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J^ÈIL L U
4 5
Italia, Roscigno vecchia j
3 dei più suggestivi,
iliportentodiluceche ac-
quieta ogni cosa; abbarbicato alle
sue forme volubili, ancorché
nellaloro geometria premode
o paese che la
o ricorda. Poco a poco è cadi!
nprogressivoritiro, adornidiscolo-
rate insegne di botteghe e ascine; là
si che la parete crollata di
qualche casa lascia intravedere; c'è
anche una settecentesca chiesa
sconsacrata, dirimpetto alla grande
piazza degliolmi.
Non è segnato sulle mappe geo-
grafiche, come non lo sono molti
dei paesi remoti del Cilento mon-
tuoso - Postiglione, per esempio,
oppureCorleto, Sant'Angelo aFasa-
nella, Sicignano, Altavilla, Castelci-
vita, CHtati: borghisolitaridi cuinon
si sospetta l'esistenza fintanto che
non si decide, colà dove si puote,
che sono il posto più adatto all'im-
pianto di una centrale elettroma-
gnetica o di una discarica.
Dauna dozzina d'anni Roscigno
Vecchia ha perduto la sua ultima
abitante,Teodora Lorenzo, chiama-
ta Dorina da rutti e per sempre. Da
allora le sue case marciscono in si-
lenzio, comeleviecorrose dall'azio-
ne alterna dell'acqua e del sole, co-
me il cimitero con una sola lapide e
ridotto a pascolo di cani.
Tuttavia, lavistadiqueste rovine
non ispira una malinconia pari a
quellachedestano iluoghiinschele-
triti, lelande più fosche. Il forestiero
chepercaso giungaal borgoda subi-
to lo crederebbe
L'addio
Un moto
franoso
ha costretto
gli abitanti
a lasciare
Roscigno, la casa di Dorina
e la memoria fatta di pietre
La storia del paese in lotta contro il «terremoto quieto»
lalavi e il re
antico
uanoasvolgervi-
i tranquilli, sen-
achelisisospet-
oocchiprepara-
al prodigio per
sorgerli, e capa-
citàdiparlare alla
polvereche0tem-
po ha maniacal-
mente sparpagliato, e fiducia in ciò
che sfugge alla forza immediata dei
sensi, dal momento che d'un tratto
l'invisibile potrebbe mettersi a par-
lare. E lo farebbe spontaneamente,
a quelmodo della luce che illumina
lecoseetuttelescaldae le agita, sen-
za alcuna sollecitazione.
Nascostofraglispuntoni degliAl-
burni, Roscigno vecchia domina le
pendici del monte Pruno, e insiste
sumiaterramalferma, incisadai go-
mitideifiumichenehanno compro-
messoinperpetuo la stabilità. Il pae-
se è infatti un declivio che ha ingag-
giatouna sua personalelotta contro
le mosse della terra, contro il rodio
insistente econtinuo del suolo, con-
tro la frana che è la minaccia due
voltesecolareconcui hannoconvis-
suto i nativi, almeno fino a quando
nonùiintimato l'abbandonodel pa-
ese. Del resto, il sindaco era stato
chiaro: iltrasferimento doveva avve-
nire al più presto per non incorrere
in spese per il disseppellimento di
cadaveri di molto superiori a quelle
richieste per il trasloco. Sicché,
l'uno via l'altro, gli abitanti che nel
frattempo nonerano emigrati sitra-
sferirono a monte, là dove si stava
costruendo Roscigno Nuova. A
muoversi furono le famiglie bene-
stanti, che avevano potuto costruir-
si altre case, e quelle poverissime
cui la terra tremolante aveva porta-
toviaognicosaeche, inqualche mo-
do, beneficiarono dei pochimetri di
suolo nuovo concessi loro.
