USCITA CAUSATE DALLO STESSO OGGETTO
EPIDEMIOLOGIA

• Traumi oculari nei paesi industrializzati
    –   Prima causa di cecità monolaterale                      35-40%
    –   Importante causa di cecità bilaterale                   3-6%
    –   Seconda causa di enucleazione                           16%
    –   Prima causa di ospedalizzazione oculistica eccedente le 24 ore
    –   Seconda causa di riduzione dell’acutezza visiva dopo la cataratta

• INCIDENZA                                   400 casi/100.000 abitanti/anno
    – Rapporto maschi: femmina                              5,5:1
    – Rapporto traumi a bulbo chiuso: traumi a bulbo aperto 4:1



                                        Selected Data 1988-2007
                                               N=16,364
EPIDEMIOLOGIA
• Età media                                   29 ± 12 anni
• Minori di 30 anni                           57%

• Eziologia dei traumi oculari
    – Incidenti sul lavoro                    18-28%    in diminuzione per l’introduzione
                                                        di norme anti-infortunistiche
    – Episodi di aggressione/violenza         17-23%
    – Attività sportiva                       25%       in aumento, specie nei maschi
                                                        adulti
    – Incidenti domestici                     23-27%    frequenza elevata nei bambini
    – Incidenti stradali                      13%       problematica legata agli air-bag




                                        Selected Data 1988-2007
                                               N=16,364
PROFILASSI




90% DEI TRAUMI OCULARI SONO PREVENIBILI
(Stime della Società Nazionale per la Prevenzione della Cecità)
     -Campagne di informazione
     -Uso di appropriati equipaggiamenti di sicurezza
     -Specifiche strategie preventive e adeguati livelli di sorveglianza


                                              Selected Data 1988-2007
                                                     N=16,364
• In ogni caso di trauma oculare è essenziale eseguire
  un’immediata valutazione clinica e funzionale

   – Fattore prognostico fondamentale
   – Valenza medico-legale
   – Frequente coesistenza di lesioni anche gravi con traumi di entità
     media/lieve

   – Esame accurato del fondo oculare
   – Ecografia in presenza di opacità dei mezzi
   – Imaging diagnostico ove disponibile
FISIOPATOLOGIA
                  Traumi a bulbo chiuso

• Redistribuzione dell’energia cinetica
  d’impatto con deformazione del bulbo
  oculare per compressione
   – Riduzione del diametro antero-posteriore
     con dislocazione posteriore di iride e
     cristallino
   – Distensione equatoriale con trazione sulla
     base del vitreo e della retina

• Dopo l’impatto la decompressione causa
  oscillazioni delle pareti bulbari con
  variazioni di lunghezza “a pendolo” dei
  diametri bulbari
                                                  LESIONI PIU’ GRAVI DISTANTI
                                                  DAL VETTORE DELLA FORZA
FISIOPATOLOGIA
          Traumi a bulbo aperto: rottura bulbare
• Essendo l’occhio a contenuto incomprimibile, l’impatto
  di un agente contusivo risulta in un incremento
  improvviso della pressione intraoculare che può
  determinare la rottura della parete bulbare
    – Raramente avviene alla sede di impatto ma in
      corrispondenza del punto di maggiore debolezza con un
      meccanismo “inside-out”

• Punti fisiologici di debolezza della parete bulbare
    –   (a) limbus
    –   (b) inserzione dei mm estrinseci
    –   (c) equatore del bulbo
    –   (d) lamina cribrosa

    – SEDE DI PREGRESSI TRAUMI O INTERVENTI
      CHIRURGICI
FISIOPATOLOGIA
Traumi a bulbo aperto: ferite penetranti/perforanti

 •   Minore diffusione dell’energia cinetica con
     scarsa deformazione bulbare
      – Determinante: conformazione dell’oggetto
        lesivo

 •   La lesione viene prodotta in corrispondenza
     del punto di impatto con meccanismo
     “outside-in” per la ferita di entrata e viceversa
     per quella di uscita




