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16 marzo 2020
BENVENUTI NELL’ERA
DELLA SILVER ECONOMY
LONGEVITY RISK
di Emanuela Notari e Francesco Priore*
L
ongevità è un termine diven-
tato comune di recente per
indicare una direzione demo-
grafica verso una vita molto
più lunga che in passato e un
mutamento sociologico verso una popo-
lazione sempre più anziana. Ma dovrebbe
anche diventare sinonimo di “business” e
non di problemi previdenziali. Perché di
fatto un business lo è già...
Andiamo per ordine: pur essendo l’Italia
il Paese più vecchio al mondo insieme con
il Giappone, al contrario di quanto accade
inmoltiPaesilalongevitàdanoinonèan-
cora un tema ricorrente, forse perché ten-
diamo a farla coincidere con la vecchiaia.
Ma mentre la longevità è un concetto in
movimento, in divenire, la vecchiaia ha
un’accezione statica. Ciò che ci sfugge è
chetralalongevitàelavecchiaiac’èunva-
sto territorio abitato da over 60 perfetta-
mente in forma, attivi e produttivi, lavora-
tori,spessoincarrieraoimprenditori,che
se non lo stanno già facendo dovrebbero
pensare a cosa vogliono essere in futuro,
consapevoli che sfioreranno mediamente
i 90 anni.
Scenario
L’aspettativa di vita è cresciuta di 15/20
LA LONGEVITÀ DEGLI ITALIANI
NON È SOLO UN PROBLEMA
PREVIDENZIALE MA ANCHE
UN’OPPORTUNITÀ DI BUSINESS
anni dalla metà del 900 a oggi: i 65/69 anni, aspettativa di vita di
uomini e donne nel 1950, sono stati sostituiti dagli 80/85 anni di
oggi e in prospettiva 90. Ciò significa che a 50 anni una persona
inItaliahadavantiancorapocomenodellametàdellasuavitaea
65 anni, l’età con cui si fa ancora coincidere l’inizio della vecchia-
ia, può vivere ancora 20/25 anni. Un quarto della sua vita. Con
la capacità di sintesi che gli è propria, Joe Coughlin dell’AgeLab
dell’MIT, grande precursore e comunicatore della longevity, dice
che chi va in pensione oggi ha davanti qualcosa come 8.000 gior-
ni… da riempire e consumare, possibilmente con soddisfazione.
Gli aspetti previdenziali
La longevità è prima di tutto una conquista, ma come molte con-
quistehaunsuorovesciodellamedaglia.L’Italiaassociaaunava-
sta popolazione di anziani, tendenzialmente sempre più anziani,
un tasso di natalità tra i più bassi. Tanti anziani e pochi giovani
mettonoindifficoltàilsistemapensionisticochepertantotempo
17
COVERSTORY
marzo 2020
si occupa di questioni legate
alla longevità, gli Usa e molti
Paesi del Nord Europa sono
già avanzati su queste temati-
che, con centri di studio e città
che sperimentano soluzioni
innovative come Newcastle in
Inghilterra, per esempio, men-
tre da noi è un tema toccato
solo sul versante della vul-
nerabilità e della necessità di
cura.QuellocheinquestiPaesi
hanno compreso è che la fascia di popolazione over 60 è la gene-
razionepiùnumerosadellastoria,iBabyBoomersnatineldopo-
guerra, cresciuti nel ’68 e protagonisti della rivoluzione digitale,
inpraticagliarteficidelmondocomeloconosciamooggi.Unage-
nerazione numerosa ed esigente, che arriva all’età che una volta
era considerata la porta di entrata della vecchiaia con le energie
e la forma fisica, le curiosità e gli interessi che sono normalmen-
