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VENERDÌ 1 LUGLIO 2016
Migranti,
«serve più
solidarietà»
Il Consiglio di Stato
prova a quantificare
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Sono diversi, come noto, gli am-
biti influenzati dalla forte presenza
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territorio. A tracciare un bilancio
dettagliato del loro impatto e gli ef-
fetti «negativi» che derivano dalla
posizione geografica a ridosso del-
la frontiera con l’Italia del nostro
Cantone è lo stesso Consiglio di
Stato, in una missiva inviata Werner
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perequazione finanziaria dell’Am-
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finanziaria.
Ed ecco quindi la risposta dell’E-
secutivo, inviata a Berna qualche
giorno fa. Sebbene «una precisa
quantificazione degli effetti finan-
ziari negativi per il Ticino, nella
misura in cui i fenomeni citati sono
al quanto complessi ed eterogenei,
appare difficilmente realizzabi-
le per tutti gli ambiti descritti», il
Consiglio di Stato indica in una ta-
bella diversi indicatori che – scrive
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ciente chiarezza come siano degli
effetti negativi derivanti dalla po-
sizione geografica del nostro Can-
tone». Insomma, il breve rapporto
fornito vuole essere, come specifica
lo stesso Consiglio di Stato «uno
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ma». E, sembra di poter leggere, un
tentativo del Consiglio di Stato per
fare pressione su Berna affinché
siano meglio calcolati i fondi pere-
quativi distribuiti al Ticino, tenuto
conto anche da quanto emerge da
questi dati.
Salari e disoccupazione
Ed eccoli gli undici ambiti per
i quali il Consiglio di Stato forni-
sce una valutazione finanziaria
dell’impatto dei frontalieri. In pri-
mis si trova la pressione sui sala-
ri. Storicamente, spiega il CdS, il
differenziale tra Ticino e resto del
Paese supera il 15%. E, sebbene le
differenze di stipendio debbano es-
sere ricondotte anche ad altri fatto-
ri, «la presenza – in un raggio di 100
km – di circa 8 milioni di persone
disposte a lavorare per un salario
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frena l’allineamento tra i salari per-
cepiti a livello svizzero», si spiega.
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dei salari si nota in effetti che se in
Ticino sono cresciuti del 17,6% tra
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l’incremento è stato del 19,9%.
C’è poi la difficile situazione con-
giunturale che sta vivendo l’Italia
negli ultimi anni. Ecco quindi che
se molte aziende delocalizzano in
Ticino, ciò non si traduce però nel-
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ro per la manodopera residente.
Al contrario, essendo i frontalieri
disposti a percepire un salario più
basso – a fronte di un costo della
vita meno caro nella vicina Penisola
–, vengono di norma preferiti. Tutto
questo per un costo di 0,6 milioni
all’anno. La penalizzazione della
manodopera indigena di fronte a
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ni di iscritti agli Uffici regionali di
collocamento, sia nell’aumento
delle persone in assistenza. In par-
ticolare se nel resto della Svizzera la
probabilità di uscire dallo statuto di
disoccupato dopo un anno è pari al
45%, per il Ticino questo dato si ab-
bassa al 37%.
Ma la pressione esercitata dagli
oltre 60mila lavoratori provenien-
ti dal Belpaese si fa sentire anche
con «effetti perversi», come scrive
il CdS, quali l’assunzione di fronta-
lieri maggiorenni e adulti come ap-
prendisti per pagarli ancora meno
o addirittura impiegarli attraverso
stage non retribuiti o pagati molto
poco. Tutto questo fa sì che le azien-
de siano meno propense ad assu-
mere giovani apprendisti ticinesi
di fronte a un’offerta di personale
estero già formato e a un costo inte-
ressante.
