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Luoghi	di	conversazione	per	ingegneri	
biomedici	fantasma	
	
#Conversazioni	 –	 Era	 una	 casa	 grande	 perché	 eravamo	 gente	 con	 progetti	
grandiosi	«John	Fante»	“Ci	sono	luoghi	che	catturano	il	cuore.	Luoghi	che	sogni	da	
una	vita.	Luoghi	dove	percepisci	che	la	tua	fantasia	può	diventare	Senso.	Ci	sono	
luoghi	che	catturano	la	mente.	Luoghi	dove	inizi	a	pensare.	Luoghi	dove	non	puoi	
fermare	la	fantasia.	Varchi	una	porta.	I	sogni	non	si	fermano,	danzano.	[lei]	-	Hai	
perfettamente	ragione,	è	un	problema	di	luoghi.	Luoghi	dove	la	verità,	la	speranza	
e	il	sogno	qualche	volta	sono	di	casa	e	fonte	di	ispirazione	per	tutti	gli	ospiti,	come	
ci	sono	altri	luoghi	che,	seppur	nella	loro	magnificenza	e	autorevolezza,	sono	fonte	
di	lucida	e	consapevole	menzogna	a	partire	dalla	formazione	fino	alle	consulenze	
più	 autorevoli,	 luoghi	 dove	 attraverso	 le	 presunte	 competenze	 si	 calpestano	 i	
diritti	degli	altri	in	nome	di	un	liberismo	strisciante	e	infestante	dell’animo	umano,	
oscurando	 la	 lucidità	 di	 idee	 e	 pensieri	 anche	 dei	 più	 attrezzati	 culturalmente,	
figuriamoci	di	chi,	a	quei	luoghi,	ci	si	avvicina	soltanto	con	l’inesperienza	di	chi	
vuol	provare	a	sognare	e	sperare.	[lui]	
	
Quest’oggi	le	“Storie	di	Mario”	ospitano	un	viaggio	nei	luoghi	dove	è	presunto	
trovare	 indicazioni	 utili	 per	continuare	 a	 sperare	 e	 sognare.	 [Tempo	 richiesto	
per	la	lettura	di	tutto	l’articolo	23	minuti]
Pagina		 2	
Indice	
LOCATION	–	CONVEGNO	OASI	2019	...................................................................................................................	3	
PREFAZIONE	...............................................................................................................................................................	4	
RINGRAZIAMENTI	............................................................................................................................................................................	4	
MESSAGGI	CONFONDENTI	.....................................................................................................................................	6	
DOMANDE	E	RISPOSTE	LASCIATE	INASCOLTATE	..........................................................................................	7	
SOGNI	E	ASPETTATIVE	MANCATE	.......................................................................................................................	8	
LE	REALI	INDICAZIONI	AL	DI	LÀ	DELLE	APPARENZE	...................................................................................	9	
BREVE	RESOCONTO	DELLA	GIORNATA	...........................................................................................................	10	
METÀ	DEL	RACCONTO	E	GIÀ	UN	ANTICIPO	SULLE	CONCLUSIONI	..........................................................	14	
COSA	È	MANCATO	...................................................................................................................................................	15	
PROPOSTE	CONTRADDITTORIE	DAL	SISTEMA	............................................................................................	16	
CONSIDERAZIONI	FINALI	.....................................................................................................................................	17	
E’	STATO	IMPRESSIONANTE.	.......................................................................................................................................................	17	
MANCANZA	DI	UNA	VISIONE	CONSAPEVOLE	DELLA	REALTÀ	..................................................................	19	
IL	RE	È	NUDO	............................................................................................................................................................	22	
RIFERIMENTI	...........................................................................................................................................................	25
Pagina		 3	
Location	–	Convegno	OASI	2019	
	
Milano	 -	 via	 Roentgen	 1,	 h.8:30	 -	 Varcata	 la	 porta	 dell’Aula	 Magna	 si	 inizia	 a	
respirare	subito	il	pathos	di	essere	parte	o	anche	solo	ospiti	di	una	delle	scuole	
di	 Management	 più	 prestigiose	 d’Italia,	 patrimonio	 della	 città,	 della	 regione,	
delle	istituzioni	Italiane	e	di	tutta	l’Europa.	
La	centralità	dei	progetti	e	degli	studi	del	Centro	di	Ricerche	sulla	Gestione	
dell'Assistenza	 Sanitaria	 e	 Sociale	 (Cergas	 SDA	 Bocconi)	 ancora	 una	 volta	
segnano	la	cifra	della	Bocconi,	con	le	sue	competenze	da	valorizzare	in	un	tempo	
caratterizzato	 dalla	 complessità	mentre	 emergono	 continuamente,	 illusorie	
tendenze	alla	semplificazione.	E	se	di	fronte	alle	novità,	la	storia	ci	ha	sempre	
consegnato	scelte	di	chiusura	e	il	desiderio	di	impossibili	ritorni	al	passato,	la	
formazione	 e	 le	 competenze	 coltivate	 alla	 Bocconi	 continuano	 a	 suscitare	
spirito	critico	e	senso	di	responsabilità,	i	veri	antidoti	a	inesperienza	e	scelte	
capestri,	fonti	di	odio	e	pregiudizio	tra	cittadini	di	ogni	ordine	e	grado.
Pagina		 4	
Prefazione	
	
Lo	scopo	di	questo	breve	resoconto	è	condividere,	con	chi	non	è	attrezzato	per	
decodificare	la	comunicazione	dei	centri	di	potere,	le	impressioni	della	giornata	
di	 presentazione	 pubblica	 in	 anteprima	 dei	 capitoli	 del	 rapporto	 #OASI2019	
che	 quest’anno	 ha	 l’intento	 di	 ridefinire	 la	 missione	 del	 Servizio	 Sanitario	
Nazionale	(#SSN)	nel	più	generale	universo	sanitario	in	espansione,	fornendo	
ancora	una	volta	prospettive	strategiche	per	promuovere	l’innovazione.	
Fieri	e	soddisfatti	del	rapporto,	gli	organizzatori	dell’evento	hanno	aperto	le	loro	
porte	 a	 tutti	 gli	 iscritti	 che	 hanno	 avuto	 a	 che	 fare	 con	 questa	 scuola	 di	
management	blasonata.		
Ringraziamenti	
Un	 ringraziamento	 agli	 organizzatori	 per	 avermi	 permesso	 di	 partecipare	 e	
registrare	l'audio	dell’intera	giornata,	dalla	quarta	fila,	il	#luogo	più	a	ridosso	
delle	poltrone	riservate	agli	ospiti	e	gli	speaker,	da	dove	ho	atteso	l’inizio	della	
proposta	del	giorno,	supportata	da	#KPMG	e	tanti	altri	attori	della	sanità	che	
hanno	partecipato	alle	indagini.	Allo	stesso	tempo,	pur	non	potendo	immaginare	
il	 contro	 pensiero	 che	 questo	 racconto	 potrà	 sollevare	 in	 tutte	 le	 istituzioni	 e	
persone	a	cui	faccio	riferimento	per	dare	consistenza	alla	narrazione,	con	cui	mi	
scuso	in	anticipo,	da	giullare	che	sono	e	che	si	è	invitato	alla	festa	da	solo,	ho	
colto	 e	 reputato	 opportuno	 e	 doveroso	 divulgare	 problemi	 collegati	 alla	
proposta	della	giornata,	di	qualche	interesse	per	i	giovani	e	il	loro	futuro.
Pagina		 5	
	
Invito	alla	lettura	del	manifesto	liberista	rivoluzionario		
Non	rovinerò	a	nessuno	la	sorpresa	sul	rapporto	OASI2019	che	da	quest’anno	è	
reperibile	per	tutti	all’indirizzo	indicato	[1],	raccontandone	i	dettagli,	ma	posso	
testimoniare	che	dalla	quarta	fila,	già	con	l’introduzione	si	è	iniziato	a	respirare	
un’aria	 che	 prospettava	 di	 li	 a	 poco	 una	 proposta	 liberale.	 E	 per	 chi	 vorrà	
rivivere	i	momenti	salienti	dell’offerta	della	giornata,	li	troverà	esplicitati	nelle	
ultime	presentazioni	del	convegno.	
• Ci	 siamo	 su	 efficienza	 e	 appropriatezza,	 ma	 dobbiamo	 lavorare	 sulle	
competenze!	
• Italia	2019	-	rating	stabile	ed	outlook	negativo.	
• Come	interagiscono	ed	interagiranno	le	componenti	pubbliche	e	private	
della	spesa?	
• Come	sta	la	sanità	italiana?	Dove	va	la	sanità	italiana?	
• Come	la	tecnologia	può	essere	uno	strumento	per	evolvere	il	modello	di	
cura	 e	 il	 sistema	 sanitario	 e	 quali	 sono	 le	 variabili	 che	 influenzano	
l’adozione	di	tecnologia	da	parte	delle	aziende	sanitarie?	
• Gli	obiettivi	e	i	modelli	organizzativi	su	cui	innestare	l’innovazione	sono	
fondamentali,	 ma	 il	 target	 identificato	 giocherà	 un	 ruolo	 chiave	 nel	
trasformare	 un’innovazione	 teorica	 in	 una	 che	 sia	 tangibile	 e	 realmente	
adottata	e	fondamentale,	che	sia	sostenibile	nel	tempo.
Pagina		 6	
I	fattori	in	gioco	sono	molteplici	e	in	SDA	Bocconi	se	ne	discute	ogni	anno	con	
focus	su	casi	d’uso	a	livello	italiano.		
• Come	 consolidare	 la	 governance	 del	 servizio	 sanitario	 e	 come	 costruire	
competenze	 adeguate?	 Otto	 proposte	 suddivise	 in	 due	 ambiti:	 geografia	
delle	autonomie	e	responsabilità,	personale	e	reti	di	competenza.	
• Proposte	per	una	nuova	governance	del	#SSN.	
Chi	 come	 me	 era	 presente,	 ha	 assistito	 a	 una	 serie	 di	 proposte	 dal	 sapore	
inaspettato:	 accondiscendenti,	 propositive	 ed	 esageratamente	 “politically	
correct”,	rivolte	a	tutte	le	parti	in	gioco,	preludio	ad	un	analisi	più	politica	che	
tecnica,	 evidenziando	 indirettamente	 l’assenza	 dei	 profili	 di	 competenze	
specifiche	che	mi	aspettavo	di	trovare,	fondamentali	nell’ambito	di	un	governo	
sanitario	rinnovato.	
Messaggi	confondenti	
Forse	per	i	tempi	dell’evento,	ma	anche	quest’oggi	si	è	parlato	solo	di	appalti	e	
dei	problemi	di	un	“management	più	illuminato”	da	valorizzare,	i	cardini	di	un	
sistema	 che	 da	 sempre	 è	 guidato	 da	 analisi,	 studi	 e	 conclusioni	 teleguidate	
dalle	 lobby	per	l'interesse	di	pochi,	nell’indifferenza	e	nell’incomprensione	
della	politica	nazionale.	
Per	 chi	 come	 me,	 venendo	 dal	 mondo	della	 #bioingegneria	 e	 della	 #ricerca,	
dopo	aver	ascoltato	tutte	le	proposte	argomentate	da	OASI2019,	non	ha	potuto	
non	 accorgersi	 di	 un	 intera	 galassia	 di	 problemi	 mancante	 nell’ambito	 del	
governo	 del	 nuovo	 SSN	 testé	 annunciato.	 Mi	 sarei	 aspettato	 almeno	 qualche	
cenno	alle	regole	da	rivedere	che	attualmente	ingessano	le	gare	 d’appalto,	il	
mercato	 della	 sanità	 elettronica,	 dei	 dispositivi	 medici,	 dei	 farmaci,	 la	
riorganizzazione	dei	servizi	dentro	e	fuori	i	presidi	sanitari	da	parte	di	chi	ne	ha	
la	reale	pertinenza	per	legge,	e	rispondere	 finalmente	alle	tante	domande	in	
campo,	 mai	 affrontate	 seriamente	 tra	 cui:	 interoperabilità,	 privacy,	
cybersecurity,	 clinical	 risk	 management,	 scelte	 tecnologiche,	 tempi	 di	
lavoro,	 empowerment	 degli	 operatori	 sanitari	 e	 dei	 pazienti	 dall’ospedale	
fino	a	casa.
Pagina		 7	
Domande	e	risposte	lasciate	inascoltate	
• Vogliamo	 ottimizzare	 il	 sistema	 ancora	 di	 più	 continuando	 a	 fare	 solo	
spending	review?	Mi	sembra	di	no.	
• Vogliamo	 spendere	 di	 più,	 questo	 ci	 dicono	 tutte	 le	 analisi	 degli	
osservatori	sulla	sanità;	ma	come,	e	investendo	su	chi	e	che	cosa?		
• Stiamo	 continuando	 a	 scegliere	 grandi	 apparecchiature	 diagnostiche	 e	
dispositivi	 medici	 basati	 sull'efficacia	 clinica,	 sull'usabilità,	
sull'efficienza?	No.	
• Forse	stiamo	scegliendo	dispositivi	innovativi	realizzati	in	base	alle	reali	
necessità	di	cura?	Nemmeno.	
La	verità	che	non	si	può	dire	è	che	ancora	oggi	abbiamo	a	che	fare	con	grandi	
macchinari,	dispositivi	biomedicali	life-critical	obsoleti,	prodotti	spesso	copiati	
male,	raramente	mantenuti	aggiornati,	frutto	dell’inefficienza	dell’intero	sistema	
e	 paradossalmente	 fatti	 passare	 per	 innovazione,	 ricorrendo	 soltanto	 a	
rifacimenti	estetici	e	tanto	marketing.	Senza	parlare	poi	dei	costi	di	gestione	in	
continua	crescita,	non	più	arginabili	con	queste	regole.	Il	tutto	governato	da	chi	
è	premiato	perché	riesce	a	spendere	di	più,	perché	il	denaro	deve	circolare.		
	
