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Claudio Conti

18/10/2013 – Dopo la
Convenzione delle Alpi:
quale riforma del
territorio?

Come si presenta la Lombardia
alla Convenzione delle Alpi
I comuni definiti come totalmente montani situati sulle Alpi lombarde sono 457
(*). Ad essi si aggiungono 12 comuni «parzialmente montani», che non saranno
considerati in questa sede.

(*) ISTAT 31/12/2011. Nel numero non sono compresi i comuni montani situati nella provincia di Pavia.
C.Conti
DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI TOTALMENTE MONTANI

Il diametro dei cerchietti è
proporzionale alla dimensione della
popolazione residente. In linea di
massima i centri di maggiori
dimensioni tendono ad addensarsi
verso Sud in prossimità della pianura.

C.Conti
DISTRIBUZIONE DEI COMUNI TOTALMENTE MONTANI PER PROVINCIA
n.comuni montani

varese

como
22%

12%

sondrio
19%

bergamo
brescia

120

% su tot. comuni

100

30%
17%

80

Nel complesso il 55% dei comuni delle 5
provincie è classificato come totalmente
montano: una % superiore alla media nazionale
(43,7%). In particolare, tutta la provincia di
Sondrio è catalogata in questo modo …

60
40
20
0
C.Conti

varese

como

sondrio

bergamo

brescia
LA PROVINCIA DI SONDRIO

… e del resto l’intero territorio della
provincia di Sondrio costituisce una enclave
particolarmente omogenea non soltanto
sotto il profilo geo - morfologico; ma anche
dal punto di vista storico e sotto l’aspetto
socio – culturale.

C.Conti
Quadro generale: la Lombardia
ed il resto d’Italia (*)

(*) Fonte: IFEL – ANCI Comuni montani 2012.
C.Conti
MOVIMENTI DEMOGRAFICI

Tra il 2001 ed il 2011 la popolazione
dei comuni montani in Lombardia è
aumentata del 7%: un dato inferiore
soltanto a quello del Trentino – AA.

C.Conti
DENSITA’ TERRITORIALE

Inoltre i comuni montani lombardi si
segnalano per la densità territoriale
di gran lunga più elevata all’interno
della categoria nel Paese: 125
abitanti per km2.

C.Conti
NATALITA’ NEI COMUNI MONTANI

Il tasso di natalità dei comuni
montani lombardi
(9,36%o) è
secondo
soltanto
a
quello
valdostano e trentino.
Circostanza più interessante, il
valore per i comuni montani non è
molto inferiore a quello dei comuni
rimanenti (-0,58), a differenza di
regioni come il Piemonte, il Veneto
ed il Friuli VG.

C.Conti
I GIOVANI NEI COMUNI MONTANI

Una sorpresa … la % dei
giovani in età 0-14 residenti
nei
comuni
montani
lombardi è uguale a quella
per gli altri comuni (14,2%).
Se
si
considerano
i
minorenni in età 0-17 è
addirittura superiore …
Questo non è vero in
Piemonte, nel Veneto e nel
Friuli VG.

C.Conti
L’INVECCHAMENTO NEI COMUNI MONTANI

L’indice di invecchiamento in Lombardia coincide praticamente con quello degli altri comuni
(20,2%), ed è sensibilmente inferiore alla media nazionale (21,7%). Al solito, i dati relativi alle
altre regioni alpine – eccettuato il Trentino AA - sono significativamente superiori.

C.Conti
LA DIPENDENZA DEMOGRAFICA

L’indice di dipendenza demografica, calcolato come il rapporto tra la popolazione residente in età
non attiva (0-14 anni, >=65) e la popolazione in età lavorativa (15-64) misura il carico sociale ed
economico che grava teoricamente sulla popolazione attiva.

Come si vede, la differenza tra comuni montani e non per la Lombardia è modesta, ed ancora il
dato è nettamente migliore rispetto al resto delle regioni sopra considerate (incluso ora anche il
Trentino AA).

C.Conti
IMMIGRAZIONE

Un valore positivo del tasso migratorio
significa la prevalenza di flussi di
immigrazione rispetto agli esodi.

Prevedibilmente l’immigrazione nei
comuni montani della Lombardia è
superiore a quella dei restanti
comuni; tuttavia esiste, cresce con un
ritmo persino più accelerato (217,7%)
e supera in termini relativi quella negli
omologhi comuni piemontesi; mentre
è quasi o del tutto assente nelle aree
di montagna del Veneto e del Friuli
VG.

C.Conti
NATALITA’ E MORTALITA’ DELLE IMPRESE

Il tasso di natalità delle imprese nei
comuni montani della Lombardia
(6,8%) è secondo solo a quello della
Val d’Aosta.
Soltanto tra questi comuni e gli
omologhi trentini si registra un tasso
di incremento positivo.

C.Conti
SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA DEI COMUNI MONTANI

Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un risultato sorprendente … Mentre nel resto delle
regioni alpine prevale il settore dell’agricoltura, i comuni montani lombardi specializzati nel
settore dell’industria sono una percentuale elevatissima (61,6%) e non lontana da quella dei
comuni non montani.

C.Conti
REDDITO IMPONIBILE

Come in altre circostanze, il dato relativo ai comuni montani della Lombardia (21,83) è inferiore
solamente a quello del Trentino AA e della Val d’Aosta.

C.Conti
OSPITALITA’ E TURISMO

Ancorché si tratti di una
affermazione
grossolana,
verrebbe da dire che i comuni
montani lombardi non hanno
una
particolare
vocazione
turistica …
Quelli
classificati
come
«turistici» sono soltanto il
16,9%: una % molto bassa, se
confrontata con quelle prossime
al 100% di Piemonte, VdA,
Trentino AA e Veneto …
Ad analoghe conclusioni si
perviene considerando il n. di
posti letto per 1000 ab.