     LESIONI PIU’ GRAVI LUNGO
     IL VETTORE DELLA FORZA
QUADRI CLINICI
        Traumi a bulbo chiuso: traumi diretti
•   Lussazione posteriore del cristallino
•   Distacco posteriore di vitreo
•   Distacco anteriore di vitreo (avulsione della base vitreale)
•   Emovitreo
•   Commotio retinae
•   Rotture retiniche e distacco di retina
•   Maculopatie traumatiche
•   Emorragie pre-, intra-, sotto-retiniche
•   Rotture traumatiche della coroide
•   Emorragia sovracoroideale
•   Corioretinite sclopetaria
•   Atrofia post-commotiva del nervo ottico
•   Avulsione del nervo ottico
QUADRI CLINICI
        Traumi a bulbo chiuso: traumi indiretti


• Retinopatie emorragiche
    –   Manovra di Valsalva
    –   Colpo di frusta
    –   Purtscher
    –   Barotraumatica
    –   Shaken Baby Syndrome
• Sindrome di Terson
• Retinopatia da embolia grassosa (frattura ossa lunghe, interventi
  chirurgici addominali)
Traumi a bulbo chiuso
             Distacco posteriore di vitreo

• È la lesione post-traumatica posteriore più
  frequente

• Fisiopatologia
    – Meccanismo diretto (avulsione del vitreo dal
      disco ottico)
    – Meccanismo parzialmente diretto
      (emorragie/edema retinici favoriscono la
      sineresi vitreale)
    – Meccanismo indiretto (contraccolpo da trauma
      cranico)
Traumi a bulbo chiuso
           Distacco posteriore di vitreo


• Complicanze
  – Rotture retiniche periferiche               10-15%
  – Emorragie vitreali                          7,5%
  – Sindrome dell’interfacie vitreo-retiniche   3-5%
Traumi a bulbo chiuso
        Rotture retiniche / Distacco di retina
• Epidemiologia
   – Avviene in circa il 7% dei traumi contusivi
   – 10% dei casi di distacco di retina è post-traumatico
   – Il trauma è la prima causa di distacco di retina in età giovanile

• Fisiopatologia
   – Rotture retiniche da necrosi in sede di impatto (colpo)

   – Lesioni retiniche in sede opposta all’impatto (contraccolpo)
       • Commotio retinae, edema retinico, fori retinici atrofici

   – Deformazione contusiva del bulbo  aumento della dinamica
     vitreale, associato o meno a distacco di vitreo
       Rotture retiniche da trazione sul bordo anteriore o posteriore della base
       Rottura retinica gigante o dialisi retinica
Traumi a bulbo chiuso
      Rotture retiniche / Distacco di retina
• Diagnosi eziologica
   – Anamnesi
       •   Età del paziente
       •   Presenza e tipologia di traumi
       •   Tempo intercorso dal trauma
       •   Patologie oculari pre-esistenti e coesistenti (miopia, cataratta
           congenita…)
   – Segni clinici diretti
       • Tipologia delle rotture
       • Presenza di impegno vitreo-retinico
   – Segni clinici indiretti
       • Esiti traumatici coesistenti (cataratta traumatica, iridodialisi…)
       • Stato del fundus dell’occhio adelfo
Traumi a bulbo chiuso
                      Distacco di retina

• Scelta della tecnica chirurgica
   –   Situazione del segmento anteriore
   –   Opacità dei mezzi
   –   Estensione, numero e sede delle rotture retiniche
   –   Estensione del distacco di retina
   –   Presenza di trazioni vitreo-retiniche
   –   Mobilità della retina
   –   Situazione della coroide
   –   Presenza di eventuali corpi estranei endobulbari
   –   Associazione di fenomeni settici
Traumi a bulbo chiuso
                      Distacco di retina

• Indicazioni alla tecnica episclerale
   – Soddisfacente esplorabilità della retina
   – Rotture retiniche periferiche localizzate
       • Possibile anche in presenza di rottura retinica gigante senza
         inversione del lembo
   – Buona mobilità della retina


