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Paternalismo Industriale - Latifondismo
   Paternalismo industriale o Capitalismo
    paternalistico è quella corrente di ispirazione
    illuministica che ispirò la creazione di tutte
    quelle infrastrutture che gravitavano intorno a
    delle aziende, generalmente monoprodotto,
    che finivano per creare veri è propri centri
    abitati con strutture ben articolate e, a volte,
    anche delle norme specifiche di
    comportamento.
   « Pensai allora di rendere quella
    popolazione utile allo Stato e alle
    famiglie: utile allo Stato,
    introducendo una manifattura di sete
    grezze, operando in seguito, in modo
    da portarla alla migliore perfezione
    possibile, tale da poter col tempo
    servire da modello ad altre più
    grandi; utile alle famiglie,
    alleviandole dai pesi che ora soffrono
    e portandole ad una condizione di
    agiatezza da non poter piangere
    miseria come finora è accaduto,
    togliendosi ogni motivo di lusso con
    l‟uguaglianza e semplicità nel
    vestire. » (Ferdinando IV di Borbone
    dallo Statuto di San Leucio)
   «Lo stato presente delle cose giunto essendo ad un tal
    termine, ed avendosi riguardo all‟avvenire, sembrami
    richiedere, che questa nascente Popolazione, che in pochi
    anni può divenir ben più numerosa, riceva una norma, per
    sapere i retti sentieri, su de‟quali possa dirigere i suoi
    passi con sicurezza; e nel tempo stesso sia in istato di
    conoscere la sua felice situazione; e questa da qual fonte
    derivi.” (Origine della popolazione di San Leucio di
    Ferdinando IV)
Si trattò di un esperimento sociale, nell'età dei lumi,
    avanguardia nel mondo, un modello di giustizia e di
    equità sociale non più ripetuto così genuinamente
    nemmeno nelle successive rivoluzioni francese e
    marxista.
I lavoratori usufruivano di diversi benefici: veniva assegnata
    una casa all'interno della colonia, usufruivano di
    formazione gratuita (qui il re istituì la prima scuola
    dell'obbligo d'Italia femminile e maschile che includeva
    discipline professionali) e le ore di lavoro erano 11,
    mentre nel resto d'Europa erano 14. Le donne ricevevano
    una dote dal re per sposare un appartenente della
    colonia, e a disposizione di tutti vi era una cassa comune
    "di carità", dove ognuno versava una parte dei propri
    guadagni. Non c'era nessuna differenza tra gli individui
    qualunque fosse il lavoro svolto, l'uomo e la donna
    godevano di una totale parità in un sistema
    esclusivamente meritocratico. Era abolita la proprietà
    privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi,
    ed era esaltato il valore della fratellanza.
Il Codice legislativo si rivolge ad una società già esistente,
    adattandosi ad essa e tiene conto della sua naturale
    evoluzione, prevedendone “nuovi bisogni”.
   Come esempio del codice morale istituito nel
    “Sistema san Leucio” riportiamo brevemente i
    Doveri Negativi
I doveri negativi son quelli che impongono
  l'obbligo di astenersi dall'offender alcuno in
  qualunque maniera.
Or in in tre maniere si può offendere alcuno. Si
  può offendere nella persona, nella roba, e
  nell'onore.
   Si offende alcuno nella Persona o coll'ammazzarlo, o
    col ferirlo, o col batterlo, o col fargli scherni, dispetti,
    insolenze, ovvero col molestarlo ed inquietarlo in
    qualunque modo. Nessuno di questi atti ardirà mai
    alcun di voi di commettere contra il suo simile;
    siccome non ardirà neppure l'offeso di prendere da se
    la privata vendetta: ma ricorrerà a'suoi Superiori per
    la dovuta giustizia; e credendo non averla da quelli
    ottenuta, potrà anche di poi venire da Me.
   Vegliano contra tutti questi delitti attentamente le
    Leggi: ma tanto più veglieranno esse contra quelli,
    che mai si commettessero in questa Società, che ha
    per suo principale fine l'amore, e la carità, e che
    l'esempio dev'essere della pubblica educazione.