te tipici di persone di 10-15 anni più giovani. E che nel nostro
occidente, ma non solo, detiene la maggior parte della ricchez-
za, senza contare quanti di loro stanno per ereditarla dai propri
genitori. Le fasi del ciclo di vita si sono infatti allungate e molti
imprenditori o professionisti non hanno intenzione di mollare il
controllosulleproprieattivitàfinoaetàmoltoavanzate.Ciòporta
le statistiche a dire che gli attuali over 65 negli USA erediteranno
in ritardo qualcosa come 36 miliardi di euro. Prima di diventare
vulnerabili e bisognosi di cure, questi over 65, patrimonializzati
o futuri patrimonializzati, hanno ancora svariati anni davanti in
cui possono e vogliono continuare ad avere lo stesso tenore di
vitadisempre,viaggiare,andarealcinemaoateatro,consumare,
lavorare, anche se con ritmi diversi, o aprire finalmente quell’at-
tività che hanno sognato di fare tutta la vita. Questo è il mercato
della silver economy (o longevity economy) che si studia all’este-
ro: prodotti e servizi che aiutino i longevi a vivere al meglio una
serie di età – terza, quarta e forse quinta – sapendo di contare in
termini di consumi, di produzione di ricchezza e di sviluppo di
unanuovaculturadell’invecchiamento.Inumerisonoecceziona-
li:674milionigliover65nelmondonel2018,saranno1miliardo
nel2030,1,5miliardinel2050;16milamiliardididollariilvalore
della Silver Economy oggi, la seconda economia mondiale dopo
gli Usa e la Cina. In Italia il patrimonio de-
gli over 65 si aggira tra i 3mila e i 4mila
miliardi di euro: 13,7 milioni le persone
over 65 oggi, 19 milioni previsti per metà
secolo. Ma se dovessimo considerare,
come ormai si fa all’estero, gli over 60 in
generale, o addirittura gli over 50 perché
lavecchiaiavapianificataeimmaginatain
anticipo,avremmonumeriancorapiùalti.
Quanti profili di consumatori, cittadini,
lavoratori, elettori diversi ci sono in quei
25-30 anni di vita media residua? Eppure
il mercato li tratta tutti allo stesso modo,
come se tutti avessero problemi di den-
tiera o di prostata, un po’ suonati quando
non del tutto sordi. Se il mercato guardas-
se a queste persone con lo stesso interes-
se che riserva ai Millennials, si creerebbe
è stato a ripartizione, cioè le
pensioni correnti sono paga-
te dai lavoratori correnti. Le
riforme previdenziali che, per
consentire la tenuta del siste-
ma,hannocambiatolamodali-
tà di calcolo della pensione da
retributivo a contributivo por-
tano a prevedere che il reddi-
to pensionistico sarà sempre
meno adeguato a sostenere il
tenore di vita per un periodo
così lungo. Ciò nonostante, secondo il rapporto della Banca d’I-
talia sulla ricchezza italiana del 2018, solo in circa il 15% delle
famiglie almeno un componente ha dichiarato di aderire a fondi
pensione o assicurazioni vita per integrare la pensione pubblica;
la quota più elevata è del Centro Nord con il 17,9%; l’11% nel
Mezzogiorno. Tra i lavoratori dipendenti, queste forme di previ-
denza integrativa sono più diffuse tra i dirigenti con il 43%; circa
il25%eil14%,rispettivamente,tragliimpiegatieglioperai.Trai
lavoratori autonomi, quelli che avranno il montante contributivo
più basso, vi aderisce solo il 17%.
