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Ragionamenti sulle crociate
mercoledì 9 maggio 12
Crociate nel sentire comune

            Illuminismo: la crociata è il simbolo e la sintesi di quello che si deve combattere,
            l’intolleranza, la superstizione, il fanatismo
            Nel processo di costruzione nazionale spagnolo la Reconquista è l’elemento costitutivo
            più importante del “genio” nazionale
            Nell’attualità occidentale il termine ha in genere un’accezione decisamente negativa.
            Ripresa la condanna illuminista unita alla condanna del colonialismo, dell’imperialismo, di
            ogni movimento che non abbia rispettato le specificità religiose ed etniche delle popolazioni
            locali.
            Concetto inamovibile: icona della cultura occidentale. Costituisce l’auto-
            rappresentazione di una civiltà perché esprime attitudini collettive e individuali, questioni
            pratiche e spirituali. Si dimentica che la maggioranza dei cristiani non partecipò mai alle
            crociate. Paradosso di una “crociata” ingiusta ma di una guerra “giusta”.




mercoledì 9 maggio 12
Visioni “non” politically correct

            1941: Legionari di Cristo: missione di costruire il regno di Cristo nella società secondo le
            esigenze della giustizia e della carità, attraverso la preghiera, l'apostolato ed un'ampia
            diffusione della dottrina cattolica.

            Oriana Fallaci [La rabbia e l'orgoglio (Rizzoli 2001) e La forza della ragione (Rizzoli 2004)]:
            denuncia la decadenza della civiltà occidentale minacciata dal fondamentalismo
            islamico e incapace di difendersi. L'immigrazione islamica verso l'Europa risponde a
            un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell'Occidente,
            basato sulle “strutture portanti” del Corano, testimoniato da oltre un millennio di
            conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani e destinato a portare ad uno scontro di
            civiltà

            2009: Il ministro Zaia «Noi della Lega ci riteniamo gli avamposti nella trincea della
            Chiesa. Potremmo dire che siamo i nuovi crociati». I leghisti sono «coloro che vanno a
            difendere tutte quelle idee che spesso qualcuno magari si vergogna di difendere».




mercoledì 9 maggio 12
La Guerra in Iraq
        GIUGNO 2003: frasi riportate da ministri palestinesi: Il presidente Bush disse a tutti noi: "Quello
        che mi spinge è la missione affidatami da Dio. Dio mi ha detto: George, vai a combattere quei
        terroristi in Afghanistan. E io l'ho fatto. E poi Dio mi ha detto: George, metti fine alla tirannia in
        Iraq... E io l'ho fatto. E ora, di nuovo, sento che le parole di Dio arrivano fino a me "Fai in modo
        che i palestinesi ottengano il loro stato e che gli israeliani abbiano la loro sicurezza e porta la pace
        in Medio Oriente. E per mezzo di Dio, io lo farò"». Abu Mazen, presente a quello stesso incontro
        nella località egiziana di Sharm el-Sheikh, ricorda che il presidente statunitense gli disse: «Ho degli
        obblighi morali e religiosi. Quindi vi farò avere uno stato palestinese».

         GIUGNO 2004: «Il 30 giurno 2004 - ha spiegato Bush - il nuovo governo provvisorio assumerà
        l'autorità sovrana. L'America manterrà il suo impegno nei confronti della sicurezza e della dignità
        nazionale del popolo iracheno. La missione vitale delle nostre truppe che contribuiscono ad
        assicurare la sicurezza proseguirà il primo luglio e oltre», fino a quando gli iracheni stessi «saranno
        in grado di garantire la sicurezza da soli». «Dove c'è la tirannia, l'oppressione e il pericolo per il
        genere umano, l'America lavora e si sacrifica per la pace e la libertà. La libertà che abbiamo cara
        non è il dono dell'America al mondo, è il dono di Dio Onnipotente a tutta l'umanità».
        Juan Stam, Il Linguaggio religioso di George W. Bush, 28 settembre 2003, http://www.peacelink.it/mediawatch/a/1670.html




mercoledì 9 maggio 12
Crociate ieri e oggi
                Domenica 7 ottobre 2011, poco dopo l’inizio dai raid angloamericani sull’Afghanistan
                Ayman al-Zawahiri, uno dei principali ideologi di al-Qa‘ida proclamava:

            Che tu sappia, o popolo americano, e che sappia il mondo intero, che noi non accetteremo che si ripeta di nuovo
             la tragedia di al-Andalus (riferimento alla cacciata dei musulmani da al-Andalus). E’ meglio ed è
                più facile per noi, che questa comunità perisca tutta assieme piuttosto che vedere la moschea di al-Aqsa
            demolita o la Palestina giudeizzata e la sua gente buttata fuori. O giovani mujahidin, o dotti religiosi sinceri, o
                 amati da Dio e dal Suo Profeta! Questa è una nuova sanguinosa battaglia tra le sanguinose battaglie
              dell'Islam, è una nuova lotta tra le lotte della fede, nella quale si ripetono le maggiori battaglie della storia
               dell'Islam, quali Hattin (Saladino 1187), 'Ayn Jalut (‘Ayn Jalět, 1260 i Mamelucchi egiziani
                  difesero i luoghi sacri dell’Islam dall’invasione mongola) e la conquista di Gerusalemme.

            Mito islamico della perdita di al-Andalus e delle crociate “perenni” definitosi a partire
            dalla seconda metà dell’Ottocento, proprio mentre si definiva il concetto di Reconquista




mercoledì 9 maggio 12
Il mito di al-Andalus

            Nel 1863 usciva a Istanbul la traduzione turca di Essai sur l’histoire des arabes et des Mores
            d’Espagne di Louis Viardot, curata da Ziya Pasa (1825-1880), uno dei maggiori intellettuali
            del periodo, e pubblicata col titolo di Endelus Tarihi, «Storia di al-Andalus», l’opera fu
            ristampata in quattro volumi tra il 1886 e il 1887, ottenendo un grande successo e
            ispirando una serie di poemi, commedie e storie di ambientazione andalusa. Abdūlhak
            Hamid (1852-1937), Tarīq, dramma incentrato sulla figura del «conquistatore di Spagna» e
            Nazife, un dialogo tra il re spagnolo Ferdinando e Nazife, una ragazza araba.

            Questa traduzione segna l’origine del moderno culto di al-Andalus che probabilmente
            ebbe origine in Turchia: nel secolo XIX il centro politico dell’impero ottomano era
            percepito dal resto del mondo musulmano anche come punto di riferimento culturale; dove
            si percepiva la tensione nascente tra religione e nazione, paese e Stato.




mercoledì 9 maggio 12
Crociate e colonialismo

            Nel 1899 usciva la prima opera storiografica araba sulle crociate: Sayyid ‘Ali al-Harīrī (Egitto),
            Le splendide notizie sulle guerre crociate, che attingeva largamente alle fonti arabe. Esprimeva
            un’esplicita convinzione politica: il parallelo tra il movimento crociato medievale e la
            contemporanea ingerenza coloniale dei paesi europei.
            Le crociate erano il primo stadio del colonialismo europeo o, secondo una
            diffusa formula araba, di un «prematuro imperialismo».


            Solo a partire dal XIX secolo, sotto l’influsso degli studi occidentali si è imposta la
            denominazione di Crociate, al-hurūb al salī biyya per guerre perecedentemente considerate
            soltanto come campagne militari condotte dai Franci (al-ifranj)




mercoledì 9 maggio 12
Il Saladino e Hattin


                        Contemporanea riscoperta della figura di Salāh al-Dīn, il Saladino delle cronache
                        europee, pressoché ignorato dalla letteratura araba precedente, e che invece nella
                        seconda metà dell’Ottocento ha una crescente fortuna nel mondo islamico
                        (letteratura, poesia). Il suo avvento aveva aperto una nuova fase di reazione
                        musulmana alle crociate. Momento culminante era stata la battaglia di Hattin (1187)
                        con cui terminava l’occupazione latina di Gerusalemme.