L'esodo più consistente si verifi-
cò a partire dagli anni '60 del Nove-
cento, benché le prime disposizioni
per lo sgombero del borgo in immi-
nente pericolo di rovina risalissero
agli inizi del secolo. Era accaduto
che sul finire dell'Ottocento le stra-
dine del paese erano state occupate
dall'acqua che scendevainconteni-
bile dalla collina, formando rivoli e
pozzangherecheintaccaronole fon-
damenta delle case. Nei punti incui
ilterreno si abbassavacome ceden-
do amia pressione siformarono fos-
se di raccolta che
sibiiità di scoio. L'ultima
Così andò nel Q u a n d o
Lontaro, la gran-
de piazza trasfor-
no insalubre a
causadell'abbas-
delsi
lo. Gli abitanti pe-
rò seguitarono a
frequentarla; co-
me fecero con la
chiesa,
tutti se ne
erano
andati
restò
solamente
l'ex suora
polari crolli;
prendere l'acqua
dal pozzo, poco più in là della piaz-
battevanoimuripericolantidelle lo-
ro umide dimore e li ricostruivano
senza requie. Essi si abituarono alla
instabilità del suolo sopra il quale si
svolgeva la loro vita come a
mi'ineluttabilità contro cui non po-
tevano far niente. D'altronde la fra-
nanoneramai statailpeggio: ilpeg-
gio era la miseria, invincibile e per-
petua, che c'era sempre stata, esat-
lelafrana. E, anzi, pare-
danza macabra di
cui i roscignoli avevano ben appre-
so i passi. Il paese dirupava e gli abi-
tanti si indebitavano per le conti-
nue perdite, peri muri cadutie iso-
lai sfondati da ricostruire almeno
una volta all'anno. Si addestrarono,
in breve, asopravviverefrapareti ac-
cidentate, anon farcaso aun quieto
stile diterremoto chefluttuava sotto
i loro piedi.
Fuancheperquestaabitudine al-
iamone chealcunefamiglie preferi-
rono restarenel borgo vecchio, spe-
cialmente quelle che vivevano a
no state danneggiate solo un poco
dalla frana. E quelle in attesa che di
làdelmarevenisse l'aiuto degliemi-
grati. Quando anche gli ultimi resi-
lienti se ne andarono, restò colei
che non volle mai saperne di spo-
starsi. Dorina, spogliatasi dell'abito
di monaca preso da giovinetta, era
tornata alpaeseconvintache se Dio
era in cerca dilei avrebbepotutotro-
varla più facilmente fra gli olmi o in
mezzo ai dossi, che non in un tetro
chiostro. Così, non fu mai pronta a
lasciarelasua casadeclinante, nem-
meno quando lo scricchiolio delle
travie miclopclopce
Il paese
fantasma
Nella foto grande
in alto la casa di
Dorina, dopo un
crollo gli operai
sono all'opera per
la messa in
sicurezza. Sopra
unoscorcio della
piazzadel borgo
abbandonato a
causa di un
mobi mento
franoso che mina
la stabilità delle
abitazioni.
tirono che l'acqua era ormai den-
tro. Né parve interessarsi aifossinel
pavimento, cosìsimili arisucchi dei-
basso ciò che forzatamente era sta-
to spinto in alto. Dorina ri
dietro le faticava un vecchio e
tutto duro dai reumi - mentre ir
no la pietra sortomi
glia e poi lasciata indifesa riprende-
va a farsi colonizzare dai muschi,
dalleviolaciocetie, dalcardo selvati-
co. Comeunmedicamento, sulqua-
le sfrecciava alla cieca la luce delso-
le.
È morta nel 2000. La casa le è so-
pravvissuta per oltre un decennio.
