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4.
La sanità nell’era della m-Health
1
2. La app-deluge
• Quella delle apps, fruibili da tutti i sistemi operativi
mobili, è una vera e propria incontenibile deflagrazione,
da potersi coniare il termine di app-deluge:
– dalle 800 presenti sull’Apple App Store nel luglio 2008,
– il numero è cresciuto fino a 1.500.000 del giugno 2015. (
http://www.statista.com/statistics/263795/number-of-available-apps-in-the-apple-app-store/)
2
3. La popolarità delle apps
• Le più popolari risultano quelle relative ai giochi,
• quelle sugli stili di vita (Lifestyle) si collocano al 4° posto
(8,72% di download),
• al 9° troviamo quelle dell’area Health & Fitness,
• e al penultimo posto (19°) le medicali (1,99%)
• È evidente come il mercato sia in continua crescita e
rappresenti un effetto traino (le imprese vogliono
investire in questo settore – vedi slide successiva…)
3
4. Crescita del valore economico della
m-Health (in miliardi di $)
http://www.chefuturo.it/2015/04/e-health-la-salute-diventa-digitale-presto-gli-smartphone-sapranno-tutto-di-noi-e-ci-
aiuteranno-a-curarci-prevenendo-le-malattie-gravi/
4
6b. Classificazione delle apps
(ambito sanitario)
5
7a. Una galassia per un’infinità di
bisogni
• ne esistono alcune finalizzate a debellare le dipendenze
– dal fumo (https://play.google.com/store/search?q=fumo%20sigarette%20stop&c=apps)
– dall’alcol (https://play.google.com/store/search?q=alcol%20stop&c=apps)
6
7b. Una galassia per un’infinità di
bisogni
• altre servono per ricordare quando assumere un farmaco
(https://play.google.com/store/search?q=assumere%20farmaco&c=apps)
7
7c. Una galassia per un’infinità di
bisogni
• Altre ancora permettono di contare i passi giornalieri
(https://play.google.com/store/search?q=contapassi&c=apps)
8
7d. Una galassia per un’infinità di
bisogni
• altre ricordano di assumere acqua (https://play.google.com/store/search?
q=bere%20acqua&c=apps)
9
7e. Una galassia per un’infinità di
bisogni
• altre ancora servono a monitorare il nostro stato d’animo
(https://play.google.com/store/search?q=stato
%20animo&c=apps)
10
7f/1: Altre apps…
• Persino un’app che ti dice quanto vivrai…
11
7f/2: Altre apps…
• Per i farmaci…
12
7g. Una galassia per un’infinità di
bisogni
• …e così via (cfr. Lupton, 2013 e Maturo, 2014 e
soprattutto play.google.com/store…).
13
9. Apps sgretola-confini
• Questa rivoluzione ha, nel suo DNA, il
potenziale di sgretolare i confini in
maniera dirompente, investendo ambiti
precedentemente esclusivi
14
9a/1: processo diagnostico
• Sul sito di Google Play, si contano non meno di
duecento apps per l’auto-diagnosi, di cui
moltissime gratuite, ed altre a pagamento, con
prezzi variabili tra un minimo di 0,69€ ed un
massimo di 95,65€
• in diversi casi, precisazioni circa la natura
meramente informativa, o la non sostituibilità
della diagnosi di un medico, onde dunque
evitare spiacevoli contenziosi
15
9a/2: processo diagnostico
• nel maggio 2011 il Servizio Sanitario Inglese ne
rilasciò una assai ambiziosa, NHS Direct, fruibile
solo nel Regno Unito, esplicitamente finalizzata
ad alleviare il carico lavorativo del Sistema
sanitario, offrendo ai fruitori la possibilità di
controllare i propri sintomi ed ottenere una
diagnosi a tutti gli effetti, senza dover passare
dal consulto medico, o intasare il sistema
• http://blog.withings.com/2011/12/15/mobile-applications-for-self-diagnosis-2/
16
9a/3: processo diagnostico
• Il nome poi di alcune apps, come Depression Diagnosis
Doctor – A self diagnosis medical app, in verità lascia
pochi dubbi sulle finalità, nonostante le puntualizzazioni
di cui sopra.
• Inoltre, sebbene alcune apps per l’auto-diagnosi siano
state disegnate per studenti di medicina e/o personale
medico, queste, come ad esempio Prognosis: Your
Diagnosis, possono essere installate da chiunque
17
9a/4: processo diagnostico
• Jutel e Lupton (2015, p. 91) contavano 176 apps
rispondenti alla keyword “medical diagnosis”, negli Apple
App Store e in Google Play.
• Di queste, 57 risultavano effettivamente auto-
diagnostiche, 33 specificatamente dirette alla categoria
professionale e 24 alle persone comuni.
• Le autrici però rilevavano
– non vi fosse certezza circa la qualità delle informazioni erogate
in molti casi,
– dubbi in merito alla possibile esistenza di interessi commerciali e
conflitti d’interesse sottostanti ad alcune apps di questa
categoria (Idem, p. 94).
18
9b/1: sessualità
• Esistono apposite apps finalizzate ad imparare e discutere su
tematiche sessuali, riproduttive (ve ne sono alcune per la fertilità) e
trasmissione di malattie, ma anche sulle disfunzioni, nonché di
monitorare, misurare e registrare diversi sintomi ed attività (alcune
mostrano le posizioni “più divertenti, o contano le calorie consumate
durante l’amplesso), fino a “creare” immagini pornografiche
personali, o individuare partner per l’hook-up tramite i
geolocalizzatori (Lupton, 2015).
• Il termine hook-up si riferisce ad atti sessuali intercorsi tra due
soggetti che non si frequentano in una relazione seria e non mirano
a costruirne una (cfr. www.huffingtonpost.com/2011/10/12/hooking-
up_n_1007364.html, visitato il 02/05/2016.