    Si offende alcuno nella roba, ogni qualvolta o con violenze, o con inganno si
    usurpa, o si ritiene ingiustamente quello ch'è d'altrui. Il titol di ladro é il titol più
    infame e vergognoso che poss'aver l'uomo. Ciascuno dunque si guardi bene di
    meritarlo per alcun modo. In ogni Società i ladri son condannati ad atrocissime
    pene. In questa, dove l'onore, e la virtù sono i principali cardini della medesima, se
    mai ve ne fossero (che non é neppur da dubitarsi) saranno più rigorosamente
    puniti. Nelle compre perciò, nelle vendite, nelle permutazioni, ed in ogni altra
    specie di contratti ogn'uno si guardi di usar soperchieria, ed inganno. Nessun
    venditore abusi dell'imperizia del compratore col chiedere un prezzo maggiore del
    dovere: e nessun compratore si valga mai dell'ignoranza, o della necessità, in cui é
    tal volta il venditore, per levargli quel giusto prezzo, che gli spetta. Vadan bandite
    la menzogna, le frodi e le fallacie nelle misure, ne' pesi, nella qualità delle robe,
    che si venderanno, o compreranno, nella qualità del danaro, ed in tutt'altra, in cui
    la versuzia, e l'inganno possa usarsi; e si proceda in tutto con candore, onestà, e
    buona fede. Sia la parola il vincolo più sacro della Società; e tutti sian fedelissimi,
    e sinceri né detti, e né fatti.
   Chi ha fedelmente servito, sia prontamente pagato; né alcuno gli neghi o ritardi la
    mercede dovuta a ciò non sia causa della sua ruina. In somma erigga ogn'uno nel
    suo cuore l'altare della giustizia; e tratti col suo simile, come vorrebbe, che questi
    trattasse con sé.
   La riputazione é la cosa più importante e più
    preziosa, che possa aver l'uomo d'onore; e
    talvolta togliere altrui la riputazione é peggior
    delitto, che offenderlo nella roba, e nella
    persona. Nessun quindi dirà mai cose false
    contra di alcuno; e chi caderà in questo delitto,
    vada immediatamente bandito da questa Società.
    Nessuno dirà ingiurie, e villanie ad altri. Nessuna
    metterà in ridicolo, ed in beffa il suo fratello:
    essendo tutte queste cose contrarie a quello
    spirito di carità, e di amore che Dio comanda, e
    che Io voglio, per ben della pace, del buon
    ordine, e della tranquillità delle vostre famiglie,
    da voi esattamente praticato
    Per effetto di quell'amore, ch'é l'anima di questa Società, e per quello
    spirito di fratellanza, che a ciascuno di voi deve far riguardare questa
    Popolazione, come una sola famiglia, giusto é ancora che se tra voi si
    trovi un Artista, privo di moglie e di figli, ma non in istato di lucrarsi il
    pane per loro, e pel povero padre caduto in miseria o per vecchiaja, o
    per infermità, o per altra fatal disgrazia, ma non mai per pigrizia, ovvero
    infingardaggine ; sia da tutti comunemente soccorso, acciò non si
    riducan nello stato di andar mendicando, ch'é lo stato più infame, e
    detestabile, che sia sulla terra. Perciò siavi tra voi una Cassa, che
    chiamerassi della CARITA', dalla quale sian codest'infelici comodamente
    soccorsi o per tutto il tempo della vita, o fino a che non sian rimessi in
    istato di potersi lucrare il pane. Avrà questa Cassa per fondo un rilascio
    di un tarì al mese , che ogni manifatturiere , che sia in istato di
    guadagnare più di due carlini al giorno, farà in beneficio della
    medesima; e di quindici grana al mese, per quelli che guadagnino meno
    di due carlini al giorno. Sarà essa amministrata dal Parroco, da' Seniori, e
    da' Direttori dell'arti, i quali rilasceranno in beneficio della sopradetta
    Cassa quello, che più la pietà lor detti. Tutti daranno il voto nel caso di
    doversi soccorrere qualche infelice.
   Questo modello fu in
    parte esportato da San
    Leucio a tutte le imprese
    statali (ivi comprese le
    ferriere di Mongiana in
    Calabria) dove lo stato
    provvedeva quantomeno
    a fornire le abitazioni a
    chiunque dovevasi recare
    presso questi centri di
    produzione.
