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Integrazione Verticale
Contenuto

•   Concetto di Filiera
•   Filiera e Integrazione Verticale
•   Motivazioni Integrazione Verticale
•   Integrazione Verticale Parziale
•   Quasi-Integrazione Verticale
•   Misura Integrazione Verticale
Il Concetto di Filiera
       Tecnologico-Produttiva


• Con la locuzione filiera tecnologico
  -produttiva s’intende l’insieme delle
  lavorazioni che devono essere effettuate in
  cascata per passare da una determinata
  quantità di materiali grezzi ad un prodotto
  finito
Il Concetto di Filiera
      Tecnologico-Produttiva (segue)


1. Filiera con andamento “implosivo”
      (tante materie prime per fare/usare un solo bene)


2. Filiera con andamento “esplosivo”
      (una materia prima per fare/usare tanti beni)


3. Filiera con andamento “lineare”
      (rapporto 1:1 tra materie prime e bene)
La Filiera e la Specializzazione dei
  Compiti (Divisione del Lavoro)

1. Ogni singola impresa si trova all’interno di una o
   più filiere di produzione nell’ambito della/delle
   quale/i si specializza in un certo numero di
   operazioni in cascata

2. Il grado di integrazione verticale è dato dal numero
   di operazioni che l’impresa svolge nella filiera.
   Quanto più è numeroso il numero delle operazioni
   tanto maggiore è il grado di integrazione verticale
   dell’impresa
La Filiera e
        l’Integrazione Verticale
3. E’ inoltre utile distinguere fra integrazione
  verticale a livello di settore e integrazione
  verticale a livello di impresa

A. Integrazione Verticale a livello di impresa
= grado di integrazione verticale fra due o più
  imprese che commercializzano il medesimo
  prodotto:
• integrazione verticale ascendente (o a monte)
• integrazione verticale discendente (o a valle)
La Filiera e l’Integrazione
            Verticale (segue)
B. integrazione verticale a livello di settore
NOTA: PER DEFINIRE DIFFERENZIALI COMPETITIVI
  POSITIVI/ NEGATIVI DI UN ELEVATO GRADO DI
  INTEGRAZIONE          VERTICALE           SONO DA
  OSSERVARE :
• la natura dei settori
• la collocazione dei settori entro la filiera
• la struttura concorrenziale dei settori a
  monte/a valle
  PROBLEMA: confronto fra
  grado di integrazione verticale fra settori diversi
Integrazione Verticale
Con l’integrazione verticale, l’impresa sceglie di
  sostituire costi variabili (o costi da input) con costi
  fissi (impianti e personale dipendente)


Quando conviene avere imprese integrate e quando
  imprese più flessibili?
• MERCATI CON FASI PROLUNGATE DI INTENSA
  DOMANDA DI PRODOTTI FINALI
• MERCATI SATURI CON FORTI OSCILLAZIONI
Motivazioni alla base della
    Integrazione Verticale
L’integrazione verticale è conveniente nel caso in cui
   comporti:

A. Risparmi reali di risorse

B. Vantaggi di natura monopolistica

C. Vi siano vincoli di natura
   amministrativa e/o istituzionale
Motivazioni alla base della
   Integrazione Verticale (segue)
         A. RISPARMI REALI DI RISORSE
- per interdipendenze tecnico-produttive
- per imperfezioni dei mercati che rendono
   difficile e costoso lo scambio ed il
   coordinamento delle attività fra fornitori ed
   acquirenti     (costi      di      contrattazione,
   acquisizione delle informazioni ed incertezza)
- per riduzioni costi di trasporto
- nei casi di prodotti speciali (Williamson)
Motivazioni alla base della
  Integrazione Verticale (segue)
     B. VANTAGGI DI NATURA MONOPOLISTICA

