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I Paesaggi della Bellezza: Dalla valorizzazione alla creatività:

la Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2013
18-24 novembre 2013

Convegno Giovedì 21 Novembre 2013 :

-Sviluppo sostenibile
-Agenda 21
-Convenzione di Aarhus
Dott.ssa Rosa Ferro
Scienze Ambientali
Sviluppo sostenibile
Il concetto di sviluppo sostenibile incomincia a delinearsi negli anni settanta e in
particolare nel 1972 con la Conferenza di Stoccolma. Nel documento si afferma che :
l’uomo è “portatore di una solenne responsabilità per la protezione e il miglioramento
dell’ambiente per le generazioni presenti e future”.
Lo sviluppo umano deve essere
rispettoso dell’ambiente
Garantire anche alle
generazioni future la
possibilità di godere di risorse
naturali
Uno sviluppo più organico si ha grazie al lavoro della
Commissione Brundtland, istituita dalle Nazioni Unite
nel 1983 (WCED-World Committee for Environment and
Development). La Commissione lavorerà fino al 1987
per la realizzazione di un rapporto, il celebre
RapportoBrundtland, dall’emblematico titolo “Our
common future”.
Supera la visione dell’ambiente come
elemento di contrasto e freno allo sviluppo
economico e sociale, ma lo pone come
elemento cardine da cui si deve partire per
avere un progresso duraturo che non
comprometta le possibilità di sopravvivenza
del pianeta e delle generazioni future.

Il documento, presentato alla Conferenza per
l’ambiente e lo sviluppo organizzata dall’ONU
a Tokyo nel 1987

Definisce lo sviluppo
sostenibile: “lo sviluppo
sostenibile è uno sviluppo
che soddisfa i bisogni del
presente senza
compromettere la
capacità delle generazioni
future di soddisfare i
propri”.
L’equità temporale
L’equità spaziale
Da questa convinzione (Conferenza di Tokyo 1987) :
I principi che animano lo sviluppo sostenibile devono ispirare l’opera di governi ed
amministrazioni ad ogni livello, a partire dalle organizzazioni sovranazionali fino alla più
piccola realtà locale e, possibilmente, al singolo individuo.
sono sorte importanti iniziative, a partire dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992
Al termine della Conferenza brasiliana chiamata “Earth Summit” furono adottati 5 documenti
La Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo
L’ Agenda 21
La Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile delle foreste
La Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici
La Convenzione Quadro sulla Biodiversità
Agenda 21
“ Agenda 21 “ è un documento di natura programmatica ed operativa che racchiude un
insieme di principi, obiettivi ed azioni che i paesi firmatari della Dichiarazione di Rio si sono
impegnati a perseguire per la costruzione di un modello di sviluppo sostenibile e durevole per il
ventunesimo secolo.

Gli obiettivi da perseguire con le diverse strategie ed azioni previste da agenda 21
sono i seguenti:
-Armonizzare lo sviluppo economico
-Risolvere i problemi demografici e della povertà
-Risolvere i grandi problemi degli insediamenti urbani
-Risolvere i problemi del cambiamento globale
-Migliorare la gestione dei rifiuti tossici e radioattivi
-Eliminare l’analfabetismo e valorizzare le minoranze.

Le autorità locali hanno un preciso potenziale rispetto alla attivazione e
implementazione del programma:
-Sono vicine e maggioramente in contatto con le comunità locali rispetto allo stato nazionale
e alle organizzazioni internazionali
-Hanno in molti paesi, un margine di autonomia finanziaria e possono decidere in merito alla
allocazione delle risorse
-Sono le strutture amministrative a livello delle quali le politiche sono effettivamente attuate.
Pertanto, in considerazione delle peculiarità di ogni singola comunità, “Agenda 21”
invita ogni autorità locale a dotarsi di una propria “”Agenda 21 Locale”. Tale
documento dovrebbe essere ampiamente condiviso in quanto preparato a partire
da una vasta consultazione tra istituzioni, cittadini, organizzazioni locali e imprese
private.
“ Agenda 21 locale” rappresenta, dunque, uno dei percorsi più rilevanti per lo
sviluppo sostenibile a livello locale; i suoi fondamenti sono la pianificazione e
gestione sostenibile delle risorse ambientali, la prevenzione, l attuazione del
principio di precauzionalità, il coinvolgimento e la partecipazione della comunità
locale, la trasparenza, la responsabilità condivisa, la sussidiarietà, il consenso
sociale, la giustizia sociale, l’equità e la crescita culturale della comunità.
Un processo di Agenda 21 locale si articola tipicamente nelle seguenti fasi (Anpa, 2000):
• Attivazione e adesione alla Carta di Aalborg (European Sustainable Cities and Towns,

