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12 OTTOBRE 2016 | ROMA
DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
CONVEGNO SCIENTIFICO
ELEMENTI STORICO ECONOMICI DELLA STATISTICA
NELLA SOCIETÀ ITALIANA NEL LUNGO PERIODO
ROMA – ISTAT
12 OTTOBRE 2016
Giovanni A. Barbieri | Istat
DISPARITÀ TERRITORIALI E
POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
12 OTTOBRE 2016 | ROMA
DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Questo intervento
L’attenzione dell’Istat alle disparità territoriali è indissolubilmente legato alle
vicende del Paese
L’ordinamento delle nostre statistiche è un po’ il riflesso dell’ordinamento dello Stato: la volontà
c’entra a centellini, e l’abitudine vi corre a fiumi. (lettera di Cesare Correnti a Luigi
Bodio, pubblicata in Archivio di statistica, anno 1 n. 1, 1876, p. XII)
2Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Tre momenti storici
 L’ascesa e il declino delle statistiche delle città coincide con la nascita
dell’Istituto centrale di statistica
 La definizione geografica del Mezzogiorno, diversa da quella
amministrativa, rende arduo il compito di documentare le disparità
 Dalla metà degli anni Ottanta, con l’Atto unico europeo e la riforma dei
fondi strutturali, l’Istat è chiamato a dare sostegno di documentazione alle
politiche di coesione e si apre un nuovo straordinario periodo di sviluppo
delle statistiche territoriali, tuttora in crescita
3Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Ugo Giusti, l’Usci e l’Annuario statistico delle città italiane
4Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
5Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Il capitolo Grandi città sull’Annuario statistico italiano 1930
6Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
La rinuncia alla pubblicazione dell’Atlante statistico italiano
7Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Tre momenti storici
 L’ascesa e il declino delle statistiche delle città coincide con la nascita
dell’Istituto centrale di statistica
 La definizione geografica del Mezzogiorno, diversa da quella
amministrativa, rende arduo il compito di documentare le disparità
 Dalla metà degli anni Ottanta, con l’Atto unico europeo e la riforma dei
fondi strutturali, l’Istat è chiamato a dare sostegno di documentazione alle
politiche di coesione e si apre un nuovo straordinario periodo di sviluppo
delle statistiche territoriali, tuttora in crescita
8Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Famiglie, secondo il tenore di vita – 1954
(Inchiesta sulla miseria in Italia)
9Giovanni A. Barbieri | Istat
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1.716.000
7.616.000
14,8
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11,0
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
La polpa e l’osso di
Manlio Rossi-Doria
10Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
La riforma agraria:
legge Sila e legge
stralcio
11Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Il territorio
dell’intervento
straordinario nel
Mezzogiorno
12Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
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13Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
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14Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Traiettorie dei
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15Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Tre momenti storici
 L’ascesa e il declino delle statistiche delle città coincide con la nascita
dell’Istituto centrale di statistica
 La definizione geografica del Mezzogiorno, diversa da quella
amministrativa, rende arduo il compito di documentare le disparità
 Dalla metà degli anni Ottanta, con l’Atto unico europeo e la riforma dei
fondi strutturali, l’Istat è chiamato a dare sostegno di documentazione alle
politiche di coesione e si apre un nuovo straordinario periodo di sviluppo
delle statistiche territoriali, tuttora in crescita
16Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Il Mezzogiorno cambia
 Nuovi e diversi modi di affrontare la «questione meridionale»
 L’ultimo (controverso) tentativo di rilancio delle politiche speciali
 Le politiche regionali europee e la fine dell’intervento straordinario
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Nuovi e diversi modi di affrontare la «questione meridionale»
 «Necessario rompere l’unità concettuale del Mezzogiorno con analisi a
pelle di leopardo incentrate su realtà intermedie, capaci di decostruire
l’approccio globale ma anche la logica antropologica della tradizione
meridionale»
(Giuseppe De Rita, Rapporto Censis 1979)
 Due poli (sempre De Rita, in un diverso contesto, 25 anni dopo):