                        Già durante il periodo del Mandato britannico (1920-1948), la vittoria di Hattin
                        divenne uno dei temi politici centrali nei discorsi contro il sionismo. L’anniversario
                        della battaglia di Hattin nel 1932 “inventa e fonda” una festa nazionale palestinese.




mercoledì 9 maggio 12
Visione degli storici arabi
             Brano dalla risoluzione finale della grande riunione di storici arabi tenutasi a Damasco nel
             luglio del 1987:

             Hattin non è solo una battaglia storica. Questo scontro incarna la fede della nazione araba nel suo avvenire.
             E’ per questo che occorre trarne delle lezioni e approfondirle […] Hattin torna oggi nella memoria collettiva
             del nostro popolo, perché ogni arabo prova nella sua carne le aggressioni portate contro la sua terra, la
             sua fede, i suoi valori. Vi sono numerose similitudini tra l’occupazione sionista, la sua natura e i suoi metodi,
             e l’occupazione crociata. […] Saladino, occorre ricordarlo, è più di un grande uomo. E’ l’incarnazione dello
             spirito eroico della nazione araba; egli esprime la volontà di lotta che ogni generazione riveste di un contenuto
             nuovo. I crociati hanno aggredito la nostra terra quando la nazione araba era divisa, proprio come oggi. E’ in
             un’analoga situazione che le forze preimperialiste crociate lanciarono l’offensiva al fine di impadronirsi di
             territori di primaria importanza dal punto di vista geostrategico perché situati all’incrocio tra Oriente e
             Occidente. Queste forze imperialiste hanno importato in Oriente la cultura occidentale e vi hanno installato
             folle di stranieri venuti da ogni parte del mondo. Sotto la copertura dei pretesti religiosi, di cui il tempo ha
             rivelato il carattere controverso, essi sono giunti a formare nel Bilad al-Sham una enclave straniera che si e
             mantenuta per novant’anni, sino al giorno di Hattin. Lì essi subirono una bruciante sconfitta la cui
             conseguenza fu la liberazione di Gerusalemme e nelle spazio di un secolo gli invasori furono finalmente
             espulsi dal resto dei loro insediamenti.




mercoledì 9 maggio 12
Iraq - Egitto

            Propaganda del regime iracheno: il fatto che Salāh al-Dīn e Saddam Hussein fossero
            entrambi originari di Tikrit, nel nord dell’Iraq, diventa il presupposto di una esplicita
            mimesi politica tra i due personaggi (nonostante il Saladino fosse curdo!)


            Egitto, Movimento dei Fratelli Musulmani. Sayyid Qutb, All’ombra del Corano,
            commentario coranico composto in carcere dopo il 1954: descrive uno scontro tra
            musulmani e politeisti in corso ormai da 1400 anni dove sono individuati due periodi
            rilevanti: le conquiste islamiche e le crociate. L’idea di «crociata» deve essere utilizzata per
            indicare ogni attacco sferrato della cristianità contro l’Islam, a partire dalle opposizioni alle
            prime conquiste islamiche in Siria e in Palestina del secolo VII. Crociati erano i cristiani
            spagnoli che distrussero al-Andalus; crociata doveva essere intesa la moderna battaglia contro
            l’Islam, che si manifestava attraverso il sionismo internazionale, il movimento crociato internazionale
            e il comunismo internazionale.

         Vanoli Alessandro, L’invenzione di al-Andalus e l’idea di crociata. Note su un mito politico contemporaneo, in Id., Il mondo musulmano e i
         volti della guerra, Firenze University Press 2005




mercoledì 9 maggio 12
Tendenze storiografiche attuali
                 Non esiste una sola visione delle crociate, né concordia nella stessa
                 definizione di crociata. Sostanzialmente per due motivi:
                 L’idea di crociata non era per nulla chiaro agli stessi contemporanei ma viene a definirsi
                 nel tempo e in maniera non lineare
                 Non è mai esistita un solo tipo di crociata: il termine ha etichettato nel tempo imprese
                 molto diverse per scopi, protagonisti, modalità, tempi e aree geografiche (crociate dirette a
                 Gerusalemme, azioni della Reconquista, guerre dei Teutonici e dei Portaspada in Europa
                 centrale; spedizioni papali contro gli eretici e avversari della Santa Sede) anche grazie alla
                 forzatura ideologica operata dalla chiesa tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo tesa
                 ad estendere i privilegi di Crociata a tutte le spedizioni che potevano farle comodo.
                 Diversità presente anche se limitiamo lo sguardo alle spedizioni in Terrasanta
                 Periodo ampio: fine XI - metà XVI secolo. Ogni spedizione deve essere contestualizzata:
                 ha sue ragioni, modi, attuazioni, percezioni ed effetti
                 Difficoltà di segnare un vero inizio e anche una fine. La perdita di Acri del 1291 segna solo
                 la fine delle imprese dirette in Terrasanta che però rimane tema costante nella politica
                 tardomedievale.



mercoledì 9 maggio 12
Realtà diverse

                 Risposero a istanze diverse e furono un mezzo per soddisfare i più diversi e mutevoli
                 bisogni.

                 Nell’associazione tra guerra e pellegrinaggio penitenziale, indossando il simbolo della
                 croce, attraverso il significato di santità legato al martirio la società cristiana trovò modo
                 di esprimere il proprio idealismo e di nutrire ambizioni spirituali e materiali che furono
                 estremamente eterogenee.

                 la Crociata/Pellegrinaggio costituì una idea di unità per tutto il mondo cristiano (idea
                 fragile ma persistente).




mercoledì 9 maggio 12
Terminologia e concetti confusi

                        Gli elementi di quelli che poi i canonisti e e bolle pontificie definisco essere i privilegi,
                        i doveri e le modalità del prendere la croce sono confusi e non chiari almeno fino alla
                        battaglia di Hattin

                        solo tra XIII e XIV secolo il lavoro dei canonisti fissò limiti, legittimità e natura delle
                        crociata. Nacque un “diritto” della Crociata secondo cui il voto di prendere la croce
                        diventata un contratto vero e proprio che aveva modi specifici per una eventuale
                        risoluzione (redemptio, commutatio, dilatio, dispensatio): un vero e proprio instrumentum regni
                        del Papato
                        Fino alla fine del XII secolo si trovano tali elementi in forma sparsa e non
                        organizzata: benedizione papale, perdono, indulgenze, tutela al pellegrino/
                        crucesignato




mercoledì 9 maggio 12
Terminologia
                 II Medioevo conobbe tardi (XV secolo) il termine cruciata, destinato a diventar
                 popolare.
                 Per indicare la spedizione armata in Terrasanta si usava iter, alludente sia alla
                 spedizione militaresca feudale sia al pellegrinaggio (e in questo caso si specificava: iter
                 hierosolymitamum); si parlava altrimenti di transitum, passagium, passagium
                 ultramarinum
                 Quando la crociata era a seguito di una mobilitazione formale preceduta da una bolla
                 pontificia che prometteva ai partenti benefici spirituali (indulgenze) e materiali
                 (sospensione dell'obbligo di pagare i debiti ecc.) si aveva il passagium universale o
                 generale
                 Se si appuntava l'attenzione sull'indulgenza la crociata era detta perdono.
                 Alcuni teologi parlavano biblicamente di exodus, ma anche servitium Dei,
                 auxilium Terrae Sanctae.
                 Quest'ultimo termine riporta il rapporto con Dio nei termini di un rapporto feudale.




mercoledì 9 maggio 12
Gregorio VIII - Innocenzo III

                        La bolla Audita tremendi (29 ottobre 1187) emanata da Gregorio VIII alla notizia che
                        l'esercito del re di Gerusalemme era stato sbaragliato dalle truppe del Saladino ad
                        Hattin, presso il lago di Tiberiade. Tipica bolla di crociata: narrazione stringata ma
                        efficace degli avvenimenti, esortazione a partire, promulgazione delle tradizionali
                        indulgenze.

                        Le spedizioni a partire dal 1188 diedero nuova forma all’ideologia e alla pratica delle
                        crociate. Sforzo ingente nell’organizzare il finanziamento, il reclutamento, la
                        predicazione. Tuttavia ogni campagna offriva indulgenze specifiche e distinte.