C.Conti
PER CONCLUDERE …
I risultati sin qui esposti sembrerebbero sfatare il luogo comune di una montagna lombarda
declinante, svuotata di energie e trasformata in un «paese per vecchi».
Abbiamo infatti visto che:

 nel decennio 2001-2011 la popolazione si è accresciuta significativamente e la densità di
abitanti per km2 è la più alta tra le regioni dell’arco alpino;
 la natalità non è significativamente diversa da quella calcolata per i comuni non montani,
e l’incidenza della fascia di popolazione più giovane è addirittura uguale; lo stesso si può
dire per l’indice di invecchiamento e quello di dipendenza demografica;
 i comuni montani lombardi attraggono immigrazione; mentre questo non è vero per gli
omologhi del Nord Est;
 essi costituiscono un’area in cui nascono imprese e la specializzazione industriale è
sorprendentemente assai elevata; i riflessi si vedono anche attraverso al reddito
imponibile, secondo soltanto a quello di aree «particolari», come il Trentino AA o la Val
d’Aosta;
 viceversa non sembra essersi qui sviluppata una «vocazione turistica massificata come
nel resto dell’arco alpino.
Per concludere: i comuni montani della Lombardia costituiscono una categoria vitale con identità
«forte» ed energie e potenzialità ancora da comprendere e sfruttare in modo conveniente. In
definitiva: una opportunità per la Lombardia e per l’intero Paese …
C.Conti
I comuni montani della Lombardia:
analisi in profondità (*)

(*) Fonte: Progetto GALILEO – elaborazioni originali
C.Conti
Primo criterio di analisi

C.Conti
PREMESSA
Nel seguito l’analisi verrà circoscritta ai soli comuni montani lombardi. Inoltre si farà uso di criteri
«discriminanti», ovvero di chiavi di classificazioni volte ad identificare l’esistenza o meno di differenze
significative tra le varie modalità.
Il primo criterio è costituito dal rapporto
reddito medio imponibile del comune nel 2010
reddito medio imponibile medio dei comuni montani nel 2010
Tale criterio è stato articolato nelle seguenti modalità:








molto più alto (indice >120%)
più alto (indice >110%)
moderatamente più alto (>105%)
sostanzialmente uguale (105%-95%)
moderatamente più basso (<95%)
più basso (<90%)
molto più basso (<80%)

3%
15%

Distribuzione comuni
6%

9%
12%

16%

39%

C.Conti

molto più alto
più alto
moderatamente più alto
uguale
moderatamente più basso
più basso
molto più basso
COME I COMUNI SI DISTRIBUISCONO IN FUNZIONE DEL CRITERIO ADOTTATO

Il criterio adottato
permette di identificare
aree del territorio
internamente
omogenee e ben
definite da un punto di
vista geografico.
I comuni meno
avvantaggiati si trovano
alle latitudini più alte
«tra le montagne».
Merita sottolineare
l’area particolarmente
svantaggiata a Nord
Ovest del lago di Como.

reddito superiore alla media

reddito inferiore alla media
C.Conti

reddito molto superiore alla
media

reddito molto inferiore alla
media
ATTENZIONE …

Le mappe precedenti offrono una indicazione non banale.

Mettono in luce l’esistenza di «omogeneità» per così dire longitudinali, trasversali: da Ovest ad
Est. La «montagna» lombarda pertanto non è riconducibile ad un patchwork di «isole» separate,
racchiuse e isolate entro recinzioni disegnate dalle vallate.
Piuttosto, è un sistema complessivo, fatto di sotto-sistemi che non si possono ricondurre
semplicemente entro i confini amministrativi delle province.
Occorre prestare attenzione: perché un confine può anche costituire una cesura, una
discontinuità più o meno evidente nei flussi degli scambi e delle relazioni; mentre la montagna è
un mondo che deve trarre le proprie energie di sviluppo dalla capacità di interazione ed
integrazione interna: dalla sua capacità – appunto – di funzionare come sistema.

C.Conti
Secondo criterio di analisi

C.Conti
PREMESSA
Introduciamo ora un secondo criterio, di tipo diacronico o «evolutivo»:
reddito medio imponibile del comune nel 2010
reddito medio imponibile medio del comune nel 2008
In sostanza la domanda è: come sembrano uscire i comuni montani dalla crisi apertasi nel 2008?
Tale criterio è stato articolato nelle seguenti modalità:
 reddito crescente (indice >104%)
 reddito stazionario(104%-99%)
 reddito decrescente(<99%)
Distribuzione comuni
Queste demarcazioni, come per il precedente
criterio, tengono ovviamente conto della
particolare distribuzione osservata per il
criterio in questione.
reddito crescente
reddito stazionario
C.Conti
reddito decrescente

15%

67%

18%
COME I COMUNI SI DISTRIBUISCONO IN FUNZIONE DEL CRITERIO ADOTTATO

Le mappe hanno ora un aspetto più complesso.
Innanzitutto si osservi l’addensamento nella parte
settentrionale della Lombardia (in specie nella Valtellina)
di comuni che hanno visto un incremento nei redditi
imponibili durante il triennio 2008-2010.
Allo stesso tempo si può sottolineare un aggregato di
comuni nell’area compresa tra il lago di Iseo e il lago di
Garda dove si è invece registrato l’esito contrario.

reddito crescente

Infine abbiamo 2 aree per così dire contraddittorie, dove si
trovano comuni con risultati di segno opposto: si tratta di
quella gravitante tra il lago Maggiore ed il lago di Como, e
di quella compresa in una fascia immediatamente a Nord
di Bergamo, tra il lago di Como e quello di Iseo.

reddito decrescente
C.Conti
QUALI SONO I COMUNI «VIRTUOSI»?
Naturalmente si tratta di una etichetta
discutibile … Questo l’elenco dei
comuni a reddito crescente e
superiore alla media generale. Il 60%
si trova nelle province di Como e di
Sondrio.

