Gianmarco Rogo presenta nella Rubrica “Arduino” un suo bel progetto, LM 35, per l’analisi dei dati termici ambientali trasmissibili anche in remoto. Sempre in questa rubrica, per il ciclo di puntate dedicate alla realizzazione di progetti stand alone derivati dalla scheda elettronica di Ivrea, parleremo di come produrre PCB con la tecnica del trasferimento diretto. Continua il discorso sulle filettature in “Basi ed idee per la progettazione”. La Rubrica “Cinema ed animazione” di Nunzia Nullo presenta il film “Guardiani della galassia”. Per "Designer's Story" un omaggio alla signora del design italiano recentemente scomparsa: Gae Aulenti. Per “New Hardware for CAD” analizzeremo la testina termica di estrusione di una stampante 3D. Tre belle interviste presenteranno due amici della Community CAD, Giuseppe Affè e Frank Blecher, e un talentuoso maker campano, Fabrizio Lapiello, che ha brevettato un particolare braccialetto elettronico per guidare i non vedenti. Nicola Amalfitano ci parlerà del Bebop nella Rubrica "Musica". Chiudono questo numero i nostri corsi sulla BIM, su SketchUp e sulla geomodellazione con SketchUp Rubrica curata da Antonello Buccella.
Il bromografo inserto speciale allegato al numero di novembre 2014 di cadzine
CADZINE n° 6, novembre 2014, ANNO I
1. 11
Il magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google PlusIl magazine della Community “AutoCAD, Rhino e SketchUp designers” su Google Plus
DAL 2014
DAL 2014
NOVEMBRE 2014 Anno I Numero 6 edizione gratuita
/11 Arduino
Un progetto completo di Gianmar-
co Rogo, realizzato con Arduino,
per l’analisi e l’elaborazione dati
ambientali tramite campionatura
/26 Elementi filettati
Un articolo sulle caratteristiche
fisiche principali delle filettature
per la realizzazione di elementi di
fissaggio smontabili, le viti.
/33 Cinema e animazione
Nunzia Nullo ci presenterà
“Guardiani della Galassia” il nuovo
avvincente film sui personaggi
dell’omonima collana di fumetti
2. 22
La Comm. per progettisti, disegnatori tecnici ed appassionati
La prima Community italiana, della piattaforma Google Plus sul CAD e le sue applicazioni, per
data di fondazione e numero di iscritti
BIM
CAD
CAD MEP
FEM
Linguaggi CAD
Modellatori 3D
Modellatori organici
Post produzione
Prog. edile
Altro software
Progettazione
Portfolios
A.N.T. Automotive
Stampa 3D
Concorsi
Curiosità
3. 33
“Quando si vende
un libro ad una per-
sona, non gli si ven-
dono soltanto dodi-
ci once di carta con
inchiostro e colla,
gli si vende un'inte-
ra nuova vita.”
Christopher Morley
LA METTO IN CORNICE
4. 44
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Direttore responsabile:
Salvio Giglio
Redazione:
Nicola Amalfitano, Antonello Buccella, Gianmarco
Rogo, Nunzia Nullo
Segretaria di redazione:
Nunzia Nullo
Redazione bozze:
Nicola Amalfitano, Nunzia Nullo
Gianmarco Rogo ci presenta
un suo bel progetto sviluppa-
to con Arduino: LM 35 per
l’analisi dei dati. Sempre in
questa rubrica, per il ciclo di
puntate dedicate ai progetti
stand alone, parleremo della
tecnica del trasferimento
diretto. Continua il discorso
sulle filettature in Basi ed
idee per la progettazione. La
rubrica Cinema ed animazio-
ne di Nunzia Nullo presenta
il film Guardiani della galas-
sia. Per Designer's Story un
omaggio alla signora del de-
sign italiano recentemente
scomparsa: Gae Aulenti.
Per New Hardware for
CAD analizzeremo la testina
termica di estrusione di una
stampante 3D. Tre belle in-
terviste presenteranno due
amici della Community
CAD, G. Affè e F. Blecher, e
un talentuoso maker campa-
no, F. Lapiello, che ha brevet-
tato un particolare braccia-
letto elettronico per guidare
i non vedenti. Nicola Amalfi-
tano ci parlerà del Bebop
nella rubrica Musica. Chiu-
dono questo numero i nostri
corsi sulla BIM, su SketchUp
e, dulcis in fundo, sulla geo-
modellazione con SketchUp
curata da Antonello Buccella.
Diario di bordo
hobbista
[hob·bì·sta ] sostantivo maschile e femminile Chi si dedica con imp
rubriche corsi & tutorialPAG. 75 CORSO DI ORIENTAMENTO ALLA BIM
di Salvio Giglio
“Individuare obiettivi e categorie d’impie-
go per la BIM”. IV PUNTATA
PAG. 78 CORSO DI BASE PER SKETCHUP
di Salvio Giglio “Il comando per l’estrusio-
ne SPINGI/TIRA ”. VI PUNTATA
PAG. 80 CORS
ZATA PER SKE
“La modellaz
TATA
PAG. 07 NEWS
PAG. 08 EDITORIALE di Salvio Giglio
“Alla scoperta dei nuovi protagonisti
della III Rivoluzione Industriale”
PAG. 11 ARDUINO di Gianmarco Rogo
“LM35: analisi ed elaborazione dei dati” ;
PAG. 19 di Salvio Giglio “La fotoincisione
e il bromògrafo” III PUNTATA
PAG. 26 BASI PER IL DISEGNO E LA PROGET-
TAZIONE di Salvio Giglio
“Elementi di fissaggio smontabili: le viti”
II PUNTATA
PAG. 33 CINEMA E ANIMAZIONE di Nunzia
Nullo “Guardiani della Galassia”
PAG. 36 DESIGNER’S STORY di Salvio Giglio
“Gae Aulenti”
PAG. 41 INTERVISTA di Salvio Giglio
“Giuseppe Affè”; PAG. 43 “Frank Blecher”
PAG. 55 LIBRI di Roberto Angeletti “GIS
Open Source per geologia e ambiente”;
PAG. 57 “Intervista a Valerio Noti”
PAG. 59 MAKER & START UP di Salvio Gi-
glio “Intervista a Fabrizio Lapiello”
PAG. 63 MUSICA di Nicola Amalfitano “Il
Bebop”
PAG. 67 NEW HARDWARE FOR CAD di Salvio
Giglio “Estrusore di una stampante 3D”
VII PUNTATA
eventuali & vaPAG. 82 UMORISMO
PAG. 83 GIOCHI
5. 55
E PAGE
Cos’è CADZINE
è una rivista gratuita nata in
seno alla Community di
“AutoCAD, Rhino & Sket-
chUp designer” per informare &
formare disegnatori tecnici e
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“derivati”.
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senti sono gratuite e sono create
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Pensandoci bene
Il piacere di avere un hobby “complicato”
Presi ogni giorno da mille e mille cose, mille e mille distrazioni abbiamo dimenticato
o addirittura, in alcuni casi, mai conosciuto il piacere di avere un hobby. Chi come me
ha già superato i quaranta ricorderà con molto piacere i passatempi ante-informatici
che animavano le nostre giornate negli anni ’70 e ’80, quando a farla da padrone non
erano i Social e la TV ma delle polverose cantinole in cui si costruivano plastici fer-
roviari, si allestivano piccoli laboratori di elettronica per realizzare apparati ricetra-
smittenti, modellini telecomandati e tanti altri hobbies “complicati” che facevano tra-
scorrere qualche ora piacevolmente impegnati a metter su qualcosa di bello ed utile,
insieme a fratelli maggiori, padri ed amici per poi andare in giro, tutti fieri, a mostra-
re il lavoro finito. Il miglior rimedio per sconfiggere il nichilismo imperante dei giorni
nostri? Riscoprire ed animare quelle cantinole polverose con un bel hobby complica-
to in compagnia di un buon amico con cui condividerlo! ;-)
pegno e continuità a un hobby.
lsSO DI MODELLAZIONE GEOLOCALIZ-
ETCHUP di Antonello Buccella
zione del campanile” IV PUN-
arie
Al fine di offrire ai nostri lettori
un ulteriore accessorio per lo
sviluppo dei PCB, è stato realiz-
zato un modello 3D
di bromografo, scaricabile dalla
Warehouse di Trimble, il cui il
progetto esecutivo e la lista ma-
teriali sono contenuti nell’inser-
to speciale allegato a questo nu-
mero e scaricabile da
in formato PDF.
7. 77
NEWS gli ultimi post prima di andare in stampa
DANIMARCA. Un bell’esempio
di architettura sociale è sicu-
ramente quello offerto dallo
studio di architettura dane-
se CEBRA che ha appena ulti-
mato un progetto paradigmati-
co per un nuovo centro di assi-
stenza H24 per l’infanzia disa-
giata ed emarginati a Kerte-
minde. La costruzione è rive-
stita con piastrelle e legno
adotta i caratteri tipologici del
tessuto urbano locale col fine
di ricreare un ambiente fami-
liare ai piccoli ospiti. Si tratta
di un edificio moderno, adatta-
to alle speciali esigenze di chi
vi risiede. La "Casa del Futuro
dei bambini” è una combina-
zione tra una casa tradiziona-
le, resa estremamente sicura, è
un centro per l’infanzia pensa-
to per assecondare sia le esi-
genze pedagogiche contempo-
ranee, sia quelle dei bambini
in essa ospitati per rispettare
le loro esigenze in termini di
assistenza, formazione, sog-
giorno e gioco. S. G
ROMA. Un nuovo impianto di
illuminazione della Cappella
Sistina, con una soluzione
OSRAM che valorizza la bel-
lezza degli affreschi, tutelando
gli aspetti di conservazione
materiale e morale del luogo, è
stato installato impiegando
ben 7.000 LED. Le nuove lam-
pade permettono di ammirare
le straordinarie opere d'arte
del luogo con una luce che
neanche Michelangelo e gli
altri autori dei dipinti poteva-
no immaginarsi. Il visitatore
può finalmente osservare e
studiare dettagliatamente,
come mai prima d’ora, le scene
riprodotte sulla volta con un
realismo unico. Il sistema,
installato nei mesi scorsi, è
stato progettato per offrire
prestazioni di illuminazione
più̀ elevate proteggendo al
contempo le opere d’arte. Inol-
tre, esso permetterà̀ di ridurre
il consumo di energia fino al
90% rispetto all'impianto pre-
cedente. Il progetto è stato
finanziato dall'Unione Euro-
pea.
S. G.
PARIGI. Un complesso di ar-
chitettura sociale è sorto nel
centro storico di Parigi. Il pro-
getto è stato ideato e condotto
dallo studio francese Vous
Etes Ici Architectes. Il com-
plesso è ubicato nel V Arron-
dissement, il più antico della
città, sulla Riva Sinistra della
Senna vicino al Quartiere Lati-
no, frequentato da sempre da
artisti, giovani e universitari e
meta ambita di turisti. Il con-
corso vinto nel 2008 vede il suo
completamento a marzo di
quest’anno. Il successo delle
case passive ideate dal VEI
nasce dalla volontà di preser-
vare le preesistenze, offrendo
contemporaneamente anche 11
alloggi di social housing più 2
locali di servizi. La disposizio-
ne del complesso abitativo è
stata studiata per offrire un’il-
luminazione diretta al cortile
della vicina scuola materna
sviluppando anche passaggi
pedonali aerati e illuminati
naturalmente. L’edifico parigi-
no è formato da un unico bloc-
co di case passive per uno
sviluppo totale di 1500 mq. I
vuoti originano dei percorsi
evidenziati da vivaci rivesti-
menti e pavimentazioni di
resina arancione spezzando
così il grigiore dei freddi e pio-
vosi inverni parigini.
S. G.
L'AQUILA. Sulla omonima
piazza campeggia imponente
la chiesa di S. Silvestro all'in-
terno di uno spazio che vede
altre importanti costruzioni,
come il palazzo Branconio e
quello dei Rustici. Edificata tra
il XIII ed il XIV secolo, per vo-
lontà degli abitanti del castello
di Collebrincioni, uno dei ca-
stelli raggruppati da Federico
II, la chiesa ha subìto nei secoli
successivi diversi rimaneggia-
menti e restauri, soprattutto a
seguito di eventi disastrosi
come i terremoti che più volte
ne hanno causato la distruzio-
ne, a partire da quello del 1461.
L'ultimo intervento di restauro,
avvenuto tra il 1967 e il 1969,
ha ripristinato l'antica struttu-
ra medievale, spogliando la
costruzione delle aggiunte di
matrice barocca. Dopo l’ultimo
terremoto sono state recupera-
te la facciata della chiesa e la
torre campanaria dell’800. I
lavori sono costati 4 milioni di
euro, ricavati dal maxi com-
plesso di bandi, 70 milioni di
euro destinati al recupero di 7
monumenti aquilani, emesso
nell'agosto 2013 dalla direzione
regionale per i Beni culturali
dell'Abruzzo. Lo scorso 13 mar-
zo l'appalto è stato definitiva-
mente aggiudicato, con il crite-
rio dell'offerta economicamen-
te più vantaggiosa, alla ATI
formata dall'aquilana Tecno-
group S.r.l. e dalla romana
Cosmav S.r.l..
