1. LA BASILICA ROMANA
Una nuova tipologia di edifici elaborata dagli architetti romani è costituita dalle
Basiliche: realizzate a pianta rettangolare, con una grande aula centrale circondate
da una o più gallerie porticate
Le basiliche, nella Roma repubblicana, erano importanti edifici dove si svolgevano le
attività commerciali e avevano sede i tribunali e gli uffici amministrativi, per cui erano
destinate anche all’amministrazione della giustizia.
Erano di forma rettangolare e suddivise da file di pilastri e di colonne in navate
sormontate da gallerie.
Prospettavano con uno dei lati lunghi sulle piazze e sui fori, esposte al sole affinché i
commercianti vi si potessero riunire durante l’inverno al riparo dalle intemperie.
La larghezza della pianta non doveva essere inferiore alla terza parte della
lunghezza, né superiore alla metà di essa; l’altezza delle colonne corrispondeva alla
larghezza del portico; il portico non doveva superare la terza parte dell’area della
piazza. Il pluteo (la balconata), tra le colonne superiori e inferiori, era alto un quarto
meno delle colonne superiori, affinché coloro che passeggiavano al piano superiore
della basilica non fossero visti dai commercianti.
La concezione funzionale ed architettonica della basilica romana deriva dalla sala
ipostila (costruzione rettangolare con tetto a spioventi sostenuto da colonne, per
riunioni di mercanti) e dall’aulh basilikh (cortile del palazzo reale dove il re riceveva le
delegazioni) di età ellenistica.
Dalla struttura della basilica romana è derivata la basilica paleocristiana, edificio
adibito al culto, che conserva il tribunal, vano absidale aggiunto in epoca imperiale,
su uno dei lati corti, per accogliere i magistrati.
La Basilica diventerà luogo di culto della nuova fede cristiana, quando
dopo l’Editto di Costantino, nel 313 d. C. la religione cristiana diventerà la
religione dell’Impero romano
2. BASILICA DI MASSENZIO
Questo grandioso edificio fu iniziato da Massenzio e portato a termine da Costantino
che ne modificò in parte l’assetto planimetrico.
Il vano centrale (navata) è coperto da tre volte a crociera a pianta quadrata ed è
affiancato da due navate laterali.
Queste sono composte da tre successivi vani rettangolari, ciascuno coperto da una
volta a botte, con l’asse disposto ortogonalmente rispetto al vano centrale e
poggiante su grandi setti murari nei quali sono realizzate delle aperture che
consentono di mettere in collegamento tra di loro i tre vani che costituiscono le
navate laterali.
I setti di appoggio delle volte a botte delle navate laterali ricevono anche la spinta
delle volte a crociera del vano centrale e collaborano con otto enormi colonne
corinzie sormontate da una trabeazione a sostenere la copertura dell’edificio.
L’unica colonna pervenutaci è attualmente dislocata in Piazza Santa Maria Maggiore
a Roma.
La Basilica risulta gravemente danneggiata ed è stata oggetto di periodiche
spoliazioni, quali ad esempio quelle delle lastre di bronzo che coprivano il tetto, che
nel 625 d.C. furono prelevate per consentire la costruzione di S. Pietro.
Delle due absidi affiancate rispettivamente al lato lungo e al lato corto la prima risulta
appartenere al progetto originario di Massenzio, la seconda fu fatta aggiungere da
Costantino, forse per alloggiare una sua raffigurazione marmorea di dimensioni
colossali i cui resti sono tuttora visibili nel Palazzo dei Conservatori a Roma.
L’illuminazione dell’interno dell’edificio è assicurata dalle grandi finestre aperte nelle
pareti longitudinali del vano centrale nel dislivello tra il tetto della navata centrale e di
quella laterale.
L’impianto planimetrico di questo edificio, più che alle basiliche romane Giulia ed
Ulpia si richiama alle sale centrali degli edifici termali, sia per la spazialità che per il
trattamento delle superfici, esso anticipa i grandi edifici ecclesiastici del Cinquecento
e del Seicento.