- economie di scala a monte/valle, ridotto
   numero di produttori e prezzi di monopolio
   per fattori di produzione che sono fonti di
   incertezza per gli acquirenti
   (caso GM-Fisher Body)
- integrazione verticale con vantaggio di
   prima mossa
Motivazioni alla base della
  Integrazione Verticale (segue)

   C. VINCOLI DI NATURA AMMINISTRATIVA
               E/O ISTITUZIONALE
- forme di tassazione sugli scambi e non sul
   valore aggiunto (IGE vs IVA)
- possibilità di controllare le modalità con cui
  viene realizzato il profitto
- politiche pubbliche di controllo sui prezzi
Integrazione Verticale Parziale
- INTEGRAZIONE PARZIALE A MONTE
   In questo caso, l’impresa che necessita di un certo
   componente sviluppa la sua produzione all’interno, ma
   soltanto per una quota parte del suo fabbisogno totale.
   In tal modo, essa non si priva della possibilità di
   rifornirsi all’esterno in caso di fluttuazione della
   domanda o di innovazioni tecnologiche realizzate da
   altri
- INTEGRAZIONE PARZIALE A VALLE
   L’impresa produttrice di beni (tipicamente di consumo)
   si integra nella fase di commercializzazione aprendo
   alcuni punti di vendita diretta
Quasi-Integrazione Verticale

Si parla di quasi-integrazione verticale quando
si realizza uno stabile rapporto commerciale di
fornitura fra due o più imprese

Si tratta di rapporti organici e strutturati che
non assumono la natura di una vera e propria
integrazione verticale posto che la relazione di
committenza si mantiene fra imprese distinte in
senso tanto giuridico quanto economico
La Misura della
         Integrazione Verticale

• A LIVELLO DI IMPRESA

                      Iv = VA / VP

  ove:
  VA = Valore Aggiunto
    i

  VP = Valore della Produzione (espresso dal Fatturato)
La Misura della
      Integrazione Verticale
• A LIVELLO DI SETTORE
                     n


                         Σ VAi
                         i=1


               Lv = --------------
                         n


                         Σ VPi
                         i=1
Diversificazione




Economia e Gestione delle Imprese - Prof. A. Mocciaro Li Destri - Anno Accademico 2009-2010
Temi rilevanti

• A - Che cosa è la diversificazione?
• B - Perché le imprese diversificano?
• C - Come le imprese diversificano?
• D - Quando una strategia di
  diversificazione è efficace?
• E - Come si misura il grado di
  diversificazione?
A - Che cosa è la
        diversificazione?
• E’ una strategia di espansione attraverso
  l’ingresso in nuovi business
  Condizioni preliminari:
  – definire i confini del business
  – valutare il grado di attrattività del business
  – valutare il vantaggio competitivo
  – valutare la relazione esistente fra i diversi tipi
    di business
A - Che cosa è la
     diversificazione? (cont)
• La diversificazione (ingresso in nuove aree
  d’affari) può avvenire con:
  – ampliamento della capacità produttiva
  – senza ampliamento della capacità produttiva
A - Che cosa è la
     diversificazione? (cont)
Tipologie di diversificazione
• Diversificazione collaterale con business
  dominante
• Riconversione
• Diversificazione eterogenea con business
  dominante
• Diversificazione conglomerale
B - Perché le imprese
         diversificano?
Prospettiva tradizionale (finanziaria)
• Vantaggi di natura finanziaria
• Ottimizzazione del portafoglio di attività
• Ripartizione del rischio su più business
Prospettiva più recente (risorse e competenze)
• Acquisizione nuove competenze
• Trasferimento di risorse specifiche e generiche
  verso nuovi business
B - Perché le imprese
     diversificano? (cont)
• Condivisione di risorse tra il business
  originario e il nuovo business
Prospettiva di mercato
• Condizioni di maturità del business
  originario
• Ricerca di occasioni d’affari o di nuove
  opportunità di sviluppo
• Dinamiche competitive di mercato
B - Perché le imprese
    diversificano? (cont)
Prospettiva interna
• Esistenza di motivi di natura manageriale
  in imprese che presentano una
  separazione fra proprietà e management
     • a) accrescimento della “managerial
       compensation”
     • b) riduzione del rischio di lavoro manageriale
C - Come le imprese
           diversificano?
• Sviluppo per linee interne (investimenti
  diretti con proprie risorse)
• Sviluppo per linee esterne (acquisizioni e
  fusioni)
• Sviluppo di tipo cooperativo (alleanze
  strategiche, joint venture, partnership)
D - Quando una strategia di
diversificazione è efficace?
 • Quando si realizzano economie di ampiezza
 • Quando un’impresa acquisisce effettivamente
   risorse e competenze distintive
 • Quando un’impresa migliora la posizione
   competitiva nel core business in cui opera
 • Quando l’impresa non disperde risorse,
   competenze ed energie in più campi ⇒
   passaggio dalla diversificazione conglomerale a
   quella concentrica
 • Quando l’impresa acquisisce un forte potere di
   mercato (ottica tradizionale)
Economies of Scope