A. B.
Luci nuove per la Cappella Sistina
Social housing
Lafacciatadella
chiesa di S. Silvestro
La casa del Futuro dei bambini
8. 88
EDITO
A
prirò questo editoriale
con una mia presuntuo-
sissima riflessione: cre-
do di aver creato con la
Community CAD A R S e con que-
sta rivista un qualcosa di vera-
mente bello, valido ed utile; un
punto di osservazione strategico
da cui studiare parte dell’evoluzio-
ne di uno straordinario processo
storico che si chiama III Rivoluzio-
ne Industriale. Spesso immagino il
mio account di G+ come uno di
quei casotti per la pesca chiamati
trabucchi, tanto somiglianti a delle
palafitte, piazzati sulla riva del
mare o di un fiume e da cui si gode
anche un certo panorama del po-
sto. Per pescare basta solo calare
una rete e aspettare un po’ di tem-
po. Purtroppo, come pescatore,
non ho sufficienti mezzi culturali
per offrire ai miei lettori tutti gli
aspetti di questa straordinaria
evoluzione che, più o meno co-
scientemente, volenti o nolenti,
stiamo vivendo. In ogni caso, a
partire da questo numero, ho deci-
so di creare una nuova rubrica MA-
KER & START-UP in cui intervisterò i
personaggi più significativi del
circuito G+ che, con la loro enorme
voglia di fare e di essere autonomi
e con le loro straordinarie realiz-
zazioni, rappresentano dei modelli
da seguire ed imitare, specialmen-
te per i giovanissimi. La rubrica si
inaugura con l’intervista a Fabrizio
Lapiello ad un giovane laureando
in informatica molto talentuoso,
volitivo e coraggioso, che ho avuto
l’onore di conoscere personalmen-
te lo scorso 16 aprile al Centro Di-
rezionale di Napoli, al termine di
un affollatissimo evento: il Mobile
Innovation Day, ospitato dall’Uni-
versità degli Studi di Napoli Par-
thenope, di cui lui è uno dei princi-
pali curatori responsabili. Poco
prima, Fabrizio aveva realizzato il
suo Ultrasonic Sight, un sensore
elettronico per guidare nel caos
delle nostre città i non vedenti,
nato, manco a dirlo, proprio con
Arduino. Come leggerete nell’arti-
colo, Fabrizio ha realizzato la sua
start-up LAPIELLO SOLUTIONS qui in
Campania, a Mondragone (CE), e
quanto valore simbolico c’è dietro
questo piccolo brand nascente!
Queste sono le migliori risposte da
dare a quanti ancora pretendono
un Mezzogiorno arretrato e nelle
mani di clan malavitosi. Quanto
mi piacerebbe trasmettervi il mio
orgoglio e la mia soddisfazione
nell’osservare l’operato di questi
ragazzi che, nonostante siano così
poco seguiti dalle istituzioni uni-
versitarie, troppo prese dalle loro
beghe gestionali ed economiche, si
rimboccano le maniche, studiano
e lavorano senza disperdersi in
inutili teoremi socio-politici e rea-
lizzando dei risultati utili all’eco-
nomia e al prestigio dell’intero
Paese. Mi sento fortunato e orgo-
glioso mentre rileggo ancora una
volta l’articolo di Gianmarco Rogo,
nato da un esperimento su Ardui-
no per una sua ricerca a supporto
di un esame universitario, sulla
teoria dei segnali che costituisce
un tutorial lodevole per chiarezza
e sintesi, nonostante la complessi-
tà degli argomenti trattati. Questi
ragazzi sono solo due di quelli che
a me già appaiono come dei prota-
di Salvio Giglio
Alla scoperta dei nuovi protagonisti della
III Rivoluzione Industriale
9. 99
ORIALE
gonisti della nuova Rivoluzione
Industriale che non è, specialmen-
te negli effetti socio-economici,
molto dissimile dalle due prece-
denti se non per il tratto globaliz-
zante, questa volta molto più effi-
cace e potente grazie ai nuovi me-
dia. Non ce ne rendiamo ancora
conto ma facciamo già parte di un
contesto storico che un giorno sa-
rà rimpianto e studiato da genera-
zioni di storici. Con ogni probabili-
tà, su di un qualche supporto per la
consultazione, un giorno si potrà
leggere un qualcosa del genere:
“Il secolo XXI ha rappresentato
nella storia umana un’epoca di
profonde trasformazioni economi-
che e sociali, originate in gran par-
te dagli effetti della III Rivoluzione
Industriale, dalla spinta del pro-
gresso tecnico e scientifico e
dall’affermazione della democra-
tizzazione e del liberalismo quasi
a livello planetario. L’applicazione
nel settore industriale delle sco-
perte tecniche e scientifiche pro-
vocò profonde conseguenze anche
sul piano dell'organizzazione del
lavoro e delle strutture economi-
che, finanziarie e commerciali.
Anche se il lavoro pesante e peri-
coloso, almeno in parte, non era
più legato alla sola mano dell'uo-
mo, una nuova forma di cyber arti-
gianato, scaturita dalle filosofie
Open Access e Copy Left di quei
primi decenni del nuovo millen-
nio, tornava a dare grande impor-
tanza all'impegno e alla fantasia
dell'artigiano che controllava il
processo produttivo dal principio
alla fine avvalendosi di nuovi stru-
menti creativi come le MCU e le
stampanti 3D per realizzare le sue
idee. Con l'avvento di queste nuo-
ve macchine non occorreva più
un grande capitale, come era avve-
nuto in passato, per finanziare im-
pianti e attrezzature. Questa novi-
tà annichiliva definitivamente la
figura del capitalista, del capitano
d'industria, unico organizzatore e
pianificatore della produzione, per
essere sostituita da quella del Ma-
ker e del Team in cui, democrati-
camente, idee e progetti vengono
messi a confronto e realizzati rapi-
damente per poi essere condivisi
apertamente in rete, discussi e
rielaborati quasi infinitamente. Le
conoscenze ora sono subito dispo-
nibili a quanti desiderano cimen-
tarsi nelle nuove tecnologie all’al-
ba di un secolo le cui sorti erano,
per volere della Storia, ancora nel-
le mani dell’umanità…”
Fabrizio Lapiello - CdL in Informatica presso l’Università
di Napoli Parthenope
Gianmarco Rogo - CdL in Ingegneria Biomedica presso
l’Università degli Studi di Napoli Federico II
11. 1111
ARDUINO
V
i do il benvenuto al re-
soconto del mio ultimo
esperimento, da cui ho
tratto questo nuovo tu-
torial, in cui utilizzo Arduino UNO
per monitorare la temperatura
esterna e, ad intervalli regolari a
scelta, aggrego i valori su un fi-
le .csv strutturando i dati per una
successiva analisi. Inoltre, dispon-
go di un modulo bluetooth per l’in-
vio in tempo reale dei dati (tempo
e temperatura) su un dispositivo
bluetooth abilitato alla ricezione
seriale, smartphone o PC che sia.
In particolare, vedremo:
Arduino UNO con MegunoLink
Pro (software per elaborazioni
dei dati);
real-time plotting con Meguno-
Link Pro;
come strutturare i dati in modo
intelligente (e successiva anali-
si);
scrittura su memoria MicroSD
(tramite libreria “SD.h”);
invio dei dati tramite periferica
bluetooth;
utilizzo di un
filtro a media
mobile (Moving-
Average Filter)
con Excel 2013.
Passiamo in rasse-
gna i componenti
utilizzati per que-
sto progetto:
Arduino UNO;
Arduino Ethernet Shield (ci ser-
virà solo per la scrittura su Micro
-SD);
Micro-SD (la capacità non è rile-
vante);
Sensore di temperatura LM35 (o
equivalente);
Modulo Bluetooth HC-06 (o equi-
valente);
1 led rosso;
1 led verde;
Breadboard e cavi collegamento.
Come osserviamo dallo schema di
Fig. 2, realizzato con Fritzing1
, l’e-
thernet shield viene praticamente
a sovrapporsi all’Arduino UNO col-
legando direttamente ogni pin.
Sarà dunque essa ad interfacciarsi
con la breadboard e tutti i suoi col-
legamenti.
di Gianmarco Rogo
LM35: analisi ed elaborazione dei dati
Questo progetto è nato per rispondere all’esigenza di ap-
profondire ed applicare praticamente le basi teoriche acqui-
site con lo studio della Teoria dei Segnali. Le sue potenzia-
lità applicative sono notevoli poiché offre un’ottima risposta
per chi è alla ricerca di un progetto di device capace di rile-
vare la temperatura ambientale capillarmente, magari an-
che implementabile nel controllo di apparecchiature per il
trattamento e il condizionamento dell’aria in locali speciali
come biblioteche ed archivi, camere sterili, ecc.
Fig. 1, LM35: monitoraggio ed elaborazione dei dati con un sensore di temperatura (foto G. Rogo)
1. È un software libero per la progettazione elettronica (EDA) focalizzato sul passaggio da semplici prototipi (basati sulla breadboard) al circuito stampa-
to da inviare alla produzione. È stato sviluppato dall'Interaction Design Lab della Fachhochschule Potsdam (Università di scienze applicate di Potsdam).
12. 1212
ARDU
Fig. 2, schema di assemblaggio del progetto realizzato con Fritzing
Fig. 3, uno snapshot di MegaunoLink Pro
13. 1313
UINO
In questo sketch si notano anche 2
led (1 rosso, 1 verde): il motivo di
questa implementazione è pura-
mente dimostrativa. La loro fun-
zione è quella di fornire un feed-
back visivo delle operazioni inter-
ne al micro-controllore. In partico-
lare, il led rosso lampeggerà ogni
qualvolta viene scritto un dato sul
file templog.csv; invece, il led ver-
de lampeggia quando gli stessi
dati vengono inviati al dispositivo
bluetooth. Entrambe le operazioni
vengono eseguite a frequenze dif-
ferenti; per tale motivo è utile (ma
non indispensabile) ricevere una
notifica del loro corretto funziona-
mento.
PASSO 1: CONOSCERE MEGUNOLINK PRO
Sono entusiasta nel presentar-
vi MegunoLink Pro (MLP): si tratta
di un utile software per l’analisi e
la manipolazione dei dati generati
direttamente da Arduino. A pri-
mo impatto, la UI può sembrarvi
davvero poco amichevole ma, fida-
tevi, presto vi abituerete e scopri-
rete le sue potenzialità.
Per utilizzare il programma è suf-
ficiente collegare Arduino alla
porta COM del nostro PC (come
avviene normalmente durante il
caricamento di uno sketch), avvia-
re MegunoLink Pro e selezionare
nella schermata “Connection Ma-
nager” i giusti parametri per poi
avviare la connessione; di tutto ciò
vediamo uno snapshot in Fig. 4.
Per verificare il corretto funziona-
mento, possiamo navigare diretta-
mente nella schermata MONITOR,
come in Fig. 3, (l’equivalente del
monitor seriale dell’IDE di Ardui-
no) e trovare l’output di uno sketch
già caricato su Arduino. Se cosi
non fosse provate ad eseguire i
passi preliminari di cui riporto
una schermata in Fig. 5. Giusto a
titolo informativo, MegunoLink
Pro ha tantissime funzionalità
(Mapping, Interface Panel, Time
plot, Log to file, ecc.) ma in questo
tutorial vedremo solo co-
me plottare dati sugli assi X e Y (X
-Y PLOT), così come in Fig. 6, ri-
mandando i lettori ad altre occa-
sioni in cui approfondiremo me-
glio anche questi aspetti. Sono
certo che, a questo punto, vi stare-
te sicuramente chiedendo:
“Come riesce MegunoLink Pro a
interpretare autonomamente i dati
forniti da Arduino e tracciare la
funzione?”.
Semplice: MLP utilizza dati strut-
turati2
del tipo:
{XYPLOT:Temperatura|DATA|temp
|20|31.25}
in cui:
XYPLOT: definisce il tipo di ana-
lisi che vogliamo condurre sui
dati; in questo caso “plotting su-
gli assi X-Y”;
Temperatura: nome del canale
(opzionale ma utile se desideras-
simo ad esempio monitorare,
oltre alla temperatura, anche
l’umidità: creeremo allora 2 ca-
nali rispettivamente
“Temperatura” e “Umidità”);
DATA: è il comando standard
associato a XYPLOT; definisce il
susseguirsi di una lista di coppie
X-Y;
temp: è il nome che abbiamo
scelto per la sequenza di valori
da rappresentare;
20|31.25: sono rispettivamente le
coordinate degli assi X-Y.
Nota: tutti i parametri devono es-
sere divisi da un separatore identi-
ficato con il carattere “|”; le strin-
ghe, invece, inizieranno e termine-
ranno con le parentesi graffe. Ta-
li informazioni, così strutturate,
possono essere inviate in output
con 2 modalità differenti:
utilizzando la
libreria “MegunoLink.h”
MyPlot.SendData
(“temp“, 20, 31.25);
utilizzando un output grezzo, del
tipo:
Serial.print
(“{XY-
PLOT|DATA|Temperatura|”);
Serial.print(asseX);
Serial.print(“|”);
Serial.print(asseY);
Serial.println(“}”);
Nel mio sketch utilizzerò entrambi
per esigenze differenti che capire-
te nei prossimi paragrafi.
PASSO 2: SKETCH SU ARDUINO
La scrittura di questo sketch non è
particolarmente complicata per-
tanto inserirò i commenti nelle
2. Si pensi ai puntatori che, in programmazione, sono tipi di dati rappresentanti la posizione di elementi del programma, usando indirizzi di memoria di
questi. Nel nostro caso l'uso dei puntatori è reso necessario proprio per costruire strutture dinamiche di dati, cioè dalla forma non prevedibile a priori e/o
variabile nel tempo, come: grafi, alberi, liste e così via. Un'altra applicazione classica dei puntatori consiste nel simulare il passaggio di parametri per
riferimento in quei linguaggi che dispongono solo di passaggio di parametri per valore.
3. E’ un FOSS per l’emulazione di diversi tipi di terminale per comunicazioni per computer , da VT100 a VT382. Supporta telnet, SSH 1 e 2 e le connessioni
di porta seriale. Possiede anche un linguaggio di script macro built-in, supporta Oniguruma e altri plugin utili.