   Sulla scia dei movimenti
    ottocenteschi post
    napoleonici vi furono altri
    esempi di paternalismo
    industriale non statale, ma
    proveniente dalla libera
    iniziativa degli
    imprenditori. Alcuni di essi
    in Germania come i Krup
    (sempre nell‟ambito delle
    acciaierie) o in Inghilterra
    nei distretti minerari.
Nel 1875, Cristoforo Benigno Crespi, fabbricante di tessuti
proveniente da Busto Arsizio (Varese), acquistò un kmq di terreno
nell'avvallamento situato tra le rive del Brembo e dell'Adda, a sud di
Capriate, con l'intenzione di avviare una filatura di cotone sulle rive
dell'Adda. Egli decise di edificare in prossimità della filatura delle
abitazioni di tre piani, dotate di più appartamenti, per le famiglie dei
suoi operai. La costruzione fu intrapresa nei primi mesi del 1878 sul
modello allora abituale in Europa. Quando il figlio del fondatore, Silvio
Benigno Crespi, subentrò alla direzione della fabbrica nel 1889,
concluse e modificò il progetto. Egli rinunciò ai grandi palazzotti a più
alloggi e a loro preferì delle casette individuali con giardino, che
considerava più propizie all'armonia e più adatte a resistere ai conflitti
sociali. Egli mise in pratica questa politica fin dal 1892: aveva fatto
senza dubbio la giusta scelta perché nel corso di più di cinquanta
anni Crespi non conobbe né scioperi né conflitti sociali. Vicino alle
piccole case concepite sul modello preconizzato, costruì una centrale
idroelettrica che alimentava gratuitamente il villaggio operaio, dei
bagni e dei lavatoi pubblici, un ospedale, una cooperativa, una scuola,
un piccolo teatro, un centro sportivo, una canonica per il prete locale,
un ambulatorio per il medico locale, e altri servizi collettivi. Silvio
Benigno Crespi aggiunse poi delle costruzione più simboliche come la
chiesa, il castello (dimora della famiglia Crespi ), gli uffici
amministrativi all'interno della fabbrica e a sud delle case degli operai,
le case per i proprietari (le prime due costruzioni datano gli anni 1890
e le ultime i primi anni 1920).
   Molteplici sono le cause della crisi di questo
    sistema che, nel bene o nel male, racchiudeva
    dei principi sicuramente validi come la
    convivenza serena e i principi della solidarietà
    cristiana. Io ne descrivo solo un paio:
   La proprietà delle case restava dell‟impresa e
    solo in comodato d‟uso per i lavoratori.
   La negazione della proprietà da parte dei
    movimenti socialisti di fine „800.
   Il rapporto simbiotico lavoratore-azienda
    visto come un limite alla libertà individuale.
   Per latifondismo si intende il
    possesso di grandi
    appezzamenti di terreno in
    mani di poche famiglie.
   L‟origine del concetto negativo
    che si associa a questo termine
    deriva principalmente dal
    metodo con cui in passato si è
    generato.
   Tuttavia in stati moderni si è
    dovuto trovare un surrogato al
    latifondo che potesse
    consentire ai lavoratori del
    settore agricolo di prosperare
    (Consorzi, cooperative, ecc.)
   Il principio del Latifondismo perfetto è
    rappresentato dal “Latifondismo Romano” dove il
    Proprietario (generalmente appartenente ad una
    famiglia senatoria) aveva tutto l‟interesse a
    produrre nelle sue terre la maggior varietà
    possibile di prodotti ed in quantità tale da
    soddisfare i suoi lavoratori in campagna e i suoi
    Clientes in città.
   Una rivolta nei latifondi era da scongiurare
    perché avrebbe richiesto l‟intervento delle legioni
    che andavano pagate e mantenute dal
    latifondista ospitante.
   Il latifondista aveva tutto l‟interesse a
    realizzare a sue spese opere di sviluppo come
    acquedotti, canalizzazioni, bonifiche,
    masserie per la conservazione di grandi
    quantità di prodotti in attesa dei tempi
    opportuni per la commercializzazione.
   Il latifondista che commercializzava il
    prodotto era noto, se imbrogliava era subito
    individuato.
