2. Attribuzione e causalità personale L’attribuzione è il processo in base al quale le persone spiegano il proprio comportamento e quello degli altri in termini di cause (ragioni, motivi, disposizioni) che sottostanno all'azione sociale e che producono l’effetto che si vuole interpretare. L'attribuzione interpersonale è "il processo o i processi attraverso cui giungiamo ad attribuire varie disposizioni, motivi intenzioni, abilità, responsabilità ad un altro, in breve, come giungiamo a descriverci l'un l'altro in un certo modo." (R. Eiser)
3. L'attribuzione nel circolo dei processi percettivo-cognitivi Attribuzione e causalità personale L'attribuzione nel circolo dei processi percettivo-cognitivi attribuzione aspettative atteggiamenti rappresentazioni categorizzazione percezione
4. F. Heider: la prospettiva dell'osservatore ingenuo (1958) La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale • caratteristiche disposizionali: "sono quelle caratteristiche che dispongono gli oggetti e gli eventi a manifestarsi in certi modi, in certe situazioni. Le caratteristiche disposizionali rappresentano le invarianti che rendono possibile l'esistenza di un mondo più o meno stabile, prevedibile e controllabile. • cause personali (intenzionalità dell'agente): la capacità e l'abilità • cause esterne: la difficoltà del compito, l'occasione e la fortuna.
5. E.Jones e K.Davis: la teoria dell’inferenza corrispondente (1965) La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale • L’inferenza corrispondente fa riferimento al fatto che in una certa situazione gli effetti osservati possono essere riconducibili da un osservatore esterno ad un comportamento intenzionale della persona al centro della situazione (l'agente) e, più ancora, che il comportamento osservato e l'intenzione corrispondano ad alcuni tratti stabili della persona ( disposizioni ). • La teoria dell'inferenza corrispondente è un modello che evidenzia nei processi attribuzionali la corrispondenza tra effetto, intenzione, disposizione. E.Jones e K.Davis: la teoria dell’inferenza corrispondente (1965)
6. La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale Jones e Davis individuano quattro regole o principi cognitivi. 1. gli effetti non comuni : la probabilità di sviluppare un'inferenza corrispondente è tanto maggiore quanto più il comportamento osservato sembra generare effetti diversi da quelli derivanti dalle altre alternative comportamentali. 2. la desiderabilità sociale (fa riferimento alle idee o credenze dell'osservatore in ordine a come altri agenti si sarebbero comportati nella stessa situazione). E' il comportamento che contrasta con le nostre aspettative quello che percepiamo come più significativo per valutare intenzioni e caratteristiche delle altre persone. Jones e Davis: la teoria dell’inferenza corrispondente
7. La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale Ulteriori principi sono 3. la rilevanza edonica (un effetto positivo o negativo sul benessere personale del soggetto percipiente rappresenta un fattore che genera inferenze corrispondenti); 4. la competenza di ruolo ( se il comportamento è agito da una persona in relazione alle competenze di ruolo l'attribuzione si sviluppa con minore significatività. Keith Davis Jones e Davis: la teoria dell’inferenza corrispondente
8. Perchè le attribuzioni? La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale • Eventi inattesi (Weiner, 1985) • Aspettative tradite (Hastie, 1984) • Mancato raggiungimento di uno scopo (Weiner, 1985) • Anticipazione di un’interazione futura (Berscheid, 1976) • Perdita di controllo (Wortman, 1976; Forsyth, 1980; Bains, 1983) • Autopresentazione e gestione delle impressioni (Tedeschi e Riess, 1981) • Comportamenti ed eventi che producono effetti negativi (Jones, Davis, 1965) Reid Hastie Perchè le attribuzioni?
9. L’errore fondamentale di attribuzione La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale • L’espressione indica la spiccata tendenza delle persone a sopravvalutare le disposizioni - ovvero il ruolo dei fattori personali - e a sottovalutare le influenze situazionali come causa di comportamento (Ross, 1977) • Consiste nella tendenza delle persone a sovrastimare le cause personali nell’interpretazione del comportamento altrui e a sottovalutarle nel caso che l’oggetto di giudizio sia il loro proprio comportamento (Ross, 1977) • La divergenza attore-osservatore (Jones, Nisbett, 1972; Watson, 1982): l’osservatore è più orientato dell’attore ad inferire disposizioni. Richard Nisbett L’errore fondamentale di attribuzione
10. La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale Bernard Weiner (1982) propone il seguente schema di classificazione delle cause. interne esterne Weiner: successo ed insuccesso stabili instabili stabili instabili controllabili impegno abituale impegno contingente Pregiudizi del docente Aiuti da parte di terzi Non controllabili abilità umore Difficoltà del compito fortuna
11. L’impotenza acquisita La mente di gruppo Attribuzione e causalità personale Con l’espressione learned helplessness , Abramson, Seligman e Teasdale (1978), indicano una disposizione autoinibitoria associata alla credenza dell’impossibilità di risolvere un problema. Questa convinzione riflette uno stile attributivo che spiega gli eventi negativi sulla base di fattori interni, stabili e globali. Clive Seligman L’impotenza acquisita
12. Gli effetti da aspettativa Attribuzione e causalità personale Se le persone credono una cosa reale, questa sarà reale nelle sue effettive conseguenze K. Thomas, 1971