Fig. 4, il Connection Manager per la gestione e l’avvio della connessione
14. 1414
ARDU
Fig. 6, il plottaggio dei dati sugli assi X e Y (X-Y PLOT)
Fig. 5, i trepassagginecessariperlaconfigurazionedellaportaseriale(1); per la sua installazione (2) e l’installazione del Monitor (3)
15. 1515
UINO
righe di codice per spiegare facil-
mente il funzionamento, ove ne-
cessario. E’ d’obbligo fare una pre-
messa affinché siano chiare le
scelte di alcune implementazioni
nel codice sorgente: questo proget-
to è da intendersi “stand-alone“
ovvero ho cercato di rendere il più
possibile indipendente il funzio-
namento di Arduino dal PC. Dun-
que, non utilizzeremo mai (se non
per scopi di debugging) il monitor
seriale USB per la ricezione dei
dati, piuttosto comunicheremo via
bluetooth.
Codice sorgente:
http://pastebin.com/M1uXxFqk
PASSO 3: ANALISI DEI DATI
Bene, una volta caricato lo sketch,
e lasciato in esecuzione per una
ventina di minuti, possiamo fare le
prime analisi. A questo punto sap-
piamo che Arduino sta eseguendo
in loop principalmente tre impor-
tanti operazioni: lettura della tem-
peratura esterna; invio dei dati via
bluetooth per una consultazione
istantanea, casuale; scrittura dei
dati su MicroSD per analisi suc-
cessive (logging).
Lettura dei dati via bluetooth
A questo proposito ho installato
un semplice monitor seriale sul
mio smartphone Android: Bluetooth
Terminal (ce ne sono tantissimi,
ne potete scegliere uno qualsiasi).
I passi da eseguire sono quindi
semplicissimi come quelli di Fig.
7. Nota: in alternativa, è possibile
collegare alla periferica bluetooth
anche un PC che supporti tale con-
nessione. Vi consiglio di utilizzare
Tera Term3
come monitor per Win-
dows. Come potete osservare da
quest’ultima immagine, una volta
stabilita la connessione, i valori di
Fig. 7, passaggi necessari per stabilire la connessione bluethooth
Fig. 8, elaborazione dei dati con Excell 2013
16. 1616
ARDU
temperatura sono già formattati
per MegunoLink Pro. Questa scelta
è voluta: con MLP, infatti, è possi-
bile anche plottare i valori sce-
gliendo come sorgente la connes-
sione bluetooth del vostro PC e,
quindi, wireless.
Scrittura dei dati su Micro-SD: il
file “templog.csv”
Il file “templog.csv” contiene i
campioni di temperatura raccolti
con il sensore LM35 ad intervalli
regolari; i primi 10 campioni si
presenteranno quindi in questo
modo:
START
1,22.95
2,20.51
3,20.02
4,20.51
5,20.51
6,21.00
7,21.00
8,20.02
9,20.51
10,20.02
Ho scelto di ordinare i campioni
progressivamente secondo l’incre-
mento lineare di un numero intero
che simula il tempo (o meglio la
frequenza di campionamento).
Dunque, all’istante di tempo T1,
Fig. 9, il filtro a media mobile, con passo 3, esegue la media dei precedenti tre valori e li restituisce in uscita
Fig.11 il grafico ottenuto dagli otre 4900 campioni in circa tre giorni di rilevamento
Fig.10 il paragone tra la rappresentazione SENZA filtro MA in blu, e CON filtro MA in arancione
Moving Average
17. 1717
UINO
Fig.12, finestra per il settaggio del filtro a media mobile
osservo 22,95 °C, a T2 osservo 20,51
°C e cosi via… Inoltre è importante
indicare l’avvio della scrittura del
file con un marcatore (in questo
caso ho scelto la parola “START“)
poiché, in caso di interruzione im-
prevista dell’alimentazione, la va-
riabile che indica l’asse dei tempi
ricomincerebbe il conteggio da
capo, allegando i nuovi valori allo
stesso file “templog.csv”. Questo
causerebbe un’incongruenza di
dati durante l’elaborazione dell’as-
se X! Con il marcatore, invece, pos-
so manualmente aggiustare il con-
teggio al ripresentarsi della parola
“START”, aggiungendo un valore di
offset. Plottare questi dati sarà fa-
cilissimo in quanto sono dei sem-
plici valori separati da virgola
(tempo, temperatura); qualunque
foglio di calcolo è in grado di im-
portarli indicando, per l’appunto,
come carattere di separazione la
virgola.
Passo 4: elaborazione dei dati con
Excel 2013
Siamo giunti, quindi, all’ultima fa-
se che, a mio avviso, é la più inte-
ressante! Dopo ore (se non giorni)
di registrazioni, siamo ora in grado
di analizzare, e quindi elaborare,
questa mole di dati su un foglio
elettronico. Come già detto, impor-
tare il file “templog.csv” in Excel,
come in Fig. 8, è un’operazione ba-
nale; per comodità ho usato la sui-
te Microsoft Office ma potete ese-
guire la stessa operazione anche
in Google Spreadsheet! A questo
punto vi ricordo che, in questo ar-
ticolo, troverete alcuni riferimenti
ipertestuali contrassegnati da un
hashtag; per visualizzarli collega-
tevi al mio blog:
http://rogosprojects.wordpress.com/
Ora, se desiderate vedere una de-
mo del foglio elettronico in Drive,
cliccate dal mio blog:
#rogosprojects – Templog.csv.
Dalla rappresentazione dei dati
sugli assi cartesiani, si evince che,
in intervalli prossimi tra loro, si
verificano spesso dei “salti”, anche
se piccoli, dovuti alla discreta pre-
cisione del sensore LM35. Tali di-
scontinuità possono essere
“addolcite” tramite l’utilizzo di ap-
positi filtri. Uno dei più interes-
santi che potrebbe fare al caso no-
stro è sicuramente il filtro a media
mobile (Moving Average Filter).
Semplificando di molto la tratta-
zione dei sistemi filtranti, cercherò
di essere quanto più pratico possi-
bile nella spiegazione che richie-
derebbe, invece, anche una buona
trattazione a livello teorico.
Il filtro a media mobile
Trattasi di un particolare sistema
filtrante che, data una sequenza di
valori in ingresso, riporta in uscita
la media dei valori per un dato in-
tervallo mobile, Fig. 9. Così facen-
do, la funzione ottenuta risulterà
notevolmente alleggerita, Fig. 10.
Compresa l’utilità del filtro a me-
dia mobile, vediamo come risulte-
rebbe la sua applicazione sui cam-
pioni registrati nel nostro progetto,
Fig. 11: per approfondimenti vi al-
lego il foglio elettronico su Drive:
#rogosprojects – Templog5.csv. E’
evidente che la funzione risultante
è notevolmente semplificata (in
rosso) poiché deriva da un’appros-
simazione dei campioni realmente
misurati (errore introdotto dal fil-
tro). Applicare il filtro MA è risul-
tato semplice utilizzando Micro-
soft Excel 2013 (in alternativa, è
possibile realizzare lo stesso filtro
con MATLAB, Simulink o simili). E’
stato sufficiente, infatti:
importare i dati su una colonna;
navigare in Dati > Analisi dei
dati;
selezionare Moving Average (o
media mobile);
definire l’intervallo dei valori in
ingresso, l’intervallo di campio-
namento e l’intervallo dei valori
in uscita in una nuova colonna;
opzionalmente, spuntare anche
l’opzione per il grafico in output
cosi da ottenere una rappresen-
tazione dei campioni filtrati, Fig.
12.
Detto questo, vi ringrazio per l’at-
tenzione prestatami e vi do appun-
tamento al prossimo esperimento
con Arduino :-)
19. 1919
ARDUINO
E
d eccoci qua per una
nuova puntata su come
realizzare i nostri PCB
derivati dagli esperimen-
ti fatti con Arduino o tratti da qual-
che rivista di elettronica. Ci occu-
peremo ora di una tecnica di ripro-
duzione su basette ramate dei no-
stri elaborati grafici per i circuiti
stampati, molto superiore a quella
del trasferimento diretto chiamata
fotoincisione. Sappiate che la sco-
perta di questa tecnica di stampa,
come di tante altre invenzioni, si
fonda sull’assunto: “La necessità
aguzza l’ingegno”, un modus pen-
santi che più di tutti distingue il
genere umano dal resto delle crea-
ture che popolano il nostro piane-
ta. Scopriamo perché…
CENNO STORICO
Siamo alla fine del 1700 quando, in
Germania, il commediografo au-
striaco Johann Alois Senefelder,
per problemi economici, non ave-
va più credito dagli editori per
stampare le sue opere. Fu questa
la molla che spinse l’ingegnoso
autore a realizzare una tecnica
innovativa per aggirare l’acquisto
di una pressa per la stampa, i rela-
tivi set di caratteri e la carta. Si
immerse così in un lungo periodo
di ricerca fatto di tantissime prove
ed errori. La tenacia di Senefelder,
alla fine, fu premiata nel 1796,
quando scoprì che
era possibile fare
delle stampe im-
piegando una par-
ticolare pietra cal-
carea a grana fi-
nissima reperibile
g r a t u i t a m e n t e
presso una cittadina della Media
Franconia, in Baviera: Solnhofen.
Questo calcare molto duro e di fa-
cile lavorabilità, permise all’inven-
tore austriaco la realizzazione di
un procedimento che rappresenta
il primo processo litografi-
co (dal greco λίθος, lìthos, "pietra"
e γ ρ ά φ ε ι ν , g r à p h e i n ,
"scrivere") nella storia della stam-
pa e che consisteva dei seguenti
passaggi:
taglio della lastra matrice con
uno spessore oscillante tra i 6
ed i 12 cm per sopportare la
pressione del torchio da stam-
pa;
levigatura superficiale della
lastra con pomice o sabbia;
scrittura al negativo del testo
utilizzando un inchiostro molto
oleoso, di sua invenzione, facil-
mente trattenuto dal calcare;
spennellatura della superficie
destinata alla stampa della la-
stra master con una soluzione
liquida di acido nitrico, gomma
arabica acidificata e acqua
chiamata "preparazione" che
trasforma tutte le zone della
lastra calcarea non protette
dall'inchiostro litografico in
nitrato di calcio di facile rimo-
zione con della semplice acqua;
immersione della lastra master
La fotoincisione e il bromògrafo
III puntata
di Salvio Giglio
Fig. 1, il modello di bromografo proposto nell’inserto allegato a questo numero di CADZINE.
Per coloro che sono a digiuno di elettronica parliamo della
tecnica della fotoincisione che permette di realizzare dei
circuiti stampati molto precisi paragonabili a quelli professio-
nali degli anni ‘80 e ‘90 dello scorso secolo. Spinto dall’entu-
siasmo per questo ritorno dell’elettronica hobbistica ho rea-
lizzato un progetto di bromografo da costruire a casa con
pochissima spesa.
20. 2020
ARDU
nell’acqua per un giorno per
rimuovere completamente le
parti superflue dal master e far
assorbire alla pietra una certa
quantità d’acqua necessaria
alla successiva fase di stampa;
posizionamento della lastra
bagnata sulla base del torchio
strisciante, sempre di sua in-
venzione, con la superfice trat-
tata rivolta verso l’alto;
inchiostratura della superficie
in rilievo del master che avvie-
ne passando un rullo di gomma
intriso d’inchiostro litografico,
che aderisce solo sulla parti
impresse mentre, invece, viene
respinto dalle parti ancora inu-
midite dall’acqua;
posizionamento del foglio di
carta da stampare sulla lastra a
cui se ne aggiungono anche
degli altri ed un cartone grassa-
to con lo scopo di distribuire
uniformemente la compressio-
ne sulla lastra ed evitando che
il foglio si rovini sotto il piano
del torchio e alla fine il tutto
viene compresso;
asciugatura del foglio.
Il torchio realizzato da Senefelder,
a differenza da quelli tradizionali,
esercitava la forte pressione ne-
cessaria alla stampa trasversal-
mente alla latra master evitando
così la rottura della stessa. Se ci
pensate bene, questa tecnica so-
miglia tantissimo a quella del tra-
sferimento diretto che abbiamo
trattato nella scorsa puntata! La
scoperta del geniale commedio-
grafo austriaco apre così la strada
allo sviluppo della fotoincisione
tecnica sviluppata grazie alle ri-
cerche del francese Nicéphore
Niépce, nate per sopperire alle sue
scarse capacità di disegnatore,
che cominciò già dal 1797 i suoi
studi sulle proprietà della luce e
sulla camera oscura durante un
periodo di soggiorno a Cagliari.
Dopo alcuni anni dedicati ad altre
ricerche, dal 1816 riprese i suoi
studi sulle proprietà fotosensibili
di due sostanze: il cloruro d'argen-
to e il bitume di Giudea, un tipo di
asfalto solubile nell'olio di lavanda
che indurisce appena è esposto
alla luce. Proprio con questa so-
stanza, nel 1822, raggiunge un ri-
Johann Alois Senefelder e il principio di funzionamento del suo torchio
Da sinistra: Joseph Nicéphore Niépce; incisione originale del cardinale D'Amboise del 1650; copia eliografica dell’incisione
del 1816
21. 2121
UINO
sultato significativo con la sua pri-
ma immagine disegnata dalla luce
solare, che lui chiamò eliografia,
replicando un’incisione del cardi-
nale Georges D'Amboise. Niépce
aveva cosparso una lastra di peltro
con il bitume a cui sovrappose l'in-
cisione del cardinale per poi
esporre il tutto alla luce solare. Il
bitume fu impressionato e indurì li
dove la luce riusciva a raggiungere
la lastra di peltro attraverso le zo-
ne chiare dell'incisione e, in tal
modo, non poté essere eliminato
dal successivo lavaggio con olio di
lavanda. La superficie rimasta sco-
perta venne poi scavata con
dell'acquaforte e la lastra finale
poté così essere impiegata per la
stampa. Da questa invenzione sca-
turirà qualche anno dopo la foto-
grafia e tante altre tecniche affini
per la riproduzione fotografica.