Questa	è	la	ricetta	unificata	che	da	anni	è	proposta	dagli	esperti	della	sanità	di	
ogni	 ordine	 e	 grado,	 e	 che	 oggi	 mi	 sarei	 aspettato	 venisse	 identificata	 come	
superata	con	nuove	proposte,	in	particolare	da	un	organismo	di	esperti	come	
CERGAS	che	si	propone	per	essere	in	grado	di	effettuare	analisi	imparziali.	
Purtroppo,	l’approccio	delle	industrie,	che	a	vario	titolo	finanziano	gli	organi	di	
formazione	 e	 d’indirizzo	 come	 le	 università	 e	 le	 scuole	 di	 management,	 non	
lascia	 scampo.	 Si	 vedano	 a	 tal	 proposito	 le	 raccomandazioni	 nella	 stessa	
[postfazione]	del	rapporto	OASI2019.
Pagina		 8	
Sogni	e	aspettative	mancate	
Da	sempre	le	competenze	interne	ed	esterne	danno	fastidio	perché	rischiano	
di	ridurre:	le	spese,	l'inefficienza,	richiedendo	tanto	impegno.		
La	competenza	vera	e	seria	è	nemica	della	corruzione.	
Eppure	 i	 pochi	 ingegneri,	 che	 nella	 sanità	 ogni	 giorno	 svolgono	 il	 ruolo	 di	
interfaccia	con	l’industria	nazionale	dei	dispositivi	medici	(Confindustria	DM)	e	
le	 multinazionali,	 dentro	 e	 fuori	 degli	 ospedali,	 professionisti	 che	 prepariamo	
senza	mai	utilizzarne	le	competenze	specifiche	(hard	skills),	giovani	in	grado	di	
occuparsi	 di	 gare,	 regolamenti,	 standard,	 usabilità,	 appropriatezza,	 efficacia	
clinica,	 sicurezza,	 tutti	 ambiti	 regolamentati	 dalla	 legge,	 alla	 fine	 del	 loro	
percorso	 formativo,	 quando	 arrivano	 nel	 mondo	 del	 lavoro	 che	 li	 dovrebbe	
accogliere,	 trovano	 nel	 Consiglio	 Nazionale	 degli	 Ingegneri	 CNI	 che	 li	
rappresenta,	un	organismo	autorevole	tenuto	fuori	da	tutti	i	tavoli	decisionali.		
Compresi	 i	 tavoli	 politici	 dove	 arrivano	 le	 nuove	 proposte,	 importanti	 per	
l’intera	nazione	e	il	futuro	dei	nostri	giovani.		
	
E	a	riprova	di	ciò,	anche	oggi,	questi	professionisti	della	sanità	espressione	del	
comparto	tecnico,	non	hanno	avuto	parola.
Pagina		 9	
Le	reali	indicazioni	al	di	là	delle	apparenze	
	
L’impressione	che	ho	avuto,	da	cittadino	che	paga	le	tasse	e	vuole	conoscere	il	
futuro	della	sanità	andando	a	curiosare	con	rispetto	direttamente	nel	tempio	dei		
Bocconiani	del	CERGAS,	è	che	tutto	il	progetto	OASI2019	esposto	dai	membri	
dalla	 scuola	 al	 completo,	 nascesse	 per	 andare	 a	 parare	 gli	 effetti	 positivi	 del	
“patto	per	la	salute”	annunciato	dal	governo	del	momento.		
	
Una	strategia	orchestrata	per	indirizzare	l’ondata	di	miliardi	da	spendere	a	breve	
per	la	sanità,	utilizzando	le	parole	chiave	su	cui	il	patto	è	stato	incardinato	negli	
anni,	grazie	all’esperienza	dei	professionisti.	
	
Da	qui	l’importanza	delle	proposte	di	oggi.	
	
CERGAS,	 come	 tanti	 altri	 osservatori	 sul	 management	 della	 sanità	 pagati	 dal	
SSN,	ha	rivendicato	i	tanti	sforzi	degli	ultimi	anni	per	contenere	il	disavanzo	e	
rimettere	 a	 posto	 i	 conti	 del	 SSN,	 con	 tanto	 di	 dimostrazioni	 snocciolate	 agli	
addetti	ai	lavori.	
	
L’obiettivo?	 Farsi	 trovare	 pronti	 avendo	 le	 carte	 in	 regola	 per	 continuare	 a	
giocare	ai	tavoli	dove	conta	(per	intendersi:	i	tavoli	dei	governi	regionali	e	di	
concertazione	nazionale	dove	poter	far	continuare	a	spende	lo	Stato	centrale),	
con	un	grande	programma	di	riforma	del	SSN.		
	
L’obiettivo	pubblicamente	dichiarato	in	anteprima	ai	partecipanti	più	fedeli	del	
CERGAS,	inclusi	gli	ospiti	come	me	è	stato:		
Far	rimanere	in	piedi	la	macchina	della	sanità	pubblica,	che	tanto	piace	anche	a	
chi,	con	la	salute	dei	cittadini	ci	fa	affari	privati,	la	gallina	dalle	uova	d’oro	che	
deve	continuare	a	rimanere	viva.
Pagina		10	
Breve	resoconto	della	giornata	
Così,	 del	 nostro	 SSN	 da	 riformare,	 è	 stata	 presentata	 una	 visione	 incentrata	
prevalentemente	 sul	 management	 della	 sanità	 riferendosi	 solo	 agli	
Amministratori	Delegati,	i	Top	Manager	e	i	quadri	intermedi	sanitari	con	i	
loro	temi	più	caldi	rivendicati	da	sempre:	ruoli,	livello	di	formazione,	percezione	
dei	problemi	e	come	superarli,	facendo	ricorso	alle	solite	votazioni	on	line	via	
App,	 in	 un’ottica	 di	 coinvolgimento	 del	 pubblico	 presente	 nelle	 decisioni	 da	
discutere	a	ogni	fine	sessione	con	un	ospite	di	peso.	
	
• I	Sessione:	Evoluzione	e	governance	della	sanità	
	
• II	Sessione:	Profili	e	competenze	per	il	management	sanitario	
	
• III	Sessione:	Innovazione	organizzativa	e	nei	modelli	di	servizio	
	
Topics:	approfondimento	sul	management	sanitario:	quali	profili	e	competenze	
sono	necessarie	oggi	per	chi	ricopre	il	ruolo	di	direttore	generale	e	middle	
manager?	
	
Meritevoli	di	segnalazione	sono	stati	gli	interventi	per	presentare	i	risultati	delle	
indagini	di	quest’anno	sullo	stato	della		presenza	delle	figure	femminili	nei	ruoli	
apicali	della	sanità	che	nel	capitolo	16	propone	il	tema:	“La	femminilizzazione	
dei	ruoli	apicali	in	sanità:	dimensioni	del	fenomeno,	cause	e	prospettive”.		
	
	
[Purtroppo	l’impressione	che	ho	avuto	è	che	l’attenzione	ai	problemi	gender	sia	
stata	solo	speculativa,	perché	oggigiorno	è	un	argomento	che	“porta	attenzione”,	
sul	rapporto	e	i	suoi	contenuti]
Pagina		11	
	
La	tecnologia	nel	rapporto	OASI2019	è	stato	uno	dei	temi	più	importanti	che	
sono	stati	trattai,	ma	come	sono	stati	trattati?	
	
• Come	viene	vissuta	la	tecnologia	dal	top-management	e	dai	policy-maker.	
• Cosa	si	aspettano	i	quadri	intermedi	sanitari.	
• Qual	è	l’impatto	sui	ruoli	e	figure	professionali	future.	
• Su	 chi	 appoggiarsi	 per	 l’organizzazione	 della	 macchina	 della	 salute	
(medici	e	infermieri-laureati).	
	
Col	 titolo	 “Tecnologia	 e	 innovazione	 nei	 modelli	 di	 servizio	 in	 sanità”	 è	 stato	
introdotto	il	capitolo	14	del	rapporto,	da	cui	riporto	un	estratto	degli	obiettivi	in	
teoria	tutti	condivisibili.	
	