   La diversificazione dei prodotti nell‟arco
    dell‟anno faceva si che non ci fossero periodi
    di magra dovuti alla non oculata scelta dei
    prodotti da incentivare. Era interesse del
    Latifondista creare una varietà merceologica
    dei prodotti che fosse tale da garantirgli una
    tranquillità alimentare per tutto l‟anno.
   Molto spesso il Latifondista stava lontano
    dalle sue proprietà e affidava i terreni ad
    amministratori che intendevano lucrare sulla
    proprietà altrui e, poiché dovevano
    mantenere fisso il valore in denaro da
    conferire al proprietario, si arricchivano sullo
    sfruttamento delle classi inferiori.
   Molto spesso i proprietari, o gli
    amministratori, non avevano capacità
    commerciale. Di conseguenza, una volta
    garantito il denaro per il proprio
    mantenimento e le tasse da pagare
    all‟autorità centrale, non erano incentivati a
    produrre il di più. Questo si tramutava in
    molti casi all‟abbandono di gran parte dei
    terreni che potevano essere produttivi.
   Le Ideologie ottocentesche sulla proprietà
    privata raramente si sono tramutate
    nell‟annullamento della stessa. Più
    frequentemente sono andate in linea col
    famoso detto: “ciò che è tuo è mio e ciò che è
    mio e mio”. Ovvero la proprietà del
    latifondista era “un furto” la proprietà dei
    lavoratori era sacra ed inviolabile.
   Sulla capacità dei singoli di portare avanti un
    settore produttivo però, nessuno disse nulla.
   In Italia, dopo la riforma agraria del 1950, i latifondi non
    possono superare i 300 ettari (3 km²).
   Prima d'allora non erano rari, soprattutto nel Meridione, i
    latifondi che superavano i 1.000 ettari (10 km²). A partire
    dalla riforma, il latifondo è andato progressivamente
    scomparendo fino a non esistere più ai giorni nostri.
   Nel Mezzogiorno, particolarmente significativo era il caso
    della Sicilia che fino alla riforma aveva un'agricoltura
    totalmente basata sul latifondo. Infatti, prima del 1950, i
    latifondi con estensione superiore ai 500 ettari (5 km²)
    erano 228..
   Fino alla riforma del 1950 alcuni latifondisti possedevano
    migliaia di ettari. Celebre è il caso della famiglia Torlonia
    che possedeva i terreni agricoli della Piana del Fucino, si
    trattava di un latifondo di oltre 14.000 ettari (140 km²)
   Per cercare di porre rimedio al frazionamento del
    latifondo si sono lanciate le cooperative agricole.
   Basate sul principio della proprietà diffusa e sula
    massimizzazione di produzione ed utile, hanno
    limitato il problema delle terre incolte e, in linea
    di massima, responsabilizzato i singoli lavoratori.
   Fattore negativo è che mentre godono di
    notevole fortuna laddove è sviluppata una cultura
    sociale, stentano a svilupparsi in culture
    individualistiche come quelle del Sud.
   I consorzi mantengono inalterati i rapporti di
    proprietà tra i singoli e raggruppano proprietari che
    abbiano una stessa gamma di prodotti e che tramite
    accordi stabiliscono delle regole basilari sulla qualità,
    il prezzo e la commercializzazione del prodotto.
   Fino a qualche decennio fa, i consorzi raggruppavano
    produttori di aree contigue. Ora, con i disciplinari di
    produzione, possono aderire al consorzio anche
    produttori distanti centinaia di chilometri fra loro (es
    Prosciutto di Parma prodotto anche a Vicenza)
   Il lato negativo è la ridotta possibilità di
    diversificazione dela produzione, anzi, in alcuni casi,
    il consorzio tende ad impedire un cambiamento di
    produzione.
   Alcune aziende che operano su scala
    nazionale, o alcune direttive politiche,
    tendono ad incentivare (o disincentivare)
    alcune produzioni, creando un sistema di
    affitto/vincolo del territorio, ovvero pagando
    il proprietario per non sceglier cosa produrre.
   Un esempio è la produzione di Barbabietola
    da zucchero, di tabacco, di olio. Oppure il
    disincentivo all‟allevamento di mucche da
    latte o alla produzione di uva da vino.
