XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
Intervento di Marina Nuciari
1. VIVERE A RETE, VIVERE IN RETE.
Dalle reti sociali ai social networks
di MARINA NUCIARI
Dipartimento di Scienze Economico-Sociali e Matematico-Statistiche
Università degli Studi di Torino
Scuola di Management ed Economia
Presentazione a «Oltre le Apparenze. Giovani e imprese che apprendono»
XIII Giornata Nazionale della Formazione
Torino, 11 giugno 2016
SAA – School of Management
2. La rete sociale
«In realtà le reti esistevano anche in passato, anche se a causa
della propria debolezza tecnologica sono state a lungo
soffocate dalle agenzie verticali, come le religioni, la scuola e
le burocrazie» (M. Castells, Comunicazione e potere, 2009).
VERTICALITA’ GERARCHIA DISEGUAGLIANZA
RETE ORIZZONTALITA’ UGUAGLIANZA (???)
RESTRIZIONE LIBERTA’
3. Il concetto di rete in sociologia
L’idea che gli esseri umani siano collegati tra loro da relazioni sociali rappresenta
l’idea stessa di società pensata dai sociologi delle origini.
Già dal secolo XVII si sviluppano concezioni della vita sociale come insieme
interrelato di parti stabilmente interdipendenti ( Hobbes, Locke, Montesquieu). Nel
XIX secolo viene proposta la concezione della società come determinata dalla
«struttura dei rapporti di produzione» (Marx).
Il concetto specifico di struttura riceve diverse definizioni, finchè si arriva alla
concezione di società come struttura formata «…da tutti i rapporti tra persona e
persona, e la differenziazione degli individui e delle classi a seconda del loro ruolo
sociale» (A. R. Radcliffe-Brown).
Radcliffe-Brown intende questo insieme di relazioni umane come una rete più
ampia e permanente nel tempo di relazioni regolamentate su basi di
differenziazione.
Ai primi del ‘900 G. Simmel ha già definito le relazioni sociali come dotate di una
struttura reticolare.
4. Le reti sociali sono costrittive?
Nelle concezioni classiche della struttura sociale come rete di
relazioni rimane un’idea di costrizione, di verticalizzazione, di
gerarchia. La rete «irretisce», vincola, è fatta di legami, più che
di collegamenti, tra parti dotate di potere diseguale.
LE RETI SOCIALI SONO COSTRITTIVE E LIMITANTI.
Es. i vincoli di parentela, che legano individui tra loro in
strutture di parentela stabili e immodificabili dall’individuo, che
vi è assoggettato.
5. Dalle reti sociali alle reti telematiche
Una rete telematica è un’infrastruttura tecnologica che consente lo scambio
di informazioni opportunamente codificate.
E’ QUELLA TECNOLOGIA CHE, secondo CASTELLS, CONSENTE ALLE RETI
SOCIALI DI LIBERARSI DAI VINCOLI DELLO SPAZIO FISICO E DEL TEMPO E
CHE REALIZZA UNA TRANSIZIONE EPOCALE
FACENDO CONVERGERE LIVELLI DIVERSI DELLA STRUTTURA SOCIALE –
TECNOLOGIA, COMUNICAZIONE, ECONOMIA, VITA QUOTIDIANA –
VERSO UNA MATRICE COMUNE DI TIPO RETICOLARE.
6. Dalle reti sociali alla network society.
Il concetto di sistema socio-tecnico
LE RETI SOCIALI, OVVERO LE STRUTTURE CHE INDIVIDUANO E
DELINEANO UN MODELLO DI RELAZIONI TRA ATTORI DIVERSI
(INDIVIDUI E ORGANIZZAZIONI), SI CONIUGANO CON LE RETI
TELEMATICHE IN UN PROCESSO MUTEVOLE MA CONTINUO DI
INTERAZIONE.
LA RETE DIVENTA UN SISTEMA SOCIO-TECNICO IN CUI GLI
ELEMENTI TECNOLOGICI SI COMBINANO CON QUELLI
SOCIALI (F.E. EMERY & E.L. TRIST, 1965).
7. La netwok society. INDIVIDUI in rete.
Una società che si sposta dall’impostazione sostanzialmente verticale delle
burocrazie che hanno governato l’umanità per millenni (eserciti, Stati,
grandi aziende) per andare invece verso un’organizzazione a rete.
LA DISPONIBILITA’ TECNOLOGICA appare come una capacità di sciogliere
i legami strutturali delle reti sociali e far EMERGERE I SOGGETTI
INDIVIDUALI delle stesse reti.
In realtà le strutture di rete delineano tipologie diverse di relazioni sociali,
e anche i social network possono agire sia come liberatori di energie
individuali sia come aggreganti in strutture relazionali collettivistiche e
gerarchizzate.