«Oltre	 all’innovazione	 tecnologica	 che	 si	 traduce	 in	 approcci	 terapeutici	
innovativi,	 pensiamo	 all’innovazione	 nei	 sistemi	 di	 prenotazione	 e	 accesso	 ai	
servizi,	alla	possibilità	di	ottenere	una	visita	a	distanza,	al	diffondersi	di	setting	
di	cura	non	tradizionali,	alla	robotica	e	a	come	potrebbe	cambiare	i	modelli	di	
cura,	 all’intelligenza	 artificiale	 a	 supporto	 dei	 processi	 decisionali	 clinici,	 agli	
assistenti	virtuali	delle	chatbot,	o	più	in	generale	all’Internet	of	Things	(IoT)	e	ai	
luoghi	intelligenti	che	grazie	a	una	serie	di	tecnologie	interrelate	ci	riconoscono,	
ci	localizzano	e	dialogano	con	noi,	abilitando	nuovi	servizi,	prodotti	e	relazioni	
tra	 professionisti	 sanitari	 e	 utenti.	 L’obiettivo	 del	 presente	 capitolo	 è	 di	
promuovere	il	dibatto	su	come	gestire	queste	nuove	tecnologie	nel	momento	in	
cui	atterrano	nei	sistemi	sanitari	e,	in	particolare,	sulle	organizzazioni	sanitarie,	
offrendo	 quindi	 una	 prospettiva	 complementare	 rispetto	 alle	 valutazioni	 di	
razionalità	economica	tipicamente	condotte	prima	di	adottare	e	diffondere	una	
determinata	tecnologia	su	vasta	scala.	Più	precisamente,	lo	studio	presentato	in	
questo	 capitolo	 è	 stato	 realizzato	 adottando	 un	 approccio	 esplorativo	 teso	 a	
intercettare	 tecnologie	 estremamente	 innovative	 ma	 già	 in	 uso	 presso	 alcune	
strutture	 sanitarie,	 anche	 in	 Italia.	 Si	 tratta	 di	 innovazioni	 non	 strettamente	
sanitarie	che	quindi	non	necessitano	dell’approvazione	del	regolatore	per	poter	
essere	utilizzate	ma	che	possono	generare	profondi	cambiamenti	nei	modelli	di	
erogazione	e	di	servizio,	con	impatti	sui	pazienti,	sulle	loro	famiglie	e,	non	da	
ultimo,	 sui	 professionisti.	 In	 sintesi,	 il	 capitolo	 si	 propone	 di:	 esplorare	 quali	
siano	gli	ambiti	in	cui	le	tecnologie	stanno	generando	un	cambiamento	maggiore	
nei	modelli	di	servizio;	mettere	in	luce	i	fattori	facilitanti	e	ostacolanti	i	progetti	
di	 adozione	 e	 implementazione	 di	 tali	 innovazioni,	 e	 i	 possibili	 impatti	 delle	
tecnologie	sui	processi	interni,	sui	professionisti	e	sugli	utenti	finali.	L’obiettivo
Pagina		12	
e	l’interesse	principale	della	ricerca	è	promuovere	il	dibattito	sull’importanza	di	
una	strategia	attiva	e	deliberata	per	la	gestione	delle	tecnologie.	»	
	
	
	
In	pratica,	a	mio	parere,	una	visione	della	tecnologia	palesemente	lontana	dai	
problemi	del	mondo	reale	che	ben	conosce	chi	si	misura	sul	campo	ogni	giorno,	
lo	stesso	da	cui	io	provengo.	Pur	comprendendo	il	diverso	approccio	del	mondo	
del	management	verso	la	tecnologia	e	l’innovazione,	non	riesco	a	comprendere	
le	 ostentate	 omissioni	 nella	 proposta	 di	 soggetti	 come	 i	 referenti	 tecnici	 e	 gli	
esperti	regolatori	che	ho	già	segnalato,	omissioni	inaccettabili	se	presentate	da	
un	organismo	di	indirizzo	per	la	politica	e	i	quadri	dirigenti	della	sanità	come	
CERGAS,	se	non	altro	per	la	sua	autorevolezza.	
	
Un	 altro	 tema	 portato	 all’attenzione	 della	 platea	 per	 creare	 il	 patos	 e	
l’aspettativa	da	teatro,	momento	necessario	per	un	evento	di	cinque	ore	senza	
soluzione	 di	 continuità,	 ha	 riguardato	 i	 risultati	 di	 un’indagine	 che	 è	 stata	
indubbiamente	coraggiosa.	Questi	i	risultati	in	una	frase:		
	
“Dirigenti	senza	competenze	di	management,	poco	o	per	nulla	motivati”	
	
Un	 gap	 da	 superare	 con	 nuove	 proposte	 tutte	 rintracciabili	 nel	 rapporto	
ovviamente.
Pagina		13	
Così,	un	po’	alla	volta,	l’attenzione	del	pubblico	in	attesa	dell’anteprima	dei	temi	
di	OASI2019	è	stata	focalizzata	sulle	proposte	reiterate	più	volte	per	rimediare	
all’impossibilità	 di	 accesso	 alla	 piramide	 decisionale-organizzativa	 del	 SSN,	 a	
partire	da	come	 valorizzare	 i	 criteri	 di	 merito	 del	 management	 in	 sanità	
attraverso	una	pesante	revisione	della	remunerazione	del	rischio	individuale	e	
d’impresa,	 per	 invogliare	 più	 persone	 intraprendenti	 a	 ricoprire	 questi	 ruoli	
oggi	 scomodi	 e	 demotivanti	 per	 via	 di	 una	 burocrazia	 che	 ingessa	 tutto	
penalizzando	chi	si	espone,	fino	ad	ora	appannaggio	della	sola	politica.	
	
Infine	il	messaggio	che	OASI2019	ci	ha	lasciato	a	fine	giornata:		
“Non	è	più	possibile	nascondersi	dietro	ad	alibi,	vincoli,	rischi	personali	
(nessuno	vuole	firmare)	ma	occorre	diventare	sempre	più	persone	
«responsabili	per	determinare	un	futuro	sostenibile	del	SSN»,	non	solo	per	
motivi	etici,	ma	anche	perché	bisogna	essere	consapevoli	del	fatto	che	se	va	in	
crisi	il	SSN	ognuno	di	noi	sarà	vittima	delle	macerie”.
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Metà	del	racconto	e	già	un	anticipo	sulle	conclusioni	
Lasciandomi	 di	 stucco,	 nessun	 relatore	 ha	 parlato	 realmente	 degli	 aspetti	
tecnologici,	di	cui	gli	interventi	si	sono	riempiti	di	citazioni	per	tutta	la	giornata.	
Nessuno	che	li	abbia	affrontati	richiamando	l’attenzione	sullo	stato	effettivo	
di	 funzionamento	 della	 sanità	 in	 Italia,	 dei	 problemi	 rimasti	 irrisolti	 da	
sempre	 (interoperabilità,	 adozione	 di	 standard	 e	 linguaggi	 semantici	
comuni,	 appropriatezza	 delle	 tecnologie	 sanitarie,	 usabilità	 dei	 dispositivi	
medici,	 sicurezza	 per	 i	 pazienti,	 conformità	 degli	 standard,	 privacy,	
cybersecurity,	etc.).		
	
Una	 giornata	 di	 lavori	 che	 ha	 dato	 per	 scontato	 che	 questi	 annosi	 problemi	
fossero	già	stati	tutti	risolti.	Ammissione	implicita	che	lascia	credere	quello	che	
non	c’è,	per	il	solo	non	parlarne,	abbuiando	in	assoluto	il	ruolo	cerniera	degli	
ingegneri	clinici,	biomedici	e	gestionali,	senza	i	quali,	come	per	altri	portatori	
di	 interessi	 altrettanto	 fondamentali	 dello	 stesso	 grande	 organismo,	 la	 sanità	
non	starebbe	in	piedi!
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Cosa	è	mancato	
Un	tema	di	frontiera	che	mi	ha	stupito	non	sia	stato	trattato,	avrebbe	dovuto	
riguardare	 l’allarmante	 problema	 della	 progressiva	 sostituzione	 del	 personale	
medico	 e	 sanitario	 da	 parte	 della	 tecnologia,	 scelta	 voluta	 e	 perseguita	 con	
premeditazione	 per	 spostare	 l’attenzione	 della	 platea	 su	 una	 visione	
semplificata	 dei	 problemi	 complessi	 che	 ci	 aspetteranno	 a	 breve,	 che	 si	 trova	
esposta	nelle	slide	che	sono	state	condivise.		
	
Topics:	via	i	talenti,	specializzazioni	inutili,	avvento	dell’IA	
	
Il	tema	dell’inevitabile	progressiva	sostituzione	tra	competenze	umane	a	favore	
delle	 tecnologie	 avrebbe	 offuscato	 la	 proposta	 di	 OASI2019,	 sbilanciando	 le	
risorse	da	allocare	a	breve	sulle	macchine,	i	software	ormai	diventati	dispositivi	
medici	intelligenti	come	parte	attiva	dei	più	complessi	processi	di	cura,	invece	
che	sull’ecosistema	del	management	caro	all’osservatorio	e	gli	industriali	che	si	
occupano	di	sanità	e	perciò	offuscato.
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Proposte	contraddittorie	dal	sistema	
A	 fine	 giornata	 è	 stata	 evocata	 esplicitamente	 “l’innovazione	 che	 piace”,	
l’innovazione	 che	 richiede	 a	 tutti	 di	 aver	 paura	 dei	 grandi	 player	 #Google,	
#Amazon,	#Apple	(#IBM	non	è	stata	rammentata	perché	probabilmente	è	uno	
stakeholder	che	finanzia	bene	l’industria	della	sanità	in	Italia:	pubblica,	privata,	i	
centri	di	ricerca,	le	università	e	gli	osservatori).			
	
Multinazionali	che	valgono	1000:1	rispetto	all’industria	sanitaria	nazionale,	che	
grazie	all’	IA	si	stanno	sostituendo	ai	portatori	di	interessi	di	chi	lavora	a	livello	
nazionale	con	il	SSN	e	l’intero	ecosistema	collegato:	il	privato	convenzionato	e	
l’area	socio	sanitaria	collegata	al	welfare.		
	
Un	esercizio	oratorio	portato	avanti	solo	da	chi,	più	autorevole	di	tutti	i	presenti,	
poteva	permettersi	di	additare	la	platea	ad	avere	paura.		
	
Senza	orpelli	e	giri	di	parole,	è	stata	evocata	una	sana	paura	collettiva	fomentata	
con	il	preciso	intento	di	creare	un	amalgama	per	necessità	tra	i	piccoli	portatori	
di	interessi	fino	ad	ora	in	perenne	concorrenza	tra	loro,	diversi	tra	loro	e	dai	
big	della	sanità	mondiale,	gli	over	the	top,	che	per	sopravvivergli,	avrebbero	
dovuto	 convincersi	 che	 solo	 imparando	 a	 fare	 sinergia	 avrebbero	 potuto	
continuare	ad	esistere	e	fare	affari.	
	
Per	 inciso,	 lo	 stesso	 cimento	 annunciato	 in	 altra	 sede	 e	 negli	 stessi	 giorni	 da	
Confindustria	Dispositivi	Medici	che	ha	annunciato	al	mondo	di	essere	pronta	
alla	sfida	dell’innovazione	con	la	nuova	associazione	“Home	and	Digital	Care”	
che	riunisce	le	imprese	di	prodotti	e	servizi	legati	all'assistenza	sociosanitaria	
sul	territorio	intuendo	che:		
"Questo	è	il	settore	del	futuro.	Le	risposte	tecnologiche	sul	fronte	dei	
dispositivi	medici	ci	sono	tutte	e	l'evoluzione	è	continua,	ma	al	momento	
non	c'è	un'architettura	che	le	metta	a	sistema	in	modo	organico".	
Risposta	 sistemica	 del	 tessuto	 industriale	 del	 comparto	 dei	 Dispositivi	 Medici	
all'avvento	dei	nuovi	Big	Player	della	sanità	che	sono	già	in	campo.	Ogni	nuova	
aggregazione	 che	 nasca	 per	 dare	 risposte	 corporative,	 senza	 aver	 risolto	 i	
problemi	 a	 monte,	 a	 mio	 parere,	 avrà	 la	 strada	 in	 salita,	 specialmente	 se	 in	
concorrenza	 con	 altri	 organismi	 che	 si	 sono	 preposti	 per	 assolvere	 agli	 stessi	
obiettivi.	 Come	 per	 la	 proposta	 di	 OASI2019,	 il	 dubbio	 che	 queste	 iniziative	
siano	solo	un	contenitore	vuoto,	rimane	sempre.
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Considerazioni	finali	
Questo	fermento	diffuso,	ma	frammentato	e	non	condiviso,	di	fatto	è	un’implicita	
ammissione	 che	 gli	 organi	 di	 governo	 come	 il	 Ministero	 della	 Salute,	 l’Istituto	
Superiore	 di	 Sanità	 e	 il	 SSN	 pubblico	 e	 privato,	 gli	 istituti	 di	 indirizzo	 come	 gli	
osservatori	sulla	sanità	delle	scuole	MBA,	inclusa	Confindustria	con	i	suoi	associati,	
stanno	già	tutti	andando	a	traino	perché	manca	una	visione	comune.	
	
E’	stato	impressionante.		
	