   Mentre per Suini e Bovini la produzione in
    stalla è ormai, quasi ovunque, la prassi, per
    ovini e caprini il pascolo è il metodo di
    allevamento più comune.
   Per questo motivo i pastori che non possono
    fare affidamento su terre comuni (usi civici)
    pagano alcuni proprietari perche mantengano
    incolti i loro terreni.
   La proprietà del terreno non cambia ma se ne
    riducono i diritti di possesso.

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Lezione viii

  • 2. Paternalismo industriale o Capitalismo paternalistico è quella corrente di ispirazione illuministica che ispirò la creazione di tutte quelle infrastrutture che gravitavano intorno a delle aziende, generalmente monoprodotto, che finivano per creare veri è propri centri abitati con strutture ben articolate e, a volte, anche delle norme specifiche di comportamento.
  • 3. « Pensai allora di rendere quella popolazione utile allo Stato e alle famiglie: utile allo Stato, introducendo una manifattura di sete grezze, operando in seguito, in modo da portarla alla migliore perfezione possibile, tale da poter col tempo servire da modello ad altre più grandi; utile alle famiglie, alleviandole dai pesi che ora soffrono e portandole ad una condizione di agiatezza da non poter piangere miseria come finora è accaduto, togliendosi ogni motivo di lusso con l‟uguaglianza e semplicità nel vestire. » (Ferdinando IV di Borbone dallo Statuto di San Leucio)
  • 4. «Lo stato presente delle cose giunto essendo ad un tal termine, ed avendosi riguardo all‟avvenire, sembrami richiedere, che questa nascente Popolazione, che in pochi anni può divenir ben più numerosa, riceva una norma, per sapere i retti sentieri, su de‟quali possa dirigere i suoi passi con sicurezza; e nel tempo stesso sia in istato di conoscere la sua felice situazione; e questa da qual fonte derivi.” (Origine della popolazione di San Leucio di Ferdinando IV)
  • 5. Si trattò di un esperimento sociale, nell'età dei lumi, avanguardia nel mondo, un modello di giustizia e di equità sociale non più ripetuto così genuinamente nemmeno nelle successive rivoluzioni francese e marxista. I lavoratori usufruivano di diversi benefici: veniva assegnata una casa all'interno della colonia, usufruivano di formazione gratuita (qui il re istituì la prima scuola dell'obbligo d'Italia femminile e maschile che includeva discipline professionali) e le ore di lavoro erano 11, mentre nel resto d'Europa erano 14. Le donne ricevevano una dote dal re per sposare un appartenente della colonia, e a disposizione di tutti vi era una cassa comune "di carità", dove ognuno versava una parte dei propri guadagni. Non c'era nessuna differenza tra gli individui qualunque fosse il lavoro svolto, l'uomo e la donna godevano di una totale parità in un sistema esclusivamente meritocratico. Era abolita la proprietà privata, garantita l'assistenza agli anziani e agli infermi, ed era esaltato il valore della fratellanza. Il Codice legislativo si rivolge ad una società già esistente, adattandosi ad essa e tiene conto della sua naturale evoluzione, prevedendone “nuovi bisogni”.
  • 6. Come esempio del codice morale istituito nel “Sistema san Leucio” riportiamo brevemente i Doveri Negativi I doveri negativi son quelli che impongono l'obbligo di astenersi dall'offender alcuno in qualunque maniera. Or in in tre maniere si può offendere alcuno. Si può offendere nella persona, nella roba, e nell'onore.
  • 7. Si offende alcuno nella Persona o coll'ammazzarlo, o col ferirlo, o col batterlo, o col fargli scherni, dispetti, insolenze, ovvero col molestarlo ed inquietarlo in qualunque modo. Nessuno di questi atti ardirà mai alcun di voi di commettere contra il suo simile; siccome non ardirà neppure l'offeso di prendere da se la privata vendetta: ma ricorrerà a'suoi Superiori per la dovuta giustizia; e credendo non averla da quelli ottenuta, potrà anche di poi venire da Me.  Vegliano contra tutti questi delitti attentamente le Leggi: ma tanto più veglieranno esse contra quelli, che mai si commettessero in questa Società, che ha per suo principale fine l'amore, e la carità, e che l'esempio dev'essere della pubblica educazione.
