1. La Famiglia
La famiglia è un fenomeno universale
caratterizzato da diversi elementi
• è un’istituzione presente in ogni cultura e in ogni
epoca;
• rappresenta l’elemento base della struttura
sociale;
• è un’agenzia di socializzazione
• è il primo e privilegiato luogo di apprendimento
dei ruoli sociali.
Prof. Luigi Villani
Esperto in educazione speciale e di rete territoriale per l’integrazione
2. La Famiglia
• come sfera affettiva e privata, dove globalmente vi è
un’attenzione alla persona e ai suoi bisogni psicologici e ad
una interazione più intensa e personalizzata fra genitori e figli
• la famiglia è il focus per l’identità dei singoli, mentre il
rapporto genitori-figli investe sempre più la sfera della
comunicazione e della relazione.
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3. La Famiglia
• Ma si è sempre capaci di fornire ai nostri figli
modelli normativi di comportamento?
• Autoritari o autorevoli?
• E ,dunque, questo il vero “ribaltamento del
modello normativo in un
modello comunicazionale
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4. La Famiglia
Ma cosa intendiamo per modello
comunicazionale?
• Questo modello comporta la presenza di una
interazione tra diversi soggetti , dunque, è un’
attività che presuppone la cooperazione.
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5. La Famiglia
Ora se partiamo da questi concetti:
1.Interagire
2.Cooperare
Possiamo incominciare a gettare le fondamenta per la
costruzione di un modello di collaborazione tra Famiglia e
scuola ed in particolare tra la scuola e le famiglie con figli/e
disabili e/o BES
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6. La Famiglia
• Cooperare presuppone la presenza di due
partner paritari con funzioni diverse, ma che
nello sviluppo della collaborazione possono
interagire, quindi, integrarsi per meglio
raggiunger lo scopo….. l’obiettivo prefissato.
• Quindi, scuola e famiglia sono due attori
protagonisti … ma con ruoli diversi.
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8. Lamentele a confronto
• Scuola
Gli insegnanti si lamentano del
troppo o del troppo poco
impegno educativo dei
genitori
Si lamentano di genitori che
invadono il loro ruolo
Si lamentano di genitori che si
disinteressano
dell'andamento scolastico
dei propri figli
• Genitori
Si schierano contro gli
insegnanti accusati di
richiedere troppo o
troppo poco dai loro figli
e figlie.
Si schierano con i figli senza
ma e senza sé
Non è capace di
insegnare...non ha polso
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9. Atteggiamenti estremi non
condivisibili
• L’ iperprotezione dei propri figli,
• l’ingerenza nei confronti degli insegnanti,
• l’eccesso di delega alla scuola,
• L'improvvisazione,
• La soggettività al posto dell'oggettività,
• Il pregiudizio,
• La scarsa organizzazione,
• Buone prassi inesistenti o scarse.
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Esperto in educazione speciale e di rete territoriale per l’integrazione
11. Analizziamo quali fattori possono aiutarci a gestire il difficile compito di
co - educare in un’ottica di una proficua collaborazione tra il genitore e
la famiglia.
PARTIAMO DA 4 SISTEMI PER AFFRONTARE CONSAPEVOLMENTE LA
QUESTIONE:
1.Micro-sistema in cui lo studente è partecipante diretto (classe-famiglia)
2.Meso-sistema cioè la relazione tra ambienti diversi (casa-scuola)
3.Eco-sistema cioè gli ambienti in cui lo studente non ha una partecipazione
diretta, ma che lo influenzano ( ad esempio le regole della scuola )
4.Macro-sistema,cioè i fattori sociali, culturali, che possono influenzare lo
studente anche se questi non interagiscono consapevolmente con il soggetto.
12. METODO COMPARATIVO
Attraverso uno studio comparativo effettuato negli Stati Uniti su
un campione considerevole di studenti /genitori e insegnanti ,si è
voluto dimostrare che esisteva una netta correlazione tra il rendimento
dello studente e il rapporto tra l’insegnante e la famiglia.
Lo studio prevedeva la comparazione delle modalità organizzative
e di comunicazione verso le famiglie da parte della scuola e
l’impegno e la collaborazione che famiglia forniva alla scuola e
all’insegnante del proprio figlio.
I risultati (dopo discreto periodo di osservazione ,di monitoraggio e
sviluppo dei dati rilevati) ha messo in risalto :
• il rapporto con la scuola,classe e insegnante nonché il rendimento a
scuola risultava debole se la famiglia non era coinvolta o non si
faceva coinvolgere nell’azione co-educativa del figlio;
•Quando invece la famiglia stabilisce un modello di comunicazione
efficace con l’insegnante, il risultato è positivo in termini socio-
apprendimentale da parte dello studente
13. COME LA SCUOLA PUO’ SOSTENERE LA PARTECIPAZIONE
GENITORIALE?