Distribuzione comuni
4%

16%

20%

28%
32%
varese
sondrio
brescia

como
bergamo

cod.ISTAT

Comune

superfici densità
e
km2

12001 AGRA
2.80
12010 BEDERO VALCUVIA
2.56
12043 CASTELLO CABIAGLIO
6.98
12100 MASCIAGO PRIMO
1.81
13026 BLEVIO
5.47
13030 BRIENNO
8.97
13037 CAGLIO
6.52
13044 CARATE URIO
6.94
13065 CERNOBBIO
12.28
13139 MAGREGLIO
3.08
13152 MOLTRASIO
8.90
13236 VELESO
5.86
14003 ANDALO VALTELLINO
6.78
14009 BORMIO
41.44
14018 CHIAVENNA
10.77
14020 CHIURO
51.76
14039 MANTELLO
3.78
14044 MONTAGNA IN VALTELLINA44.97
14045 MORBEGNO
14.82
16032 BORGO DI TERZO
1.83
16065 CASTRO
2.59
16112 GEROSA
10.17
16137 MONASTEROLO DEL CASTELLO.75
8
16205 SPINONE AL LAGO
1.97
17169 SALE MARASINO
16.59

C.Conti

138
261
76
159
214
45
66
174
556
209
183
46
81
97
678
49
198
67
797
597
533
37
135
525
203

totale
altitudin
stranieri
residenti
e slm
T 2012
2012
655
520
514
343
231
203
800
204
201
744
247
826
229
1225
333
390
211
567
262
300
200
760
365
360
200

386
670
532
288
1173
402
431
1206
6823
643
1632
269
548
4019
7306
2521
749
3035
11808
1092
1380
374
1183
1037
3368

72
55
56
26
101
27
40
53
522
749
106
114
38
136
399
94
45
96
666
191
164
15
108
107
283
E QUALI I COMUNI «QUASI VIRTUOSI»?
Questo invece l’elenco dei
comuni a reddito crescente e
però inferiore alla media
generale. Il 55% si trova
nuovamente nelle province di
Como e di Sondrio.

Distribuzione comuni
14%

7%

24%
31%

varese
sondrio
brescia

24%
como
bergamo

cod.ISTAT

Comune

12086 LAVENA PONTE TRESA
12129 TRONZANO LAGO MAGGIORE
13021 BENE LARIO
13077 CORRIDO
13130 LIVO
13155 MONTEMEZZO
13178 PEGLIO
13203 SALA COMACINA
13226 TREZZONE
13233 VAL REZZO
13239 VERCANA
14008 BIANZONE
14013 CASPOGGIO
14029 FORCOLA
14058 SAN GIACOMO FILIPPO
14062 SPRIANA
14067 TORRE DI SANTA MARIA
14073 VALFURVA
16027 BLELLO
16061 CASSIGLIO
16106 FUIPIANO VALLE IMAGNA
16159 PARZANICA
16184 RONCOBELLO
16228 VALSECCA
16229 VALTORTA
17063 CORTENO GOLGI
17089 LIMONE SUL GARDA
17110 MONNO
C.Conti
17111 MONTE ISOLA

superfici densità
e
km2
4.44
11.06
5.59
6.19
33.13
9.02
10.57
4.73
3.91
6.61
15.01
17.11
7.31
15.90
61.85
7.69
44.24
215.02
2.20
13.68
4.28
9.82
25.39
5.38
30.90
82.61
23.03
31.03
12.61

1222
23
61
136
6
29
17
130
61
27
50
74
205
52
6
13
19
13
35
9
51
39
17
80
9
24
50
18
143

totale
altitudin
stranieri
residenti
e slm
T 2012
2012
275
342
377
483
675
522
650
213
430
1044
345
444
1098
289
522
754
772
1339
815
602
1019
753
1007
627
935
925
65
1066
262

5430
255
342
844
190
262
181
614
237
179
749
1272
1498
831
397
101
826
2692
76
122
220
379
425
428
291
2019
1162
562
1804

447
37
31
45
379
311
78
644
82
101
130
49
5
20
3
2
16
50
1
0
1
16
4
6
3
63
167
2
29
QUALCHE CONCLUSIONE
L’analisi in funzione del primo criterio si potrebbe sintetizzare nel motto «large is effective»: i
redditi pro-capite più elevati si ritrovano tendenzialmente nei comuni montani di dimensioni
maggiori, situati ad altitudini più basse rispetto al livello del mare. Livelli di scolarizzazione
mediamente più alti, maggior peso delle attività non agricole laddove l’industria manifatturiera
svolge un ruolo importante, una vocazione turistica che quando è «forte» può essere un elemento
trainante dell’economia, anche per fronteggiare la crisi … tutti questi sono ingredienti compatibili
con la sintesi proposta dall’espressione precedente.

Condizioni queste che trascinano con sé anche una maggiore autonomia – finanziaria e tributaria –
dei comuni … Tuttavia a questo punto ci imbattiamo in un dato apparentemente problematico: non
è vero che nei comuni a reddito più basso non si effettuino spese per investimenti. Al contrario, esse
denotano un picco nel valore pro-capite. Si pone perciò per questi ultimi un problema di efficacia
della spesa.
Il secondo criterio suggerisce invece un motto di segno opposto: «small may work». L’analisi ha
identificato un gruppo di comuni in contro-tendenza rispetto al quadro generale dell’attuale crisi: i
redditi pro capite sono cresciuti nel triennio 2008-2010, in alcuni casi in modo significativo. In
questo caso l’agricoltura nella forma dell’allevamento – per quanto meno rilevante rispetto
all’industria – svolge un ruolo apprezzabile, e soprattutto il turismo appare essere il fattore - chiave
di successo. In queste località la pressione tributaria è elevata, come la spesa corrente; ma anche la
spesa per investimenti è maggiore che altrove.
C.Conti
QUALCHE CONCLUSIONE (segue)

Si è visto nella prima parte di questo studio che la «montagna lombarda» ha una sua identità forte,
se confrontata con il resto dell’arco alpino. Si è quindi rintracciata la presenza di evidenti
omogeneità a carattere «trasversale», che suggeriscono l’idea di un ecosistema montano
segmentato in una serie di sub-aree o sotto-sistemi, che andrebbero approfonditi e correttamente
identificati.
Infine vi è il discorso concernente il turismo. Non c’è dubbio sulla sua capacità di agire come traino
significativo dell’economia locale; così come è evidente una sorta di ritardo della Lombardia in
questo settore rispetto al Piemonte, al Veneto ed al Trentino AA.
Si tratta soltanto di intendersi su quale sia la forma di turismo auspicabile. Oggi consiste
essenzialmente di «episodi» essenzialmente concentrati sullo sci (stazioni sciistiche / termali a forte
richiamo) ed estremamente localizzati: dunque una sorta di «pelle di leopardo» di località
avvantaggiate e circondate da un contesto relativamente «grigio».