19
10a. Apps e sensori (wearable
technology)
• In misura oramai crescente, le apps si collegano a
dispositivi esterni
• Siamo nell’ambito della cosiddetta wearable technology
• Fondamentale nel solco di quell’Internet delle Cose, o
persino Internet of Everything
20
10b. Apps e sensori (wearable
technology)
• si stima che nel 2019 saranno spediti 213,2 milioni di
device in tutto il mondo,
• il maggior numero di consumatori si registrerà negli Stati
Uniti e nell’area dell’Asia e del Pacifico
• http://raconteur.net/infographics/wearable-technology-global-market-outlook
21
 Si parla di «throat tatoo», cioè microfoni di fatto
incorporati nell’essere umano;
 una pluralità di micro-devices per lo sport;
 persino sensori ingeribili (una gastroscopia più
indolore?);
 Di micro-chips sottocutanei per controllare le
serrature, accedere ai pc, ecc…
 Vestiti (come reggiseni) che consentono di
monitorare i parametri vitali…
10d. Diffusione e trend della wearable technology
22
11a. Apps e sensori (wearable
technology) medicali
• Ampi utilizzi anche nel medicale:
23
microinfusore
Sensore per
monitorare la
pressione
Sensore per
monitorare
parametri
vitali
Sensori per monitorare
parametri cerebrali…
11b/1. Apps e sensori (wearable
technology) medicali
• Esempio DARIO Blood Glucose Monitoring System
(http://mydario.com/)
• Dario is a personalized, pocket-sized, all-in-one glucose
meter coupled with a robust real time mobile app to
manage diabetes quickly, efficiently and accurately
24
11b/2. Apps e sensori (wearable
technology) medicali
• L’app Dario, creata da un laboratorio israeliano e non
ancora commerciabile in Italia, permette di controllare in
modo integrato tutti i parametri chiave per la salute di un
diabetico, attraverso un piccolo apparecchio tascabile in
dotazione (contenente un glucometro wireless e delle
linguette), che viene collegato allo smartphone per
visualizzare i dati, condividerli con i caregiver e i propri
medici curanti
25
12a. Apps, sensori e Quantified-self
• Tutto ciò comporta la possibilità ed il radicamento di un
fenomeno sociale denominato quantified-self, o self-
tracking, i cui termini sono usati per descrivere un
particolare utilizzo integrato delle suddette tecnologie
incentrato sul principio di misurare, registrare e nei fatti
condividere (soprattutto sui social) la mole di dati
autoprodotti relativamente al funzionamento del proprio
organismo (cfr. Swan, 2012a e 2013; Lupton, 2014b;
Maturo, 2014).
26
12b. Apps, sensori e Quantified-self
• Tale modalità viene adoperata quale parte della gestione
e del miglioramento della vita personale (cfr. Lupton,
2013, p. 394) e se ne sottolineata la capacità di elevare
la conoscenza da parte dei cittadini del livello di salute
vissuto e del proprio corpo (cfr. Wiederhold, 2015),
proprio per il fatto di rendere quest’ultimo un oggetto
conoscibile, calcolabile e gestibile (Swan, 2013, p. 96).
• Per mezzo di queste tecnologie si accentua altresì la
transizione da una medicina “tattile” ad una “visuale”,
nella quale cioè le immagini e i numeri sostituiscono in
modalità crescente la visita sensibile del dottore (cfr.
Lupton, 2013, p. 398).
27
13a. Attuale potenzialità reale delle
apps
• Nonostante tali impressionanti cifre e potenzialità, tuttavia ad
oggi, ne vanno ancora sottolineate le funzionalità contenute
per la netta maggioranza.
• Infatti, risulta anzitutto piuttosto sorprendente apprendere che
appena 36 apps sanitarie (su oltre 165.000) costituiscono il
50% di tutti i download.
• Inoltre, stando ad un recente studio
– in due terzi dei casi esse si limitano alla mera erogazione
d’informazioni (cfr. IMS, 2015, p. 7),
– mentre solamente il 10% di quelle attualmente in circolazione
(prevalentemente nell’area fitness, ma anche alcune per la gestione
della malattia, ad esempio per la misurazione dell’indice glicemico o
della pressione) sono in grado di connettere il proprio mobile ad un
altro strumento (Idem, p. 14).
28
13b. Attuale potenzialità reale delle
apps
• Infine, mentre i due terzi circa della apps permettono collegamenti
con i social media (cfr. Idem, p. 18; così, ad esempio, sono 151.000
i partecipanti al Free Diabetes Forum, scaricabile da Android e
direttamente utilizzabile sullo smartphone), rimane invece ancora
limitata la capacità connettiva diretta con il personale sanitario,
imponendosi come prossima sfida per un vero e proprio salto di
qualità del sistema della apps medicali (cfr. Idem, p. 19; cfr. anche
Holtz e Lauckner, 2012).
• www.appscript.net/detail/apps/com.tapatalk.diabetescoukdiabetesforum/description
• IMS Institute for Healthcare informatics (2015). Patient adoption of mHealth. Use,
evidence and remaining barriers to mainstream acceptance, September 2015
• Cfr. il sito www.healthcareitnews.com/news/how-many-health-apps-actually-matter
29
5.
Verso un nuovo paradigma
nella relazione medico-paziente
30
1a. e-Health/m-Health: relazione
medico-paziente
• Le fasi sopra descritte della rivoluzione digitale in sanità
impongono una riflessione in merito all’evoluzione del
tipo di modello sanitario ed, in esso, del rapporto
medico-paziente.