1.Partenariato,cioè i genitori imparano dai saperi del professionista e questi
dai saperi dei genitori
2.Nessun bambino o studente è un’isola a sé ,ma è parte di un progetto
3.La scuola non è una scatola chiusa ,deve essere luogo del sapere ma
soprattutto strumento per costruire l’uomo e la donna del domani.
IN SINTESI:
•CONDIVISIONE DEI SAPERI, per saper fare e soprattutto saper essere
•Non può esistere nessuna logica della differenzazione e dell’esclusione
culturale
•La scuola deve essere una finestra da aperta al territorio, ma anche una
porta sempre aperta con lo scopo principale di accogliere, integrare ed
includere senza mai perdere di vista la propria missione: educare e formare
alla professione ma anche alla vita.
15. Buone prassi = procedere con
consapevolezza
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Esperto in educazione speciale e di rete territoriale per l’integrazione
16. LA COLLABORAZIONE CON LE FAMIGLIE,UN DOVERE E UN DIRITTO
SANCITO DALLA NORMA
La partecipazione delle famiglie degli alunni con disabilità al processo
d’integrazione avviene attraverso una serie di adempimenti previsti dalla
legge:
1.Art.12 comma 5 della legge 104/92 ( la famiglia ha diritto a partecipare alla
formulazione del PDF e del PEI)
2.Ampia partecipazione della famiglia al sistema di istruzione DPR 567/96
3.Collaborazione scuola famiglia Legge di riforma n.53/2003 art.1
La famiglia in quanto fonte di informazioni preziose,
nonché luogo in cui avviene la continuità fra educazione
formale ed informale, costituisce un punto di riferimento
essenziale per la corretta inclusione scolastica
dell’alunno con disabilità. prot4274_09_all.pdf
17. UN DIRITTO DI TUTTI ,UN DOVERE NON DEROGABILE DELLE
ISTITUZIONI:
LEGGE 27/DICEMBRE/1947-
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Art. 2 diritti inviolabili dell’uomo ………
Art.3 tutti i cittadini hanno pari dignità ………
Art.30 è dovere e diritto dei genitori mantenere,istruire i figli ………
Art.31 la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la
formazione della famiglia ………
Art.32 la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo
………
Art.34 la scuola è aperta a tutti ………..
Art. 38 ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per
vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale
18. DIRITTO AD ESSERE INTEGRATO
Legge 118/71 art.28 disponeva che l’istruzione obbligatoria doveva avvenire
nelle classi normali della scuola pubblica . Questa legge supera il modello
delle scuole speciali ,ma non le aboliva. L’iscrizione degli allievi disabili
nelle classi comuni veniva delegata alla semplice iniziativa delle
famiglie.
Legge 517/77 a differenza della 118/71 che sanciva il principio
dell’inserimento , questa legge fa chiarezza sulle condizioni,strumenti e
finalità per l’integrazione scolastica.
Corte costituzionale con sentenza n.215/87 dichiara il diritto del disabile
alla frequenza nelle scuole di ogni ordine e grado
Sentenza considerata la “magna carta” dell’integrazione scolastica e
ribadita nella c.m. n.262/88
19. DIRITTO NON SOLO ALL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
Legge 5 febbraio 1992 n°104 detta anche legge quadro per l’assistenza,
integrazione sociale . Questa legge sancisce ,ribadisce ed amplia il
principio dell’integrazione scolastica.
Infatti prevede un atteggiamento di particolare attenzione verso quella
che i giuristi definiscono “ cura educativa”
20. Si stabilisce che la società deve mettere in atto quanto
necessario per favorire l’inserimento del disabile, il
quale deve poter usufruire di interventi riabilitativi
sufficienti a consentirgli di recuperare il maggior grado
possibile di autonomia.
Particolare rilievo viene dato agli atti volti a favorire sia
l’integrazione scolastica (a partire dall’inserimento
nella scuola materna sino all’università prevedendo
piani educativi personalizzati), che lavorativa (ove si
regola l’assegnazione dei compiti per adattare il posto
di lavoro al soggetto).