È	innegabile	che	è	stato	presentato	un	progetto	vasto	e	organico	di	rifacimento	
dell’intero	sistema,	ma	come	ho	già	detto	con	una	visione	unilaterale.	Non	si	è	
mai	 accennato	 al	 ruolo	 svolto	 da	 chi	 conosce	 dal	 basso	 le	 tecnologie	 per	
affrontare	il	processo	di	cambiamento,	non	si	mai	accennato	alla	rivoluzione	che	
c’è	da	avviare	per	riformare	in	modo	organico	il	comparto	tecnico-regolatorio,	
assolutamente	abilitante	e	indispensabile	per	rendere	consapevoli	e	operativi	i	
medici,	gli	infermieri,	i	tecnici	e	i	pazienti	stessi.	
	
Si	è	perfino	tornati	a	parlare	di	un	modello	di	sanità	basato	su	Hub	e	Spoke,	che	
credevo	superato,	e	solo	perché	non	 siamo	 stati	 capaci	 di	far	funzionare	per	
tempo	 la	 #telemedicina,	 le	 cure	 a	 casa	 per	 ridurre	 le	 spese	 e	 garantire	
contemporaneamente	#sostenibilità	e	un	accesso	#universalistico	#equo	ed	
soprattutto	#etico.		
	
Si	poteva	fare	già	da	tempo,	ma	gli	stakeholder	della	sanità	non	si	sono	trovati	
d’accordo	per	fare	abbastanza	affari	e	dividere	la	torta	in	modo	conveniente	per	
ciascuno	di	loro.		
	
La	proposta	anacronistica	-	Per	non	perdere	l’ultimo	treno	è	stato	pensato	di	
massimizzare	 tutto	 quello	 che	 di	 propositivo	 si	 conosce,	 spendibile	 in	 forma	
aggregata	in	una	nuova	proposta	convincente	–	indipendentemente	dal	campo	
politico	da	cui	le	singole	esperienze	provengono.	E	lo	si	è	fatto	continuando	a	
non	voler	approfondire	i	temi	che	inevitabilmente	la	tecnologia	solleva	quando	
si	deve	risolvere	un	problema	complesso	seriamente.	Così	si	è	tornati	a	invocare	
modelli	 di	 assistenza	 anacronistici	 di	 redistribuzione	 di	 competenze	 umane,	
tecnologiche	e	strumentali	in	time-sharing	sul	territorio,	per	accontentare	tutti,	
ma	dagli	effetti	solo	demagogici	senza	nessuna	possibilità	di	essere	realmente	
utili.
Pagina		18	
	
Quante	 volte	 ci	 siamo	 detti	 che	 non	 a	 senso	 reinventare	 l’acqua	 calda!	
Basterebbe	 guardarsi	 indietro	 e	 vedere	 cosa	 è	 stato	 fatto	 nel	 campo	 della	
telemedicina	negli	ultimi	trenta	anni.		
Eppure,	ogni	volta	che	s’innesca	un	nuovo	ciclo	tecnologico,	chiunque	si	cimenti	
in	 qualche	 sfida	 che	 richiede	 di	 rischiare	 in	 proprio,	 arbitrariamente	 viene	
spinto	a	credere	nella	buona	riuscita	delal	sua	iniziativa.	
A	credere	che	nel	suo	tempo	e	con	i	suoi	strumenti	(oggi	sono	le	App,	il	Cloud,	
l’IA,	il	5G),	tutto	sarà	possibile,	diverso	dagli	esiti	del	passato	ma	solo	perché	si	
tratta	 di	 una	 proposta	 nuova,	 con	 una	 visione,	 ma	 generalmente,	 senza	
preoccuparsi	 di	 andare	 a	 vedere	 i	 punti	 di	 fallimento	 delle	 esperienze	
precedenti.		
Un	 punto	 di	 fallimento	 ricorrente	 è	 la	 spinta	 ricevuta	 dall’ambiente	 ad	
abbreviare	 il	 tempo	 per	 andare	 sul	 mercato	 che	 come	 un	 mantra	 va	 sempre	
minimizzato.		
Così	 ogni	 volta	 si	 ripetono	 i	 medesimi	 errori,	 perché	 non	 si	 è	 mai	 disposti	 a	
imparare	dagli	errori	degli	altri.		
	
Per	la	mia	esperienza	sul	campo	da	oltre	35	anni,	questo	capita	anche	perché	i	
fallimenti	seppur	alla	base	di	ogni	successo,	si	preferisce	nasconderli	sempre.	Forse	
perché	 gli	 insuccessi	 dovuti	 a	 qualche	 errore	 di	 design,	 management,	 sopra	 o	
sottovalutazione	 dei	 progetti	 innovativi,	 fuori	 da	 ogni	 retorica,	 nella	 maggior	
parte	 dei	 casi	 non	 portano	 altri	 finanziamenti	 e	 si	 preferisce	 sempre	 piegare	 i	
risultati	ottenuti	a	un’apparente	successo	seppur	minore	rispetto	alle	aspettative,	
ma	 conforme	 ai	 desiderata	 di	 progetto,	 penalizzando	 chi	 venendo	 dopo,	
cimentandosi	nella	stessa	scia	di	problemi,	si	troverà	a	ripetere	all’infinito	gli	stessi	
errori.
Pagina		19	
Mancanza	di	una	visione	consapevole	della	realtà	
• Come	i	medici	che	hanno	fatto	il	giuramento	di	Ippocrate,	invece	di	sentire	di	
avere	 una	 missione	 da	 compiere	 sono	 diventati	 burocrati,	 applicatori	 di	
protocolli	 clinici,	 e	 seppur	 professionisti	 ormai	 sono	 pagati	 dall’industria	
della	salute	come	lavoratori	a	cottimo	e	non	per	i	risultati	che	raggiungono;		
• anche	 gli	 ingegneri	 e	 i	 tecnici,	 della	 più	 vasta	 area	 STEM,	 hanno	
completamente	 dimenticato	 il	 rigore	 del	 metodo	 scientifico,	 fondamento	
della	 loro	 professionalità,	 che	 partendo	 da	 un’approfondita	 analisi	
dell’esistente	li	dovrebbe	guidare	a	studiare	realizzazioni	innovative	dei	loro	
artefatti	 con	 tanto	 di	 ipotesi	 e	 verifica	 delle	 tesi	 proposte,	 producendo	
evidenze	riproducibili	da	parte	dell’intera	comunità	scientifica.		
#OpenData	#BigData	#XIA	
[temi	che	richiamerò	appena	più	avanti	quando	parlerò	dei	problemi	che	l’IA	sta	
ponendo	con	l’introduzione	nella	vita	quotidiana	dei	dispositivi	medici	assistiti]	
		
Forse	ingenuamente,	ma	mi	sono	chiesto	ancora	una	volta:		
• Perché	quando	si	parla	della	tecnologia	non	si	sente	mai	la	necessità	di	
parlarne	in	modo	dettagliato,	professionale	e	con	appropriatezza?	
	
• Perché	ci	accontentiamo	di	sapere	che	un	emerito	professore,	un	chirurgo	di	
fama,	nei	suoi	giorni	di	vacanza,	è	contento	di	essere	richiamato	in	servizio	per	
operare	un	paziente	qualunque,	via	5G	mentre	sta	pescando	su	una	scogliera	
sperduta	di	un	fiordo	norvegese,	e	poi	non	ci	chiediamo	che	risultati	hanno	
realmente	 a	 distanza	 di	 tempo	 le	 tante	 operazioni	 chirurgiche	 robotizzate	
sempre	più	diffuse	nei	nostri	ospedali,	oppure	l’incidenza	delle	infezioni	dovute	
ad	una	gestione	“allegra”	dei	pazienti,	le	ricadute	dei	pazienti	appena	dimessi	e	
le	successive	costosissime	riammissioni	per	la	comparsa	di	complicazioni,	se	i	
nostri	dati	sono	sicuri,	sono	stati	persi,	chi	li	userà,	se	li	potremmo	usare	altrove	
o	al	limite	cancellarli?”	
	
Indicatori	 dello	 stato	 di	 salute	 di	 un	 sistema,	 raramente	 trattati	 dai	 media	
perché	ormai	teleguidati	dai	professionisti	della	comunicazione	presenti	ormai	
ovunque	in	queste	strutture	complesse	sotto	l’egida	della	politica.
Pagina		20	
La	risposta	che	posso	immaginare,	da	uomo	di	strada	che	sono	come	il	Mario	di	
questo	lunghissimo	sequel	che	ospita	questo	resoconto,	è	ché	dal	punto	di	vista	
del	management	sanitario:	
oggi	la	scelta	di	una	tecnologia	o	un’altra	(nuova	o	vecchia	che	sia,	appropriata	o	
inappropriata,	 conforme	 o	 meno)	 sia	 solo	 il	 mero	 risultato	 dell’analisi	 di	 una	
variabile,	una	scelta	teleguidata	tra	le	possibili	scelte	fatta	da	chi	si	occupa	da	
sempre	di	risk-management,	attento	ormai	a	spendere	dove	conviene	di	più	per	
far	tornare	i	conti,	trascurando	gli	interessi	dal	basso	del	comparto	tecnologico,	
di	 competenza	 di	 altre	 figure	 professionali,	 i	 veri	 fantasmi	 in	 questa	
anteprima	di	OASI2019.	
	
Scelte	delle	direzioni	aziendali	quasi	sempre	comprensibili,	vediamo	perché.	
	
Gli	 architetti	 che	 sovraintendono	 alle	 aree	 tecnologiche	 in	 ambito	 sanitario,	
conosciute	 come	 ICT,	 ADT,	 RIS,	 PACS,	 Cartella	 Clinica	 Elettronica,	 FSE	 e	
Registri	 di	 Patologia	o	più	in	generale	gli	architetti	della	sanità	 elettronica,	
hanno	 speso	 decine	 di	 anni	 a	 vuoto,	 senza	 produrre	 nulla	 di	 utilizzabile	 dagli	
ingegneri	 del	 management	 della	 sanità,	 comparto	 abituato	 da	 sempre	 a	
minimizzare	i	rischi	e	far	tornare	i	bilanci.		
	
Sul	tema	è	bene	che	si	sappia	che	l’ecosistema	della	sanità	elettronica,	per	mia	
esperienza	 diretta,	 non	 ha	 ancora	 prodotto	 nulla	 di	 utilizzabile	 in	 modo	
sistemico,	 nemmeno	 adesso	 che	 abbiamo	 un	 ministero	 dell’innovazione	
ringiovanito,	anche	se	solo	nell’età	anagrafica	di	chi	lo	guida,	perché	negli	anni	si	
è	 perso	 dietro	 a	 molteplici	 spinte	 di	 modelli	 organizzativi	 regionali,	
centralizzati,	misti,	con	indicazioni	altalenanti	da	parte	della	politica	di	turno,	
tanto	da	impallare	ogni	evoluzione	e	certezza,	producendo	molteplici	organismi	
istituzionali	governativi	e	regionali	in	concorrenza	tra	loro,	leggi	e	regolamenti	
attuativi	mai	scritti.		
	