1994);
• Individuazione e coinvolgimento di pubblico e partner, e istituzione di un “forum
civico” con la partecipazione degli stakeholder rilevanti;
• Predisposizione del quadro diagnostico (relazione sullo stato dell’ambiente);
• Individuazione delle priorità e definizione degli obiettivi,
• Costruzione del piano d'azione;
• Adozione del piano;
• Implementazione, monitoraggio, valutazione.
La costituzione
del Forum

Il Rapporto sullo
Stato dell’ Ambiente
Il modello PSR e il modello DPSIR
possono essere adoperati come
riferimento concettuale per
l’elaborazione dell’RSA e per la
costruzione del sistema di
indicatori locali, da utilizzare nella
fasi di reporting e di monitoraggio.
Gli obiettivi dell’azione

I target dell’ azione
ambientale e le opzioni
attuative
Le priorità di intervento

I programmi
tematici di azione
ambientale
L’attuazione e il
monitoraggio del
Piano d’Azione
ambientale

La valutazione dei risultati
e la revisione del Piano
d’Azione

L’obiettivo finale è quello di ottenere un modello di sviluppo sostenibile del territorio, che
riduca in maniera graduale l’impatto sull’ambiente locale e contribuisca al miglioramento
della qualità della vita della sua comunità.
Agenda 21 Locale in Italia
I processi di Agenda 21 Locale in Italia sono stati attivati relativamente di recente.

Un importante impulso
alla diffusione delle Agende 21 Locali
si è avuto nel 1999

con la sottoscrizione della Carta di Ferrara,
che sanciva la nascita del Coordinamento
delle Agende 21 italiane con lo scopo di
promuovere nel nostro paese, ed in
particolare nelle aree urbane, il processo di
Agenda 21 Locale così da perseguire un
modello di sviluppo sostenibile

Complessivamente più di un quinto della popolazione italiana è interessata da un processo
di Agenda 21 Locale.
5% è nelle fasi di attuazione o
È interessante: 55% degli Enti
monitoraggio del processo,
formalmente aderenti
oltre la metà degli enti che hanno avviato
(il processo dal punto
l’Agenda 21 Locale stanno sviluppando le
di vista operativo).
fasi iniziali di attivazione e organizzazione
del Forum.

Circa il 18% dei soggetti interessati

il 13% circa nella fase di analisi delle criticità
un 5% sta definendo il proprio Piano d’Azione
La nostra città presenta un marcato disinteresse dei cittadini verso
tutte le problematiche che presenta la vita quotidiana e una
mancanza di fiducia verso gli altri con conseguente perdita di
volontà nel conservare i beni del territorio alle generazioni future e
di partecipazione alle iniziative volte al miglioramento della Città.
Civica Mente, associazione no profit, composta da membri
battipagliesi che hanno ancora volontà di cambiare, che
conservano l’amore per il proprio territorio, e mossa dai principi
dello sviluppo sostenibile, propose al comune di Battipaglia di
aderire ad Agenda 21 Locale, a Settembre non ha ancora avuto
alcun riscontro.
Convenzione di aarhus