21. QUALI STRUMENTI ABBIAMO A DISPOSIZIONE?QUALI STRUMENTI ABBIAMO A DISPOSIZIONE?
INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNOINDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO
DISABILEDISABILE
LA CERTIFICAZIONE
CHE COS’E’
E’ il documento conclusivo degli accertamenti clinici finalizzati a definire le menomazioni, presenti in un
alunno tali da comportare difficoltà di apprendimento, di relazione, di integrazione scolastica e da
determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. Tale certificazione consente di accedere
agli interventi educativi, assistenziali (servizio di trasporto scolastico e di Assistenza per l’autonomia e la
comunicazione) e di sostegno previsti dalle vigenti disposizioni di legge (L. 104/92 art. 3, comma 5). Tale
certificazione riguarda, però, dopo il D.P.C.M. 185/06, solo gli alunni con “minorazioni stabilizzate o
progressive” .
PROCEDIMENTO DI INDIVIDUAZIONE
La richiesta può essere inoltrata, al momento della prima iscrizione a scuola o in qualunque momento
dell’iter scolastico, all’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile della A.S.L. di competenza.
Quest’ultima provvederà a rilasciare la certificazione alla famiglia dell’alunno o al diretto interessato, in caso
di maggiore età, che a sua volta la consegnerà alla scuola all’atto dell’iscrizione.
22. PREREQUISITI DI ACCESSO
L’individuazione può essere richiesta dal genitore
(o dall’esercente la potestà parentale)
CHI REDIGE IL DOCUMENTO
Il documento viene redatto dall’equipe multidisciplinare composta da: neuropsichiatra infantile,
psicologo, assistente sociale, eventuale terapista della riabilitazione.
CHE VALIDITA’
La certificazione ha validità fino alla sua eventuale revoca decisa dal gruppo di lavoro che si occupa
dell’alunno, in ogni caso i genitori possono richiedere l’interruzione dei benefici previsti dalla L.104/92
in qualunque momento lo ritengano opportuno, attraverso una semplice richiesta indirizzata al Dirigente
Scolastico.
INDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNOINDIVIDUAZIONE DELL’ALUNNO
DISABILEDISABILE
23. DIAGNOSIDIAGNOSI
FUNZIONALEFUNZIONALE
Diagnosi funzionale
COS’E’
Il documento che attesta la situazione di handicap, ai fini
dell’integrazione scolastica, è denominato Diagnosi Funzionale. Si
tratta di un documento sanitario (disciplinato dall’art. 3 del D.P.R.
24/02/94) in cui viene descritto stato di salute, capacità, potenzialità
e difficoltà dello sviluppo psicofisico dell’alunno certificato.
Sulla base della recente Intesa Stato-Regioni la Diagnosi Funzionale
include il Profilo Dinamico Funzionale.
QUANDO
La Diagnosi Funzionale deve essere predisposta entro il 30 luglio
(D.P.C.M. 185/06 art. 3 comma 1 e L. 333/01 art.4 commi 1 e2)
dell’anno precedente (ma sarebbe utile averla un paio di mesi prima),
ad ogni passaggio di ciclo scolastico e aggiornata periodicamente.
La Diagnosi Funzionale è atto sottoposto alla legge di tutela della
privacy.
I.I.S. GRITCARI
GuidaGuida
all’Integrazioneall’Integrazione
ScolasticaScolastica
24. PROFILO DINAMICO FUNZIONALEPROFILO DINAMICO FUNZIONALE
G
CHE COS’E’
E’ il documento, preliminare alla formulazione del
Piano Educativo Individualizzato, che definisce la
situazione di partenza,
Le informazioni devono essere sintetizzate e
integrate attorno a quattro poli principali:
a) punti di forza, cioè livello raggiunto, abilità
possedute adeguatamente
b) punti di forza, livelli raggiunti, abilità
manifestata grazie alla mediazione positiva di fattori
contestuali
c) deficit, cioè carenza, mancanza, incapacità o
sviluppo inadeguato rispetto ai criteri e alle
aspettative;
d) relazioni di influenza tra vari ambiti di
funzionamento dell’alunno in situazione di
disabilità.
Sulla base dell’art. 2 comma 2dell’Intesa della Conferenza Stato-Regioni del 20 marzo 2008 ilProfilo Dinamico Funzionale è stato assorbito nella Diagnosi funzionale.
GuidaGuida
all’Integrazioneall’Integrazione
ScolasticaScolastica
25. PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO (P.E.I.)
G
CHE COS’E’
Per ogni alunno con disabilità viene redatto il P.E.IP.E.I., a volte denominato P.E.P. (Piano Educativo
Personalizzato) al fine di individuare le proposte relative alle risorse necessarie: ore di sostegno, assistenza
per l’autonomia e la comunicazione, ausili e sussidi didattici, assistenza igienica, etc. (D.P.R. del 24.02.94
art.5 comma 4).
