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ATTUALITÀ 
Lorena Origo Il sapere medico corre in rete 
Lungi dal voler sostituire il rapporto medico-paziente, la telemedicina 
può essere un valido ausilio alle attuali esigenze assistenziali 
[bollettino OMCeOMI] 3/2014 
11 
a telemedicina attraverso 
diversi strumenti informatici 
consente al medico di 
assistere meglio i malati, di emettere 
diagnosi e praticare terapie anche 
a distanza; tuttavia la visita medica 
tradizionale non potrà mai essere 
soppiantata da questi ausili, utili, ma 
non sufficienti a realizzare l’atto medico 
nella sua completezza. … Attraverso 
particolari “applicazioni” oggi è possibile 
monitorare a distanza i parametri vitali 
di un malato, se è diabetico indicargli la 
quantità di insulina di cui ha bisogno, 
informando al tempo stesso, attraverso 
un sms, il diabetologo sullo stato di 
salute del malato. Sono tutti strumenti 
nuovi di cui la medicina si serve, ma non 
devono mai essere confusi con il cuore 
del rapporto medico-paziente che è 
ancora e resterà sempre la visita medica 
tradizionale”. 
È proprio da queste parole di Roberto 
Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei 
Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di 
Milano (proposte all’interno del Focus 
dedicato alla telemedicina pubblicato 
sul numero 2 del Bollettino) che 
vogliamo ripartire per una lettura più 
approfondita in merito a questo tema e 
alle relative Linee di indirizzo nazionali 
promulgate lo scorso febbraio dalla 
Conferenza Stato-Regioni. 
«Condivido appieno quanto affermato 
dal presidente Rossi - esordisce 
Martino Trapani, vice-direttore 
medico del Presidio Ospedaliero di 
Rho dell’Azienda Ospedaliera Guido 
Salvini - ed è basilare per la riuscita del 
progetto aver chiaro l’obiettivo che ci si 
prefigge con questa innovazione: non 
andare a sostituire il rapporto medico-paziente, 
fulcro del nostro sistema 
sanitario, bensì avere l’opportunità di 
essere più vicini ai malati e assisterli 
“L 
Martino Trapani 
BO_2014_003_INT@011-013.indd 11 23/10/14 16:15
L’ESPERIENZA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI RHO 
[bollettino OMCeOMI] 3/2014 
12 
ATTUALITÀ 
Il professor Giuseppe De Angelis è il primario di 
Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Rho, dove 
negli ultimi anni sono stati avviati diversi progetti 
che permettono il monitoraggio a distanza di alcuni 
parametri dei malati. 
«La richiesta di assistenza clinica è costantemente 
in aumento, soprattutto in ambito geriatrico - 
esordisce De Angelis - e quindi gestire l’attività 
diretta con i pazienti che si rivolgono in ospedale è 
sempre più difficile. Per rispondere alla crescente 
domanda di cure, e contemporaneamente 
ottimizzare le risorse, abbiamo avviato diversi 
progetti. Il primo è una forma di teleassistenza 
nei confronti dei pazienti portatori di pacemaker 
che per varie ragioni non possono venire 
frequentemente in ospedale: penso agli anziani, 
o agli allettati per esempio… In questi casi 
abbiamo un sistema che ci permette, tramite 
l’apparecchio telefonico che viene posizionato 
sopra il dispositivo medico, di fare una valutazione 
relativamente ad alcuni parametri, come per 
esempio la carica della batteria. Questo servizio 
semplice, ma estremamente interessante, ci 
ha permesso di ridurre tantissimo gli accessi 
all’ospedale per banali controlli. Nell’ambito 
invece dello scompenso cardiaco, per tutti quei 
soggetti a noi noti che evidenziano una leggera 
instabilità attiviamo un progetto di recall telefonico 
da parte dei nostri infermieri; questi, attraverso 
una serie di semplici domande - è aumentato 
di peso negli ultimi tre giorni? la pressione è 
cresciuta/diminuita? si muove meno? dorme con 
un cuscino in più? - sono in grado di valutare il 
livello di scompenso e di aggiustare la terapia, per 
esempio quella diuretica. A distanza di pochi giorni 
questi pazienti vengono ricontattati per verificarne 
le condizioni. Anche questa iniziativa ha portato 
ottimi risultati, perché permette al malato di essere 
costantemente monitorato ma al proprio domicilio, 
se non nei casi in cui si valuta la necessità di una 
visita ambulatoriale. Il terzo campo del nostro 
lavoro riguarda l’assistenza alle aritmie, settore in 
cui la tecnologia ci sta dando una grossa mano. A 
breve partirà un progetto, che si sta sviluppando 
anche in altri centri, che prevede di disporre degli 
apparecchi particolari al paziente che saranno in 
grado di registrare gli episodi di aritmia comunicati 
poi via wi-fi alle nostre centrali dove verranno 
registrati. Si tratta però di un lavoro in fieri, 
mentre già da 2-3 anni installiamo sotto la cute di 
alcuni soggetti dei device, cioè dei piccoli chip. È 
una procedura molto utile in tutti quei casi in cui 
non riusciamo, per esempio, a valutare il tipo di 
problema perché visitiamo sempre il paziente dopo 
l’episodio aritmico quando spesso non compare 
nessuna patologia. Poter registrare le aritmie, 
invece, ci mette in grado di fare una diagnosi e 
avviare così il corretto piano di cura». 
