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DOCUMENTO PRELIMINARE AL
                  PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO
                             2011-2015




          IDENTITÀ COMPETITIVA E SVILUPPO RESPONSABILE




                             Presidente Regione Toscana




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                 pag 1/11
Enrico Rossi

                 DOCUMENTO PRELIMINARE AL PRS 2011-2015
        Firenze, 7 dicembre 2010


        Signor Presidente,
        Colleghi Consiglieri,

        Il processo di elaborazione del nuovo Programma Regionale di
        Sviluppo (PRS) 2011-2015 si avvia in uno scenario economico
        internazionale ancora incerto, in un quadro di pesanti tagli del
        Governo ai trasferimenti e in una situazione di crisi economica
        tutt’altro che risolta.

        In Toscana abbiamo evitato di reagire solo con la protesta o con
        lamentosi vittimismi e pur dichiarando la situazione, come in
        effetti lo è, insostenibile, ci siamo rimboccati le maniche.
        Abbiamo impostato un bilancio rigoroso e avviato una fase di
        riorganizzazione dell’amministrazione regionale, degli enti
        derivati e dei soggetti che erogano i servizi pubblici locali,
        consapevoli che l’efficienza e la produttività del settore pubblico
        e dei grandi servizi, costituisce da sola il 15% del PIL. Evitare gli
        aumenti di tasse, migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese è
        la nostra sfida, il banco di prova di una coalizione riformista.

        Oltre a ciò il nostro obiettivo è quello di sostenere il
        manifatturiero, di fare in modo che i costi della crisi siano
        ripartiti più equamente, di creare le condizioni per contribuire
        alla ripresa.

        Obiettivi necessari, resi però ancora più difficili dalle scelte del
        Governo. Se la politica del rigore, certo necessaria, non è
        accompagnata da adeguate politiche di sviluppo si provocano
        effetti recessivi. Al rigore, per ora, non si unisce né lo sviluppo
        né l’equità, dimostrando un notevole vuoto di visione politica
        ed orientamento al futuro.

        Al nostro Paese serve una politica redistributiva ed una seria
        riforma fiscale che affronti il tema della tassazione patrimoniale,
        riequilibri il carico fiscale a favore del lavoro e dell’impresa e
        gravi di più sulla rendita, colpisca l’evasione fiscale e recuperi
        così risorse per investimenti in sostegno all’innovazione,




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                        pag 2/11
all’educazione, alla ricerca, alle infrastrutture, alla mobilità
        sostenibile e ai sistemi di welfare. Qualcosa insomma che
        assomigli di più alla Germania, dove la crescita corre a più del
        3,5%, o almeno alla Francia dove si è al 2%.

        A livello macro-economico, l’impatto per la Toscana è stato in
        linea con quello nazionale: per il 2009 la caduta del PIL è stata
        pari a circa il 5%, con una tenuta migliore rispetto ad altre
        Regioni italiane orientate all’export (Lombardia –7,5%, Veneto –
        7,2%, Emilia Romagna –6,8%).

        La crescita del commercio, superiore alle aspettative, e
        l’indebolimento dell’euro hanno prodotto effetti positivi sulle
        esportazioni toscane: + 16,3%, nel primo semestre 2010, dato
        migliore rispetto alla media nazionale del +13,5%, portando il
        tasso di crescita del PIL toscano su valori molto vicini all’1%.
        Ma i segnali di ripresa che si sono manifestati nel 2010 sono
        ancora discontinui e soprattutto consentono solo un parziale
        recupero in termini di produzione e ancor meno di occupazione.

        Tali effetti espansivi legati alla timida ripresa internazionale non
        sono sufficienti ad attenuare le conseguenze depressive della
        manovra finanziaria del Governo. Ricordo che l’Irpet stima a
        regime un effetto pari a -1% del PIL.

        Continuando così si stima che, in uno scenario tendenziale,
        neppure a partire dal 2015 il PIL tornerebbe sui livelli pre-crisi
        del 2007. Per recuperare più rapidamente quanto perso con la
        recente crisi e per continuare a garantire ai cittadini toscani il
        livello di benessere acquisito e una solida ripresa, la nostra
        regione necessita di un tasso di crescita superiore a quello del
        recente passato, idealmente superiore al 2%. Questa deve essere
        la nostra ossessione.

        La Toscana ha fatto negli ultimi due anni uno sforzo
        significativo per contenere gli effetti della crisi su imprese e
        lavoratori, così come le banche locali ed il sistema delle
        garanzie, tra cui Fidi Toscana, hanno contribuito alla difesa
        dell’apparato produttivo toscano. Questi interventi sul credito
        dovranno essere riconfermati: rapporti con le banche, sostegno
        ai Confidi, rafforzamento del ruolo di Fidi, impongono una
        riflessione a tempi rapidi per ridisegnare il ruolo di Fidi
        insostituibile nelle situazioni di crisi per i prestiti e il capitale
        delle aziende.




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                        pag 3/11
Ma un ruolo decisivo spetta all’impresa toscana, che deve essere
        in primis quella vincente, che chiameremo a dialogare con noi
        anche in un Forum regionale per esaltare le buone pratiche,
        affrontare le situazioni di crisi, innovare e rilanciare la sfida
        industriale. Siamo sicuri che, se chiamata a svolgere un ruolo,
        l’impresa toscana è pronta ad assumersi le sue responsabilità ed
        effettuare investimenti. Sentiamo queste nuove politiche come
        una correzione rispetto al passato e il segno che nella situazione
        attuale imprese produttive e lavoro sono oggettivamente
        alleate.