• Tuttavia è principalmente utilizzata
      la chirurgia vitreo-retinica
   – Frequente concomitanza di lesioni
     extraretiniche
Traumi a bulbo chiuso
                            Maculopatie
•   Edema retinico
•   Foro maculare
•   Membrane epiretiniche
•   Corioretinite sclopetaria




• Fisiopatologia
     – Spostamento del bulbo verso il fondo dell’orbita
      Deformazione del polo posteriore attorno al disco ottico, più
       rigido
     - Fragilità anatomica della regione maculare
     - Particolari rapporti vitreo-retinici
Traumi a bulbo chiuso
                   Rottura della coroide
• Dirette
   – nella sede del trauma
   – solitamente anteriori e parallele al limbus
• Indirette
   – a distanza dalla sede dell’impatto
   – in genere posteriori
       • concentriche rispetto al nervo ottico o passanti attraverso la fovea
Traumi a bulbo chiuso
                 Rottura della coroide


• Prognosi:
   – Subfoveali: Scadente
   – Extrafoveali
      • Buona se non insorge CNV
      • Associate a foro maculare traumatico: talora favorevole per chiusura
        spontanea del foro


• Trattamento: legato alla presenza di complicanze (CNV,
  foro maculare)
Traumi a bulbo chiuso
              Emorragia sovracoroideale
• Quadro clinico
   – Massa cupoliforme che protrude in camera vitrea
   – Aumento della pressione intraoculare
   – Associata con
      • camera anteriore prevalentemente ipoprofonda (può essere
        normale)
      • dispersione emorragica in camera anteriore
      • Emovitreo
      • distacco emorragico o regmatogeno di retina


   – Estensione:
      • limitato ad uno o più settori
      • anulare su 360°
      • apposizionale con i lobi del distacco emorragico che si toccano
        centralmente (kissing)
Traumi a bulbo chiuso
                     Emorragia sovracoroideale
    • Trattamento
         – Forme lievi / moderate
              • Osservazione
              • Tendenza alla risoluzione spontanea
         – Forme gravi
              • Drenaggio dell’emorragia sovracoroideale
              • Chirurgia vitreoretinica



Indicazioni all’intervento di drenaggio          Indicazioni all’intervento di chirurgia
 – Apposizione coroideale centrale               vitreoretinica
 – Abolizione della camera anteriore con          – Incarceramento vitreo-retinico
   contatto endoteliale                           – Emovitreo, emorragie sottoretiniche,
 – Pressione intraoculare elevata intrattabile      rotture retiniche, distacco di retina
 – Marcato dolore bulbare                           regmatogeno
Traumi a bulbo chiuso
                 Emorragia sovracoroideale
• Intervento di drenaggio
    – Timing dell’intervento di fondamentale importanza
        • Attesa di 7-14 giorni per attendere la lisi del coagulo ematico (eventuale
          conferma ecografica)
        • Un’attesa eccessiva tuttavia sembra condizionare negativamente la prognosi
          funzionale

• Intervento di chirurgia vitreo-retinica
    – Approccio per via pars plana eventualmente preceduto da un drenaggio
      chirurgico per ripristinare una situazione anatomica più fisiologica
    – Iniezione di PFCL e olio pesante in camera vitrea per dislocare
      anteriormente il sangue coroideale e sottoretinico (controindicato l’uso
      iniziale di aria e PDMS)



                                                                         PDM
                                                                         S
                                                     PFC
                                                     L
QUADRI CLINICI
                Traumi a bulbo aperto


• Rottura bulbare
• Ferite penetranti/perforanti
• Ritenzione di corpi estranei endobulbari
Traumi a bulbo aperto

• Pur presentando profonde differenze per quanto riguarda gli aspetti
  fisiopatologici, clinici e prognostici, i traumi a bulbo aperto
  rappresentano una comune urgenza oculistica in cui il medico di
  Pronto Soccorso deve operare su più fronti

   – Raccolta di elementi anamnestico-clinici
   – Terapia di supporto
   – Preparazione all’intervento
Traumi a bulbo aperto