Il professor Giuseppe De Angelis, 
primario di Cardiologia del 
Presidio Ospedaliero di Rho 
con maggiore efficacia, garantendo 
così la migliore continuità ospedale-territorio. 
Infatti sarà sempre necessario 
sottoporre il paziente a un atto medico 
reale, ma una volta raggiunta una 
diagnosi certa si potranno gestire 
a distanza, per esempio, le fasi di 
monitoraggio, prescrizione di farmaci, 
verifica dei parametri vitali…». Le 
numerose iniziative in questa direzione 
- che coinvolgono tutto il panorama 
europeo che vede esperienze già 
attive e regolamentate in Francia e 
soprattutto nei Paesi del Nord come 
Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia 
- testimoniano un’attenzione crescente 
verso la telemedicina, attraverso la quale 
modellare una risposta all’altezza delle 
mutate esigenze assistenziali. Infatti, 
ci troviamo di fronte a una società 
caratterizzata da una popolazione 
sempre più anziana, con soggetti 
quindi in gran parte affetti da patologie 
croniche e che richiedono risposte 
terapeutiche sempre maggiori. 
Questa situazione impone una revisione 
strutturale e organizzativa delle reti 
di assistenza volta a garantire la 
sostenibilità del sistema sanitario - 
attraverso un opportuno bilanciamento 
delle risorse disponibili, spostandone 
le basi dall’ospedale al territorio - e un 
sistema più efficace ed efficiente. 
«Noi abbiamo uno dei sistemi sanitari 
tra i migliori al mondo - prosegue 
Trapani - perché fondato sul concetto 
di universalità nella gratuità delle 
cure. È però ormai chiaro che per 
poter garantire a tutti i cittadini un 
equo accesso agli interventi sanitari, 
mantenendoci all’interno degli 
stessi parametri di spesa, dobbiamo 
intraprendere una strada obbligata, 
cambiare cioè modello e strumenti 
di supporto per raggiungere i nostri 
obiettivi». I vantaggi derivanti da 
un’introduzione strutturata a livello 
nazionale dell’utilizzo della telemedicina 
potrebbero essere innumerevoli: 
riduzione del sovraffollamento di 
ambulatori e ospedali e riduzione 
BO_2014_003_INT@011-013.indd 12 23/10/14 16:15
ATTUALITÀ 
[bollettino OMCeOMI] 3/2014 
13 
quindi dei tempi medi di attesa 
per le prestazioni, trasmissione 
delle informazioni cliniche con 
una conseguente limitazione degli 
spostamenti per i malati, equità di 
accesso e continuità all’assistenza 
sanitaria indipendentemente dalla 
propria residenza, per esempio paesi 
molto isolati, o poco collegati con 
centri di riferimento specializzati. 