        Il PRS 2011-2015 intende quindi coniugare il principio della
        responsabilità politica, imprenditoriale, sociale, pubblica ed
        ambientale di tutti i soggetti del sistema toscano con quello
        della competitività, o meglio dell’identità competitiva, nel senso
        che nella nostra storia si trovano i tratti e gli stimoli per la
        produttività.

        Sobrietà, sviluppo ed equità sono i principi che devono
        orientare le politiche regionali da qui al 2015.

        Il PRS sarà quindi orientato al rilancio dell’impresa, del settore
        manifatturiero (sia tradizionale che innovativo), nonché delle
        filiere produttive, avendo l’obiettivo di una crescita economica
        trainata dall’export, con creazione di occupazione qualificata e
        tutela dell’eguaglianza sociale. La competitività si gioca sullo
        scenario internazionale. Ma un ruolo essenziale è svolto anche
        dal sistema dei servizi, così come dalle infrastrutture, dal
        sistema creditizio e dalla pubblica amministrazione toscana.

       Il PRS diviene pertanto la cornice per:
      • una politica industriale regionale in grado di proporre
         strategie di sviluppo per settori, distretti, territori;
      • incentivare le ristrutturazioni produttive e i processi di
         innovazione delle imprese più dinamiche;
      • concentrare gli investimenti su tecnologie, prodotti e servizi
         ad alto potenziale di crescita economica ed occupazionale;
      • favorire i processi di aggregazione e crescita dimensionale
         delle PMI con la creazione di reti tra grandi imprese, PMI e
         centri di ricerca;
      • sostenere partnership tra soggetti pubblici e privati su progetti
         regionali;




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                     pag 4/11
•    favorire l’attrattività della Toscana sui mercati internazionali,
           attraendo investimenti esteri in aree dedicate a nuovi
           insediamenti produttivi, ovvero zone produttive da
           identificare a livello di aree vaste o siti industriali dismessi da
           riqualificare.

          In questo senso l’Ufficio Attrazioni degli Investimenti ha
          iniziato il suo lavoro. Ora si tratta di individuare le aree più
          idonee a nuovi insediamenti produttivi e di proporci come
          sistema: una promozione unica e chiara, un referente unico, un
          sistema di incentivi rapido ed efficace nel quadro di una regione
          che conta città d’arte, ricerca, paesaggio, risorse umane
          impareggiabili. Questo sarà un lavoro lungo, ma lo
          consideriamo la seconda sfida e nel corso della legislatura darà i
          suoi risultati. Non possiamo toccare né le tasse, né il sistema
          della giustizia, ma opereremo su tutto il resto.

          Nell’ambito di questa strategia, il miglioramento della qualità
          ambientale dei processi produttivi può diventare un importante
          elemento di competitività, in particolare per i distretti, oltre che
          uno stimolo a processi di innovazione e ricerca (della green
          economy interessano entrambi gli aspetti). Mi limito a richiamare
          le enormi potenzialità insite nel completamento delle filiere
          produttive, la depurazione e ancor più lo smaltimento dei
          rifiuti, la valorizzazione dei rifiuti industriali. Tutti questi
          possono diventare nuovi settori di sviluppo, recuperando ad
          esempio quel deficit di ben il 30% che grava in questo settore.

          Sappiamo di avere davanti nuove sfide anche sul piano della
          coesione sociale e della tutela delle fasce più deboli. Per questo
          stiamo ripensando, in una logica di maggiore equità, ad un
          nuovo strumento di rilevazione della ricchezza effettiva, in
          modo che così chi ha di più paghi di più i servizi, aiutando chi
          ha di meno. Non sappiamo chi lo abbia supposto ma chiarisco:
          non sono i disabili a doversi preoccupare. Semmai la nostra
          sarà, con i Comuni, lotta all’evasione fiscale, alla madre di tutte
          le ingiustizie.

          Particolare attenzione sarà rivolta ai giovani. Vogliamo favorire
          i loro percorsi di crescita, mobilità sociale e costruzione di
          progetti familiari. I giovani sono coloro che pagano di più
          questa crisi: sotto 30 anni il 25% è disoccupato e la maggioranza
          dei giovani abita ancora dai genitori. I giovani non sono il
          problema, ma la risposta giusta.




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                         pag 5/11
Si tratta di riorientare, attraverso uno specifico “progetto per
        l’autonomia     dei     giovani”,     una    componente     sociale
        fondamentale per il rilancio di una Toscana dinamica, capace di
        valorizzare i talenti e di offrire opportunità a tutti. Sarà anche
        questo il nostro assillo per la legislatura.

        Infrastrutturazione e semplificazione amministrativa sono due
        direttrici confermate al fine di dotare il nostro territorio di tutti i
        requisiti materiali e immateriali necessari per la sua competitivi-
        tà, nel più breve tempo possibile, accelerando i tempi di realiz-
        zazione degli interventi e valutando le forme di finanziamento
        più opportune (sia pubbliche che pubblico-private).

        Sul piano infrastrutturale, la precedente legislatura ci lascia una
        buona dote. La Tirrenica si farà tutta sulla variante Aurelia. E’
        bene così, per l’ambiente e per lo sviluppo della Costa. L’Alta
        Velocità avrà a Firenze la sua stazione facendo presto e bene.
        Lasciamo ad un nuovo serio protocollo con Autostrade le terze
        corsie dell’A1 da Barberino a Incisa e della Firenze mare. La To-
        scana deve impegnarsi a fare presto. Lo scandalo di una terza
        corsia che dura dieci anni non lo consentiremo più.

