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CONFERENZA NAZIONALE SMART PORTS
ASPETTI GIURIDICI NELLA GESTIONE
DEI SEDIMENTI
FRANCESCA BENEDETTI
AVVOCATO
FERRARA FIERE CONGRESSI
18 settembre 2019
Argomenti
• Normativa dragaggi
• Modalità di reimpiego dei materiali
dragati
• DM 172/2016: tecniche di dragaggio
• Dragaggio convenzionale e dragaggio
ambientale
• DM 173/2016: criteri per l'immersione
in mare dei materiali dragati
• Giurisprudenza penale e
amministrativa in materia di dragaggi
Source https://www2.iadc-dredging.com
Con riferimento ai materiali derivanti da attività di dragaggio in
aree poste nei siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), il
secondo comma dell'art. 5-bis, stabilisce quattro tipologie di
gestione.
Le operazioni di dragaggio di materiali nelle aree portuali e
marino-costiere sono disciplinate dall’art. 5-bis della Legge n.
84/94, relativa al riordino della legislazione in materia portuale,
che definisce anche le modalità per il reimpiego dei materiali
dragati in relazione alle caratteristiche degli stessi.
I materiali di dragaggio possono essere:
a) immessi o refluiti nei corpi idrici dai quali provengono, oppure essere utilizzati
per il rifacimento degli arenili, per formare terreni costieri o per migliorare lo
stato dei fondali attraverso attività di capping, qualora presentino, all'origine
ovvero a seguito di trattamenti aventi esclusivamente lo scopo della rimozione
degli inquinanti, caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche idonee con
riferimento al sito di destinazione, e non presentino positività ai test eco-
tossicologici;
b) destinati a impiego a terra, qualora presentino, all'origine o a seguito di
trattamenti aventi esclusivamente lo scopo della desalinizzazione o della
rimozione degli inquinanti, livelli di contaminazione non superiori a quelli
stabiliti nelle colonne A e B Tabella 1 Allegato 5 alla parte IV del D.Lgs. n.
152/06, in funzione della destinazione d'uso e qualora risultino conformi al
test di cessione da compiere con il metodo e in base ai parametri di cui al
D.M. 5 febbraio 1998;
d) considerati ai fini dell'esclusione dell'area dal perimetro del SIN, qualora
risultino caratterizzati da concentrazioni degli inquinanti al di sotto dei
valori di riferimento specifici definiti in conformità ai criteri di cui al D.D.
351/STA dell'8 giugno 2016.
c) destinati a refluimento all'interno di casse di colmata, di vasche di raccolta, o
comunque in strutture di contenimento o di conterminazione, qualora
risultino non pericolosi all'origine o a seguito di trattamenti finalizzati
esclusivamente alla rimozione degli inquinanti;
L'idoneità dei materiali ad essere
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Source http://dredgeresearchcollaborative.org/works/dredge/
Idoneità dei materiali di dragaggio
L'allegato A individua le tecniche di dragaggio convenzionale e
dragaggio ambientale
D.M. n. 172/16
Disciplina le modalità e le norme tecniche per lo svolgimento delle
operazioni di dragaggio nelle aree portuali e marino costiere nei SIN,
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“Numerosi sono i potenziali effetti del
dragaggio sull'ecosistema marino-
costiero, principalmente connessi con
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integrate con opportune misure di
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Dragaggio ambientale
-misure per ridurre al minimo la risospensione dei sedimenti e
l'incremento della torbidità
-misure per prevenire la perdita di materiale (Spill)
-misure per ottimizzare la densità del materiale dragato, in relazione alla
sua destinazione finale
-misure per garantire un'elevata precisione nel posizionamento e
accuratezza del profilo di scavo
Requisiti del dragaggio ambientale
Il dragaggio «ambientale» deve soddisfare i seguenti requisiti:
Le modalità di escavo “devono essere tali da non comportare un peggioramento
delle condizioni ambientali preesistenti nelle aree circostanti l’area di attività ed in
particolare arrecare disturbo per le risorse di interesse alieutico”.
D.M. n. 173/16
Disciplina le modalità ed i criteri tecnici per l'autorizzazione all'immersione in mare
dei materiali di escavo di fondali marini (art. 109 del D.Lgs. n. 152/06), la gestione
dei materiali provenienti dal dragaggio delle aree portuali e marino costiere non
comprese nei SIN, nonché la gestione dei materiali provenienti dai SIN risultanti da
operazioni di dragaggio nelle aree portuali e marino costiere destinati ad essere
gestiti al di fuori dei detti SIN.
Giurisprudenza penale in materia di dragaggi
Le operazioni di dragaggio realizzate in violazione
(o, comunque, in assenza) di prescrizioni volte a
limitare l'intorbidimento delle acque (come, ad
esempio, nel caso di specie, mediante "la presenza
di una vasca d'acqua a bordo della draga per poter
lavare la benna prima di ogni immersione e la
predisposizione di un sistema di conterminazione
per evitare la dispersione della torbidità nelle acque
circostanti"), provocano la risospensione dei
sedimenti inquinati e, dunque, un aggravamento
della situazione di inquinamento tale da integrare
gli estremi del reato di 'inquinamento ambientale' di
cui all'art. 452-bis c.p..