La	 nefasta	 conseguenza	 di	 tanti	 organismi	 burocratici	 in	 concorrenza,	
ciascuno	autorevole	per	la	sua	parte,	infine,	è	stata	l’aver	screditato	ai	piani	alti	
del	management	sanitario	il	modello	vincente	della	Sanità	Elettronica,	partito	
nel	 Canada	 alla	 fine	 degli	 anni	 ’90,	 ancora	 oggi	 in	 Italia	 stenta	 a	 decollare	 in	
modo	 organico,	 infrastruttura	 su	 cui	 si	 dovrebbe	 basare	 il	 nuovo	 SSN,	 per	
garantirne	la	sostenibilità.
Pagina		21	
Proprio	lo	stesso	SSN	di	cui	si	parla	oggi,	senza	mai	rammentare	quello	che	di	
buono	e	consistente	è	stato	realizzato	con	tanti	sforzi,	da	tante	persone	e	con	
tantissimi	soldi	di	tutti,	cioè:	ancora	nulla	che	sia	affidabile.
Pagina		22	
Il	Re	è	nudo	
	
Se	il	Re	è	nudo	possiamo	anzi	dobbiamo	dirci	senza	averne	paura	che:		
Lo	stato	dell’arte	in	Italia	per	quanto	riguarda	la	Sanità	Elettronica	è	che	non	ci	
si	è	ancora	messi	d’accordo	su	quali	architetture	usare,	quali	linguaggi	usare,	che	
semantica	comune	usare	per	descrivere	il	mondo	della	salute	di	“domai”.	
	
E	 intanto,	 grazie	 all’introduzione	 diffusa	 della	 tecnologia	 dell’IA	 le	
multinazionali	stanno	mettendo	fuori	gioco	tutti	gli	stakeholder	della	sanità	
italiana.	 Un’industria	 frammentata,	 operatori	 nazionali	 in	 concorrenza	 che	
stanno	 arrivando	 in	 clamoroso	 ritardo	 a	 dare	 servizi	 ai	 cittadini,	 incluse	 le	
startup	 innovative	 italiane	 che	 insieme	 non	 riescono	 a	 fare	 massa	 critica	 e	
competere.	
	
Un’industria	 “nostrana”	 incapace	 di	 usare	 a	 suo	 favore	 i	 nuovi	 regolamenti	
europei	appena	entrati	in	vigore	come	MDR	e	il	GDPR,	purtroppo	nati	vecchi	
per	 non	 aver	 previsto	 l’avvento	 delle	 nuove	 tecnologie	 e	 dell’avvento	 di	
dispositivi	medici	auto-apprendenti	fuori	da	ogni	controllo.		
	
Un	 destino,	 quello	 dei	 regolamenti	 europei,	 segnato	 dalla	 mancanza	 delle	
persone	giuste	e	regole	etiche	negli	organi	comunitari,	che	al	momento	giusto	
siano	in	grado	di	progettare	infrastrutture	economiche,	tecniche	e	normative	
comuni	e	finalizzare	politiche	generali	che	impattino	positivamente	nella	vita	
delle	persone.	
	
Intanto,	 la	 politica	 locale	 e	 i	 suoi	 consulenti,	 si	 accaniscono	 a	 creare	 recinti	 -	
norme	per	una	IA	di	sistema,	una	Blockchain	di	sistema,	un	Cloud	europeo	
nazional	 regionale	 –	 insomma	 un	 anacronistico	 recinto	 di	 sicurezza	
informatica	con	la	conseguenza	di	dover	tirare	su	barriere	equidistanti	da	tutti,	
per	 gli	 over	 the	 top	 delle	 reti,	 dell’informatica,	 delle	 Telco,	 un’azione	 politica	
infrastrutturale	dalle	conseguenze	impredicibili,	ma	soprattutto,	senza	arrivare	
mai	a	produrre	i	regolamenti	attuativi	che	diano	una	buona	volta	concretezza	ai	
quei	 propositi.	 [forse	 per	 il	 timore	 di	 vederne	 le	 conseguenze	 nella	 legislazione	
corrente	che	li	vede	impegnati	a	parlare]	
	
Intanto	 i	 Big	 Player	 della	 sanità	 d’oltre	 oceano	 stanno	 adottando	
autonomamente	strategie	indipendenti	e	parallele	dal	sistema	Italia-Europa	per
Pagina		23	
erogare	 sanità	 all’utente	 finale,	 senza	 possibilità	 di	 alcuno	 controllo	 da	 parte	
dello	 Stato	 Italiano	 perché	 giocando	 in	 anticipo,	 si	 rivolgono	 direttamente	 ai	
bisogni	dei	pazienti	attraverso	i	canali	commerciali	che	hanno	costruito	basati	
su	web.		
	
E	se	da	una	parte	pubblicizzano	soltanto	risultati	utili	e	spettacolari	per	i	loro	
servizi	e	dispositivi,	dall’altra	rendono	impossibile	verificarne	caratteristiche	e	
appropriatezza.		
	
Ciò	che	dovrebbe	preoccuparci	tutti	è	l’eticità	con	cui	manipolano	i	nostri	dati,	la	
qualità	delle	“indicazioni	mediche”	che	ci	offriranno	e	dal	punto	di	vista	degli	
organi	di	controllo,	l’impossibilità	per	le	nostre	istituzioni	di	poter	verificare	la	
salubrità	dei	nuovi	dispositivi	che	stanno	arrivando	sul	nostro	mercato	e	basati	
su	IA	per	la	diagnosi.			
	
Infatti:		
• gli	osservatori	più	attenti	cominciano	a	preoccuparsi	del	“continuos	
learning”	dei	nuovi	dispositivi	che	includono	le	tecnologie	d	IA	e	che	al	
pari	del	resto	dei	dispositivi	medici	certificati,	richiederebbero	un	
altrettanto	continuo	aggiornamento	della	validazione	e	certificazione	
dei	prodotti	già	autorizzati	sul	mercato	e	che	al	momento	sfuggono	ad	
ogni	controllo.	
	
Durante	il	convegno	in	somma,	si	è	parlato	quasi	sempre	del	ruolo	delle	aziende	
sanitarie,	e	per	mio	dispiacere,	per	nulla	del	ruolo	delle	aziende	del	comparto	
dei	Dispositivi	Medicali	che	ogni	giorno	scelgono	e	propongono	senza	alcuna	
trasparenza,	quelle	stesse	tecnologie	di	cui	il	management	sanitario	si	alimenta	
per	invocare	l’innovazione.		
	
Allo	stesso	modo	non	si	è	mai	parlato	di	chi	sul	campo,	quelle	stesse	tecnologie	
scelte	 dal	 management,	 le	 deve	 far	 funzionare	 ogni	 giorno,	 categorie	 che	 non	
sono	 mai	 state	 rammentate.	 	 [gli	 organismi	 regolatori	 di	 controllo	 interni	 ed	
esterni,	gli	esperti	della	sicurezza	e	della	compliance	con	il	nuovo	regolamento	
MDR,	i	tecnici	e	soprattutto	gli	ingegneri	biomedici	(e/o	ingegneri	clinici)	nelle	
strutture	sanitarie]	
	
Come	dar	torto	alle	voci	di	chi	si	lamenta	che	la	cattiva	programmazione	
sanitaria	degli	ultimi	decenni	sta	producendo	un	ammanco	di	decine	di	migliaia	
di	medici	e	infermieri	a	breve	termine?	E	qui	il	dibattito	potrebbe	approdare	ad
Pagina		24	
una	lunga	lista	di	errori	di	programmazione	e	soggetti	facilmente	individuabili	
ma	che	ormai	non	servirebbe	a	nulla.	
	
D’altra	 parte,	 chi	 glie	 lo	 dice	 agli	 attuali	 decisori	 politici	della	sanità,	 ai	quadri	
intermedi	medici	e	infermieristici	di	oggi,	che	se	non	si	garantiranno	un	adeguato	
supporto	da	parte	di	quei	tecnici	fantasma	che	vivono	con	loro	e	non	vengono	mai	
rappresentati	 sui	 tavoli	 che	 contano,	 diventeranno	 al	 più	 presto	 soltanto	 meri	
esecutori	di	procedure	sempre	più	semplificate,	soggetti	presto	o	tardi	sacrificabili,	
alla	mercé	di	macchine	e	software	sempre	più	intelligenti	il	cui	costo	di	gestione	
per	il	sistema	sanitario	sarà,	su	grande	scala,	infinitamente	più	basso	del	loro,	fino	
a	farli	estinguere?		
	
Io	oggi	queste	domande	me	le	sarei	poste!	Per	parlarne	onestamente	con	così	
tanti	 addetti	 ai	 lavori	 presenti	 e	 i	 decisori	 delle	 politiche	 sanitarie	 di	 domani,	
specialmente	se	a	parlare	è	un	osservatorio	che	vuole	mantenere	in	vita	capra	
e	cavoli.	
	
Tirando	 le	 somme,	 è	 stata	 una	 giornata	 interessante,	 da	 rivivere	 in	 ogni	 suo	
momento	 grazie	 alle	 slide	 condivise	 e	 i	 rapporti	 OASI	 che	 dal	 2019	 indietro,	
sono	stati	resi	di	libero	accesso	sul	portale	CERGAS	e	che	trovate	nelle	referenze	
a	fine	articolo,	a	un’ultima	considerazione	da	qui.	
	
	
	
Perché	 dovremmo	 dire	 "va	 bene"	 quando	 bene	 non	 va?	 Non	 c’è	 nulla	 di	 simile	
nell’esperienza	umana	che	consuma	di	più	interiormente,	dell’avallare	il	falso	in	
chi,	consapevole	dei	fatti,	non	ha	altra	scelta.	Ma	più	grave	è	avallare	presunte	
verità	 di	 comodo	 senza	 approfondire	 le	 conseguenze	 del	 solo	 appoggiarle,	
svendendo	il	proprio	ruolo,	autorevolezza	o	brand	come	si	dice	adesso,	per	futili
Pagina		25	
motivi	o	gravi	commistioni,	quel	piccolo	spazio	di	autonomia	che	l’aver	studiato	
ancora	conferisce	a	ciascuno	uomo,	scienziato,	esperto,	mentore.	
	
	
Riferimenti	
[1]	CERGAS	CENTRE	FOR	RESEARCH	ON	HEALTH	AND	SOCIAL	CARE	
MANAGEMENT	-	OASI	Reports	and	Conferences'	material	
[postfazione]	di	Francesco	Ripa	di	Meana	e	Nicola	Pinelli

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Luoghi di conversazione per ingegneri biomedici fantasma