Ferrovia, controlli e strade
Accanto a questi parametri ci
sono poi una serie di indicatori che
subiscono indirettamente l’effetto
della presenza in Ticino di fronta-
lieri. 1,8 milioni di franchi è il co-
sto annuale stimato dal Consiglio
di Stato per il personale impiegato
nell’ambito dei controlli sul lavoro
nero, tra inchieste per conto della
Commissione tripartita, verifiche
del rispetto dei Contratti normali
di lavoro e la verifica dei lavoratori
distaccati. Mettere a disposizione
le pattuglie della Polizia cantonale
nelle ore di punta per via del forte
afflusso di auto dei frontalieri com-
porta poi un carico aggiuntivo di
lavoro e un costo stimato attorno
all’1,15 milioni all’anno. Lo stesso
vale anche per il personale impie-
gato ogni qual volta si verificano
incidenti nella circolazione che ve-
dono coinvolti veicoli italiani (0,22
milioni all’anno). Facendo poi una
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sivi di gestione delle strade canto-
nali (attraverso una proporzione
sui costi annui tra il numero di auto
dei frontalieri – 62.473 – rispetto a
quelle immatricolate in Ticino –
222.243-) il Governo rende noto che
si tratta di una somma di 22,5 milio-
Si è tenuta ieri a Bezau (Vorarlberg), la
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la comunità di lavoro delle regioni alpine di
cui fanno parte Baviera, Salisburgo, Tirolo,
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pio il controllo dei confini esterni dell’UE e
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poter gestire in modo efficace i flussi incon-
trollati di migranti nell’arco alpino. In sintesi,
come anche sottolineato dal presidente del
Governo ticinese Paolo Beltraminelli, con
questa risoluzione membri di Arge
Alp richiedono «più solidarietà,
una strategia sostenibile comune,
la velocizzazione delle procedure
di asilo, la lotto contro le cause che
spingono alla fuga e lo sviluppo di
piani per l’integrazione concerta-
ti a livello nazionale e regionale».
Il Canton Ticino ha quindi colto
l’occasione per sensibilizzare sul-
le importanti implicazioni che la
pressione dei flussi migratori han-
no sul nostro Cantone, rilevando
che tutte le regioni presenti, ma in
particolare la Baviera, il Tirolo e l’Alto Adige,
nonché la Lombardia sono quotidianamente
confrontate a importanti emergenze migrato-
rie. «Abbiamo sottolineato che quello svizze-
ro è un buon esempio nella gestione dell’arri-
vo di migranti, specie nella collaborazione tra
Cantone e Confederazione», ha sottolineato il
consigliere di Stato Paolo Beltraminelli.
Un altro tema affrontato è legato ai cambia-
menti climatici. «Siamo stati tutti d’accordo
sulla necessità di passare al più presto alle
fonti alternative, prestando però particolar-
mente attenzione all’energia idroelettrica,
che oggi subisce una notevole pressione sul
fronte dei prezzi. In questo senso ci siamo im-
pegneremo affinché la si possa valorizzare al
meglio, convinti sia una ricchezza comune a
tutti i membri di Arge Alp», spiega il presiden-
te del Governo ticinese. La terza risoluzione
concerne invece la tutela dei posti di lavoro
nell’arco alpino. «Bisogna ricordare che sulle
Alpi vivono dei cittadini ed esistono delle atti-
vità economiche che devono essere promosse
e tutelate», ha concluso Beltraminelli.
Riunione Arge Alp
IlConsigliodiStatohadatoufficial-
mente avvio al progetto Ticino 2020,
la riforma che ha lo scopo di miglio-
rare i rapporti tra Cantone e Comuni.
Il Governo ha definito i membri dei
gruppi di lavoro che si dividono tra il
Comitato strategico il Comitato gui-
da.Ilprimoècompostodaiconsiglie-
ri di Stato Norman Gobbi - in qualità
di presidente - e Paolo Beltraminelli,
affiancatidalpresidentedell’Associa-
zione dei Comuni ticinesi, Riccardo
Calastri, e dal sindaco di Mendrisio
CarloCroci.Ilsecondogruppoinvece
contaunadecinadimembriericopre
una funzione più tecnica. «La dire-
zionediprogetto-sileggeinunanota
-èstataassegnataaduecapiprogetto:
Elio Genazzi, caposezione degli Enti
locali in rappresentanza del Canto-
ne, e a Michele Passardi, a nome dei
Comuni. In questa fase sono inoltre
stati costituiti sette gruppi di lavoro
che saranno chiamati ad affrontare
compiti legati a diversi ambiti tema-
tici quali la previdenza sociale, l’as-
sistenza, le famiglie, la politica degli
anziani, la mobilità e la perequazio-
ne». La tabella di marcia prevede che
entro la fine dell’anno i singoli gruppi
di lavoro avanzino nuove. Poi a par-
tire dal 2017 verranno tradotte nelle
modifiche di legge da sottoporre al
Gran Consiglio.