• L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la m-
Health come una componente degli e-Health (WHO,
2011, p. 6; cfr. anche Wiederhold, 2015),
• Tuttavia, essa pare onestamente una sua evoluzione, da
intendersi come una seconda tappa della rivoluzione del
web 2.0, analiticamente distinta e non offuscabile
all’interno dell’e-Health, per tutta una serie di ragioni qui
di seguito enucleate.
31
1b. e-Health/m-Health: relazione
medico-paziente
• Intendo sottolineare
– l’unicità delle caratteristiche inerenti alla m-Health
– e la sua distinzione in senso evolutivo rispetto all’e-
Health,
• per il maggior potenziale personalizzante
rispetto ad ogni precedente epoca e tecnologia
correlata
• Vediamo…
32
2a. Differenze tra e-Health/m-Health
• In
33
E-Health M-Health
I primi sviluppi delle ICT in
sanità sono stati dominati da
una logica professionale, a
cui i servizi sorti ed
implementati si rivolgevano
L’era più recente, in cui si
colloca la m-Health,è invece
caratterizzata da tecnologie
indirizzate ai pazienti (si
pensi ad apps, smartwatch,
smartphone, ecc…
(Andreassen, 2012, p. 86)
2b. Differenze tra e-Health/m-Health
• Wiederhold (2012, p. 235) ha sostenuto che
l’utilizzo degli smartphone per il self-tracking
stesse portando la sanità sul ciglio di una
ulteriore rivoluzione, guidata dai pazienti.
• Scelta, conoscenza, consapevolezza e libertà
sono attributi del quantified-self (Swan, 2013, p.
96), fenomeno tipicamente legato alla m-Health
e con esso esploso
34
2c. Differenze tra e-Health/m-Health
• Impatto dell’utilizzo delle tecnologie mobili su diverse
dimensioni della salute (cfr. Lupton, 2012):
– queste costituiscono un cambio significativo nei metodi
della promozione della salute;
– fanno sì che gli individui vadano sempre più interagendo
con una quantità enorme di dati autoprodotti, ritenuti utili
per il potenziale di generare nuova conoscenza sulla
salute/malattia (cfr. Lupton, 2014b, p. 1346);
– per mezzo della condivisione di tali dati con i social, poi,
sfumano i confini tra vita pubblica e privata, consentendo
una marcata estensione e globalizzazione della rete di
sorveglianza.
35
2d. Differenze tra e-Health/m-Health
• Tramite smartphone ed apps, le persone possono
elaborare una quantità di dati, precedentemente
possibile solo alle imprese di certe dimensioni,
– e il fenomeno conseguente di self-tracking sta cambiando il
nostro rapporto con la malattia, fino ad ipotizzare il self-
entrepreneurship (cfr. Maturo e Setiffi, 2016).
• L’Internet delle cose, nella sua essenza di interazione
sistematica e diretta tra diversi strumenti (smartphone,
apps e wearable technology), consente una inaudita
integrazione di dati (Lupton, 2014b, p. 1344).
36
2e. Differenze tra e-Health/m-Health
• Cresce così, in concomitanza con la m-Health, l’idea di
paziente digitalmente impegnato, o e-patient,
conseguente alle possibilità che la tecnologia offre ai
cittadini comuni di assumere il controllo sulla propria
salute, tramite i canali interattivi del web e le pratiche di
auto-cura ed auto-monitoraggio possibili con le nuove
apps, che incoraggiano a loro volta tali procedure (cfr.
Lupton, 2014a), ed il cui potenziale comincia ed essere
riconosciuto (cfr. Kirwan et al., 2013).
37
2f. Differenze tra e-Health/m-Health
• Infine, partendo dalla constatazione di come le
apps per l’auto-diagnosi offrano informazioni dal
contenuto medico elevatamente specialistico e
dettagliato, ed essendo nei fatti disponibili a tutti,
Jutel e Lupton (2015, p. 95) sottolineano la loro
peculiare capacità di sfidare la categoria medica
nel controllo sull’informazione relativa alla
salute/malattia, in misura maggiore rispetto a
qualunque altra tecnologia precedente.
38
3a. Paradigmi tra e-Health e …
• Siamo di fronte ad una prospettiva di mutamento
paradigmatico nella relazione del cittadino con il medico
ed, in generale, il sistema sanitario
• Nella prima fase, l’era dell’e-Health, essa si può
collocare tutto sommato ancora in un’ottica tradizionale
• Esempi:
– La telemedicina, pur con tutti i suoi progressi e le possibilità di
domiciliarizzazione di una pluralità di cure ed attività, non è
emancipata dal modello di compliance tradizionale, in ottica
quindi bio-medica e professionalmente inquadrata, che anzi
replica (Schermer, 2009)
39
3b. Paradigmi tra e-Health e …
• Esempi:
– Aldilà della centralità del paziente, il cui tema diviene sempre più
impellente non solo in ambito accademico, ma anche politico-
istituzionale, la presentazione grafica offerta dal Ministero della
Salute è esemplificativa della permanenza sostanziale di tale
approccio paradigmatico:
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=2509&area=eHealth&menu=iniziative
40
3c. Paradigmi tra e-Health e …
• Come spiega il sito stesso, infatti, i percorsi di assistenza
previsti per il cittadino prevedono il coinvolgimento del
medico di medicina generale, il quale cura l’avvio del
percorso. Si vede così chiaramente come il paradigma in
questione, pur nella piena valorizzazione delle
potenzialità offerte dall’evoluzione delle ICT, si collochi
nell’ottica di un potenziamento del cittadino ma
all’interno di una relazione ancora dominata dal sistema
sanitario e su quest’ultimo di conseguenza, volente o
nolente, centrata
41
4a. … e la m-Health
• L’avvento della m-Health, al contrario, sembra dirigere il
sistema verso un mutamento paradigmatico veramente
cittadino-centrico ed interroga circa un possibile ed
epocale passaggio
– Alcune argomentazioni già riportate (cf. slides 2a-f)
– per il semplice fatto che tutto quanto fruibile tramite computer
(ancorché portatile) diviene, grazie ai mobile devices, e alla
connessione di questi ad internet e alle wearable technologies,
persino tascabile (cfr. anche Lupton, 2013, p. 393), se non
addirittura una sorta di protesi cibernetica dell’uomo,
giornalmente incorporata (Lupton, 2013)
42
4b. … e la m-Health
• Circolo inarrestabile e auto-alimentato di supporto e
potenziamento tra hardware e apps, alcune delle quali,
possono contribuire a scardinare antichi confini
istituzionali, come la sfera della conoscenza medica.