 Polo «della diversificazione del Mezzogiorno, della rottura dell’unità monolitica e
della possibilità di ragionare su più Mezzogiorni» (polo Franchini)
 Polo secondo il quale «il Mezzogiorno non va visto tutto insieme, ma caso per caso,
entrando nelle singole realtà locali, andando a prendere le piccole soggettività che ci
sono, e non la grande soggettività accentrata dello Stato» (polo Borgomeo)
18Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Il Mezzogiorno a
macchia di leopardo:
l’esperienza dei patti
territoriali
19Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
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patti territoriali
20Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
La legge 64 del 1986
 1984: Cassa per il Mezzogiorno soppressa e posta in liquidazione
 La legge 64:
 Pluralità di soggetti, straordinari e ordinari, centrali, regionali e locali
 Dipartimento per il Mezzogiorno, organo della programmazione nell’ambito della
Presidenza del Consiglio (a guida socialista)
 Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno (a guida democristiana)
eredita compiti e personale della Cassa
 Diagnosi impietosa di Da Empoli: diminuzione dell’efficacia,
disomogeneità nell’uso delle risorse, aumento della spesa pubblica,
dispersione degli interventi in una miriade di microprogetti, sostituzione
dell’azione ordinaria
21Giovanni A. Barbieri | Istat
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IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Convergenza
del Pil pro
capite
regionale
22Giovanni A. Barbieri | Istat
0.200
0.250
0.300
0.350
0.400
0.450
1951 1961 1971 1981 1991 2001
CV
Anni
Convergenza del Pil pro capite regionale. Anni 1951-2007 (coefficienti di variazione)
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Il contesto europeo
 1957, Protocollo sul Mezzogiorno: dà mano libera al Governo italiano
 1986, Atto unico europeo: politica di coesione economica e sociale per
ridurre il divario tra le regioni (Padoa Schioppa)
 Le politiche regionali ora di competenza della Commissione:
individuazione dei territori d’intervento e la definizione di tipi, entità e
graduazione degli incentivi («aiuti di Stato»)
 Procedure d’infrazione:
 Geografia dell’intervento straordinario
 Phasing out
 Aiuti al funzionamento (sgravi contributivi e fiscalizzazione oneri sociali)
 Graduazione degli incentivi agli investimenti
23Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Ce lo chiede l’Europa…
 Con la legge 488 del 1992 il Dipartimento e l’Agenzia vengono soppressi
 La Commissione chiede che gli ambiti territoriali in cui possono essere
concesse agevolazioni nazionali e quelli di intervento delle politiche
regionali comunitarie attraverso i fondi strutturali coincidano
 Nuove occasioni di sviluppo per la statistica ufficiale?
 Si torna a ragionare per «regioni» amministrative
 I concetti e le pratiche della valutazione ex ante ed ex post generano un accresciuto
fabbisogno di informazioni statistiche ufficiali e/o “certificate” a livello locale
24Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Il ciclo 1994-1999: un’occasione mancata
 Il negoziato per il secondo ciclo delle politiche regionali riformate (1994-
1999) soffre particolarmente della mancanza di statistiche alla scala
territoriale adeguata
 L’Istat dell’epoca ha come termine di riferimento il Regolamento SEC
vigente, che in quegli anni non obbligava alla pubblicazione di dati di
contabilità nazionale a scala provinciale
 La Commissione europea si basa su stime fatte dai suoi uffici e su dati
prodotti dall’Istituto Tagliacarne
25Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Il ciclo 2000-2006: un ruolo organico della statistica ufficiale
 1996: l’Istat propone un programma di sviluppo delle statistiche regionali
e locali nell’ambito dell’assistenza tecnica dei fondi strutturali
 1998: l’Istat produce i dati richiesti dalle bozze dei regolamenti nell’ambito
del negoziato per il nuovo ciclo
 Il punto più controverso riguarda l’Obiettivo 2, cioè i finanziamenti per la
riconversione economica e sociale delle zone con problemi strutturali
 La nostra tesi: la scala proposta dalla Commissione (Nuts3, province) non
individua sul territorio italiano le aree bisognose d’intervento
 Sistemi locali del lavoro come livello territoriale per il quale produrre stime
statistiche
26Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Confronto tra
aree ammissibili
individuate a
livello di provincia
e di sistema
locale
27Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Le aree
d’intervento della
programmazione
2000-2006 e 2007-
2013
28Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Qualche domanda
 Quali strumenti per individuare i fabbisogni conoscitivi e statistici a
sostegno dello sviluppo locale?