                        A partire da Innocenzo III si assiste a una applicazione su vasta scala dell’ideologia e
                        dell’attività crociata come risposta ai problemi di difesa, espansione e controllo della
                        cristianità.. Innocenzo III non creò fenomeni nuovi ma codificò e articolò le tendenze
                        passate e contribuirono a definire la crociata un poderoso strumento di potere per la
                        Chiesa,




mercoledì 9 maggio 12
Pellegrinaggio

            Pratica antichissima e non solo cristiana
            VII-X secolo. I grandi pellegrinaggi verso Roma e Gerusalemme subiscono una crisi
            segno di un’accresciuta difficoltà di viaggiare sia nel Mediterraneo come nel mondo
            danubiano - balcanico. Moltiplicazione di “Luoghi Santi” in Occidente
            Crisi breve del periodo di al-Hakim (1009 distruzione del Santo Sepolcro). episodio isolato
            rispetto al tradizionale atteggiamento di tolleranza--> forte reazione in Occidente
            XI-XII secolo. Risveglio dei pellegrinaggi. Causa o effetto. Oggi si tende a guardarlo come
            una conseguenza della generale ripresa dei traffici e dei viaggi di lungo percorso.
            La rinnovata aggressività dell'Occidente, che si esprimeva nella reconquista
            iberica, nell'affermarsi di potenze commerciali e militari marittime,
            nell'avviarsi della grande mobilitazione della Crociata, aveva solide basi
            nella stabilizzazione delle strutture sociali dell'Occidente e nell'impetuosa
            crescita demografica ed economica che caratterizzò l'area già romano-
            germanica a cavallo del secondo millennio.




mercoledì 9 maggio 12
Pellegrinaggio e moti popolari

                        Pietro d’Amiens detto «l’Eremita». Predicatore vagante, un propheta, un uomo in fama di
                        santità ma non si può escludere che fosse un laico. Aveva promosso un movimento
                        salvazionista tra i cui scopi c’era fra l’altro quello della redenzione delle meretrici. Verso
                        la fine del 1095 cominciò a predicare il pellegrinaggio cominciando dal Berry e lungo la
                        Francia fino in Lorena

                        Messaggio: descrizione dei Luoghi Santi e delle tribolazioni dei pellegrini, esecrazione
                        dei Saraceni cui faceva seguito quella degli Ebrei «nemici di Gesù», esibizione di reliquie
                        e spesso di lettere (excitatoria) che s’immaginavano scritte da grandi del presente o del
                        passato o addirittura cadute dal Cielo o consegnate da Divini Messaggeri; evocazione di
                        Gerusalemme, della Terra Promissionis, terrestre e allo stesso tempo celeste, la mèta ultima
                        del Millennio dopo l’assalto dell’Anticristo: pellegrinaggio come ritorno alla casa del
                        Padre

                        I primi gruppi partiti dunque a ondate, male armati e privi di un’organizzazione:
                        saccheggio di campagne, assalti alle città, massacri di comunità giudaiche.




mercoledì 9 maggio 12
Pellegrinaggio e moti popolari

                        Paure apocalittiche: viaggio spinto dalla speranza che la fine dei tempi arrivasse mentre
                        si era in vicinanza della Terrasanta

                        1065: secondo alcuni calendari la Pasqua cadeva il 26 marzo in coincidenza con la
                        Pasqua storia: una folle di pellegrini partì dalla Germania per prepararsi a Gerusalemme
                        al Giudizio Universale. Presenti anche degli armati

                        F. Cardini: l’entusiasmo con cui l’Europa rispose all’appello per la crociata
                        lanciato da Urbano II non è comprensibile senza queste premesse

                        chi partecipava alle le diverse spedizioni che si organizzarono tra la fine dell’XI e la
                        seconda metà del XIII, al di là delle singole aspirazioni politiche e personali, sentiva di
                        essere soprattutto un pellegrino armato: condivisione con il pellegrinaggio di diversi
                        aspetti, indulgenze, privilegi, immunità, elaborati nel tempo dalla Chiesa per favorire
                        proprio la pratica penitenziale.




mercoledì 9 maggio 12
Pellegrinaggio e moti popolari

                    La celebre Chanson de Roland, della seconda metà del secolo XI, vede Rolando cadere a
                        Roncisvalle. Il passo di Roncisvalle è la via battuta dai pellegrini di Santiago:

                                       Così disse Rolando: – Qui subiremo martirio
                                      e ora so bene che non ci resta molto da vivere.
                                         Ma sarà fellone chi non si venderà caro.
            vv. 1922-1931.                 Colpite, signori, con le spade forbite,
                                        e disputate la vostra morte e la vostra vita,
                                        sì che la dolce Francia non sia disonorata.
                                    Quando Carlo, il mio signore, verrà su questo campo
                                            e vedrà un tale massacro di saraceni
                                     che per uno dei nostri ne troverà morti quindici,
                                                  non potrà non benedirci.
            Versi che probabilmente si cantavano di mercato in mercato, di castello in castello: quanti
            pellegrini, sul cammino di Spagna, avranno ripensato alla fine del Paladino e avranno
            scoperto la vocazione alla crociata! (F. Cardini)



mercoledì 9 maggio 12
Guerra e Crociata

                        II-V secolo: solo una minoranza di intellettuali cristiani proclama il rifiuto alla violenza;
                        anzi la necessità di difendere i confini unita al fatto che il Cristianesimo è religione
                        dell’Impero fa sì che l’esercito imperiale sia in un certo senso sacralizzato

                        Agostino (da Ippona): concetto di iustum bellum; dichiarare i confini tra guerre definibili
                        come iusta («legittime», «legali») e no; il cristiano può in tutta serenità prendere parte alle
                        prime. Il concetto di iustum bellum circoscrive i casi della legittimazione: a) carattere
                        difensivo & riparazione dell’ingiustizia; b) dichiarato da un’autorità ufficialmente e
                        formalmente costituita, universalmente riconosciuta (non qualunque volontà privata); c)
                        doveva tendere alla restaurazione d’una pace fondata sull’autentica giustizia. -> il
                        cristiano doveva restare sempre e comunque un portatore di pace. Stabilisce
                        anche i primordi dello ius in bello, il corretto comportamento da tenere in guerra

                        Bernardo di Chiaravalle (1a 1/2 XII) applica alla lotta contro gli infedeli tale
                        legittimazione sostenendo che la loro eliminazione fisica era da ritenersi un male minore
                        in quanto inevitabile rispetto al dilagare dell’ingiustizia; si doveva concepire non come
                        homicidium, bensì come malicidium.


mercoledì 9 maggio 12
Guerra e Crociata

                        Pax Dei - Tregua Dei

                        Nascita di un etica cavalleresca

                        Riforma della Chiesa: recupero del discorso agostiniano e suo rilancio in ambito
                        cluniacense a tutela della libertas ecclesiae

                        spedizioni volute dalla Chiesa romana e legittimate da un simbolo dotato di preciso valore
                        teologico e giuridico: il vexillum Petri:

                                          Inghilterra anglosassone
                                          spedizione di al-Mahdia 1087
                                          conquista della Sicilia
                                          reconquistas
                                          “prima crociata”



mercoledì 9 maggio 12
Guerra e Crociata
                 La guerra diventava quindi un nuovo tipo di conversione: tuttavia non soddisfaceva
                 completamente i milites che aspiravano a conseguire una vera e propria esperienza
                 spirituale; nascita degli ordini cavallereschi (Militiae), cavalieri che rinunziano ai loro beni
                 terreni, voltano le spalle ai paesi d’origine e accettano di restare durevolmente nelle terre
                 oltremare conducendovi una povera vita in comune, difendendo e assistendo i pellegrini.

                 Legittimazione e inquadramento teologico dato da Bernardo di Chiaravalle

                 Nel corso del XIII la Chiesa approfondì ed elaborò i concetti attorno a quello che
                 originariamente era solo un «pellegrinaggio armato» facendolo diventare uno strumento
                 di potere; tuttavia non è stata mai formulata una vera e propria teologia della «guerra
                 santa», le crociate non sono state mai considerate come parallele o alternative
                 dell’impegno missionario nella conversione degli infedeli.