Nuova linfa per il mercato assicurativo
Un mercato assicurativo depresso come quello italiano avrebbe
ampiomarginediazioneconprodottiassicurativispecificidilon-
gevità, ma sembra che siamo destinati a continuare ad aspettare
che la domanda stimoli l’offerta. In questo caso forse le aziende
che guidano il mercato potrebbero creare la consapevolezza e
per una volta stimolare la domanda. Lo stesso vale per i prodotti
di previdenza integrativa. Anche le polizze di long term care non
sono ancora diffuse in Italia, un po’ perché la nostra sanità pub-
blica, checché se ne dica, è ancora eccellente, un po’ perché è abi-
tudine italiana occuparsi in famiglia dei propri anziani e, quando
ciò non è possibile, unire le forze tra i parenti più stretti per per-
mettersi una badante. Ma la continua denatalità fa pensare che
in futuro sarà sempre più difficile mantenere questa abitudine e
chepertantoilsettoredellaassicurazionisanitariehagrandipos-
sibilità di crescita. La longevità è un bene, ma può costare molto
caro se non viene pianificata. E non solo sul piano previdenziale
e assicurativo. Ci siamo mai soffermati a pensare cosa vogliamo
fare della nostra vita per un periodo così
lungo? Se la nostra casa è adeguata ad
ospitarci quando avremo 85 anni? Di chi
o cosa avremo bisogno o semplicemente
voglia per continuare a vivere bene? Ma
anche che verosimilmente dovremo e/o
vorremolavorarepiùalungo:illavoroche
facciamo oggi ci permetterà di continuare
a farlo fino a 70-75 anni? Come possia-
mo adeguare il nostro lavoro alle nostre
aspettative? Cosa possono fare le aziende
in questo senso?
Una rivoluzione nell’economia
Molti sono i Paesi coinvolti dal fenomeno
della crescita esponenziale dell’aspettati-
va di vita e dell’invecchiamento generale
della popolazione. Il Giappone da tempo
A.L.I.Active Longevity Institute è una
startup di ricerca e consulenza per
imprese, organizzazioni, istituzioni
ed enti che vogliano comprendere le
esigenze e le aspettative dei longevi
attivi che, al netto della componente
non autosufficiente, sono circa 11
milioni di individui, persone che in Italia
non sono ancora osservate e ascoltate
in modo sistematico.
www.activelongevity.eu
A.L.I. STUDIA LE ESIGENZE
DEI “LONGEVI ATTIVI”
L’ITALIA AL LAVORO
SU UNO SVILUPPO
DELLA CULTURA
DELL’INVECCHIAMENTO
18 marzo 2020
un boost per l’economia del paese, oltre a
migliorare il modo in cui queste persone
vivono la propria seniority.
Un’opportunitàperimercatifinanziari
Ignorando le esigenze e le aspettative di
questa fascia di popolazione, stiamo igno-
rando una grande chance di rilancio della
nostra economica, dicreazione diricchez-
za e di ricambio generazionale. In un Pae-
se che non ha speranza, stiamo ignorando
unacertezza:quelladiunapopolazionedi
adulti detentori di know-how e ricchezza
destinati a passare di mano. O a essere di-
spersi, se non facciamo niente. In anticipo
suquelpassaggiogenerazionaletantoim-
portante,esistegiàl’opportunitàdisvilup-
pare mercati che si dirigano agli over 60
in modo più personalizzato, per esempio
offrendo prodotti finanziari che sostitui-
scano il mattone, da sempre investimento
dipuntadegliitalianimaogginonpiùred-
ditiziocomeinpassatoe,soprattutto,pro-
dotti assicurativi di decumulo e di garan-
zia. L’aumento dell’aspettativa di vita crea
infatti la necessità di pensare a prodotti
che garantiscano una rendita per un cer-
to numero di anni, il contrario dei piani di
accumulo: veri e propri piani di decumu-
lo e la copertura del cosiddetto “rischio
longevity”, cioè il rischio di sopravvivere
ai propri risparmi. L’enorme ricchezza ac-
cumulata dai risparmiatori italiani oggi è
in parte in stand by in forma liquida e in
parte alimenta le altre economie: la per-
centuale di risparmi investiti dai fondi su
titoli esteri è multipla rispetto a quella dei
risparmi investiti in titoli italiani. Se si riu-
scisse a realizzare un circolo virtuoso, con
nuovi strumenti, e incanalare la ricchezza
inoperosa nell’economia reale, nel poten-
ziamento e nello sviluppo di nuove im-
prese, nella creazione di un mercato della
longevity, nel rilancio dell’occupazione
e dei consumi, si creerebbe a sua volta
nuovaricchezza.Ilongeviattivichehanno
accumulato ricchezza col loro lavoro po-
trebbero contribuire in maniera determi-
nante al benessere duraturo delle nuove
generazioni, invece di lasciar loro eredità
che verrebbero investite, come oggi, nelle
economie estere per le quali il risparmio
italiano è una miniera a cielo aperto. Alla
recente edizione di Consulentia 2020 si è
parlato giustamente di ricambio genera-
zionale dei consulenti finanziari, ma nulla
o quasi è stato proposto concretamente
per una rigenerazione proficua degliinve-
stimenti nell’economia reale.