• Raccolta di elementi anamnestico-clinici
   – Anamnesi
       • Natura e sede del trauma
       • Tipologia di agente traumatico
   – Esame obiettivo
       • Lacerazioni congiuntivali, ferite corneali e/o sclerali, camera anteriore
         iperprofonda spesso a contenuto ematico, marcato ipotono, enoftalmo
       • A volte il quadro clinico si presenta molto sfumato
            – Emorragie sottocongiuntivali (mascheranti la lesione)
            – Irregolarità pupillari
            – Presenza anche minima di sangue in camera anteriore
Traumi a bulbo aperto
• Terapia di supporto
   –   Prelievi per esami colturali
   –   Protezione del bulbo
   –   Terapia antibiotica generale (non per via orale) e locale (non in pomata)
   –   Vaccinazione antitetanica

• Preparazione all’intervento
   – Routine preoperatoria
   – Esami diagnostici (Ecografia, TC esami di scelta; RMN controindicata in
     caso di sospetto di corpi estranei metallici)
   – Pianificazione della strategia d’intervento
        • Intervento riparativo oppure intervento riparativo/ricostruttivo?




                                                                      Kuhn F, Pieramici DS.
                                                      Ocular trauma: Principles and Practice.
                                                                          Thieme (NY), 2002
Traumi a bulbo aperto

• L’intervento riparativo è comunque necessario
    – Ricostituzione dell’integrità anatomica di superficie
    – Evitare contaminazione, perdita di tessuti prolassati, etc

• Intervento riparativo
    – Preferibile anestesia generale
    – Peritomia limbare, suture di trazione sui muscoli ove necessario (evitare
      pressioni sul bulbo)
    – Sutura della ferita sclerale
        • Filo con materiale non riassorbibile
        • Iniziando dalla parte anteriore della ferita, a punti staccati
        • Escissione o riposizionamento dei tessuti prolassati via via che si procede
          con la sutura
        • Se necessario, temporanea disinserzione dei muscoli estrinseci
        • Eventuale plastica sclerale
Traumi a bulbo aperto
• Indicazioni all’intervento ricostruttivo in urgenza
    – Presenza di corpi estranei endobulbari considerati a rischio per fenomeni
      settici o metallosi
    – Ferite perforanti con tramite posteriore suturabile

• Indicazioni all’intervento ricostruttivo precoce (entro 48 ore)
    –   Impegno retinico in ferita con pieghe convergenti
    –   Lacerazioni retiniche posteriori
    –   Emovitreo massivo
    –   Corpi estranei endobulbari di natura “inerte”
    –   Ferite perforanti con tramite posteriore non suturabile

• Indicazioni all’intervento ricostruttivo tradizionale (7-14 giorni)
    – Assenza di impegno retinico
    – Emovitreo lieve
    – Non corpi estranei, non tramiti posteriori
Traumi a bulbo aperto
                  Corpi estranei endobulbari

• Timing dell’intervento e Tecnica di estrazione
    – Fattori inerenti il corpo estraneo
    – Composizione
        • Magnetico (Ferro, Nichel puro, Leghe d’acciaio)
        • Amagnetico (Ottone, Rame, Piombo, Alluminio)
    – Dimensioni
        • Estrazione per via pars plana o per via limbare


    – Fattori anatomici
        • Posizione del corpo estraneo
        • Stato del cristallino
        • Opacità dei mezzi
Traumi a bulbo aperto

• Nonostante i notevoli progressi della chirurgia, rimangono a
  prognosi funzionale riservata. Fattori prognostici:
    – Meccanismo e sede del trauma
    – Estensione del danno iniziale
    – Acutezza visiva iniziale

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I traumi del segmento posteriore