E’ questo ll modello da perseguire? Sembra piuttosto difficile vincere in questo modo la sfida con
«concorrenti» ormai consolidati, come il Piemonte, la Val d’Aosta, il Trentino AA ed il Veneto; per
non parlare della Francia, della Svizzera e dell’Austria.

C.Conti
QUALCHE CONCLUSIONE (segue)

Forse c’è bisogno di un turismo diverso, che sappia valorizzare tutti gli «ingredienti» della
montagna: verrebbe da dire, tutti i servizi di ecosistema: non soltanto quelli di tipo strettamente
ricreativo / sportivo; ma anche quelli culturali in senso lato (comprese le testimonianze di una storia
singolare e poco conosciuta) e paesaggistici: si pensi al ruolo che possono svolgere i laghi, un unicum
tutto lombardo, ecc. In questo modo alle «macchie» della pelle di leopardo si sostituirebbe un
tessuto percorso fittamente da interazioni e capace di generare una ricaduta – in termini economici
– più vasta e partecipata.

Insomma, la montagna lombarda è esigente: richiede vedute larghe e proposte non banali.

C.Conti
Terzo criterio di analisi

C.Conti
PREMESSA
L’ultimo criterio affronta il tema del grado di isolamento. Si tratta di una nozione complessa, che
coinvolge una molteplicità di aspetti: non solo economici e legati al sistema di infrastrutture e dei
servizi; ma anche culturali, sociali e persino soggettivi: emotivi, identitari …
Un tema difficile, che in questa sede non può che essere affrontato in maniera rudimentale. Si è
perciò considerata la distanza in linea d’aria di ciascun comune montano da:
 Il più prossimo comune (montano e non) di almeno 3000 abitanti, giudicando questa una
soglia sufficiente a garantire presidi e servizi integrativi a quelli di prima necessità. Queste
le modalità utilizzate:
 molto vicini (dist. <3 km)
 vicini (<5 km)
 moderatamente lontani (<10 km)
 lontani (>=10 km)
 Il più prossimo comune (montano e non) di almeno 10000 abitanti, nell’ipotesi che qui vi
possano essere presidi strategici come quelli per la salute ecc. Di seguito l’articolazione
utilizzata:
 molto vicini (<5 km)
 moderatamente vicini (<10 km)
 abbastanza vicini (<15 km)
 abbastanza lontani (<20)
 moderatamente lontani (<30 km)
 molto lontani (>=30 km)
L’idea sottesa (e certamente non esente da obiezioni) è che la distanza fisica possa essere un fattore
C.Conti
capace di indurre isolamento nell’accezione sopra ricordata.
DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI «DISTANTI»
Trattandosi di montagna, è ovvio il ruolo delle
caratteristiche orografiche e geomorfologiche
nel determinare la distribuzione dei comuni
«distanti». Questo è particolarmente visibile
nel secondo caso (soglia di almeno 10000 ab.) ,
dove la specifica configurazione delle vallate è
la causa principale degli addensamenti di
comuni «distanti». Per i più «lontani»
occorrono in media 12 km in linea d’aria per
raggiungere il più vicino centro di 3000 ab., e
20 per quello di 10000 ab.
25
20

rispetto alla soglia >= 3000 ab.

14 dist.3000
12 ab.

rispetto alla soglia >= 10000 ab.

10

15

8

10

6

5
0

4

2
0

distanza >=10000
ab. Km
distanza >=3000
ab. Km

C.Conti
PER CONCLUDERE

I comuni fisicamente «isolati» - perché maggiormente distanti dal più vicino centro con almeno 3000
abitanti – appaiono essere anche quelli dove il turismo è più forte. Turismo qui significa essenzialmente
sci.
Proviamo a riflettere sul significato di questa circostanza apparentemente banale. Isolamento significa
anche lunghi tragitti, da parte dei turisti provenienti dalle altre località lombarde e dal resto d’Italia o
dall’estero, per raggiungere gli impianti sciistici. Tragitti che non hanno praticamente ricaduta
economica sulle altre parti delle aree montane limitrofe, limitandosi la spesa per lo più all’acquisto
eventuale di carburante, di generi di consumo ecc.
Allo stesso tempo in queste località relativamente «avulse» dal contesto si concentrano in misura
anomala spese correnti e spese per investimento molto elevate: risorse che vengono canalizzate entro
un imbuto territoriale, ed hanno verosimilmente una bassa capacità di irradiamento.
E’ questo il modello delle cosiddette «località invernali», obsoleto quanto quello delle «località
balneari». Non vi è dubbio che la domanda di sport invernali sia importante e vada affrontata; il
punto è: come esattamente? E come evitare concentrazioni eccessive di risorse, a danno di un
patrimonio potenziale enorme che attende ancora di essere sfruttato in modo intelligente?

C.Conti
CENTRI DI GRAVITAZIONE

Consideriamo ora i centri con almeno 10000 abitanti. Per la loro dimensione,
essi possono in linea di principio essere assunti come «centri gravitazionali»;
possiamo allora chiederci:
 quali siano questi centri, e dove si trovino
 quanti comuni montani siano compresi entro il «bacino « che ad
essi fa riferimento.

Queste informazioni possono riuscire utili in vista di future pianificazioni
dell’area alpina lombarda.
La tabella seguente fornisce una risposta (ancorché non completa) ai due
quesiti:

C.Conti

centro >= 10000
darfo boario terme
albino
morbegno
sondrio
mandello del lario
luino
como
erba
induno olona
salò
calolziocorte
gardone val trompia
gavardo
alzano lombardo
lumezzane
palazzolo sull'oglio
cazzago san martino
gussago
malnate
nave
varese
botticino
cantù

n.comuni
67
59
52
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2
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1
1
CENTRI DI GRAVITAZIONE

Per concludere, questa è infine la
localizzazione dei 23 centri gravitazionali
identificati:

C.Conti
Ed ora … buon lavoro a
tutti!