GLI OVER-65, I SOLI A NON ESSERSI IMPOVERITI DAL 2008 AD OGGI
Gli over-65 sono l’unica
categoria demografica
sopravvissuta bene
alla crisi economica
del 2008-2009: ed
è l’unica classe il cui
rischio di povertà e la
condizione effettiva di
povertà sono diminuiti
negli ultimi 10 anni.
E’ una delle “chicche”
presentate da Alberto
Brambilla, economista
e Presidente del Centro
Studi e Ricerche
Itinerari Previdenziali,
che ha presentato
una sua ricerca ad un
convegno organizzato
a Genova dalla
Confcommercio, con
la partecipazione
di Andrea Granelli,
dal titolo ambizioso:
“Silver & The City - Più
consumi, più turismo,
più crescita: La terza
età “ringiovanisce”
l’economia”. Gli over
65 italiani sono 14
milioni, sono cresciuti
di oltre mezzo milione
dal 2015 a oggi, hanno
una ricchezza media
più alta del 13,5% di
quella nazionale, i loro
consumi vanno a gonfie
vele, spendono per
musei, mostre, cinema
e viaggi, il 17,4% di
loro lavora e il 40%
addirittura sostiene i figli
e le loro famiglie, non
vogliono essere chiamati
vecchi o anziani, ma
“persone mature”.
In termini di speranza
di vita, negli ultimi 40
anni gli uomini hanno
“guadagnato” oltre 11
anni e le donne 9, dati
che collocano l’Italia
tra i Paesi più longevi al
mondo.
Un possibile rilancio del mercato immobiliare
In questo quadro esiste una grande opportunità anche per il
mercato immobiliare, sia per la creazione di un mercato specia-
lizzatoininterventidiadeguamentodegliappartamentiesistenti
per accogliere in modo più confortevole inquilini di età avanzata,
sia per lo sviluppo di residenze di prossimità per anziani auto-
sufficienti, condomini con spazi interni disegnati per persone
potenzialmente molto anziane, servizi in outsourcing condivisi
e luoghi di intrattenimento in comune per combattere il rischio
solitudine che, insieme con il rischio di sopravvivere ai propri ri-
sparmi, è la minaccia più grande della longevità.
Risorse umane e longevità lavorativa
Il longevity risk, cioè il rischio di sopravvivere ai propri ri-
sparmi, non è però il solo rischio legato alla longevità. Esiste
un altro rischio, il business risk, che interessa le imprese che
stanno ancora ignorando il progressivo invecchiamento della
loro forza lavoro. Una pianificazione industriale che tenesse
conto dell’opportunità rappresentata dalla collaborazione tra
generazioni diverse sul posto di lavoro sarebbe una leva di
grande stimolo della nostra produttività, oltre a dare ai senior
la possibilità di continuare a contribuire all’economia del pa-
ese e ai giovani l’accesso a quella formazione informale che
è data dall’esperienza di tutti i giorni moltiplicata per anni.
Pensare che i bisogni della silver economy siano solo concen-
trati su assistenza medica e che pertanto competano allo Sta-
to, ignorando gli interessi dei longevi attivi come sport, viaggi,
servizi culturali, musei, teatri, cinema, prodotti ricreativi, wel-
lness, domotica, alimentazione è una visione limitata.