  • 1. I TRAUMI DEL SEGMENTO POSTERIORE VITO DE MOLFETTA
  • 2. Birmingham Eye Trauma Terminology System BETTS Kuhn F, Morris R, Witherspoon D, et al. A standardized classification of ocular trauma. Ophthalmology, 1996: 103:240-3
  • 3. BETTS - Terminologia • PARETE BULBARE – CORNEA E SCLERA Sebbene posteriormente al limbus la parete sia composta da tre tonache, per ragioni pratiche e cliniche è considerata solo la più esterna. • TRAUMA A BULBO CHIUSO – ASSENZA DI LESIONI A TUTTO SPESSORE DELLA PARETE BULBARE • CONTUSIONE – ASSENZA DI LESIONI DELLA PARETE BULBARE Il trauma può essere dovuto alla trasmissione diretta di energia sul bulbo (traumi diretti) o a cambiamenti repentini di forma del bulbo per traumi a distanza dallo stesso (traumi indiretti) • LACERAZIONE LAMELLARE – PRESENZA DI LESIONI A SPESSORE PARZIALE DELLA PARETE BULBARE
  • 4. BETTS - Terminologia • TRAUMA A BULBO APERTO – PRESENZA DI LESIONI A TUTTO SPESSORE DELLA PARETE BULBARE • ROTTURA BULBARE – LESIONE A TUTTO SPESSORE DELLA PARETE BULBARE CAUSATA DA TRAUMA DIRETTO DA PARTE DI UN OGGETTO SMUSSO • LACERAZIONE BULBARE – LESIONE A TUTTO SPESSORE DELLA PARETE BULBARE CAUSATA DA UN OGGETTO APPUNTITO • FERITA PENETRANTE – PRESENZA DI UNA O PIU’ LACERAZIONI D’ENTRATA • CORPO ESTRANEO ENDOBULBARE – FERITA PENETRANTE CON RITENZIONE NEL BULBO DELL’OGGETTO (distinta dalla precedente per le differenti implicazioni cliniche) • FERITA PERFORANTE – PRESENZA DELLA LACERAZIONE DI ENTRATA E DI USCITA CAUSATE DALLO STESSO OGGETTO
  • 5. EPIDEMIOLOGIA • Traumi oculari nei paesi industrializzati – Prima causa di cecità monolaterale 35-40% – Importante causa di cecità bilaterale 3-6% – Seconda causa di enucleazione 16% – Prima causa di ospedalizzazione oculistica eccedente le 24 ore – Seconda causa di riduzione dell’acutezza visiva dopo la cataratta • INCIDENZA 400 casi/100.000 abitanti/anno – Rapporto maschi: femmina 5,5:1 – Rapporto traumi a bulbo chiuso: traumi a bulbo aperto 4:1 Selected Data 1988-2007 N=16,364
  • 6. EPIDEMIOLOGIA • Età media 29 ± 12 anni • Minori di 30 anni 57% • Eziologia dei traumi oculari – Incidenti sul lavoro 18-28% in diminuzione per l’introduzione di norme anti-infortunistiche – Episodi di aggressione/violenza 17-23% – Attività sportiva 25% in aumento, specie nei maschi adulti – Incidenti domestici 23-27% frequenza elevata nei bambini – Incidenti stradali 13% problematica legata agli air-bag Selected Data 1988-2007 N=16,364
  • 7. PROFILASSI 90% DEI TRAUMI OCULARI SONO PREVENIBILI (Stime della Società Nazionale per la Prevenzione della Cecità) -Campagne di informazione -Uso di appropriati equipaggiamenti di sicurezza -Specifiche strategie preventive e adeguati livelli di sorveglianza Selected Data 1988-2007 N=16,364
  • 8. • In ogni caso di trauma oculare è essenziale eseguire un’immediata valutazione clinica e funzionale – Fattore prognostico fondamentale – Valenza medico-legale – Frequente coesistenza di lesioni anche gravi con traumi di entità media/lieve – Esame accurato del fondo oculare – Ecografia in presenza di opacità dei mezzi – Imaging diagnostico ove disponibile
  • 9. FISIOPATOLOGIA Traumi a bulbo chiuso • Redistribuzione dell’energia cinetica d’impatto con deformazione del bulbo oculare per compressione – Riduzione del diametro antero-posteriore con dislocazione posteriore di iride e cristallino – Distensione equatoriale con trazione sulla base del vitreo e della retina • Dopo l’impatto la decompressione causa oscillazioni delle pareti bulbari con variazioni di lunghezza “a pendolo” dei diametri bulbari LESIONI PIU’ GRAVI DISTANTI DAL VETTORE DELLA FORZA