CAMPI DI IMPIEGO
Sono trascorsi due secoli circa dal-
la scoperta della fotoincisione e
fondamentalmente la tecnica non
è molto cambiata: una lastra foto-
grafica, in negativo o positivo,
ospita l’immagine del testo o
dell’illustrazione che si vuole ri-
produrre, con essa viene realizzata
una maschera, che serve da sago-
ma per l’erosione chimica, appli-
cando uno strato di materiale foto-
sensibile come la gelatina bicro-
mata o fotopolimeri sensibili alla
luce. I campi di applicazioni della
fotoincisione sono tantissimi:
nelle arti grafiche è utilizzata
come processo di intaglio chi-
mico di metalli e lastre di pietra;
in elettronica, come vedremo tra
poco, viene adoperata per rica-
vare circuiti stampati con estre-
ma precisione;
nel modellismo col suo impiego
si ottengono particolari detta-
gliatissimi di difficile realizza-
zione con altre tecniche;
nella stampa è adoperata per la
realizzazione di matrici metalli-
che di testi e illustrazioni per i
processi off set.
LA FOTOINCISIONE IN ELETTRONICA
L’impiego della fotoincisione per
la produzione di prototipi stand
alone derivati da Arduino, o altri
MCU simili, o per realizzare circui-
teria elettronica per usi generici,
offre dei risultati molto soddisfa-
centi per accuratezza e livello di
finitura delle schede prodotte. Tra
i principali vantaggi della fotoinci-
sione troviamo che: dal master si
possono ricavare più esemplari
dello stesso circuito stampato; è
possibile riprodurre con estrema
precisione piste e piazzole di di-
mensioni ridotte; i circuiti stampa-
ti ottenuti sono di ottima qualità,
paragonabili a quelli delle schede
industriali anni ‘90. Il rovescio del-
la medaglia consiste in un mag-
gior numero di passaggi chimici,
nell’acquisto di basette pre-
trattate, sensibilmente più costose,
e nell’uso di un bromògrafo. Il flus-
so di lavoro è molto semplice e,
per certi tratti, non molto lontano
da quello di Nièpce:
progettare il circuito;
sviluppare un master manual-
mente o tramite stampante, fo-
tocopiatrice;
esporre la basetta ai raggi UV in
un bromògrafo facendo in mo-
do che vengano evidenziate
solo quelle aree da cui si deve
rimuovere il rame;
rimuovere chimicamente la
vernice inutile con lo sviluppo;
incisione chimica con cloruro
ferrico per rimuovere solo il
rame rimasto scoperto.
Facciamo una breve carrellata sui
principali topics legati alla fotoin-
cisione e poi passiamo alla costru-
zione del nostro bromògrafo a va-
ligetta.
IL MASTER
Tutto parte dal progetto del circui-
to stampato che, come vedremo
nelle prossime puntate, trova nel
PC e nel software CAD dedicato e
gratuito (come ad esempio CirCad,
Fritzing, KiCAD, OrCad, PCB Protel,
ecc.) dei preziosi strumenti per
Fotoincisione e modellismo: due immagini per comprendere il livello di dettaglio che è possibile raggiungere con questa tec-
nica. Il modello, scala 1/32, di una locomotiva a vaporei cui componenti sono stati ricavati con la fotoincisionee tagliati col laser
22. 2222
ARDU
affrontare tutte le problematiche
relative allo sbroglio delle mem-
brature dei circuiti, al dimensiona-
mento di fori, piazzole, vias, piste,
ecc. Ovviamente, per la progetta-
zione e la realizzazione di un cir-
cuito stampato, si può ricorrere
anche a CAD generici o a program-
mi di grafica vettoriale, rinuncian-
do però a certe funzionalità avan-
zate del software specializzato. In
ogni caso è sempre consigliabile
distribuire il progetto su più layer
creando gruppi di oggetti simili
(piste, componenti, ecc.) per evita-
re confusione e stampare parti di
esso inutili per la fotoincisione dal
momento che sulla basetta si inci-
deranno solo le piste. Ad esempio,
i tre layer SCHEDA, COMPONENTISTI-
CA, ALIMENTAZIONE, CIRCUITO STAM-
PATO TOP e, se è a doppia faccia,
CIRCUITO STAMPATO DOWN permet-
tono una gestione ottimale della
stampa e della distinta dei mate-
riali da acquistare. A progetto fini-
to basterà stamparlo in scala 1:1 su
di un supporto trasparente ai raggi
ultravioletti tra quelli di cui sotto:
Acetato, ottimo per la riprodu-
zione grafica manuale del cir-
cuito; è reperibile in cartolerie
tecniche in fogli trasparenti di
vari formati ove è possibile ac-
quistare anche appositi penna-
relli e trasferibili. Se si adotta
una fotocopiatrice, una stam-
pante laser o a getto d’inchio-
stro, è necessario acquistare
fogli di acetato specifici altri-
menti si danneggia irreparabil-
mente il tamburo di fusione o
altre parti del dispositivo!
Carta da lucido o carta mozza-
rella, entrambe ideali con stru-
menti da disegno tradizionali,
ottime anche per la stampa a
getto d’inchiostro laser e foto-
copiatrici, sul mercato anche
con supporti specifici per que-
sti dispositivi.
Carta da ufficio per fotocopie,
consigliata da alcuni autori
quando si lavora con piste
estremamente sottili o isola-
menti elettrici ridotti e per la
sua economicità e flessibilità di
riproduzione, anche se la bassa
trasparenza implica elevati
tempi di esposizione in bromo-
grafi di elevata potenza nonché
tutta una serie di prove preli-
minari per una messa a punto
efficace del master.
Un aspetto che non deve assoluta-
mente essere trascurato riguarda
la campitura1
del master che deve
essere fatta con inchiostri total-
mente opachi alla luce ultraviolet-
ta, al di la del colore visibile con la
luce normale. La campitura deve
perciò essere eseguita accurata-
mente, senza buchi o sbavature e
il controllo della sua omogeneità
può essere eseguito con una lente
d’ingrandimento poggiando la
stampa contro una finestra o su di
un piano luminoso. Se sono pre-
senti difetti la qualità del lavoro
può essere seriamente compro-
messa.
LE BASETTE PREVERNICIATE CON POLI-
MERI FOTOSENSIBILI
In commercio sono reperibili delle
basette photo-resist coated board
Eurocard già rivestite di una parti-
colare pellicola resistente all'inci-
sione, presensibilizzate, il cui po-
limero, che costituisce la struttura
di base della vernice, quando vie-
ne illuminato con raggi UVA di-
venta solubile in una soluzione
basica e facilmente rimosso. Que-
ste schede spesso vengono vendu-
te sottovuoto in confezioni argen-
tate e vanno conservate al fresco.
Una volta aperta la confezione,
eventuali altre schede presenti
possono perdere lo strato fotosen-
sibile se non vengono conservate
adeguatamente. Dopo la rimozione
della pellicola protettiva, le baset-
te diventano molto più delicate e
sensibili alla luce ambiente, non è
certo necessaria una camera
oscura, ma vi consiglio di evitare
assolutamente esposizioni acci-
dentali alla luce solare diretta, tubi
al neon e lampade alogene, ecc.
Rimuovete la carta protettiva solo
1. In pittura e grafica è la stesura uniforme del colore su di una superfice.
Basette photo-resist coated board Eurocard, pre-rivestite di una particolare pellicola resistente all'incisione. A sinistra uno
spaccato della basetta, a destra basette nelle principali dimensioni dello standard Eurocard
23. 2323
UINO
quando siete effettivamente pronti
e maneggiate la basetta con dei
guanti in lattice per uso medico
per evitare ditate.
LO SVILUPPO
Per evidenziare il disegno delle
piste dopo l'esposizione ai raggi
UV è necessario utilizzare un’ap-
posita soluzione alcalina chiamata
sviluppo. Essa ha il compito di eli-
minare la patina di vernice foto-
sensibile inutile, quella illuminata
dagli UV, lasciando intatta la parte
rimasta in ombra. È inutile acqui-
stare costosi prodotti specifici nei
negozi di elettronica: basta della
semplice soda caustica (NaOH)
che trovate al supermercato, nei
colorifici, ferramenta e in alcuni
negozi di detersivi. Ricordate che
la soda caustica è un potente cor-
rosivo e che in virtù di ciò vanno
seguite scrupolosamente le indica-
zioni di sicurezza della scorsa
puntata. La soda è un prodotto che
si deteriora facilmente in quanto
tende ad assorbire l’umidità
dell’ambiente circostante, se in
grani, o a precipitare se esposta
all'aria quando è in soluzione. Per
preparare una soluzione di svilup-
po ottimale al 3,5% seguite queste
indicazioni:
1. Procuratevi un paio di litri di
acqua distillata, una bacinella,
un cucchiaino da caffè, una bot-
tiglia di vetro con tappo a chiu-
sura ermetica da 1l, un’asticella
rigida, spessa e abbastanza lun-
ga da raggiungere il fondo della
bottiglia e un pennello dalle se-
tole morbide.
2. Intiepidite un litro d’acqua di-
stillata in una pentola fino a far-
gli raggiungere una temperatura
massima di una trentina di gra-
di.
3. Versate nella bottiglia l’acqua
distillata con un imbuto e con
estrema prudenza, muniti di ma-
scherina, occhiali e guanti di
gomma da lavoro mantenendo il
volto ben distante dalla bottiglia,
e aggiungete 35gr di soda causti-
ca (5 cucchiaini2
da caffè) facen-
dola sciogliere con molta cura
girando con l’asticella affinché
alcun granulo possa restare non
disciolto. Quando verserete la
soda noterete lo sviluppo di va-
pore (tossico) e un aumento sen-
sibile della temperatura della
soluzione, ciò è dovuta alla rea-
zione esotermica3
che si sta svi-
luppando in essa. La soluzione
basica può essere riutilizzata
finche persiste la sua trasparen-
za oppure si cominciano a nota-
re dei depositi sul fondo.
4. Immergete delicatamente la ba-
setta nella soluzione di sviluppo
con il rame rivolto verso l'alto,
dopo pochi secondi inizia la rea-
zione e la superficie della baset-
ta diventa di colore verde o blu
molto scuro, quasi nero. Durante
questa fase coadiuvate la reazio-
ne chimica passando, con molta
delicatezza e lentamente, il pen-
nello sulla superficie della ba-
setta, in tal modo rimuoverete la
patina scura presente su di essa
fino a che non comincerete a
scorgere le piste del vostro cir-
cuito, che devono apparire in 20-
30 secondi. Considerate che il
tempo dello sviluppo deve con-
sentire, simultaneamente, sia
una totale rimozione del photo-
resist superfluo, sia l’integrità
del circuito. Un segnale evidente
dell’avvenuta pulizia della ba-
setta è quello della mancata for-
mazione di liquido scuro, anche
se conviene sempre verificare
direttamente se il rame è ancora
ricoperto dalla patina protettiva
semitrasparente.
5. Terminato lo sviluppo lavate
accuratamente la basetta con
acqua fredda corrente. Evitate di
far passare troppo tempo tra
esposizione, sviluppo e incisio-
ne della basetta pretrattata, poi-
ché con il tempo il photoresist,
soprattutto quello già sviluppato,
perde resistenza all'incisione e
il rame scoperto tende ad ossi-
darsi.
6. Riponete la bottiglia della solu-
zione di sviluppo ben chiusa, su
cui avrete messo una vistosa e
comprensibile etichettatura che
avvisa del pericolo, in un luogo
sicuro ed inaccessibile a perso-
ne ed animali.
7. Abbattete la soluzione residua
della bacinella con dell’aceto da
cucina che, essendo acido, neu-
tralizza la base della NaOH.
8. Lavate accuratamente la baci-
nella e tutta l’attrezzatura utiliz-
zata per questa fase e qualunque
superficie sia entrata in contatto
con la soda caustica.
9. Procedete con l'incisione in clo-
ruro ferrico.
Passiamo adesso a descrivere suc-
cintamente il bromògrafo e cer-
chiamo di capire quale soluzione
sia la più conveniente per svilup-
pare i nostri PCB.
IL BROMÒGRAFO
Sono quasi saltato dalla sedia
quando ho visto, su più di un sito,
che un bromògrafo nuovo, nella
sua esecuzione più semplice con
sole tre lampade, può costare an-
che oltre 1000€! Ecco cosa mi ha
spinto a realizzare un progetto di
bromografo low-cost per questo
articolo. Per prima cosa cerchiamo
capire cos’è questo apparecchio e
come si utilizza! Il bromògrafo è un
dispositivo per lavorazioni fotogra-
fiche e serve per copiare, a contat-
to e velocemente, i negativi di
un’immagine su diversi tipi di sup-
porto come carta, pellicole o lastre.
Somiglia molto ad uno scanner
2. Considerate che i grani di soda hanno dimensioni molto simili a quelle del riso; con l’intento di fornirvi delle indicazioni corrette, ho fatto un giro in rete
e, su di un noto sito di ricette di cucina, ho appreso che un cucchiaino da caffè contiene circa 7 grammi di riso da cui la mia indicazione.
3. In termodinamica viene definito processo esotermico una trasformazione che comporta un trasferimento di calore dal sistema all'ambiente.