I longevi attivi hanno bisogno di restare attivi e coinvolti più
a lungo, anche con nuove forme di lavoro più elastiche negli
orari e nelle mansioni e di nuovi servizi d’investimento, assi-
curativi e immobiliari. Le industrie e le istituzioni ne prenda-
no atto.
* partner A.L.I., Active Longevity Institute

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  • 1. 16 marzo 2020 BENVENUTI NELL’ERA DELLA SILVER ECONOMY LONGEVITY RISK di Emanuela Notari e Francesco Priore* L ongevità è un termine diven- tato comune di recente per indicare una direzione demo- grafica verso una vita molto più lunga che in passato e un mutamento sociologico verso una popo- lazione sempre più anziana. Ma dovrebbe anche diventare sinonimo di “business” e non di problemi previdenziali. Perché di fatto un business lo è già... Andiamo per ordine: pur essendo l’Italia il Paese più vecchio al mondo insieme con il Giappone, al contrario di quanto accade inmoltiPaesilalongevitàdanoinonèan- cora un tema ricorrente, forse perché ten- diamo a farla coincidere con la vecchiaia. Ma mentre la longevità è un concetto in movimento, in divenire, la vecchiaia ha un’accezione statica. Ciò che ci sfugge è chetralalongevitàelavecchiaiac’èunva- sto territorio abitato da over 60 perfetta- mente in forma, attivi e produttivi, lavora- tori,spessoincarrieraoimprenditori,che se non lo stanno già facendo dovrebbero pensare a cosa vogliono essere in futuro, consapevoli che sfioreranno mediamente i 90 anni. Scenario L’aspettativa di vita è cresciuta di 15/20 LA LONGEVITÀ DEGLI ITALIANI NON È SOLO UN PROBLEMA PREVIDENZIALE MA ANCHE UN’OPPORTUNITÀ DI BUSINESS anni dalla metà del 900 a oggi: i 65/69 anni, aspettativa di vita di uomini e donne nel 1950, sono stati sostituiti dagli 80/85 anni di oggi e in prospettiva 90. Ciò significa che a 50 anni una persona inItaliahadavantiancorapocomenodellametàdellasuavitaea 65 anni, l’età con cui si fa ancora coincidere l’inizio della vecchia- ia, può vivere ancora 20/25 anni. Un quarto della sua vita. Con la capacità di sintesi che gli è propria, Joe Coughlin dell’AgeLab dell’MIT, grande precursore e comunicatore della longevity, dice che chi va in pensione oggi ha davanti qualcosa come 8.000 gior- ni… da riempire e consumare, possibilmente con soddisfazione. Gli aspetti previdenziali La longevità è prima di tutto una conquista, ma come molte con- quistehaunsuorovesciodellamedaglia.L’Italiaassociaaunava- sta popolazione di anziani, tendenzialmente sempre più anziani, un tasso di natalità tra i più bassi. Tanti anziani e pochi giovani mettonoindifficoltàilsistemapensionisticochepertantotempo
  • 2. 17 COVERSTORY marzo 2020 si occupa di questioni legate alla longevità, gli Usa e molti Paesi del Nord Europa sono già avanzati su queste temati- che, con centri di studio e città che sperimentano soluzioni innovative come Newcastle in Inghilterra, per esempio, men- tre da noi è un tema toccato solo sul versante della vul- nerabilità e della necessità di cura.QuellocheinquestiPaesi hanno compreso è che la fascia di popolazione over 60 è la gene- razionepiùnumerosadellastoria,iBabyBoomersnatineldopo- guerra, cresciuti nel ’68 e protagonisti della rivoluzione digitale, inpraticagliarteficidelmondocomeloconosciamooggi.Unage- nerazione numerosa ed esigente, che arriva all’età che una volta era considerata la porta di entrata della vecchiaia con le energie e la forma fisica, le curiosità e gli interessi che sono normalmen- te tipici di persone di 10-15 anni più giovani. E che nel nostro occidente, ma non solo, detiene la maggior parte della ricchez- za, senza contare quanti di loro stanno per ereditarla dai