  • 10. FISIOPATOLOGIA Traumi a bulbo aperto: rottura bulbare • Essendo l’occhio a contenuto incomprimibile, l’impatto di un agente contusivo risulta in un incremento improvviso della pressione intraoculare che può determinare la rottura della parete bulbare – Raramente avviene alla sede di impatto ma in corrispondenza del punto di maggiore debolezza con un meccanismo “inside-out” • Punti fisiologici di debolezza della parete bulbare – (a) limbus – (b) inserzione dei mm estrinseci – (c) equatore del bulbo – (d) lamina cribrosa – SEDE DI PREGRESSI TRAUMI O INTERVENTI CHIRURGICI
  • 11. FISIOPATOLOGIA Traumi a bulbo aperto: ferite penetranti/perforanti • Minore diffusione dell’energia cinetica con scarsa deformazione bulbare – Determinante: conformazione dell’oggetto lesivo • La lesione viene prodotta in corrispondenza del punto di impatto con meccanismo “outside-in” per la ferita di entrata e viceversa per quella di uscita LESIONI PIU’ GRAVI LUNGO IL VETTORE DELLA FORZA
  • 12. QUADRI CLINICI Traumi a bulbo chiuso: traumi diretti • Lussazione posteriore del cristallino • Distacco posteriore di vitreo • Distacco anteriore di vitreo (avulsione della base vitreale) • Emovitreo • Commotio retinae • Rotture retiniche e distacco di retina • Maculopatie traumatiche • Emorragie pre-, intra-, sotto-retiniche • Rotture traumatiche della coroide • Emorragia sovracoroideale • Corioretinite sclopetaria • Atrofia post-commotiva del nervo ottico • Avulsione del nervo ottico
  • 13. QUADRI CLINICI Traumi a bulbo chiuso: traumi indiretti • Retinopatie emorragiche – Manovra di Valsalva – Colpo di frusta – Purtscher – Barotraumatica – Shaken Baby Syndrome • Sindrome di Terson • Retinopatia da embolia grassosa (frattura ossa lunghe, interventi chirurgici addominali)
  • 14. Traumi a bulbo chiuso Distacco posteriore di vitreo • È la lesione post-traumatica posteriore più frequente • Fisiopatologia – Meccanismo diretto (avulsione del vitreo dal disco ottico) – Meccanismo parzialmente diretto (emorragie/edema retinici favoriscono la sineresi vitreale) – Meccanismo indiretto (contraccolpo da trauma cranico)
  • 15. Traumi a bulbo chiuso Distacco posteriore di vitreo • Complicanze – Rotture retiniche periferiche 10-15% – Emorragie vitreali 7,5% – Sindrome dell’interfacie vitreo-retiniche 3-5%
  • 16. Traumi a bulbo chiuso Rotture retiniche / Distacco di retina • Epidemiologia – Avviene in circa il 7% dei traumi contusivi – 10% dei casi di distacco di retina è post-traumatico – Il trauma è la prima causa di distacco di retina in età giovanile • Fisiopatologia – Rotture retiniche da necrosi in sede di impatto (colpo) – Lesioni retiniche in sede opposta all’impatto (contraccolpo) • Commotio retinae, edema retinico, fori retinici atrofici – Deformazione contusiva del bulbo  aumento della dinamica vitreale, associato o meno a distacco di vitreo Rotture retiniche da trazione sul bordo anteriore o posteriore della base Rottura retinica gigante o dialisi retinica
  • 17. Traumi a bulbo chiuso Rotture retiniche / Distacco di retina • Diagnosi eziologica – Anamnesi • Età del paziente • Presenza e tipologia di traumi • Tempo intercorso dal trauma • Patologie oculari pre-esistenti e coesistenti (miopia, cataratta congenita…) – Segni clinici diretti • Tipologia delle rotture • Presenza di impegno vitreo-retinico – Segni clinici indiretti • Esiti traumatici coesistenti (cataratta traumatica, iridodialisi…) • Stato del fundus dell’occhio adelfo