24. 2424
ARDUINO
poiché è composto da una casset-
ta rettangolare che riporta, nel pia-
no superiore, un’ampia finestra
trasparente, protetta da uno spor-
tello e provvista di opportune gui-
de per sostenere i negativi, duran-
te la copia, ben aderenti ad essa. Al
suo interno è collocato un opportu-
no sistema d’illuminazione a bassa
inerzia elettrica, regolabile in posi-
zione e in intensità, per determi-
nare l’esposizione. Per la copia si
poggiano sul piano di vetro il ne-
gativo e, sopra di esso, la carta fo-
tografica con il lato emulsionato a
contatto con quest’ultimo. Il por-
tello abbassato eviterà, con la sua
pressione, le sfocature facendo
aderire carta e negativo al vetro. La
carta fotografica è impressionata
accendendo le luci interne del bro-
mògrafo per una certa quantità di
tempo. Nei modelli di bromògrafo
del passato, il tempo di esposizio-
ne era affidato esclusivamente
all’esperienza del fotografo che
agiva su di un semplice pulsante,
come quello per il campanello di
casa, o su di un interruttore prov-
vedendo così ad accendere e spe-
gnere le luci dell’apparecchio ma-
nualmente. Oggi tutto ciò è stato
sostituito da un più efficiente tem-
porizzatore digitale che lavora con
grande precisione sulle luci utiliz-
zando il tempo preimpostato
dall’utente. In ambito fotografico,
al bromògrafo tradizionale si sono
affiancati apparecchi più perfezio-
nati come quello a piano aspirante
e l’ingranditore fotografico, anche
se la fotografia digitale ha manda-
to queste macchine quasi del tutto
in pensione. Il bromògrafo che ci
interessa è un gemello di quello
usato in fotografia solo che utiliz-
za, come abbiamo già visto, delle
lampade a radiazione ultravioletta
per impressionare la basetta rama-
ta presensibilizzata. Il mio proget-
to prevede la realizzazione di una
cassetta in legno multistrato sud-
divisa in due scomparti in cui in-
stallare il gruppo di lampade al
neon, il ballast elettronico nonché
tutto il cablaggio necessario a far
funzionare le lampade UV per il
tempo determinato da un semplice
relè temporizzatore per la luce
scale funzionante alla tensione di
rete. Il costo complessivo del bro-
mografo che qui vi propongo è di
una settantina di euro. Per non
trasformare questo numero di CA-
DZINE in un libro ho deciso di alle-
gare in un inserto separato l’intero
ciclo di lavorazione dell’apparec-
chio. Nel post da cui avete tratto
questo numero di CADZINE c’è an-
che il link da cui scaricare il mo-
dello; la sua visualizzazione è
splittata in tabs che mostrano il
bromografo e i suoi vari compo-
nenti in scala 1:1. Per visualizzare
il modello ricordatevi di aprire la
finestra dei layer per far apparire i
livelli non visibili. In ogni caso
nell’inserto sono riprodotti e quo-
tati tutti i pezzi del bromografo, i
relativi schemi elettrici e le sche-
de di specifica con le istruzioni per
la sua realizzazione. Prima di salu-
tarvi volevo solo aggiungere che
ho utilizzato l’ultima versione di
SketchUp MAKE 2015 e l’ho trovata
molto più performante per i lavori
fatti con le misure in mm anche
per archi e circonferenze, inoltre le
inferenze funzionano molto me-
glio! Vi rimando alla lettura dell’al-
legato scaricabile in PDF e vi do
appuntamento alla prossima pun-
tata di questa rubrica.
Continua
Snapshot dal modello 3D della vista dall’alto del bromografo
26. 2626
BASI PER IL DISEGNO
B
envenuti alla seconda
parte della scheda mo-
nografica sugli elementi
di collegamento smonta-
bili. In questo articolo ci occupere-
mo delle principali caratteristiche
dimensionali delle viti partendo
dalla fisica ad esse applicata.
Generalizzazioni
Nella sua forma essenziale, a pre-
scindere dallo standard di riferi-
mento, una vite è composta da un
corpo centrale, cilindrico o conico,
chiamato nocciolo sulla cui super-
fice esterna si avvolge elicoidal-
mente un rilievo chiamato filetta-
tura, o thread. Ad ogni vite corri-
sponde un foro particolare chia-
mato madrevite, che riporta an-
ch’esso sulla sua superfice interna
una filettatura dimensionalmente
analoga a quello della vite a cui è
associata. Questa combinazione
vite/madrevite, capace di trasfor-
mare un moto rotatorio in lineare
attraverso la rotazione relativa dei
suoi due elementi e lo scorrimento
assiale degli stessi, costituisce un
accoppiamento in cui le parti pie-
ne della vite si inseriscono nelle
parti vuote della madrevite. Que-
sto accoppiamento è anche defini-
to come coppia elicoidale e può
essere realizzata in modo che:
a) la vite ruoti e avanzi assialmen-
te mentre la madrevite è ferma;
b) la vite ruoti senza poter avanza-
re, in questo caso è la madrevite
che si sposta assialmente. Il primo
caso riguarda le viti di collega-
mento, mentre al secondo appar-
tengono le viti di manovra. I para-
metri che caratterizzano una filet-
tatura sono:
la forma del profilo,
il triangolo generatore,
l’avanzamento,
il passo,
il numero dei filetti,
i diametri caratteristici
(nocciolo, medio, esterno o nomi-
nale),
la spira dell’elica media,
angolo di inclinazione dell’elica,
il verso di avvitamento.
Esaminiamo adesso, succintamen-
te, queste grandezze caratteristi-
che delle filettature
La forma del profilo e il triangolo
generatore
La forma del profilo, o thread form,
è la figura che si ricava sezionan-
do un elemento filettato con un
piano passante per il suo asse. Nel
disegno di una filettatura identifi-
cano i seguenti profili caratteristi-
ci (Fig. 1 e 2):
IDEALE o di base, derivante dalla
figura geometrica che da il no-
me alla filettatura comuni a vite
(filetto esterno) e madrevite
(filetto interno). Si hanno, così,
filettature triangolari, trapezie,
a dente di sega e a profilo ton-
do.
NOMINALE, si utilizza per il cal-
colo e per determinare le di-
mensioni limite della filettatu-
ra; differisce dal precedente per
la presenza di eventuali tronca-
ture ed arrotondamenti sulla
cresta e sul fondo dei filetti.
REALE o di esecuzione, è quello
prodotto dalla macchina uten-
sile concretamente.
Si ricordi che nelle madreviti, soli-
tamente, il profilo nominale corri-
sponde a quello di base. Il TRIANGO-
LO GENERATORE è quella figura teori-
ca da cui si ottengono sia la forma
che le dimensioni del profilo di
base (nel caso di filettature metri-
che ISO è equilatero).
Avanzamento, passo, spira e nu-
mero di filetti
Ruotando uno o entrambi gli ele-
menti di 360° (giro completo) at-
II puntata
di Salvio Giglio
Elementi di fissaggio smontabili: le viti
Fig. 1, elementi caratteristici delle filettature
27. 2727
E LA PROGETTAZIONE
torno al loro asse comune, si origi-
na il movimento assiale di uno di
essi di una certa misura che è defi-
nita come avanzamento al giro o
lead. Ogni vite è poi caratterizzata
anche dal passo pitch P che si può
definire come la distanza tra due
punti, o creste, consecutivi del fi-
letto situati sulla stessa generatri-
ce. Qualche parola in più va spesa
circa il numero di filettature che
possono presentarsi intorno al
nocciolo chiamate anche principi.
Oltre alla comune viteria e bullo-
neria, le filettature sono proficua-
mente utilizzate in tantissime ap-
plicazioni meccaniche. Sfruttando,
infatti, l’avanzamento longitudina-
le generato dalla rotazione di barre
filettate di ogni lunghezza e dia-
metro si sono azionati pesanti por-
telli metallici, inclinati pezzi di
artiglieria, serrate morse, tarate
apparecchiature, ecc. Nelle appli-
cazioni meccaniche più gravose
che prevedono, ad esempio, l’im-
piego di barre filettate per lo spo-
stamento di grossi carichi, possia-
mo trovare, in luogo di un solo fi-
letto, anche due o più filettature
consecutive. Lo scopo è quello di
distribuire la trazione del carico
più uniformemente, evitando peri-
colose sollecitazioni sulla singola
filettatura. In conseguenza di ciò,
nelle esecuzioni di filettature sem-
plici, quelle ad un solo principio, il
passo coincide proprio con l’avan-
zamento. Nelle filettature multiple,
invece, l’avanzamento è uguale al
passo moltiplicato per il numero
dei principi che da luogo al cosid-
detto passo effettivo.
I diametri caratteristici delle filet-
tature, spira e angolo dell’elica me-
dia
Diametro nominale (d, D), la desi-
gnazione convenzionale di una
filettatura si avvale di questa enti-
tà come suo principale parametro
dimensionale. Esso coincide, ad
eccezione delle filettature gas ci-
lindriche, con il diametro esterno
della vite, misurato in corrispon-
denza delle creste. Per la madre-
vite, invece, coincide con il dia-
metro della madrevite misurato in
corrispondenza dei fondi.
Diametro di nocciolo (dn, Dn), è il
diametro misurato sul fondo dei
filetti della vite e sulla cresta dei
filetti della madrevite.
Diametro medio (dm, Dm), è il dia-
metro misurato sulla generatrice
intermedia tra cresta e fondo; da
esso deriva il raggio medio (rm, RM)
che, analogamente, esprime la di-
stanza tra l’asse della vite e la ge-
neratrice media del filetto, questo
riferimento al raggio viene utiliz-
zato però molto raramente.
Spira dell’elica media (sem, Sem), è il
tratto di elica compreso tra due
suoi punti consecutivi e situati
sulla stessa generatrice.
Angolo di inclinazione dell’elica è
l’angolo costante formato dalla
Fig. 2, profili caratteristici di vite e madrevite e la generatrice media del filetto
28. 2828
BASI PER IL DISEGNO
Fig. 4 Il vantaggio della vite è inversamente proporzionale al suo passo e direttamente proporzionale alla lunghezza del
braccio della chiave di manovra
Fig. 3 In alto principali tipi di profilo per le filettature. In basso Numero di principi e avanzamenti relativi
29. 2929
E LA PROGETTAZIONE
tangente all’elica, in qualunque
suo punto, con il piano normale1
all’asse della superficie cilindrica.
Sviluppando la superficie cilindri-
ca su un piano, l’angolo di inclina-
zione risulta definito da una spira
e dalla circonferenza di base della
superficie cilindrica rettificata.
Nel caso della spira dell’elica me-
dia esso è uguale all’inclinazione α
del piano inclinato di
altezza: h = p
e base: b = 2 × p × rm
la cui pendenza vale:
Verso di avvitamento
Nella realizzazione di elementi
filettati si hanno esecuzioni con
due diversi versi di avvitamento
determinando così filettature de-
stre o sinistre. Le filettature risul-
tano destre quando ruotandole in
senso orario, il movimento lineare
che ne consegue è di allontana-
mento rispetto all’osservatore; ov-
viamente, in caso contrario, esse
sono sinistre. La stragrande mag-
gioranza della produzione di vite-
ria, bulloneria e barre filettate so-
no destre, con avvitamento in
senso orario e svitamento in sen-
so antiorario. In alcuni casi parti-
colari le filettature sono sinistre.
Quest’ultima pratica è particolar-
mente indicata per evitare, ad
esempio, lo svitamento spontaneo
di un dado da un albero motore
dovuto alla rotazione antioraria di
esso, come nel caso del coper-
chietto di plastica filettato per as-
sicurare la ventola all’albero moto-
re dei ventilatori o del dado di
bloccaggio della ruota delle vettu-
re di F1.
Esperimento sul vantaggio mecca-
nico di una filettatura
A questo punto occupiamoci di ciò
che accomuna le filettature alla
fisica del piano inclinato attraver-
so un semplice modello 3D come
quello riprodotto in Fig.4. La strut-
tura è simile a quella di una pressa
a vite anche se la sua funzione è
quella di sollevare dei carichi; esso
è composto da una barra metallica
filettata, che rappresenta la parte
mobile della macchina, dotata ad
un estremo di un’impugnatura
perpendicolare all’asse della barra
stessa, e, all’altro, di un gancio per
il carico da sollevare. Un supporto
metallico, fissato ad un piano di
legno opportunamente sagomato e
dotato di un foro filettato rappre-
senta, invece, la parte fissa del
meccanismo. Il funzionamento è
banale ma rende subito e chiara-
mente l’idea della trasformazione
del moto da circolare a lineare;
infatti, esercitando una forza oriz-
zontale F applicata tangenzial-
mente all’estremità del braccio b,
in senso orario o antiorario, otter-
remo la rotazione della barra filet-
tata e il relativo sollevamento o
abbassamento del carico Q appeso
al gancio. Appena lasciamo l’im-
pugnatura, immaginando di opera-
re con una lubrificazione perfetta
quasi in assenza dì attrito, sotto
l’azione del carico Q la barra filet-
tata scenderebbe ruotando vorti-
cosamente su se stessa. Per impe-
dire il brusco ritorno del carico
1. In matematica, una normale ad una superfice piana è un vertice tridimensionale perpendicolare alla superficie stessa.
Fig. 5 Il piano inclinato che si ottiene srotolando l’elica del filetto della vite su di un piano.
30. 3030
BASI PER IL DISEGNO E LA PROGETTAZIONE
verso il basso si può porre tangen-
zialmente alla vite, in un piano
perpendicolare al suo asse, una
forza P uguale al carico Q capace
di opporvisi. Nella realtà, l'elica del
filetto della vite preme su quello
della madrevite e, proprio questo
aspetto, ci permette di fare un pa-
ragone fisico avvalendoci dell’ana-
lisi matematica di base. Stabilire-
mo il vantaggio meccanico2
della
vite per evitare che questa si sviti
spontaneamente, paragonandola
al caso di un piano inclinato sulla
cui pendenza si sposta un carico
mediante una forza motrice che
agisce parallelamente alla base del
piano stesso. Trattandosi di una
vite per ottenere il triangolo ret-
tangolo, necessario al confronto
fisico, dovremmo necessariamen-
te sviluppare la spira dell’elica me-
dia, di dimensioni h, b e con l’ipo-
tenusa la cui inclinazione è deter-
minata dall’angolo . Per determi-
nare il valore della forza frenante
P applichiamo la seguente relazio-
ne:
Ci rendiamo conto, quindi, che il
vantaggio della vite risulta inver-
samente proporzionale al suo pas-
so e direttamente proporzionale al
suo raggio medio. Le cose non
cambiano anche nel caso in cui la
madrevite è fissa, come nel nostro
modello, e la vite è mobile. In que-
sto caso la forza motrice agisce in
un piano normale all’asse della
vite ma con braccio b > rm proprio
come accade quando avvitiamo,
con le apposite chiavi, i dadi dei
bulloni. Per stabilire l’intensità
della forza motrice P si ricorre alla
condizione di equilibrio tra il suo
momento, esercitato rispetto
all’asse di rotazione, e quello della
forza stessa. Si ottiene quindi:
da cui, dopo aver fatto le dovute
semplificazioni avremo:
cosa che ci permetterà di afferma-
re che il vantaggio della vite è in-
versamente proporzionale al suo
passo e direttamente proporziona-
le alla lunghezza del braccio della
chiave di manovra, come in Fig. 6:
Nella prossima puntata continue-
remo l’analisi delle filettature oc-
cupandoci degli aspetti costruttivi
e tecnologici e accenneremo alle
principali sollecitazioni a cui esse
sono sottoposte durante il loro
esercizio.