Poi, lo scorso inverno, il tetto non
ha retto a un'altra stagione di piog-
ge, e con il crollo del solaio s'è sven-
trata tutta, e ora come in pena dà in
pasto ai visitatori anche le quattro
Il grido d'allarme c'era stato. Al-
cunigiovani del posto - gli stessi che
da tempo custodiscono la storia del
borgo: fra gli altri, Antonio Crisci,
Roberto Vito Gerardo, Katiuscia
Stio, che hanno continuato i lavori
di recupero della memoria avviati
daMaria LauraCastellano; e lostes-
so giovane parroco, don Nicola -
l'avevano detto che bisognava spic-
ciarsi per mettere in sicurezza la di-
mora di Dorina, che non si poteva
sprecare nemmeno un minuto per-
ché il persempre era ormai diventa-
to cortissimo. Ilrisultatoè stato un
frastuono di silenzio da parte delle
istituzioni, sorde due volte sorde al
recuperodi luoghi infrantumi,assi-
milandoli a rimasugli di una storia
ipaesi abbandonati
potrebbero divenire il luogo di una
riflessione generale, di una poetica
dell'abbandono, per dirla con Vito
Teti, fondata sulle rovine, in appa-
renzafuori dal tempo - invisibili, di-
remmo-eppureperiettamente rico-
noscibili. Così, le rocce invalicabili,
i ruderi, i resti delle case esplose
nell'abbandono sono in grado di
parlaremolto me-
glio delle forme
precise e salde
delle nostre città, || m o n i t o
ormai in preda ai ] | u o g h j
delin di un prò- . . . „ Q
gresso che si ere- " O C e
deva inarrestabi- Ql Un
le e che, invece, è p a s s a t o
imploso, margi- yerSOCUÌ
nalizzando iute- •
re porzioni di so- S i a m o
cietà.Invisibilian- IH d e b i t o
ch'esse.
I luoghi erosi
sono lo specchio di un'Italia frangi-
bile e pericolante -un'Italia trascu-
rata, ai margini, sempre più offesa -
le cui lente profondità poco a poco
si consegnano al suolo, alla sua fio-
rente collezione di morte. Pure, essi
diconodiunpassatoormaiinpietra
di cui siamo parte e verso il quale il
nostrodebitoèenorme. D'altrocan-
to, l'avvenire non può fare altro che
impigliarsi nell'origine: un'origine
sgraziata, non vista e non scoperta,
eppureplacidamente esposta.
Numeri utili
JBEMERGENZE
CARABINIERI
POLIZIA 113
VIGILIDELFUOCO 115
PRONTO SOCCORSO 118
EMERGENZA INFANZIA 114
SOCCORSO STRADALE 803116
GUARDIADIFINANZA 117
VIGILIURBANI 0817513177
AUTORUBATE 0817941435
POLIZIA
STRADALE 0815954111/2208311
ANTI RACKET
CARABINIERI 0815484519/5
ANTIRACKET POLIZIA 0817941544
GUARDIA COSTIERA 1530
CENTRO
ANTIVELENI 0815453333/7472870
-;]AMBULANZE
Pascale
. P.O."SanGlovanniBc
Policlinico!
Policlinico II
Pausillpon
0812549.11
081254211
081706111
081590311
0" 081254511
081566111
081746111
C. di S. Leonardo 0815469.127-7702428
ASL1 0812548111
Ambrosiana 0815453565
C. Azzurra 0815453565-5463884
CVer-Uedi Napoli 0815493969
F.IIIBourellyServ. Ambularla 0815591600
Eliam bulanze (gratuita d luma)
SanGennaro 0812545111
Santobono (ore 8-20) 0812205111
SanPaolo 0812548211
Vecchio Pellegrini 0812542111
GUARDIA MEDICA
e prefestivi dalle 10 "fino alle 8 del la
giornata di nuovo feriale.
S. Ferdinando Chlaia Poslllipo:
0817613466
Fuorigrotta Bagnoli:
0812390161-2548173
Soccavo Pianura; 0817672183-2548370
Vomero Arene! la: 0815780760-2549591
Chialano Piscinola
MarlanellaScampla:
0817021116/2546501
StellaS. CarloArena
0817517510/2549240
Miano Secondigllano
S Pietro a Patiemo:
0817372803/2546027
MontecalvarloAwocata S. Giuseppe
Porto Mercato Pendino:
0812542.424/5494.338
S.Giovanni Barra
Ponticelli:
Ho
Annunziata 0812542.111
Ascalesl 0812542.111
Cardarelli 0817471.111
C.TraumatologicoOrtopedlco
0812545.111
Cotugno 0815908.111
Evangelico'VIIlaBetania" 0815912.111
Fatebenetratelli 0815981.111
Poggloreale: 081202343/2549185
SALUTE MENTALE
Emergenza notturna e festiva
S. Ferdinando Chlaia Poslllipo
0812547082/2547084
Bagnoli Fuorigrotta
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Soccavo Pianura
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ASSISTENZA
Centro Diagnostico Moloslgllo: I
gratuita) 0815465880
AIDO ^ss. It. Donatori Organi)
081455580
AIDO(Emergenza)338-475812
AI MA (Atzhel mer) 0817678895-5704067
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RA DIOTAXI : 081570.70.70 / 556.0:
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20.20.20
Posillipo-Chiaia-S.Ferdin.