Al via i lavori
per Ticino 2020
ni ogni anno.
Sempre indiretto, eppure presen-
te, è l’impatto dei lavoratori italiani
sui costi dell’Ufficio della migrazio-
ne, con il personale che si occupa di
registrare ed esaminare le doman-
de di permesso. Infine il Governo
riporta le cifre del costo del servizio
ferroviariotraAlbateeChiasso(del-
la linea Albate-Mendrisio-Lugano).
Un costo che, venendo interamente
assunto dalle casse cantonali, co-
stringe l’Esecutivo a sborsare ogni
anno 2 milioni.
E la perequazione?
Infine, in Ticino i frontalieri van-
no anche a influenzare quella che è
la capacità economica e fiscale del
Cantone quale contributore alla pe-
requazione. In questo senso, il CdS
fa notare come non si tenga conto
del fatto che i frontalieri non siano
residenti quando c’è da spartire le
risorse. Quindi, secondo il Gover-
no, il calcolo del potenziale fiscale
procapite ticinese, così come effet-
tivamente fatto all’interno del siste-
ma perequativo, risulta penalizzan-
te per il nostro Cantone.
Insomma, il Ticino in questo
modo risulta essere più ricco di
quanto non sia in realtà. Da una si-
mulazione eseguita internamente –
scrive quindi Governo – emerge che
se nel conteggio venissero aggiunti
i frontalieri, «l’introito perequativo
per il Cantone aumenterebbe di 174
milioni».
Nominati i membri dei gruppi di lavoro
Hubert, «ospite non gradito»
Il comitato dell’Associazione per la difesa del
servizio pubblico, dopo essere stato sollecita-
to da diversi propri aderenti, ha esaminato la
trasmissione “Il gioco del mondo” del 12 giu-
gno scorso, alla quale è stato invitato Antoine
Hubert - uno dei guru delle cliniche private in
Svizzera - e ha quindi deciso di scrivere alla
direzione della RSI. «Non le nascondiamo - si
legge nella missiva - che questa trasmissione
ha suscitato notevoli contrarietà nel nostro Co-
mitato, non solo per come è stata condotta, ma
pureperlasceltadell’ospite».L’associazionepoi
sottolinea: «Ci sembra difficile immaginare per
quali meriti sia stato invitato, è lecito dedurre
che la trasmissione aveva il preciso scopo di far
apparire in una luce particolarmente favorevo-
le un personaggio controverso».
in breve
DI Martina Salvini
«Ecco come i frontalieri
falsano la perequazione»
Il Governo scrive a Berna per reclamare una correzione di rotta
Entra in vigore oggi la nuova
legge sulla dissimulazione del
volto che vieterà di coprire il viso
nei luoghi pubblici. Si sono con-
clusi ieri pomeriggio – fa sapere il
Dipartimento delle istituzioni in
una nota - i lavori preparatori co-
ordinati dal Dipartimento guida-
to da Norman Gobbi e necessari
per l’entrata a regime delle nuove
disposizioni legislative.
Nel corso della giornata di ieri
si è infatti tenuto l’ultimo incon-
tro previsto nell’ambito dei lavori
preparatori in vista dell’entrata in
vigore delle nuove norme. Alcuni
funzionari dell’Amministrazione
cantonale si sono riuniti con i rap-
presentanti dell’Agenzia turistica
ticinese e delle Organizzazioni
turistiche regionali per aggior-
narsi reciprocamente su quanto
svolto da entrambe le parti.
Già nelle scorse settimane il DI
aveva organizzato un incontro in-
formativo con i Municipi e le Poli-
zie comunali e ha pure condiviso
con il Dipartimento federale degli
Affari esteri un documento con-
tenente alcune linee guida tra-
messe in seguito alle Ambasciate
svizzere.