Continua
2. E’ il rapportobilanciatofra forza resistente e forza motrice in una macchina semplice: Se ε > 1 la leva è vantaggiosa, se ε = 1 la leva è indifferente
Fig. 6, ancora sul vantaggio meccanico; in questo caso una chiave di manovra ed un bullone
33. 3333
CINEMA E ANIMAZIONE
Guardiani della Galassia
G
uardiani della Galassia
(Guardians of the Ga-
laxy), film diretto
da James Gunn, prodotto
dai Marvel Studios e distribuito
da Walt Disney Studios Motion
Pictures, è il decimo film
del Marvel Cinematic Universe.
Basato sugli omonimi personaggi
della Marvel Comics, il film è stato
scritto da Gunn e Nicole Perlman e
vede tra i suoi protagonisti: Chris
Pratt (è Peter Quill/Star-Lord: lea-
der dei Guardiani della Galassia. È
un terrestre che fu rapito negli an-
ni ottanta ed allevato da un gruppo
di ladri chiamato Ravagers); Zoë
Saldaña (é Gamora: un'orfana alie-
na allevata da Thanos; è una letale
assassina che si unisce ai Guardia-
ni per cercare di redimersi dal suo
passato); Dave Bautista (é Drax il
Distruttore: un guerriero la cui fa-
miglia è stata uccisa brutalmente
da Ronan. Si unisce al gruppo in
cerca di vendetta); Vin Diesel (è la
voce di Groot: un albero umanoide
complice di Rocket Rac-
coon); Bradley Cooper (è la voce
di Rocket Raccoon: un procione
geneticamente modificato, esperto
nell'uso delle armi e in tattiche di
guerra); Lee Pace (è Ronan l'accu-
satore: un Kree che stringe un ac-
cordo con Thanos per eliminare il
pianeta di Xandar. E' alla ricerca
dei Guardiani che hanno interferi-
to con i suoi piani malva-
gi); Michael Rooker (è Yondu: lea-
der dei Ravagers e figura paterna
per Star-Lord); Karen Gil-
lan (è Nebula: figlia adottiva di
Thanos, cresciuta insieme a Gamo-
ra; è un luogotenente di Ronan e
fedele a Thanos); Djimon Houn-
sou (è Korath: alleato di Ronan e
cacciatore di taglie); John C. Reilly
(è Rhomann Dey: membro dei Nova
Corps, la forza militare di Xan-
dar); Glenn Close (è Nova Prime
Irani Rael: leader dei Nova Corps,
la cui missione è proteggere Xan-
dar) e Benicio del Toro (è Taneleer
Tivan/Il Collezionista: un avido e
ossessivo collezionista di artefatti
e fauna spaziale; la sua base è la
stazione spaziale Ovunque, co-
struita all'interno della testa di un
Celestiale). Inoltre Josh Brolin in-
terpreta, attraverso il motion cap-
ture, il villain Thanos; Ophelia Lo-
vibond interpreta Carina Walters,
assistente del Collezionista
e Alexis Denisof interpreta The
Other, portavoce di Thanos. Il film
include inoltre molti cameo tra
cui Stan Lee nei panni di un uomo
xandariano, Lloyd Kaufman in
quelli di un carcerato; Nathan Fil-
lion dà voce un detenuto; Rob Zom-
bie dà voce a un Ravager; James
Gunn interpreta uno Saakaran
e Seth Green dà voce, nella scena
post-crediti, a Howard il Papero.
Annunciato al Comic-Con 2012 di
San Diego ( la convention annuale
multigenere più grande degli Stati
Uniti, dedicata al mondo delle arti,
del cinema e dei fumetti), il film è
stato distribuito il 1º agosto 2014
negli Stati Uniti e il 22 ottobre in
Italia, anche in 3D e IMAX 3D. L'I-
MAX (da Image Maximum) è un
sistema di proiezione della pellico-
la cinematografica che ha la capa-
cità di mostrare immagini con una
grandezza e una risoluzione molto
superiore rispetto ai sistemi di
proiezione convenzionali. Al 31
dicembre 2013 erano attive 837 sa-
le IMAX in 57 paesi; in Italia sono
attive 3 sale IMAX a Riccione, a
Pioltello e a Sesto San Giovanni.
Ambientato nello spazio profondo,
I Guardiani della Galassia ci pre-
senta alcuni nuovi eroi che, ritro-
vatisi costretti a collaborare in se-
guito ad un evasione, hanno il
compito di fermare Ronan l’Accu-
satore, un essere cosmico che bra-
ma un oggetto di grande potere e a
sua volta servo del terribile Tha-
nos. È così, dunque, che Star-Lord,
Gamora, Rocket Raccoon, Groot e
Drax il Distruttore, inizialmente
riluttanti a fidarsi l'uno dell'altro,
cominciano il loro viaggio nel co-
smo per fermare le forze nemiche.
Un tempo quasi considerati eroi di
serie C, sconosciuti addirittura a
molti lettori di fumetti della Casa
delle Idee, i Guardiani sono im-
provvisamente decollati grazie a
questo sensazionale lungometrag-
gio condito con tanto humor, tal-
volta volutamente in contrasto con
alcune scene del film (il che arric-
chisce in meglio il tutto). Interpre-
tazioni strepitose, specialmente
quella di Chris Pratt nel ruolo del
carismatico protagonista, con una
vena comica che ricorda a tratti
Robert Downey Jr. nel ruolo di Iron
Man; per non parlare delle grandis-
sime scene d’azione, le ambienta-
zioni e gli effetti speciali aventi un
elevatissimo tasso di spettacolari-
tà, oltre che la straordinaria e ori-
ginale colonna sonora. Ma oltre lo
humor, ci sono anche momenti
toccanti con toni drammatici che
sicuramente rimarranno ben im-
pressi nella mente dello spettatore.
Ottima, anche, Zoe Saldana nel
ruolo di Gamora, guerriera geneti-
camente modificata astuta, letale e
avvolta in un alone di mistero.
Splendido il doppiaggio e il motion
capture di Groot, albero antropo-
morfo che, nonostante le limitate
abilità comunicative, riesce a tra-
smettere tutte le sue emozioni e la
grande sensibilità; stessa cosa per
il personaggio di Rocket, talvolta
docile e amabile, talvolta battaglie-
di Nunzia Nullo
34. 3434
CINEMA E A
Una copia della fortunata serie di fumetti della Marvel da cui poi è stato tratto il film
35. 3535
ro e imprevedibile, abilissimo nelle
armi da fuoco. Eccellente Dave
Bautista nel ruolo del suo Drax, un
essere dalla personalità tormenta-
ta a causa dell'oscuro passato, reso
benissimo anche visivamente. Le
riprese cominciarono il 6 luglio
2013 a Londra e, nel novembre
2013,Gunn affermò che aveva cer-
cato di usare il più possibile effetti
meccanici sul set per andare in-
contro alla computer grafica e al
motion capture. Nel marzo 2014 si
tennero delle riprese aggiuntive
con il cast ai Walt Disney Studios
di Burbank in California e, nell'a-
prile dello stesso anno, Gunn, de-
scrivendo Thanos come la mente
principale dietro gli eventi del
film, confermò che sarebbe stato
realizzato in performance captu-
re (ovvero una motion capture in
cui è un attore in carne ed ossa a
fornire i dati dei movimenti al
computer). Il film è stato accolto
positivamente dalla maggior parte
della critica cinematografica ripor-
tando una percentuale media di
gradimento del 92%; motivo per cui
al San Diego Comic-Con Interna-
tional 2014 è stata annunciata la
lavorazione di un sequel. Nuova-
mente scritto e diretto da James
Gunn, il film si intitolerà Guardiani
della Galassia 2 ed è previsto per il
5 maggio 2017.
ANIMAZIONE
In alto il cast, quasi al completo, del film; a destra il regista James Gunn mentre da istruzioni per la scena ad una delle com-
parse che indossa una tuta per il green screen; a sinistra una scena del film.
36. 3636
L
'architettura è un mestie-
re da uomini, ma ho sem-
pre fatto finta di nulla.
Voglio fare di questa frase
di Gae Aulenti, che riassume tutto
lo spirito che ha animato la lunga
carriera di una dei più significativi
protagonisti dell’architettura con-
temporanea del nostro Paese, il
suo biglietto da visita per un ricor-
do di questa signora dell'architet-
tura italiana scomparsa il 1º no-
vembre di due anni fa a Milano
all'età di 84 anni. La produzione di
Gaetana (Gae) Aulenti è molto va-
sta e spazia dalla progettazione
architettonica a quella urbanistica
sino al recupero conservativo, sen-
za tralasciare gli elementi del vis-
suto quotidiano come gli oggetti
d’arredo delle nostre case. La sua
poetica compositiva è legata al
Neoliberty che la sua personalissi-
ma visione del mondo riesce a de-
clinare e adattare, di volta in volta,
alle esigenze di chi avrebbe dovuto
fruire in qualche modo del suo la-
voro. A prescindere dalla scala
esecutiva, i suoi lavori risultano
sempre in armonia con il contesto
circostante pur rappresentando
un’unicità e un carattere estrema-
mente originali e, talvolta, ideolo-
gicamente in netta contrapposi-
zione con le singole preesistenze
di un luogo. A tal proposito, infatti,
Gae vedeva la sua architettura
strettamente legata con l'ambiente
urbano esistente: quasi una matri-
ce formale da cui prelevare, per il
proprio spazio architettonico, la
molteplicità e l'intensità degli ele-
menti connotativi che formano il
tessuto abitativo urbano. Amica di
C. Norberg-Shulz, la Aulenti perce-
pisce che nell’essenza del lavoro
architettonico c’è anche la capaci-
tà di plasmare e adattare l’archi-
tettura al genius loci di un territo-
rio; ciò diventa quasi un precetto
morale per Gae, tanto da farle af-
fermare che: "…Non si può fare la
stessa cosa a San Francisco o a
Parigi. Serve un lavoro analitico
molto attento, prima di progettare:
studiare la storia, la letteratura, la
geografia, persino la poesia e la
filosofia. Bisogna inventarsi le so-
luzioni volta per volta e i libri aiu-
tano. Poi viene la sintesi, infine la
parte profetica: la capacità di co-
struire cose che durino nel futuro.
Se l'architettura si butta via, diven-
ta un cumulo di macerie''.
Le origini e gli studi
Nasce in Friuli a Palazzolo dello
Stella (UD) il 4 dicembre del 1927
da una famiglia di origini meridio-
DESIGNER
Gae Aulenti
di Salvio Giglio
37. 3737
R’s STORY
La lampada Pipistrello rappresenta, ancora oggi, un paradigma e un’icona del design indu-
striale. Partendo dall’archetipo dell’abat-jours Tiffany, che costituisce il modello stori-
co e formale del suo progetto, Gae riesce ad inserire elementi di discontinuità raggiun-
gendo un risultato rivoluzionario capace di esprimere modernità e grazia allo stesso tem-
po. Il Neoliberty che la Aulenti voleva esprimere in ogni suo progetto era proprio l’uma-
nizzazione del prodotto tecnologico fatto, almeno nelle sinuosità e nella leggerezza
delle volumetrie dei suoi lavori, a immagine e somiglianza del suo creatore! Pensate che
questo progetto per un anno rimase nei cassetti di Elio Martinelli, poiché era alquanto
difficile la sua industrializzazione per i macchinari dell’epoca. A dirlo sono i resoconti di
Emiliana (la figlia di Elio): elementi come il fusto telescopico e le falde del diffusore ad
ali di pipistrello richiesero notevoli sforzi produttivi per essere realizzati. Gae aveva im-
maginato quella lampada per l'illuminazione di alcuni spazi commerciali che trovò perfet-
ta allocazione nei suoi allestimenti per gli showroom Olivetti a Parigi e a Buenos Aires
(1965 e '67)
38. 3838
Ristrutturazione di Palazzo Grassi, Venezia, 1985/’86Museu Nacional d'Art de Catalunya, Barcellona , 1995/’04
Negozio Olivetti di Buenos Aires, foto di Erich Hartmann;
Domus 466 settembre / 1968
Negozio Olivetti di Parigi, foto di Marchi Rolly.
Domus 452 luglio / 1967
Riqualificazione della Gare d'Orsay (Laloux) e allestimento del Museo d'Orsay, Parigi, 1980/86
Nuova biblioteca di Biella 1987/’07 Politecnico di Torino 1987
DESIGNER
39. 3939
nali: Aldo Aulenti e la partenopea
Virginia Gioia. Una grande passio-
ne per il disegno e l’arte la spingo-
no, appena adolescente, fino a Fi-
renze dove è iscritta al Liceo arti-
stico ma solo per un breve periodo;
lo scoppio della seconda guerra
mondiale la riporterà a Palazzolo
dove studierà privatamente. In
un’intervista di qualche anno fa al
Corriere.it, ripensando a quegli
anni, dichiarò che in quel periodo
aiutava la Resistenza guidando i
militari delle missioni inglesi in
zone al di fuori dalla sorveglianza
italo-tedesca, fingendosi coppiette
alla ricerca di un posto appartato.