propri genitori. Le fasi del ciclo di vita si sono infatti allungate e molti imprenditori o professionisti non hanno intenzione di mollare il controllosulleproprieattivitàfinoaetàmoltoavanzate.Ciòporta le statistiche a dire che gli attuali over 65 negli USA erediteranno in ritardo qualcosa come 36 miliardi di euro. Prima di diventare vulnerabili e bisognosi di cure, questi over 65, patrimonializzati o futuri patrimonializzati, hanno ancora svariati anni davanti in cui possono e vogliono continuare ad avere lo stesso tenore di vitadisempre,viaggiare,andarealcinemaoateatro,consumare, lavorare, anche se con ritmi diversi, o aprire finalmente quell’at- tività che hanno sognato di fare tutta la vita. Questo è il mercato della silver economy (o longevity economy) che si studia all’este- ro: prodotti e servizi che aiutino i longevi a vivere al meglio una serie di età – terza, quarta e forse quinta – sapendo di contare in termini di consumi, di produzione di ricchezza e di sviluppo di unanuovaculturadell’invecchiamento.Inumerisonoecceziona- li:674milionigliover65nelmondonel2018,saranno1miliardo nel2030,1,5miliardinel2050;16milamiliardididollariilvalore della Silver Economy oggi, la seconda economia mondiale dopo gli Usa e la Cina. In Italia il patrimonio de- gli over 65 si aggira tra i 3mila e i 4mila miliardi di euro: 13,7 milioni le persone over 65 oggi, 19 milioni previsti per metà secolo. Ma se dovessimo considerare, come ormai si fa all’estero, gli over 60 in generale, o addirittura gli over 50 perché lavecchiaiavapianificataeimmaginatain anticipo,avremmonumeriancorapiùalti. Quanti profili di consumatori, cittadini, lavoratori, elettori diversi ci sono in quei 25-30 anni di vita media residua? Eppure il mercato li tratta tutti allo stesso modo, come se tutti avessero problemi di den- tiera o di prostata, un po’ suonati quando non del tutto sordi. Se il mercato guardas- se a queste persone con lo stesso interes- se che riserva ai Millennials, si creerebbe è stato a ripartizione, cioè le pensioni correnti sono paga- te dai lavoratori correnti. Le riforme previdenziali che, per consentire la tenuta del siste- ma,hannocambiatolamodali- tà di calcolo della pensione da retributivo a contributivo por- tano a prevedere che il reddi- to pensionistico sarà sempre meno adeguato a sostenere il tenore di vita per un periodo così lungo. Ciò nonostante, secondo il rapporto della Banca d’I- talia sulla ricchezza italiana del 2018, solo in circa il 15% delle famiglie almeno un componente ha dichiarato di aderire a fondi pensione o assicurazioni vita per integrare la pensione pubblica; la quota più elevata è del Centro Nord con il 17,9%; l’11% nel Mezzogiorno. Tra i lavoratori dipendenti, queste forme di previ- denza integrativa sono più diffuse tra i dirigenti con il 43%; circa il25%eil14%,rispettivamente,tragliimpiegatieglioperai.Trai lavoratori autonomi, quelli che avranno il montante contributivo più basso, vi aderisce solo il 17%. Nuova linfa per il mercato assicurativo Un mercato assicurativo depresso come quello italiano avrebbe ampiomarginediazioneconprodottiassicurativispecificidilon- gevità, ma sembra che siamo destinati a continuare ad aspettare che la domanda stimoli l’offerta. In questo caso forse le aziende che guidano il mercato potrebbero creare la consapevolezza e per una volta stimolare la domanda. Lo stesso vale per i prodotti di previdenza integrativa. Anche le polizze di long term care non sono ancora diffuse in Italia, un po’ perché la nostra sanità pub- blica, checché se ne dica, è ancora eccellente, un po’ perché è abi- tudine italiana occuparsi in famiglia dei propri anziani