Convenzione sull’ “Accesso all’informazione, la partecipazione pubblica alle decisioni e
l’accesso alla giustizia in materia ambientale”
Introduce in modo prescrittivo per i Paesi
aderenti una serie di obblighi che delineano
un nuovo modello di governance ambientale.
I tre “pilastri” della “democrazia ambientale” trattati nella
Convenzione sono:
1. l’accesso all’informazione ambientale;
2. la partecipazione del pubblico ai processi decisionali;
3. l’accesso alla giustizia.
Accesso all’informazione ambientale
L’accesso è da intendersi secondo due modalità:
mediante un ruolo passivo della Pubblica
mediante un ruolo attivo della Pubblica
Amministrazione, consistente nel rispondere Amministrazione, consistente nel raccogliere
alle richieste dei cittadini
e divulgare l’informazione ambientale.
Qualsiasi informazione in forma scritta, visiva, sonora, elettronica o altra forma su:
• lo stato e l'interazione degli elementi ambientali: aria, acqua, suolo, territorio paesaggio, biodiversità;
• i fattori ambientali: sostanze, energia, rumore e radiazioni;
• atti e attività ambientali, inclusi: politiche, piani e programmi, disposizioni legislative, atti
amministrativi, accordi ambientali, nonché analisi costibenefici e altre forme di valutazione economica
utilizzate nei processi decisionali ambientali;
• lo stato della salute e sicurezza e delle condizioni di vita umane, dei siti e degli edifici di interesse
culturale, nella misura in cui sono o possono essere interessati dallo stato degli elementi ambientali o,
attraverso di loro, dai fattori, atti o attività citati.

Il diritto di accesso non è comunque assoluto. Vi è infatti un bilanciamento fra diritto
all’informazione e riservatezza. Il rifiuto deve essere motivato e devono essere indicate le
modalità di ricorso; inoltre deve essere in forma scritta se la richiesta è in forma scritta o il
richiedente lo richiede.
Gli strumenti operativi per l’informazione:
• elenchi, registri e banche dati pubblicamente e gratuitamente accessibili,
• supporto al pubblico nella ricerca e accesso all'informazione, da parte dei
funzionari pubblici,
• la designazione di punti di contatto,
• l’accesso telematico,
• rapporti sullo stato dell'ambiente (da pubblicarsi ad intervalli regolari non
superiori a 3/4 anni),
• i testi delle leggi sull'ambiente,
• politiche, piani, programmi ambientali, e accordi ambientali.

Macrocategorie di informazioni:
• informazione prodotta dalla stessa Pubblica Amministrazione, alimentata ad esempio con
dati che provengono da indagini,
monitoraggi ambientali, controlli ed ispezioni;
• informazione prodotta dalle imprese e da queste comunicata alla Pubblica Amministrazione
su base di prescrizioni di legge, ad esempio nell’ambito di istruttorie autorizzative, o di
comunicazioni alla Pubblica Amministrazione.
La partecipazione del pubblico alle decisioni ambientali
Il pubblico interessato ha diritto a partecipare ai processi decisionali relativi a:
- l’autorizzazione di determinate attività
- l’elaborazione di piani, programmi, politiche ambientali;
- regolamenti e atti normativi;
- autorizzazioni per il rilascio di OGM nell’ambiente.
L’informazione deve essere fornita al pubblico interessato lungo tutte le fasi del processo
decisionale, cioè in itinere, ex post, e persino ex ante
Accesso alla giustizia
Negli ordinamenti nazionali deve essere garantito che i cittadini possano ricorrere a
procedure di revisione amministrativa e giurisdizionale qualora ritengano violati i
propri diritti in materia di accesso all'informazione o partecipazione. La tutela
giudiziaria deve offrire rimedi adeguati ed effettivi, oggettivi, giusti, spediti e non
proibitivamente costosi. Le sentenze devono essere pubbliche e le decisioni finali
devono essere vincolanti per l'autorità pubblica. L’accesso alla giustizia integra e
completa gli altri due pilastri, fornendo al cittadino la possibilità di tutela dei propri
diritti in sede giurisdizionale, laddove essi vengano violati.
Riferimenti
“Le agende 21 Locali. Dipartimento della funzione pubblica per l’efficienza
delle amministrazioni. Formez.
Dispense: “Capitolo 3. Ecologia ed economia.”
“Educazione e comunicazione Ambientale” 5^lezione. Longo
Approfondimenti

-Il testo completo della Convenzione di Aarhus è disponibile all’indirizzo web:
http://www.unece.org/env/pp/documents/cep43ital.pdf
-Il testo completo di Agenda 21 è disponibile all’indirizzo web:
http://www.un.org/esa/sustdev/agreed.htm
- Guida europea all’Agenda 21 Locale - La sostenibilità ambientale: linee guida per
l’azione locale.
-Seconda edizione italiana a cura di Stefano Pareglio. 2004. Fondazione Lombardia
per l’Ambiente
- Il testo completo della Carta di Aalborg è disponibile all’indirizzo web:
http://www.sustainablecities.org/121.htm