mercoledì 9 maggio 12
I Turchi
         1/2 VI secolo i turchi Blu o Kok crearono un vasto impero in Asia centrale;
         VIII sec.: alla Persia Sasanide si erano sostituiti gli Arabi i quali nel 751 si allearono con i turchi
         Qarluq e sconfissero i cinesi T'ang decretando la fine dell'espansione cinese verso occidente e la
         diffusione dell'islam verso l'Asia centrale.
         Nell'840 Kirghisi e Qarluq divennero il gruppo turco dominante. I Qarluq si convertirono
         all'islam e convertirono le tribù turche degli Oghuz. Un gruppo di questi turchi Oghuz, i
         Selghiucidi, sconfissero i Ghaznavidi che dominavano una parte della Persia, entrarono a
         Bagdad e il Califfo proclamò il seghiucide Toghrul sultano (1053). Progressivo ampliamento del
         dominio sino a toccare i confini bizantini e fatimidi; per impedire che l'esercito turco, desideroso
         di guerra e saccheggi, devastasse le province centrali del mondo islamico i sultani lo spinsero
         verso i confini dell'impero dove combattendo la guerra santa avrebbe potuto accrescere i domini
         dell'islam appagando lo spirito guerriero.
         1070 il generale Atsiz s'impadronì di Gerusalemme; ci fu una richiesta d’aiuto proveniente da
         Alessio I Comneno in Occidente ma molto probabilmente era tesa a ottenere semplicemente un
         gruppo di mercenari come era consueto per la politica “estera” di Bisanzio; alla fine dell’XI
         secolo l’Impero non subiva alcuna particolare minaccia che potesse giustificare la richiesta
         d’aiuto



mercoledì 9 maggio 12
Oggettività e soggettività
       Il dominio turco era in genere più rozzo e militaresco e meno tollerante: tuttavia non pare che
       le condizioni dei cristiani locali si aggravassero sostanzialmente.
       Intorno al 1055 si verificarono episodi di particolare violenza a danno dei pellegrini occidentali,
       ma non per i Turchi: a Gerusalemme erano funzionari dell’imperatore bizantino a
       sovrintendere al Sepolcro. Per lo scisma del 1054 le chiese latine in Gerusalemme furono
       temporaneamente chiuse per ordine del patriarca di Costantinopoli.
       L’entrata alla città e ai Luoghi Santi era condizionata al pagamento di certi diritti: questo
       portava certamente abusi di potere, provocazioni e vessazioni ma il pellegrinaggio era possibile
       dato che nella seconda metà del secolo i pellegrinaggi andarono moltiplicandosi.
       Però l’Occidente non sapeva poco o nulla delle comunità cristiane orientali e meno ancora dei
       rapporti fra Arabi e Bizantini, fra Turchi e Arabi e così via.
       Nessun pericolo musulmano minacciava allora l’Europa latina, ch’era semmai dalla Spagna
       alle isole mediterranee in una fase di contrattacco e di espansione.

       Il saraceno si prestava bene alla parte del «nemico» che la società cristiana del tempo
       andava cercando



mercoledì 9 maggio 12
Bisanzio

                        La crociata si verifica in un momento in cui l’Impero Bizantino da lungo tempo ha
                        capito che non ha senso puntare all’eliminazione dell’avversario musulmano

                        Ampie riserve manifestate sulla crociata dai cristiani orientali per i quali il sangue
                        versato, anche quando si tratta di avversari religiosi non può in nessun caso essere
                        fonte di salvezza

                        Quel tipo di guerra si trovava in aperta contraddizione con i rapporti di coesistenza
                        costruiti nel corso del tempo con i musulmani

                        Rottura col papato del 1054; 1071 invasione turca dell’Anatolia;1081 i Normanni
                        strappano a Bisanzio gli ultimi possedimenti italiani e li sfida l’Impero nei Balcani->
                        combattimento su due fronti (con l’aiuto di Venezia)

                        La prima crociata invece che aiutare l’imperatore a recuperare i territori presi dai
                        Turchi instaura nel Levante potentati latini di norma ostili a Costantinopoli




mercoledì 9 maggio 12
Bisanzio
            Dopo la prima crociata l’argomento della lotta ai musulmani ha poca presa su Bisanzio: da
            una parte percepiscono gli occidentali come un pericolo, dall’altra perché l’imperato (Manuele
            Comneno) si propone come arbitro nelle dispute intestine al sultanato e riprende un’intensa
            attività diplomatica
            I Latini sospettano sempre più Bisanzio di complicità col nemico; tra i Bizantini si diffonde
            l’idea del “cattivo Latino” e la convinzione che le qualità umane dei Musulmani fossero
            superiori
            Ibn al-Qalnisi (ca. 1070-1160) dice che nel 1110 Alessio I Comneno inviò un’ambasceria a
            Bagdad con l’incarico di consegnare una lettera che invitava i Musulmani a unirsi a lui per
            respingere i Franchi dalla Siria; Anna Comnena (1083-1153) situa il medesimo episodio nel
            1111 in relazione a una disfatta del sultano di Rûm al quale l’imperatore concede la pace e
            che Anna descrive come persona desiderosa di avere relazioni pacifiche con i Bizantini.
            Non si può esaminare la prima crociata e gli eventi che seguirono solo nel
            contesto di uno scontro tra Occidente e Islam perché è una visione restrittiva
            che non considera la visione che i contemporanei avevano della Cristianità, la
            cui unità fino all’inizio del XII secolo non è messa in discussione.




mercoledì 9 maggio 12
Prima crociata e mercanti
                        Presenti nel Levante: Amalfi e soprattutto Venezia

                        Pisa appare più impegnata nel corridoio Tirrenico, Ifrikja, Golfo del Leone; impegno
                        militare pregresso contro i Saraceni.

                        di Genova riusciamo a percepire qualcosa solo dopo la prima crociata salvo
                        sporadiche presenze nella costa nord africana. Impegno militare pregresso contro i
                        Saraceni.

                        Le “imprese” di Pisa e di Genova, come gli interventi in Spagna o la conquista della
                        Sicilia non possono essere definite “precrociate”

                        I Veneziani avevano instaurato ottimi rapporti con gli imperatori di Bisanzio; senza
                        rivali in Adriatico, nello Ionio, nell’Egeo. 1082: a seguito dell’appoggio prestato alle
                        armi bizantine contro Roberto il Guiscardo ottengono un trattato per commerciare
                        senza dazi in tutto il territorio dell’impero e di tenere colonie nella capitale e in altre
                        città fiorenti. Frequenti scali ad Antiochia, Laodicea e Alessandria.




mercoledì 9 maggio 12
mercoledì 9 maggio 12
Partecipazione e diffidenza
             Sia Pisa che Genova parteciparono alla Prima Crociata: Genova si mosse con due
             spedizioni navali nel 1097 e nel 1099, la seconda delle quali aiutò i crociati a costruire gli
             ordigni d’assedio che servirono per la presa di Gerusalemme. Gli annali del Caffaro
             iniziano proprio con la

             Pisa forse già presente in Siria nel dicembre 1098, probabilmente la flotta partì alla fine
             dell’estate 1098; l’arcivescovo Daiberto guidò la spedizione del populus pisanus e divenne
             anche il primo patriarca latino di Gerusalemme. Le fonti «crociate» tendono a minimizzare
             la partecipazione del presule (e in generale dei Pisani) agli avvenimenti che precedettero e
             accompagnarono la conquista della città santa.

             Dal 1098 fino al 1120 circa si ebbe un ininterrotto seguito di spedizioni delle due città
             determinanti nella conquista del litorale siro-babilonese. Venezia fu inizialmente diffidente:
             la nuova situazione minacciava il monopolio dei suoi traffici orientali ed era sempre mal
             sopportata da Bisanzio. Poi considerazioni pratiche spinsero i Veneziani a intervenire al
             pari delle altre città marinare.




mercoledì 9 maggio 12
Interessi
                 Bottino: immediato guadagno nella conquista e nel saccheggio come era già stato per le
                 imprese precedenti

                 Ottenimento dai signori feudali franchi di privilegi di commercio sfruttati poi in un
                 secondo momento

                 Fondazione le vere e proprie colonie commerciali, piccoli comuni all’interno delle città
                 economicamente più importanti; uso di un quartiere o d’una strada e piazza con tutte le
                 installazioni necessarie a una vita sociale autonoma: chiesa, fontana, forno, botteghe,
                 fondachi, portici e case di abitazione.

                 Comptoirs/colonie in Gerusalemme, Antiochia, Tripoli, Acri, Tiro, Giaffa (ma anche
                 Costantinopoli, Montellier, Messina), ciascuna governata dai propri magistrati («consoli» o
                 «baiuli») inviati dalla madrepatria o scelti dai coloni stessi.

                 Il vantaggio per le potenze commerciali è evidente; meno chiaro è il loro effettivo
                 contributo al mantenimento del potere cristiano in Terrasanta dato che gli interessi non
                 erano sempre coincidenti e c’era ampia concorrenza tra i mercanti delle «nationes»



mercoledì 9 maggio 12
Interessi
           Erano i mercanti cristiani a fornire ai saraceni, nonostante i divieti comunali e le scomuniche
           della Chiesa, le merci di cui il mondo islamico scarseggiava e che erano fondamentali per la
           guerra, quali il legname, la pece, il ferro, le armi.

           L’aiuto di Pisa, Genova e Venezia dipende dalla bontà delle piazze commerciali. Le piazze
           commerciali siro-palestinesi non erano sempre le migliori: Damietta e Alessandria erano
           spesso preferite perché non c’era pericolo che il flusso delle merci venisse intralciato o
           interrotto in periodo di crociata.