  • 8. Si offende alcuno nella roba, ogni qualvolta o con violenze, o con inganno si usurpa, o si ritiene ingiustamente quello ch'è d'altrui. Il titol di ladro é il titol più infame e vergognoso che poss'aver l'uomo. Ciascuno dunque si guardi bene di meritarlo per alcun modo. In ogni Società i ladri son condannati ad atrocissime pene. In questa, dove l'onore, e la virtù sono i principali cardini della medesima, se mai ve ne fossero (che non é neppur da dubitarsi) saranno più rigorosamente puniti. Nelle compre perciò, nelle vendite, nelle permutazioni, ed in ogni altra specie di contratti ogn'uno si guardi di usar soperchieria, ed inganno. Nessun venditore abusi dell'imperizia del compratore col chiedere un prezzo maggiore del dovere: e nessun compratore si valga mai dell'ignoranza, o della necessità, in cui é tal volta il venditore, per levargli quel giusto prezzo, che gli spetta. Vadan bandite la menzogna, le frodi e le fallacie nelle misure, ne' pesi, nella qualità delle robe, che si venderanno, o compreranno, nella qualità del danaro, ed in tutt'altra, in cui la versuzia, e l'inganno possa usarsi; e si proceda in tutto con candore, onestà, e buona fede. Sia la parola il vincolo più sacro della Società; e tutti sian fedelissimi, e sinceri né detti, e né fatti.  Chi ha fedelmente servito, sia prontamente pagato; né alcuno gli neghi o ritardi la mercede dovuta a ciò non sia causa della sua ruina. In somma erigga ogn'uno nel suo cuore l'altare della giustizia; e tratti col suo simile, come vorrebbe, che questi trattasse con sé.
  • 9. La riputazione é la cosa più importante e più preziosa, che possa aver l'uomo d'onore; e talvolta togliere altrui la riputazione é peggior delitto, che offenderlo nella roba, e nella persona. Nessun quindi dirà mai cose false contra di alcuno; e chi caderà in questo delitto, vada immediatamente bandito da questa Società. Nessuno dirà ingiurie, e villanie ad altri. Nessuna metterà in ridicolo, ed in beffa il suo fratello: essendo tutte queste cose contrarie a quello spirito di carità, e di amore che Dio comanda, e che Io voglio, per ben della pace, del buon ordine, e della tranquillità delle vostre famiglie, da voi esattamente praticato
  • 10. Per effetto di quell'amore, ch'é l'anima di questa Società, e per quello spirito di fratellanza, che a ciascuno di voi deve far riguardare questa Popolazione, come una sola famiglia, giusto é ancora che se tra voi si trovi un Artista, privo di moglie e di figli, ma non in istato di lucrarsi il pane per loro, e pel povero padre caduto in miseria o per vecchiaja, o per infermità, o per altra fatal disgrazia, ma non mai per pigrizia, ovvero infingardaggine ; sia da tutti comunemente soccorso, acciò non si riducan nello stato di andar mendicando, ch'é lo stato più infame, e detestabile, che sia sulla terra. Perciò siavi tra voi una Cassa, che chiamerassi della CARITA', dalla quale sian codest'infelici comodamente soccorsi o per tutto il tempo della vita, o fino a che non sian rimessi in istato di potersi lucrare il pane. Avrà questa Cassa per fondo un rilascio di un tarì al mese , che ogni manifatturiere , che sia in istato di guadagnare più di due carlini al giorno, farà in beneficio della medesima; e di quindici grana al mese, per quelli che guadagnino meno di due carlini al giorno. Sarà essa amministrata dal Parroco, da' Seniori, e da' Direttori dell'arti, i quali rilasceranno in beneficio della sopradetta Cassa quello, che più la pietà lor detti. Tutti daranno il voto nel caso di doversi soccorrere qualche infelice.
  • 11. Questo modello fu in parte esportato da San Leucio a tutte le imprese statali (ivi comprese le ferriere di Mongiana in Calabria) dove lo stato provvedeva quantomeno a fornire le abitazioni a chiunque dovevasi recare presso questi centri di produzione.