  • 1. Pagina 1 Luoghi di conversazione per ingegneri biomedici fantasma #Conversazioni – Era una casa grande perché eravamo gente con progetti grandiosi «John Fante» “Ci sono luoghi che catturano il cuore. Luoghi che sogni da una vita. Luoghi dove percepisci che la tua fantasia può diventare Senso. Ci sono luoghi che catturano la mente. Luoghi dove inizi a pensare. Luoghi dove non puoi fermare la fantasia. Varchi una porta. I sogni non si fermano, danzano. [lei] - Hai perfettamente ragione, è un problema di luoghi. Luoghi dove la verità, la speranza e il sogno qualche volta sono di casa e fonte di ispirazione per tutti gli ospiti, come ci sono altri luoghi che, seppur nella loro magnificenza e autorevolezza, sono fonte di lucida e consapevole menzogna a partire dalla formazione fino alle consulenze più autorevoli, luoghi dove attraverso le presunte competenze si calpestano i diritti degli altri in nome di un liberismo strisciante e infestante dell’animo umano, oscurando la lucidità di idee e pensieri anche dei più attrezzati culturalmente, figuriamoci di chi, a quei luoghi, ci si avvicina soltanto con l’inesperienza di chi vuol provare a sognare e sperare. [lui] Quest’oggi le “Storie di Mario” ospitano un viaggio nei luoghi dove è presunto trovare indicazioni utili per continuare a sperare e sognare. [Tempo richiesto per la lettura di tutto l’articolo 23 minuti]
  • 2. Pagina 2 Indice LOCATION – CONVEGNO OASI 2019 ................................................................................................................... 3 PREFAZIONE ............................................................................................................................................................... 4 RINGRAZIAMENTI ............................................................................................................................................................................ 4 MESSAGGI CONFONDENTI ..................................................................................................................................... 6 DOMANDE E RISPOSTE LASCIATE INASCOLTATE .......................................................................................... 7 SOGNI E ASPETTATIVE MANCATE ....................................................................................................................... 8 LE REALI INDICAZIONI AL DI LÀ DELLE APPARENZE ................................................................................... 9 BREVE RESOCONTO DELLA GIORNATA ........................................................................................................... 10 METÀ DEL RACCONTO E GIÀ UN ANTICIPO SULLE CONCLUSIONI .......................................................... 14 COSA È MANCATO ................................................................................................................................................... 15 PROPOSTE CONTRADDITTORIE DAL SISTEMA ............................................................................................ 16 CONSIDERAZIONI FINALI ..................................................................................................................................... 17 E’ STATO IMPRESSIONANTE. ....................................................................................................................................................... 17 MANCANZA DI UNA VISIONE CONSAPEVOLE DELLA REALTÀ .................................................................. 19 IL RE È NUDO ............................................................................................................................................................ 22 RIFERIMENTI ........................................................................................................................................................... 25
  • 3. Pagina 3 Location – Convegno OASI 2019 Milano - via Roentgen 1, h.8:30 - Varcata la porta dell’Aula Magna si inizia a respirare subito il pathos di essere parte o anche solo ospiti di una delle scuole di Management più prestigiose d’Italia, patrimonio della città, della regione, delle istituzioni Italiane e di tutta l’Europa. La centralità dei progetti e degli studi del Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale (Cergas SDA Bocconi) ancora una volta segnano la cifra della Bocconi, con le sue competenze da valorizzare in un tempo caratterizzato dalla complessità mentre emergono continuamente, illusorie tendenze alla semplificazione. E se di fronte alle novità, la storia ci ha sempre consegnato scelte di chiusura e il desiderio di impossibili ritorni al passato, la formazione e le competenze coltivate alla Bocconi continuano a suscitare spirito critico e senso di responsabilità, i veri antidoti a inesperienza e scelte capestri, fonti di odio e pregiudizio tra cittadini di ogni ordine e grado.
  • 4. Pagina 4 Prefazione Lo scopo di questo breve resoconto è condividere, con chi non è attrezzato per decodificare la comunicazione dei centri di potere, le impressioni della giornata di presentazione pubblica in anteprima dei capitoli del rapporto #OASI2019 che quest’anno ha l’intento di ridefinire la missione del Servizio Sanitario Nazionale (#SSN) nel più generale universo sanitario in espansione, fornendo ancora una volta prospettive strategiche per promuovere l’innovazione. Fieri e soddisfatti del rapporto, gli organizzatori dell’evento hanno aperto le loro porte a tutti gli iscritti che hanno avuto a che fare con questa scuola di management blasonata. Ringraziamenti Un ringraziamento agli organizzatori per avermi permesso di partecipare e registrare l'audio dell’intera giornata, dalla quarta fila, il #luogo più a ridosso delle poltrone riservate agli ospiti e gli speaker, da dove ho atteso l’inizio della proposta del giorno, supportata da #KPMG e tanti altri attori della sanità che hanno partecipato alle indagini. Allo stesso tempo, pur non potendo immaginare il contro pensiero che questo racconto potrà sollevare in tutte le istituzioni e persone a cui faccio riferimento per dare consistenza alla narrazione, con cui mi scuso in anticipo, da giullare che sono e che si è invitato alla festa da solo, ho colto e reputato opportuno e doveroso divulgare problemi collegati alla proposta della giornata, di qualche interesse per i giovani e il loro futuro.
  • 5. Pagina 5 Invito alla lettura del manifesto liberista rivoluzionario Non rovinerò a nessuno la sorpresa sul rapporto OASI2019 che da quest’anno è reperibile per tutti all’indirizzo indicato [1], raccontandone i dettagli, ma posso testimoniare che dalla quarta fila, già con l’introduzione si è iniziato a respirare un’aria che prospettava di li a poco una proposta liberale. E per chi vorrà rivivere i momenti salienti dell’offerta della giornata, li troverà esplicitati nelle ultime presentazioni del convegno. • Ci siamo su efficienza e appropriatezza, ma dobbiamo lavorare sulle competenze! • Italia 2019 - rating stabile ed outlook negativo. • Come interagiscono ed interagiranno le componenti pubbliche e private della spesa? • Come sta la sanità italiana? Dove va la sanità italiana? • Come la tecnologia può essere uno strumento per evolvere il modello di cura e il sistema sanitario e quali sono le variabili che influenzano l’adozione di tecnologia da parte delle aziende sanitarie? • Gli obiettivi e i modelli organizzativi su cui innestare l’innovazione sono fondamentali, ma il target identificato giocherà un ruolo chiave nel trasformare un’innovazione teorica in una che sia tangibile e realmente adottata e fondamentale, che sia sostenibile nel tempo.
  • 6. Pagina 6 I fattori in gioco sono molteplici e in SDA Bocconi se ne discute ogni anno con focus su casi d’uso a livello italiano. • Come consolidare la governance del servizio sanitario e come costruire competenze adeguate? Otto proposte suddivise in due ambiti: geografia delle autonomie e responsabilità, personale e reti di competenza. • Proposte per una nuova governance del #SSN. Chi come me era presente, ha assistito a una serie di proposte dal sapore inaspettato: accondiscendenti, propositive ed esageratamente “politically correct”, rivolte a tutte le parti in gioco, preludio ad un analisi più politica che tecnica, evidenziando indirettamente l’assenza dei profili di competenze specifiche che mi aspettavo di trovare, fondamentali nell’ambito di un governo sanitario rinnovato. Messaggi confondenti Forse per i tempi dell’evento, ma anche quest’oggi si è parlato solo di appalti e dei problemi di un “management più illuminato” da valorizzare, i cardini di un sistema che da sempre è guidato da analisi, studi e conclusioni teleguidate dalle lobby per l'interesse di pochi, nell’indifferenza e nell’incomprensione della politica nazionale. Per chi come me, venendo dal mondo della #bioingegneria e della #ricerca, dopo aver ascoltato tutte le proposte argomentate da OASI2019, non ha potuto non accorgersi di un intera galassia di problemi mancante nell’ambito del governo del nuovo SSN testé annunciato. Mi sarei aspettato almeno qualche cenno alle regole da rivedere che attualmente ingessano le gare d’appalto, il mercato della sanità elettronica, dei dispositivi medici, dei farmaci, la riorganizzazione dei servizi dentro e fuori i presidi sanitari da parte di chi ne ha la reale pertinenza per legge, e rispondere finalmente alle tante domande in campo, mai affrontate seriamente tra cui: interoperabilità, privacy, cybersecurity, clinical risk management, scelte tecnologiche, tempi di lavoro, empowerment degli operatori sanitari e dei pazienti dall’ospedale fino a casa.
  • 7. Pagina 7 Domande e risposte lasciate inascoltate • Vogliamo ottimizzare il sistema ancora di più continuando a fare solo spending review? Mi sembra di no. • Vogliamo spendere di più, questo ci dicono tutte le analisi degli osservatori sulla sanità; ma come, e investendo su chi e che cosa? • Stiamo continuando a scegliere grandi apparecchiature diagnostiche e dispositivi medici basati sull'efficacia clinica, sull'usabilità, sull'efficienza? No. • Forse stiamo scegliendo dispositivi innovativi realizzati in base alle reali necessità di cura? Nemmeno. La verità che non si può dire è che ancora oggi abbiamo a che fare con grandi macchinari, dispositivi biomedicali life-critical obsoleti, prodotti spesso copiati male, raramente mantenuti aggiornati, frutto dell’inefficienza dell’intero sistema e paradossalmente fatti passare per innovazione, ricorrendo soltanto a rifacimenti estetici e tanto marketing. Senza parlare poi dei costi di gestione in continua crescita, non più arginabili con queste regole. Il tutto governato da chi è premiato perché riesce a spendere di più, perché il denaro deve circolare. Questa è la ricetta unificata che da anni è proposta dagli esperti della sanità di ogni ordine e grado, e che oggi mi sarei aspettato venisse identificata come superata con nuove proposte, in particolare da un organismo di esperti come CERGAS che si propone per essere in grado di effettuare analisi imparziali. Purtroppo, l’approccio delle industrie, che a vario titolo finanziano gli organi di formazione e d’indirizzo come le università e le scuole di management, non lascia scampo. Si vedano a tal proposito le raccomandazioni nella stessa [postfazione] del rapporto OASI2019.
  • 8. Pagina 8 Sogni e aspettative mancate Da sempre le competenze interne ed esterne danno fastidio perché rischiano di ridurre: le spese, l'inefficienza, richiedendo tanto impegno. La competenza vera e seria è nemica della corruzione. Eppure i pochi ingegneri, che nella sanità ogni giorno svolgono il ruolo di interfaccia con l’industria nazionale dei dispositivi medici (Confindustria DM) e le multinazionali, dentro e fuori degli ospedali, professionisti che prepariamo senza mai utilizzarne le competenze specifiche (hard skills), giovani in grado di occuparsi di gare, regolamenti, standard, usabilità, appropriatezza, efficacia clinica, sicurezza, tutti ambiti regolamentati dalla legge, alla fine del loro percorso formativo, quando arrivano nel mondo del lavoro che li dovrebbe accogliere, trovano nel Consiglio Nazionale degli Ingegneri CNI che li rappresenta, un organismo autorevole tenuto fuori da tutti i tavoli decisionali. Compresi i tavoli politici dove arrivano le nuove proposte, importanti per l’intera nazione e il futuro dei nostri giovani. E a riprova di ciò, anche oggi, questi professionisti della sanità espressione del comparto tecnico, non hanno avuto parola.