           Pisa e Venezia si concentrano sul delta del Nilo; Genova dirotta i suoi interessi verso il Mar
           Nero

           Pisa, Venezia e Genova si inseriscono nelle reti commerciali bizantine rovinando la
           costruzione della borghesia bizantina e dominando anche l’approvvigionamento delle
           derrate alimentari

           l’esaurirsi del movimento crociato (1291) non fu negativo dal punto di vista economico-
           commerciale: coincise con un enorme allargarsi degli orizzonti commerciali fino all’India e
           alla Cina (Marco Polo, Giovanni di Montecorvino).



mercoledì 9 maggio 12
Secondo ciclo: Medioevo centrale

                        Incentrato sulle città:
                        SUD Cairo, Damasco
                        OVEST, Almeria, Siviglia, Barcellona
                        NORD, Venezia, Pisa, Genoa
                        EST Constantinopoli, Baghdad -> Oceano Indiano e Cina

                        Scambio fondato sul commercio

                        Importanza maggiore dei prodotti artigianali e di lusso rispetto a quelli alimentari

                        Periodo certo 1000-1350; XI preminenza dei trasporti islamici; dal XII secolo
                        cristiani




mercoledì 9 maggio 12

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Storia Medievale II - lezioni da 17 a 19

  • 2. Crociate nel sentire comune Illuminismo: la crociata è il simbolo e la sintesi di quello che si deve combattere, l’intolleranza, la superstizione, il fanatismo Nel processo di costruzione nazionale spagnolo la Reconquista è l’elemento costitutivo più importante del “genio” nazionale Nell’attualità occidentale il termine ha in genere un’accezione decisamente negativa. Ripresa la condanna illuminista unita alla condanna del colonialismo, dell’imperialismo, di ogni movimento che non abbia rispettato le specificità religiose ed etniche delle popolazioni locali. Concetto inamovibile: icona della cultura occidentale. Costituisce l’auto- rappresentazione di una civiltà perché esprime attitudini collettive e individuali, questioni pratiche e spirituali. Si dimentica che la maggioranza dei cristiani non partecipò mai alle crociate. Paradosso di una “crociata” ingiusta ma di una guerra “giusta”. mercoledì 9 maggio 12
  • 3. Visioni “non” politically correct 1941: Legionari di Cristo: missione di costruire il regno di Cristo nella società secondo le esigenze della giustizia e della carità, attraverso la preghiera, l'apostolato ed un'ampia diffusione della dottrina cattolica. Oriana Fallaci [La rabbia e l'orgoglio (Rizzoli 2001) e La forza della ragione (Rizzoli 2004)]: denuncia la decadenza della civiltà occidentale minacciata dal fondamentalismo islamico e incapace di difendersi. L'immigrazione islamica verso l'Europa risponde a un pianificato tentativo del mondo musulmano di islamizzazione dell'Occidente, basato sulle “strutture portanti” del Corano, testimoniato da oltre un millennio di conflitti e ostilità tra musulmani e cristiani e destinato a portare ad uno scontro di civiltà 2009: Il ministro Zaia «Noi della Lega ci riteniamo gli avamposti nella trincea della Chiesa. Potremmo dire che siamo i nuovi crociati». I leghisti sono «coloro che vanno a difendere tutte quelle idee che spesso qualcuno magari si vergogna di difendere». mercoledì 9 maggio 12
  • 4. La Guerra in Iraq GIUGNO 2003: frasi riportate da ministri palestinesi: Il presidente Bush disse a tutti noi: "Quello che mi spinge è la missione affidatami da Dio. Dio mi ha detto: George, vai a combattere quei terroristi in Afghanistan. E io l'ho fatto. E poi Dio mi ha detto: George, metti fine alla tirannia in Iraq... E io l'ho fatto. E ora, di nuovo, sento che le parole di Dio arrivano fino a me "Fai in modo che i palestinesi ottengano il loro stato e che gli israeliani abbiano la loro sicurezza e porta la pace in Medio Oriente. E per mezzo di Dio, io lo farò"». Abu Mazen, presente a quello stesso incontro nella località egiziana di Sharm el-Sheikh, ricorda che il presidente statunitense gli disse: «Ho degli obblighi morali e religiosi. Quindi vi farò avere uno stato palestinese». GIUGNO 2004: «Il 30 giurno 2004 - ha spiegato Bush - il nuovo governo provvisorio assumerà l'autorità sovrana. L'America manterrà il suo impegno nei confronti della sicurezza e della dignità nazionale del popolo iracheno. La missione vitale delle nostre truppe che contribuiscono ad assicurare la sicurezza proseguirà il primo luglio e oltre», fino a quando gli iracheni stessi «saranno in grado di garantire la sicurezza da soli». «Dove c'è la tirannia, l'oppressione e il pericolo per il genere umano, l'America lavora e si sacrifica per la pace e la libertà. La libertà che abbiamo cara non è il dono dell'America al mondo, è il dono di Dio Onnipotente a tutta l'umanità». Juan Stam, Il Linguaggio religioso di George W. Bush, 28 settembre 2003, http://www.peacelink.it/mediawatch/a/1670.html mercoledì 9 maggio 12
  • 5. Crociate ieri e oggi Domenica 7 ottobre 2011, poco dopo l’inizio dai raid angloamericani sull’Afghanistan Ayman al-Zawahiri, uno dei principali ideologi di al-Qa‘ida proclamava: Che tu sappia, o popolo americano, e che sappia il mondo intero, che noi non accetteremo che si ripeta di nuovo la tragedia di al-Andalus (riferimento alla cacciata dei musulmani da al-Andalus). E’ meglio ed è più facile per noi, che questa comunità perisca tutta assieme piuttosto che vedere la moschea di al-Aqsa demolita o la Palestina giudeizzata e la sua gente buttata fuori. O giovani mujahidin, o dotti religiosi sinceri, o amati da Dio e dal Suo Profeta! Questa è una nuova sanguinosa battaglia tra le sanguinose battaglie dell'Islam, è una nuova lotta tra le lotte della fede, nella quale si ripetono le maggiori battaglie della storia dell'Islam, quali Hattin (Saladino 1187), 'Ayn Jalut (‘Ayn Jalět, 1260 i Mamelucchi egiziani difesero i luoghi sacri dell’Islam dall’invasione mongola) e la conquista di Gerusalemme. Mito islamico della perdita di al-Andalus e delle crociate “perenni” definitosi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, proprio mentre si definiva il concetto di Reconquista mercoledì 9 maggio 12
  • 6. Il mito di al-Andalus Nel 1863 usciva a Istanbul la traduzione turca di Essai sur l’histoire des arabes et des Mores d’Espagne di Louis Viardot, curata da Ziya Pasa (1825-1880), uno dei maggiori intellettuali del periodo, e pubblicata col titolo di Endelus Tarihi, «Storia di al-Andalus», l’opera fu ristampata in quattro volumi tra il 1886 e il 1887, ottenendo un grande successo e ispirando una serie di poemi, commedie e storie di ambientazione andalusa. Abdūlhak Hamid (1852-1937), Tarīq, dramma incentrato sulla figura del «conquistatore di Spagna» e Nazife, un dialogo tra il re spagnolo Ferdinando e Nazife, una ragazza araba. Questa traduzione segna l’origine del moderno culto di al-Andalus che probabilmente ebbe origine in Turchia: nel secolo XIX il centro politico dell’impero ottomano era percepito dal resto del mondo musulmano anche come punto di riferimento culturale; dove si percepiva la tensione nascente tra religione e nazione, paese e Stato. mercoledì 9 maggio 12
  • 7. Crociate e colonialismo Nel 1899 usciva la prima opera storiografica araba sulle crociate: Sayyid ‘Ali al-Harīrī (Egitto), Le splendide notizie sulle guerre crociate, che attingeva largamente alle fonti arabe. Esprimeva un’esplicita convinzione politica: il parallelo tra il movimento crociato medievale e la contemporanea ingerenza coloniale dei paesi europei. Le crociate erano il primo stadio del colonialismo europeo o, secondo una diffusa formula araba, di un «prematuro imperialismo». Solo a partire dal XIX secolo, sotto l’influsso degli studi occidentali si è imposta la denominazione di Crociate, al-hurūb al salī biyya per guerre perecedentemente considerate soltanto come campagne militari condotte dai Franci (al-ifranj) mercoledì 9 maggio 12