Dott.ssa Rosa Ferro
Scienze Ambientali

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Settimana UNESCO a Battipaglia - Lo sviluppo sostenibile - Agenda 21 ed Aahrus (di Rosa Ferro)

  • 1. I Paesaggi della Bellezza: Dalla valorizzazione alla creatività: la Settimana UNESCO di Educazione allo Sviluppo Sostenibile 2013 18-24 novembre 2013 Convegno Giovedì 21 Novembre 2013 : -Sviluppo sostenibile -Agenda 21 -Convenzione di Aarhus Dott.ssa Rosa Ferro Scienze Ambientali
  • 2. Sviluppo sostenibile Il concetto di sviluppo sostenibile incomincia a delinearsi negli anni settanta e in particolare nel 1972 con la Conferenza di Stoccolma. Nel documento si afferma che : l’uomo è “portatore di una solenne responsabilità per la protezione e il miglioramento dell’ambiente per le generazioni presenti e future”. Lo sviluppo umano deve essere rispettoso dell’ambiente Garantire anche alle generazioni future la possibilità di godere di risorse naturali Uno sviluppo più organico si ha grazie al lavoro della Commissione Brundtland, istituita dalle Nazioni Unite nel 1983 (WCED-World Committee for Environment and Development). La Commissione lavorerà fino al 1987 per la realizzazione di un rapporto, il celebre RapportoBrundtland, dall’emblematico titolo “Our common future”.
  • 3. Supera la visione dell’ambiente come elemento di contrasto e freno allo sviluppo economico e sociale, ma lo pone come elemento cardine da cui si deve partire per avere un progresso duraturo che non comprometta le possibilità di sopravvivenza del pianeta e delle generazioni future. Il documento, presentato alla Conferenza per l’ambiente e lo sviluppo organizzata dall’ONU a Tokyo nel 1987 Definisce lo sviluppo sostenibile: “lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri”. L’equità temporale L’equità spaziale
  • 4. Da questa convinzione (Conferenza di Tokyo 1987) : I principi che animano lo sviluppo sostenibile devono ispirare l’opera di governi ed amministrazioni ad ogni livello, a partire dalle organizzazioni sovranazionali fino alla più piccola realtà locale e, possibilmente, al singolo individuo. sono sorte importanti iniziative, a partire dalla Conferenza di Rio de Janeiro del 1992 Al termine della Conferenza brasiliana chiamata “Earth Summit” furono adottati 5 documenti La Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo L’ Agenda 21 La Dichiarazione dei principi per la gestione sostenibile delle foreste La Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici La Convenzione Quadro sulla Biodiversità
  • 5. Agenda 21 “ Agenda 21 “ è un documento di natura programmatica ed operativa che racchiude un insieme di principi, obiettivi ed azioni che i paesi firmatari della Dichiarazione di Rio si sono impegnati a perseguire per la costruzione di un modello di sviluppo sostenibile e durevole per il ventunesimo secolo. Gli obiettivi da perseguire con le diverse strategie ed azioni previste da agenda 21 sono i seguenti: -Armonizzare lo sviluppo economico -Risolvere i problemi demografici e della povertà -Risolvere i grandi problemi degli insediamenti urbani -Risolvere i problemi del cambiamento globale -Migliorare la gestione dei rifiuti tossici e radioattivi -Eliminare l’analfabetismo e valorizzare le minoranze. Le autorità locali hanno un preciso potenziale rispetto alla attivazione e implementazione del programma: -Sono vicine e maggioramente in contatto con le comunità locali rispetto allo stato nazionale e alle organizzazioni internazionali -Hanno in molti paesi, un margine di autonomia finanziaria e possono decidere in merito alla allocazione delle risorse -Sono le strutture amministrative a livello delle quali le politiche sono effettivamente attuate.
  • 6. Pertanto, in considerazione delle peculiarità di ogni singola comunità, “Agenda 21” invita ogni autorità locale a dotarsi di una propria “”Agenda 21 Locale”. Tale documento dovrebbe essere ampiamente condiviso in quanto preparato a partire da una vasta consultazione tra istituzioni, cittadini, organizzazioni locali e imprese private. “ Agenda 21 locale” rappresenta, dunque, uno dei percorsi più rilevanti per lo sviluppo sostenibile a livello locale; i suoi fondamenti sono la pianificazione e gestione sostenibile delle risorse ambientali, la prevenzione, l attuazione del principio di precauzionalità, il coinvolgimento e la partecipazione della comunità locale, la trasparenza, la responsabilità condivisa, la sussidiarietà, il consenso sociale, la giustizia sociale, l’equità e la crescita culturale della comunità.