Cass. pen. Sez. III, 21.9.2016, n. 46170
Profili di danno ambientale
Al di là dei profili strettamente penali, l'aver cagionato la compromissione e/o
il deterioramento significativo di risorse ambientali comporta anche una
responsabilità per danno ambientale, ai sensi della parte VI del D.Lgs. n.
152/06, con conseguente obbligo in capo al soggetto responsabile di
procedere, previa valutazione e quantificazione del danno provocato alle
risorse ambientali (nel caso di specie, colonna d'acqua, sedimenti, biota, oltre
ad eventuali habitat e specie protette) alla riparazione dello stesso mediante
azioni di ripristino.
Cass. penale, sez. III, sent. n. 1992/2018
Giurisprudenza amministrativa in materia di dragaggi
In relazione all'esecuzione di interventi di dragaggio
finalizzati alla bonifica di sedimenti inquinati
all'interno dei SIN, il Giudice amministrativo chiamato
a pronunciarsi in merito alla realizzabilità di tali
interventi è giunto ad affermare che, considerate le
'lamentate insufficienze o inefficienze delle tecniche di
dragaggio' in uso, l'esecuzione di tali tipi di intervento,
potendo comportare la risospensione e la
reimmissione in circolo dei sedimenti inquinati giacenti
sui fondali, determinerebbe, di fatto, un
aggravamento dei rischi sanitari e ambientali e,
dunque, paradossalmente, il peggioramento della
situazione di inquinamento di tali siti.
T.A.R. Catania, sent. n. 1254/2007, riguardante la contaminazione della Rada di Augusta,
nel SIN di Priolo e T.A.R. Piemonte, sent. n. 767/2008, riguardante la contaminazione da
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Francesca Benedetti
Avvocato

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Aspetti giuridici nella gestione dei sedimenti

  • 1. CONFERENZA NAZIONALE SMART PORTS ASPETTI GIURIDICI NELLA GESTIONE DEI SEDIMENTI FRANCESCA BENEDETTI AVVOCATO FERRARA FIERE CONGRESSI 18 settembre 2019
  • 2. Argomenti • Normativa dragaggi • Modalità di reimpiego dei materiali dragati • DM 172/2016: tecniche di dragaggio • Dragaggio convenzionale e dragaggio ambientale • DM 173/2016: criteri per l'immersione in mare dei materiali dragati • Giurisprudenza penale e amministrativa in materia di dragaggi Source https://www2.iadc-dredging.com
  • 3. Con riferimento ai materiali derivanti da attività di dragaggio in aree poste nei siti di bonifica di interesse nazionale (SIN), il secondo comma dell'art. 5-bis, stabilisce quattro tipologie di gestione. Le operazioni di dragaggio di materiali nelle aree portuali e marino-costiere sono disciplinate dall’art. 5-bis della Legge n. 84/94, relativa al riordino della legislazione in materia portuale, che definisce anche le modalità per il reimpiego dei materiali dragati in relazione alle caratteristiche degli stessi.
  • 4. I materiali di dragaggio possono essere: a) immessi o refluiti nei corpi idrici dai quali provengono, oppure essere utilizzati per il rifacimento degli arenili, per formare terreni costieri o per migliorare lo stato dei fondali attraverso attività di capping, qualora presentino, all'origine ovvero a seguito di trattamenti aventi esclusivamente lo scopo della rimozione degli inquinanti, caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche idonee con riferimento al sito di destinazione, e non presentino positività ai test eco- tossicologici; b) destinati a impiego a terra, qualora presentino, all'origine o a seguito di trattamenti aventi esclusivamente lo scopo della desalinizzazione o della rimozione degli inquinanti, livelli di contaminazione non superiori a quelli stabiliti nelle colonne A e B Tabella 1 Allegato 5 alla parte IV del D.Lgs. n. 152/06, in funzione della destinazione d'uso e qualora risultino conformi al test di cessione da compiere con il metodo e in base ai parametri di cui al D.M. 5 febbraio 1998;
  • 5. d) considerati ai fini dell'esclusione dell'area dal perimetro del SIN, qualora risultino caratterizzati da concentrazioni degli inquinanti al di sotto dei valori di riferimento specifici definiti in conformità ai criteri di cui al D.D. 351/STA dell'8 giugno 2016. c) destinati a refluimento all'interno di casse di colmata, di vasche di raccolta, o comunque in strutture di contenimento o di conterminazione, qualora risultino non pericolosi all'origine o a seguito di trattamenti finalizzati esclusivamente alla rimozione degli inquinanti;
  • 6. L'idoneità dei materiali ad essere gestiti e reimpiegati secondo le modalità indicate dalla norma è verificata mediante apposite analisi (caratterizzazione) da effettuare nel sito prima del dragaggio, sulla base delle metodologie e dei criteri stabiliti dall’allegato A al D.M. 7 novembre 2008. Source http://dredgeresearchcollaborative.org/works/dredge/ Idoneità dei materiali di dragaggio