        La Fi-Pi-Li non potrà restare così per ancora molto tempo. In as-
        senza di finanziamenti pubblici, un project financing dovrà am-
        modernarla e così anche per la Firenze-Siena. La Grosseto-Siena
        chiediamo sia subito finanziata nei lotti da completare. A tutti
        lanceremo la sfida della Fano-Grosseto.

        Il Porto di Livorno sarà supportato con finanziamenti e convin-
        zione anche verso l’Unione europea. Gli aeroporti dovranno svi-
        lupparsi secondo la loro naturale e diversa vocazione nel qua-
        dro della massima integrazione possibile.

        Lavoriamo inoltre ad un sistema di alta velocità regionale su
        ferro che già nelle prossime settimane farà il suo esordio. Vo-
        gliamo garantire che tra la capitale della Toscana e le principali
        città i collegamenti stiano al di sotto di un’ora. Fra le infrastrut-
        ture un’attenzione fattiva sarà dedicata alla banda larga, al ser-
        vizio delle imprese e della società.

        La pubblica amministrazione regionale intende svolgere il pro-
        prio ruolo di facilitatore per l’attività dei cittadini e delle impre-
        se, operando sulla base di principi di semplificazione delle pro-




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                         pag 6/11
cedure, qualità delle norme, riduzione dei carichi burocratici,
        razionalizzazione e riorganizzazione delle proprie strutture, se-
        condo un principio di sussidiarietà nei confronti degli altri enti
        pubblici territoriali.

        A questo scopo, l’ufficio legislativo della Regione è stato incari-
        cato di recepire periodicamente tutte le osservazioni alla legisla-
        zione regionale per apportare le necessarie modifiche con un’o-
        pera costante di manutenzione.

        In questa direzione di supporto allo sviluppo e alla semplifica-
        zione, si colloca la riorganizzazione del sistema turistico in To-
        scana e la riallocazione delle funzioni di promozione turistica
        così come la riorganizzazione delle attività di ricerca, sperimen-
        tazione e gestione agricolo forestale. La Regione ha impostato
        una riforma complessiva per quanto riguarda il servizio idrico
        integrato - con un unico ATO regionale e, nel lungo termine,
        un’unica azienda di gestione – e la gestione dei rifiuti, con la
        previsione di 3 società di gestione, una per ogni ATO.

        Il processo di razionalizzazione avviato investe anche i servizi
        regionali di trasporto pubblico, per i quali si punta ad un nuovo
        modello di governance coerente con le esigenze di razionalizza-
        zione e crescita dimensionale dei gestori, nel quadro di un unico
        ambito ottimale di programmazione e gestione corrispondente
        all’intero territorio regionale e di una maggiore integrazione del
        trasporto pubblico su gomma con il servizio ferroviario.

        Dovremo discutere anche forme nuove di ricerca di capitali per
        investimenti nel settore dei servizi pubblici, sia sul mercato fi-
        nanziario, sia sperimentando forme di partecipazione economi-
        ca da parte di cittadini utenti. Una democrazia economica che
        potrebbe garantire controllo sociale e risorse per gli investimen-
        ti.

        Il cambiamento che intendiamo realizzare investe anche la col-
        locazione internazionale della Toscana. Nell’ambito di un ripo-
        sizionamento del nostro sistema produttivo, occorre aprirsi an-
        cora di più alla globalizzazione sia in entrata che in uscita. Si è
        creato nel mondo un nuovo mercato in Asia e in America Latina
        che può rappresentare per il nostro export ciò che al secolo scor-
        so hanno rappresentato l’Europa e gli USA. E’ un mercato già
        ora di oltre un miliardo di persone.




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                      pag 7/11
Una particolare attenzione alla Cina, che pare abbia scelto
        l’Italia come piattaforma per l’Europa e in particolare la Toscana
        e la Lombardia per i rapporti economici, per le tecnologie e la
        ricerca. Prato che è un’enorme problema è insieme anche
        un’enorme risorsa su cui stiamo già lavorando e su cui
        scommettere per il futuro.

        La definizione delle priorità del nuovo PRS deve comunque te-
        ner conto dei vincoli di bilancio sempre più stringenti. La ridu-
        zione dei trasferimenti statali è ancora a livello di stima: la pre-
        visione è di un taglio di 320-360 milioni di euro nel 2011, cui do-
        vrà presumibilmente aggiungersi anche l’ulteriore taglio del
        10% dei fondi FAS: altri 70 milioni per la Toscana.

        L’equilibrio di bilancio per il 2011 sarà raggiunto, in questa fase
        di transizione verso il federalismo fiscale, evitando ogni ipotesi
        di aumento di tasse, anche con il mantenimento dell’equilibrio
        dei conti della Sanità regionale per il 2009, 2010 e 2011.

        Siamo consapevoli che si è di fronte a cambiamenti profondi del
        ruolo delle Istituzioni locali. E' un tema su cui riflettere. E’ su
        tutto che si deve intervenire, o è meglio qualificare di più la nos-
        tra azione? E ancora, è possibile mantenere tutti i livelli
        istituzionali, dal Consiglio di quartiere agli enti locali e alla Re-
        gione, che spesso si occupano delle stesse cose? Semplificare,
        riorganizzare sarà il compito di questa legislatura e la Toscana
        vuole esserci con i suoi tratti e la sua forte identità.