  • 9. Pagina 9 Le reali indicazioni al di là delle apparenze L’impressione che ho avuto, da cittadino che paga le tasse e vuole conoscere il futuro della sanità andando a curiosare con rispetto direttamente nel tempio dei Bocconiani del CERGAS, è che tutto il progetto OASI2019 esposto dai membri dalla scuola al completo, nascesse per andare a parare gli effetti positivi del “patto per la salute” annunciato dal governo del momento. Una strategia orchestrata per indirizzare l’ondata di miliardi da spendere a breve per la sanità, utilizzando le parole chiave su cui il patto è stato incardinato negli anni, grazie all’esperienza dei professionisti. Da qui l’importanza delle proposte di oggi. CERGAS, come tanti altri osservatori sul management della sanità pagati dal SSN, ha rivendicato i tanti sforzi degli ultimi anni per contenere il disavanzo e rimettere a posto i conti del SSN, con tanto di dimostrazioni snocciolate agli addetti ai lavori. L’obiettivo? Farsi trovare pronti avendo le carte in regola per continuare a giocare ai tavoli dove conta (per intendersi: i tavoli dei governi regionali e di concertazione nazionale dove poter far continuare a spende lo Stato centrale), con un grande programma di riforma del SSN. L’obiettivo pubblicamente dichiarato in anteprima ai partecipanti più fedeli del CERGAS, inclusi gli ospiti come me è stato: Far rimanere in piedi la macchina della sanità pubblica, che tanto piace anche a chi, con la salute dei cittadini ci fa affari privati, la gallina dalle uova d’oro che deve continuare a rimanere viva.
  • 10. Pagina 10 Breve resoconto della giornata Così, del nostro SSN da riformare, è stata presentata una visione incentrata prevalentemente sul management della sanità riferendosi solo agli Amministratori Delegati, i Top Manager e i quadri intermedi sanitari con i loro temi più caldi rivendicati da sempre: ruoli, livello di formazione, percezione dei problemi e come superarli, facendo ricorso alle solite votazioni on line via App, in un’ottica di coinvolgimento del pubblico presente nelle decisioni da discutere a ogni fine sessione con un ospite di peso. • I Sessione: Evoluzione e governance della sanità • II Sessione: Profili e competenze per il management sanitario • III Sessione: Innovazione organizzativa e nei modelli di servizio Topics: approfondimento sul management sanitario: quali profili e competenze sono necessarie oggi per chi ricopre il ruolo di direttore generale e middle manager? Meritevoli di segnalazione sono stati gli interventi per presentare i risultati delle indagini di quest’anno sullo stato della presenza delle figure femminili nei ruoli apicali della sanità che nel capitolo 16 propone il tema: “La femminilizzazione dei ruoli apicali in sanità: dimensioni del fenomeno, cause e prospettive”. [Purtroppo l’impressione che ho avuto è che l’attenzione ai problemi gender sia stata solo speculativa, perché oggigiorno è un argomento che “porta attenzione”, sul rapporto e i suoi contenuti]
  • 11. Pagina 11 La tecnologia nel rapporto OASI2019 è stato uno dei temi più importanti che sono stati trattai, ma come sono stati trattati? • Come viene vissuta la tecnologia dal top-management e dai policy-maker. • Cosa si aspettano i quadri intermedi sanitari. • Qual è l’impatto sui ruoli e figure professionali future. • Su chi appoggiarsi per l’organizzazione della macchina della salute (medici e infermieri-laureati). Col titolo “Tecnologia e innovazione nei modelli di servizio in sanità” è stato introdotto il capitolo 14 del rapporto, da cui riporto un estratto degli obiettivi in teoria tutti condivisibili. «Oltre all’innovazione tecnologica che si traduce in approcci terapeutici innovativi, pensiamo all’innovazione nei sistemi di prenotazione e accesso ai servizi, alla possibilità di ottenere una visita a distanza, al diffondersi di setting di cura non tradizionali, alla robotica e a come potrebbe cambiare i modelli di cura, all’intelligenza artificiale a supporto dei processi decisionali clinici, agli assistenti virtuali delle chatbot, o più in generale all’Internet of Things (IoT) e ai luoghi intelligenti che grazie a una serie di tecnologie interrelate ci riconoscono, ci localizzano e dialogano con noi, abilitando nuovi servizi, prodotti e relazioni tra professionisti sanitari e utenti. L’obiettivo del presente capitolo è di promuovere il dibatto su come gestire queste nuove tecnologie nel momento in cui atterrano nei sistemi sanitari e, in particolare, sulle organizzazioni sanitarie, offrendo quindi una prospettiva complementare rispetto alle valutazioni di razionalità economica tipicamente condotte prima di adottare e diffondere una determinata tecnologia su vasta scala. Più precisamente, lo studio presentato in questo capitolo è stato realizzato adottando un approccio esplorativo teso a intercettare tecnologie estremamente innovative ma già in uso presso alcune strutture sanitarie, anche in Italia. Si tratta di innovazioni non strettamente sanitarie che quindi non necessitano dell’approvazione del regolatore per poter essere utilizzate ma che possono generare profondi cambiamenti nei modelli di erogazione e di servizio, con impatti sui pazienti, sulle loro famiglie e, non da ultimo, sui professionisti. In sintesi, il capitolo si propone di: esplorare quali siano gli ambiti in cui le tecnologie stanno generando un cambiamento maggiore nei modelli di servizio; mettere in luce i fattori facilitanti e ostacolanti i progetti di adozione e implementazione di tali innovazioni, e i possibili impatti delle tecnologie sui processi interni, sui professionisti e sugli utenti finali. L’obiettivo
  • 12. Pagina 12 e l’interesse principale della ricerca è promuovere il dibattito sull’importanza di una strategia attiva e deliberata per la gestione delle tecnologie. » In pratica, a mio parere, una visione della tecnologia palesemente lontana dai problemi del mondo reale che ben conosce chi si misura sul campo ogni giorno, lo stesso da cui io provengo. Pur comprendendo il diverso approccio del mondo del management verso la tecnologia e l’innovazione, non riesco a comprendere le ostentate omissioni nella proposta di soggetti come i referenti tecnici e gli esperti regolatori che ho già segnalato, omissioni inaccettabili se presentate da un organismo di indirizzo per la politica e i quadri dirigenti della sanità come CERGAS, se non altro per la sua autorevolezza. Un altro tema portato all’attenzione della platea per creare il patos e l’aspettativa da teatro, momento necessario per un evento di cinque ore senza soluzione di continuità, ha riguardato i risultati di un’indagine che è stata indubbiamente coraggiosa. Questi i risultati in una frase: “Dirigenti senza competenze di management, poco o per nulla motivati” Un gap da superare con nuove proposte tutte rintracciabili nel rapporto ovviamente.
  • 13. Pagina 13 Così, un po’ alla volta, l’attenzione del pubblico in attesa dell’anteprima dei temi di OASI2019 è stata focalizzata sulle proposte reiterate più volte per rimediare all’impossibilità di accesso alla piramide decisionale-organizzativa del SSN, a partire da come valorizzare i criteri di merito del management in sanità attraverso una pesante revisione della remunerazione del rischio individuale e d’impresa, per invogliare più persone intraprendenti a ricoprire questi ruoli oggi scomodi e demotivanti per via di una burocrazia che ingessa tutto penalizzando chi si espone, fino ad ora appannaggio della sola politica. Infine il messaggio che OASI2019 ci ha lasciato a fine giornata: “Non è più possibile nascondersi dietro ad alibi, vincoli, rischi personali (nessuno vuole firmare) ma occorre diventare sempre più persone «responsabili per determinare un futuro sostenibile del SSN», non solo per motivi etici, ma anche perché bisogna essere consapevoli del fatto che se va in crisi il SSN ognuno di noi sarà vittima delle macerie”.
  • 14. Pagina 14 Metà del racconto e già un anticipo sulle conclusioni Lasciandomi di stucco, nessun relatore ha parlato realmente degli aspetti tecnologici, di cui gli interventi si sono riempiti di citazioni per tutta la giornata. Nessuno che li abbia affrontati richiamando l’attenzione sullo stato effettivo di funzionamento della sanità in Italia, dei problemi rimasti irrisolti da sempre (interoperabilità, adozione di standard e linguaggi semantici comuni, appropriatezza delle tecnologie sanitarie, usabilità dei dispositivi medici, sicurezza per i pazienti, conformità degli standard, privacy, cybersecurity, etc.). Una giornata di lavori che ha dato per scontato che questi annosi problemi fossero già stati tutti risolti. Ammissione implicita che lascia credere quello che non c’è, per il solo non parlarne, abbuiando in assoluto il ruolo cerniera degli ingegneri clinici, biomedici e gestionali, senza i quali, come per altri portatori di interessi altrettanto fondamentali dello stesso grande organismo, la sanità non starebbe in piedi!
  • 15. Pagina 15 Cosa è mancato Un tema di frontiera che mi ha stupito non sia stato trattato, avrebbe dovuto riguardare l’allarmante problema della progressiva sostituzione del personale medico e sanitario da parte della tecnologia, scelta voluta e perseguita con premeditazione per spostare l’attenzione della platea su una visione semplificata dei problemi complessi che ci aspetteranno a breve, che si trova esposta nelle slide che sono state condivise. Topics: via i talenti, specializzazioni inutili, avvento dell’IA Il tema dell’inevitabile progressiva sostituzione tra competenze umane a favore delle tecnologie avrebbe offuscato la proposta di OASI2019, sbilanciando le risorse da allocare a breve sulle macchine, i software ormai diventati dispositivi medici intelligenti come parte attiva dei più complessi processi di cura, invece che sull’ecosistema del management caro all’osservatorio e gli industriali che si occupano di sanità e perciò offuscato.
  • 16. Pagina 16 Proposte contraddittorie dal sistema A fine giornata è stata evocata esplicitamente “l’innovazione che piace”, l’innovazione che richiede a tutti di aver paura dei grandi player #Google, #Amazon, #Apple (#IBM non è stata rammentata perché probabilmente è uno stakeholder che finanzia bene l’industria della sanità in Italia: pubblica, privata, i centri di ricerca, le università e gli osservatori). Multinazionali che valgono 1000:1 rispetto all’industria sanitaria nazionale, che grazie all’ IA si stanno sostituendo ai portatori di interessi di chi lavora a livello nazionale con il SSN e l’intero ecosistema collegato: il privato convenzionato e l’area socio sanitaria collegata al welfare. Un esercizio oratorio portato avanti solo da chi, più autorevole di tutti i presenti, poteva permettersi di additare la platea ad avere paura. Senza orpelli e giri di parole, è stata evocata una sana paura collettiva fomentata con il preciso intento di creare un amalgama per necessità tra i piccoli portatori di interessi fino ad ora in perenne concorrenza tra loro, diversi tra loro e dai big della sanità mondiale, gli over the top, che per sopravvivergli, avrebbero dovuto convincersi che solo imparando a fare sinergia avrebbero potuto continuare ad esistere e fare affari. Per inciso, lo stesso cimento annunciato in altra sede e negli stessi giorni da Confindustria Dispositivi Medici che ha annunciato al mondo di essere pronta alla sfida dell’innovazione con la nuova associazione “Home and Digital Care” che riunisce le imprese di prodotti e servizi legati all'assistenza sociosanitaria sul territorio intuendo che: "Questo è il settore del futuro. Le risposte tecnologiche sul fronte dei dispositivi medici ci sono tutte e l'evoluzione è continua, ma al momento non c'è un'architettura che le metta a sistema in modo organico". Risposta sistemica del tessuto industriale del comparto dei Dispositivi Medici all'avvento dei nuovi Big Player della sanità che sono già in campo. Ogni nuova aggregazione che nasca per dare risposte corporative, senza aver risolto i problemi a monte, a mio parere, avrà la strada in salita, specialmente se in concorrenza con altri organismi che si sono preposti per assolvere agli stessi obiettivi. Come per la proposta di OASI2019, il dubbio che queste iniziative siano solo un contenitore vuoto, rimane sempre.
  • 17. Pagina 17 Considerazioni finali Questo fermento diffuso, ma frammentato e non condiviso, di fatto è un’implicita ammissione che gli organi di governo come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e il SSN pubblico e privato, gli istituti di indirizzo come gli osservatori sulla sanità delle scuole MBA, inclusa Confindustria con i suoi associati, stanno già tutti andando a traino perché manca una visione comune. E’ stato impressionante. È innegabile che è stato presentato un progetto vasto e organico di rifacimento dell’intero sistema, ma come ho già detto con una visione unilaterale. Non si è mai accennato al ruolo svolto da chi conosce dal basso le tecnologie per affrontare il processo di cambiamento, non si mai accennato alla rivoluzione che c’è da avviare per riformare in modo organico il comparto tecnico-regolatorio, assolutamente abilitante e indispensabile per rendere consapevoli e operativi i medici, gli infermieri, i tecnici e i pazienti stessi. Si è perfino tornati a parlare di un modello di sanità basato su Hub e Spoke, che credevo superato, e solo perché non siamo stati capaci di far funzionare per tempo la #telemedicina, le cure a casa per ridurre le spese e garantire contemporaneamente #sostenibilità e un accesso #universalistico #equo ed soprattutto #etico. Si poteva fare già da tempo, ma gli stakeholder della sanità non si sono trovati d’accordo per fare abbastanza affari e dividere la torta in modo conveniente per ciascuno di loro. La proposta anacronistica - Per non perdere l’ultimo treno è stato pensato di massimizzare tutto quello che di propositivo si conosce, spendibile in forma aggregata in una nuova proposta convincente – indipendentemente dal campo politico da cui le singole esperienze provengono. E lo si è fatto continuando a non voler approfondire i temi che inevitabilmente la tecnologia solleva quando si deve risolvere un problema complesso seriamente. Così si è tornati a invocare modelli di assistenza anacronistici di redistribuzione di competenze umane, tecnologiche e strumentali in time-sharing sul territorio, per accontentare tutti, ma dagli effetti solo demagogici senza nessuna possibilità di essere realmente utili.
