3. Il movimento dei Macchiaioli fu tra i più significativi e
innovativi della pittura italiana dell'Ottocento, formatosi a
Firenze attorno al 1855 e fecondo di sviluppi fino all’inizio degli
anni Settanta.
Il termine "macchiaioli" deriva dall’uso di giustapporre sulla
tela ampie campiture di colore, con effetto quasi di macchie,
colore
che definiscono l'immagine attraverso contrasti tonali e
chiaroscurali. Il nome venne adoperato per la prima volta nel
1862, in accezione negativa, da critici ostili alla nuova corrente,
negativa
e fu successivamente adottato dal gruppo, trasformato in
definizione positiva.
4. Fecero parte del gruppo, che si riuniva presso il Caffè Michelangelo,
Michelangelo
artisti sia fiorentini sia provenienti da varie regioni d’Italia, accomunati
da una ricerca tecnica ed espressiva mirante all’equilibrio tra fedeltà al
dato visivo e valenza evocativa della trasfigurazione pittorica.
pittorica
5. Si distinsero in particolare Telemaco Signorini, teorico del
Signorini
movimento insieme al critico Diego Martelli, Giovanni Fattori,
Fattori
Adriano Cecioni, Silvestro Lega, Vincenzo Cabianca.
Cecioni Lega Cabianca
6. Punto centrale della poetica macchiaiola fu il rifiuto dell’arte
accademica, stereotipata nelle tecniche (ad esempio, nell’assoluta
priorità attribuita al disegno sul colore) e nei soggetti, a favore
della rappresentazione della quotidianità domestica e delle
attività lavorative umili, perlopiù contadine.
7. Non mancarono anche dipinti dedicati a episodi delle guerre
d’indipendenza (molti dei macchiaoli vi avevano preso parte in
prima persona), privi tuttavia di ogni intento celebrativo ed
eroicizzante. La tensione realistica sancì il definitivo distacco dalla
pittura storicista, mitologica e religiosa che aveva a lungo dominato
il panorama artistico italiano ottocentesco, e la volontà di
concentrarsi nella definizione del vero e della contemporaneità.
8. (Firenze 1835-1901)
Attento sperimentatore nel
campo delle tecniche pittoriche e
originale interprete delle nuove
tendenze realistiche, Telemaco
Signorini dedicò parte della
propria produzione artistica alle
realtà degli emarginati, dei
malati, dei reietti della società. Il
crudo verismo della tela “La sala
delle agitate” conferisce al
dipinto un valore di documento
quanto denuncia sociale.
La sala delle agitate (1865)
9. (Li 1825 - Fi 1908)
Il dipinto rievoca una
sanguinosa battaglia
combattuta nel 1859.I
piemontesi alleati con i
francesi sconfissero gli
austriaci nel corso della
seconda guerra
d’indipendenza.
Il campo italiano dopo la Il quadro è tipico dello stile di Fattori
battaglia di Magenta (1861) e dei macchiaioli in genere: il
soggetto storico è trattato in modo dimesso e antieroico, lontano
dall'enfasi e dalla retorica della pittura accademica.
10. (Firenze 1836-1986)
Dopo gli studi compiuti presso
l'Accademia di belle arti di Firenze
nel 1859, partecipò alla seconda
guerra d'indipendenza. Al suo
ritorno prese a frequentare il Caffè
Michelangelo avvicinandosi al
movimento dei macchiaioli. Nel
1863 diede vita alla cosiddetta
"scuola di Resina": distingueva il
gruppo la predilezione per la
pittura di paesaggio all'aria
aperta, genere nel quale fu attuata
Il solletico (1865)
un’interessante sperimentazione
stilistica e tecnica.
11. (Vr 1827 - Ro 1902)
Diede vita a una ricerca sulla resa
pittorica dei fenomeni luminosi che
egli sviluppò poi con particolare
intensità. Fu anima della cosiddetta
Scuola di Castiglioncello (cenacolo
dei macchiaioli dal 1861 al 1867);
celebri sono le marine, ispirate
dall’ambiente selvaggio della
Versilia. L’ardito uso del colore e i
suggestivi “effetti di sole”
distinguono le sue tele dalle opere
coeve della corrente.