C.Conti

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Dopo la Convenzione delle Alpi quale riforma del territorio - Claudio Conti

  • 1. Claudio Conti 18/10/2013 – Dopo la Convenzione delle Alpi: quale riforma del territorio? Come si presenta la Lombardia alla Convenzione delle Alpi
  • 2. I comuni definiti come totalmente montani situati sulle Alpi lombarde sono 457 (*). Ad essi si aggiungono 12 comuni «parzialmente montani», che non saranno considerati in questa sede. (*) ISTAT 31/12/2011. Nel numero non sono compresi i comuni montani situati nella provincia di Pavia. C.Conti
  • 3. DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI TOTALMENTE MONTANI Il diametro dei cerchietti è proporzionale alla dimensione della popolazione residente. In linea di massima i centri di maggiori dimensioni tendono ad addensarsi verso Sud in prossimità della pianura. C.Conti
  • 4. DISTRIBUZIONE DEI COMUNI TOTALMENTE MONTANI PER PROVINCIA n.comuni montani varese como 22% 12% sondrio 19% bergamo brescia 120 % su tot. comuni 100 30% 17% 80 Nel complesso il 55% dei comuni delle 5 provincie è classificato come totalmente montano: una % superiore alla media nazionale (43,7%). In particolare, tutta la provincia di Sondrio è catalogata in questo modo … 60 40 20 0 C.Conti varese como sondrio bergamo brescia
  • 5. LA PROVINCIA DI SONDRIO … e del resto l’intero territorio della provincia di Sondrio costituisce una enclave particolarmente omogenea non soltanto sotto il profilo geo - morfologico; ma anche dal punto di vista storico e sotto l’aspetto socio – culturale. C.Conti
  • 6. Quadro generale: la Lombardia ed il resto d’Italia (*) (*) Fonte: IFEL – ANCI Comuni montani 2012. C.Conti
  • 7. MOVIMENTI DEMOGRAFICI Tra il 2001 ed il 2011 la popolazione dei comuni montani in Lombardia è aumentata del 7%: un dato inferiore soltanto a quello del Trentino – AA. C.Conti
  • 8. DENSITA’ TERRITORIALE Inoltre i comuni montani lombardi si segnalano per la densità territoriale di gran lunga più elevata all’interno della categoria nel Paese: 125 abitanti per km2. C.Conti
  • 9. NATALITA’ NEI COMUNI MONTANI Il tasso di natalità dei comuni montani lombardi (9,36%o) è secondo soltanto a quello valdostano e trentino. Circostanza più interessante, il valore per i comuni montani non è molto inferiore a quello dei comuni rimanenti (-0,58), a differenza di regioni come il Piemonte, il Veneto ed il Friuli VG. C.Conti
  • 10. I GIOVANI NEI COMUNI MONTANI Una sorpresa … la % dei giovani in età 0-14 residenti nei comuni montani lombardi è uguale a quella per gli altri comuni (14,2%). Se si considerano i minorenni in età 0-17 è addirittura superiore … Questo non è vero in Piemonte, nel Veneto e nel Friuli VG. C.Conti
  • 11. L’INVECCHAMENTO NEI COMUNI MONTANI L’indice di invecchiamento in Lombardia coincide praticamente con quello degli altri comuni (20,2%), ed è sensibilmente inferiore alla media nazionale (21,7%). Al solito, i dati relativi alle altre regioni alpine – eccettuato il Trentino AA - sono significativamente superiori. C.Conti
  • 12. LA DIPENDENZA DEMOGRAFICA L’indice di dipendenza demografica, calcolato come il rapporto tra la popolazione residente in età non attiva (0-14 anni, >=65) e la popolazione in età lavorativa (15-64) misura il carico sociale ed economico che grava teoricamente sulla popolazione attiva. Come si vede, la differenza tra comuni montani e non per la Lombardia è modesta, ed ancora il dato è nettamente migliore rispetto al resto delle regioni sopra considerate (incluso ora anche il Trentino AA). C.Conti
  • 13. IMMIGRAZIONE Un valore positivo del tasso migratorio significa la prevalenza di flussi di immigrazione rispetto agli esodi. Prevedibilmente l’immigrazione nei comuni montani della Lombardia è superiore a quella dei restanti comuni; tuttavia esiste, cresce con un ritmo persino più accelerato (217,7%) e supera in termini relativi quella negli omologhi comuni piemontesi; mentre è quasi o del tutto assente nelle aree di montagna del Veneto e del Friuli VG. C.Conti
  • 14. NATALITA’ E MORTALITA’ DELLE IMPRESE Il tasso di natalità delle imprese nei comuni montani della Lombardia (6,8%) è secondo solo a quello della Val d’Aosta. Soltanto tra questi comuni e gli omologhi trentini si registra un tasso di incremento positivo. C.Conti
  • 15. SPECIALIZZAZIONE ECONOMICA DEI COMUNI MONTANI Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad un risultato sorprendente … Mentre nel resto delle regioni alpine prevale il settore dell’agricoltura, i comuni montani lombardi specializzati nel settore dell’industria sono una percentuale elevatissima (61,6%) e non lontana da quella dei comuni non montani. C.Conti
  • 16. REDDITO IMPONIBILE Come in altre circostanze, il dato relativo ai comuni montani della Lombardia (21,83) è inferiore solamente a quello del Trentino AA e della Val d’Aosta. C.Conti
  • 17. OSPITALITA’ E TURISMO Ancorché si tratti di una affermazione grossolana, verrebbe da dire che i comuni montani lombardi non hanno una particolare vocazione turistica … Quelli classificati come «turistici» sono soltanto il 16,9%: una % molto bassa, se confrontata con quelle prossime al 100% di Piemonte, VdA, Trentino AA e Veneto … Ad analoghe conclusioni si perviene considerando il n. di posti letto per 1000 ab. C.Conti