Altrettanti aspetti positivi riguardano 
la qualità delle cure, perché il medico 
potrà in tempo reale consultare nozioni 
cliniche costantemente aggiornate e 
avvalersi, per esempio, del consulto 
in diretta con uno specialista o avere 
informazioni sulle differenti terapie 
possibili grazie all’utilizzo di strumenti 
operativi semplici e immediati che gli 
permetteranno di avere a disposizione 
una marea di dati informatici, testuali, 
video. Il medico potrà dunque usufruire 
di conoscenze condivise, per operare 
con una maggiore sicurezza diagnostica 
e terapeutica, offrendo un’assistenza 
ancora più precisa e puntuale ai propri 
pazienti. Ovviamente, al fianco dei 
vantaggi inevitabilmente troviamo 
aspetti di criticità connessi ad aspetti 
normativi o regolamentari, quali per 
esempio la privacy e la riservatezza, ai 
possibili aspetti medico-legali, scenari 
insomma che andranno a delinearsi 
in maniera chiara ed esplicita in corso 
d’opera e verso i quali sarà necessario 
individuare le migliori soluzioni 
possibili. A tal fine, le Linee di indirizzo 
nazionali prevedono la composizione 
di una Commissione tecnica paritetica 
composta da sei membri, tre di nomina 
ministeriale e tre indicati dalle regioni. 
Tempi maturi anche per gli 
operatori 
Presupposto fondamentale affinché 
il progetto decolli, saranno i processi 
di formazione/informazione di medici 
e pazienti. «A mio avviso il sistema 
è pronto e maturo per affrontare il 
cambiamento - prosegue Martino 
Trapani. - La maggior parte dei medici 
utilizza con estrema confidenza sistemi 
informatici quali pc, smartphone, 
tablet. Per quanto riguarda i pazienti, 
invece, il discorso è un po’ diverso 
perché trattandosi in gran parte di 
soggetti anziani la loro accessibilità a 
strumenti innovativi, quali per esempio 
Skype, rappresenta attualmente il limite 
maggiore. Un secondo problema è 
di tipo culturale: è indispensabile far 
comprendere ai malati che questa 
innovazione si tradurrà in un’assistenza 
migliore e ancora più efficiente e aiutarli 
così a vincere una naturale sensazione di 
diffidenza e sfiducia iniziale. Rimangono, 
in questa fase, ancora da definire gli 
strumenti adatti e l’identificazione del 
soggetto che dovrà metterli in atto». 
Ma esiste anche un “capitolo” 
investimenti che è necessario 
affrontare. «Nel documento emanato 
dalla Conferenza Stato-Regioni non 
è contemplata nessuna voce legata a 
risorse aggiuntive da destinare alla 
telemedicina - fa notare Trapani. - Il 
problema è che nel caso, per esempio, 
delle strutture pubbliche, queste non 
sono assolutamente nelle condizioni 
di fare fronte autonomamente agli 
investimenti necessari per avviare 
una fase di start up del progetto 
che si tradurrà solo in un secondo 
tempo in un effettivo risparmio. Sarà 
quindi indispensabile prevedere 
dei finanziamenti o almeno pensare 
alla possibilità di andare a vincolare 
alcune risorse delle Unità ospedaliere 
destinandole a un investimento in tal 
senso. Discorso simile per i medici 
di famiglia, che dovrebbero essere 
stimolati a sposare questa importante 
innovazione anche attraverso degli 
incentivi economici». 
«Vorrei fare anche un breve cenno 
- conclude Trapani - al ruolo della 
formazione universitaria: premesso 
che gli standard qualitativi delle nostre 
facoltà sono elevati, è auspicabile che 
i corsi di laurea in Medicina mostrino 
maggiore interesse verso le innovazioni, 
come la telemedicina, che coinvolgono 
la realtà sanitaria del nostro paese, 
come anche il ruolo sempre più centrale 
assunto dalla tecnologia, termine 
che si riferisce sia agli interventi 
terapeutici e riabilitativi sia a strumenti, 
apparecchiature, protocolli, applicazioni 
informatiche, come per esempio la 
cartella clinica elettronica. Abbiamo 
bisogno, in sintesi, di una formazione 
che pur salvaguardando i principi e gli 
insegnamenti alla base della professione 
sanitaria siano maggiormente in sintonia 
con la realtà della nostra società 2.0». n 
Finalità e tipologia di interventi 
Prevenzione secondaria: servizi dedicati alle persone già classificate a rischio o affette da 
patologie e che devono sottoporsi a costante monitoraggio di alcuni parametri vitali. 