• LE ECONOMIE DI SCOPO O DI AMPIEZZA SONO
  RAPPRESENTATE DA UNA RIDUZIONE DEI COSTI MEDI
  UNITARI PER EFFETTO DI UNA PRODUZIONE CONGIUNTA
  DI PIU’ BENI NELL’AMBITO DEL MEDESIMO PROCESSO
  PRODUTTIVO
• COSI’, IN ALTRI TERMINI, SUSSISTONO ECONOMIE DI
  AMPIEZZA QUANDO IL COSTO TOTALE DELLA PRODUZIONE
  OTTENUTA CONGIUNTAMENTE DI X1 E X2 E’ MINORE
  DELLA SOMMA DEI COSTI TOTALI SOSTENUTI
  PRODUCENDO SEPARATAMENTE X1 E X2
Economies of Scope (segue)
• Formalizzando semplicemente si ottiene che:



             C (X1, X2) < C (X1, 0) + C (0, X2)
E - Come si misura il grado di
       diversificazione?
• Conteggio del numero delle ASA
• Distinzione fra produzione principale e
  produzioni accessorie e calcolo del peso
  delle attività accessorie

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  • 2. Contenuto • Concetto di Filiera • Filiera e Integrazione Verticale • Motivazioni Integrazione Verticale • Integrazione Verticale Parziale • Quasi-Integrazione Verticale • Misura Integrazione Verticale
  • 3. Il Concetto di Filiera Tecnologico-Produttiva • Con la locuzione filiera tecnologico -produttiva s’intende l’insieme delle lavorazioni che devono essere effettuate in cascata per passare da una determinata quantità di materiali grezzi ad un prodotto finito
  • 4. Il Concetto di Filiera Tecnologico-Produttiva (segue) 1. Filiera con andamento “implosivo” (tante materie prime per fare/usare un solo bene) 2. Filiera con andamento “esplosivo” (una materia prima per fare/usare tanti beni) 3. Filiera con andamento “lineare” (rapporto 1:1 tra materie prime e bene)
  • 5. La Filiera e la Specializzazione dei Compiti (Divisione del Lavoro) 1. Ogni singola impresa si trova all’interno di una o più filiere di produzione nell’ambito della/delle quale/i si specializza in un certo numero di operazioni in cascata 2. Il grado di integrazione verticale è dato dal numero di operazioni che l’impresa svolge nella filiera. Quanto più è numeroso il numero delle operazioni tanto maggiore è il grado di integrazione verticale dell’impresa
  • 6. La Filiera e l’Integrazione Verticale 3. E’ inoltre utile distinguere fra integrazione verticale a livello di settore e integrazione verticale a livello di impresa A. Integrazione Verticale a livello di impresa = grado di integrazione verticale fra due o più imprese che commercializzano il medesimo prodotto: • integrazione verticale ascendente (o a monte) • integrazione verticale discendente (o a valle)
  • 7. La Filiera e l’Integrazione Verticale (segue) B. integrazione verticale a livello di settore NOTA: PER DEFINIRE DIFFERENZIALI COMPETITIVI POSITIVI/ NEGATIVI DI UN ELEVATO GRADO DI INTEGRAZIONE VERTICALE SONO DA OSSERVARE : • la natura dei settori • la collocazione dei settori entro la filiera • la struttura concorrenziale dei settori a monte/a valle PROBLEMA: confronto fra grado di integrazione verticale fra settori diversi
  • 8. Integrazione Verticale Con l’integrazione verticale, l’impresa sceglie di sostituire costi variabili (o costi da input) con costi fissi (impianti e personale dipendente) Quando conviene avere imprese integrate e quando imprese più flessibili? • MERCATI CON FASI PROLUNGATE DI INTENSA DOMANDA DI PRODOTTI FINALI • MERCATI SATURI CON FORTI OSCILLAZIONI