Rivier li Chiais
Municipio, 15;viaPosillipo,328.
S. Giuseppe - Montecalvario: via
Carmine, 3; via Depretis, 27.
Stella - S. Carlo Arena: via S.
Giovanni e Paolo isol. 6; pzza
Cavour, 150; via E. Nicolardi, 156.
Vicaria - S. Lorenzo-
Poggi crea le: via Genova, 27;
via Arenacela, 106/E-106/F;via
Vomero-Arenella: pzzaMuzi,25;
via Scarlatti, 85; via O. Fragnito, 104.
Miano - Secondigli a no - S.
Pietro: via Diacono, 77/79; via
Garrì bardella,12G.
liaiano - Maria nel la - Pis
via Labriola, 167;c.so
Marianella, 15.
Pian u ra - Soccavo : v ia
Provinciale, 57; via Cornelia
Gracchi, 37.
Ponticelli:
S. Giovanni
NOTTUP.NO
3: via Michelangelo Schipa,
Posillipo: via Petrarca, 173.
Centro-San Ferdinando: piazza
Municipio, 54.
Vicaria-Porto-Mercato-Pendino:
Arenaccia, 106; calata Ponte
Casanova, 30; e.so Garibaldi,
102/105.
Garibaldi, 218; piazza Dante, T
Colli Aminei: viale Colli Aminei,
249;viaM. Pietravalle, 11/15.
Vomero-Arenel la: viaCilea, 124;
via Merliani, 27; via Simone
Martini, 80; piazza Muzi, 25;
via Scar latti,85;viaP.
Castellino, 165.
Soccavo: via P. Grimaldi ,76; via
Epomeo, 487;viaF!uggiero, 40.
Pianura: via San Donato, 18; via
Provinciale, 18.
Stel la -S. Carlo Aren a : via N.
Nicolini, 55; Calata
Capodichino, 123; S. Teresa
alMus >,106;v Ì F . M .
fl i an o-Seco nd igl ian e
Secondigliano, 174;
Janfolla, 642/650.
o-Marianella-Piscinola:

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Festa Democratica San Savino 8,9,10 e 11 settembre 2011 libretto
 

Il mattino 2013.8.26-45

  • 1. J^ÈIL L U 4 5 Italia, Roscigno vecchia j 3 dei più suggestivi, iliportentodiluceche ac- quieta ogni cosa; abbarbicato alle sue forme volubili, ancorché nellaloro geometria premode o paese che la o ricorda. Poco a poco è cadi! nprogressivoritiro, adornidiscolo- rate insegne di botteghe e ascine; là si che la parete crollata di qualche casa lascia intravedere; c'è anche una settecentesca chiesa sconsacrata, dirimpetto alla grande piazza degliolmi. Non è segnato sulle mappe geo- grafiche, come non lo sono molti dei paesi remoti del Cilento mon- tuoso - Postiglione, per esempio, oppureCorleto, Sant'Angelo aFasa- nella, Sicignano, Altavilla, Castelci- vita, CHtati: borghisolitaridi cuinon si sospetta l'esistenza fintanto che non si decide, colà dove si puote, che sono il posto più adatto all'im- pianto di una centrale elettroma- gnetica o di una discarica. Dauna dozzina d'anni Roscigno Vecchia ha perduto la sua ultima abitante,Teodora Lorenzo, chiama- ta Dorina da rutti e per sempre. Da allora le sue case marciscono in si- lenzio, comeleviecorrose dall'azio- ne alterna dell'acqua e del sole, co- me il cimitero con una sola lapide e ridotto a pascolo di cani. Tuttavia, lavistadiqueste rovine non ispira una malinconia pari a quellachedestano iluoghiinschele- triti, lelande più fosche. Il forestiero chepercaso giungaal borgoda subi- to lo crederebbe L'addio Un moto franoso ha costretto gli abitanti a lasciare Roscigno, la casa di Dorina e la memoria fatta di pietre La storia del paese in lotta contro il «terremoto quieto» lalavi e il re antico uanoasvolgervi- i