  • 8. Il Saladino e Hattin Contemporanea riscoperta della figura di Salāh al-Dīn, il Saladino delle cronache europee, pressoché ignorato dalla letteratura araba precedente, e che invece nella seconda metà dell’Ottocento ha una crescente fortuna nel mondo islamico (letteratura, poesia). Il suo avvento aveva aperto una nuova fase di reazione musulmana alle crociate. Momento culminante era stata la battaglia di Hattin (1187) con cui terminava l’occupazione latina di Gerusalemme. Già durante il periodo del Mandato britannico (1920-1948), la vittoria di Hattin divenne uno dei temi politici centrali nei discorsi contro il sionismo. L’anniversario della battaglia di Hattin nel 1932 “inventa e fonda” una festa nazionale palestinese. mercoledì 9 maggio 12
  • 9. Visione degli storici arabi Brano dalla risoluzione finale della grande riunione di storici arabi tenutasi a Damasco nel luglio del 1987: Hattin non è solo una battaglia storica. Questo scontro incarna la fede della nazione araba nel suo avvenire. E’ per questo che occorre trarne delle lezioni e approfondirle […] Hattin torna oggi nella memoria collettiva del nostro popolo, perché ogni arabo prova nella sua carne le aggressioni portate contro la sua terra, la sua fede, i suoi valori. Vi sono numerose similitudini tra l’occupazione sionista, la sua natura e i suoi metodi, e l’occupazione crociata. […] Saladino, occorre ricordarlo, è più di un grande uomo. E’ l’incarnazione dello spirito eroico della nazione araba; egli esprime la volontà di lotta che ogni generazione riveste di un contenuto nuovo. I crociati hanno aggredito la nostra terra quando la nazione araba era divisa, proprio come oggi. E’ in un’analoga situazione che le forze preimperialiste crociate lanciarono l’offensiva al fine di impadronirsi di territori di primaria importanza dal punto di vista geostrategico perché situati all’incrocio tra Oriente e Occidente. Queste forze imperialiste hanno importato in Oriente la cultura occidentale e vi hanno installato folle di stranieri venuti da ogni parte del mondo. Sotto la copertura dei pretesti religiosi, di cui il tempo ha rivelato il carattere controverso, essi sono giunti a formare nel Bilad al-Sham una enclave straniera che si e mantenuta per novant’anni, sino al giorno di Hattin. Lì essi subirono una bruciante sconfitta la cui conseguenza fu la liberazione di Gerusalemme e nelle spazio di un secolo gli invasori furono finalmente espulsi dal resto dei loro insediamenti. mercoledì 9 maggio 12
  • 10. Iraq - Egitto Propaganda del regime iracheno: il fatto che Salāh al-Dīn e Saddam Hussein fossero entrambi originari di Tikrit, nel nord dell’Iraq, diventa il presupposto di una esplicita mimesi politica tra i due personaggi (nonostante il Saladino fosse curdo!) Egitto, Movimento dei Fratelli Musulmani. Sayyid Qutb, All’ombra del Corano, commentario coranico composto in carcere dopo il 1954: descrive uno scontro tra musulmani e politeisti in corso ormai da 1400 anni dove sono individuati due periodi rilevanti: le conquiste islamiche e le crociate. L’idea di «crociata» deve essere utilizzata per indicare ogni attacco sferrato della cristianità contro l’Islam, a partire dalle opposizioni alle prime conquiste islamiche in Siria e in Palestina del secolo VII. Crociati erano i cristiani spagnoli che distrussero al-Andalus; crociata doveva essere intesa la moderna battaglia contro l’Islam, che si manifestava attraverso il sionismo internazionale, il movimento crociato internazionale e il comunismo internazionale. Vanoli Alessandro, L’invenzione di al-Andalus e l’idea di crociata. Note su un mito politico contemporaneo, in Id., Il mondo musulmano e i volti della guerra, Firenze University Press 2005 mercoledì 9 maggio 12
  • 11. Tendenze storiografiche attuali Non esiste una sola visione delle crociate, né concordia nella stessa definizione di crociata. Sostanzialmente per due motivi: L’idea di crociata non era per nulla chiaro agli stessi contemporanei ma viene a definirsi nel tempo e in maniera non lineare Non è mai esistita un solo tipo di crociata: il termine ha etichettato nel tempo imprese molto diverse per scopi, protagonisti, modalità, tempi e aree geografiche (crociate dirette a Gerusalemme, azioni della Reconquista, guerre dei Teutonici e dei Portaspada in Europa centrale; spedizioni papali contro gli eretici e avversari della Santa Sede) anche grazie alla forzatura ideologica operata dalla chiesa tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo tesa ad estendere i privilegi di Crociata a tutte le spedizioni che potevano farle comodo. Diversità presente anche se limitiamo lo sguardo alle spedizioni in Terrasanta Periodo ampio: fine XI - metà XVI secolo. Ogni spedizione deve essere contestualizzata: ha sue ragioni, modi, attuazioni, percezioni ed effetti Difficoltà di segnare un vero inizio e anche una fine. La perdita di Acri del 1291 segna solo la fine delle imprese dirette in Terrasanta che però rimane tema costante nella politica tardomedievale. mercoledì 9 maggio 12
  • 12. Realtà diverse Risposero a istanze diverse e furono un mezzo per soddisfare i più diversi e mutevoli bisogni. Nell’associazione tra guerra e pellegrinaggio penitenziale, indossando il simbolo della croce, attraverso il significato di santità legato al martirio la società cristiana trovò modo di esprimere il proprio idealismo e di nutrire ambizioni spirituali e materiali che furono estremamente eterogenee. la Crociata/Pellegrinaggio costituì una idea di unità per tutto il mondo cristiano (idea fragile ma persistente). mercoledì 9 maggio 12
  • 13. Terminologia e concetti confusi Gli elementi di quelli che poi i canonisti e e bolle pontificie definisco essere i privilegi, i doveri e le modalità del prendere la croce sono confusi e non chiari almeno fino alla battaglia di Hattin solo tra XIII e XIV secolo il lavoro dei canonisti fissò limiti, legittimità e natura delle crociata. Nacque un “diritto” della Crociata secondo cui il voto di prendere la croce diventata un contratto vero e proprio che aveva modi specifici per una eventuale risoluzione (redemptio, commutatio, dilatio, dispensatio): un vero e proprio instrumentum regni del Papato Fino alla fine del XII secolo si trovano tali elementi in forma sparsa e non organizzata: benedizione papale, perdono, indulgenze, tutela al pellegrino/ crucesignato mercoledì 9 maggio 12
  • 14. Terminologia II Medioevo conobbe tardi (XV secolo) il termine cruciata, destinato a diventar popolare. Per indicare la spedizione armata in Terrasanta si usava iter, alludente sia alla spedizione militaresca feudale sia al pellegrinaggio (e in questo caso si specificava: iter hierosolymitamum); si parlava altrimenti di transitum, passagium, passagium ultramarinum Quando la crociata era a seguito di una mobilitazione formale preceduta da una bolla pontificia che prometteva ai partenti benefici spirituali (indulgenze) e materiali (sospensione dell'obbligo di pagare i debiti ecc.) si aveva il passagium universale o generale Se si appuntava l'attenzione sull'indulgenza la crociata era detta perdono. Alcuni teologi parlavano biblicamente di exodus, ma anche servitium Dei, auxilium Terrae Sanctae. Quest'ultimo termine riporta il rapporto con Dio nei termini di un rapporto feudale. mercoledì 9 maggio 12
  • 15. Gregorio VIII - Innocenzo III La bolla Audita tremendi (29 ottobre 1187) emanata da Gregorio VIII alla notizia che l'esercito del re di Gerusalemme era stato sbaragliato dalle truppe del Saladino ad Hattin, presso il lago di Tiberiade. Tipica bolla di crociata: narrazione stringata ma efficace degli avvenimenti, esortazione a partire, promulgazione delle tradizionali indulgenze. Le spedizioni a partire dal 1188 diedero nuova forma all’ideologia e alla pratica delle crociate. Sforzo ingente nell’organizzare il finanziamento, il reclutamento, la predicazione. Tuttavia ogni campagna offriva indulgenze specifiche e distinte. A partire da Innocenzo III si assiste a una applicazione su vasta scala dell’ideologia e dell’attività crociata come risposta ai problemi di difesa, espansione e controllo della cristianità.. Innocenzo III non creò fenomeni nuovi ma codificò e articolò le tendenze passate e contribuirono a definire la crociata un poderoso strumento di potere per la Chiesa, mercoledì 9 maggio 12