 Quali strutture e azioni concrete per produrre statistiche che sostengano
e sorreggano i processi di sviluppo nei luoghi e nei modi che le forze in
campo vogliono attuare?
 Affiancare alla più tradizionale misurazione dei flussi una quantificazione
degli stock: ma quali sono gli stock territoriali specifici?
 Come estrarre conoscenze dai soggetti e dai luoghi (un crowd-sourcing
del sapere locale)?
29Giovanni A. Barbieri | Istat
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DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE
IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
Qualche spunto conclusivo
 Colmare lo scarto tra ottimismo della soggettualità e realismo della conoscenza
statistica del territorio
 Votare con i piedi e agire politico
 The way people didn’t mean the same thing when they said “location” as when
they said “place.” They said “place” meaning the self of the location. [Salvatore
Scibona 2008, The End, p. 189]
 La statistica nazionale studia i fenomeni sociali su grandi masse, cioè sui grandi
numeri, nei loro risultati complessivi, senza preoccuparsi delle numerose cause
di modificazione compensantisi tra loro. La statistica locale, invece, che studia
più da vicino i fatti e le cause che li determinano, è in grado di verificare meglio
queste molteplici cause, compensantisi più di rado nel campo più ristretto
dell’osservazione. [Ugo Giusti 1904, La statistica locale]
30Giovanni A. Barbieri | Istat

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Disparità territoriali e politiche di coesione: il ruolo dell'Istat 1926-2016

  • 1. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 CONVEGNO SCIENTIFICO ELEMENTI STORICO ECONOMICI DELLA STATISTICA NELLA SOCIETÀ ITALIANA NEL LUNGO PERIODO ROMA – ISTAT 12 OTTOBRE 2016 Giovanni A. Barbieri | Istat DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016
  • 2. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Questo intervento L’attenzione dell’Istat alle disparità territoriali è indissolubilmente legato alle vicende del Paese L’ordinamento delle nostre statistiche è un po’ il riflesso dell’ordinamento dello Stato: la volontà c’entra a centellini, e l’abitudine vi corre a fiumi. (lettera di Cesare Correnti a Luigi Bodio, pubblicata in Archivio di statistica, anno 1 n. 1, 1876, p. XII) 2Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 3. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Tre momenti storici  L’ascesa e il declino delle statistiche delle città coincide con la nascita dell’Istituto centrale di statistica  La definizione geografica del Mezzogiorno, diversa da quella amministrativa, rende arduo il compito di documentare le disparità  Dalla metà degli anni Ottanta, con l’Atto unico europeo e la riforma dei fondi strutturali, l’Istat è chiamato a dare sostegno di documentazione alle politiche di coesione e si apre un nuovo straordinario periodo di sviluppo delle statistiche territoriali, tuttora in crescita 3Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 4. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Ugo Giusti, l’Usci e l’Annuario statistico delle città italiane 4Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 5. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 5Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 6. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il capitolo Grandi città sull’Annuario statistico italiano 1930 6Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 7. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 La rinuncia alla pubblicazione dell’Atlante statistico italiano 7Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 8. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Tre momenti storici  L’ascesa e il declino delle statistiche delle città coincide con la nascita dell’Istituto centrale di statistica  La definizione geografica del Mezzogiorno, diversa da quella amministrativa, rende arduo il compito di documentare le disparità  Dalla metà degli anni Ottanta, con l’Atto unico europeo e la riforma dei fondi strutturali, l’Istat è chiamato a dare sostegno di documentazione alle politiche di coesione e si apre un nuovo straordinario periodo di sviluppo delle statistiche territoriali, tuttora in crescita 8Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 9. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Famiglie, secondo il tenore di vita – 1954 (Inchiesta sulla miseria in Italia) 9Giovanni A. Barbieri | Istat Tenore di vita Famiglie Gradi Tipi Dati assoluti % 0 Misero 116.000 1.357.000 1,0 11,71 348.000 3,0 2 893.000 7,7 3 Disagiato 1.345.000 1.345.000 11,6 11,6 4 Medio 1.716.000 7.616.000 14,8 65,7 5 2.029.000 17,5 6 2.063.000 17,8 7 1.808.000 15,6 8 Elevato 1.101.000 1.274.000 9,5 11,0 9 173.000 1,5 Complesso 11.592.000 100,0