Come già avevano sottolineato
nelle scorse settimane, le autorità
di Polizia sono pronte a far rispet-
tare la Legge «anti burqa» usando
però il buon senso e cercando di
evitare eventuali incidenti diplo-
matici.
Per stamattina è pure previsto a
Locarno l’arrivo dell’imprendito-
re Rachid Nekkaz accompagnato
da Nora Illy, una donna che in-
dossa il burqa e che lo aveva già
accompagnato in occasione del
suo passaggio in Piazza Grande
nel dicembre scorso. Nekkaz, lo
ricordiamo, si è detto disponibile
a pagare le multe per le donne che
decideranno di continuare a co-
prire il volto in pubblico.
Scatta oggi la nuova legge
contro la dissimulazione del volto
Atteso anche l’arrivo dell’imprenditore che ha promesso di pagare le multe
Albertoni: «Effetti non solo negativi»
Per un parere dal mondo dell’economia del Cantone
abbiamo contattato il direttore della Camera di
commercio ticinese Luca Albertoni. «È giusto e più che
legittimo che il Consiglio di Stato abbia tematizzato
la questione. In effetti noi avevamo già segnalato che
c’è un errore nel calcolo della perequazione. Quella
prodotta dai frontalieri è una ricchezza fittizia perché
non viene consumata sul territorio. È una problematica
che non riguarda però solo il Ticino, ma tutti i Cantoni
di frontiera».
Albertoni nel medesimo tempo sottolinea però
che gli effetti esterni negativi legati alla presenza
dei frontalieri non devono essere oggetto di
strumentalizzazione politica. «Sarebbe un peccato se ciò avvenisse
– spiega il direttore della Cc-Ti – perché non ci sono solo gli aspetti
negativi. La legittima sottolineatura da parte del Governo di alcuni
aspetti negativi, e quindi da correggere, non deve comunque celare
anche i vantaggi che i lavoratori frontalieri comportano. Ci sono
interi settori – sia nel pubblico che nel privato - che senza la
manodopera estera non potrebbero sopravvivere».
Luca
Albertoni
Paolo Beltraminelli
Qualche cifra
	 0,6	 Gestione contratti di lavoro
	 1,8	 Controlli sul lavoro nero
	 1,15	 Pattuglie di Polizia
	 1,2	 Ufficio della migrazione
	 2	 Trasporti pubblici
	 22,5	 Gestione strade cantonali
Probabilità di uscire dalla disoccupazione dopo un anno
TI 37% CH 45%
in milioni

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Sebbene «una precisa quantificazione degli effetti finan- ziari negativi per il Ticino, nella misura in cui i fenomeni citati sono al quanto complessi ed eterogenei, appare difficilmente realizzabi- le per tutti gli ambiti descritti», il Consiglio di Stato indica in una ta- bella diversi indicatori che – scrive - «mostrano comunque con suffi- ciente chiarezza come siano degli effetti negativi derivanti dalla po- sizione geografica del nostro Can- tone». Insomma, il breve rapporto fornito vuole essere, come specifica lo stesso Consiglio di Stato «uno spaccato informativo utile a com- prendere la dimensione del proble- ma». E, sembra di poter leggere, un tentativo del Consiglio di Stato per fare pressione su Berna affinché siano meglio calcolati i fondi pere- quativi distribuiti al Ticino, tenuto conto anche da quanto emerge da questi dati. Salari e disoccupazione Ed eccoli gli undici ambiti per i quali il Consiglio di Stato forni- sce una valutazione finanziaria dell’impatto dei frontalieri. In pri- mis si trova la pressione sui sala- ri. Storicamente, spiega il CdS, il differenziale tra Ticino e resto del Paese supera il 15%. E, sebbene le differenze di stipendio debbano es- sere ricondotte anche ad altri fatto- ri, «la presenza – in un raggio di 100 km – di circa 8 milioni di persone disposte a lavorare per un salario inferiore a 3mila franchi al mese frena l’allineamento tra i salari per- cepiti a livello svizzero», si spiega. Guardando ai dati sull’evoluzione dei salari si nota in effetti che se in Ticino sono cresciuti del 17,6% tra il 2000 e il 2014 , nel resto del Paese l’incremento è stato del 19,9%. C’è poi la difficile situazione con- giunturale