  • 9. Motivazioni alla base della Integrazione Verticale L’integrazione verticale è conveniente nel caso in cui comporti: A. Risparmi reali di risorse B. Vantaggi di natura monopolistica C. Vi siano vincoli di natura amministrativa e/o istituzionale
  • 10. Motivazioni alla base della Integrazione Verticale (segue) A. RISPARMI REALI DI RISORSE - per interdipendenze tecnico-produttive - per imperfezioni dei mercati che rendono difficile e costoso lo scambio ed il coordinamento delle attività fra fornitori ed acquirenti (costi di contrattazione, acquisizione delle informazioni ed incertezza) - per riduzioni costi di trasporto - nei casi di prodotti speciali (Williamson)
  • 11. Motivazioni alla base della Integrazione Verticale (segue) B. VANTAGGI DI NATURA MONOPOLISTICA - economie di scala a monte/valle, ridotto numero di produttori e prezzi di monopolio per fattori di produzione che sono fonti di incertezza per gli acquirenti (caso GM-Fisher Body) - integrazione verticale con vantaggio di prima mossa
  • 12. Motivazioni alla base della Integrazione Verticale (segue) C. VINCOLI DI NATURA AMMINISTRATIVA E/O ISTITUZIONALE - forme di tassazione sugli scambi e non sul valore aggiunto (IGE vs IVA) - possibilità di controllare le modalità con cui viene realizzato il profitto - politiche pubbliche di controllo sui prezzi
  • 13. Integrazione Verticale Parziale - INTEGRAZIONE PARZIALE A MONTE In questo caso, l’impresa che necessita di un certo componente sviluppa la sua produzione all’interno, ma soltanto per una quota parte del suo fabbisogno totale. In tal modo, essa non si priva della possibilità di rifornirsi all’esterno in caso di fluttuazione della domanda o di innovazioni tecnologiche realizzate da altri - INTEGRAZIONE PARZIALE A VALLE L’impresa produttrice di beni (tipicamente di consumo) si integra nella fase di commercializzazione aprendo alcuni punti di vendita diretta
  • 14. Quasi-Integrazione Verticale Si parla di quasi-integrazione verticale quando si realizza uno stabile rapporto commerciale di fornitura fra due o più imprese Si tratta di rapporti organici e strutturati che non assumono la natura di una vera e propria integrazione verticale posto che la relazione di committenza si mantiene fra imprese distinte in senso tanto giuridico quanto economico
  • 15. La Misura della Integrazione Verticale • A LIVELLO DI IMPRESA Iv = VA / VP ove: VA = Valore Aggiunto i VP = Valore della Produzione (espresso dal Fatturato)
  • 16. La Misura della Integrazione Verticale • A LIVELLO DI SETTORE n Σ VAi i=1 Lv = -------------- n Σ VPi i=1
  • 17. Diversificazione Economia e Gestione delle Imprese - Prof. A. Mocciaro Li Destri - Anno Accademico 2009-2010
  • 18. Temi rilevanti • A - Che cosa è la diversificazione? • B - Perché le imprese diversificano? • C - Come le imprese diversificano? • D - Quando una strategia di diversificazione è efficace? • E - Come si misura il grado di diversificazione?