Diagnosi: servizio che permette di spostare le informazioni invece che il paziente. 
Cura: servizi finalizzati a operare scelte terapeutiche e a valutare l’andamento della 
prognosi per pazienti la cui diagnosi è ormai certa. 
Monitoraggio: gestione, anche nel tempo, dei parametri vitali grazie allo scambio di dati 
con il paziente. 
Televisita: atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente e dal quale 
può scaturire la prescrizione di farmaci o cure. 
Teleconsulto: consulenza a distanza che permette di chiedere il consiglio di uno o più 
colleghi, di specifica formazione e competenza, e che può avvenire senza la presenza fisica 
del paziente. 
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il sapere medico corre in rete

  • 1. ATTUALITÀ Lorena Origo Il sapere medico corre in rete Lungi dal voler sostituire il rapporto medico-paziente, la telemedicina può essere un valido ausilio alle attuali esigenze assistenziali [bollettino OMCeOMI] 3/2014 11 a telemedicina attraverso diversi strumenti informatici consente al medico di assistere meglio i malati, di emettere diagnosi e praticare terapie anche a distanza; tuttavia la visita medica tradizionale non potrà mai essere soppiantata da questi ausili, utili, ma non sufficienti a realizzare l’atto medico nella sua completezza. … Attraverso particolari “applicazioni” oggi è possibile monitorare a distanza i parametri vitali di un malato, se è diabetico indicargli la quantità di insulina di cui ha bisogno, informando al tempo stesso, attraverso un sms, il diabetologo sullo stato di salute del malato. Sono tutti strumenti nuovi di cui la medicina si serve, ma non devono mai essere confusi con il cuore del rapporto medico-paziente che è ancora e resterà sempre la visita medica tradizionale”. È proprio da queste parole di Roberto Carlo Rossi, Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano (proposte all’interno del Focus dedicato alla telemedicina pubblicato sul numero 2 del Bollettino) che vogliamo ripartire per una lettura più approfondita in merito a questo tema e alle relative Linee di indirizzo nazionali promulgate lo scorso febbraio dalla Conferenza Stato-Regioni. «Condivido appieno quanto affermato dal presidente Rossi - esordisce Martino Trapani, vice-direttore medico del Presidio Ospedaliero di Rho dell’Azienda Ospedaliera Guido Salvini - ed è basilare per la riuscita del progetto aver chiaro l’obiettivo che ci si prefigge con questa innovazione: non andare a sostituire il rapporto medico-paziente, fulcro del nostro sistema sanitario, bensì avere l’opportunità di essere più vicini ai malati e assisterli “L Martino Trapani BO_2014_003_INT@011-013.indd 11 23/10/14 16:15
  • 2. L’ESPERIENZA DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI RHO [bollettino OMCeOMI] 3/2014 12 ATTUALITÀ Il professor Giuseppe De Angelis è il primario di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Rho, dove negli ultimi anni sono stati avviati diversi progetti che permettono il monitoraggio a distanza di alcuni parametri dei malati. «La richiesta di assistenza clinica è costantemente in aumento, soprattutto in ambito geriatrico - esordisce De Angelis - e quindi gestire l’attività diretta con i pazienti che si rivolgono in ospedale è sempre più difficile. Per rispondere alla crescente domanda di cure, e contemporaneamente ottimizzare le risorse, abbiamo avviato diversi progetti. Il primo è una forma di teleassistenza nei confronti dei pazienti portatori di pacemaker che per varie ragioni non possono venire frequentemente in ospedale: penso agli anziani, o agli allettati per esempio… In questi casi abbiamo un sistema che ci permette, tramite l’apparecchio telefonico che viene posizionato sopra il dispositivo medico, di fare una valutazione relativamente ad alcuni parametri, come per esempio la carica della batteria. Questo servizio semplice, ma estremamente interessante, ci ha permesso di ridurre tantissimo gli accessi all’ospedale per banali controlli. Nell’ambito invece dello scompenso cardiaco, per tutti quei soggetti a noi noti che evidenziano una leggera instabilità attiviamo un progetto di recall telefonico da parte dei nostri infermieri; questi, attraverso una serie di semplici domande - è aumentato di peso negli ultimi tre giorni? la pressione è cresciuta/diminuita? si