        Accanto a ciò, dobbiamo accelerare gli investimenti legati all’in-
        debitamento e ai programmi comunitari e nazionali. Per questo
        abbiamo proposto una legge per monitorare le opere pubbliche
        di interesse regionale e intervenire con poteri sostitutivi in casi
        di ritardi, secondo il principio di sussidiarietà.

        La Regione sarà perciò costretta ad operare una revisione delle
        proprie funzioni in molte materie. Comunque saranno
        salvaguardate, per una questione di civiltà, le politiche relative
        all’istruzione, allo sviluppo del mercato del lavoro, alle politiche
        sociali e sanitarie.

        Le priorità del PRS dovranno tradursi in un numero selezionato
        di progetti di sviluppo. I progetti dovranno coinvolgere gli
        attori del sistema toscano, pubblici e privati, su scala regionale e
        locale, nell’ottica di una partnership per lo sviluppo. Il PRS




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                        pag 8/11
2011-2015 avrà quindi, tra i suoi elementi caratterizzanti, una
        forte focalizzazione su “progetti integrati di sviluppo”
        funzionali al consolidamento e rilancio delle realtà produttive
        esistenti, nonché alla creazione delle condizioni per la nascita di
        nuove attività economiche, sociali e culturali.

        I progetti di sviluppo regionali, avranno al centro i distretti e le
        reti di impresa del sistema toscano. Sia i distretti tipici (ovvero
        13.130 imprese con circa 88 mila addetti, rispetto ad una forza
        lavoro regionale di 1,2 milioni – dato 2008) sia quelli high-tech o
        ad alto valore aggiunto (ICT, scienze della vita, nautica, mobilità
        sostenibile, tecnologie per i beni culturali e per il settore
        energetico), sia i grandi poli industriali (in Toscana 70 imprese
        hanno più di 500 addetti, di cui 22 nel manifatturiero). Da sole
        120 imprese fanno il 25% del PIL. C’è poi il distretto energetico;
        le attività economiche a presenza diffusa come il turismo ed il
        settore del commercio e distribuzione, i servizi pubblici locali, le
        costruzioni, l’agricoltura ed accanto ad essa, l’industria
        agroalimentare.

        Pensiamo di concentrare le politiche di supporto per le attività
        economiche intorno a 15-20 progetti che facciano la differenza
        evitando la dispersione e frammentazione. Si dovranno fare
        scelte e cioè si dovrà dire anche qualche no. Selezionare e
        puntare su ciò che garantisce maggiore crescita e innovazione.
        Ma anche la valutazione dovrà essere introdotta. Il denaro
        pubblico quando è dato alle imprese o ad un sistema a rete
        dovrà essere valutato per gli effetti che produce, prendendo
        anche in considerazione l’ipotesi di cessare l’erogazione. Le
        situazioni delle imprese, ma anche quello della ricerca,
        vorremmo che fossero posti davanti a questa sfida. In tempi di
        crisi strutturale nessuno può permettersi di elargire
        finanziamenti che non producono innovazioni, sul piano dei
        prodotti, dei processi, della internazionalizzazione, del
        miglioramento della qualità delle risorse umane.

        Il PRS definirà anche il quadro pluriennale degli investimenti
        infrastrutturali strategici della Regione per il ciclo 2010-2015
        (rimodulando anche i Fondi europei a disposizione), e
        puntando anche alla riscoperta di fattori di attrazione innati alla
        Toscana.

        La recente iniziativa di Florence 2007 ci ha messi di fronte alle
        nostre responsabilità e ha aperto una riflessione sulla valorizza-




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                       pag 9/11
zione del nostro patrimonio di beni culturali, del paesaggio, vi-
        sitato ogni anno da 19 milioni di persone. L’equilibrio da ricer-
        carsi tra valorizzazione e tutela ci vedrà ancora più attenti verso
        le città d’arte, già sostenute con i Piuss, verso i musei tanto ric-
        chi ma a volte poco conosciuti, poco visitati e poco accessibili.
        Anche qui la competizione è globale. La Toscana, seppur con
        scarse risorse, guarda a questa enorme rendita come una fonte
        da cui trarre ricchezza.

        Questa legislatura dovrà consentire di realizzare davvero la via
        Francigena in Toscana. Sarà un fatto di promozione, di richia-
        mo, di esperienza della nostra tradizione e identità. Territori,
        borghi e paesi meno noti potranno così essere valorizzati, con
        un percorso che mostrerà il cuore agricolo della Toscana, quel
        paesaggio tutto modellato dalla mano umana a cui per nessuna
        ragione possiamo permetterci di rinunciare.

        Anche per questo un rilievo decisivo è riservato alle politiche
        agricole basate sulla qualità, sulla filiera corta, sui prodotti tipi-
        ci. Qui il problema numero uno è come sostituire le vecchie ge-
        nerazioni e rendere appetibile il lavoro della terra ad una gene-
        razione nuova di produttori agricoli.

        Cari colleghi,

        iniziamo un percorso che ci porterà a confronto con tutta la so-
        cietà toscana e si concluderà nei primi mesi del nuovo anno.
        Avremo allora maggiore certezza sulle risorse, sia quelle pro-
        prie che derivanti da indebitamento che quelle Comunitarie e
        Nazionali.

        Questa volta non ci limiteremo a fare enunciazioni o a indivi-
        duare genericamente settori di intervento, vogliamo accanto ad
        ogni progetto mettere le risorse, gli strumenti di monitoraggio.
        Vogliamo non essere soli ma chiamare tutta la società toscana
        ad uno sforzo conseguente sui progetti integrati di sviluppo.