  • 7. Un processo di Agenda 21 locale si articola tipicamente nelle seguenti fasi (Anpa, 2000): • Attivazione e adesione alla Carta di Aalborg (European Sustainable Cities and Towns, 1994); • Individuazione e coinvolgimento di pubblico e partner, e istituzione di un “forum civico” con la partecipazione degli stakeholder rilevanti; • Predisposizione del quadro diagnostico (relazione sullo stato dell’ambiente); • Individuazione delle priorità e definizione degli obiettivi, • Costruzione del piano d'azione; • Adozione del piano; • Implementazione, monitoraggio, valutazione.
  • 8. La costituzione del Forum Il Rapporto sullo Stato dell’ Ambiente Il modello PSR e il modello DPSIR possono essere adoperati come riferimento concettuale per l’elaborazione dell’RSA e per la costruzione del sistema di indicatori locali, da utilizzare nella fasi di reporting e di monitoraggio.
  • 9. Gli obiettivi dell’azione I target dell’ azione ambientale e le opzioni attuative
  • 10. Le priorità di intervento I programmi tematici di azione ambientale
  • 11. L’attuazione e il monitoraggio del Piano d’Azione ambientale La valutazione dei risultati e la revisione del Piano d’Azione L’obiettivo finale è quello di ottenere un modello di sviluppo sostenibile del territorio, che riduca in maniera graduale l’impatto sull’ambiente locale e contribuisca al miglioramento della qualità della vita della sua comunità.
  • 12. Agenda 21 Locale in Italia I processi di Agenda 21 Locale in Italia sono stati attivati relativamente di recente. Un importante impulso alla diffusione delle Agende 21 Locali si è avuto nel 1999 con la sottoscrizione della Carta di Ferrara, che sanciva la nascita del Coordinamento delle Agende 21 italiane con lo scopo di promuovere nel nostro paese, ed in particolare nelle aree urbane, il processo di Agenda 21 Locale così da perseguire un modello di sviluppo sostenibile Complessivamente più di un quinto della popolazione italiana è interessata da un processo di Agenda 21 Locale. 5% è nelle fasi di attuazione o È interessante: 55% degli Enti monitoraggio del processo, formalmente aderenti oltre la metà degli enti che hanno avviato (il processo dal punto l’Agenda 21 Locale stanno sviluppando le di vista operativo). fasi iniziali di attivazione e organizzazione del Forum. Circa il 18% dei soggetti interessati il 13% circa nella fase di analisi delle criticità un 5% sta definendo il proprio Piano d’Azione
  • 13. La nostra città presenta un marcato disinteresse dei cittadini verso tutte le problematiche che presenta la vita quotidiana e una mancanza di fiducia verso gli altri con conseguente perdita di volontà nel conservare i beni del territorio alle generazioni future e di partecipazione alle iniziative volte al miglioramento della Città. Civica Mente, associazione no profit, composta da membri battipagliesi che hanno ancora volontà di cambiare, che conservano l’amore per il proprio territorio, e mossa dai principi dello sviluppo sostenibile, propose al comune di Battipaglia di aderire ad Agenda 21 Locale, a Settembre non ha ancora avuto alcun riscontro.
  • 14. Convenzione di aarhus Convenzione sull’ “Accesso all’informazione, la partecipazione pubblica alle decisioni e l’accesso alla giustizia in materia ambientale” Introduce in modo prescrittivo per i Paesi aderenti una serie di obblighi che delineano un nuovo modello di governance ambientale. I tre “pilastri” della “democrazia ambientale” trattati nella Convenzione sono: 1. l’accesso all’informazione ambientale; 2. la partecipazione del pubblico ai processi decisionali; 3. l’accesso alla giustizia.