muove meno? dorme con un cuscino in più? - sono in grado di valutare il livello di scompenso e di aggiustare la terapia, per esempio quella diuretica. A distanza di pochi giorni questi pazienti vengono ricontattati per verificarne le condizioni. Anche questa iniziativa ha portato ottimi risultati, perché permette al malato di essere costantemente monitorato ma al proprio domicilio, se non nei casi in cui si valuta la necessità di una visita ambulatoriale. Il terzo campo del nostro lavoro riguarda l’assistenza alle aritmie, settore in cui la tecnologia ci sta dando una grossa mano. A breve partirà un progetto, che si sta sviluppando anche in altri centri, che prevede di disporre degli apparecchi particolari al paziente che saranno in grado di registrare gli episodi di aritmia comunicati poi via wi-fi alle nostre centrali dove verranno registrati. Si tratta però di un lavoro in fieri, mentre già da 2-3 anni installiamo sotto la cute di alcuni soggetti dei device, cioè dei piccoli chip. È una procedura molto utile in tutti quei casi in cui non riusciamo, per esempio, a valutare il tipo di problema perché visitiamo sempre il paziente dopo l’episodio aritmico quando spesso non compare nessuna patologia. Poter registrare le aritmie, invece, ci mette in grado di fare una diagnosi e avviare così il corretto piano di cura». Il professor Giuseppe De Angelis, primario di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di Rho con maggiore efficacia, garantendo così la migliore continuità ospedale-territorio. Infatti sarà sempre necessario sottoporre il paziente a un atto medico reale, ma una volta raggiunta una diagnosi certa si potranno gestire a distanza, per esempio, le fasi di monitoraggio, prescrizione di farmaci, verifica dei parametri vitali…». Le numerose iniziative in questa direzione - che coinvolgono tutto il panorama europeo che vede esperienze già attive e regolamentate in Francia e soprattutto nei Paesi del Nord come Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia - testimoniano un’attenzione crescente verso la telemedicina, attraverso la quale modellare una risposta all’altezza delle mutate esigenze assistenziali. Infatti, ci troviamo di fronte a una società caratterizzata da una popolazione sempre più anziana, con soggetti quindi in gran parte affetti da patologie croniche e che richiedono risposte terapeutiche sempre maggiori. Questa situazione impone una revisione strutturale e organizzativa delle reti di assistenza volta a garantire la sostenibilità del sistema sanitario - attraverso un opportuno bilanciamento delle risorse disponibili, spostandone le basi dall’ospedale al territorio - e un sistema più efficace ed efficiente. «Noi abbiamo uno dei sistemi sanitari tra i migliori al mondo - prosegue Trapani - perché fondato sul concetto di universalità nella gratuità delle cure. È però ormai chiaro che per poter garantire a tutti i cittadini un equo accesso agli interventi sanitari, mantenendoci all’interno degli stessi parametri di spesa, dobbiamo intraprendere una strada obbligata, cambiare cioè modello e strumenti di supporto per raggiungere i nostri obiettivi». I vantaggi derivanti da un’introduzione strutturata a livello nazionale dell’utilizzo della telemedicina potrebbero essere innumerevoli: riduzione del sovraffollamento di ambulatori e ospedali e riduzione BO_2014_003_INT@011-013.indd 12 23/10/14 16:15
  • 3. ATTUALITÀ [bollettino OMCeOMI] 3/2014 13 quindi dei tempi medi di attesa per le prestazioni, trasmissione delle informazioni cliniche con una conseguente limitazione degli spostamenti per i malati, equità di accesso e continuità all’assistenza sanitaria indipendentemente dalla propria residenza, per esempio paesi molto isolati, o poco collegati con centri di riferimento specializzati. Altrettanti aspetti positivi riguardano la qualità delle cure, perché il medico potrà in tempo reale consultare nozioni cliniche costantemente aggiornate e avvalersi, per esempio, del consulto in diretta con uno specialista o avere informazioni sulle differenti terapie possibili grazie all’utilizzo di strumenti operativi semplici e immediati che gli permetteranno di avere a disposizione una marea di dati informatici, testuali, video. Il medico potrà dunque usufruire di conoscenze condivise, per operare con