  • 18. Traumi a bulbo chiuso Distacco di retina • Scelta della tecnica chirurgica – Situazione del segmento anteriore – Opacità dei mezzi – Estensione, numero e sede delle rotture retiniche – Estensione del distacco di retina – Presenza di trazioni vitreo-retiniche – Mobilità della retina – Situazione della coroide – Presenza di eventuali corpi estranei endobulbari – Associazione di fenomeni settici
  • 19. Traumi a bulbo chiuso Distacco di retina • Indicazioni alla tecnica episclerale – Soddisfacente esplorabilità della retina – Rotture retiniche periferiche localizzate • Possibile anche in presenza di rottura retinica gigante senza inversione del lembo – Buona mobilità della retina • Tuttavia è principalmente utilizzata la chirurgia vitreo-retinica – Frequente concomitanza di lesioni extraretiniche
  • 20. Traumi a bulbo chiuso Maculopatie • Edema retinico • Foro maculare • Membrane epiretiniche • Corioretinite sclopetaria • Fisiopatologia – Spostamento del bulbo verso il fondo dell’orbita  Deformazione del polo posteriore attorno al disco ottico, più rigido - Fragilità anatomica della regione maculare - Particolari rapporti vitreo-retinici
  • 21. Traumi a bulbo chiuso Rottura della coroide • Dirette – nella sede del trauma – solitamente anteriori e parallele al limbus • Indirette – a distanza dalla sede dell’impatto – in genere posteriori • concentriche rispetto al nervo ottico o passanti attraverso la fovea
  • 22. Traumi a bulbo chiuso Rottura della coroide • Prognosi: – Subfoveali: Scadente – Extrafoveali • Buona se non insorge CNV • Associate a foro maculare traumatico: talora favorevole per chiusura spontanea del foro • Trattamento: legato alla presenza di complicanze (CNV, foro maculare)
  • 23. Traumi a bulbo chiuso Emorragia sovracoroideale • Quadro clinico – Massa cupoliforme che protrude in camera vitrea – Aumento della pressione intraoculare – Associata con • camera anteriore prevalentemente ipoprofonda (può essere normale) • dispersione emorragica in camera anteriore • Emovitreo • distacco emorragico o regmatogeno di retina – Estensione: • limitato ad uno o più settori • anulare su 360° • apposizionale con i lobi del distacco emorragico che si toccano centralmente (kissing)
  • 24. Traumi a bulbo chiuso Emorragia sovracoroideale • Trattamento – Forme lievi / moderate • Osservazione • Tendenza alla risoluzione spontanea – Forme gravi • Drenaggio dell’emorragia sovracoroideale • Chirurgia vitreoretinica Indicazioni all’intervento di drenaggio Indicazioni all’intervento di chirurgia – Apposizione coroideale centrale vitreoretinica – Abolizione della camera anteriore con – Incarceramento vitreo-retinico contatto endoteliale – Emovitreo, emorragie sottoretiniche, – Pressione intraoculare elevata intrattabile rotture retiniche, distacco di retina – Marcato dolore bulbare regmatogeno
  • 25. Traumi a bulbo chiuso Emorragia sovracoroideale • Intervento di drenaggio – Timing dell’intervento di fondamentale importanza • Attesa di 7-14 giorni per attendere la lisi del coagulo ematico (eventuale conferma ecografica) • Un’attesa eccessiva tuttavia sembra condizionare negativamente la prognosi funzionale • Intervento di chirurgia vitreo-retinica – Approccio per via pars plana eventualmente preceduto da un drenaggio chirurgico per ripristinare una situazione anatomica più fisiologica – Iniezione di PFCL e olio pesante in camera vitrea per dislocare anteriormente il sangue coroideale e sottoretinico (controindicato l’uso iniziale di aria e PDMS) PDM S PFC L