  • 10. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 La polpa e l’osso di Manlio Rossi-Doria 10Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 11. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 La riforma agraria: legge Sila e legge stralcio 11Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 12. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il territorio dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno 12Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 13. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Aree e nuclei di sviluppo industriale 13Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 14. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Flussi migratori interni 1955-1975 14Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 15. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Traiettorie dei centri medi nell’industria manifatturiera e nei mezzi di trasporto 15Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 16. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Tre momenti storici  L’ascesa e il declino delle statistiche delle città coincide con la nascita dell’Istituto centrale di statistica  La definizione geografica del Mezzogiorno, diversa da quella amministrativa, rende arduo il compito di documentare le disparità  Dalla metà degli anni Ottanta, con l’Atto unico europeo e la riforma dei fondi strutturali, l’Istat è chiamato a dare sostegno di documentazione alle politiche di coesione e si apre un nuovo straordinario periodo di sviluppo delle statistiche territoriali, tuttora in crescita 16Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 17. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il Mezzogiorno cambia  Nuovi e diversi modi di affrontare la «questione meridionale»  L’ultimo (controverso) tentativo di rilancio delle politiche speciali  Le politiche regionali europee e la fine dell’intervento straordinario 17Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 18. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Nuovi e diversi modi di affrontare la «questione meridionale»  «Necessario rompere l’unità concettuale del Mezzogiorno con analisi a pelle di leopardo incentrate su realtà intermedie, capaci di decostruire l’approccio globale ma anche la logica antropologica della tradizione meridionale» (Giuseppe De Rita, Rapporto Censis 1979)  Due poli (sempre De Rita, in un diverso contesto, 25 anni dopo):  Polo «della diversificazione del Mezzogiorno, della rottura dell’unità monolitica e della possibilità di ragionare su più Mezzogiorni» (polo Franchini)  Polo secondo il quale «il Mezzogiorno non va visto tutto insieme, ma caso per caso, entrando nelle singole realtà locali, andando a prendere le piccole soggettività che ci sono, e non la grande soggettività accentrata dello Stato» (polo Borgomeo) 18Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 19. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il Mezzogiorno a macchia di leopardo: l’esperienza dei patti territoriali 19Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 20. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Le idee forza dei patti territoriali 20Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 21. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 La legge 64 del 1986  1984: Cassa per il Mezzogiorno soppressa e posta in liquidazione  La legge 64:  Pluralità di soggetti, straordinari e ordinari, centrali, regionali e locali  Dipartimento per il Mezzogiorno, organo della programmazione nell’ambito della Presidenza del Consiglio (a guida socialista)  Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno (a guida democristiana) eredita compiti e personale della Cassa  Diagnosi impietosa di Da Empoli: diminuzione dell’efficacia, disomogeneità nell’uso delle risorse, aumento della spesa pubblica, dispersione degli interventi in una miriade di microprogetti, sostituzione dell’azione ordinaria 21Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 22. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Convergenza del Pil pro capite regionale 22Giovanni A. Barbieri | Istat 0.200 0.250 0.300 0.350 0.400 0.450 1951 1961 1971 1981 1991 2001 CV Anni Convergenza del Pil pro capite regionale. Anni 1951-2007 (coefficienti di variazione)
