2. variabilità e comportamento
• la variabilità si riconosce nelle modificazioni teoricamente
illimitate delle situazioni e del comportamento
• le modificazioni che contano sono quelle per cui l’organismo
è sensibile e che inducono alternative di comportamento
• i concetti - nella cognizione umana - identificano quei
possibili fattori di variabilità che assumono una funzione
significativa per lo stato dell’organismo nel contesto della
sua relazione con l’ambiente: amore, benessere, sicurezza,
sazietà, libertà, ecc.
3. riduzione della variabilità
Se dovessimo sfruttare a pieno la nostra capacità
di registrare le differenze tra le cose e di
rispondere ad esse in modo unico, ben presto
saremmo sopraffatti dalla complessità
dell’ambiente circostante.
La soluzione di questo apparente paradosso […]
sta nella capacità di categorizzare.
La creazione di categorie rende equivalenti cose
discernibilmente diverse, consente di raggruppare
gli oggetti e gli eventi in classi e di rispondere ad
essi in funzione della loro appartenenza ad una
data classe piuttosto che della loro unicità.
(Jerome Brune et al., A study of thinking, 1956
4. cos’è la categorizzazione?
Stevan Harnad
• è l’interazione differenziale e sistematica tra un sistema
sensomotorio autonomo e adattativo ed il suo mondo
• questa definizione (Harnad, 2003) porta ad escludere le
interazioni ordinarie tra gli elementi fisici dell’ambiente
ma non i processi di interazione tra organismi non-
umani ed ambiente
• la categorizzazione è un processo di base, che rivela
continuità con il comportamento animale e con quello
pre-linguistico umano
5. centipede domestico
le categorie (i concetti) sono un prodotto cognitivo
peculiarmente umano e sociale diversamente dal
comportarsi categorialmente che è un processo
discriminativo determinato biologicamente attraverso la
selezione naturale
7. i processi categoriali
sono essenziali per la sopravvivenza e la riproduzione
perché...
• favoriscono il controllo della situazione e la prevedibilità
degli eventi,
• producono dei criteri decisionali e modelli di risposta
con differenti gradi di efficacia
• introducono un principio di stabilità in un mondo
instabile in ogni sua componente
• sono indipendenti dalla cultura ma espressione della
cultura
9. categorizzazione
E’ il processo cognitivo in base al quale vengono
resi distinti elementi potenzialmente uguali.
Tra i primi, Gordon Allport (1954) ha evidenziato
la funzione categorizzatrice del linguaggio e la
connessione tra categorie linguistiche e giudizi
sociali.
Alle categorie corrispondono etichette linguistiche Gordon Allport
in forma di parole che separano (bello-brutto, alto-
basso, bianco-nero, ecc.).
10. concetti, categorie, etichette
Concetti e categorie sono identificati da etichette
linguistiche significative in termini di denotazione
e connotazione.
i concetti sono “ideologici”
le categorie sono “metodologiche”
le etichette linguistiche sono “operative”
15. la differenziazione categoriale
consiste nell’accentuazione delle differenze inter-categoriali
e nella riduzione delle differenze intra-categoriali
M. C. Escher - Encounter, litografie 1944
18. Per cogliere gli oggetti del mondo dobbiamo escludere i
luoghi dell’ambiguità, ricercare confini nitidi e aree di
contrasto, individuare categorie che li definiscano.
19. Le conseguenze percettive della categorizzazione:
• assimilazione intra-categoriale: tendenza ad accentuare
le somiglianze tra elementi che appartengono alla stessa
categoria (due stimoli appartenenti alla stessa categoria
sono percepiti più simili di quanto non lo fossero prima
di essere categorizzati)
• differenziazione inter-categoriale: tendenza ad
accentuare le differenze tra gli elementi collocati in categorie
diverse (due stimoli appartenenti a categorie diverse
sono percepiti diversi più di quanto non lo fossero
prima di essere categorizzati)