  • 18. Pagina 18 Quante volte ci siamo detti che non a senso reinventare l’acqua calda! Basterebbe guardarsi indietro e vedere cosa è stato fatto nel campo della telemedicina negli ultimi trenta anni. Eppure, ogni volta che s’innesca un nuovo ciclo tecnologico, chiunque si cimenti in qualche sfida che richiede di rischiare in proprio, arbitrariamente viene spinto a credere nella buona riuscita delal sua iniziativa. A credere che nel suo tempo e con i suoi strumenti (oggi sono le App, il Cloud, l’IA, il 5G), tutto sarà possibile, diverso dagli esiti del passato ma solo perché si tratta di una proposta nuova, con una visione, ma generalmente, senza preoccuparsi di andare a vedere i punti di fallimento delle esperienze precedenti. Un punto di fallimento ricorrente è la spinta ricevuta dall’ambiente ad abbreviare il tempo per andare sul mercato che come un mantra va sempre minimizzato. Così ogni volta si ripetono i medesimi errori, perché non si è mai disposti a imparare dagli errori degli altri. Per la mia esperienza sul campo da oltre 35 anni, questo capita anche perché i fallimenti seppur alla base di ogni successo, si preferisce nasconderli sempre. Forse perché gli insuccessi dovuti a qualche errore di design, management, sopra o sottovalutazione dei progetti innovativi, fuori da ogni retorica, nella maggior parte dei casi non portano altri finanziamenti e si preferisce sempre piegare i risultati ottenuti a un’apparente successo seppur minore rispetto alle aspettative, ma conforme ai desiderata di progetto, penalizzando chi venendo dopo, cimentandosi nella stessa scia di problemi, si troverà a ripetere all’infinito gli stessi errori.
  • 19. Pagina 19 Mancanza di una visione consapevole della realtà • Come i medici che hanno fatto il giuramento di Ippocrate, invece di sentire di avere una missione da compiere sono diventati burocrati, applicatori di protocolli clinici, e seppur professionisti ormai sono pagati dall’industria della salute come lavoratori a cottimo e non per i risultati che raggiungono; • anche gli ingegneri e i tecnici, della più vasta area STEM, hanno completamente dimenticato il rigore del metodo scientifico, fondamento della loro professionalità, che partendo da un’approfondita analisi dell’esistente li dovrebbe guidare a studiare realizzazioni innovative dei loro artefatti con tanto di ipotesi e verifica delle tesi proposte, producendo evidenze riproducibili da parte dell’intera comunità scientifica. #OpenData #BigData #XIA [temi che richiamerò appena più avanti quando parlerò dei problemi che l’IA sta ponendo con l’introduzione nella vita quotidiana dei dispositivi medici assistiti] Forse ingenuamente, ma mi sono chiesto ancora una volta: • Perché quando si parla della tecnologia non si sente mai la necessità di parlarne in modo dettagliato, professionale e con appropriatezza? • Perché ci accontentiamo di sapere che un emerito professore, un chirurgo di fama, nei suoi giorni di vacanza, è contento di essere richiamato in servizio per operare un paziente qualunque, via 5G mentre sta pescando su una scogliera sperduta di un fiordo norvegese, e poi non ci chiediamo che risultati hanno realmente a distanza di tempo le tante operazioni chirurgiche robotizzate sempre più diffuse nei nostri ospedali, oppure l’incidenza delle infezioni dovute ad una gestione “allegra” dei pazienti, le ricadute dei pazienti appena dimessi e le successive costosissime riammissioni per la comparsa di complicazioni, se i nostri dati sono sicuri, sono stati persi, chi li userà, se li potremmo usare altrove o al limite cancellarli?” Indicatori dello stato di salute di un sistema, raramente trattati dai media perché ormai teleguidati dai professionisti della comunicazione presenti ormai ovunque in queste strutture complesse sotto l’egida della politica.
  • 20. Pagina 20 La risposta che posso immaginare, da uomo di strada che sono come il Mario di questo lunghissimo sequel che ospita questo resoconto, è ché dal punto di vista del management sanitario: oggi la scelta di una tecnologia o un’altra (nuova o vecchia che sia, appropriata o inappropriata, conforme o meno) sia solo il mero risultato dell’analisi di una variabile, una scelta teleguidata tra le possibili scelte fatta da chi si occupa da sempre di risk-management, attento ormai a spendere dove conviene di più per far tornare i conti, trascurando gli interessi dal basso del comparto tecnologico, di competenza di altre figure professionali, i veri fantasmi in questa anteprima di OASI2019. Scelte delle direzioni aziendali quasi sempre comprensibili, vediamo perché. Gli architetti che sovraintendono alle aree tecnologiche in ambito sanitario, conosciute come ICT, ADT, RIS, PACS, Cartella Clinica Elettronica, FSE e Registri di Patologia o più in generale gli architetti della sanità elettronica, hanno speso decine di anni a vuoto, senza produrre nulla di utilizzabile dagli ingegneri del management della sanità, comparto abituato da sempre a minimizzare i rischi e far tornare i bilanci. Sul tema è bene che si sappia che l’ecosistema della sanità elettronica, per mia esperienza diretta, non ha ancora prodotto nulla di utilizzabile in modo sistemico, nemmeno adesso che abbiamo un ministero dell’innovazione ringiovanito, anche se solo nell’età anagrafica di chi lo guida, perché negli anni si è perso dietro a molteplici spinte di modelli organizzativi regionali, centralizzati, misti, con indicazioni altalenanti da parte della politica di turno, tanto da impallare ogni evoluzione e certezza, producendo molteplici organismi istituzionali governativi e regionali in concorrenza tra loro, leggi e regolamenti attuativi mai scritti. La nefasta conseguenza di tanti organismi burocratici in concorrenza, ciascuno autorevole per la sua parte, infine, è stata l’aver screditato ai piani alti del management sanitario il modello vincente della Sanità Elettronica, partito nel Canada alla fine degli anni ’90, ancora oggi in Italia stenta a decollare in modo organico, infrastruttura su cui si dovrebbe basare il nuovo SSN, per garantirne la sostenibilità.
  • 22. Pagina 22 Il Re è nudo Se il Re è nudo possiamo anzi dobbiamo dirci senza averne paura che: Lo stato dell’arte in Italia per quanto riguarda la Sanità Elettronica è che non ci si è ancora messi d’accordo su quali architetture usare, quali linguaggi usare, che semantica comune usare per descrivere il mondo della salute di “domai”. E intanto, grazie all’introduzione diffusa della tecnologia dell’IA le multinazionali stanno mettendo fuori gioco tutti gli stakeholder della sanità italiana. Un’industria frammentata, operatori nazionali in concorrenza che stanno arrivando in clamoroso ritardo a dare servizi ai cittadini, incluse le startup innovative italiane che insieme non riescono a fare massa critica e competere. Un’industria “nostrana” incapace di usare a suo favore i nuovi regolamenti europei appena entrati in vigore come MDR e il GDPR, purtroppo nati vecchi per non aver previsto l’avvento delle nuove tecnologie e dell’avvento di dispositivi medici auto-apprendenti fuori da ogni controllo. Un destino, quello dei regolamenti europei, segnato dalla mancanza delle persone giuste e regole etiche negli organi comunitari, che al momento giusto siano in grado di progettare infrastrutture economiche, tecniche e normative comuni e finalizzare politiche generali che impattino positivamente nella vita delle persone. Intanto, la politica locale e i suoi consulenti, si accaniscono a creare recinti - norme per una IA di sistema, una Blockchain di sistema, un Cloud europeo nazional regionale – insomma un anacronistico recinto di sicurezza informatica con la conseguenza di dover tirare su barriere equidistanti da tutti, per gli over the top delle reti, dell’informatica, delle Telco, un’azione politica infrastrutturale dalle conseguenze impredicibili, ma soprattutto, senza arrivare mai a produrre i regolamenti attuativi che diano una buona volta concretezza ai quei propositi. [forse per il timore di vederne le conseguenze nella legislazione corrente che li vede impegnati a parlare] Intanto i Big Player della sanità d’oltre oceano stanno adottando autonomamente strategie indipendenti e parallele dal sistema Italia-Europa per
  • 23. Pagina 23 erogare sanità all’utente finale, senza possibilità di alcuno controllo da parte dello Stato Italiano perché giocando in anticipo, si rivolgono direttamente ai bisogni dei pazienti attraverso i canali commerciali che hanno costruito basati su web. E se da una parte pubblicizzano soltanto risultati utili e spettacolari per i loro servizi e dispositivi, dall’altra rendono impossibile verificarne caratteristiche e appropriatezza. Ciò che dovrebbe preoccuparci tutti è l’eticità con cui manipolano i nostri dati, la qualità delle “indicazioni mediche” che ci offriranno e dal punto di vista degli organi di controllo, l’impossibilità per le nostre istituzioni di poter verificare la salubrità dei nuovi dispositivi che stanno arrivando sul nostro mercato e basati su IA per la diagnosi. Infatti: • gli osservatori più attenti cominciano a preoccuparsi del “continuos learning” dei nuovi dispositivi che includono le tecnologie d IA e che al pari del resto dei dispositivi medici certificati, richiederebbero un altrettanto continuo aggiornamento della validazione e certificazione dei prodotti già autorizzati sul mercato e che al momento sfuggono ad ogni controllo. Durante il convegno in somma, si è parlato quasi sempre del ruolo delle aziende sanitarie, e per mio dispiacere, per nulla del ruolo delle aziende del comparto dei Dispositivi Medicali che ogni giorno scelgono e propongono senza alcuna trasparenza, quelle stesse tecnologie di cui il management sanitario si alimenta per invocare l’innovazione. Allo stesso modo non si è mai parlato di chi sul campo, quelle stesse tecnologie scelte dal management, le deve far funzionare ogni giorno, categorie che non sono mai state rammentate. [gli organismi regolatori di controllo interni ed esterni, gli esperti della sicurezza e della compliance con il nuovo regolamento MDR, i tecnici e soprattutto gli ingegneri biomedici (e/o ingegneri clinici) nelle strutture sanitarie] Come dar torto alle voci di chi si lamenta che la cattiva programmazione sanitaria degli ultimi decenni sta producendo un ammanco di decine di migliaia di medici e infermieri a breve termine? E qui il dibattito potrebbe approdare ad
  • 24. Pagina 24 una lunga lista di errori di programmazione e soggetti facilmente individuabili ma che ormai non servirebbe a nulla. D’altra parte, chi glie lo dice agli attuali decisori politici della sanità, ai quadri intermedi medici e infermieristici di oggi, che se non si garantiranno un adeguato supporto da parte di quei tecnici fantasma che vivono con loro e non vengono mai rappresentati sui tavoli che contano, diventeranno al più presto soltanto meri esecutori di procedure sempre più semplificate, soggetti presto o tardi sacrificabili, alla mercé di macchine e software sempre più intelligenti il cui costo di gestione per il sistema sanitario sarà, su grande scala, infinitamente più basso del loro, fino a farli estinguere? Io oggi queste domande me le sarei poste! Per parlarne onestamente con così tanti addetti ai lavori presenti e i decisori delle politiche sanitarie di domani, specialmente se a parlare è un osservatorio che vuole mantenere in vita capra e cavoli. Tirando le somme, è stata una giornata interessante, da rivivere in ogni suo momento grazie alle slide condivise e i rapporti OASI che dal 2019 indietro, sono stati resi di libero accesso sul portale CERGAS e che trovate nelle referenze a fine articolo, a un’ultima considerazione da qui. Perché dovremmo dire "va bene" quando bene non va? Non c’è nulla di simile nell’esperienza umana che consuma di più interiormente, dell’avallare il falso in chi, consapevole dei fatti, non ha altra scelta. Ma più grave è avallare presunte verità di comodo senza approfondire le conseguenze del solo appoggiarle, svendendo il proprio ruolo, autorevolezza o brand come si dice adesso, per futili