  • 16. Pellegrinaggio Pratica antichissima e non solo cristiana VII-X secolo. I grandi pellegrinaggi verso Roma e Gerusalemme subiscono una crisi segno di un’accresciuta difficoltà di viaggiare sia nel Mediterraneo come nel mondo danubiano - balcanico. Moltiplicazione di “Luoghi Santi” in Occidente Crisi breve del periodo di al-Hakim (1009 distruzione del Santo Sepolcro). episodio isolato rispetto al tradizionale atteggiamento di tolleranza--> forte reazione in Occidente XI-XII secolo. Risveglio dei pellegrinaggi. Causa o effetto. Oggi si tende a guardarlo come una conseguenza della generale ripresa dei traffici e dei viaggi di lungo percorso. La rinnovata aggressività dell'Occidente, che si esprimeva nella reconquista iberica, nell'affermarsi di potenze commerciali e militari marittime, nell'avviarsi della grande mobilitazione della Crociata, aveva solide basi nella stabilizzazione delle strutture sociali dell'Occidente e nell'impetuosa crescita demografica ed economica che caratterizzò l'area già romano- germanica a cavallo del secondo millennio. mercoledì 9 maggio 12
  • 17. Pellegrinaggio e moti popolari Pietro d’Amiens detto «l’Eremita». Predicatore vagante, un propheta, un uomo in fama di santità ma non si può escludere che fosse un laico. Aveva promosso un movimento salvazionista tra i cui scopi c’era fra l’altro quello della redenzione delle meretrici. Verso la fine del 1095 cominciò a predicare il pellegrinaggio cominciando dal Berry e lungo la Francia fino in Lorena Messaggio: descrizione dei Luoghi Santi e delle tribolazioni dei pellegrini, esecrazione dei Saraceni cui faceva seguito quella degli Ebrei «nemici di Gesù», esibizione di reliquie e spesso di lettere (excitatoria) che s’immaginavano scritte da grandi del presente o del passato o addirittura cadute dal Cielo o consegnate da Divini Messaggeri; evocazione di Gerusalemme, della Terra Promissionis, terrestre e allo stesso tempo celeste, la mèta ultima del Millennio dopo l’assalto dell’Anticristo: pellegrinaggio come ritorno alla casa del Padre I primi gruppi partiti dunque a ondate, male armati e privi di un’organizzazione: saccheggio di campagne, assalti alle città, massacri di comunità giudaiche. mercoledì 9 maggio 12
  • 18. Pellegrinaggio e moti popolari Paure apocalittiche: viaggio spinto dalla speranza che la fine dei tempi arrivasse mentre si era in vicinanza della Terrasanta 1065: secondo alcuni calendari la Pasqua cadeva il 26 marzo in coincidenza con la Pasqua storia: una folle di pellegrini partì dalla Germania per prepararsi a Gerusalemme al Giudizio Universale. Presenti anche degli armati F. Cardini: l’entusiasmo con cui l’Europa rispose all’appello per la crociata lanciato da Urbano II non è comprensibile senza queste premesse chi partecipava alle le diverse spedizioni che si organizzarono tra la fine dell’XI e la seconda metà del XIII, al di là delle singole aspirazioni politiche e personali, sentiva di essere soprattutto un pellegrino armato: condivisione con il pellegrinaggio di diversi aspetti, indulgenze, privilegi, immunità, elaborati nel tempo dalla Chiesa per favorire proprio la pratica penitenziale. mercoledì 9 maggio 12
  • 19. Pellegrinaggio e moti popolari La celebre Chanson de Roland, della seconda metà del secolo XI, vede Rolando cadere a Roncisvalle. Il passo di Roncisvalle è la via battuta dai pellegrini di Santiago: Così disse Rolando: – Qui subiremo martirio e ora so bene che non ci resta molto da vivere. Ma sarà fellone chi non si venderà caro. vv. 1922-1931. Colpite, signori, con le spade forbite, e disputate la vostra morte e la vostra vita, sì che la dolce Francia non sia disonorata. Quando Carlo, il mio signore, verrà su questo campo e vedrà un tale massacro di saraceni che per uno dei nostri ne troverà morti quindici, non potrà non benedirci. Versi che probabilmente si cantavano di mercato in mercato, di castello in castello: quanti pellegrini, sul cammino di Spagna, avranno ripensato alla fine del Paladino e avranno scoperto la vocazione alla crociata! (F. Cardini) mercoledì 9 maggio 12
  • 20. Guerra e Crociata II-V secolo: solo una minoranza di intellettuali cristiani proclama il rifiuto alla violenza; anzi la necessità di difendere i confini unita al fatto che il Cristianesimo è religione dell’Impero fa sì che l’esercito imperiale sia in un certo senso sacralizzato Agostino (da Ippona): concetto di iustum bellum; dichiarare i confini tra guerre definibili come iusta («legittime», «legali») e no; il cristiano può in tutta serenità prendere parte alle prime. Il concetto di iustum bellum circoscrive i casi della legittimazione: a) carattere difensivo & riparazione dell’ingiustizia; b) dichiarato da un’autorità ufficialmente e formalmente costituita, universalmente riconosciuta (non qualunque volontà privata); c) doveva tendere alla restaurazione d’una pace fondata sull’autentica giustizia. -> il cristiano doveva restare sempre e comunque un portatore di pace. Stabilisce anche i primordi dello ius in bello, il corretto comportamento da tenere in guerra Bernardo di Chiaravalle (1a 1/2 XII) applica alla lotta contro gli infedeli tale legittimazione sostenendo che la loro eliminazione fisica era da ritenersi un male minore in quanto inevitabile rispetto al dilagare dell’ingiustizia; si doveva concepire non come homicidium, bensì come malicidium. mercoledì 9 maggio 12
  • 21. Guerra e Crociata Pax Dei - Tregua Dei Nascita di un etica cavalleresca Riforma della Chiesa: recupero del discorso agostiniano e suo rilancio in ambito cluniacense a tutela della libertas ecclesiae spedizioni volute dalla Chiesa romana e legittimate da un simbolo dotato di preciso valore teologico e giuridico: il vexillum Petri: Inghilterra anglosassone spedizione di al-Mahdia 1087 conquista della Sicilia reconquistas “prima crociata” mercoledì 9 maggio 12
  • 22. Guerra e Crociata La guerra diventava quindi un nuovo tipo di conversione: tuttavia non soddisfaceva completamente i milites che aspiravano a conseguire una vera e propria esperienza spirituale; nascita degli ordini cavallereschi (Militiae), cavalieri che rinunziano ai loro beni terreni, voltano le spalle ai paesi d’origine e accettano di restare durevolmente nelle terre oltremare conducendovi una povera vita in comune, difendendo e assistendo i pellegrini. Legittimazione e inquadramento teologico dato da Bernardo di Chiaravalle Nel corso del XIII la Chiesa approfondì ed elaborò i concetti attorno a quello che originariamente era solo un «pellegrinaggio armato» facendolo diventare uno strumento di potere; tuttavia non è stata mai formulata una vera e propria teologia della «guerra santa», le crociate non sono state mai considerate come parallele o alternative dell’impegno missionario nella conversione degli infedeli. mercoledì 9 maggio 12
  • 23. I Turchi 1/2 VI secolo i turchi Blu o Kok crearono un vasto impero in Asia centrale; VIII sec.: alla Persia Sasanide si erano sostituiti gli Arabi i quali nel 751 si allearono con i turchi Qarluq e sconfissero i cinesi T'ang decretando la fine dell'espansione cinese verso occidente e la diffusione dell'islam verso l'Asia centrale. Nell'840 Kirghisi e Qarluq divennero il gruppo turco dominante. I Qarluq si convertirono all'islam e convertirono le tribù turche degli Oghuz. Un gruppo di questi turchi Oghuz, i Selghiucidi, sconfissero i Ghaznavidi che dominavano una parte della Persia, entrarono a Bagdad e il Califfo proclamò il seghiucide Toghrul sultano (1053). Progressivo ampliamento del dominio sino a toccare i confini bizantini e fatimidi; per impedire che l'esercito turco, desideroso di guerra e saccheggi, devastasse le province centrali del mondo islamico i sultani lo spinsero verso i confini dell'impero dove combattendo la guerra santa avrebbe potuto accrescere i domini dell'islam appagando lo spirito guerriero. 1070 il generale Atsiz s'impadronì di Gerusalemme; ci fu una richiesta d’aiuto proveniente da Alessio I Comneno in Occidente ma molto probabilmente era tesa a ottenere semplicemente un gruppo di mercenari come era consueto per la politica “estera” di Bisanzio; alla fine dell’XI secolo l’Impero non subiva alcuna particolare minaccia che potesse giustificare la richiesta d’aiuto mercoledì 9 maggio 12