  • 15. Accesso all’informazione ambientale L’accesso è da intendersi secondo due modalità: mediante un ruolo passivo della Pubblica mediante un ruolo attivo della Pubblica Amministrazione, consistente nel rispondere Amministrazione, consistente nel raccogliere alle richieste dei cittadini e divulgare l’informazione ambientale. Qualsiasi informazione in forma scritta, visiva, sonora, elettronica o altra forma su: • lo stato e l'interazione degli elementi ambientali: aria, acqua, suolo, territorio paesaggio, biodiversità; • i fattori ambientali: sostanze, energia, rumore e radiazioni; • atti e attività ambientali, inclusi: politiche, piani e programmi, disposizioni legislative, atti amministrativi, accordi ambientali, nonché analisi costibenefici e altre forme di valutazione economica utilizzate nei processi decisionali ambientali; • lo stato della salute e sicurezza e delle condizioni di vita umane, dei siti e degli edifici di interesse culturale, nella misura in cui sono o possono essere interessati dallo stato degli elementi ambientali o, attraverso di loro, dai fattori, atti o attività citati. Il diritto di accesso non è comunque assoluto. Vi è infatti un bilanciamento fra diritto all’informazione e riservatezza. Il rifiuto deve essere motivato e devono essere indicate le modalità di ricorso; inoltre deve essere in forma scritta se la richiesta è in forma scritta o il richiedente lo richiede.
  • 16. Gli strumenti operativi per l’informazione: • elenchi, registri e banche dati pubblicamente e gratuitamente accessibili, • supporto al pubblico nella ricerca e accesso all'informazione, da parte dei funzionari pubblici, • la designazione di punti di contatto, • l’accesso telematico, • rapporti sullo stato dell'ambiente (da pubblicarsi ad intervalli regolari non superiori a 3/4 anni), • i testi delle leggi sull'ambiente, • politiche, piani, programmi ambientali, e accordi ambientali. Macrocategorie di informazioni: • informazione prodotta dalla stessa Pubblica Amministrazione, alimentata ad esempio con dati che provengono da indagini, monitoraggi ambientali, controlli ed ispezioni; • informazione prodotta dalle imprese e da queste comunicata alla Pubblica Amministrazione su base di prescrizioni di legge, ad esempio nell’ambito di istruttorie autorizzative, o di comunicazioni alla Pubblica Amministrazione.
  • 17. La partecipazione del pubblico alle decisioni ambientali Il pubblico interessato ha diritto a partecipare ai processi decisionali relativi a: - l’autorizzazione di determinate attività - l’elaborazione di piani, programmi, politiche ambientali; - regolamenti e atti normativi; - autorizzazioni per il rilascio di OGM nell’ambiente. L’informazione deve essere fornita al pubblico interessato lungo tutte le fasi del processo decisionale, cioè in itinere, ex post, e persino ex ante Accesso alla giustizia Negli ordinamenti nazionali deve essere garantito che i cittadini possano ricorrere a procedure di revisione amministrativa e giurisdizionale qualora ritengano violati i propri diritti in materia di accesso all'informazione o partecipazione. La tutela giudiziaria deve offrire rimedi adeguati ed effettivi, oggettivi, giusti, spediti e non proibitivamente costosi. Le sentenze devono essere pubbliche e le decisioni finali devono essere vincolanti per l'autorità pubblica. L’accesso alla giustizia integra e completa gli altri due pilastri, fornendo al cittadino la possibilità di tutela dei propri diritti in sede giurisdizionale, laddove essi vengano violati.
  • 18. Riferimenti “Le agende 21 Locali. Dipartimento della funzione pubblica per l’efficienza delle amministrazioni. Formez. Dispense: “Capitolo 3. Ecologia ed economia.” “Educazione e comunicazione Ambientale” 5^lezione. Longo Approfondimenti -Il testo completo della Convenzione di Aarhus è disponibile all’indirizzo web: http://www.unece.org/env/pp/documents/cep43ital.pdf -Il testo completo di Agenda 21 è disponibile all’indirizzo web: http://www.un.org/esa/sustdev/agreed.htm - Guida europea all’Agenda 21 Locale - La sostenibilità ambientale: linee guida per l’azione locale. -Seconda edizione italiana a cura di Stefano Pareglio. 2004. Fondazione Lombardia per l’Ambiente - Il testo completo della Carta di Aalborg è disponibile all’indirizzo web: http://www.sustainablecities.org/121.htm Dott.ssa Rosa Ferro Scienze Ambientali