  • 18. PER CONCLUDERE … I risultati sin qui esposti sembrerebbero sfatare il luogo comune di una montagna lombarda declinante, svuotata di energie e trasformata in un «paese per vecchi». Abbiamo infatti visto che:  nel decennio 2001-2011 la popolazione si è accresciuta significativamente e la densità di abitanti per km2 è la più alta tra le regioni dell’arco alpino;  la natalità non è significativamente diversa da quella calcolata per i comuni non montani, e l’incidenza della fascia di popolazione più giovane è addirittura uguale; lo stesso si può dire per l’indice di invecchiamento e quello di dipendenza demografica;  i comuni montani lombardi attraggono immigrazione; mentre questo non è vero per gli omologhi del Nord Est;  essi costituiscono un’area in cui nascono imprese e la specializzazione industriale è sorprendentemente assai elevata; i riflessi si vedono anche attraverso al reddito imponibile, secondo soltanto a quello di aree «particolari», come il Trentino AA o la Val d’Aosta;  viceversa non sembra essersi qui sviluppata una «vocazione turistica massificata come nel resto dell’arco alpino. Per concludere: i comuni montani della Lombardia costituiscono una categoria vitale con identità «forte» ed energie e potenzialità ancora da comprendere e sfruttare in modo conveniente. In definitiva: una opportunità per la Lombardia e per l’intero Paese … C.Conti
  • 19. I comuni montani della Lombardia: analisi in profondità (*) (*) Fonte: Progetto GALILEO – elaborazioni originali C.Conti
  • 20. Primo criterio di analisi C.Conti
  • 21. PREMESSA Nel seguito l’analisi verrà circoscritta ai soli comuni montani lombardi. Inoltre si farà uso di criteri «discriminanti», ovvero di chiavi di classificazioni volte ad identificare l’esistenza o meno di differenze significative tra le varie modalità. Il primo criterio è costituito dal rapporto reddito medio imponibile del comune nel 2010 reddito medio imponibile medio dei comuni montani nel 2010 Tale criterio è stato articolato nelle seguenti modalità:        molto più alto (indice >120%) più alto (indice >110%) moderatamente più alto (>105%) sostanzialmente uguale (105%-95%) moderatamente più basso (<95%) più basso (<90%) molto più basso (<80%) 3% 15% Distribuzione comuni 6% 9% 12% 16% 39% C.Conti molto più alto più alto moderatamente più alto uguale moderatamente più basso più basso molto più basso
  • 22. COME I COMUNI SI DISTRIBUISCONO IN FUNZIONE DEL CRITERIO ADOTTATO Il criterio adottato permette di identificare aree del territorio internamente omogenee e ben definite da un punto di vista geografico. I comuni meno avvantaggiati si trovano alle latitudini più alte «tra le montagne». Merita sottolineare l’area particolarmente svantaggiata a Nord Ovest del lago di Como. reddito superiore alla media reddito inferiore alla media C.Conti reddito molto superiore alla media reddito molto inferiore alla media
  • 23. ATTENZIONE … Le mappe precedenti offrono una indicazione non banale. Mettono in luce l’esistenza di «omogeneità» per così dire longitudinali, trasversali: da Ovest ad Est. La «montagna» lombarda pertanto non è riconducibile ad un patchwork di «isole» separate, racchiuse e isolate entro recinzioni disegnate dalle vallate. Piuttosto, è un sistema complessivo, fatto di sotto-sistemi che non si possono ricondurre semplicemente entro i confini amministrativi delle province. Occorre prestare attenzione: perché un confine può anche costituire una cesura, una discontinuità più o meno evidente nei flussi degli scambi e delle relazioni; mentre la montagna è un mondo che deve trarre le proprie energie di sviluppo dalla capacità di interazione ed integrazione interna: dalla sua capacità – appunto – di funzionare come sistema. C.Conti
  • 24. Secondo criterio di analisi C.Conti
  • 25. PREMESSA Introduciamo ora un secondo criterio, di tipo diacronico o «evolutivo»: reddito medio imponibile del comune nel 2010 reddito medio imponibile medio del comune nel 2008 In sostanza la domanda è: come sembrano uscire i comuni montani dalla crisi apertasi nel 2008? Tale criterio è stato articolato nelle seguenti modalità:  reddito crescente (indice >104%)  reddito stazionario(104%-99%)  reddito decrescente(<99%) Distribuzione comuni Queste demarcazioni, come per il precedente criterio, tengono ovviamente conto della particolare distribuzione osservata per il criterio in questione. reddito crescente reddito stazionario C.Conti reddito decrescente 15% 67% 18%
  • 26. COME I COMUNI SI DISTRIBUISCONO IN FUNZIONE DEL CRITERIO ADOTTATO Le mappe hanno ora un aspetto più complesso. Innanzitutto si osservi l’addensamento nella parte settentrionale della Lombardia (in specie nella Valtellina) di comuni che hanno visto un incremento nei redditi imponibili durante il triennio 2008-2010. Allo stesso tempo si può sottolineare un aggregato di comuni nell’area compresa tra il lago di Iseo e il lago di Garda dove si è invece registrato l’esito contrario. reddito crescente Infine abbiamo 2 aree per così dire contraddittorie, dove si trovano comuni con risultati di segno opposto: si tratta di quella gravitante tra il lago Maggiore ed il lago di Como, e di quella compresa in una fascia immediatamente a Nord di Bergamo, tra il lago di Como e quello di Iseo. reddito decrescente C.Conti