Si tratta di un documento nel quale vengono descritti gli interventi ed i percorsi integrati alla
programmazione di classe e ciò coerentemente con gli orientamenti e le attività extrascolastiche di
carattere riabilitativo e socio-educativo.
Sulla base degli elementi desunti dalla Diagnosi Funzionale, si elabora ciò che non deve limitarsi al solo
progetto didattico, ma è un vero e proprio progetto globale di vita in cui vengono descritti tutti gliprogetto globale di vita in cui vengono descritti tutti gli
interventi finalizzati all’integrazione scolastica e sociale dell’alunno in situazione di handicap per uninterventi finalizzati all’integrazione scolastica e sociale dell’alunno in situazione di handicap per un
determinato periododeterminato periodo (anno scolastico suddiviso in trimestri o quadrimestri),al termine del quale bisogna
effettuare verifiche ed apportare eventuali modifiche (D.P.R. 24/2/94 art. 6 - L.104/92 – Conferenza
Stato-Regioni 20.03.08 art. 3).
26. GLHOGLHO
GRUPPO OPERATIVO SUL SINGOLO ALUNNOGRUPPO OPERATIVO SUL SINGOLO ALUNNO
G.L.H.O.
CHE COS’E’
E’ un gruppo di lavoro multidisciplinare (ex art. 12 comma 5
L.104/92) che, su convocazione del Dirigente Scolastico, previo
accordo con gli operatori interessati, programma e verifica gli
interventi per l’integrazione scolastica e il progetto di
educativo globale (anche extrascolastico) specifici per il singolo
alunno.
CHE FUNZIONI HA
Il Gruppo H in linea generale programma e verifica le specifiche
attività scolastiche ed extrascolastiche dell’alunno in situazione
di handicap.
Tra i compiti specifici di tale gruppo c’è quello di predisporre il
P.E.I., di verificarne l’attuazione nonché l’efficacia
dell’intervento scolastico (art.12 L104/92, commi 5 e 6 più Atto di
Indirizzo D.P.R. del 24/02/94 art.4 e 5); valutare la opportunità di
assegnare all’alunno il servizio di Assistenza per l’autonomia e la
comunicazione, suggerendone le modalità di erogazione (ore
settimanali necessarie), proporre eventuali modifiche all’erogazione
del sostegno didattico.
27. GRUPPO DI STUDIO E DI LAVORO D’ ISTITUTOGRUPPO DI STUDIO E DI LAVORO D’ ISTITUTO
G.L.H.I.G.L.H.I.
CHE COS’E’
Presso le scuole di ogni ordine e grado il Dirigente Scolastico deve nominare il GLHI che ha
compiti di organizzazione e di indirizzo.
DA CHI E’ COMPOSTO
Il GLHI è composto dal Dirigente Scolastico, dai rappresentanti degli insegnanti curriculari e
di sostegno, dai rappresentanti degli Enti Locali (compresi gli assistenti per l’autonomia e la
comunicazione), dai rappresentanti dei collaboratori scolastici impegnati nell’assistenza
igienica, dai rappresentanti delle ASL, dai rappresentanti dei genitori di tutti gli alunni, dai
rappresentanti delle Associazioni e/o di familiari dei ragazzi con disabilità, oltre che da
rappresentanti degli studenti solo per la scuola secondaria di secondo grado.
DA CHI VIENE ORGANIZZATO
Viene organizzato dal Dirigente Scolastico o dal suo delegato.
QUANDO SI RIUNISCE
Si riunisce all’inizio dell’anno e in qualsiasi momento lo richiedano il Dirigente Scolastico, le famiglie o gli
operatori scolastici.
28. INSEGNANTIINSEGNANTI
DI SOSTEGNODI SOSTEGNO
L’insegnante di sostegno
La figura dell’insegnante per le attività di sostegno è
prevista nella scuola d’ogni ordine e grado (inclusi i corsi
serali) (L.517/77; L. 270/82; C.M. n. 262/88).
La sua attività deve essere rivolta all’intera classe nella quale è
iscritto l’alunno in situazione di disabiltà.
Insieme agli altri docenti della classe identifica i bisogni
educativi speciali dell’alunno e attraverso il Gruppo H
propone e costruisce il Piano Educativo Individualizzato.
