Queste slide sono praticamente identiche a quelle degli anni precedenti ma mi sono permesso di fare un piccolo ritocco spiegando i vari tipi di filiera (Implosiva, esplosiva e lineare). A parte questo nessuna differenza rispetto a prima.
3. Il Concetto di Filiera
Tecnologico-Produttiva
• Con la locuzione filiera tecnologico
-produttiva s’intende l’insieme delle
lavorazioni che devono essere effettuate in
cascata per passare da una determinata
quantità di materiali grezzi ad un prodotto
finito
4. Il Concetto di Filiera
Tecnologico-Produttiva (segue)
1. Filiera con andamento “implosivo”
(tante materie prime per fare/usare un solo bene)
2. Filiera con andamento “esplosivo”
(una materia prima per fare/usare tanti beni)
3. Filiera con andamento “lineare”
(rapporto 1:1 tra materie prime e bene)
5. La Filiera e la Specializzazione dei
Compiti (Divisione del Lavoro)
1. Ogni singola impresa si trova all’interno di una o
più filiere di produzione nell’ambito della/delle
quale/i si specializza in un certo numero di
operazioni in cascata
2. Il grado di integrazione verticale è dato dal numero
di operazioni che l’impresa svolge nella filiera.
Quanto più è numeroso il numero delle operazioni
tanto maggiore è il grado di integrazione verticale
dell’impresa
6. La Filiera e
l’Integrazione Verticale
3. E’ inoltre utile distinguere fra integrazione
verticale a livello di settore e integrazione
verticale a livello di impresa
A. Integrazione Verticale a livello di impresa
= grado di integrazione verticale fra due o più
imprese che commercializzano il medesimo
prodotto:
• integrazione verticale ascendente (o a monte)
• integrazione verticale discendente (o a valle)
7. La Filiera e l’Integrazione
Verticale (segue)
B. integrazione verticale a livello di settore
NOTA: PER DEFINIRE DIFFERENZIALI COMPETITIVI
POSITIVI/ NEGATIVI DI UN ELEVATO GRADO DI
INTEGRAZIONE VERTICALE SONO DA
OSSERVARE :
• la natura dei settori
• la collocazione dei settori entro la filiera
• la struttura concorrenziale dei settori a
monte/a valle
PROBLEMA: confronto fra
grado di integrazione verticale fra settori diversi
8. Integrazione Verticale
Con l’integrazione verticale, l’impresa sceglie di
sostituire costi variabili (o costi da input) con costi
fissi (impianti e personale dipendente)
Quando conviene avere imprese integrate e quando
imprese più flessibili?
• MERCATI CON FASI PROLUNGATE DI INTENSA
DOMANDA DI PRODOTTI FINALI
• MERCATI SATURI CON FORTI OSCILLAZIONI
9. Motivazioni alla base della
Integrazione Verticale
L’integrazione verticale è conveniente nel caso in cui
comporti:
A. Risparmi reali di risorse
B. Vantaggi di natura monopolistica
C. Vi siano vincoli di natura
amministrativa e/o istituzionale
10. Motivazioni alla base della
Integrazione Verticale (segue)
A. RISPARMI REALI DI RISORSE
- per interdipendenze tecnico-produttive
- per imperfezioni dei mercati che rendono
difficile e costoso lo scambio ed il
coordinamento delle attività fra fornitori ed
acquirenti (costi di contrattazione,
acquisizione delle informazioni ed incertezza)
- per riduzioni costi di trasporto
- nei casi di prodotti speciali (Williamson)
11. Motivazioni alla base della
Integrazione Verticale (segue)
B. VANTAGGI DI NATURA MONOPOLISTICA
- economie di scala a monte/valle, ridotto
numero di produttori e prezzi di monopolio
per fattori di produzione che sono fonti di
incertezza per gli acquirenti
(caso GM-Fisher Body)
- integrazione verticale con vantaggio di
prima mossa
12. Motivazioni alla base della
Integrazione Verticale (segue)
C. VINCOLI DI NATURA AMMINISTRATIVA
E/O ISTITUZIONALE
- forme di tassazione sugli scambi e non sul
valore aggiunto (IGE vs IVA)
- possibilità di controllare le modalità con cui
viene realizzato il profitto
- politiche pubbliche di controllo sui prezzi
13. Integrazione Verticale Parziale
- INTEGRAZIONE PARZIALE A MONTE
In questo caso, l’impresa che necessita di un certo
componente sviluppa la sua produzione all’interno, ma
soltanto per una quota parte del suo fabbisogno totale.