che sta vivendo l’Italia negli ultimi anni. Ecco quindi che se molte aziende delocalizzano in Ticino, ciò non si traduce però nel- la creazione di nuovi posti di lavo- ro per la manodopera residente. Al contrario, essendo i frontalieri disposti a percepire un salario più basso – a fronte di un costo della vita meno caro nella vicina Penisola –, vengono di norma preferiti. Tutto questo per un costo di 0,6 milioni all’anno. La penalizzazione della manodopera indigena di fronte a un’ampia concorrenza comporta poi un certo impatto sia in termi- ni di iscritti agli Uffici regionali di collocamento, sia nell’aumento delle persone in assistenza. In par- ticolare se nel resto della Svizzera la probabilità di uscire dallo statuto di disoccupato dopo un anno è pari al 45%, per il Ticino questo dato si ab- bassa al 37%. Ma la pressione esercitata dagli oltre 60mila lavoratori provenien- ti dal Belpaese si fa sentire anche con «effetti perversi», come scrive il CdS, quali l’assunzione di fronta- lieri maggiorenni e adulti come ap- prendisti per pagarli ancora meno o addirittura impiegarli attraverso stage non retribuiti o pagati molto poco. Tutto questo fa sì che le azien- de siano meno propense ad assu- mere giovani apprendisti ticinesi di fronte a un’offerta di personale estero già formato e a un costo inte- ressante. Ferrovia, controlli e strade Accanto a questi parametri ci sono poi una serie di indicatori che subiscono indirettamente l’effetto della presenza in Ticino di fronta- lieri. 1,8 milioni di franchi è il co- sto annuale stimato dal Consiglio di Stato per il personale impiegato nell’ambito dei controlli sul lavoro nero, tra inchieste per conto della Commissione tripartita, verifiche del rispetto dei Contratti normali di lavoro e la verifica dei lavoratori distaccati. Mettere a disposizione le pattuglie della Polizia cantonale nelle ore di punta per via del forte afflusso di auto dei frontalieri com- porta poi un carico aggiuntivo di lavoro e un costo stimato attorno all’1,15 milioni all’anno. Lo stesso vale anche per il personale impie- gato ogni qual volta si verificano incidenti nella circolazione che ve- dono coinvolti veicoli italiani (0,22 milioni all’anno). Facendo poi una stima sommaria dei costi comples- sivi di gestione delle strade canto- nali (attraverso una proporzione sui costi annui tra il numero di auto dei frontalieri – 62.473 – rispetto a quelle immatricolate in Ticino – 222.243-) il Governo rende noto che si tratta di una somma di 22,5 milio- Si è tenuta ieri a Bezau (Vorarlberg), la conferenza dei Capi di Governo di Arge Alp, la comunità di lavoro delle regioni alpine di cui fanno parte Baviera, Salisburgo, Tirolo, Vorarlberg, Lombardia, Alto Adige, Trentino, San Gallo, Ticino e Grigioni. Tre i temi di di- scussione: la crisi dei rifugiati, il cambiamen- to climatico e la creazione di maggiori posti di lavoro qualificati nell’arco alpino. Durante la riunione è stata licenziata una risoluzione nella quale gli esponenti dei go- verni delle regioni Arge Alp invitano l’UE a mettere a punto una strategia sostenibile e una serie di misure efficaci, quali per esem- pio il controllo dei confini esterni dell’UE e l’istituzione di Centri di registrazione, per poter gestire in modo efficace i flussi incon- trollati di migranti nell’arco alpino. In sintesi, come anche sottolineato dal presidente del Governo ticinese Paolo Beltraminelli, con questa risoluzione membri di Arge Alp richiedono «più solidarietà, una strategia sostenibile comune, la velocizzazione delle procedure di asilo, la lotto contro le cause che spingono alla fuga e lo sviluppo di piani per l’integrazione concerta- ti a livello nazionale e regionale». Il Canton Ticino ha quindi colto l’occasione per sensibilizzare sul- le importanti implicazioni che la pressione dei flussi migratori han- no sul nostro Cantone, rilevando che tutte le regioni presenti, ma in particolare la