  • 23. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il contesto europeo  1957, Protocollo sul Mezzogiorno: dà mano libera al Governo italiano  1986, Atto unico europeo: politica di coesione economica e sociale per ridurre il divario tra le regioni (Padoa Schioppa)  Le politiche regionali ora di competenza della Commissione: individuazione dei territori d’intervento e la definizione di tipi, entità e graduazione degli incentivi («aiuti di Stato»)  Procedure d’infrazione:  Geografia dell’intervento straordinario  Phasing out  Aiuti al funzionamento (sgravi contributivi e fiscalizzazione oneri sociali)  Graduazione degli incentivi agli investimenti 23Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 24. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Ce lo chiede l’Europa…  Con la legge 488 del 1992 il Dipartimento e l’Agenzia vengono soppressi  La Commissione chiede che gli ambiti territoriali in cui possono essere concesse agevolazioni nazionali e quelli di intervento delle politiche regionali comunitarie attraverso i fondi strutturali coincidano  Nuove occasioni di sviluppo per la statistica ufficiale?  Si torna a ragionare per «regioni» amministrative  I concetti e le pratiche della valutazione ex ante ed ex post generano un accresciuto fabbisogno di informazioni statistiche ufficiali e/o “certificate” a livello locale 24Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 25. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il ciclo 1994-1999: un’occasione mancata  Il negoziato per il secondo ciclo delle politiche regionali riformate (1994- 1999) soffre particolarmente della mancanza di statistiche alla scala territoriale adeguata  L’Istat dell’epoca ha come termine di riferimento il Regolamento SEC vigente, che in quegli anni non obbligava alla pubblicazione di dati di contabilità nazionale a scala provinciale  La Commissione europea si basa su stime fatte dai suoi uffici e su dati prodotti dall’Istituto Tagliacarne 25Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 26. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Il ciclo 2000-2006: un ruolo organico della statistica ufficiale  1996: l’Istat propone un programma di sviluppo delle statistiche regionali e locali nell’ambito dell’assistenza tecnica dei fondi strutturali  1998: l’Istat produce i dati richiesti dalle bozze dei regolamenti nell’ambito del negoziato per il nuovo ciclo  Il punto più controverso riguarda l’Obiettivo 2, cioè i finanziamenti per la riconversione economica e sociale delle zone con problemi strutturali  La nostra tesi: la scala proposta dalla Commissione (Nuts3, province) non individua sul territorio italiano le aree bisognose d’intervento  Sistemi locali del lavoro come livello territoriale per il quale produrre stime statistiche 26Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 27. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Confronto tra aree ammissibili individuate a livello di provincia e di sistema locale 27Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 28. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Le aree d’intervento della programmazione 2000-2006 e 2007- 2013 28Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 29. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Qualche domanda  Quali strumenti per individuare i fabbisogni conoscitivi e statistici a sostegno dello sviluppo locale?  Quali strutture e azioni concrete per produrre statistiche che sostengano e sorreggano i processi di sviluppo nei luoghi e nei modi che le forze in campo vogliono attuare?  Affiancare alla più tradizionale misurazione dei flussi una quantificazione degli stock: ma quali sono gli stock territoriali specifici?  Come estrarre conoscenze dai soggetti e dai luoghi (un crowd-sourcing del sapere locale)? 29Giovanni A. Barbieri | Istat
  • 30. 12 OTTOBRE 2016 | ROMA DISPARITÀ TERRITORIALI E POLITICHE DI COESIONE IL RUOLO DELL’ISTAT 1926-2016 Qualche spunto conclusivo  Colmare lo scarto tra ottimismo della soggettualità e realismo della conoscenza statistica del territorio  Votare con i piedi e agire politico  The way people didn’t mean the same thing when they said “location” as when they said “place.” They said “place” meaning the self of the location. [Salvatore Scibona 2008, The End, p. 189]  La statistica nazionale studia i fenomeni sociali su grandi masse, cioè sui grandi numeri, nei loro risultati complessivi, senza preoccuparsi delle numerose cause di modificazione compensantisi tra loro. La statistica locale, invece, che studia più da vicino i fatti e le cause che li determinano, è in grado di verificare meglio queste molteplici cause, compensantisi più di rado nel campo più ristretto dell’osservazione. [Ugo Giusti 1904, La statistica locale] 30Giovanni A. Barbieri | Istat