• La m-Health, ed in particolare la congiuntura tra mobile,
apps, wearable technologies e social networks
– agevola il passaggio verso la promozione di una medicina
preventiva (con capisaldi quali benessere, autocura, olismo) (cfr.
Wiederhold, 2015)
– e personalizzata (Swan, 2012b),
– all’interno di un sistema sanitario guidato dal paziente (Swan,
2009).
43
4c. … e la m-Health
• Il crescente aumento delle apps finalizzate
all’auto-cura di specifiche patologie
rappresenta il grande alleato di un assetto
istituzionale centrato sulla cronicità, sulla
personalizzazione delle cure e sull’auto-
iniziativa di prevenzione, in superamento
della storica organizzazione novecentesca
della medicina basata sull’acuzie.
44
4d. … e la m-Health
45
4e. … e la m-Health
• Nel modello cittadino-centrico troviamo un active
patient (cfr. Alakeson, 2011), il quale,
– avvalendosi dei canali internet e mobili in possesso
– e sostenuto da altri pazienti esperti e da gruppi di
pari,
– si collocherebbe al centro dell’intero processo
“sanitario”,
• commissionando i servizi necessari ad una pluralità di
fornitori, tra cui i diversi livelli dell’organizzazione sanitaria
(dalla primaria a quella altamente specialistica, da quella
ospedaliera a quella territoriale).
46
5a. Nuovo modello medico-paziente?
• In una simile modalità, allora, la relazione
medico-paziente si trasformerebbe nella
direzione
– di un paziente esperto ed attivo, da un lato,
– e di un professionista sanitario “diminuito” alla stregua
di consulente e/o collaboratore del paziente (Swan,
2009, p. 514),
• tutto sommato senza particolari gerarchie ed in “competizione” con
altre fonti formative ed informative,
• con uno shift di ruolo da medico esperto a facilitatore (cfr.
Andreassen, 2012),
• implementando un effetto sostituzione tra tecnologia e medico.
47
5b. Nuovo modello medico-paziente?
• Questo nuovo assetto imprimerebbe conseguentemente
un’inversione dell’asimmetria informativa (cfr. Lucas,
2015), la quale costituiva uno dei requisiti del sick role
parsonsiano, insieme a quello della debolezza e bisogno
di aiuto, e dell’implicanza emotiva.
• Se la letteratura recente ne aveva già mostrato
l’inadeguatezza esplicativa in quanto «titoli di studio più
alti, moltiplicazione di fonti informative e (…) forzata
“convivenza” pluriennale con la patologia rendono i
pazienti maggiormente consapevoli delle loro condizioni»
(cfr. Maturo, 2013)…
48
5c. Nuovo modello medico-paziente?
• … se l’era degli e-Health già aveva contribuito allo
scardinamento di un tale approccio,
• con l’avvento della m-Health la transizione, almeno sulla
carta, parrebbe dunque completata, dato che le nuove
tecnologie stimolano un modello sanitario centrato
sull’utente e le apps in particolare enfatizzano una sanità
individuale e “personale” (cfr. Maturo e Setiffi, 2016, p.
478).
49
5d/1. How is the doctor-patient relationship
changing? It’s going electronic.
https://www.washingtonpost.com/national/health-science/how-is-the-doctor-patient-relationship-
changing-its-going-electronic/2015/04/27/a560fb60-cc18-11e4-8c54-ffb5ba6f2f69_story.html
50
5d/2. How is the doctor-patient relationship
changing? It’s going electronic.
• Once you took medical questions directly to your doctor,
who advised, tested and treated you. Today, not only are
we turning to the Internet for everyday medical
information, we’re also generating our own health data:
using a smartphone, for example, to investigate a child’s
ear pain or monitor blood pressure. We’re learning from
our peers online how to cope and find new treatments.
Our doctors can keep our records electronically,
accessible to us through a patient portal. Some of us can
make video visits with doctors, who can offer diagnoses
and treatment plans via computer or smartphone.
51
5d/3. How is the doctor-patient relationship
changing? It’s going electronic.
• With all these advances, a traditional paternalism in
medicine is changing, too.
• “There’s no question that technology is shifting the
doctor-patient relationship,” said pediatrician
Wendy Sue Swanson, executive director of digital health
at Seattle Children’s Hospital.
• “Consumers only used to get a filtered drip of
information,” she said. “What the Internet did was pull
open (aprire) that funnel (imbuto, canale) and give
people more access — not complete access — to health
information.”
52
5d/4. How is the doctor-patient relationship
changing? It’s going electronic.
• A less formal relationship
• With her patients seeking health information from so many sources,
Seattle Children’s Hospital’s Swanson recognizes that her role has
changed: “The role that the physician plays has to transform from
teach and preach to really thinking about how do I curate health
information for the family that is with me for less than 1 percent of
their life,” she said
• Sullivan likes his new relationship with doctors. “I don’t have this
feeling like doctors are way elevated, and you just don’t ask them
anything. ... Now it’s more of a conversation mode with doctors,” he   
said. “It’s just a less formal relationship with the medical folks, and I
think that leads to a much better situation.”
