Intervista a Claudio Tamà - General Manager Gap Milano a cura di Alessandra Ravizzotti, Laura Francescut e Francesco Marselli, partecipanti alla I edizione del Programma "Retail Your Talent" rivolto a giovani neolaureati interessati ad entrare in aziende di produzione e distribuzione.
Comunità professionali (network formali e non formali) dei professionisti HR
Intervista a Claudio Tamà - General Manager Gap Milano
1. Business School
Intervista a Claudio Tamà - General Manager
Gap Milano
RETAIL - FAST FASHION
Nato e cresciuto a Napoli, Claudio Tamà intraprende gli studi sociologici e durante il
suo percorso accademico ha sempre lavorato. Ha sin da giovane avuto la possibilità
di confrontarsi col mondo del lavoro, spaziando dalle attività promozionali e di
volantinaggio al call center in Vodafone. Conoscere le regole del lavoro gli ha
permesso di entrare in breve tempo nel mondo del Retail, con la flessibilità
mentale necessaria.
Appena laureato gli si presentano diverse opportunità, offertegli tra gli altri, da
Autogrill e dal gruppo Coin. Per ragioni di vastità e prospettive aziendali la sua
scelta ricade nel settore abbigliamento. In seguito accetta di trasferirsi a Firenze
per collaborare alla conversione di uno Store. Appena comprende che non ci sono
più le prospettive per poter avere una crescita commisurata alle sue aspettative,
decide di lasciare Oviesse.
Gap gli propone di tornare nella Capitale, per ricoprire la veste di Store Manager e nei
primi due anni, assieme ai suoi colleghi, contribuisce in maniera significativa all’implementazione di un
nuovo Flagship a Roma, dando così inizio alla diffusione del brand in tutta Italia. È un ruolo stimolante
che lo porta a viaggiare molto, anche supportando le aperture dei negozi di Torino e Fiordaliso.
Adesso risiede a Milano, ove occupa la posizione di General Manager, coordinando le attività degli
altri quattro Store manager all’interno del punto vendita.
Dove si colloca nell’assetto organizzativo
della vostra azienda il General Manager?
Il mio ruolo di General Manager è essenziale
per il coordinamento dei diversi Store manager
all’interno del punto vendita poiché sono il
riporto diretto dell’azienda. Il mio superiore è
il District Manager, al quale devo comunicare
l’andamento aziendale, tramite una dettagliata
attività reportistica.
Cosa distingue Gap dai competitor?
I competitor hanno un fast fashion molto
estremizzato e attento al prezzo basso, mentre
Gap vuole mantenere una buona qualità dei suoi
prodotti, vendendoli al “giusto” prezzo. Il Brand è
riconosciuto per la sua storia, per il fatto di essere
un marchio solido e noto.
Da noi la customer care è fondamentale, il cliente
è al centro della visione aziendale. Per esempio,
ClaudioTam
à
-GapMilano
2. qui da noi c’è un esperto di denim, che consiglia
e confeziona un capo ad hoc per il cliente, senza
costi aggiuntivi.
A differenza di altri siamo un brand che cerca di
far moda, rispettando l’ambiente e le diversità
socio-culturali: per esempio, abbiamo condotto
una campagna gay friendly, perché crediamo
nel concetto di amore universale, cercando di
abbattere le barriere del pregiudizio.
Qual è il Target di Gap?
Il cliente medio ha dai 25 anni ai 40 circa, quindi
giovani single, ma anche coppie che comprano
per i propri bambini e per se stessi. I consumatori
Gap sono coloro che cercano qualità nel casual
wear, ad un prezzo non molto alto.
Anchelepiùgiovanifrequentanoilnostronegozio,
infatti cerchiamo di comunicare attraverso i social
media con la nuova generazione. Il nostro cliente
tipo è casual, iconico e denim oriented.
Com’è fatta la sua “giornata tipo”?
Quotidianamente cerco di dare seguito alle
direttive aziendali assieme ai miei collaboratori,
analizzando ripetutamente i KPI, controllando il
magazzino e riferendo con l’Operation manager.
La sfida di ogni giorno è riuscire a trasformare le
difficoltà in vantaggi ed opportunità.