tranquilli, sen- achelisisospet- oocchiprepara- al prodigio per sorgerli, e capa- citàdiparlare alla polvereche0tem- po ha maniacal- mente sparpagliato, e fiducia in ciò che sfugge alla forza immediata dei sensi, dal momento che d'un tratto l'invisibile potrebbe mettersi a par- lare. E lo farebbe spontaneamente, a quelmodo della luce che illumina lecoseetuttelescaldae le agita, sen- za alcuna sollecitazione. Nascostofraglispuntoni degliAl- burni, Roscigno vecchia domina le pendici del monte Pruno, e insiste sumiaterramalferma, incisadai go- mitideifiumichenehanno compro- messoinperpetuo la stabilità. Il pae- se è infatti un declivio che ha ingag- giatouna sua personalelotta contro le mosse della terra, contro il rodio insistente econtinuo del suolo, con- tro la frana che è la minaccia due voltesecolareconcui hannoconvis- suto i nativi, almeno fino a quando nonùiintimato l'abbandonodel pa- ese. Del resto, il sindaco era stato chiaro: iltrasferimento doveva avve- nire al più presto per non incorrere in spese per il disseppellimento di cadaveri di molto superiori a quelle richieste per il trasloco. Sicché, l'uno via l'altro, gli abitanti che nel frattempo nonerano emigrati sitra- sferirono a monte, là dove si stava costruendo Roscigno Nuova. A muoversi furono le famiglie bene- stanti, che avevano potuto costruir- si altre case, e quelle poverissime cui la terra tremolante aveva porta- toviaognicosaeche, inqualche mo- do, beneficiarono dei pochimetri di suolo nuovo concessi loro. L'esodo più consistente si verifi- cò a partire dagli anni '60 del Nove- cento, benché le prime disposizioni per lo sgombero del borgo in immi- nente pericolo di rovina risalissero agli inizi del secolo. Era accaduto che sul finire dell'Ottocento le stra- dine del paese erano state occupate dall'acqua che scendevainconteni- bile dalla collina, formando rivoli e pozzangherecheintaccaronole fon- damenta delle case. Nei punti incui ilterreno si abbassavacome ceden- do amia pressione siformarono fos- se di raccolta che sibiiità di scoio. L'ultima Così andò nel Q u a n d o Lontaro, la gran- de piazza trasfor- no insalubre a causadell'abbas- delsi lo. Gli abitanti pe- rò seguitarono a frequentarla; co- me fecero con la chiesa, tutti se ne erano andati restò solamente l'ex suora polari crolli; prendere l'acqua dal pozzo, poco più in là della piaz- battevanoimuripericolantidelle lo- ro umide dimore e li ricostruivano senza requie. Essi si abituarono alla instabilità del suolo sopra il quale si svolgeva la loro vita come a mi'ineluttabilità contro cui non po- tevano far niente. D'altronde la fra- nanoneramai statailpeggio: ilpeg- gio era la miseria, invincibile e per- petua, che c'era sempre stata, esat- lelafrana. E, anzi, pare- danza macabra di cui i roscignoli avevano ben appre- so i passi. Il paese dirupava e gli abi- tanti si indebitavano per le conti- nue perdite, peri muri cadutie iso- lai sfondati da ricostruire almeno una volta all'anno. Si addestrarono, in breve, asopravviverefrapareti ac- cidentate, anon farcaso aun quieto stile diterremoto chefluttuava sotto i