  • 27. QUALI SONO I COMUNI «VIRTUOSI»? Naturalmente si tratta di una etichetta discutibile … Questo l’elenco dei comuni a reddito crescente e superiore alla media generale. Il 60% si trova nelle province di Como e di Sondrio. Distribuzione comuni 4% 16% 20% 28% 32% varese sondrio brescia como bergamo cod.ISTAT Comune superfici densità e km2 12001 AGRA 2.80 12010 BEDERO VALCUVIA 2.56 12043 CASTELLO CABIAGLIO 6.98 12100 MASCIAGO PRIMO 1.81 13026 BLEVIO 5.47 13030 BRIENNO 8.97 13037 CAGLIO 6.52 13044 CARATE URIO 6.94 13065 CERNOBBIO 12.28 13139 MAGREGLIO 3.08 13152 MOLTRASIO 8.90 13236 VELESO 5.86 14003 ANDALO VALTELLINO 6.78 14009 BORMIO 41.44 14018 CHIAVENNA 10.77 14020 CHIURO 51.76 14039 MANTELLO 3.78 14044 MONTAGNA IN VALTELLINA44.97 14045 MORBEGNO 14.82 16032 BORGO DI TERZO 1.83 16065 CASTRO 2.59 16112 GEROSA 10.17 16137 MONASTEROLO DEL CASTELLO.75 8 16205 SPINONE AL LAGO 1.97 17169 SALE MARASINO 16.59 C.Conti 138 261 76 159 214 45 66 174 556 209 183 46 81 97 678 49 198 67 797 597 533 37 135 525 203 totale altitudin stranieri residenti e slm T 2012 2012 655 520 514 343 231 203 800 204 201 744 247 826 229 1225 333 390 211 567 262 300 200 760 365 360 200 386 670 532 288 1173 402 431 1206 6823 643 1632 269 548 4019 7306 2521 749 3035 11808 1092 1380 374 1183 1037 3368 72 55 56 26 101 27 40 53 522 749 106 114 38 136 399 94 45 96 666 191 164 15 108 107 283
  • 28. E QUALI I COMUNI «QUASI VIRTUOSI»? Questo invece l’elenco dei comuni a reddito crescente e però inferiore alla media generale. Il 55% si trova nuovamente nelle province di Como e di Sondrio. Distribuzione comuni 14% 7% 24% 31% varese sondrio brescia 24% como bergamo cod.ISTAT Comune 12086 LAVENA PONTE TRESA 12129 TRONZANO LAGO MAGGIORE 13021 BENE LARIO 13077 CORRIDO 13130 LIVO 13155 MONTEMEZZO 13178 PEGLIO 13203 SALA COMACINA 13226 TREZZONE 13233 VAL REZZO 13239 VERCANA 14008 BIANZONE 14013 CASPOGGIO 14029 FORCOLA 14058 SAN GIACOMO FILIPPO 14062 SPRIANA 14067 TORRE DI SANTA MARIA 14073 VALFURVA 16027 BLELLO 16061 CASSIGLIO 16106 FUIPIANO VALLE IMAGNA 16159 PARZANICA 16184 RONCOBELLO 16228 VALSECCA 16229 VALTORTA 17063 CORTENO GOLGI 17089 LIMONE SUL GARDA 17110 MONNO C.Conti 17111 MONTE ISOLA superfici densità e km2 4.44 11.06 5.59 6.19 33.13 9.02 10.57 4.73 3.91 6.61 15.01 17.11 7.31 15.90 61.85 7.69 44.24 215.02 2.20 13.68 4.28 9.82 25.39 5.38 30.90 82.61 23.03 31.03 12.61 1222 23 61 136 6 29 17 130 61 27 50 74 205 52 6 13 19 13 35 9 51 39 17 80 9 24 50 18 143 totale altitudin stranieri residenti e slm T 2012 2012 275 342 377 483 675 522 650 213 430 1044 345 444 1098 289 522 754 772 1339 815 602 1019 753 1007 627 935 925 65 1066 262 5430 255 342 844 190 262 181 614 237 179 749 1272 1498 831 397 101 826 2692 76 122 220 379 425 428 291 2019 1162 562 1804 447 37 31 45 379 311 78 644 82 101 130 49 5 20 3 2 16 50 1 0 1 16 4 6 3 63 167 2 29
  • 29. QUALCHE CONCLUSIONE L’analisi in funzione del primo criterio si potrebbe sintetizzare nel motto «large is effective»: i redditi pro-capite più elevati si ritrovano tendenzialmente nei comuni montani di dimensioni maggiori, situati ad altitudini più basse rispetto al livello del mare. Livelli di scolarizzazione mediamente più alti, maggior peso delle attività non agricole laddove l’industria manifatturiera svolge un ruolo importante, una vocazione turistica che quando è «forte» può essere un elemento trainante dell’economia, anche per fronteggiare la crisi … tutti questi sono ingredienti compatibili con la sintesi proposta dall’espressione precedente. Condizioni queste che trascinano con sé anche una maggiore autonomia – finanziaria e tributaria – dei comuni … Tuttavia a questo punto ci imbattiamo in un dato apparentemente problematico: non è vero che nei comuni a reddito più basso non si effettuino spese per investimenti. Al contrario, esse denotano un picco nel valore pro-capite. Si pone perciò per questi ultimi un problema di efficacia della spesa. Il secondo criterio suggerisce invece un motto di segno opposto: «small may work». L’analisi ha identificato un gruppo di comuni in contro-tendenza rispetto al quadro generale dell’attuale crisi: i redditi pro capite sono cresciuti nel triennio 2008-2010, in alcuni casi in modo significativo. In questo caso l’agricoltura nella forma dell’allevamento – per quanto meno rilevante rispetto all’industria – svolge un ruolo apprezzabile, e soprattutto il turismo appare essere il fattore - chiave di successo. In queste località la pressione tributaria è elevata, come la spesa corrente; ma anche la spesa per investimenti è maggiore che altrove. C.Conti
  • 30. QUALCHE CONCLUSIONE (segue) Si è visto nella prima parte di questo studio che la «montagna lombarda» ha una sua identità forte, se confrontata con il resto dell’arco alpino. Si è quindi rintracciata la presenza di evidenti omogeneità a carattere «trasversale», che suggeriscono l’idea di un ecosistema montano segmentato in una serie di sub-aree o sotto-sistemi, che andrebbero approfonditi e correttamente identificati. Infine vi è il discorso concernente il turismo. Non c’è dubbio sulla sua capacità di agire come traino significativo dell’economia locale; così come è evidente una sorta di ritardo della Lombardia in questo settore rispetto al Piemonte, al Veneto ed al Trentino AA. Si tratta soltanto di intendersi su quale sia la forma di turismo auspicabile. Oggi consiste essenzialmente di «episodi» essenzialmente concentrati sullo sci (stazioni sciistiche / termali a forte richiamo) ed estremamente localizzati: dunque una sorta di «pelle di leopardo» di località avvantaggiate e circondate da un contesto relativamente «grigio». E’ questo ll modello da perseguire? Sembra piuttosto difficile vincere in questo modo la sfida con «concorrenti» ormai consolidati, come il Piemonte, la Val d’Aosta, il Trentino AA ed il Veneto; per non parlare della Francia, della Svizzera e dell’Austria. C.Conti