e, quando ciò non è possibile, unire le forze tra i parenti più stretti per per- mettersi una badante. Ma la continua denatalità fa pensare che in futuro sarà sempre più difficile mantenere questa abitudine e chepertantoilsettoredellaassicurazionisanitariehagrandipos- sibilità di crescita. La longevità è un bene, ma può costare molto caro se non viene pianificata. E non solo sul piano previdenziale e assicurativo. Ci siamo mai soffermati a pensare cosa vogliamo fare della nostra vita per un periodo così lungo? Se la nostra casa è adeguata ad ospitarci quando avremo 85 anni? Di chi o cosa avremo bisogno o semplicemente voglia per continuare a vivere bene? Ma anche che verosimilmente dovremo e/o vorremolavorarepiùalungo:illavoroche facciamo oggi ci permetterà di continuare a farlo fino a 70-75 anni? Come possia- mo adeguare il nostro lavoro alle nostre aspettative? Cosa possono fare le aziende in questo senso? Una rivoluzione nell’economia Molti sono i Paesi coinvolti dal fenomeno della crescita esponenziale dell’aspettati- va di vita e dell’invecchiamento generale della popolazione. Il Giappone da tempo A.L.I.Active Longevity Institute è una startup di ricerca e consulenza per imprese, organizzazioni, istituzioni ed enti che vogliano comprendere le esigenze e le aspettative dei longevi attivi che, al netto della componente non autosufficiente, sono circa 11 milioni di individui, persone che in Italia non sono ancora osservate e ascoltate in modo sistematico. www.activelongevity.eu A.L.I. STUDIA LE ESIGENZE DEI “LONGEVI ATTIVI” L’ITALIA AL LAVORO SU UNO SVILUPPO DELLA CULTURA DELL’INVECCHIAMENTO
  • 3. 18 marzo 2020 un boost per l’economia del paese, oltre a migliorare il modo in cui queste persone vivono la propria seniority. Un’opportunitàperimercatifinanziari Ignorando le esigenze e le aspettative di questa fascia di popolazione, stiamo igno- rando una grande chance di rilancio della nostra economica, dicreazione diricchez- za e di ricambio generazionale. In un Pae- se che non ha speranza, stiamo ignorando unacertezza:quelladiunapopolazionedi adulti detentori di know-how e ricchezza destinati a passare di mano. O a essere di- spersi, se non facciamo niente. In anticipo suquelpassaggiogenerazionaletantoim- portante,esistegiàl’opportunitàdisvilup- pare mercati che si dirigano agli over 60 in modo più personalizzato, per esempio offrendo prodotti finanziari che sostitui- scano il mattone, da sempre investimento dipuntadegliitalianimaogginonpiùred- ditiziocomeinpassatoe,soprattutto,pro- dotti assicurativi di decumulo e di garan- zia. L’aumento dell’aspettativa di vita crea infatti la necessità di pensare a prodotti che garantiscano una rendita per un cer- to numero di anni, il contrario dei piani di accumulo: veri e propri piani di decumu- lo e la copertura del cosiddetto “rischio longevity”, cioè il rischio di sopravvivere ai propri risparmi. L’enorme ricchezza ac- cumulata dai risparmiatori italiani oggi è in parte in stand by in forma liquida e in parte alimenta le altre economie: la per- centuale di risparmi investiti dai fondi su titoli esteri è multipla rispetto a quella dei risparmi investiti in titoli italiani. Se si riu- scisse a realizzare un circolo virtuoso, con nuovi strumenti, e incanalare la ricchezza inoperosa nell’economia reale, nel poten- ziamento e nello sviluppo di nuove im- prese, nella creazione di un mercato della longevity, nel rilancio dell’occupazione e dei consumi, si creerebbe a sua volta nuovaricchezza.Ilongeviattivichehanno accumulato ricchezza col loro lavoro po- trebbero contribuire in maniera determi- nante al benessere duraturo delle nuove generazioni, invece