8. La network society non è solo Internet
Si tratta di un nuovo modello di società, un diverso paradigma
reticolare tendenzialmente orizzontale e flessibile, adattabile,
entro il quale si strutturano e si destrutturano relazioni di tipo e
livello differenziato, da quelle «paritarie» dei network amicali a
quelle gerarchizzate delle istituzioni economiche e politiche,
dai legami che strutturano le azioni di movimenti no-global a
quelli che determinano i comportamenti degli organismi
sovranazionali come la UE o l’FMI.
9. Il networked individualism (Reinie &
Wellman, 2012)
Dall’individuo «perso» e «costretto» dentro alle maglie delle
reti sociali gerarchizzate del passato all’individuo «centrale»
rispetto alle proprie cerchie sociali, di cui è il motore di
selezione.
L’individualismo reticolare è fondato sulla libertà di scelta,
delle scelte temporanee e reversibili che si compiono nel
divenire della vita quotidiana.
LA RETE COSTRUITA INTORNO A NOI.
10. Identità multiple
Identità online e offline
Relazioni online e offline
Quale rapporto tra online e offline?
STRONG TIES WEAK TIES
11. Identità online e offline
L’identità online come autorappresentazione.
In rete c’è separazione tra l’individuo «attore» e il suo «pubblico», e
l’identità può strutturarsi e adattarsi man mano modificandosi nel corso
della rappresentazione alle aspettative dell’altro, sviluppando una
capacità riflessiva e di autovalutazione.
L’identità offline come rappresentazione in base al pubblico.
L’identità offline, nell’interazione non mediata e sincrona, faccia a faccia
(E. Goffman), si struttura in base allo specifico pubblico, e segue regole
specifiche del contesto di riferimento, dando luogo a identità multiple
12. Quale rapporto tra online e offline?
Quante persone conosciamo?
Si sostiene che le reti telematiche ampliano enormemente le reti sociali tradizionali,
aumentando a dismisura il numero delle relazioni che un individuo può mantenere,
rispetto a quanto possibile nelle relazioni sociali offline.
L’esperimento di Milgram, nelle sue diverse versioni, conduce alla definizione di un
numero comunque definito di relazioni «gestibili» da un individuo, fino a 500, il che
consente di dimostrare che per connettere nella realtà due persone che non hanno
nulla in comune bastano al massimo 6 contatti, ma più spesso ne bastano due-tre.
Il numero di Dunbar (Robin Dunbar, 2010) deriva dalla capacità cognitiva del
cervello umano, che riesce a mantenere attive non più di 150/200 relazioni con
persone diverse.
13. Quanto si amplia la quantità di relazioni in
rete?
I social network potrebbero aumentare enormemente questi numeri, ma in realtà
ricerche dimostrano che, pur con la differenza che le relazioni online possono
essere attivate tutte contemporaneamente, in realtà il numero di contatti
effettivamente gestiti (vedi Facebook e gli «amici») resta in media attorno ai 200,
molto vicino a quanto misurato per le relazioni online.
Ciò che veramente cambia è la QUALITA’ DELLE RELAZIONI, il tipo di legame.
Da «molti legami forti e pochi legami deboli», IN RETE SI PASSA A MOLTI LEGAMI
DEBOLI.
14. LEGAMI FORTI E LEGAMI DEBOLI (Mark
Granovetter, 1973)
I legami forti (strong ties) sono i legami tra simili e affini, come i legami famigliari e
parentali, i legami amicali tra pari e spazialmente vicini. Possono scambiarsi
conoscenze simili e quindi complessivamente limitate.
I legami deboli (weak ties) sono al contrario legami tra persone che hanno poco in
comune, si connettono di rado attraverso spazi ampi, sono diverse e da questa
diversità traggono un aumento di conoscenza dalle reciproche relazioni, che
possono essere multiple e non mutuamente esclusive proprio per la loro debolezza
(il concetto di loosely coupled di Weick).
Le relazioni in rete sono più deboli che forti.
15. DIVERSITA’ CREATIVITA’ INNOVAZIONE
I LEGAMI DEBOLI SONO MENO VINCOLANTI MA GARANTISCONO UNA
FORTE VARIETA’ E DIVERSITA’ CHE AUMENTA LE OPPORTUNITA’.
I NODI RELAZIONALI SONO TANTO PIU’ RILEVANTI QUANTO PIU’ IN
GRADO DI COLLEGARE DIVERSITA’ E DISTANZE.
INNOVAZIONE E CREATIVITA’ SI GENERANO ALL’INTERSEZIONE DEI
COSIDDETTI «BUCHI STRUTTURALI», AL CONFINE DELLE DIVERSITA’
(RONALD BURT, 2004)