Baviera, il Tirolo e l’Alto Adige, nonché la Lombardia sono quotidianamente confrontate a importanti emergenze migrato- rie. «Abbiamo sottolineato che quello svizze- ro è un buon esempio nella gestione dell’arri- vo di migranti, specie nella collaborazione tra Cantone e Confederazione», ha sottolineato il consigliere di Stato Paolo Beltraminelli. Un altro tema affrontato è legato ai cambia- menti climatici. «Siamo stati tutti d’accordo sulla necessità di passare al più presto alle fonti alternative, prestando però particolar- mente attenzione all’energia idroelettrica, che oggi subisce una notevole pressione sul fronte dei prezzi. In questo senso ci siamo im- pegneremo affinché la si possa valorizzare al meglio, convinti sia una ricchezza comune a tutti i membri di Arge Alp», spiega il presiden- te del Governo ticinese. La terza risoluzione concerne invece la tutela dei posti di lavoro nell’arco alpino. «Bisogna ricordare che sulle Alpi vivono dei cittadini ed esistono delle atti- vità economiche che devono essere promosse e tutelate», ha concluso Beltraminelli. Riunione Arge Alp IlConsigliodiStatohadatoufficial- mente avvio al progetto Ticino 2020, la riforma che ha lo scopo di miglio- rare i rapporti tra Cantone e Comuni. Il Governo ha definito i membri dei gruppi di lavoro che si dividono tra il Comitato strategico il Comitato gui- da.Ilprimoècompostodaiconsiglie- ri di Stato Norman Gobbi - in qualità di presidente - e Paolo Beltraminelli, affiancatidalpresidentedell’Associa- zione dei Comuni ticinesi, Riccardo Calastri, e dal sindaco di Mendrisio CarloCroci.Ilsecondogruppoinvece contaunadecinadimembriericopre una funzione più tecnica. «La dire- zionediprogetto-sileggeinunanota -èstataassegnataaduecapiprogetto: Elio Genazzi, caposezione degli Enti locali in rappresentanza del Canto- ne, e a Michele Passardi, a nome dei Comuni. In questa fase sono inoltre stati costituiti sette gruppi di lavoro che saranno chiamati ad affrontare compiti legati a diversi ambiti tema- tici quali la previdenza sociale, l’as- sistenza, le famiglie, la politica degli anziani, la mobilità e la perequazio- ne». La tabella di marcia prevede che entro la fine dell’anno i singoli gruppi di lavoro avanzino nuove. Poi a par- tire dal 2017 verranno tradotte nelle modifiche di legge da sottoporre al Gran Consiglio. Al via i lavori per Ticino 2020 ni ogni anno. Sempre indiretto, eppure presen- te, è l’impatto dei lavoratori italiani sui costi dell’Ufficio della migrazio- ne, con il personale che si occupa di registrare ed esaminare le doman- de di permesso. Infine il Governo riporta le cifre del costo del servizio ferroviariotraAlbateeChiasso(del- la linea Albate-Mendrisio-Lugano). Un costo che, venendo interamente assunto dalle casse cantonali, co- stringe l’Esecutivo a sborsare ogni anno 2 milioni. E la perequazione? Infine, in Ticino i frontalieri van- no anche a influenzare quella che è la capacità economica e fiscale del Cantone quale contributore alla pe- requazione. In questo senso, il CdS fa notare come non si tenga conto del fatto che i frontalieri non siano residenti quando c’è da spartire le risorse. Quindi, secondo il Gover- no, il calcolo del potenziale fiscale procapite ticinese, così come effet- tivamente fatto all’interno del siste- ma perequativo, risulta penalizzan- te per il nostro Cantone. Insomma, il Ticino in questo modo risulta essere più ricco di quanto non sia in realtà. Da una si- mulazione eseguita internamente – scrive quindi Governo – emerge che se nel conteggio venissero aggiunti i frontalieri, «l’introito perequativo per il Cantone aumenterebbe di 174 milioni». Nominati i membri dei gruppi di lavoro Hubert, «ospite non gradito» Il comitato dell’Associazione per la difesa del servizio pubblico, dopo essere stato sollecita- to da diversi propri aderenti, ha esaminato la trasmissione “Il gioco del mondo” del 12 giu- gno scorso, alla quale è stato invitato