  • 12. Sulla scia dei movimenti ottocenteschi post napoleonici vi furono altri esempi di paternalismo industriale non statale, ma proveniente dalla libera iniziativa degli imprenditori. Alcuni di essi in Germania come i Krup (sempre nell‟ambito delle acciaierie) o in Inghilterra nei distretti minerari.
  • 13. Nel 1875, Cristoforo Benigno Crespi, fabbricante di tessuti proveniente da Busto Arsizio (Varese), acquistò un kmq di terreno nell'avvallamento situato tra le rive del Brembo e dell'Adda, a sud di Capriate, con l'intenzione di avviare una filatura di cotone sulle rive dell'Adda. Egli decise di edificare in prossimità della filatura delle abitazioni di tre piani, dotate di più appartamenti, per le famiglie dei suoi operai. La costruzione fu intrapresa nei primi mesi del 1878 sul modello allora abituale in Europa. Quando il figlio del fondatore, Silvio Benigno Crespi, subentrò alla direzione della fabbrica nel 1889, concluse e modificò il progetto. Egli rinunciò ai grandi palazzotti a più alloggi e a loro preferì delle casette individuali con giardino, che considerava più propizie all'armonia e più adatte a resistere ai conflitti sociali. Egli mise in pratica questa politica fin dal 1892: aveva fatto senza dubbio la giusta scelta perché nel corso di più di cinquanta anni Crespi non conobbe né scioperi né conflitti sociali. Vicino alle piccole case concepite sul modello preconizzato, costruì una centrale idroelettrica che alimentava gratuitamente il villaggio operaio, dei bagni e dei lavatoi pubblici, un ospedale, una cooperativa, una scuola, un piccolo teatro, un centro sportivo, una canonica per il prete locale, un ambulatorio per il medico locale, e altri servizi collettivi. Silvio Benigno Crespi aggiunse poi delle costruzione più simboliche come la chiesa, il castello (dimora della famiglia Crespi ), gli uffici amministrativi all'interno della fabbrica e a sud delle case degli operai, le case per i proprietari (le prime due costruzioni datano gli anni 1890 e le ultime i primi anni 1920).
  • 14. Molteplici sono le cause della crisi di questo sistema che, nel bene o nel male, racchiudeva dei principi sicuramente validi come la convivenza serena e i principi della solidarietà cristiana. Io ne descrivo solo un paio:  La proprietà delle case restava dell‟impresa e solo in comodato d‟uso per i lavoratori.  La negazione della proprietà da parte dei movimenti socialisti di fine „800.  Il rapporto simbiotico lavoratore-azienda visto come un limite alla libertà individuale.
  • 15. Per latifondismo si intende il possesso di grandi appezzamenti di terreno in mani di poche famiglie.  L‟origine del concetto negativo che si associa a questo termine deriva principalmente dal metodo con cui in passato si è generato.  Tuttavia in stati moderni si è dovuto trovare un surrogato al latifondo che potesse consentire ai lavoratori del settore agricolo di prosperare (Consorzi, cooperative, ecc.)
  • 16. Il principio del Latifondismo perfetto è rappresentato dal “Latifondismo Romano” dove il Proprietario (generalmente appartenente ad una famiglia senatoria) aveva tutto l‟interesse a produrre nelle sue terre la maggior varietà possibile di prodotti ed in quantità tale da soddisfare i suoi lavoratori in campagna e i suoi Clientes in città.  Una rivolta nei latifondi era da scongiurare perché avrebbe richiesto l‟intervento delle legioni che andavano pagate e mantenute dal latifondista ospitante.
  • 17. Il latifondista aveva tutto l‟interesse a realizzare a sue spese opere di sviluppo come acquedotti, canalizzazioni, bonifiche, masserie per la conservazione di grandi quantità di prodotti in attesa dei tempi opportuni per la commercializzazione.
  • 18. Il latifondista che commercializzava il prodotto era noto, se imbrogliava era subito individuato.
  • 19. La diversificazione dei prodotti nell‟arco dell‟anno faceva si che non ci fossero periodi di magra dovuti alla non oculata scelta dei prodotti da incentivare. Era interesse del Latifondista creare una varietà merceologica dei prodotti che fosse tale da garantirgli una tranquillità alimentare per tutto l‟anno.