  • 24. Oggettività e soggettività Il dominio turco era in genere più rozzo e militaresco e meno tollerante: tuttavia non pare che le condizioni dei cristiani locali si aggravassero sostanzialmente. Intorno al 1055 si verificarono episodi di particolare violenza a danno dei pellegrini occidentali, ma non per i Turchi: a Gerusalemme erano funzionari dell’imperatore bizantino a sovrintendere al Sepolcro. Per lo scisma del 1054 le chiese latine in Gerusalemme furono temporaneamente chiuse per ordine del patriarca di Costantinopoli. L’entrata alla città e ai Luoghi Santi era condizionata al pagamento di certi diritti: questo portava certamente abusi di potere, provocazioni e vessazioni ma il pellegrinaggio era possibile dato che nella seconda metà del secolo i pellegrinaggi andarono moltiplicandosi. Però l’Occidente non sapeva poco o nulla delle comunità cristiane orientali e meno ancora dei rapporti fra Arabi e Bizantini, fra Turchi e Arabi e così via. Nessun pericolo musulmano minacciava allora l’Europa latina, ch’era semmai dalla Spagna alle isole mediterranee in una fase di contrattacco e di espansione. Il saraceno si prestava bene alla parte del «nemico» che la società cristiana del tempo andava cercando mercoledì 9 maggio 12
  • 25. Bisanzio La crociata si verifica in un momento in cui l’Impero Bizantino da lungo tempo ha capito che non ha senso puntare all’eliminazione dell’avversario musulmano Ampie riserve manifestate sulla crociata dai cristiani orientali per i quali il sangue versato, anche quando si tratta di avversari religiosi non può in nessun caso essere fonte di salvezza Quel tipo di guerra si trovava in aperta contraddizione con i rapporti di coesistenza costruiti nel corso del tempo con i musulmani Rottura col papato del 1054; 1071 invasione turca dell’Anatolia;1081 i Normanni strappano a Bisanzio gli ultimi possedimenti italiani e li sfida l’Impero nei Balcani-> combattimento su due fronti (con l’aiuto di Venezia) La prima crociata invece che aiutare l’imperatore a recuperare i territori presi dai Turchi instaura nel Levante potentati latini di norma ostili a Costantinopoli mercoledì 9 maggio 12
  • 26. Bisanzio Dopo la prima crociata l’argomento della lotta ai musulmani ha poca presa su Bisanzio: da una parte percepiscono gli occidentali come un pericolo, dall’altra perché l’imperato (Manuele Comneno) si propone come arbitro nelle dispute intestine al sultanato e riprende un’intensa attività diplomatica I Latini sospettano sempre più Bisanzio di complicità col nemico; tra i Bizantini si diffonde l’idea del “cattivo Latino” e la convinzione che le qualità umane dei Musulmani fossero superiori Ibn al-Qalnisi (ca. 1070-1160) dice che nel 1110 Alessio I Comneno inviò un’ambasceria a Bagdad con l’incarico di consegnare una lettera che invitava i Musulmani a unirsi a lui per respingere i Franchi dalla Siria; Anna Comnena (1083-1153) situa il medesimo episodio nel 1111 in relazione a una disfatta del sultano di Rûm al quale l’imperatore concede la pace e che Anna descrive come persona desiderosa di avere relazioni pacifiche con i Bizantini. Non si può esaminare la prima crociata e gli eventi che seguirono solo nel contesto di uno scontro tra Occidente e Islam perché è una visione restrittiva che non considera la visione che i contemporanei avevano della Cristianità, la cui unità fino all’inizio del XII secolo non è messa in discussione. mercoledì 9 maggio 12
  • 27. Prima crociata e mercanti Presenti nel Levante: Amalfi e soprattutto Venezia Pisa appare più impegnata nel corridoio Tirrenico, Ifrikja, Golfo del Leone; impegno militare pregresso contro i Saraceni. di Genova riusciamo a percepire qualcosa solo dopo la prima crociata salvo sporadiche presenze nella costa nord africana. Impegno militare pregresso contro i Saraceni. Le “imprese” di Pisa e di Genova, come gli interventi in Spagna o la conquista della Sicilia non possono essere definite “precrociate” I Veneziani avevano instaurato ottimi rapporti con gli imperatori di Bisanzio; senza rivali in Adriatico, nello Ionio, nell’Egeo. 1082: a seguito dell’appoggio prestato alle armi bizantine contro Roberto il Guiscardo ottengono un trattato per commerciare senza dazi in tutto il territorio dell’impero e di tenere colonie nella capitale e in altre città fiorenti. Frequenti scali ad Antiochia, Laodicea e Alessandria. mercoledì 9 maggio 12
  • 29. Partecipazione e diffidenza Sia Pisa che Genova parteciparono alla Prima Crociata: Genova si mosse con due spedizioni navali nel 1097 e nel 1099, la seconda delle quali aiutò i crociati a costruire gli ordigni d’assedio che servirono per la presa di Gerusalemme. Gli annali del Caffaro iniziano proprio con la Pisa forse già presente in Siria nel dicembre 1098, probabilmente la flotta partì alla fine dell’estate 1098; l’arcivescovo Daiberto guidò la spedizione del populus pisanus e divenne anche il primo patriarca latino di Gerusalemme. Le fonti «crociate» tendono a minimizzare la partecipazione del presule (e in generale dei Pisani) agli avvenimenti che precedettero e accompagnarono la conquista della città santa. Dal 1098 fino al 1120 circa si ebbe un ininterrotto seguito di spedizioni delle due città determinanti nella conquista del litorale siro-babilonese. Venezia fu inizialmente diffidente: la nuova situazione minacciava il monopolio dei suoi traffici orientali ed era sempre mal sopportata da Bisanzio. Poi considerazioni pratiche spinsero i Veneziani a intervenire al pari delle altre città marinare. mercoledì 9 maggio 12
  • 30. Interessi Bottino: immediato guadagno nella conquista e nel saccheggio come era già stato per le imprese precedenti Ottenimento dai signori feudali franchi di privilegi di commercio sfruttati poi in un secondo momento Fondazione le vere e proprie colonie commerciali, piccoli comuni all’interno delle città economicamente più importanti; uso di un quartiere o d’una strada e piazza con tutte le installazioni necessarie a una vita sociale autonoma: chiesa, fontana, forno, botteghe, fondachi, portici e case di abitazione. Comptoirs/colonie in Gerusalemme, Antiochia, Tripoli, Acri, Tiro, Giaffa (ma anche Costantinopoli, Montellier, Messina), ciascuna governata dai propri magistrati («consoli» o «baiuli») inviati dalla madrepatria o scelti dai coloni stessi. Il vantaggio per le potenze commerciali è evidente; meno chiaro è il loro effettivo contributo al mantenimento del potere cristiano in Terrasanta dato che gli interessi non erano sempre coincidenti e c’era ampia concorrenza tra i mercanti delle «nationes» mercoledì 9 maggio 12
  • 31. Interessi Erano i mercanti cristiani a fornire ai saraceni, nonostante i divieti comunali e le scomuniche della Chiesa, le merci di cui il mondo islamico scarseggiava e che erano fondamentali per la guerra, quali il legname, la pece, il ferro, le armi. L’aiuto di Pisa, Genova e Venezia dipende dalla bontà delle piazze commerciali. Le piazze commerciali siro-palestinesi non erano sempre le migliori: Damietta e Alessandria erano spesso preferite perché non c’era pericolo che il flusso delle merci venisse intralciato o interrotto in periodo di crociata. Pisa e Venezia si concentrano sul delta del Nilo; Genova dirotta i suoi interessi verso il Mar Nero Pisa, Venezia e Genova si inseriscono nelle reti commerciali bizantine rovinando la costruzione della borghesia bizantina e dominando anche l’approvvigionamento delle derrate alimentari l’esaurirsi del movimento crociato (1291) non fu negativo dal punto di vista economico- commerciale: coincise con un enorme allargarsi degli orizzonti commerciali fino all’India e alla Cina (Marco Polo, Giovanni di Montecorvino). mercoledì 9 maggio 12
  • 32. Secondo ciclo: Medioevo centrale Incentrato sulle città: SUD Cairo, Damasco OVEST, Almeria, Siviglia, Barcellona NORD, Venezia, Pisa, Genoa EST Constantinopoli, Baghdad -> Oceano Indiano e Cina Scambio fondato sul commercio Importanza maggiore dei prodotti artigianali e di lusso rispetto a quelli alimentari Periodo certo 1000-1350; XI preminenza dei trasporti islamici; dal XII secolo cristiani mercoledì 9 maggio 12