  • 7. L'allegato A individua le tecniche di dragaggio convenzionale e dragaggio ambientale D.M. n. 172/16 Disciplina le modalità e le norme tecniche per lo svolgimento delle operazioni di dragaggio nelle aree portuali e marino costiere nei SIN, anche ai fini del reimpiego dei materiali dragati ovvero per gli utilizzi di cui al comma 2 dell’art. 5-bis, all'interno dei SIN
  • 8. “Numerosi sono i potenziali effetti del dragaggio sull'ecosistema marino- costiero, principalmente connessi con l'aumento della torbidità delle acque e la dispersione, ovvero diffusione delle sostanze contaminanti presenti nei sedimenti: alterazione dell'equilibrio ecosistemico ovvero produttivo di ecosistemi sensibili, compromissione di usi legittimi del mare, biomagnificazione degli inquinanti nella catena trofica.”. Effetti del dragaggio convenzionale sull’ambiente Source https://www.123rf.com/
  • 9. Il dragaggio ambientale è effettuato mediante tecniche che, rispetto al dragaggio convenzionale, utilizzano “le migliori tecnologie disponibili integrate con opportune misure di mitigazione degli effetti sull'ecosistema”, al fine di prevenire effetti negativi per l’ambiente. Source: http://www.3rinc.com/category/dredging/ Dragaggio ambientale
  • 10. -misure per ridurre al minimo la risospensione dei sedimenti e l'incremento della torbidità -misure per prevenire la perdita di materiale (Spill) -misure per ottimizzare la densità del materiale dragato, in relazione alla sua destinazione finale -misure per garantire un'elevata precisione nel posizionamento e accuratezza del profilo di scavo Requisiti del dragaggio ambientale Il dragaggio «ambientale» deve soddisfare i seguenti requisiti:
  • 11. Le modalità di escavo “devono essere tali da non comportare un peggioramento delle condizioni ambientali preesistenti nelle aree circostanti l’area di attività ed in particolare arrecare disturbo per le risorse di interesse alieutico”. D.M. n. 173/16 Disciplina le modalità ed i criteri tecnici per l'autorizzazione all'immersione in mare dei materiali di escavo di fondali marini (art. 109 del D.Lgs. n. 152/06), la gestione dei materiali provenienti dal dragaggio delle aree portuali e marino costiere non comprese nei SIN, nonché la gestione dei materiali provenienti dai SIN risultanti da operazioni di dragaggio nelle aree portuali e marino costiere destinati ad essere gestiti al di fuori dei detti SIN.
  • 12. Giurisprudenza penale in materia di dragaggi Le operazioni di dragaggio realizzate in violazione (o, comunque, in assenza) di prescrizioni volte a limitare l'intorbidimento delle acque (come, ad esempio, nel caso di specie, mediante "la presenza di una vasca d'acqua a bordo della draga per poter lavare la benna prima di ogni immersione e la predisposizione di un sistema di conterminazione per evitare la dispersione della torbidità nelle acque circostanti"), provocano la risospensione dei sedimenti inquinati e, dunque, un aggravamento della situazione di inquinamento tale da integrare gli estremi del reato di 'inquinamento ambientale' di cui all'art. 452-bis c.p.. Cass. pen. Sez. III, 21.9.2016, n. 46170
  • 13. Profili di danno ambientale Al di là dei profili strettamente penali, l'aver cagionato la compromissione e/o il deterioramento significativo di risorse ambientali comporta anche una responsabilità per danno ambientale, ai sensi della parte VI del D.Lgs. n. 152/06, con conseguente obbligo in capo al soggetto responsabile di procedere, previa valutazione e quantificazione del danno provocato alle risorse ambientali (nel caso di specie, colonna d'acqua, sedimenti, biota, oltre ad eventuali habitat e specie protette) alla riparazione dello stesso mediante azioni di ripristino. Cass. penale, sez. III, sent. n. 1992/2018
  • 14. Giurisprudenza amministrativa in materia di dragaggi In relazione all'esecuzione di interventi di dragaggio finalizzati alla bonifica di sedimenti inquinati all'interno dei SIN, il Giudice amministrativo chiamato a pronunciarsi in merito alla realizzabilità di tali interventi è giunto ad affermare che, considerate le 'lamentate insufficienze o inefficienze delle tecniche di dragaggio' in uso, l'esecuzione di tali tipi di intervento, potendo comportare la risospensione e la reimmissione in circolo dei sedimenti inquinati giacenti sui fondali, determinerebbe, di fatto, un aggravamento dei rischi sanitari e ambientali e, dunque, paradossalmente, il peggioramento della situazione di inquinamento di tali siti. T.A.R. Catania, sent. n. 1254/2007, riguardante la contaminazione della Rada di Augusta, nel SIN di Priolo e T.A.R. Piemonte, sent. n. 767/2008, riguardante la contaminazione da DDT nel Lago Maggiore, nel SIN di Pieve Vergonte.