  • 20. Molto spesso il Latifondista stava lontano dalle sue proprietà e affidava i terreni ad amministratori che intendevano lucrare sulla proprietà altrui e, poiché dovevano mantenere fisso il valore in denaro da conferire al proprietario, si arricchivano sullo sfruttamento delle classi inferiori.
  • 21. Molto spesso i proprietari, o gli amministratori, non avevano capacità commerciale. Di conseguenza, una volta garantito il denaro per il proprio mantenimento e le tasse da pagare all‟autorità centrale, non erano incentivati a produrre il di più. Questo si tramutava in molti casi all‟abbandono di gran parte dei terreni che potevano essere produttivi.
  • 22. Le Ideologie ottocentesche sulla proprietà privata raramente si sono tramutate nell‟annullamento della stessa. Più frequentemente sono andate in linea col famoso detto: “ciò che è tuo è mio e ciò che è mio e mio”. Ovvero la proprietà del latifondista era “un furto” la proprietà dei lavoratori era sacra ed inviolabile.  Sulla capacità dei singoli di portare avanti un settore produttivo però, nessuno disse nulla.
  • 23. In Italia, dopo la riforma agraria del 1950, i latifondi non possono superare i 300 ettari (3 km²).  Prima d'allora non erano rari, soprattutto nel Meridione, i latifondi che superavano i 1.000 ettari (10 km²). A partire dalla riforma, il latifondo è andato progressivamente scomparendo fino a non esistere più ai giorni nostri.  Nel Mezzogiorno, particolarmente significativo era il caso della Sicilia che fino alla riforma aveva un'agricoltura totalmente basata sul latifondo. Infatti, prima del 1950, i latifondi con estensione superiore ai 500 ettari (5 km²) erano 228..  Fino alla riforma del 1950 alcuni latifondisti possedevano migliaia di ettari. Celebre è il caso della famiglia Torlonia che possedeva i terreni agricoli della Piana del Fucino, si trattava di un latifondo di oltre 14.000 ettari (140 km²)
  • 24. Per cercare di porre rimedio al frazionamento del latifondo si sono lanciate le cooperative agricole.  Basate sul principio della proprietà diffusa e sula massimizzazione di produzione ed utile, hanno limitato il problema delle terre incolte e, in linea di massima, responsabilizzato i singoli lavoratori.  Fattore negativo è che mentre godono di notevole fortuna laddove è sviluppata una cultura sociale, stentano a svilupparsi in culture individualistiche come quelle del Sud.
  • 25. I consorzi mantengono inalterati i rapporti di proprietà tra i singoli e raggruppano proprietari che abbiano una stessa gamma di prodotti e che tramite accordi stabiliscono delle regole basilari sulla qualità, il prezzo e la commercializzazione del prodotto.  Fino a qualche decennio fa, i consorzi raggruppavano produttori di aree contigue. Ora, con i disciplinari di produzione, possono aderire al consorzio anche produttori distanti centinaia di chilometri fra loro (es Prosciutto di Parma prodotto anche a Vicenza)  Il lato negativo è la ridotta possibilità di diversificazione dela produzione, anzi, in alcuni casi, il consorzio tende ad impedire un cambiamento di produzione.
  • 26. Alcune aziende che operano su scala nazionale, o alcune direttive politiche, tendono ad incentivare (o disincentivare) alcune produzioni, creando un sistema di affitto/vincolo del territorio, ovvero pagando il proprietario per non sceglier cosa produrre.  Un esempio è la produzione di Barbabietola da zucchero, di tabacco, di olio. Oppure il disincentivo all‟allevamento di mucche da latte o alla produzione di uva da vino.
  • 27. Mentre per Suini e Bovini la produzione in stalla è ormai, quasi ovunque, la prassi, per ovini e caprini il pascolo è il metodo di allevamento più comune.  Per questo motivo i pastori che non possono fare affidamento su terre comuni (usi civici) pagano alcuni proprietari perche mantengano incolti i loro terreni.  La proprietà del terreno non cambia ma se ne riducono i diritti di possesso.