loro piedi. Fuancheperquestaabitudine al- iamone chealcunefamiglie preferi- rono restarenel borgo vecchio, spe- cialmente quelle che vivevano a no state danneggiate solo un poco dalla frana. E quelle in attesa che di làdelmarevenisse l'aiuto degliemi- grati. Quando anche gli ultimi resi- lienti se ne andarono, restò colei che non volle mai saperne di spo- starsi. Dorina, spogliatasi dell'abito di monaca preso da giovinetta, era tornata alpaeseconvintache se Dio era in cerca dilei avrebbepotutotro- varla più facilmente fra gli olmi o in mezzo ai dossi, che non in un tetro chiostro. Così, non fu mai pronta a lasciarelasua casadeclinante, nem- meno quando lo scricchiolio delle travie miclopclopce Il paese fantasma Nella foto grande in alto la casa di Dorina, dopo un crollo gli operai sono all'opera per la messa in sicurezza. Sopra unoscorcio della piazzadel borgo abbandonato a causa di un mobi mento franoso che mina la stabilità delle abitazioni. tirono che l'acqua era ormai den- tro. Né parve interessarsi aifossinel pavimento, cosìsimili arisucchi dei- basso ciò che forzatamente era sta- to spinto in alto. Dorina ri dietro le faticava un vecchio e tutto duro dai reumi - mentre ir no la pietra sortomi glia e poi lasciata indifesa riprende- va a farsi colonizzare dai muschi, dalleviolaciocetie, dalcardo selvati- co. Comeunmedicamento, sulqua- le sfrecciava alla cieca la luce delso- le. È morta nel 2000. La casa le è so- pravvissuta per oltre un decennio. Poi, lo scorso inverno, il tetto non ha retto a un'altra stagione di piog- ge, e con il crollo del solaio s'è sven- trata tutta, e ora come in pena dà in pasto ai visitatori anche le quattro Il grido d'allarme c'era stato. Al- cunigiovani del posto - gli stessi che da tempo custodiscono la storia del borgo: fra gli altri, Antonio Crisci, Roberto Vito Gerardo, Katiuscia Stio, che hanno continuato i lavori di recupero della memoria avviati daMaria LauraCastellano; e lostes- so giovane parroco, don Nicola - l'avevano detto che bisognava spic- ciarsi per mettere in sicurezza la di- mora di Dorina, che non si poteva sprecare nemmeno un minuto per- ché il persempre era ormai diventa- to cortissimo. Ilrisultatoè stato un frastuono di silenzio da parte delle istituzioni, sorde due volte sorde al recuperodi luoghi infrantumi,assi- milandoli a rimasugli di una storia ipaesi abbandonati potrebbero divenire il luogo di una riflessione generale, di una poetica dell'abbandono, per dirla con Vito Teti, fondata sulle rovine, in appa- renzafuori dal tempo - invisibili, di- remmo-eppureperiettamente rico- noscibili. Così, le rocce invalicabili, i ruderi, i resti delle case esplose nell'abbandono sono in grado di parlaremolto me- glio delle forme precise e salde delle nostre città, || m o n i t o ormai in preda ai ] | u o g h j delin di un prò- . . . „ Q gresso che si ere- " O C e deva inarrestabi- Ql Un le e che, invece, è p a s s a t o imploso, margi- yerSOCUÌ nalizzando iute- • re porzioni di so- S i a m o cietà.Invisibilian- IH d e b i t o ch'esse. I luoghi erosi sono lo specchio di un'Italia frangi- bile