  • 19. A - Che cosa è la diversificazione? • E’ una strategia di espansione attraverso l’ingresso in nuovi business Condizioni preliminari: – definire i confini del business – valutare il grado di attrattività del business – valutare il vantaggio competitivo – valutare la relazione esistente fra i diversi tipi di business
  • 20. A - Che cosa è la diversificazione? (cont) • La diversificazione (ingresso in nuove aree d’affari) può avvenire con: – ampliamento della capacità produttiva – senza ampliamento della capacità produttiva
  • 21. A - Che cosa è la diversificazione? (cont) Tipologie di diversificazione • Diversificazione collaterale con business dominante • Riconversione • Diversificazione eterogenea con business dominante • Diversificazione conglomerale
  • 22. B - Perché le imprese diversificano? Prospettiva tradizionale (finanziaria) • Vantaggi di natura finanziaria • Ottimizzazione del portafoglio di attività • Ripartizione del rischio su più business Prospettiva più recente (risorse e competenze) • Acquisizione nuove competenze • Trasferimento di risorse specifiche e generiche verso nuovi business
  • 23. B - Perché le imprese diversificano? (cont) • Condivisione di risorse tra il business originario e il nuovo business Prospettiva di mercato • Condizioni di maturità del business originario • Ricerca di occasioni d’affari o di nuove opportunità di sviluppo • Dinamiche competitive di mercato
  • 24. B - Perché le imprese diversificano? (cont) Prospettiva interna • Esistenza di motivi di natura manageriale in imprese che presentano una separazione fra proprietà e management • a) accrescimento della “managerial compensation” • b) riduzione del rischio di lavoro manageriale
  • 25. C - Come le imprese diversificano? • Sviluppo per linee interne (investimenti diretti con proprie risorse) • Sviluppo per linee esterne (acquisizioni e fusioni) • Sviluppo di tipo cooperativo (alleanze strategiche, joint venture, partnership)
  • 26. D - Quando una strategia di diversificazione è efficace? • Quando si realizzano economie di ampiezza • Quando un’impresa acquisisce effettivamente risorse e competenze distintive • Quando un’impresa migliora la posizione competitiva nel core business in cui opera • Quando l’impresa non disperde risorse, competenze ed energie in più campi ⇒ passaggio dalla diversificazione conglomerale a quella concentrica • Quando l’impresa acquisisce un forte potere di mercato (ottica tradizionale)
  • 27. Economies of Scope • LE ECONOMIE DI SCOPO O DI AMPIEZZA SONO RAPPRESENTATE DA UNA RIDUZIONE DEI COSTI MEDI UNITARI PER EFFETTO DI UNA PRODUZIONE CONGIUNTA DI PIU’ BENI NELL’AMBITO DEL MEDESIMO PROCESSO PRODUTTIVO • COSI’, IN ALTRI TERMINI, SUSSISTONO ECONOMIE DI AMPIEZZA QUANDO IL COSTO TOTALE DELLA PRODUZIONE OTTENUTA CONGIUNTAMENTE DI X1 E X2 E’ MINORE DELLA SOMMA DEI COSTI TOTALI SOSTENUTI PRODUCENDO SEPARATAMENTE X1 E X2
  • 28. Economies of Scope (segue) • Formalizzando semplicemente si ottiene che: C (X1, X2) < C (X1, 0) + C (0, X2)
  • 29. E - Come si misura il grado di diversificazione? • Conteggio del numero delle ASA • Distinzione fra produzione principale e produzioni accessorie e calcolo del peso delle attività accessorie