53

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Lezione Prof. Cipolla - 25 maggio 2017 - presentazione 2

  • 1. 4. La sanità nell’era della m-Health 1
  • 2. 2. La app-deluge • Quella delle apps, fruibili da tutti i sistemi operativi mobili, è una vera e propria incontenibile deflagrazione, da potersi coniare il termine di app-deluge: – dalle 800 presenti sull’Apple App Store nel luglio 2008, – il numero è cresciuto fino a 1.500.000 del giugno 2015. ( http://www.statista.com/statistics/263795/number-of-available-apps-in-the-apple-app-store/) 2
  • 3. 3. La popolarità delle apps • Le più popolari risultano quelle relative ai giochi, • quelle sugli stili di vita (Lifestyle) si collocano al 4° posto (8,72% di download), • al 9° troviamo quelle dell’area Health & Fitness, • e al penultimo posto (19°) le medicali (1,99%) • È evidente come il mercato sia in continua crescita e rappresenti un effetto traino (le imprese vogliono investire in questo settore – vedi slide successiva…) 3
  • 4. 4. Crescita del valore economico della m-Health (in miliardi di $) http://www.chefuturo.it/2015/04/e-health-la-salute-diventa-digitale-presto-gli-smartphone-sapranno-tutto-di-noi-e-ci- aiuteranno-a-curarci-prevenendo-le-malattie-gravi/ 4
  • 5. 6b. Classificazione delle apps (ambito sanitario) 5
  • 6. 7a. Una galassia per un’infinità di bisogni • ne esistono alcune finalizzate a debellare le dipendenze – dal fumo (https://play.google.com/store/search?q=fumo%20sigarette%20stop&c=apps) – dall’alcol (https://play.google.com/store/search?q=alcol%20stop&c=apps) 6
  • 7. 7b. Una galassia per un’infinità di bisogni • altre servono per ricordare quando assumere un farmaco (https://play.google.com/store/search?q=assumere%20farmaco&c=apps) 7
  • 8. 7c. Una galassia per un’infinità di bisogni • Altre ancora permettono di contare i passi giornalieri (https://play.google.com/store/search?q=contapassi&c=apps) 8
  • 9. 7d. Una galassia per un’infinità di bisogni • altre ricordano di assumere acqua (https://play.google.com/store/search? q=bere%20acqua&c=apps) 9
  • 10. 7e. Una galassia per un’infinità di bisogni • altre ancora servono a monitorare il nostro stato d’animo (https://play.google.com/store/search?q=stato %20animo&c=apps) 10
  • 11. 7f/1: Altre apps… • Persino un’app che ti dice quanto vivrai… 11
  • 12. 7f/2: Altre apps… • Per i farmaci… 12
  • 13. 7g. Una galassia per un’infinità di bisogni • …e così via (cfr. Lupton, 2013 e Maturo, 2014 e soprattutto play.google.com/store…). 13
  • 14. 9. Apps sgretola-confini • Questa rivoluzione ha, nel suo DNA, il potenziale di sgretolare i confini in maniera dirompente, investendo ambiti precedentemente esclusivi 14
  • 15. 9a/1: processo diagnostico • Sul sito di Google Play, si contano non meno di duecento apps per l’auto-diagnosi, di cui moltissime gratuite, ed altre a pagamento, con prezzi variabili tra un minimo di 0,69€ ed un massimo di 95,65€ • in diversi casi, precisazioni circa la natura meramente informativa, o la non sostituibilità della diagnosi di un medico, onde dunque evitare spiacevoli contenziosi 15
  • 16. 9a/2: processo diagnostico • nel maggio 2011 il Servizio Sanitario Inglese ne rilasciò una assai ambiziosa, NHS Direct, fruibile solo nel Regno Unito, esplicitamente finalizzata ad alleviare il carico lavorativo del Sistema sanitario, offrendo ai fruitori la possibilità di controllare i propri sintomi ed ottenere una diagnosi a tutti gli effetti, senza dover passare dal consulto medico, o intasare il sistema • http://blog.withings.com/2011/12/15/mobile-applications-for-self-diagnosis-2/ 16
  • 17. 9a/3: processo diagnostico • Il nome poi di alcune apps, come Depression Diagnosis Doctor – A self diagnosis medical app, in verità lascia pochi dubbi sulle finalità, nonostante le puntualizzazioni di cui sopra. • Inoltre, sebbene alcune apps per l’auto-diagnosi siano state disegnate per studenti di medicina e/o personale medico, queste, come ad esempio Prognosis: Your Diagnosis, possono essere installate da chiunque 17
  • 18. 9a/4: processo diagnostico • Jutel e Lupton (2015, p. 91) contavano 176 apps rispondenti alla keyword “medical diagnosis”, negli Apple App Store e in Google Play. • Di queste, 57 risultavano effettivamente auto- diagnostiche, 33 specificatamente dirette alla categoria professionale e 24 alle persone comuni. • Le autrici però rilevavano – non vi fosse certezza circa la qualità delle informazioni erogate in molti casi, – dubbi in merito alla possibile esistenza di interessi commerciali e conflitti d’interesse sottostanti ad alcune apps di questa categoria (Idem, p. 94). 18
  • 19. 9b/1: sessualità • Esistono apposite apps finalizzate ad imparare e discutere su tematiche sessuali, riproduttive (ve ne sono alcune per la fertilità) e trasmissione di malattie, ma anche sulle disfunzioni, nonché di monitorare, misurare e registrare diversi sintomi ed attività (alcune mostrano le posizioni “più divertenti, o contano le calorie consumate durante l’amplesso), fino a “creare” immagini pornografiche personali, o individuare partner per l’hook-up tramite i geolocalizzatori (Lupton, 2015). • Il termine hook-up si riferisce ad atti sessuali intercorsi tra due soggetti che non si frequentano in una relazione seria e non mirano a costruirne una (cfr. www.huffingtonpost.com/2011/10/12/hooking- up_n_1007364.html, visitato il 02/05/2016. 19