e pericolante -un'Italia trascu- rata, ai margini, sempre più offesa - le cui lente profondità poco a poco si consegnano al suolo, alla sua fio- rente collezione di morte. Pure, essi diconodiunpassatoormaiinpietra di cui siamo parte e verso il quale il nostrodebitoèenorme. D'altrocan- to, l'avvenire non può fare altro che impigliarsi nell'origine: un'origine sgraziata, non vista e non scoperta, eppureplacidamente esposta. Numeri utili JBEMERGENZE CARABINIERI POLIZIA 113 VIGILIDELFUOCO 115 PRONTO SOCCORSO 118 EMERGENZA INFANZIA 114 SOCCORSO STRADALE 803116 GUARDIADIFINANZA 117 VIGILIURBANI 0817513177 AUTORUBATE 0817941435 POLIZIA STRADALE 0815954111/2208311 ANTI RACKET CARABINIERI 0815484519/5 ANTIRACKET POLIZIA 0817941544 GUARDIA COSTIERA 1530 CENTRO ANTIVELENI 0815453333/7472870 -;]AMBULANZE Pascale . P.O."SanGlovanniBc Policlinico! Policlinico II Pausillpon 0812549.11 081254211 081706111 081590311 0" 081254511 081566111 081746111 C. di S. Leonardo 0815469.127-7702428 ASL1 0812548111 Ambrosiana 0815453565 C. Azzurra 0815453565-5463884 CVer-Uedi Napoli 0815493969 F.IIIBourellyServ. Ambularla 0815591600 Eliam bulanze (gratuita d luma) SanGennaro 0812545111 Santobono (ore 8-20) 0812205111 SanPaolo 0812548211 Vecchio Pellegrini 0812542111 GUARDIA MEDICA e prefestivi dalle 10 "fino alle 8 del la giornata di nuovo feriale. S. Ferdinando Chlaia Poslllipo: 0817613466 Fuorigrotta Bagnoli: 0812390161-2548173 Soccavo Pianura; 0817672183-2548370 Vomero Arene! la: 0815780760-2549591 Chialano Piscinola MarlanellaScampla: 0817021116/2546501 StellaS. CarloArena 0817517510/2549240 Miano Secondigllano S Pietro a Patiemo: 0817372803/2546027 MontecalvarloAwocata S. Giuseppe Porto Mercato Pendino: 0812542.424/5494.338 S.Giovanni Barra Ponticelli: Ho Annunziata 0812542.111 Ascalesl 0812542.111 Cardarelli 0817471.111 C.TraumatologicoOrtopedlco 0812545.111 Cotugno 0815908.111 Evangelico'VIIlaBetania" 0815912.111 Fatebenetratelli 0815981.111 Poggloreale: 081202343/2549185 SALUTE MENTALE Emergenza notturna e festiva S. Ferdinando Chlaia Poslllipo 0812547082/2547084 Bagnoli Fuorigrotta 0812548227-5930773 Soccavo Pianura 329/0284899-0812548570-0817672183 Vomero Arene! la 0812549789/90-2549788 Chialano Piscinola Rione Scampla 0812546459/60 Stella-S.Carlo Arena 0812545158/9/60 Miano Secondlgliano S. Pietro a Patlemo 08125446701/736/737 Montecalvarlo-Avvocata- S. Giusep- pe- Porto- Mercato- Pendino 0812542436 S. Giovanni- Barra-Ponticelli 0817746138-7746747 S.Lorenzo-Vicaria-Po 0812544470-2440311 (SERVIZI SOCIALr ASSISTENZA Centro Diagnostico Moloslgllo: I gratuita) 0815465880 AIDO ^ss. It. Donatori Organi) 081455580 AIDO(Emergenza)338-475812 AI MA (Atzhel mer) 0817678895-5704067 Lineaverde AIDS (O. San Paolo) 800.019254 AIDS (Carltaslun.