  • 31. QUALCHE CONCLUSIONE (segue) Forse c’è bisogno di un turismo diverso, che sappia valorizzare tutti gli «ingredienti» della montagna: verrebbe da dire, tutti i servizi di ecosistema: non soltanto quelli di tipo strettamente ricreativo / sportivo; ma anche quelli culturali in senso lato (comprese le testimonianze di una storia singolare e poco conosciuta) e paesaggistici: si pensi al ruolo che possono svolgere i laghi, un unicum tutto lombardo, ecc. In questo modo alle «macchie» della pelle di leopardo si sostituirebbe un tessuto percorso fittamente da interazioni e capace di generare una ricaduta – in termini economici – più vasta e partecipata. Insomma, la montagna lombarda è esigente: richiede vedute larghe e proposte non banali. C.Conti
  • 32. Terzo criterio di analisi C.Conti
  • 33. PREMESSA L’ultimo criterio affronta il tema del grado di isolamento. Si tratta di una nozione complessa, che coinvolge una molteplicità di aspetti: non solo economici e legati al sistema di infrastrutture e dei servizi; ma anche culturali, sociali e persino soggettivi: emotivi, identitari … Un tema difficile, che in questa sede non può che essere affrontato in maniera rudimentale. Si è perciò considerata la distanza in linea d’aria di ciascun comune montano da:  Il più prossimo comune (montano e non) di almeno 3000 abitanti, giudicando questa una soglia sufficiente a garantire presidi e servizi integrativi a quelli di prima necessità. Queste le modalità utilizzate:  molto vicini (dist. <3 km)  vicini (<5 km)  moderatamente lontani (<10 km)  lontani (>=10 km)  Il più prossimo comune (montano e non) di almeno 10000 abitanti, nell’ipotesi che qui vi possano essere presidi strategici come quelli per la salute ecc. Di seguito l’articolazione utilizzata:  molto vicini (<5 km)  moderatamente vicini (<10 km)  abbastanza vicini (<15 km)  abbastanza lontani (<20)  moderatamente lontani (<30 km)  molto lontani (>=30 km) L’idea sottesa (e certamente non esente da obiezioni) è che la distanza fisica possa essere un fattore C.Conti capace di indurre isolamento nell’accezione sopra ricordata.
  • 34. DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DEI COMUNI «DISTANTI» Trattandosi di montagna, è ovvio il ruolo delle caratteristiche orografiche e geomorfologiche nel determinare la distribuzione dei comuni «distanti». Questo è particolarmente visibile nel secondo caso (soglia di almeno 10000 ab.) , dove la specifica configurazione delle vallate è la causa principale degli addensamenti di comuni «distanti». Per i più «lontani» occorrono in media 12 km in linea d’aria per raggiungere il più vicino centro di 3000 ab., e 20 per quello di 10000 ab. 25 20 rispetto alla soglia >= 3000 ab. 14 dist.3000 12 ab. rispetto alla soglia >= 10000 ab. 10 15 8 10 6 5 0 4 2 0 distanza >=10000 ab. Km distanza >=3000 ab. Km C.Conti
  • 35. PER CONCLUDERE I comuni fisicamente «isolati» - perché maggiormente distanti dal più vicino centro con almeno 3000 abitanti – appaiono essere anche quelli dove il turismo è più forte. Turismo qui significa essenzialmente sci. Proviamo a riflettere sul significato di questa circostanza apparentemente banale. Isolamento significa anche lunghi tragitti, da parte dei turisti provenienti dalle altre località lombarde e dal resto d’Italia o dall’estero, per raggiungere gli impianti sciistici. Tragitti che non hanno praticamente ricaduta economica sulle altre parti delle aree montane limitrofe, limitandosi la spesa per lo più all’acquisto eventuale di carburante, di generi di consumo ecc. Allo stesso tempo in queste località relativamente «avulse» dal contesto si concentrano in misura anomala spese correnti e spese per investimento molto elevate: risorse che vengono canalizzate entro un imbuto territoriale, ed hanno verosimilmente una bassa capacità di irradiamento. E’ questo il modello delle cosiddette «località invernali», obsoleto quanto quello delle «località balneari». Non vi è dubbio che la domanda di sport invernali sia importante e vada affrontata; il punto è: come esattamente? E come evitare concentrazioni eccessive di risorse, a danno di un patrimonio potenziale enorme che attende ancora di essere sfruttato in modo intelligente? C.Conti
  • 36. CENTRI DI GRAVITAZIONE Consideriamo ora i centri con almeno 10000 abitanti. Per la loro dimensione, essi possono in linea di principio essere assunti come «centri gravitazionali»; possiamo allora chiederci:  quali siano questi centri, e dove si trovino  quanti comuni montani siano compresi entro il «bacino « che ad essi fa riferimento. Queste informazioni possono riuscire utili in vista di future pianificazioni dell’area alpina lombarda. La tabella seguente fornisce una risposta (ancorché non completa) ai due quesiti: C.Conti centro >= 10000 darfo boario terme albino morbegno sondrio mandello del lario luino como erba induno olona salò calolziocorte gardone val trompia gavardo alzano lombardo lumezzane palazzolo sull'oglio cazzago san martino gussago malnate nave varese botticino cantù n.comuni 67 59 52 41 37 32 25 20 16 15 13 11 10 9 9 8 5 3 2 2 2 1 1
  • 37. CENTRI DI GRAVITAZIONE Per concludere, questa è infine la localizzazione dei 23 centri gravitazionali identificati: C.Conti
  • 38. Ed ora … buon lavoro a tutti! C.Conti