Scheda del libro consigliato da Giuseppe Zollo: "Metamorfosi" di Ovidio al Complexity Literacy Meeting organizzato dal Complexity Institute ad Abano Terme dal 18 al 20 novembre 2016
La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
La scheda del libro consigliato da Giuseppe Zollo: "Metamorfosi" di Ovidio
1. COMPLEXITY INSTITUTE - APS
Corso Genova 32 - 16043 Chiavari – GE - CF: 90059610106
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LA SCHEDA DEL “LIBRO CONSIGLIATO”
Dal Lettore: GIUSEPPE ZOLLO
1. TITOLO: METAMORFOSI
EVENTUALE TITOLO EDIZIONE ORIGINALE: Metamorphoseon libri XV
2. AUTORE: PUBLIO OVIDIO NASONE
EVENTUALI NOTE SULL’AUTORE: Publio Ovidio Nasone, più semplicemente Ovidio (in latino: Publius Ovidius Naso;
Sulmona, 20 marzo 43 a.C. – Tomi, 18 d.C.), è stato un poeta romano tra i maggiori elegiaci.
(https://it.wikipedia.org/wiki/Ovidio)
3. CASA EDITRICE: EINAUDI CLASSICI
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2015
EVENTUALE ANNO EDIZIONE ORIGINALE: ultimato nell'8 d.C.
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Consigliato”
Le "Metamorfosi" di Ovidio (43 a.C. - 17 d.C.) è uno dei libri antichi che più ha influenzato la nostra
poesia e letteratura, da Dante a D'Annunzio e Montale. Nel grande campionario di miti che in quindici
libri si susseguono in una vasta e incalzante successione di racconti, Ovidio canta il mondo di numi, ninfe,
deità fluviali, eroi, mortali, centauri: tutti protagonisti di centinaia di mutazioni rivelatrici delle passioni e
delle infelicità umane."La contiguità tra dèi ed esseri umani è uno dei temi dominanti delle
'Metamorfosi', ma non è che un caso particolare della continuità tra tutte le figure e forme dell'esistente,
antropomorfe o meno. Fauna, flora, regno minerale, firmamento inglobano nella loro comune sostanza
ciò che usiamo considerare umano come insieme di qualità corporee e psicologiche e morali [...] le
'Metamorfosi' vogliono rappresentare l'insieme del raccontabile tramandato dalla letteratura con tutta
la forza d'immagini e di significati che esso convoglia, senza decidere - secondo l'ambiguità propriamente
mitica - tra le chiavi di lettura possibili". (Italo Calvino)
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6. PERCHE’ CONSIGLIO QUESTO LIBRO
Metaforme. Una lettura delle “Metamorfosi” di Ovidio con l’occhio della complessità
di Giuseppe Zollo
“Omnia mutantur, nihil interit”. Nell’universo di Ovidio niente è stabile. Le forme sono provvisorie. È
sufficiente uno sgarbo, una gelosia, un dolore, un amore, un atto temerario, un’offesa, una fuga, e si
innesca la metamorfosi.
Gli dei mutano in uomini, animali e elementi naturali; gli uomini in fiere, vegetali, pietre, suoni in una logica
combinatoria dove le interazioni più improbabili vengono esplorate. Apollo si innamora di Dafne, che viene
mutata in alloro. Giove si innamora di Io, che viene mutata in giovenca. Riprende la forma umana e viene
adorata come divinità. Le sorelle di Fetonte sono mutate per dolore in pioppi. Le formiche vengono mutate
in uomini per ripopolare l’isola di Egina. Non vi sono confini tra gli ordini del mondo. La realtà è un
caleidoscopio di entità viventi e non viventi, divine e umane, materiali e immateriali, dove il molteplice
regna sovrano.
Le mutazioni incalzano con storie incapsulate una nell’altra, con fili narrativi che si aggrovigliano in una
vertigine frattale. Nel mondo di Ovidio domina il dettaglio, la rappresentazione analitica delle proprietà
fisiche dei corpi che mutano, l’analisi puntuale delle trasformazioni nei processi elementari di “crescita,
diminuzione, indurimento, incurvamento, ammorbidimento, raddrizzamento, congiunzione, rarefazione,
ecc.” (Italo Calvino, Perché leggere i classici, Mondadori).
La trasformazione ha sempre una sua logica, una sua ragione. La forma materiale può subire ogni possibile
alterazione, ma dell’essere precedente permane una scintilla, una proprietà, un’eco. I nova corpora sono
congiunti ai vecchi in una filogenesi che è morale e non materiale. Il tessuto unitario del mondo non viene
lacerato. La sua essenza permane nella mutevolezza delle forme. Fauna, flora, regno minerale, tutte le
entità del mondo sono della stessa invisibile sostanza morale che può essere travasata facilmente da una
forma all’altra.
Il poema di Ovidio è il poema della complessità. Le forme sono il risultato di un precario equilibrio tra
ordine e disordine (cfr. Morin). L’ordine viene messo in discussione da interazioni imprevedibili, che danno
origine a un nuovo ordine (cfr. Thom). Le forme non sono bloccate entro rigidi confini, ma si muovono in
una realtà liquida (cfr. Bauman). Le nuove forme sono il risultato di processi elementari di trasformazione
(cfr. auto-organizzazione). La proprietà del vecchia forma, che viene mantenuta e esaltata nella nuova, è
l’attrattore che dirige il percorso di mutamento.
La lettura di Ovidio ci fornisce una lezione importante: per comprendere un mondo complesso in perenne
trasformazione dobbiamo elaborare il nuovo concetto di “metaforma”. Metaforma vuole significare
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semplicemente “forma in transizione”, forma che, pur aspirando a un proprio ordine unitario, è tuttavia
costituita da un assemblaggio difforme di frammenti delle forme del passato. Come i demoni che Bosch
crea per i suoi mondi infernali, composti di pezzi del mondo animale in cui si innestano elementi del mondo
vegetale e minerale e, suprema blasfemia, del corpo umano.
La metaforma è la forma prevalente della contemporaneità, dove ogni nostra costruzione, risucchiata nel
continuo movimento del tutto, non ha il tempo di assestarsi in un’armoniosa composizione, ma si presenta
sempre come un montaggio precario e frettoloso di elementi, fatti e eventi presi da domini differenti e
messi insieme per rispondere alle domande che incalzano incessantemente.
Il nostro occhio normalmente è cieco sulle metaforme. Vede le forme prima e dopo il mutamento. Ovidio,
al contrario dilata l’intervallo tra il prima e il dopo. Ci insegna che bisogna porre attenzione a cosa accade
nella transizione, a capire come avviene nel processo di assemblaggio delle parti. Perché probabilmente è la
transizione perenne la realtà che ci tocca vivere.