Finita la guerra e completato il
ciclo di studi liceali, si iscrive nel
1948 alla Facoltà di architettura
del Politecnico di Milano per lau-
rearsi nel 1953 con Ernesto Nathan
Rogers, dello Studio BBPR, suo
mentore in quegli anni.
Gli anni ’50 e ‘60
È un periodo questo denso di espe-
rienze significative ed incontri
particolari vissuti in un’Italia che,
dopo gli orrori della guerra, aveva
voglia di esprimere pienamente il
proprio talento creativo, all’epoca
articolato in molteplici movimenti
culturali. Poca progettazione ar-
chitettonica e molto industrial
design, in particolare nel settore
illuminotecnico. Dal 1955 diventa
articolista presso la redazione di
Casabella sino al 1965 sotto la gui-
da di E. N. Rogers. In questo de-
cennio si consolida nella Aulenti il
rifiuto dell'asserto forma/funzione
sviluppato dai maestri dell'archi-
tettura razionale. Così, verso la
metà degli anni '50, Gae, insieme
ad altri architetti e designer esor-
dienti1
, aderisce pienamente al
movimento Neoliberty di cui sot-
toscriverà, nel 1963, il manifesto
programmatico. Questi ideali pro-
gettuali fungeranno da codice di
riferimento formale in tantissime
realizzazioni della Aulenti come
negli allestimenti espositivi, nella
progettazione di interni e di sce-
nografie teatrali e tantissimo
nell'industrial design. Dal 1960
sino al 1962, insieme a Giuseppe
Samonà, è assistente universitaria
presso la cattedra di Composizio-
ne Architettonica all'Istituto Uni-
versitario di Architettura di Vene-
zia. Dal 1964 sino al 1969, manterrà
le stesse mansioni presso la catte-
dra di Composizione Architettoni-
ca al Politecnico di Milano con E.
N. Rogers; in questo periodo cono-
sce casualmente un giovanissimo
Renzo Piano impegnato in una
ricerca proprio per conto di Ro-
gers. Nel 1965, arriva il primo pro-
getto di Gae per uno showroom
Olivetti a Parigi: la sua celebre
lampada da tavolo Pipistrello,
prodotta dalla Martinelli Luce, che,
non a caso, ha richiami Art Nou-
veau. Nel 1966 l’Associazione per il
Design Italiano (ADI) la nomina
vicepresidente. L’intervento con la
Olivetti conferirà a Gae una tale
popolarità che la farà apprezzare
anche da un giovane Gianni
Agnelli. Quest’ultimo le affiderà
subito la ristrutturazione del suo
appartamento milanese in zona
Brera. Tra i due nasce un’amicizia
che durerà per tutta la vita e, per
gli Agnelli, Gae Aulenti concepirà
numerosi progetti. Da quel mo-
mento la Aulenti si sposterà in
tutta Europa, in America, in Giap-
pone, in Cina.
Gli anni ’70 e ’80
Raggiunto un elevato livello pro-
fessionale, ora Gae si dedica con
maggiore passione a sperimenta-
zioni e contaminazioni artistiche
provenienti da altri ambienti cul-
turali. Così, già nel 1972, partecipa,
insieme a numerosi altri designer
e architetti emergenti2
, al MoMa
di New York alla famosa mostra
“Italian: the new Domestic
Landscape” curata da Emilio Am-
basz. Su questa portante artistica,
nel 1974, allestisce a Napoli al Tea-
tro Mediterraneo, insieme al regi-
sta Luca Ronconi, il suo primo pro-
getto scenico: “Le astuzie femmi-
nili” di Domenico Cimarosa3
in cui
la Aulenti è scenografa e costumi-
sta. Dal 1974 diventa membro del
Comitato direttivo della rivista
Lotus insieme a Oriol Bohigas,
Kenneth Frampton, Vittorio Gre-
gotti, Christian Norberg-Schulz e
Joseph Rykwert, incarico che
manterrà sino al 1979. Altre espe-
rienze artistiche molto significati-
ve per la Aulenti, sempre al fianco
di Luca Ronconi, risalgono al bien-
nio 1976-78 in cui lavora al Labo-
ratorio di Progettazione Teatrale
di Prato. Oltre alla creatività arti-
stica, Gae riesce ad affiancare
all’attività progettuale quella criti-
ca, in varie edizioni della Trienna-
le di Milano, fino all’edizione del
1979, in cui ha fatto parte della
Giunta Esecutiva e redazionale.
Nel 1979, le viene dedicata una
mostra personale al Padiglione di
Arte Contemporanea di Milano.
Nello stesso anno, Fontana Arte la
nomina art director e la sua proli-
fica fantasia da origine a lampade
e oggetti d’arredo ancora oggi a
catalogo. La Aulenti ha formato
tanti giovani talentuosi in quegli
anni, trasformando dei semplici
collaboratori in grandi firme del
nostro design migliore. Nomi co-
me Piero Castiglioni, Pierluigi
Cerri, Daniela Puppa e Franco Rag-
gi solo per citarne qualcuno. Sono
gli anni della sua storia con Carlo
Ripa di Meana, da cui si separerà
per i sopraggiunti legami di questi,
sempre più forti, con quello che la
Aulenti definirà il "craxismo dele-
terio". Gae realizza in questo pe-
riodo ristrutturazioni molto impe-
gnative, come a Parigi, trasfor-
mando la Gare d'Orsay in museo.
Questo lavoro, durato ben sei anni,
dal 1980 all’86, incarna pienamen-
te gli ideali Neoliberty di Gae co-
me, ad esempio, nel tema floreale
delle lunette della volta che sem-
brano essere una risposta, quasi
una reazione, al razionalismo an-
R’s STORY
40. 4040
Lampada Giova, Fontana Arte, 1964
Poltrona Tennis, Knoll, 1971
Poltrona da relax Sgarsul, Poltronova, 1964
Lampada La Ruspa, Martinelli Luce, 1968
Tavolo Tour, Fontana Arte, 1993 Tavolino Con Ruote, Fontana Arte, 1995
Lampada Pileino, Artemide, 1972
Lampada Oracolo, Artemide, Nero Design, 1969
DESIGNER
41. 4141
cora più sfacciato e rampante di
quegli anni. Nel 1984, l'Accademia
Nazionale di San Luca a Roma la
nomina sua corrispondente. Nello
stesso anno, a Parigi, si occupa dei
lavori al Museo nazionale d'arte
moderna del Centre Pompidou che
seguirà sino al 1986. A Venezia la-
vora al restauro di Palazzo Grassi
dal 1985 al 1986. Un lavoro che im-
pegnerà Gae per circa un decen-
nio, a partire dal 1987, per il Museu
nacional d'art de Catalunya a Bar-
cellona.
Gli anni ’90 e il Duemila
Gli anni della maturità portano a
Gae il legittimo consolidamento
della sua fama, grazie anche ad
una serie di progetti prestigiosi
realizzati anche in ambito interna-
zionale. Nel 1990, in collaborazio-
ne con B. Ballestrero, realizza il
nuovo accesso alla stazione di S.
Maria Novella a Firenze. Del 1991 è
la ristrutturazione del Palazzo del
governo della Repubblica di San
Marino. Nello stesso anno riceve a
Tokio il Premio Imperiale per il
design e l’architettura. Nel 1992
elabora per l'Expo di Siviglia il Pa-
lazzo Italia con il contributo pro-
gettuale di P. L. Spadolini. La Gal-
leria per le esposizioni tempora-
nee alla Triennale di Milano è un
lavoro del 1994. Dal 1995 al 1996 è
presidente dell'Accademia di Belle
Arti di Brera. Nel 1997 lavora, con
H. O. Kassabaum e R. Wong, all'A-
sian art museum di San Francisco.
La ristrutturazione di Piazzale Ca-
dorna a Milano la impegna per
circa un anno, dal 1998. Nel 1999,
progetta la trasformazione in spa-
zio espositivo delle ex Scuderie
papali a Roma. Dello stesso anno è
il progetto per la stazione Museo
della Metropolitana di Napoli. Dal
2003 al 2005, si occupa della ri-
strutturazione del Palavela di To-
rino in occasione delle Olimpiadi
invernali del 2006. È del 2005 la
risistemazione di piazza S. Gio-
vanni a Gubbio; nello stesso anno
fonda la Gae Aulenti Architetti As-
sociati. Nel 2006, progetta l'Istituto
di Cultura Italiana a Tokyo. Dal
2007 al 2012, attende ai lavori per il
restauro del Palazzo Branciforte di
Palermo. Il 2012 è l’anno in cui Gae
riceve la medaglia d'oro alla car-
riera consegnatole il 16 ottobre
dalla Triennale di Milano. Quindici
giorni dopo, il 31 ottobre, Gae Au-
lenti si spegne a Milano: aveva 84
anni. In una nota ufficiale,ilPresiden-
te della Repubblica Giorgio Napolita-
no, esprimendo ilcordoglioperlascom-
parsadellaAulenti,laricorderàcome:
«una protagonista di primo piano della
storia dell'architettura contemporanea,
altamente apprezzata in tutto il mondo
perilsuotalentocreativoe,inparticolare,
perla straordinaria capacità direcupera-
reivaloriculturalidel patrimonio storico
edell'ambienteurbano».
Il7 dicembre dellostessoannouna nuo-
vagrandepiazzacircolare,situataalcen-
tro del complesso della Unicredit Tower
di Milano, è inaugurataed intitolata alla
signora dell’architettura italiana.
R’s STORY
Uno degli ingressi alla stazione Museo della Linea 1 della Metropolitana di Napoli 1999. Si notino i corpi illuminanti.
43. 4343
INTERVISTA
Giuseppe Affé
C
iao Giuseppe presentati
in maniera CAD: a 360° ;-)
Salve a tutti e un caloro-
so saluto a te Salvio. Gra-
zie per l'invito. “Chi è Giuseppe
Affè?” Bella domanda. La mia è
una storia come ce ne sono tantis-
sime altre nella mia terra in parti-
colare e, al Sud in generale. Ma
andiamo a noi. Siciliano e precisa-
mente di Messina, vedo i natali 47
anni fa, in un quartiere difficile
della mia città. Ma posso ritener-
mi fortunato e dire un grande
GRAZIE ai miei genitori, se invece
di intraprendere “altre strade”,
adesso sono quello che sono, un
uomo che ha sempre cercato di
lavorare, tra mille difficoltà ovvia-
mente. Sin da piccolo ho coltivato
la passione verso le scienze ed in
particolar modo la geografia e l'a-
stronomia (il mio sogno di bambi-
no era quello di fare un giorno l'a-
stronauta), non disdegnando il
disegno tecnico. Nel 1985 presa la
maturità scientifica, mi iscrivo
alla Facoltà di Chimica ad indiriz-
zo Industriale presso l'Università
di Messina, ma a causa di alcuni
eventi familiari, purtroppo abban-
dono gli studi e inesorabile arriva
la chiamata alla leva, che avevo
rinviato per ovvi motivi. Finita
l'incombenza del servizio di leva
riprendo gli studi, stavolta in In-
formatica e terminati questi, avvio,
insieme ad alcuni colleghi, diven-
tati poi amici, un centro servizi
CAD. Nel frattempo metto su fami-
glia nonostante l'incertezza della
riuscita della mia attività. Ma la
mia caparbietà è tale che continuo
nel mio intento, supportato ovvia-
mente da mia moglie Alessandra:
voglio lavorare e realizzarmi nella
mia terra!!!!!. I tempi sono difficili,
la piazza pure. Messina è una città
prevalentemente impiegatizia (e
qui potrei aprire un altro discorso,
ma non è il caso né il luogo dove
farlo). Se non hai amicizie, è dura.
Solita mentalità. Insomma, “cosa
nostra”. Il lavoro c’è, ma i soldi la-
titano. Si combatte dalla mattina
alla sera. Nonostante questo, arri-
vano Lorenzo e Riccardo, ma tra
mille difficoltà (superate grazie al
supporto dei familiari) riusciamo a
tirarli su. Lorenzo, 16 anni, è al ter-
zo liceo scientifico, lo stesso che
ho frequentato io a suo tempo, e
mostra un interesse sviscerato per
la chimica. Toh, guarda caso!!!!.
Riccardo, 11 anni, frequenta la pri-
ma media. Al contrario del fratello,
ama il disegno e in particolare
quello a mano libera. Non fa altro
che documentarsi sui tipi di colori,
le tecniche di disegno, quelle di
colorazione.
Quando ti sei avvicinato al mondo
dell'informatica e del CAD?
Mi avvicino al mondo digitale, gra-
zie ad un mio amico, che mi spin-
ge ad iscrivermi alla Scuola Diret-
ta a Fini Speciali in Informatica
presso l'Università di Messina.
Fino a quel momento non avevo
visto in funzione un computer!!!!
