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+ FOCUS Ticino 5GIORNALEdelPOPOLO
GIOVEDÌ 29 MARZO 2018
La Camera di commercio presenta i risultati di uno studio realizzato dal BAK Economics
Se il Ticino fa meglio degli States
In dieci anni la nostra economia è cresciuta più rapidamente
degli altri Paesi. Ora si deve lavorare sull’incremento della produttività. Martina Salvini
PAGINA A CURA DI
Chièstatoilleaderinternazionale
della crescita economica dell’ulti-
modecennio?USA?Svizzera?Ofor-
selaGermania?Nientedituttociò:è
stato il Ticino. Fantasie? Non pro-
prio. Stando
a uno studio
commissio-
nato dalla
Camera di
commercioa
BAK Econo-
mics, infatti,
i l n o s t r o
Cantone ne-
g l i u l t i m i
dieci anni -
tra2005e2016–sièpiazzatointesta
allaclassificaperquantoconcerneil
Prodotto interno lordo (PIL). Già,
perchésecondoidatiraccoltodall’i-
stituto,apartiredal2005ilTicinoha
conosciuto una crescita più rapida
(+25%) rispetto agli Stati Uniti
(+17%),Svizzera(+23%)eallamedia
dell’Europa occidentale (+13%).
Negli ultimi dieci anni, quindi, il Ti-
cino ha registrato un PIL reale an-
nuo del 2,1%, e l’economia è cre-
sciuta com-
p l e s s i v a-
mente di un
quarto. Uno
solo l’annus
horribilis,
n e l 2 0 0 9 ,
q u a n d o, a
causa della
crisi finan-
ziaria,lacre-
scita econo-
mica è stata nettamente negativa (-
2,5%). Guardando a sud, ai vicini di
casa italiani, si nota invece uno svi-
luppomoltodebole,contrassegnato
da stagnazione o, addirittura nel ca-
sodelPiemonte,daunacontrazione
dell’8%.
Quello presentato ieri a Lugano è,
perdirloconleparoledelpresidente
della Cc-Ti Glauco Martinetti, «un
rapporto di alta qualità e indipen-
dente,cherappresentalaveraradio-
grafia dell’andamento economico
del nostro
Cantone». E
«siccome ci
piacciono le
cose compli-
cate, abbia-
mo deciso di
fare il para-
g o n e c o n
Paesi alta-
mente com-
petitivi», gli
ha fatto eco il direttore Luca Alber-
toni. «Abbiamo preso un rischio: a-
vrebbe potuto emergere un quadro
deludente,inveceirisultatisonopiù
che positivi». Uno degli scopi, ha
spiegato, «era avere una base scien-
tifica rispetto a quanto andiamo di-
cendo da nove anni con le indagini
congiunturali che conduciamo su
uncampioneditrecentoaziende.In
un Cantone che parla di dati farloc-
chi non è infatti sempre facile con-
vincere che quanto diciamo corri-
sponde alla realtà dei fatti, ma que-
stostudioconfermalatendenzapo-
sitiva», ha quindi commentato Al-
bertoni. I dati sono invece stati pre-
sentati dal direttore di BAK Econo-
mics, Marc Bros de Puechredon,
che ha sottolineato gioie e qualche
dolore dell’economia ticinese.
Ricchezzaefrontalieri
Il dato che misura il benessere
medio di un’economia generale è il
PIL nominale pro capite. Ebbene,
come mostrano i dati dello studio,
nel2016inTicinoquestosièattesta-
to a 65.452 dollari, collocando il no-
stroCantonealverticedellaclassifi-
ca internazionale. Da notare che,
nonostante gli alti prezzi svizzeri, la
popolazione dispone di molte più
risorse economiche rispetto alla
media europea, mentre supera del
70%l’Italia.Vamenobenesulfronte
della produttività nominale del la-
voro:nel2016aquota100miladolla-
ri.Undato,quest’ultimo,equivalen-
te alla media svizzera, ma inferiore
del 14% agli USA. Perché? La diffe-
renza riguarda la presenza dei fron-
talieri. Già, perché «una cospicua
parte della creazione del valore rea-
lizzatadaquestilavoratorivienetra-
sferita all’estero». In soldoni, quin-
di, il giusto indicatore di benessere
risulta essere piuttosto proprio la
produttività del lavoro. Sempre a
proposito dei frontalieri, Marc Bros
de Puechredon ha fatto riferimento
aunaltrodato,chemostral’inciden-
zadeilavoratoripendolarisulreddi-
to nazionale. «Nonostante la pre-
senzamassicciadilavoratorifronta-
lieri, si può notare come tra Ticino e
Zurigononviasiagrandedifferenza.
E questo perché, nonostante a Zuri-
go non vi siano frontalieri, ci sono i
lavoratori pendolari. Anch’essi co-
struiscono ricchezza per poi non
farla restare sul territorio», ha quin-
di spiegato il direttore di BAK.
L’occupazionevasu
La forte crescita economica in Ti-
cino è però da ricondurre soltanto
marginalmente all’aumento della
produttività.Sì,perchél’espansione
economica è soprattutto trainata da
una marcata crescita dell’occupa-
zione. Ma il nostro Cantone si trova
in buona compagnia, perché sulla
stessa barca di produttività conte-
nuta,cisonoancheiprincipaliPaesi
europei e la stessa Svizzera. Nel det-
taglio,dal2005,l’occupazioneècre-
sciutadel24%inTicino(circa45mi-
lapersone).Undatochederivaperil
60% dall’aumento della forza lavoro
proveniente da oltre confine
(+27mila),elarestante(+18milaoc-
cupati) dalla popolazione indigena.
Stabile, per contro, la quota dei di-
soccupati, che stando ai dati ILO, si
aggira intorno 6%, mentre fanno
meglio Germania, Svizzera e USA.
“FattoreFlorida”inTicino
Alla crescita economica si allac-
ciaquelladellapopolazione.Sinota
che la Svizzera è cresciuta del 13%
(1,1%all’anno),mentreilTicinosiè
fermato all’11% (0,9% all’anno). Il
restodeiPaesihainvececonosciuto
una crescita più lenta, con la Ger-
mania in fase di stasi. La struttura
demografica della popolazione è
però un dato fondamentale parlan-
do di economia. E in Ticino si regi-
stra un vero e proprio “fattore Flori-
da”,ossiaconmoltissimianziani.Se
da un lato questo comporta servizi
di cura efficienti, dall’altro lato
comporta un abbassamento della
popolazione attiva, che in Ticino è
inferiore alla media svizzera e pure
a quella dell’Europa occidentale.
La fascia di persone senior, sopra i
65 anni, rappresentano da noi il
22%(+3,9%rispettoallamediasviz-
zera).
LuganoeMendrisiolelocomotive
Osservando nel dettaglio il para-
goneconilrestodellaSvizzera,èuti-
le gettare uno sguardo sulla produt-
tività nominale per persone occu-
pateatempopieno.Nel2016inTici-
no questa si attestava a 154mila
franchi, leggermente inferiore alla
media nazionale, ma molto più sot-
to di Ginevra e Zurigo. Unica a tene-
reilpassodellegrandièLugano,so-
pra i 160mila franchi. Guardando lo
sviluppodelPILrealesuidiecianni,
si nota un altro fenomeno interes-
sante. Le locomotive della crescita
economica sono Chiasso-Mendri-
sio (+2,4% all’anno) e soprattutto
Lugano.Bellinzonaèinveceprogre-
dita seguendo la media svizzera,
mentre Locarno resta staccato dai
migliori.
Puntare sulle specializzazioni
Capitoloaparteperleprospettive
settoriali. A livello cantonale,
sull’arco di dieci anni, registra la
crescita maggiore il ramo farma-
ceutico (+9,4%), seguito dai servizi
economici (+8%), quelli sanitari
(+6,5%) e dai prodotti chimici e del
carbonefossile(+6,4%).Nell’analisi
è stata però misurata anche la spe-
cializzazione settoriale. Sui 40 rami
complessivamente analizzati, 11 di
essi (industria tessile, editoria, arte
e svago, edilizia, metallurgia, finan-
za, architettura e ingegneria, com-
mercio all’ingrosso, c ommercio e
riparazione di veicoli e banche) so-
no nettamente sovrarappresentati
in Ticino, nel confronto nazionale.
La specializzazione più marcata è
quelladelsettoretessileedell’abbi-
gliamento,chenelnostroCantoneè
circa 5 volte superiore rispetto alla
media svizzera. La seconda specia-
lizzazione più pronunciata è quella
delsettoredell’editoriaedeimedia,
che in Ticino è due volte maggiore
rispetto alla media nazionale. En-
trambi i settori, negli ultimi anni
presentano una dinamica di cresci-
ta marcatamente inferiore al ritmo
di evoluzione dell’intera economia
ticinese. Secondo quando ha spie-
gato il direttore di BAK Economics,
proprio le specializzazioni settoria-
li però, «hanno un grosso influsso
sul potenziale di crescita di una re-
gione». Negli ultimi anni, le 11 spe-
cializzazioni settoriali più impor-
tantihannocontribuitoallacrescita
macroeconomica solo per il 20%.
Nel prossimo futuro, dunque, pro-
prio queste dovranno giocare un
ruolo più importante. Su cosa pun-
tare, nello specifico? Tra 2017 e
2025, secondo BAK, il settore delle
tecnologie dell’informazione otter-
rà il maggiore sviluppo (+4,6%
all’anno), seguito dalla farmaceuti-
caedalsettoreelettronico,elettrico
e ottico.
Sopra,ilgrafico
dellostudio
diBAKEconomics
relativo
allosviluppo
delPILreale
ticinese
nelconfronto
conglialtriPaesi.
Sottoasinistra,
losviluppo
occupazionale
negliultimidieci
anni.
Sottoadestra,
infine,
ilconfronto
sulPIL
perquanto
riguarda
iquattro
agglomerati
ticinesi.
Luca Albertoni.
Glauco Martinetti.
Bros de Puechredon.
Sviluppo dell’occupazione dal 2005 al 2016 Sviluppo del PIL reale dal 2005 al 2016
Sviluppo reale del PIL dal 2005 al 2016
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