una maggiore sicurezza diagnostica e terapeutica, offrendo un’assistenza ancora più precisa e puntuale ai propri pazienti. Ovviamente, al fianco dei vantaggi inevitabilmente troviamo aspetti di criticità connessi ad aspetti normativi o regolamentari, quali per esempio la privacy e la riservatezza, ai possibili aspetti medico-legali, scenari insomma che andranno a delinearsi in maniera chiara ed esplicita in corso d’opera e verso i quali sarà necessario individuare le migliori soluzioni possibili. A tal fine, le Linee di indirizzo nazionali prevedono la composizione di una Commissione tecnica paritetica composta da sei membri, tre di nomina ministeriale e tre indicati dalle regioni. Tempi maturi anche per gli operatori Presupposto fondamentale affinché il progetto decolli, saranno i processi di formazione/informazione di medici e pazienti. «A mio avviso il sistema è pronto e maturo per affrontare il cambiamento - prosegue Martino Trapani. - La maggior parte dei medici utilizza con estrema confidenza sistemi informatici quali pc, smartphone, tablet. Per quanto riguarda i pazienti, invece, il discorso è un po’ diverso perché trattandosi in gran parte di soggetti anziani la loro accessibilità a strumenti innovativi, quali per esempio Skype, rappresenta attualmente il limite maggiore. Un secondo problema è di tipo culturale: è indispensabile far comprendere ai malati che questa innovazione si tradurrà in un’assistenza migliore e ancora più efficiente e aiutarli così a vincere una naturale sensazione di diffidenza e sfiducia iniziale. Rimangono, in questa fase, ancora da definire gli strumenti adatti e l’identificazione del soggetto che dovrà metterli in atto». Ma esiste anche un “capitolo” investimenti che è necessario affrontare. «Nel documento emanato dalla Conferenza Stato-Regioni non è contemplata nessuna voce legata a risorse aggiuntive da destinare alla telemedicina - fa notare Trapani. - Il problema è che nel caso, per esempio, delle strutture pubbliche, queste non sono assolutamente nelle condizioni di fare fronte autonomamente agli investimenti necessari per avviare una fase di start up del progetto che si tradurrà solo in un secondo tempo in un effettivo risparmio. Sarà quindi indispensabile prevedere dei finanziamenti o almeno pensare alla possibilità di andare a vincolare alcune risorse delle Unità ospedaliere destinandole a un investimento in tal senso. Discorso simile per i medici di famiglia, che dovrebbero essere stimolati a sposare questa importante innovazione anche attraverso degli incentivi economici». «Vorrei fare anche un breve cenno - conclude Trapani - al ruolo della formazione universitaria: premesso che gli standard qualitativi delle nostre facoltà sono elevati, è auspicabile che i corsi di laurea in Medicina mostrino maggiore interesse verso le innovazioni, come la telemedicina, che coinvolgono la realtà sanitaria del nostro paese, come anche il ruolo sempre più centrale assunto dalla tecnologia, termine che si riferisce sia agli interventi terapeutici e riabilitativi sia a strumenti, apparecchiature, protocolli, applicazioni informatiche, come per esempio la cartella clinica elettronica. Abbiamo bisogno, in sintesi, di una formazione che pur salvaguardando i principi e gli insegnamenti alla base della professione sanitaria siano maggiormente in sintonia con la realtà della nostra società 2.0». n Finalità e tipologia di interventi Prevenzione secondaria: servizi dedicati alle persone già classificate a rischio o affette da patologie e che devono sottoporsi a costante monitoraggio di alcuni parametri vitali. Diagnosi: servizio che permette di spostare le informazioni invece che il paziente. Cura: servizi finalizzati a operare scelte terapeutiche e a valutare l’andamento della prognosi per pazienti la cui diagnosi è ormai certa. Monitoraggio: gestione, anche nel tempo, dei parametri vitali grazie allo scambio di dati con il paziente. Televisita: atto sanitario in cui il medico interagisce a distanza con il paziente e dal quale può scaturire la prescrizione di farmaci o cure. Teleconsulto: consulenza a distanza che permette di chiedere il consiglio di uno o più colleghi, di specifica formazione e competenza, e che può avvenire senza la presenza fisica del paziente. BO_2014_003_INT@011-013.indd 13 23/10/14 16:15