La materia è affascinante. Ricordo
l'entusiasmo e la soddisfazione
nel vedere a monitor “Hallo, world”
il primo programmino in linguag-
gio Assembler. Si passa poi al Pa-
scal, al Cobol, al C e all'ambiente
Unix dove comincio anche a fare
Insieme a Gabriele Asero è stato uno dei primi frequentatori e sostenitori della Community CAD per diventare poi un
grande amico personale. Senza alcuna esagerazione Giuseppe rappresenta, per personalità, integrità morale ed inge-
gno, una delle “anime belle” del nostro Sud, un bell’esempio ed un ottimo punto di riferimento da proporre ai ragazzi
della nostra Community...
di Salvio Giglio
45. 4545
RVISTA
grafica. L'argomento mi prende
subito e insieme ad alcuni colle-
ghi, che saranno i miei futuri soci,
progettiamo di avviare un'attività
commerciale a diploma consegui-
to. Questo avviene nel 1992 dopo
aver discusso la tesi “Gestione gra-
fica per operatori medici correlata
allo SNOMED”. In pratica sviluppai
assieme ad altri 2 colleghi una GUI
(utilizzando come linguaggio di
programmazione il CLIPPER 5.1 e
sue librerie grafiche) che permet-
teva di inserire dei simboli grafici
elementari su un'immagine del
corpo umano, per localizzare le
zone interessate da tumori. Il tutto
collegato ad un programma di ge-
stione di cartelle cliniche. La tesi
ci valse anche una menzione ad
un workshop che si tenne a Taor-
mina. Piccola, ma grande soddi-
sfazione. E nel '93 ecco avverarsi il
sogno. Apriamo l'attività. Un cen-
tro CAD a servizio dei professioni-
sti di Messina.
Cosa è stata e quanto ti è servita
l'esperienza col CAD service?
Aprire un centro CAD è stato in-
nanzitutto una passione e allo
stesso tempo una scommessa che,
dal punto di vista venale, purtrop-
po, è stato un fallimento, ma sotto
quello lavorativo ed umano è stato
senza dubbio molto positivo, nel
bene e nel male. Ho avuto modo di
conoscere professionisti seri ed
altri molto meno. Con alcuni dei
primi sono nate delle collaborazio-
ni anche dopo la chiusura dell'atti-
vità. E' stato grazie al Centro CAD
che ho conosciuto l'architetto An-
tonio Galeano, al quale (senza
chiedere una lira ma solo creden-
do nelle sue potenzialità e in quel
desiderio di fare qualcosa di im-
portante che era insito in me) ho
curato tutta la fase di progettazio-
ne 2D e 3D di due brevetti per l'edi-
lizia. Uno riguarda un infisso in
alluminio a taglio termico con una
cornice di finitura esterna in for-
melle da 30 cm in cotto. E l'altro è
inerente ad una parete ventilata a
cappotto. Ai due brevetti segue la
ristrutturazione del “Teatro Anni-
bale Maria di Francia” delle Suore
del Divino Zelo di Messina. La pe-
culiarità dell'intervento in questio-
ne è la realizzazione di una sala ad
acustica dinamica variabile. Le
pareti sono composte da una serie
di tripodi in alluminio, facenti par-
te di montante, dove in ognuno dei
tre lati è stato applicato un mate-
riale diverso. Legno d'ulivo, for-
melle in cotto e tessuto. Il tripode
gira su un perno, in maniera tale
che il musicista possa accordare
la sala a suo piacimento grazie
alla risposta acustica dei tre mate-
riali di rivestimento. Questi lavori
hanno meritato delle menzioni e
alcuni articoli su riviste nazionali
del settore. Ma non mi dilungo. A
queste soddisfazioni come dicevo
si sono alternate tante delusioni,
non ultima quella della chiusura
forzata ed inevitabile dell'attività,
oppressa dai debiti (causa anche
di decisioni sbagliate del sotto-
scritto) e da una burocrazia alluci-
nante e che nel frattempo, avevo
preso in carico dopo l'abbandono
degli altri soci. Altre vedute. Altri
obiettivi. Altro orgoglio. Un co-
mandante non abbandona la pro-
pria nave quando affonda!!!!! Può
sembrare da cretini parlare così di
un'attività commerciale, ma vi as-
sicuro che per me non è stata solo
quello.
Cosa hai fatto dopo la chiusura
della tua attività?
Dopo la chiusura avvenuta nel
2007 comincia per me una nuova
vita lavorativa. Mi rimbocco le ma-
niche e grazie ai contatti e alle
amicizie strette nel periodo del
CAD service, vengo chiamato a
collaborare a progetti di alcune
infrastrutture importanti per Mes-
sina, per piccoli progetti edili e
per la restituzione cartacea delle
planimetrie di Messina interessa-
te dalle esercitazioni di Protezione
Civile che si svolgono ogni anno
nel mese di maggio.
Come hai maturato la decisione di
prendere il secondo diploma come
geometra? E' stata una bella espe-
rienza?
Il passaggio diciamo che è stato
quasi obbligato, da un lato il tipo di
lavoro che svolgo e dall'altro la
mancanza di lavoro. Allora ho pre-
so la decisione di iscrivermi al
corso serale per geometri. Espe-
rienza umana indescrivibile!!!!
Gente che rimpiangeva il fatto di
non aver concluso gli studi e che
ad una certa età si è rimessa in
gioco. Dare una mano e mettere a
loro disposizione le mie conoscen-
ze e competenze, è stato bellissi-
mo. Il ritorno che ho avuto è stato
senza dubbio superiore a quello
che ho dato. Amicizia e rispetto,
soprattutto da parte di molti giova-
ni che sarebbero potuti essere
miei figli e, molti dei quali aveva-
no alle spalle storie dolorose e tra-
vagliate.
Immagina una macchina del tem-
po capace di ringiovanire le perso-
ne senza portarle indietro negli
anni... Hai appena compiuto 18
qual'è la prima cosa che fai?
Sincero???? Scappo da questa Sici-
lia e da questa Italia. E lo dico con
rabbia e rammarico.
Torniamo alla realtà. In cosa sei
impegnato attualmente?
Attualmente collaboro a diversi
progetti con l'amico ingegnere An-
gelo Impollonia. Come ho avuto
modo di parlartene telefonicamen-
te tempo addietro, avevamo in
47. 4747
RVISTA
cantiere due grossi lavori: la rea-
lizzazione di un centro sportivo
legato alla squadra di calcio F.C.
Messina e la progettazione per la
realizzazione ex novo di una citta-
dina di circa 10.000 abitanti a Dim-
bokro in Costa d'Avorio. Il primo
progetto è naufragato. L'investito-
re straniero...... diciamo che ha sfa-
tato il luogo comune che dice che
gli italiani e in particolare i meri-
dionali sono un po', come dire,
truffaldini. Peccato era un gran bel
progetto e avrebbe sicuramente
portato lavoro per un po' di gente.
Il secondo è ancora in piedi, i con-
tatti con la committenza (che ha
intenzione ferma di realizzarlo) si
susseguono ormai da circa un an-
no e mezzo, ma causa la crisi che
ha colpito il mondo intero, è diffi-
cile anche all'estero reperire cre-
dito.
Il decreto "Sblocca Italia" secondo
te è una risorsa concreta per far
ripartire il mondo dell'edilizia o
l'ennesima bolla di sapone?
Non ho approfondito lo studio del
suddetto decreto, ma ad occhio e
croce potrebbe essere un volano
per il settore edile. Ma si sa, in Ita-
lia fatta la legge trovato l'inganno.
Qualche tempo fa parlavamo di un
tuo sogno nel cassetto: modellare
Messina in 3D... Pensi di realizzar-
lo?
Mi piacerebbe realizzarlo. L'obiet-
tivo originario era quello di creare
una Messina virtuale a scopo com-
merciale, cioè inserire negozi,
pubblicità e quant'altro. Non ho
abbandonato questa strada, ma i
tempi sono quelli che sono e do-
vrei trovare gente come me dispo-
sta a investire il proprio tempo
senza un ritorno economico im-
mediato e certo. Che dici propo-
niamo alla Comm?????? L'altra
idea sarebbe quella meno com-
merciale, ma più utile, e cioè di
creare una sorta di database degli
edifici, delle reti tecniche e tutto
quello che riguarda le infrastruttu-
re della città, insomma per farla
breve una sorta di GIS 3D e BIM
messi insieme. Un'idea da svilup-
pare.
Grazie a te mi sono avvicinato al
mondo della BIM, scoprendo un
nuovo modo di progettare e una
nuova concezione del cantiere edi-
le. Hai avuto modo di conoscere
dei team seri capaci di realizzare
progettazioni strutturate e ad hoc
anche da noi?
DaquellochehovistoinComm,“l'allievo
ha superato il maestro” :-). Io mi sono
fermatomaleggoconpiacereedinteres-
se i tuoi post sull'argomento. Purtroppo
quidanoinonc'èlamentalitàdilavorare
in gruppo o in sinergia con altri studi
tecnici e, se c'è, si lavora ancora alla vec-
chia maniera, vuoi per mancanza di ag-
giornamento professionale, vuoi per gli
alti costi del software in questione. Co-
munque ancora qui non ho avuto modo
dientrare in contatto con gente che ado-
peri il BIM. Bisognerebbe fare capire ai
progettistieatuttigliaddettiailavori,che
il BIM è un investimento che ottimizza
lavoroecostie,dicontro,lesoftwarehou-
sedovrebberoabbassarneilprezzo.Intal
senso giusto pochi giorni fa ho visto che
l'Autodesk sta cominciando a proporre i
suoi software con la formula della licen-
zaapagamentoinfunzionedeltempodi
utilizzo.Cheabbianocapitol'antifona???
Open Source e Open Access un
modo meraviglioso di utilizzare la
rete e le sue infinite potenzialità,
offrendo gratuitamente a tutti la
possibilità di crescere e formarsi.
Qual'è il tuo punto di vista su que-
sta filosofia?
Il futuro in ambito lavorativo se-
condo me è l'utilizzo di software
Open Source per gli ovvi vantaggi
che ne derivano. Ovviamente sono
favorevole alla libera fruizione dei
dati di qualunque natura essi sia-
no e metterli a disposizione di tut-
ti; è innanzitutto segno di civiltà e
di società evoluta, ma la logica di
questa società purtroppo è il pro-
fitto di pochi. Non penso si debba
essere uno scienziato per capire
che il profitto lo da l'applicazione
e non il dato. Vogliamo parlare ad
esempio dei dati cartografici??? In
Sicilia se li tengono stretti stretti,
ma i rilievi aerofotogrammetrici,
non sono stati fatti con soldi pub-
blici??? Stendiamo un velo pieto-
so.
Si fa sempre più concreta l'idea di
utilizzare delle grosse stampanti
3D per la fabbricazione veloce di
edifici; che impatto avrebbe da noi
questa innovazione?
Ad essere sincero non mi sono docu-
mentato molto su questa novità, sono
fermo alle stampanti 3D per realizzare
prototipi o modellini. Sicuramente da
comemihaipostoladomandadevopre-
supporre che l'utilizzo o l'idea di utilizza-
re grandi stampanti 3D stia avvenendo
all'estero e non in Italia o sbaglio??? Co-
munque dal punto di vista tecnico- co-
struttivo, dato che l'Italia è un paese ad
altorischiosismico,pensochel'ingresso
di questo nuovo modo di costruire fareb-
bestorcereilnasoamolti.
Cosa ti incuriosisce di più nelle
recentissime invenzioni legate al
mondo della progettazione?
Tanto per rimanere in tema, la
stampante 3D è quella che ogni
caddista ha sempre sognato. Ve-
dere e toccare il tuo modello vir-
tuale. Non ha prezzo!!
Poi ci aggiungo ovviamente il BIM
ed il GIS.
Da papà che consigli senti di dare
a dei ragazzi che oggi si devono
misurare con il mondo del lavoro?
Questa caro Salvio è la domanda
49. 4949
RVISTA
più difficile che potevi farmi, non
perché non sappia rispondere ma
perché il discorso è ampio e arti-
colato e, in ogni caso, rischierei di
cadere nel banale o nelle frasi di
circostanza. E' difficile perché og-
gi è un momento difficile, di lavoro
c'è n'è poco e quel poco è pure pa-
gato male. Vedo ragazzi sfiduciati
e abbandonati a se stessi. Quello
che posso dire è siate creativi, cre-
dete nelle vostre possibilità e so-
prattutto portate avanti quelli che
sono i vostri sogni, le vostre ambi-
zioni, le vostre inclinazioni con
umiltà, rispetto verso gli altri e
senso del dovere. Questo è quello
che ripeto ai miei figli.
Un parere spassionatamente sin-
cero sulla Community e su CADZI-
NE.
Questa invece è la domanda più
bella. Non posso che parlarne be-
nissimo. Navigo sul web da quan-
do fece capolino internet nelle
università, ma non avevo mai inte-
ragito con nessuno. Dapprima cu-
riosità e stupore di fronte a questo
immenso mare digitale, poi stru-
mento di lavoro. Con l'avvento dei
social network mi butto su G+ e
vengo subito attirato da questa
community dal logo familiare. Uno
sguardo al profilo del proprietario
e zac... è fatta. Preso. Le sviolinate
non fanno parte del mio essere,
ma ho trovato in te una persona
eccezionale, preparata, colta, sim-
patica, ironica, disponibile, insom-
ma una bella persona. Ti ho senti-
to da subito vero e sincero, con
una storia alle spalle forte, dura,
ma che non ti ha buttato a terra,
anzi ti ha dato la forza di andare
avanti. Un bellissimo esempio di
quello che è il meridionale e non
lo stereotipo che ci propinano i
mass-media. Ovviamente il merito
del successo principalmente va a
te in quanto ideatore. Ma come tu
stesso mi hai ripetuto e continui a
ripetere, la Comm siamo tutti noi.
Per non fare torto a nessuno non
cito nomi, ma è tutta gente ecce-
zionale, educatissima, preparatis-
sima, desiderosa di sapere sempre
di più e che non lesina il proprio
sapere agli altri. Una famiglia!!!!!
Questo è quello che sento perchè è
quello che gli abitanti della Comm
trasmettono. CADZINE è la norma-
le evoluzione della Comm, e non
ha niente da invidiare a testate
digitali più altisonanti. Concludo
ringraziandoti ancora, Salvio, ma
un ringraziamento grande, grande
e sincero lo rivolgo a tutti. Con
persone così l'Italia può avere un
futuro, ma questo è un altro di-
scorso.....
A presto.
Giuseppe Affé, modello di villetta unifamiliare, AutoCAD 2012