  • 20. 10a. Apps e sensori (wearable technology) • In misura oramai crescente, le apps si collegano a dispositivi esterni • Siamo nell’ambito della cosiddetta wearable technology • Fondamentale nel solco di quell’Internet delle Cose, o persino Internet of Everything 20
  • 21. 10b. Apps e sensori (wearable technology) • si stima che nel 2019 saranno spediti 213,2 milioni di device in tutto il mondo, • il maggior numero di consumatori si registrerà negli Stati Uniti e nell’area dell’Asia e del Pacifico • http://raconteur.net/infographics/wearable-technology-global-market-outlook 21  Si parla di «throat tatoo», cioè microfoni di fatto incorporati nell’essere umano;  una pluralità di micro-devices per lo sport;  persino sensori ingeribili (una gastroscopia più indolore?);  Di micro-chips sottocutanei per controllare le serrature, accedere ai pc, ecc…  Vestiti (come reggiseni) che consentono di monitorare i parametri vitali…
  • 22. 10d. Diffusione e trend della wearable technology 22
  • 23. 11a. Apps e sensori (wearable technology) medicali • Ampi utilizzi anche nel medicale: 23 microinfusore Sensore per monitorare la pressione Sensore per monitorare parametri vitali Sensori per monitorare parametri cerebrali…
  • 24. 11b/1. Apps e sensori (wearable technology) medicali • Esempio DARIO Blood Glucose Monitoring System (http://mydario.com/) • Dario is a personalized, pocket-sized, all-in-one glucose meter coupled with a robust real time mobile app to manage diabetes quickly, efficiently and accurately 24
  • 25. 11b/2. Apps e sensori (wearable technology) medicali • L’app Dario, creata da un laboratorio israeliano e non ancora commerciabile in Italia, permette di controllare in modo integrato tutti i parametri chiave per la salute di un diabetico, attraverso un piccolo apparecchio tascabile in dotazione (contenente un glucometro wireless e delle linguette), che viene collegato allo smartphone per visualizzare i dati, condividerli con i caregiver e i propri medici curanti 25
  • 26. 12a. Apps, sensori e Quantified-self • Tutto ciò comporta la possibilità ed il radicamento di un fenomeno sociale denominato quantified-self, o self- tracking, i cui termini sono usati per descrivere un particolare utilizzo integrato delle suddette tecnologie incentrato sul principio di misurare, registrare e nei fatti condividere (soprattutto sui social) la mole di dati autoprodotti relativamente al funzionamento del proprio organismo (cfr. Swan, 2012a e 2013; Lupton, 2014b; Maturo, 2014). 26
  • 27. 12b. Apps, sensori e Quantified-self • Tale modalità viene adoperata quale parte della gestione e del miglioramento della vita personale (cfr. Lupton, 2013, p. 394) e se ne sottolineata la capacità di elevare la conoscenza da parte dei cittadini del livello di salute vissuto e del proprio corpo (cfr. Wiederhold, 2015), proprio per il fatto di rendere quest’ultimo un oggetto conoscibile, calcolabile e gestibile (Swan, 2013, p. 96). • Per mezzo di queste tecnologie si accentua altresì la transizione da una medicina “tattile” ad una “visuale”, nella quale cioè le immagini e i numeri sostituiscono in modalità crescente la visita sensibile del dottore (cfr. Lupton, 2013, p. 398). 27
  • 28. 13a. Attuale potenzialità reale delle apps • Nonostante tali impressionanti cifre e potenzialità, tuttavia ad oggi, ne vanno ancora sottolineate le funzionalità contenute per la netta maggioranza. • Infatti, risulta anzitutto piuttosto sorprendente apprendere che appena 36 apps sanitarie (su oltre 165.000) costituiscono il 50% di tutti i download. • Inoltre, stando ad un recente studio – in due terzi dei casi esse si limitano alla mera erogazione d’informazioni (cfr. IMS, 2015, p. 7), – mentre solamente il 10% di quelle attualmente in circolazione (prevalentemente nell’area fitness, ma anche alcune per la gestione della malattia, ad esempio per la misurazione dell’indice glicemico o della pressione) sono in grado di connettere il proprio mobile ad un altro strumento (Idem, p. 14). 28
  • 29. 13b. Attuale potenzialità reale delle apps • Infine, mentre i due terzi circa della apps permettono collegamenti con i social media (cfr. Idem, p. 18; così, ad esempio, sono 151.000 i partecipanti al Free Diabetes Forum, scaricabile da Android e direttamente utilizzabile sullo smartphone), rimane invece ancora limitata la capacità connettiva diretta con il personale sanitario, imponendosi come prossima sfida per un vero e proprio salto di qualità del sistema della apps medicali (cfr. Idem, p. 19; cfr. anche Holtz e Lauckner, 2012). • www.appscript.net/detail/apps/com.tapatalk.diabetescoukdiabetesforum/description • IMS Institute for Healthcare informatics (2015). Patient adoption of mHealth. Use, evidence and remaining barriers to mainstream acceptance, September 2015 • Cfr. il sito www.healthcareitnews.com/news/how-many-health-apps-actually-matter 29
  • 30. 5. Verso un nuovo paradigma nella relazione medico-paziente 30
  • 31. 1a. e-Health/m-Health: relazione medico-paziente • Le fasi sopra descritte della rivoluzione digitale in sanità impongono una riflessione in merito all’evoluzione del tipo di modello sanitario ed, in esso, del rapporto medico-paziente. • L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la m- Health come una componente degli e-Health (WHO, 2011, p. 6; cfr. anche Wiederhold, 2015), • Tuttavia, essa pare onestamente una sua evoluzione, da intendersi come una seconda tappa della rivoluzione del web 2.0, analiticamente distinta e non offuscabile all’interno dell’e-Health, per tutta una serie di ragioni qui di seguito enucleate. 31
