5. Filosofia del ripensamento
Cusano troppo figo
Questo diaporama è un esercizio. Infomazioni, foto e
note sono utilizzate a caso
CONCLUSIONE
22/05/13 5Vittoriano GALLICO
6. Filosofia del ripensamento
Cusano troppo figo
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CONCLUSIONE
22/05/13 5Vittoriano GALLICO
Notes de l'éditeur
la filosofia rinascimentale nasce come distacco dalla dottrina aristotelica, quella dottrina che vedeva Aristotele come inconfutabile ed unico maestro. Alcune tendenze dissocianti sono già ravvisabili nella critica di Petrarca nei confronti dello stile di Aristotele, che secondo il poeta aretino manca di eloquenza, un’arte che riveste nel rinascimento un posto rilevante. La filosofia rinascimentale è quindi, a tutti gli effetti, una filosofia di reinterpretazione, ripensamento e rilettura. In tal senso è considerevole l’apporto della filologia, ossia della traduzione come arte a servizio della filosofia
A questa concezione aderisce Ficino, che in polemica contro l'aristotelismo esalta la dottrina platonica, al punto da interpretarla come una forma di religiosità propedeutica alla fede cristiana. La sua Theologia platonica o De immortalitate animarum si apre dunque con un: « Liberiamoci in fretta, spiriti celesti desiderosi della patria celeste, dai lacci delle cose terrene, per volare con ali platoniche e con la guida di Dio, alla sede celeste dove contempleremo beati l'eccellenza del genere nostro. »
Il pensiero di P riguardo la religione tende a confinarla ad un ruolo meramente pratico, una sorta di mezzo per tenere a bada il popolo. Infatti, il filosofo di Mantova esclude ogni tipo di compromissione della religione nella vita morale: la pratica della virtù è autonoma da ogni sorta di premio ultraterreno, e diventa premio a se stessa. In altre parole, l’autonomia della coscienza morale è data dal fatto che chi fa il bene senza un secondo fine ha merito maggiore di chi lo fa alla ricerca di una ricompensa. Pomponazzi fu un filosofo tipico del suo tempo, come dimostra il suo interesse per l’astrologia. Nel De Incantationibus, P sostiene le ragioni dell’astrologia e della magia naturale: negli astri si nascondono e da essi discendono le virtù dell’universo, riversandosi nella natura e nell’anima umana
Altro pensatore politico, sebbene dal carattere diverso, è Francesco Guicciardini. Nelle Considerazioni sui Discorsi del Machiavelli (1527-1529), G si mostra come uno storico dalla spiccata sensibilità politica. Egli si rende conto che quello che accade in Italia sta andando in una direzione opposta rispetto alla situazione d'oltralpe (monarchie nazionali): in Italia i comuni si fanno la guerra nel tentativo di guadagnare un primato, piuttosto di coalizzarsi intorno alla figura di un sovrano.
Tuttavia il punto di rottura esiste e non attiene alla domanda in sé quanto al modo di dare ad essa una risposta. I filosofi del rinascimento hanno una consapevolezza nuova: solo l’approfondimento del dettaglio storico, e quindi dell’individuo, può garantire questa universalità. Tuttavia non bisogna cadere nell’errore opposto, frutto di una verità spesso resa stereotipo o etichetta: il rinascimento dà un’importanza nuova all’individuo, ma non per questo perde di vista l’universale, l’infinito, Dio. In questa circostanza possiamo notare una tendenza opposta all’impulso dominante dell’epoca: la specializzazione e la separazione (pensiamo ai rapporti tra Stato e Chiesa), facendo così cadere il presupposto dell’analisi storica di Hegel, ossia quella legge secondo cui la filosofia di un’epoca racchiude in sé la coscienza e il carattere spirituale della sua intera situazione storica.