        Siamo consapevoli che è il tempo della chiarezza e della com-
        pletezza. Sono convinto che a partire da oggi potrà aprirsi una
        discussione vera, non strumentale al servizio dello sviluppo di
        questa regione.

        Non stiamo vivendo tempi normali. Dalle nostre decisioni di-
        penderà una parte significativa del futuro della Toscana, del suo




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                        pag 10/11
benessere e della sua equità sociale. Avvertiamo che il tempo ci
        impone una forte accelerazione. Ma siamo fiduciosi che la To-
        scana può farcela.




Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015                   pag 11/11

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REGIONE TOSCANA - PRS 2011-2015 - Documento preliminare - 7 Dicembre 2010

  • 1. DOCUMENTO PRELIMINARE AL PROGRAMMA REGIONALE DI SVILUPPO 2011-2015 IDENTITÀ COMPETITIVA E SVILUPPO RESPONSABILE Presidente Regione Toscana Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 1/11
  • 2. Enrico Rossi DOCUMENTO PRELIMINARE AL PRS 2011-2015 Firenze, 7 dicembre 2010 Signor Presidente, Colleghi Consiglieri, Il processo di elaborazione del nuovo Programma Regionale di Sviluppo (PRS) 2011-2015 si avvia in uno scenario economico internazionale ancora incerto, in un quadro di pesanti tagli del Governo ai trasferimenti e in una situazione di crisi economica tutt’altro che risolta. In Toscana abbiamo evitato di reagire solo con la protesta o con lamentosi vittimismi e pur dichiarando la situazione, come in effetti lo è, insostenibile, ci siamo rimboccati le maniche. Abbiamo impostato un bilancio rigoroso e avviato una fase di riorganizzazione dell’amministrazione regionale, degli enti derivati e dei soggetti che erogano i servizi pubblici locali, consapevoli che l’efficienza e la produttività del settore pubblico e dei grandi servizi, costituisce da sola il 15% del PIL. Evitare gli aumenti di tasse, migliorare i servizi ai cittadini e alle imprese è la nostra sfida, il banco di prova di una coalizione riformista. Oltre a ciò il nostro obiettivo è quello di sostenere il manifatturiero, di fare in modo che i costi della crisi siano ripartiti più equamente, di creare le condizioni per contribuire alla ripresa. Obiettivi necessari, resi però ancora più difficili dalle scelte del Governo. Se la politica del rigore, certo necessaria, non è accompagnata da adeguate politiche di sviluppo si provocano effetti recessivi. Al rigore, per ora, non si unisce né lo sviluppo né l’equità, dimostrando un notevole vuoto di visione politica ed orientamento al futuro. Al nostro Paese serve una politica redistributiva ed una seria riforma fiscale che affronti il tema della tassazione patrimoniale, riequilibri il carico fiscale a favore del lavoro e dell’impresa e gravi di più sulla rendita, colpisca l’evasione fiscale e recuperi così risorse per investimenti in sostegno all’innovazione, Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 2/11
  • 3. all’educazione, alla ricerca, alle infrastrutture, alla mobilità sostenibile e ai sistemi di welfare. Qualcosa insomma che assomigli di più alla Germania, dove la crescita corre a più del 3,5%, o almeno alla Francia dove si è al 2%. A livello macro-economico, l’impatto per la Toscana è stato in linea con quello nazionale: per il 2009 la caduta del PIL è stata pari a circa il 5%, con una tenuta migliore rispetto ad altre Regioni italiane orientate all’export (Lombardia –7,5%, Veneto – 7,2%, Emilia Romagna –6,8%). La crescita del commercio, superiore alle aspettative, e l’indebolimento dell’euro hanno prodotto effetti positivi sulle esportazioni toscane: + 16,3%, nel primo semestre 2010, dato migliore rispetto alla media nazionale del +13,5%, portando il tasso di crescita del PIL toscano su valori molto vicini all’1%. Ma i segnali di ripresa che si sono manifestati nel 2010 sono ancora discontinui e soprattutto consentono solo un parziale recupero in termini di produzione e ancor meno di occupazione. Tali effetti espansivi legati alla timida ripresa internazionale non sono sufficienti ad attenuare le conseguenze depressive della manovra finanziaria del Governo. Ricordo che l’Irpet stima a regime un effetto pari a -1% del PIL. Continuando così si stima che, in uno scenario tendenziale, neppure a partire dal 2015 il PIL tornerebbe sui livelli pre-crisi del 2007. Per recuperare più rapidamente quanto perso con la recente crisi e per continuare a garantire ai cittadini toscani il livello di benessere acquisito e una solida ripresa, la nostra regione necessita di un tasso di crescita superiore a quello del recente passato, idealmente superiore al 2%. Questa deve essere la nostra ossessione. La Toscana ha fatto negli ultimi due anni uno sforzo significativo per contenere gli effetti della crisi su imprese e lavoratori, così come le banche locali ed il sistema delle garanzie, tra cui Fidi Toscana, hanno contribuito alla difesa dell’apparato produttivo toscano. Questi interventi sul credito dovranno essere riconfermati: rapporti con le banche, sostegno ai Confidi, rafforzamento del ruolo di Fidi, impongono una riflessione a tempi rapidi per ridisegnare il ruolo di Fidi insostituibile nelle situazioni di crisi per i prestiti e il capitale delle aziende. Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 3/11