Il docente di sostegno ha anche il ruolo di facilitatore della
comunicazione e della relazione tra i docenti, l’alunno
con disabilità, gli alunni della classe e gli altri soggetti che
interagiscono nel processo di integrazione (famiglia,
personale A.S.L., educatori, mediatori, assistenti per l’autonomia
e la comunicazione);
G
29. INSEGNANTI CURRICULARIINSEGNANTI CURRICULARI
GRIT
Affinché l’integrazione degli alunni con disabilità sia reale ed efficace occorre vi sia il coinvolgimento
attivo e la presa in carico da parte degli insegnanti curriculari, i quali sono insegnanti di tutti gli alunni
della classe (C.M. 78/03; Nota Ministeriale prot. n. 4088 del 2 ottobre 2002).
Tutti gli interventi didattici inerenti al PEI “PEI “debbono coinvolgere l’intero corpo docente, e ciòdebbono coinvolgere l’intero corpo docente, e ciò
superando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente della delega del problema dell’integrazione al solosuperando la logica, purtroppo diffusa e ricorrente della delega del problema dell’integrazione al solo
insegnante di sostegnoinsegnante di sostegno” (Nota Ministeriale prot. n. 2407dell’8 agosto 2002)
30. ASSISTENTE PER L’AUTONOMIA E LAASSISTENTE PER L’AUTONOMIA E LA
COMUNICAZIONECOMUNICAZIONE
GR
L’Assistente per l’Autonomia e la Comunicazione
è personale appositamente formato, in possesso di competenze professionali specifiche o
riconosciute tali, che si inserisce nelle attività scolastiche secondo un progetto elaborato in base ai bisogni
dell’alunno in situazione di disabilità.
CHE FUNZIONI HA
Ha il compito di sostenere l’alunno nell’ambito dell’autonomia e della comunicazione, collaborando con il
personale della scuola e gli insegnanti ai fini della effettiva partecipazione dell’alunno a tutte le attività
scolastiche e, compatibilmente con l’organizzazione del proprio orario di lavoro, extra scolastiche.
31. ASSISTENZAASSISTENZA
MATERIALEMATERIALE
COLLABORATORI SCOLASTICICOLLABORATORI SCOLASTICI
IN CHE COSA CONSISTE
Per l’alunno con disabilità che necessita di accompagnamento per
spostarsi all’interno della struttura scolastica, per, per
accedere ai servizi igienici o pero per un’assistenza durante la
mensa è prevista un’assistenza di base. I collaboratori
scolastici (ex bidelli, oggi personale ATA) forniscono assistenza
agli alunni disabili in caso di momentanea assenza degli
insegnanti, aiuto materiale per gli spostamenti da e verso le
strutture scolastiche, nonché assistenza all’interno delle strutture
scolastiche.
CHI LA FORNISCE
L’assistenza materiale, servizio fondamentale nel processo di
integrazione del disabile, deve essere fornita e garantita dalla
scuola in cui è scritto l’alunno/a . Il bisogno deve essere segnalato
nella certificazione emessa dalla A.S.L.
32. MATERIALI ED AUSILIMATERIALI ED AUSILI
Le scuole devono essere dotate di attrezzature ed ausili, anche tecnologici; spaziando, dunque, dai
materiali non strutturati fino ai più sofisticati ausili elettronici (art. 13 comma 1, lettera b della
L.104/92).
Sarà compito del gruppo di lavoro d’istituto (GLHI) individuare i tipi di materiali
occorrenti.
I fondi utilizzabili sono quelli assegnati dagli Enti Locali sulla base delle leggi regionali per il diritto
allo studio e quelli stanziati dalla L. 104/92 ed assegnati per questo scopo dal Ministero del Tesoro
direttamente alle Direzioni Scolastiche Regionali.
33. ISTRUZIONE A DOMICILIOISTRUZIONE A DOMICILIO
G
Gli alunni con o senza disabilità che sono impossibilitati per ragioni di carenze immunitarie o per
necessità di salute, certificati dalla autorità sanitaria, a frequentare la scuola per un periodo superiore
a 30 giorni, hanno diritto a concordare con la scuola un programma con l’invio a domicilio
di docenti per qualche ora settimanale.
Qualora questi svolgano le ore di docenza in aggiunta all’orario di servizio hanno diritto al pagamento
dello straordinario.
La convenzione può anche prevedere l’attivazione di un computer con telecamere per seguire le
lezioni in classe, sempre che vi sia il consenso dei docenti e dei genitori degli alunni.
I compiti scritti possono essere inviati on-line ai docenti e da questi restituiti corretti. (C.M. n° 84/02,
C.M. n°56/03 e D.D.G. del 13/10/2004)