  • 32. 1b. e-Health/m-Health: relazione medico-paziente • Intendo sottolineare – l’unicità delle caratteristiche inerenti alla m-Health – e la sua distinzione in senso evolutivo rispetto all’e- Health, • per il maggior potenziale personalizzante rispetto ad ogni precedente epoca e tecnologia correlata • Vediamo… 32
  • 33. 2a. Differenze tra e-Health/m-Health • In 33 E-Health M-Health I primi sviluppi delle ICT in sanità sono stati dominati da una logica professionale, a cui i servizi sorti ed implementati si rivolgevano L’era più recente, in cui si colloca la m-Health,è invece caratterizzata da tecnologie indirizzate ai pazienti (si pensi ad apps, smartwatch, smartphone, ecc… (Andreassen, 2012, p. 86)
  • 34. 2b. Differenze tra e-Health/m-Health • Wiederhold (2012, p. 235) ha sostenuto che l’utilizzo degli smartphone per il self-tracking stesse portando la sanità sul ciglio di una ulteriore rivoluzione, guidata dai pazienti. • Scelta, conoscenza, consapevolezza e libertà sono attributi del quantified-self (Swan, 2013, p. 96), fenomeno tipicamente legato alla m-Health e con esso esploso 34
  • 35. 2c. Differenze tra e-Health/m-Health • Impatto dell’utilizzo delle tecnologie mobili su diverse dimensioni della salute (cfr. Lupton, 2012): – queste costituiscono un cambio significativo nei metodi della promozione della salute; – fanno sì che gli individui vadano sempre più interagendo con una quantità enorme di dati autoprodotti, ritenuti utili per il potenziale di generare nuova conoscenza sulla salute/malattia (cfr. Lupton, 2014b, p. 1346); – per mezzo della condivisione di tali dati con i social, poi, sfumano i confini tra vita pubblica e privata, consentendo una marcata estensione e globalizzazione della rete di sorveglianza. 35
  • 36. 2d. Differenze tra e-Health/m-Health • Tramite smartphone ed apps, le persone possono elaborare una quantità di dati, precedentemente possibile solo alle imprese di certe dimensioni, – e il fenomeno conseguente di self-tracking sta cambiando il nostro rapporto con la malattia, fino ad ipotizzare il self- entrepreneurship (cfr. Maturo e Setiffi, 2016). • L’Internet delle cose, nella sua essenza di interazione sistematica e diretta tra diversi strumenti (smartphone, apps e wearable technology), consente una inaudita integrazione di dati (Lupton, 2014b, p. 1344). 36
  • 37. 2e. Differenze tra e-Health/m-Health • Cresce così, in concomitanza con la m-Health, l’idea di paziente digitalmente impegnato, o e-patient, conseguente alle possibilità che la tecnologia offre ai cittadini comuni di assumere il controllo sulla propria salute, tramite i canali interattivi del web e le pratiche di auto-cura ed auto-monitoraggio possibili con le nuove apps, che incoraggiano a loro volta tali procedure (cfr. Lupton, 2014a), ed il cui potenziale comincia ed essere riconosciuto (cfr. Kirwan et al., 2013). 37
  • 38. 2f. Differenze tra e-Health/m-Health • Infine, partendo dalla constatazione di come le apps per l’auto-diagnosi offrano informazioni dal contenuto medico elevatamente specialistico e dettagliato, ed essendo nei fatti disponibili a tutti, Jutel e Lupton (2015, p. 95) sottolineano la loro peculiare capacità di sfidare la categoria medica nel controllo sull’informazione relativa alla salute/malattia, in misura maggiore rispetto a qualunque altra tecnologia precedente. 38
  • 39. 3a. Paradigmi tra e-Health e … • Siamo di fronte ad una prospettiva di mutamento paradigmatico nella relazione del cittadino con il medico ed, in generale, il sistema sanitario • Nella prima fase, l’era dell’e-Health, essa si può collocare tutto sommato ancora in un’ottica tradizionale • Esempi: – La telemedicina, pur con tutti i suoi progressi e le possibilità di domiciliarizzazione di una pluralità di cure ed attività, non è emancipata dal modello di compliance tradizionale, in ottica quindi bio-medica e professionalmente inquadrata, che anzi replica (Schermer, 2009) 39
  • 40. 3b. Paradigmi tra e-Health e … • Esempi: – Aldilà della centralità del paziente, il cui tema diviene sempre più impellente non solo in ambito accademico, ma anche politico- istituzionale, la presentazione grafica offerta dal Ministero della Salute è esemplificativa della permanenza sostanziale di tale approccio paradigmatico: http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_6.jsp?lingua=italiano&id=2509&area=eHealth&menu=iniziative 40
  • 41. 3c. Paradigmi tra e-Health e … • Come spiega il sito stesso, infatti, i percorsi di assistenza previsti per il cittadino prevedono il coinvolgimento del medico di medicina generale, il quale cura l’avvio del percorso. Si vede così chiaramente come il paradigma in questione, pur nella piena valorizzazione delle potenzialità offerte dall’evoluzione delle ICT, si collochi nell’ottica di un potenziamento del cittadino ma all’interno di una relazione ancora dominata dal sistema sanitario e su quest’ultimo di conseguenza, volente o nolente, centrata 41
  • 42. 4a. … e la m-Health • L’avvento della m-Health, al contrario, sembra dirigere il sistema verso un mutamento paradigmatico veramente cittadino-centrico ed interroga circa un possibile ed epocale passaggio – Alcune argomentazioni già riportate (cf. slides 2a-f) – per il semplice fatto che tutto quanto fruibile tramite computer (ancorché portatile) diviene, grazie ai mobile devices, e alla connessione di questi ad internet e alle wearable technologies, persino tascabile (cfr. anche Lupton, 2013, p. 393), se non addirittura una sorta di protesi cibernetica dell’uomo, giornalmente incorporata (Lupton, 2013) 42