  • 4. Ma un ruolo decisivo spetta all’impresa toscana, che deve essere in primis quella vincente, che chiameremo a dialogare con noi anche in un Forum regionale per esaltare le buone pratiche, affrontare le situazioni di crisi, innovare e rilanciare la sfida industriale. Siamo sicuri che, se chiamata a svolgere un ruolo, l’impresa toscana è pronta ad assumersi le sue responsabilità ed effettuare investimenti. Sentiamo queste nuove politiche come una correzione rispetto al passato e il segno che nella situazione attuale imprese produttive e lavoro sono oggettivamente alleate. Il PRS 2011-2015 intende quindi coniugare il principio della responsabilità politica, imprenditoriale, sociale, pubblica ed ambientale di tutti i soggetti del sistema toscano con quello della competitività, o meglio dell’identità competitiva, nel senso che nella nostra storia si trovano i tratti e gli stimoli per la produttività. Sobrietà, sviluppo ed equità sono i principi che devono orientare le politiche regionali da qui al 2015. Il PRS sarà quindi orientato al rilancio dell’impresa, del settore manifatturiero (sia tradizionale che innovativo), nonché delle filiere produttive, avendo l’obiettivo di una crescita economica trainata dall’export, con creazione di occupazione qualificata e tutela dell’eguaglianza sociale. La competitività si gioca sullo scenario internazionale. Ma un ruolo essenziale è svolto anche dal sistema dei servizi, così come dalle infrastrutture, dal sistema creditizio e dalla pubblica amministrazione toscana. Il PRS diviene pertanto la cornice per: • una politica industriale regionale in grado di proporre strategie di sviluppo per settori, distretti, territori; • incentivare le ristrutturazioni produttive e i processi di innovazione delle imprese più dinamiche; • concentrare gli investimenti su tecnologie, prodotti e servizi ad alto potenziale di crescita economica ed occupazionale; • favorire i processi di aggregazione e crescita dimensionale delle PMI con la creazione di reti tra grandi imprese, PMI e centri di ricerca; • sostenere partnership tra soggetti pubblici e privati su progetti regionali; Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 4/11
  • 5. favorire l’attrattività della Toscana sui mercati internazionali, attraendo investimenti esteri in aree dedicate a nuovi insediamenti produttivi, ovvero zone produttive da identificare a livello di aree vaste o siti industriali dismessi da riqualificare. In questo senso l’Ufficio Attrazioni degli Investimenti ha iniziato il suo lavoro. Ora si tratta di individuare le aree più idonee a nuovi insediamenti produttivi e di proporci come sistema: una promozione unica e chiara, un referente unico, un sistema di incentivi rapido ed efficace nel quadro di una regione che conta città d’arte, ricerca, paesaggio, risorse umane impareggiabili. Questo sarà un lavoro lungo, ma lo consideriamo la seconda sfida e nel corso della legislatura darà i suoi risultati. Non possiamo toccare né le tasse, né il sistema della giustizia, ma opereremo su tutto il resto. Nell’ambito di questa strategia, il miglioramento della qualità ambientale dei processi produttivi può diventare un importante elemento di competitività, in particolare per i distretti, oltre che uno stimolo a processi di innovazione e ricerca (della green economy interessano entrambi gli aspetti). Mi limito a richiamare le enormi potenzialità insite nel completamento delle filiere produttive, la depurazione e ancor più lo smaltimento dei rifiuti, la valorizzazione dei rifiuti industriali. Tutti questi possono diventare nuovi settori di sviluppo, recuperando ad esempio quel deficit di ben il 30% che grava in questo settore. Sappiamo di avere davanti nuove sfide anche sul piano della coesione sociale e della tutela delle fasce più deboli. Per questo stiamo ripensando, in una logica di maggiore equità, ad un nuovo strumento di rilevazione della ricchezza effettiva, in modo che così chi ha di più paghi di più i servizi, aiutando chi ha di meno. Non sappiamo chi lo abbia supposto ma chiarisco: non sono i disabili a doversi preoccupare. Semmai la nostra sarà, con i Comuni, lotta all’evasione fiscale, alla madre di tutte le ingiustizie. Particolare attenzione sarà rivolta ai giovani. Vogliamo favorire i loro percorsi di crescita, mobilità sociale e costruzione di progetti familiari. I giovani sono coloro che pagano di più questa crisi: sotto 30 anni il 25% è disoccupato e la maggioranza dei giovani abita ancora dai genitori. I giovani non sono il problema, ma la risposta giusta. Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 5/11
  • 6. Si tratta di riorientare, attraverso uno specifico “progetto per l’autonomia dei giovani”, una componente sociale fondamentale per il rilancio di una Toscana dinamica, capace di valorizzare i talenti e di offrire opportunità a tutti. Sarà anche questo il nostro assillo per la legislatura. Infrastrutturazione e semplificazione amministrativa sono due direttrici confermate al fine di dotare il nostro territorio di tutti i requisiti materiali e immateriali necessari per la sua competitivi- tà, nel più breve tempo possibile, accelerando i tempi di realiz- zazione degli interventi e valutando le forme di finanziamento più opportune (sia pubbliche che pubblico-private). Sul piano infrastrutturale, la precedente legislatura ci lascia una buona dote. La Tirrenica si farà tutta sulla variante Aurelia. E’ bene così, per l’ambiente e per lo sviluppo della Costa. L’Alta Velocità avrà a Firenze la sua stazione facendo presto e bene. Lasciamo ad un nuovo serio protocollo con Autostrade le terze corsie dell’A1 da Barberino a Incisa e della Firenze mare. La To- scana deve impegnarsi a fare presto. Lo scandalo di una terza corsia che dura dieci anni non lo consentiremo più. La Fi-Pi-Li non potrà restare così per ancora molto tempo. In as- senza di finanziamenti pubblici, un project financing dovrà am- modernarla e così anche per la Firenze-Siena. La Grosseto-Siena chiediamo sia subito finanziata nei lotti da completare. A tutti lanceremo la sfida della Fano-Grosseto. Il Porto di Livorno sarà supportato con finanziamenti e convin- zione anche verso l’Unione europea. Gli aeroporti dovranno svi- lupparsi secondo la loro naturale e diversa vocazione nel qua- dro della massima integrazione possibile. Lavoriamo inoltre ad un sistema di alta velocità regionale su ferro che già nelle prossime settimane farà il suo esordio. Vo- gliamo garantire che tra la capitale della Toscana e le principali città i collegamenti stiano al di sotto di un’ora. Fra le infrastrut- ture un’attenzione fattiva sarà dedicata alla banda larga, al ser- vizio delle imprese e della società. La pubblica amministrazione regionale intende svolgere il pro- prio ruolo di facilitatore per l’attività dei cittadini e delle impre- se, operando sulla base di principi di semplificazione delle pro- Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 6/11
  • 7. cedure, qualità delle norme, riduzione dei carichi burocratici, razionalizzazione e riorganizzazione delle proprie strutture, se- condo un principio di sussidiarietà nei confronti degli altri enti pubblici territoriali. A questo scopo, l’ufficio legislativo della Regione è stato incari- cato di recepire periodicamente tutte le osservazioni alla legisla- zione regionale per apportare le necessarie modifiche con un’o- pera costante di manutenzione. In questa direzione di supporto allo sviluppo e alla semplifica- zione, si colloca la riorganizzazione del sistema turistico in To- scana e la riallocazione delle funzioni di promozione turistica così come la riorganizzazione delle attività di ricerca, sperimen- tazione e gestione agricolo forestale. La Regione ha impostato una riforma complessiva per quanto riguarda il servizio idrico integrato - con un unico ATO regionale e, nel lungo termine, un’unica azienda di gestione – e la gestione dei rifiuti, con la previsione di 3 società di gestione, una per ogni ATO. Il processo di razionalizzazione avviato investe anche i servizi regionali di trasporto pubblico, per i quali si punta ad un nuovo modello di governance coerente con le esigenze di razionalizza- zione e crescita dimensionale dei gestori, nel quadro di un unico ambito ottimale di programmazione e gestione corrispondente all’intero territorio regionale e di una maggiore integrazione del trasporto pubblico su gomma con il servizio ferroviario. Dovremo discutere anche forme nuove di ricerca di capitali per investimenti nel settore dei servizi pubblici, sia sul mercato fi- nanziario, sia sperimentando forme di partecipazione economi- ca da parte di cittadini utenti. Una democrazia economica che potrebbe garantire controllo sociale e risorse per gli investimen- ti. Il cambiamento che intendiamo realizzare investe anche la col- locazione internazionale della Toscana. Nell’ambito di un ripo- sizionamento del nostro sistema produttivo, occorre aprirsi an- cora di più alla globalizzazione sia in entrata che in uscita. Si è creato nel mondo un nuovo mercato in Asia e in America Latina che può rappresentare per il nostro export ciò che al secolo scor- so hanno rappresentato l’Europa e gli USA. E’ un mercato già ora di oltre un miliardo di persone. Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 7/11
  • 8. Una particolare attenzione alla Cina, che pare abbia scelto l’Italia come piattaforma per l’Europa e in particolare la Toscana e la Lombardia per i rapporti economici, per le tecnologie e la ricerca. Prato che è un’enorme problema è insieme anche un’enorme risorsa su cui stiamo già lavorando e su cui scommettere per il futuro. La definizione delle priorità del nuovo PRS deve comunque te- ner conto dei vincoli di bilancio sempre più stringenti. La ridu- zione dei trasferimenti statali è ancora a livello di stima: la pre- visione è di un taglio di 320-360 milioni di euro nel 2011, cui do- vrà presumibilmente aggiungersi anche l’ulteriore taglio del 10% dei fondi FAS: altri 70 milioni per la Toscana. L’equilibrio di bilancio per il 2011 sarà raggiunto, in questa fase di transizione verso il federalismo fiscale, evitando ogni ipotesi di aumento di tasse, anche con il mantenimento dell’equilibrio dei conti della Sanità regionale per il 2009, 2010 e 2011. Siamo consapevoli che si è di fronte a cambiamenti profondi del ruolo delle Istituzioni locali. E' un tema su cui riflettere. E’ su tutto che si deve intervenire, o è meglio qualificare di più la nos- tra azione? E ancora, è possibile mantenere tutti i livelli istituzionali, dal Consiglio di quartiere agli enti locali e alla Re- gione, che spesso si occupano delle stesse cose? Semplificare, riorganizzare sarà il compito di questa legislatura e la Toscana vuole esserci con i suoi tratti e la sua forte identità. Accanto a ciò, dobbiamo accelerare gli investimenti legati all’in- debitamento e ai programmi comunitari e nazionali. Per questo abbiamo proposto una legge per monitorare le opere pubbliche di interesse regionale e intervenire con poteri sostitutivi in casi di ritardi, secondo il principio di sussidiarietà. La Regione sarà perciò costretta ad operare una revisione delle proprie funzioni in molte materie. Comunque saranno salvaguardate, per una questione di civiltà, le politiche relative all’istruzione, allo sviluppo del mercato del lavoro, alle politiche sociali e sanitarie. Le priorità del PRS dovranno tradursi in un numero selezionato di progetti di sviluppo. I progetti dovranno coinvolgere gli attori del sistema toscano, pubblici e privati, su scala regionale e locale, nell’ottica di una partnership per lo sviluppo. Il PRS Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 8/11
  • 9. 2011-2015 avrà quindi, tra i suoi elementi caratterizzanti, una forte focalizzazione su “progetti integrati di sviluppo” funzionali al consolidamento e rilancio delle realtà produttive esistenti, nonché alla creazione delle condizioni per la nascita di nuove attività economiche, sociali e culturali. I progetti di sviluppo regionali, avranno al centro i distretti e le reti di impresa del sistema toscano. Sia i distretti tipici (ovvero 13.130 imprese con circa 88 mila addetti, rispetto ad una forza lavoro regionale di 1,2 milioni – dato 2008) sia quelli high-tech o ad alto valore aggiunto (ICT, scienze della vita, nautica, mobilità sostenibile, tecnologie per i beni culturali e per il settore energetico), sia i grandi poli industriali (in Toscana 70 imprese hanno più di 500 addetti, di cui 22 nel manifatturiero). Da sole 120 imprese fanno il 25% del PIL. C’è poi il distretto energetico; le attività economiche a presenza diffusa come il turismo ed il settore del commercio e distribuzione, i servizi pubblici locali, le costruzioni, l’agricoltura ed accanto ad essa, l’industria agroalimentare. Pensiamo di concentrare le politiche di supporto per le attività economiche intorno a 15-20 progetti che facciano la differenza evitando la dispersione e frammentazione. Si dovranno fare scelte e cioè si dovrà dire anche qualche no. Selezionare e puntare su ciò che garantisce maggiore crescita e innovazione. Ma anche la valutazione dovrà essere introdotta. Il denaro pubblico quando è dato alle imprese o ad un sistema a rete dovrà essere valutato per gli effetti che produce, prendendo anche in considerazione l’ipotesi di cessare l’erogazione. Le situazioni delle imprese, ma anche quello della ricerca, vorremmo che fossero posti davanti a questa sfida. In tempi di crisi strutturale nessuno può permettersi di elargire finanziamenti che non producono innovazioni, sul piano dei prodotti, dei processi, della internazionalizzazione, del miglioramento della qualità delle risorse umane. Il PRS definirà anche il quadro pluriennale degli investimenti infrastrutturali strategici della Regione per il ciclo 2010-2015 (rimodulando anche i Fondi europei a disposizione), e puntando anche alla riscoperta di fattori di attrazione innati alla Toscana. La recente iniziativa di Florence 2007 ci ha messi di fronte alle nostre responsabilità e ha aperto una riflessione sulla valorizza- Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 9/11
  • 10. zione del nostro patrimonio di beni culturali, del paesaggio, vi- sitato ogni anno da 19 milioni di persone. L’equilibrio da ricer- carsi tra valorizzazione e tutela ci vedrà ancora più attenti verso le città d’arte, già sostenute con i Piuss, verso i musei tanto ric- chi ma a volte poco conosciuti, poco visitati e poco accessibili. Anche qui la competizione è globale. La Toscana, seppur con scarse risorse, guarda a questa enorme rendita come una fonte da cui trarre ricchezza. Questa legislatura dovrà consentire di realizzare davvero la via Francigena in Toscana. Sarà un fatto di promozione, di richia- mo, di esperienza della nostra tradizione e identità. Territori, borghi e paesi meno noti potranno così essere valorizzati, con un percorso che mostrerà il cuore agricolo della Toscana, quel paesaggio tutto modellato dalla mano umana a cui per nessuna ragione possiamo permetterci di rinunciare. Anche per questo un rilievo decisivo è riservato alle politiche agricole basate sulla qualità, sulla filiera corta, sui prodotti tipi- ci. Qui il problema numero uno è come sostituire le vecchie ge- nerazioni e rendere appetibile il lavoro della terra ad una gene- razione nuova di produttori agricoli. Cari colleghi, iniziamo un percorso che ci porterà a confronto con tutta la so- cietà toscana e si concluderà nei primi mesi del nuovo anno. Avremo allora maggiore certezza sulle risorse, sia quelle pro- prie che derivanti da indebitamento che quelle Comunitarie e Nazionali. Questa volta non ci limiteremo a fare enunciazioni o a indivi- duare genericamente settori di intervento, vogliamo accanto ad ogni progetto mettere le risorse, gli strumenti di monitoraggio. Vogliamo non essere soli ma chiamare tutta la società toscana ad uno sforzo conseguente sui progetti integrati di sviluppo. Siamo consapevoli che è il tempo della chiarezza e della com- pletezza. Sono convinto che a partire da oggi potrà aprirsi una discussione vera, non strumentale al servizio dello sviluppo di questa regione. Non stiamo vivendo tempi normali. Dalle nostre decisioni di- penderà una parte significativa del futuro della Toscana, del suo Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 10/11
  • 11. benessere e della sua equità sociale. Avvertiamo che il tempo ci impone una forte accelerazione. Ma siamo fiduciosi che la To- scana può farcela. Programma Regionale di Sviluppo 2011-2015 pag 11/11