Lo Store è molto strutturato, gestito da diversi
Store Manager. Lo schedule settimanale è spesso
molto simile - per esempio il lunedì c’è il manager
meeting in cui analizziamo le richieste aziendali,
condividiamo le best practice con gli altri Store e
in tale sede forniamo anche feedback aziendali.
Cerchiamo di schedulare il più possibile le nostre
attività sul breve e sul medio-lungo termine.
Qual è il suo più grande successo come
General Manager?
Il General Manager riesce a raggiungere gli
obiettivi quando comprende le richieste aziendali
e le comunica ai propri collaboratori. Egli deve
formare un solido team che si focalizza sul
risultato e sugli obiettivi aziendali, che non sono
necessariamente collegati solo al fatturato.
In tal senso la soddisfazione più grande, nel mio
caso, è di aver formato collaboratori e avere
contribuito alla loro crescita professionale.
Il suo impegno più grande nei confronti di
questa azienda?
Sono stato riconosciuto dall’azienda come
formatore e mi occupo anche dell’inserimento
dei nuovi manager in azienda. Cerco altresì
di insegnare ai miei collaboratori le qualità
essenziali del mestiere e successivamente
di contribuire all’innalzamento del livello di
performance dei dipendenti, cercando di spronarli
nel raggiungimento del risultato.
Le fa paura il cambiamento?
Io credo che sia sempre meglio rischiare, che
avere rimorsi nella vita. Ho cambiato azienda e
spesso ho cambiato anche città. È un ruolo che
mi assorbe molto, ma sono molto soddisfatto del
ruolo che ricopro.
Il mio impegno nel punto vendita è costante,
richiede sacrifici notevoli, ma non cambierei
assolutamente niente.
Io mi identifico nell’azienda, la sento come
creazione mia, come se fossi io l’imprenditore
del negozio e spesso, se c’è un problema o una
difficoltà, non riesco “ad abbandonare la nave”.
Se potesse cosa cambierebbe?
Non farei grossi cambiamenti, forse aumenterei le
ore in una giornata.
Quali sono gli insegnamenti che ha appreso
da questo lavoro?
Ho imparato a superare gli ostacoli che si
presentano ogni giorno, a non giudicare le
persone dalla prima impressione e ad andare oltre,
per non rischiare di perdere un talento. D’altro
canto ora so che non bisogna soffermarsi su chi
non ha voglia di crescere. Ascoltare attivamente
e accettare i feedback dall’esterno sono attività
a cui mi dedico ogni giorno e che ho potuto
apprendere durante la mia attività nello Store.
Penso che gli insegnamenti più grandi derivino
dai nostri clienti.
Il suo successo lavorativo ha penalizzato la
vita privata?
La mia vita personale, nonostante gli impegni, è
ricca di interessi. Sono sposato, ho due figli e la
mia famiglia mi ha seguito in questa avventura
professionale, sebbene abbiano dovuto subire
cambiamenti radicali. Per me è importante tornare
a casa e condividere con loro quella che è stata
la mia giornata. Certo, a volte sono stanco ma
sempre soddisfatto!
Può dirci quali caratteristiche dovrebbe avere
chi vorrebbe intraprendere questo lavoro?
Oltre alle competenze e al talento – che è una
3. caratteristica innata e difficile da scoprire per
ognuno di noi - bisogna avere un pizzico di
fortuna e molta passione per quello che si vuole
fare, perché l’impegno viene sempre ripagato. Al
di la di tutto ritengo che saper ascoltare sia la
qualità essenziale per chi vorrebbe ricoprire il mio
ruolo.
Un consiglio di vita?
Dovete mettere passione e dedizione nel lavoro.
Se portate amore nel vostro lavoro, tornerete
a casa sereni e soddisfatti, dopo aver creato
un business e aver fatto vivere ai clienti una
shopping experience, dopo aver contribuito al
miglioramento dei KPI, e così via. Soprattutto, siate
umili ed ascoltate i suggerimenti di tutti, facendoli
vostri. Bisogna cercare di lasciare un’impronta nel
negozio, in modo tale che tutti si ricordino di voi.
Retail Your Talent. Programma di formazione post laurea - 2015
II Project Work
Intervista a cura di Alessandra Ravizzotti, Francesco Marselli e Laura Francescut
-> www.istud.it Business School