12. • Nasce a Modigliana (Forlì) nel 1826.
1826
• Trasferitosi a Firenze nel 1843, lì comincia a frequentare
1843
l’Accademia Delle Belle Arti, accostandosi alla corrente del
Arti
Purismo.
Purismo
• Nove anni dopo, nel 1854 conosce gli artisti del Caffè
Michelangelo e, realizzando che il Purismo non rispechiava più i
suoi ideali, comincia a frequentare il Caffè e si accosta ai
Macchiaioli.
1825 1835 1845 1855 1865 1875 1885 1895
1826 184 1854
13. • Cio che gli interessava ora era la rappresentazione realistica e la
ricerca sulla luce: risalgono a quel periodo i suoi primi esperimenti
luce
di studi all’aperto che proseguiranno fino al decennio successivo.
• Ma il successo era ancora molto lontano: la sua affermazione
avviene infatti soltanto nel 1870, quando vince la medaglia
1870
d’argento alla Mostra Nazionale di Parma.
Pur facendo uso di larghe pennellate “a macchia”, manteneva viva
la precisione dei dettagli.
• Lega fu forse il più povero dei pur poveri macchiaioli e visse
spesso ospite di famiglie amiche ed a lungo a Castiglioncello presso
Diego Martello.
• Al 1872 risale l'inizio di una malattia agli occhi che in futuro
provocherà disturbi sempre maggiori alla sua attività di pittore.
1825 1835 1845 1855 1865 1875 1885 1895
187 -72
14. • Dopo un lungo periodo di malattia e depressione, ricomincia a
dipingere nel 1878, con una pittura che risente delle esperienze
1878
impressioniste e naturaliste. Lega abbandona la lucida oggettività
naturaliste
degli anni precedenti, per una pittura più mossa e animata, dalle
forme sfatte nel colore e nella luce.
luce
• Appartengono a questo periodo i più intensi ritratti di Lega e alcuni
dei suoi paesaggi tra i più cromaticamente accesi.
• Morì di cancro a Firenze in condizioni di indigenza il 21 settembre
1895.
1895
1825 1835 1845 1855 1865 1875 1885 1895
187 189
15. • Silvestro Lega nasce come purista, e solo successivamente giunge
purista
alla pittura di macchia. In effetti, benché frequentasse le riunioni al
macchia
Caffè Michelangelo, la sua evoluzione verso la pittura dei
macchiaioli, fu lenta e graduale.
• Persona schiva, scontrosa, chiusa, non incline
al compromesso e al commercio dei quadri,
restò povero per tutta la vita. Fu spesso ospite
vita
di famiglie amiche (i Batelli, i Bandini, i
Tommasi). I Batelli possedevano una villa in
una località detta “Piagentina” o
“Pergentina”. Ivi Lega amava dipingere. Con
lui si riunivano altri pittori, che legati
dall'intento comune della ricerca, diedero vita
alla Scuola di Piagentina, intesa come una
Piagentina
libera aggregazione di artisti. In questo
periodo nascono La visita o Il pergolato.
16. • Nel 1870 si chiude il periodo di Piagentina. Nel 1872 Lega scopre
Piagentina
di avere una malattia agli occhi. Cade in depressione e in uno stato
di inattività artistica. Esce da questa crisi nel 1878, in seguito
all'amicizia con la famiglia Tommassi che lo ospita nella sua
villa di Bellariva. In questo periodo egli mostra nelle sue opere una
Bellariva
accostamento all'impressionismo.
all'impressionismo
17. Ad esempio nel Ritratto di Luigi
Tommasi, la figura ruotante
Tommasi
leggermente sul busto, fa percepire
la sua esistenza volumetrica, la sua
luminosità sul fondo verdeggiante
delle foglie, in una giustapposizione
di colori chiari e scuri, determina,
per contrasto, l'esaltazione dei primi
e dà un tono squillante al bianco
della camicia.
In seguito Lega crea paesaggi
e ritratti con uno stile più
drammatico e concitato. Si è
concitato
detto che negli ultimi anni egli
dipinge per masse di colore a
causa della malattia agli occhi
che gli impedisce di cogliere i
particolari. Ma anche se fosse
vero ciò non toglie nulla alla
sua forza costruttiva.
costruttiva