In tal modo, essa non si priva della possibilità di
rifornirsi all’esterno in caso di fluttuazione della
domanda o di innovazioni tecnologiche realizzate da
altri
- INTEGRAZIONE PARZIALE A VALLE
L’impresa produttrice di beni (tipicamente di consumo)
si integra nella fase di commercializzazione aprendo
alcuni punti di vendita diretta
14. Quasi-Integrazione Verticale
Si parla di quasi-integrazione verticale quando
si realizza uno stabile rapporto commerciale di
fornitura fra due o più imprese
Si tratta di rapporti organici e strutturati che
non assumono la natura di una vera e propria
integrazione verticale posto che la relazione di
committenza si mantiene fra imprese distinte in
senso tanto giuridico quanto economico
15. La Misura della
Integrazione Verticale
• A LIVELLO DI IMPRESA
Iv = VA / VP
ove:
VA = Valore Aggiunto
i
VP = Valore della Produzione (espresso dal Fatturato)
16. La Misura della
Integrazione Verticale
• A LIVELLO DI SETTORE
n
Σ VAi
i=1
Lv = --------------
n
Σ VPi
i=1
18. Temi rilevanti
• A - Che cosa è la diversificazione?
• B - Perché le imprese diversificano?
• C - Come le imprese diversificano?
• D - Quando una strategia di
diversificazione è efficace?
• E - Come si misura il grado di
diversificazione?
19. A - Che cosa è la
diversificazione?
• E’ una strategia di espansione attraverso
l’ingresso in nuovi business
Condizioni preliminari:
– definire i confini del business
– valutare il grado di attrattività del business
– valutare il vantaggio competitivo
– valutare la relazione esistente fra i diversi tipi
di business
20. A - Che cosa è la
diversificazione? (cont)
• La diversificazione (ingresso in nuove aree
d’affari) può avvenire con:
– ampliamento della capacità produttiva
– senza ampliamento della capacità produttiva
21. A - Che cosa è la
diversificazione? (cont)
Tipologie di diversificazione
• Diversificazione collaterale con business
dominante
• Riconversione
• Diversificazione eterogenea con business
dominante
• Diversificazione conglomerale
22. B - Perché le imprese
diversificano?
Prospettiva tradizionale (finanziaria)
• Vantaggi di natura finanziaria
• Ottimizzazione del portafoglio di attività
• Ripartizione del rischio su più business
Prospettiva più recente (risorse e competenze)
• Acquisizione nuove competenze
• Trasferimento di risorse specifiche e generiche
verso nuovi business
23. B - Perché le imprese
diversificano? (cont)
• Condivisione di risorse tra il business
originario e il nuovo business
Prospettiva di mercato
• Condizioni di maturità del business
originario
• Ricerca di occasioni d’affari o di nuove
opportunità di sviluppo
• Dinamiche competitive di mercato
24. B - Perché le imprese
diversificano? (cont)
Prospettiva interna
• Esistenza di motivi di natura manageriale
in imprese che presentano una
separazione fra proprietà e management
• a) accrescimento della “managerial
compensation”
• b) riduzione del rischio di lavoro manageriale
25. C - Come le imprese
diversificano?
• Sviluppo per linee interne (investimenti
diretti con proprie risorse)
• Sviluppo per linee esterne (acquisizioni e
fusioni)
• Sviluppo di tipo cooperativo (alleanze
strategiche, joint venture, partnership)
26. D - Quando una strategia di
diversificazione è efficace?
• Quando si realizzano economie di ampiezza
• Quando un’impresa acquisisce effettivamente
risorse e competenze distintive
• Quando un’impresa migliora la posizione
competitiva nel core business in cui opera
• Quando l’impresa non disperde risorse,
competenze ed energie in più campi ⇒
passaggio dalla diversificazione conglomerale a
quella concentrica
• Quando l’impresa acquisisce un forte potere di
mercato (ottica tradizionale)
27. Economies of Scope
• LE ECONOMIE DI SCOPO O DI AMPIEZZA SONO
RAPPRESENTATE DA UNA RIDUZIONE DEI COSTI MEDI
UNITARI PER EFFETTO DI UNA PRODUZIONE CONGIUNTA
DI PIU’ BENI NELL’AMBITO DEL MEDESIMO PROCESSO
PRODUTTIVO
• COSI’, IN ALTRI TERMINI, SUSSISTONO ECONOMIE DI
AMPIEZZA QUANDO IL COSTO TOTALE DELLA PRODUZIONE
OTTENUTA CONGIUNTAMENTE DI X1 E X2 E’ MINORE
DELLA SOMMA DEI COSTI TOTALI SOSTENUTI
PRODUCENDO SEPARATAMENTE X1 E X2
28. Economies of Scope (segue)
• Formalizzando semplicemente si ottiene che:
C (X1, X2) < C (X1, 0) + C (0, X2)
29. E - Come si misura il grado di
diversificazione?
• Conteggio del numero delle ASA
• Distinzione fra produzione principale e
produzioni accessorie e calcolo del peso
delle attività accessorie