di lasciar loro eredità che verrebbero investite, come oggi, nelle economie estere per le quali il risparmio italiano è una miniera a cielo aperto. Alla recente edizione di Consulentia 2020 si è parlato giustamente di ricambio genera- zionale dei consulenti finanziari, ma nulla o quasi è stato proposto concretamente per una rigenerazione proficua degliinve- stimenti nell’economia reale. GLI OVER-65, I SOLI A NON ESSERSI IMPOVERITI DAL 2008 AD OGGI Gli over-65 sono l’unica categoria demografica sopravvissuta bene alla crisi economica del 2008-2009: ed è l’unica classe il cui rischio di povertà e la condizione effettiva di povertà sono diminuiti negli ultimi 10 anni. E’ una delle “chicche” presentate da Alberto Brambilla, economista e Presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, che ha presentato una sua ricerca ad un convegno organizzato a Genova dalla Confcommercio, con la partecipazione di Andrea Granelli, dal titolo ambizioso: “Silver & The City - Più consumi, più turismo, più crescita: La terza età “ringiovanisce” l’economia”. Gli over 65 italiani sono 14 milioni, sono cresciuti di oltre mezzo milione dal 2015 a oggi, hanno una ricchezza media più alta del 13,5% di quella nazionale, i loro consumi vanno a gonfie vele, spendono per musei, mostre, cinema e viaggi, il 17,4% di loro lavora e il 40% addirittura sostiene i figli e le loro famiglie, non vogliono essere chiamati vecchi o anziani, ma “persone mature”. In termini di speranza di vita, negli ultimi 40 anni gli uomini hanno “guadagnato” oltre 11 anni e le donne 9, dati che collocano l’Italia tra i Paesi più longevi al mondo. Un possibile rilancio del mercato immobiliare In questo quadro esiste una grande opportunità anche per il mercato immobiliare, sia per la creazione di un mercato specia- lizzatoininterventidiadeguamentodegliappartamentiesistenti per accogliere in modo più confortevole inquilini di età avanzata, sia per lo sviluppo di residenze di prossimità per anziani auto- sufficienti, condomini con spazi interni disegnati per persone potenzialmente molto anziane, servizi in outsourcing condivisi e luoghi di intrattenimento in comune per combattere il rischio solitudine che, insieme con il rischio di sopravvivere ai propri ri- sparmi, è la minaccia più grande della longevità. Risorse umane e longevità lavorativa Il longevity risk, cioè il rischio di sopravvivere ai propri ri- sparmi, non è però il solo rischio legato alla longevità. Esiste un altro rischio, il business risk, che interessa le imprese che stanno ancora ignorando il progressivo invecchiamento della loro forza lavoro. Una pianificazione industriale che tenesse conto dell’opportunità rappresentata dalla collaborazione tra generazioni diverse sul posto di lavoro sarebbe una leva di grande stimolo della nostra produttività, oltre a dare ai senior la possibilità di continuare a contribuire all’economia del pa- ese e ai giovani l’accesso a quella formazione informale che è data dall’esperienza di tutti i giorni moltiplicata per anni. Pensare che i bisogni della silver economy siano solo concen- trati su assistenza medica e che pertanto competano allo Sta- to, ignorando gli interessi dei longevi attivi come sport, viaggi, servizi culturali, musei, teatri, cinema, prodotti ricreativi, wel- lness, domotica, alimentazione è una visione limitata. I longevi attivi hanno bisogno di restare attivi e coinvolti più a lungo, anche con nuove forme di lavoro più elastiche negli orari e nelle mansioni e di nuovi servizi d’investimento, assi- curativi e immobiliari. Le industrie e le istituzioni ne prenda- no atto. * partner A.L.I., Active Longevity Institute