1. Identità inquiete tra formazione e mercato.
XIV Rapporto Unimonitor (a.a. 2010-11)
Check in/out. Attese e valutazioni degli studenti di SdC.
Sintesi di Alessia Marini
1. Il profilo delle matricole e dei nuovi iscritti alle magistrali provenienti da altre
sedi
Una fotografia complessa e articolata emerge da questa ricognizione che vuole restituire il profilo
degli studenti in Scienze della Comunicazione, in riferimento a due momenti distinti della carriera
universitaria: l’immatricolazione alla laurea triennale e l’iscrizione alla magistrale1. I dati presentati
sono l’esito dell’elaborazione di 2 questionari somministrati agli studenti tramite webresearch nelle
due diverse fasi del proprio percorso di formazione universitaria: nel caso degli immatricolati alle
lauree triennali il 42%2 ha aderito all’indagine, per gli iscritti alle magistrali la quota sale al 51%3.
1.1 Un identikit dei nuovi studenti di SdC
Chi si iscrive ad SdC? Da che background culturale proviene? Cosa porta a scegliere
Comunicazione come iter formativo? In che modo ci si è avvicinati? Qual è stato il primo impatto
con la Facoltà? In questa prima sezione si è cercato di indagare le caratteristiche dei nuovi ingressi
ad SdC, siano essi matricole iscritte alla triennale che alle magistrali, tentando di effettuare un
confronto tra i due tipi di studenti.
Si conferma una presenza prevalentemente femminile come ormai è tradizione: il dato è al 58%
per le matricole triennali e sale ben al 78% per gli immatricolati alle magistrali. La prima differenza
significativa tra le due tipologie è in merito all’età: le nuove matricole sono costituite al 18% da
persone in una fascia di età tra i 51 ed i 60 anni e al 14% tra i 31 ed i 50%; ben diversa la
situazione delle magistrali in cui la popolazione ha un’età che si aggira tra i 22 ed i 30 anni, con
solo una componente minoritaria (3%) nella fascia tra i 28 ed i 30 anni. Un presenza così elevata
di “adulti” nell’ingresso alle triennali è espressione di un fenomeno generatosi in seguito alla
1
In questa indagine ci si è concentrati sui soli studenti magistrali provenienti da altre sedi: questi costuiscono il 50%
degli iscritti complessivi alle magistrali.
2
Gli iscritti complessivi al primo anno delle lauree triennali sono 557, di cui 232 hanno compilato il questionario.
3
Gli iscritti ai corsi di laurea magistrali sono in totale 181, di cui 92 hanno partecipato all’indagine.
2. Riforma (DM 509/99) e determinato dalla suddivisione del percorso formativo nel cosiddetto 3 anni
+ 2. L’articolazione in due cicli ha incentivato l’accesso all’istruzione universitaria di studenti di età
più elevata rispetto a chi esce dalla maturità, per lo più già dentro il mondo del lavoro.
Per quanto concerne il background culturale la grande maggioranza dei “triennalisti” ha una
maturità liceale, conseguita per lo più con voti bassi, mentre gli “specialistici” , con un voto di
laurea triennale che è massimo nel 21% dei casi, provengono in larga parte (59%)dalla Facoltà di
Lettere e filosofia, da Scienze della Formazione (16%) e da Sociologia (10%). Dai dati sugli atenei
di provenienza è facile evincere una propensione verso l’offerta di SdC a La Sapienza da parte degli
studenti che hanno concluso il ciclo triennale negli atenei del Centro e del Sud. Su una popolazione
totale di 359 iscritti al primo biennio magistrale, il 50% circa proviene da un percorso portato
avanti in un’altra sede. Nello specifico quasi la metà (46%) ha chiuso gli studi triennali in una
Università del meridione (in primis a Napoli - presso la Suor Orsola Benincasa - a Salerno ed a
Lecce); stessa quota di studenti proviene da atenei del Centro (in prevalenza da Roma Tre, Tor
Vergata e Firenze), mentre una parte minoritaria (5%) proviene dal Nord.
Nella disamina delle fonti informative utilizzate per acquisire elementi necessari a scegliere o meno
SdC Sapienza emerge un altro contrasto. Gli studenti triennali dichiarano di aver fatto riferimento
per lo più al passaparola con amici (36%) e familiari (16%) e di aver pressoché non utilizzato la
Rete (2%), mentre ben il 48% degli immatricolati magistrali ha usato Internet come sede
privilegiata di informazioni, dato che, per quanto osservato dalle correlazioni, non è neanche da
addursi alle differenze di età.
1.2 Impressioni, motivazioni, giudizi
Rispetto alle motivazioni che portano a scegliere Comunicazione troviamo un forte orientamento al
mercato del lavoro, specie tra gli studenti triennali: ci iscrive per acquisire competenze
professionalizzanti (4%), per valutare le proprie capacità professionali (27%) e, nel 18% dei casi,
per acquisire conoscenze e capacità utili per il lavoro che già svolge. I dati sulle motivazioni degli
studenti magistrali a specializzarsi in Comunicazione a La Sapienza sono indice di una scelta mirata
e ponderata, basata sulla considerazione che l’offerta romana sia migliore rispetto a quella degli
altri atenei (questa la ragione infatti che oltre un terzo riporta come prioritaria). Si conferma,
anche quest’anno, una forte capacità attrattiva di Scienze della Comunicazione Sapienza, dato che
trova riscontro nelle indicazioni fornite dagli studenti sulle intenzioni di frequentare le lezioni, ma
anche di partecipare alla vita universitaria: risultati molto positivi e indice di grandi attese da parte
degli studenti triennali, ma ancor più di quelli magistrali.
Il primo impatto con la Facoltà nel complesso è positivo, oltre il 70% degli intervistati si dichiara
soddisfatto. Il giudizio espresso nei confronti della didattica, dell’accoglienza, delle attività culturali
e dei servizi nel complesso è positivo. Punte di eccellenza vanno alla disponibilità e reperibilità dei
docenti (l’83% dei triennalisti e il 91% dei magistrali) all’organizzazione e alla chiarezza
del’ordinamento degli studi (76%, 79%), e ai convegni (67%, 71%). Rispetto ai servizi che si
intende utilizzare, mentre i triennalisti si dimostrano più tradizionalisti privilegiando i materiali
didattici (59%) , la segreteria (37%), la biblioteca (32%) e l’Erasmus (32%), i magistrali puntano
più su spazi di studio (51%) e laboratori (39%).
Per comprendere bene la percezione e quindi il giudizio dei nuovi studenti in merito all’offerta in
comunicazione, è stato loro chiesto di sintetizzare la Facoltà in un aggettivo. La disamina degli
aggettivi indicati dai nuovi studenti della triennale conferma quanto emerso gli scorsi anni, ossia
una dimensione di “caos creativo”: la Facoltà è dotata di un “carattere” specifico, vivace
culturalmente ed “entusiasmante”, garantisce un’offerta “stimolante” ed “interessante”, pur con i
limiti organizzativi che la rendono, appunto, “caotica” e “confusionaria”.
In merito alla situazione occupazionale, gli intervistati mostrano il ribaltamento di una tendenza
ormai consolidata, che vedeva nella continuità degli studi dopo il triennio un’opportunità per
accrescere le proprie competenze professionali dopo un primo approccio al mercato del lavoro: ci
troviamo di fronte a matricole triennali che sono già inserite nel mondo del lavoro per il 41%,
3. mentre il dato che attiene gli iscritti alle magistrali si attesta al 25%. Un dato, quello dei
triennalisti, influenzato dall’elevata età di una cospicua quota di matricole, come già evidenziato in
precedenza.
Di contro, gli studenti magistrali risultano inseriti, in maggior misura rispetto ai colleghi di primo
livello, in settori concernenti la comunicazione.