-sab. 14,00/19.00) 081298743 AIDS(OspedaleCotugno)0815908325 - 5908314 AVIS Centro trasf. (24 ore) 081455580 - AUXILIAjassis domicillare,cllnlcaeospedallera24 ore) 0815625505 SANrTELjass.ini. dom.24ore) AIP (assistenza domlclliare24ore) 0815448420 CAIPjass.ini. dom.eosp. 24 ore) SANISUD (ass. Inf. dom. osp. 24 ore). PANTA REI (asslstenza24 ore) 7877452 PrlvatAssistenza (ass. dom .osp. 24 ore) 0815562817 0817062204-7062207 Poi [ambulatorio Gesù e Maria - Ambulatorio Medicina dello Sport 45.0812548054 - 2548055; presso P.O.S. Giovanni Bosco0817364017. Associazione " Il difensore del clttad Ino e Centro di Consultazione Psicologica per E.DI.S. „NA1 (servizio gratuito) 0817463458 TOSSICODIPENDENZA AsI Napoli 1: Centro diurno per tossicodipendenti "Palomar" aperto lunedi e mercoledì dalle 9 al le 17, martedì giovedì e 15. via Manzoni 2 0812547645. Linea verde droga (Ospedale San Paolo) 800.278330 Alcolisti anonimi 33571949586 Alcool Help(ore 20-22) 035/751227 Servizio toss. (SERT) H " Centro La Tenda (ree. ti 0815441415 ANZIANI Telefono amico (lun.-ven. 14/23 - sab- dom. 15/21 ) 081400977 Telefono apeno 081298743 DONNE E MINORI CAMTelefonoazzurro(lun-dom.24/24) 625-7510124 Telefono Azzurro 1.96.96 (linea gratuita peri minori dl15annl); tei. eper gli adulti con problemi Inerenti al ASSISTENZA PSICHIATRICA lo di rei .30-18,30; mar/giov. 9,30-13 081425331 Centro diurno Alzheimer 0817030761 Emergenza psichiatrica 0812545111 P R E V I D E N Z A ilnpslntoimallun.ven.) C O N F L I T T I FAMILIARI Telefono 081 -7956062 da ali e ore 14.30 dal luned pressoilCentroperlefamlglie. M O B B I N G Centro clinico di psicopatologia del lavoro (AsI Napoli 1). 081254.70.62 254.70.61 &ITRASPORTI CI rcu mvesuvlana (nf. v lagg ,)0817722444 Sita Ijnf. 7.30-20.30) 199-730749 Capitaneria di Porto 081206133 Tirrenla 0817201111 Melòde! Mare(9-19) 199-600700 ACI informazioni 081803116 ANMUff.cllentllnfor.reclaml800-639525 CTP 800.482.64 Metrocampanla Nordest 800.127.157 ITAXI RA DIOTAXI : 081570.70.70 / 556.0: 551.51-51/552^2.52/0 20.20.20 Posillipo-Chiaia-S.Ferdin. Rivier li Chiais Municipio, 15;viaPosillipo,328. S. Giuseppe - Montecalvario: via Carmine, 3; via Depretis, 27. Stella - S. Carlo Arena: via S. Giovanni e Paolo isol. 6; pzza Cavour, 150; via E. Nicolardi, 156. Vicaria - S. Lorenzo- Poggi crea le: via Genova, 27; via Arenacela, 106/E-106/F;via Vomero-Arenella: pzzaMuzi,25; via Scarlatti, 85; via O. Fragnito, 104. Miano - Secondigli a no - S. Pietro: via Diacono, 77/79; via Garrì bardella,12G. liaiano - Maria nel la - Pis via Labriola, 167;c.so Marianella, 15. Pian u ra - Soccavo : v ia Provinciale, 57; via Cornelia Gracchi, 37. Ponticelli: S. Giovanni NOTTUP.NO 3: via Michelangelo Schipa, Posillipo: via Petrarca, 173. Centro-San Ferdinando: piazza Municipio, 54. Vicaria-Porto-Mercato-Pendino: Arenaccia, 106; calata Ponte Casanova, 30; e.so Garibaldi, 102/105. Garibaldi, 218; piazza Dante, T Colli Aminei: viale Colli Aminei, 249;viaM. Pietravalle, 11/15. Vomero-Arenel la: viaCilea, 124; via Merliani, 27; via Simone Martini, 80; piazza Muzi, 25; via Scar latti,85;viaP. Castellino, 165. Soccavo: via P. Grimaldi ,76; via Epomeo, 487;viaF!uggiero, 40. Pianura: via San Donato, 18; via Provinciale, 18. Stel la -S. Carlo Aren a : via N. Nicolini, 55; Calata Capodichino, 123; S. Teresa alMus >,106;v Ì F . M . fl i an o-Seco nd igl ian e Secondigliano, 174; Janfolla, 642/650. o-Marianella-Piscinola: