discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
Miur dgsinfs riconoscimento titolo rifugiati
1. 1. Documentazione di progetto della soluzione: Riconoscimento titoli dei rifugiati
2. Soggetto proponente:
Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca, dipartimento per la formazione superiore
e per la ricerca - Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della
formazione superiore.
3. Descrizione del progetto
L’Articolo VII della Convenzione di Lisbona1 prevede che:
«Ogni Parte, nell’ambito del proprio sistema di istruzione ed in conformità con le proprie disposizioni
costituzionali, giuridiche e normative, adotterà tutti i provvedimenti possibili e ragionevoli per
elaborare procedure atte a valutare equamente ed efficacemente se i rifugiati, i profughi e le persone
in condizioni simili a quelle dei rifugiati soddisfano i requisiti per l’accesso all’istruzione superiore, a
programmi complementari di insegnamento superiore o ad attività̀ lavorative, anche nei casi in cui i
titoli di studio rilasciati da una delle Parti non possono essere comprovati dai relativi documenti».
In linea con quanto disposto dalla Convenzione di Lisbona, l’Italia ha adeguato la propria
legislazione in tema di riconoscimento delle qualifiche dei rifugiati tramite l’introduzione
del comma 3 bis all’art. 26 del Decreto Legislativo 251/2007:
«Per il riconoscimento delle qualifiche professionali, dei diplomi, dei certificati e di altri titoli
conseguiti all'estero dai titolari dello status di rifugiato o dello status di protezione sussidiaria, le
amministrazioni competenti individuano sistemi appropriati di valutazione, convalida e
accreditamento che consentono il riconoscimento dei titoli ai sensi dell'articolo 49 del decreto del
Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, anche in assenza di certificazione da parte dello
Stato in cui è stato ottenuto il titolo, ove l'interessato dimostra di non poter acquisire detta
certificazione».
Inoltre, la Direzione generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione della
formazione superiore del MIUR, all’interno delle “Procedure per l’accesso degli studenti stranieri
richiedenti visto ai corsi di formazione superiore del 2017-2018”, ha invitato le istituzioni di
formazione superiore italiane a «svolgere riconoscimenti dei cicli e dei periodi di studio svolti
all’estero e dei titoli di studio stranieri, ai fini dell’accesso all’istruzione superiore, del
proseguimento degli studi universitari e del conseguimento dei titoli universitari italiani (art. 2
1
Convenzione sul riconoscimento dei titoli di studio relativi all'insegnamento superiore nella Regione europea,
fatta a Lisbona l'11 aprile 1997
2. Legge 148/2002)» e «a porre in essere tutti gli sforzi necessari al fine di predisporre procedure e
meccanismi interni per valutare le qualifiche dei rifugiati e dei titolari di protezione sussidiaria,
anche nei casi in cui non siano presenti tutti o parte dei relativi documenti comprovanti i titoli di
studio».
4. Servizi attivi in tema di riconoscimento dei titoli di rifugiati
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) ha attivato un servizio
di richiesta di “Dichiarazione di valore” per i rifugiati e i titolari di protezione internazionale e
sussidiaria. Il CIMEA - Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche2, tramite
il proprio servizio di attestazione e certificazione di qualifiche estere - Credential Information
Service – Estero - produce gratuitamente “Attestati di comparabilità” di titoli esteri a persone con
lo status di rifugiato, a titolari di protezione sussidiaria o internazionale e a detenuti. In linea con
tutto ciò il CIMEA, in stretto coordinamento con il MIUR ha promosso e attivato il Coordinamento
Nazionale sulla Valutazione delle Qualifiche dei Rifugiati (CNVQR): una rete informale di
esperti del settore amministrativo operanti all’interno delle istituzioni di istruzione e formazione
superiore che si occupano di riconoscimento delle qualifiche, per condividere le pratiche valutative,
i casi problematici, le fonti informative e le prassi metodologiche nei casi di valutazione delle
qualifiche in possesso di rifugiati, anche in assenza o con scarsa documentazione.
5. Il progetto “European Qualifications Passport for Refugees”
La sperimentazione del Pass Accademico delle Qualifiche dei Rifugiati, attraverso lo sviluppo di
una procedura innovativa di riconoscimento consente di valutare le qualifiche dei titolari di
protezione internazionale anche nei casi di documentazione frammentaria o del tutto assente. Il
progetto è stato sviluppato dal 2016/2017 in collaborazione tra Italia, Grecia e Norvegia, insieme al
settore Education del Consiglio d’Europa, ed ha già prodotto nel 2017 circa 50 passaporti educativi
per rifugiati.
Al termine della prima fase progettuale, che ha consentito l’elaborazione della metodologia per
l’intervista ed il rilascio del pass, l’Italia ha accettato di supportare la seconda fase, tramite uno
2
Dal 1984 il CIMEA - Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche svolge la propria attività
di informazione e consulenza sulle procedure di riconoscimento dei titoli di studio e sui temi collegati all’istruzione e
formazione superiore italiana e internazionale. È un centro finanziato dal MIUR e svolge su delega del MIUR le funzioni
di centro italiano ufficiale afferente alla rete NARIC - National Academic Recognition Information Centres - dell’Unione
Europea e alla rete ENIC - European National Information Centres - del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO.
3. scambio di note con il Consiglio d’Europa. La seconda fase del progetto, dedicata allo sviluppo e
diffusione della metodologia, durerà 3 anni per un importo complessivo di 240.000 € (80.000 € per
ciascuno degli anni di attività nel periodo 2018-2020)
Le seconda fase progettuale, che verrà testata in Italia, avrà inizio già dalla prima metà del 2018, e
verrà seguita dal CIMEA in collaborazione con il CoE, e naturalmente con i partner internazionali di
progetto ovvero i governi greco e norvegese. Il CIMEA continuerà a gestire naturalmente la banca
dati del progetto oltre agli aspetti tecnici di implementazione della metodologia.
The evaluation process in Greece (CoE 2017)
6. The European Qualifications Passport for Refugees
The European Qualifications Passport for Refugees is a document providing an assessment of the
higher education qualifications based on available documentation and a structured interview. It
also presents information on the applicant’s work experience and language proficiency. The
document provides reliable information for integration and progression towards employment and
admission to further studies. It is a specially developed assessment scheme for refugees, even for
those who cannot fully document their qualifications.
1. What is included in the European Qualifications Passport for Refugees and how does the
evaluation work?
4. The European Qualifications Passport for
Refugees includes three sections – the
assessment part, the explanatory part and an
advice on the way ahead. The assessment part of
the document contains information describing
the highest achieved qualification(s), subject
field, other relevant qualifications, as well as
work experience and language proficiency. The
explanatory and advisory sections contain
information about the status of the document and
a short description of the pilot project.
The evaluation is a combination of an assessment
of available documentation, covering a
considerable amount of information gained
through previous evaluations and a structured
interview. As a result, the document provides
credible information that is relevant for
employment, internships, enrollment to
qualification courses and admission to studies.
2. So it is not really a passport?
No, not in a conventional sense. Nor is it a
substitute for identification or educational
documentation. It does not guarantee admission
to studies or employment. Neither is it a formal
recognition act. The methodology being piloted is
intended to help refugees to progress in their
studies or employment – to continue with their
lives.
3. But why is it only for refugees?
Because refugees are fleeing persecution, terror and war. As such, they need support. This concept
is reflected in international law, including the Council of Europe/UNESCO Lisbon Recognition
Convention, which foresees “procedures designed to assess fairly an expeditiously whether
5. refugees, displaced persons and persons in a refugee-like situation fulfil the relevant requirements
for access to higher education”.
The National Information Centre in Italy, CIMEA, which has a central information role among the
network of qualifications network centers in Europe, will store this information electronically.
The first group of candidates was interviewed from 7 to 9 March 2017 in Athens. The project brings
together credentials evaluators from Greece, Italy, Norway and the United Kingdom to facilitate and
accelerate the recognition of refugees’ qualifications in Greece, their first host country. Two
additional sessions will be held in June and September 2017. For more information, please visit:
http://www.coe.int/en/web/education/recognition-of-refugees-qualifications
European Qualifications Passport for Refugees - Project based on the
Council of Europe Lisbon Recognition Convention. Partners include the
Greek Ministry of Education, Research and Religious Affairs, the Italian
Ministry of Education, Universities and Research, the Conference of
University Rectors of Italy and qualification recognition centres in
Armenia, Canada, France, Germany, Greece, Italy, the Netherlands,
Norway and the UK. The UNHCR Representation in Greece and the
UNHCR Representation in Strasbourg also support the project