2. Studenti in uscita.
Un bilancio dell’esperienza formativa in Comunicazione
Gli obiettivi prioritari di un’indagine riservata a chi sta per approdare alla laurea sono quelli di
tracciare un vero e proprio identikit del neolaureato della Facoltà e di stilare un bilancio
sull’esperienza formativa. Al fine di coprire interamente l’universo di riferimento, è stata messa a
punto una piattaforma online che vincola alla procedura di autorizzazione alla discussione della tesi
di laurea alla compilazione di un questionario strutturato. L’obiettivo strategico è stato giungere
alla creazione di un sistema standard continuativo che consentisse di monitorare costantemente
sia l’efficienza e l’efficacia dell’iter formativo, sia le caratteristiche e i tratti distintivi dei profili in
uscita dai corsi di Comunicazione. I dati riportati in seguito danno conto di quanto dichiarato dai
laureandi delle quattro sessioni di laurea dell’anno 2010. L’analisi della valutazione del percorso
formativo al momento dell’approdo costituisce uno strumento importante in termini di politiche
didattiche, governo dei processi, analisi dei punti di forza e di debolezza dimostrate dal sistema.
2.1 Breve identikit dei “quasi” dottori in Comunicazione
Il laureando triennale arriva alla laurea nel 20% dei casi in corso, il voto medio agli esami si
attesta a 25,7 e il corso con più laureati è Scienze e Tecnologie della Comunicazione al 54%.
I laureandi di II livello sono in corso nel 30% dei casi, il voto medio è 27,6, in linea con il dato
Almalaurea che si attesta a 27,8 e il corso in cui ci si laurea di più è Comunicazione d’impresa nei
suoi diversi ordinamenti.
Gli studenti in uscita dichiarano di aver frequentato le lezioni (il 60% dei triennalisti e il 64% dei
magistrali) per motivi legati all’acquisizione di una buona formazione e all’intenzione di
approfondire le materie di studio. La partecipazione alla vita universitaria è legata soprattutto alla
frequenza di convegni e seminari (il 40% dei triennalisti e il 41% dei magistrali).
2.2 Impressioni e giudizi
Nel complesso, il livello di soddisfazione relativo al corso di laurea è molto alto, specie per i
laureandi di I livello. Questo dato è confermato da un approfondimento effettuato, come per gli
iscritti alle triennali e alle magistrali, sugli aggettivi indicati dagli studenti per sintetizzare SdC.
Anche neolaureati evidenziano una dimensione di “caos creativo” che connota la sede.
Da un punto di vista contenutistico, quali sono gli aspetti che i laureandi vorrebbero migliorare?
Sollecitati a fornire dei suggerimenti la maggior parte non ritiene necessario integrare l’impianto
didattico, mentre solo un quinto auspica il potenziamento di alcuni argomenti, peraltro già presenti
nell’attuale proposta formativa: le poche indicazioni che vengono fornite sono molto puntuali,
denotano quindi un alto grado di competenza, e sono tutte incentrate sulla dimensione del saper
fare: viene fornita l’indicazione di approfondire saperi applicativi, sempre in un ottica di approccio
al mercato del lavoro. Nel dettaglio, le materie indicate in misura prevalente sono progettazione
campagne di comunicazione (lo indica il 16% dei triennalisti e il 45% dei magistrali), ideazione e
gestione eventi (12%, 35%) e pubblicità (9%, 36%).
4. Riguardo la situazione occupazionale al momento della laurea più della metà dei laureandi triennali
ha un’occupazione (55%) contro il 45% dei magistrali, ma anche in questo caso gli studenti di II
livello sono occupati maggiormente in ambiti che concernono la comunicazione4. Infine, abbiamo
messo a confronto i sogni nel cassetto e le ambizioni degli studenti nelle 3 diverse fasi e, sebbene i
dati non siano direttamente comparabili in quanto riferiti a campioni diversi, rendono comunque
l’idea di come nel corso degli studi si rimodellino le aspettative. Si registrano alcune continuità, ma
soprattutto significative inversioni di tendenza: se in entrata le aspirazioni si concentrano
nell’ambito del giornalismo e della pubblicità nel corso del tempo l’interesse si sposta verso i settori
del marketing e dell’ufficio stampa, mostrando come l’acquisizione di saperi porti ad una maggiore
consapevolezza in merito agli sbocchi più pertinenti per un laureato in Comunicazione. Il tutto, a
discapito dello stereotipo che concepisce in maniera fuorviante, oltre che riduttiva, comunicazione
= giornalismo e pubblicità.
4
Anche questi dati vanno letti alla luce di quanto detto in precedenza sull’incidenza delle matricole di età adulta nei
nuovi ingressi alle triennali.