Antoine Hubert - uno dei guru delle cliniche private in Svizzera - e ha quindi deciso di scrivere alla direzione della RSI. «Non le nascondiamo - si legge nella missiva - che questa trasmissione ha suscitato notevoli contrarietà nel nostro Co- mitato, non solo per come è stata condotta, ma pureperlasceltadell’ospite».L’associazionepoi sottolinea: «Ci sembra difficile immaginare per quali meriti sia stato invitato, è lecito dedurre che la trasmissione aveva il preciso scopo di far apparire in una luce particolarmente favorevo- le un personaggio controverso». in breve DI Martina Salvini «Ecco come i frontalieri falsano la perequazione» Il Governo scrive a Berna per reclamare una correzione di rotta Entra in vigore oggi la nuova legge sulla dissimulazione del volto che vieterà di coprire il viso nei luoghi pubblici. Si sono con- clusi ieri pomeriggio – fa sapere il Dipartimento delle istituzioni in una nota - i lavori preparatori co- ordinati dal Dipartimento guida- to da Norman Gobbi e necessari per l’entrata a regime delle nuove disposizioni legislative. Nel corso della giornata di ieri si è infatti tenuto l’ultimo incon- tro previsto nell’ambito dei lavori preparatori in vista dell’entrata in vigore delle nuove norme. Alcuni funzionari dell’Amministrazione cantonale si sono riuniti con i rap- presentanti dell’Agenzia turistica ticinese e delle Organizzazioni turistiche regionali per aggior- narsi reciprocamente su quanto svolto da entrambe le parti. Già nelle scorse settimane il DI aveva organizzato un incontro in- formativo con i Municipi e le Poli- zie comunali e ha pure condiviso con il Dipartimento federale degli Affari esteri un documento con- tenente alcune linee guida tra- messe in seguito alle Ambasciate svizzere. Come già avevano sottolineato nelle scorse settimane, le autorità di Polizia sono pronte a far rispet- tare la Legge «anti burqa» usando però il buon senso e cercando di evitare eventuali incidenti diplo- matici. Per stamattina è pure previsto a Locarno l’arrivo dell’imprendito- re Rachid Nekkaz accompagnato da Nora Illy, una donna che in- dossa il burqa e che lo aveva già accompagnato in occasione del suo passaggio in Piazza Grande nel dicembre scorso. Nekkaz, lo ricordiamo, si è detto disponibile a pagare le multe per le donne che decideranno di continuare a co- prire il volto in pubblico. Scatta oggi la nuova legge contro la dissimulazione del volto Atteso anche l’arrivo dell’imprenditore che ha promesso di pagare le multe Albertoni: «Effetti non solo negativi» Per un parere dal mondo dell’economia del Cantone abbiamo contattato il direttore della Camera di commercio ticinese Luca Albertoni. «È giusto e più che legittimo che il Consiglio di Stato abbia tematizzato la questione. In effetti noi avevamo già segnalato che c’è un errore nel calcolo della perequazione. Quella prodotta dai frontalieri è una ricchezza fittizia perché non viene consumata sul territorio. È una problematica che non riguarda però solo il Ticino, ma tutti i Cantoni di frontiera». Albertoni nel medesimo tempo sottolinea però che gli effetti esterni negativi legati alla presenza dei frontalieri non devono essere oggetto di strumentalizzazione politica. «Sarebbe un peccato se ciò avvenisse – spiega il direttore della Cc-Ti – perché non ci sono solo gli aspetti negativi. La legittima sottolineatura da parte del Governo di alcuni aspetti negativi, e quindi da correggere, non deve comunque celare anche i vantaggi che i lavoratori frontalieri comportano. Ci sono interi settori – sia nel pubblico che nel privato - che senza la manodopera estera non potrebbero sopravvivere». Luca Albertoni Paolo Beltraminelli Qualche cifra 0,6 Gestione contratti di lavoro 1,8 Controlli sul lavoro nero 1,15 Pattuglie di Polizia 1,2 Ufficio della migrazione 2 Trasporti pubblici 22,5 Gestione strade cantonali Probabilità di uscire dalla disoccupazione dopo un anno TI 37% CH 45% in milioni