  • 26. QUADRI CLINICI Traumi a bulbo aperto • Rottura bulbare • Ferite penetranti/perforanti • Ritenzione di corpi estranei endobulbari
  • 27. Traumi a bulbo aperto • Pur presentando profonde differenze per quanto riguarda gli aspetti fisiopatologici, clinici e prognostici, i traumi a bulbo aperto rappresentano una comune urgenza oculistica in cui il medico di Pronto Soccorso deve operare su più fronti – Raccolta di elementi anamnestico-clinici – Terapia di supporto – Preparazione all’intervento
  • 28. Traumi a bulbo aperto • Raccolta di elementi anamnestico-clinici – Anamnesi • Natura e sede del trauma • Tipologia di agente traumatico – Esame obiettivo • Lacerazioni congiuntivali, ferite corneali e/o sclerali, camera anteriore iperprofonda spesso a contenuto ematico, marcato ipotono, enoftalmo • A volte il quadro clinico si presenta molto sfumato – Emorragie sottocongiuntivali (mascheranti la lesione) – Irregolarità pupillari – Presenza anche minima di sangue in camera anteriore
  • 29. Traumi a bulbo aperto • Terapia di supporto – Prelievi per esami colturali – Protezione del bulbo – Terapia antibiotica generale (non per via orale) e locale (non in pomata) – Vaccinazione antitetanica • Preparazione all’intervento – Routine preoperatoria – Esami diagnostici (Ecografia, TC esami di scelta; RMN controindicata in caso di sospetto di corpi estranei metallici) – Pianificazione della strategia d’intervento • Intervento riparativo oppure intervento riparativo/ricostruttivo? Kuhn F, Pieramici DS. Ocular trauma: Principles and Practice. Thieme (NY), 2002
  • 30. Traumi a bulbo aperto • L’intervento riparativo è comunque necessario – Ricostituzione dell’integrità anatomica di superficie – Evitare contaminazione, perdita di tessuti prolassati, etc • Intervento riparativo – Preferibile anestesia generale – Peritomia limbare, suture di trazione sui muscoli ove necessario (evitare pressioni sul bulbo) – Sutura della ferita sclerale • Filo con materiale non riassorbibile • Iniziando dalla parte anteriore della ferita, a punti staccati • Escissione o riposizionamento dei tessuti prolassati via via che si procede con la sutura • Se necessario, temporanea disinserzione dei muscoli estrinseci • Eventuale plastica sclerale
  • 31. Traumi a bulbo aperto • Indicazioni all’intervento ricostruttivo in urgenza – Presenza di corpi estranei endobulbari considerati a rischio per fenomeni settici o metallosi – Ferite perforanti con tramite posteriore suturabile • Indicazioni all’intervento ricostruttivo precoce (entro 48 ore) – Impegno retinico in ferita con pieghe convergenti – Lacerazioni retiniche posteriori – Emovitreo massivo – Corpi estranei endobulbari di natura “inerte” – Ferite perforanti con tramite posteriore non suturabile • Indicazioni all’intervento ricostruttivo tradizionale (7-14 giorni) – Assenza di impegno retinico – Emovitreo lieve – Non corpi estranei, non tramiti posteriori
  • 32. Traumi a bulbo aperto Corpi estranei endobulbari • Timing dell’intervento e Tecnica di estrazione – Fattori inerenti il corpo estraneo – Composizione • Magnetico (Ferro, Nichel puro, Leghe d’acciaio) • Amagnetico (Ottone, Rame, Piombo, Alluminio) – Dimensioni • Estrazione per via pars plana o per via limbare – Fattori anatomici • Posizione del corpo estraneo • Stato del cristallino • Opacità dei mezzi
  • 33. Traumi a bulbo aperto • Nonostante i notevoli progressi della chirurgia, rimangono a prognosi funzionale riservata. Fattori prognostici: – Meccanismo e sede del trauma – Estensione del danno iniziale – Acutezza visiva iniziale