  • 43. 4b. … e la m-Health • Circolo inarrestabile e auto-alimentato di supporto e potenziamento tra hardware e apps, alcune delle quali, possono contribuire a scardinare antichi confini istituzionali, come la sfera della conoscenza medica. • La m-Health, ed in particolare la congiuntura tra mobile, apps, wearable technologies e social networks – agevola il passaggio verso la promozione di una medicina preventiva (con capisaldi quali benessere, autocura, olismo) (cfr. Wiederhold, 2015) – e personalizzata (Swan, 2012b), – all’interno di un sistema sanitario guidato dal paziente (Swan, 2009). 43
  • 44. 4c. … e la m-Health • Il crescente aumento delle apps finalizzate all’auto-cura di specifiche patologie rappresenta il grande alleato di un assetto istituzionale centrato sulla cronicità, sulla personalizzazione delle cure e sull’auto- iniziativa di prevenzione, in superamento della storica organizzazione novecentesca della medicina basata sull’acuzie. 44
  • 45. 4d. … e la m-Health 45
  • 46. 4e. … e la m-Health • Nel modello cittadino-centrico troviamo un active patient (cfr. Alakeson, 2011), il quale, – avvalendosi dei canali internet e mobili in possesso – e sostenuto da altri pazienti esperti e da gruppi di pari, – si collocherebbe al centro dell’intero processo “sanitario”, • commissionando i servizi necessari ad una pluralità di fornitori, tra cui i diversi livelli dell’organizzazione sanitaria (dalla primaria a quella altamente specialistica, da quella ospedaliera a quella territoriale). 46
  • 47. 5a. Nuovo modello medico-paziente? • In una simile modalità, allora, la relazione medico-paziente si trasformerebbe nella direzione – di un paziente esperto ed attivo, da un lato, – e di un professionista sanitario “diminuito” alla stregua di consulente e/o collaboratore del paziente (Swan, 2009, p. 514), • tutto sommato senza particolari gerarchie ed in “competizione” con altre fonti formative ed informative, • con uno shift di ruolo da medico esperto a facilitatore (cfr. Andreassen, 2012), • implementando un effetto sostituzione tra tecnologia e medico. 47
  • 48. 5b. Nuovo modello medico-paziente? • Questo nuovo assetto imprimerebbe conseguentemente un’inversione dell’asimmetria informativa (cfr. Lucas, 2015), la quale costituiva uno dei requisiti del sick role parsonsiano, insieme a quello della debolezza e bisogno di aiuto, e dell’implicanza emotiva. • Se la letteratura recente ne aveva già mostrato l’inadeguatezza esplicativa in quanto «titoli di studio più alti, moltiplicazione di fonti informative e (…) forzata “convivenza” pluriennale con la patologia rendono i pazienti maggiormente consapevoli delle loro condizioni» (cfr. Maturo, 2013)… 48
  • 49. 5c. Nuovo modello medico-paziente? • … se l’era degli e-Health già aveva contribuito allo scardinamento di un tale approccio, • con l’avvento della m-Health la transizione, almeno sulla carta, parrebbe dunque completata, dato che le nuove tecnologie stimolano un modello sanitario centrato sull’utente e le apps in particolare enfatizzano una sanità individuale e “personale” (cfr. Maturo e Setiffi, 2016, p. 478). 49
  • 50. 5d/1. How is the doctor-patient relationship changing? It’s going electronic. https://www.washingtonpost.com/national/health-science/how-is-the-doctor-patient-relationship- changing-its-going-electronic/2015/04/27/a560fb60-cc18-11e4-8c54-ffb5ba6f2f69_story.html 50
  • 51. 5d/2. How is the doctor-patient relationship changing? It’s going electronic. • Once you took medical questions directly to your doctor, who advised, tested and treated you. Today, not only are we turning to the Internet for everyday medical information, we’re also generating our own health data: using a smartphone, for example, to investigate a child’s ear pain or monitor blood pressure. We’re learning from our peers online how to cope and find new treatments. Our doctors can keep our records electronically, accessible to us through a patient portal. Some of us can make video visits with doctors, who can offer diagnoses and treatment plans via computer or smartphone. 51
  • 52. 5d/3. How is the doctor-patient relationship changing? It’s going electronic. • With all these advances, a traditional paternalism in medicine is changing, too. • “There’s no question that technology is shifting the doctor-patient relationship,” said pediatrician Wendy Sue Swanson, executive director of digital health at Seattle Children’s Hospital. • “Consumers only used to get a filtered drip of information,” she said. “What the Internet did was pull open (aprire) that funnel (imbuto, canale) and give people more access — not complete access — to health information.” 52
  • 53. 5d/4. How is the doctor-patient relationship changing? It’s going electronic. • A less formal relationship • With her patients seeking health information from so many sources, Seattle Children’s Hospital’s Swanson recognizes that her role has changed: “The role that the physician plays has to transform from teach and preach to really thinking about how do I curate health information for the family that is with me for less than 1 percent of their life,” she said • Sullivan likes his new relationship with doctors. “I don’t have this feeling like doctors are way elevated, and you just don’t ask them anything. ... Now it’s more of a conversation mode with doctors,” he    said. “It’s just a less formal relationship with the medical folks, and I think that leads to a much better situation.” 53