La mia Tesi di Laurea - Disturbi Comportamento Alimentare
1. Università degli Studi di Perugia FACOLTÀ DI MEDICINA E CHIRURGIA Corso di Laurea in Infermieristica – sede di Foligno Presidente: Prof. Giuliano Stagni DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: RETE ASSISTENZIALE E RUOLO DELL’INFERMIERE CANDIDATA RELATORE Ugolini Valentina Dott.sa Anna Maria Paci Anno Accademico 2007/2008
2. La citazione di Socrate definisce l’essenza ed incarna a chiare lettere la dicotomia insita nelle esistenze di tutte le persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
3.
4.
5.
6.
7.
8. La fase iniziale della anoressia nervosa è quasi sempre caratterizzata dalla negazione della malattia (fase egosintonica), con l’assenza di consapevolezza dei propri comportamenti disturbati e delle proprie difficoltà, non ritenendo di avere problemi e anzi considerano il proprio comportamento logico e coerente. Il rapporto con i familiari diventa teso e difficile, talvolta francamente ostile; altre volte sono rigidi, formalmente corretti e l’atmosfera è carica di aggressività latente.
9.
10.
11.
12.
13. La bulimia è un disturbo che, per certi aspetti, ricalca l’anoressia: il nucleo centrale di entrambi i disagi alimentari risiede nella paura di perdere il controllo sul proprio peso e divenire abnormi, e nell’influenza eccessiva che il corpo con le proprie forme riesce ad avere sulla psiche, plagiandola, e sulla stima di sé, annientandola.
14.
15.
16.
17.
18. Gli studi indicano tra le cause di insorgenza una concomitanza di fattori diversi, siano essi di tipo genetico ed ambientale, che interagendo l’un con l’altro contribuiscono alla genesi, allo sviluppo ed al mantenimento dei DCA.
19.
20.
21.
22. La terapia dei soggetti con DCA è lunga, polistrutturata e multidimensionale (medici, psicologi/psicoterapeuti, nutrizionisti, infermieri, endocrinologi, educatori, terapeuti della famiglia). Quello di cui si parla è un modello biopsicosociale, che adotta un approccio globale alla malattia, secondo una prospettiva olistica e sistematica, considerando tutti i livelli di funzionamento del paziente: biologico, psicologico e socio-relazionale.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33. La natura, nella stupenda complessità del suo armonioso progetto di vita, ha fatto sì che il bruco, il quale darà origine ad una meravigliosa farfalla, nel suo percorso di metamorfosi, possa sostenersi, tramite dei fili di seta, ad un posto propizio, ed iniziare la produzione dell’involucro “crisalide”, all’interno del quale si compie una rivoluzione: il bruco diventa adulto. Portata a termine la trasformazione, la farfalla lacera l’involucro della crisalide, esce cercando un sostegno, comincia ad aspirare aria e a far scorrere la linfa nelle ali raggrinzite per consolidarle; in breve tempo, le ali sono dispiegate e nel giro di qualche ora, con l’aiuto anche del sole, completamente consolidate: a questo punto la farfalla adulta è pronta per il suo primo volo
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48.
49. Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla Guarire è possibile, una via d’uscita esiste, perché un bruco rattrappito e contratto nel suo bozzo, può tornare ad essere una splendida e radiosa farfalla