From an epidemiological point of view, Tuberculosis and AIDS have marked the history and evolution of "Luigi Sacco" hospital throughout the last century. Since 2016 "Sacco" hospital is part of ASST with "Fatebenefratelli", "Macedonio Melloni" and "Vittore Buzzi" as a result of the regional law of social-health service No. 23 of 11 August 2015.
Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato -da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco” di Milano confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con ”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore Buzzi” per effetto della legge regionale lombarda di riforma del servizio socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.
2. Tubercolosi e AIDS nel corso del Novecento hanno caratterizzato
-da un punto di vista epidemiologico- la storia della salute in Italia
e l’evoluzione degli indirizzi di cura dell’ospedale “Luigi Sacco”
confluito -a partire dal 1° gennaio 2016- in un’unica ASST con
”Fatebenefratelli e Oftalmico”, “Macedonio Melloni” e “Vittore
Buzzi” per effetto della legge regionale di riforma del servizio
socio-sanitario n. 23 dell'11 agosto 2015.
4. Dalla seconda metà del XX secolo, grazie al progressivo
miglioramento delle condizioni sociali ed economiche della
popolazione e all’introduzione di nuove terapie farmacologiche, la
tubercolosi e gran parte delle principali malattie infettive,
potevano considerarsi malattie del passato.
Il graduale declino della morbosità e mortalità per tubercolosi si
poteva attribuire all’attività dispensariale, all’assistenza
sanatoriale e, in un secondo momento, ad una sempre più efficace
chemioterapia.
5. I progressi scientifici e
tecnologici in campo medico
raggiunti a partire dagli anni
cinquanta del secolo scorso
fornirono un considerevole
impulso ai tentativi di riforma
del sistema sanitario italiano.
Nel caso dell’Ospedale “Luigi
Sacco” di Vialba, ad esempio,
la conversione da sanatorio in
ente ospedaliero costituì una
premessa indispensabile per
far fronte alle mutate esigenze
della popolazione che
risiedeva nei popolosi
quartieri di Quarto Oggiaro,
Musocco, Roserio e Vialba.
6. Nonostante le difficoltà e i
problemi suscitati dalla fusione
con l’ente assistenziale ”ANEA”
e con il “Bassi”, gli interventi
previsti dal nuovo piano di
sviluppo dell’ospedale “Sacco”
furono portati gradualmente a
termine completando il
passaggio dal vecchio al nuovo
assetto istituzionale iniziato con
la legge n. 132, del 1968 e
proseguito con la riforma
sanitaria del 23 dicembre 1978,
n.833, istitutiva del “Servizio
sanitario nazionale”.
L’edificio liberty di Davos– immortalato nella «Montagna
incantata» di Thomas Mann – fu inaugurato nel 1900 come
sanatorio di lusso Schatzalp e trasformato più tardi in albergo
di montagna..
7. La legge n. 833, del 1978, portava a
compimento la riforma sanitaria iniziata
dieci anni prima con la legge Mariotti sugli
enti ospedalieri.
Sul piano giuridico si intendeva “rendere
gratuita e accessibile a tutti i cittadini un
insieme di prestazioni sanitarie
(infermieristiche, domiciliari, ambulatoriali,
specialistiche, ospedaliere, farmaceutiche)
con la creazione di una rete di servizi adatti
allo scopo (USSL)”.
L’inadeguatezza del sistema precedente,
“caratterizzato da dispersione di strutture,
da difformità di prestazioni e da
sperequazioni sociali, richiedeva da tempo
tale innovazione”. “ La Montagna incantata” di Thomas Mann è
un romanzo che si svolge in un sanatorio di
montagna per tubercolotici
(1924)
8. L’adozione del nuovo modello
rappresentò, di fatto, il superamento
del precedente sistema mutualistico-
ospedaliero, caratterizzato dalla
frammentazione e dalla carenza di
collegamenti tra cure ambulatoriali o
domiciliari e ospedaliere.
Il graduale trasferimento di
competenze alle Regioni consentì agli
ospedali, divenuti presidi costitutivi
delle unità sanitarie locali, di
implementare le proprie prerogative:
l’ospedale “non è più un luogo isolato di
ricovero e cura: è divenuto parte di un
sistema integrato di servizi assistenziali,
ha ampliato le proprie finalità alla
prevenzione e riabilitazione collegandosi
al territorio con servizi ambulatoriali, con
centri diurni che forniscono vari tipi di
assistenza, con altre forme “aperte” di
intervento (home care)”.
9. I propositi di tutela della salute dei
cittadini emersi nel secondo dopoguerra,
l’istituzione del “servizio sanitario
nazionale” negli anni settanta e il
processo di aziendalizzazione degli anni
novanta hanno permesso un’ulteriore
trasformazione del tradizionale assetto
delle istituzioni ospedaliere e delle
funzioni della sanità pubblica.
Alla prassi diagnostico-terapeutica si è
aggiunta un’intensa attività di
prevenzione e riabilitazione, in stretto
collegamento con le necessità e i bisogni
del territorio.
L’interesse nei confronti della “sanità”
fisica e psichica della popolazione ha
tentato di riportare al centro
dell’attenzione generale la condizione
individuale del malato e il suo rapporto
con l’istituto di cura che lo ospita.
10. I momenti fondamentali che
hanno determinato l’evoluzione di
Vialba da sanatorio ad Azienda
ospedaliera, consentono di
individuare le tracce di un
percorso istituzionale capace di
conservare intatta la vocazione
assistenziale che ne aveva
caratterizzato gli esordi.
Inaugurato nel 1931, il Sanatorio
di Vialba è rimasto tale sino a
quando fu convertito nel 1971 in
Ospedale generale provinciale per
effetto della riforma ospedaliera
del 1968.
Il Sanatorio di Vialba
11. Grazie al progressivo miglioramento
delle condizioni sociali ed economiche
della popolazione e all’introduzione di
nuove terapie la tubercolosi in Italia
poteva, infatti, considerarsi una malattia
del passato.
Il declino delle principali malattie
infettive e l’ascesa delle malattie
metabolico-degenerative portarono
pertanto ad un radicale rinnovamento
delle istituzioni nosocomiali.
Nel 1975 l’Ospedale “Agostino Bassi” e
l’Ospedale “ANEA” furono accorpati
con il “Luigi Sacco”, a seguito della
soppressione degli istituti di ricovero
monospecialistici prevista dal piano
ospedaliero regionale lombardo 1974-
1978.
Il Sanatorio di Vialba
12. Lo sviluppo cui è andato incontro
l’Ospedale “Luigi Sacco” negli
ultimi decenni, ha risentito
profondamente delle croniche
difficoltà del sistema sanitario
italiano.
Queste ultime hanno spesso
influito sulle vicende storiche
dell’ospedale rendendo più
instabile il suo rapporto con il
territorio circostante.
La conversione in ente
ospedaliero e l’accorpamento con
gli ospedali “Bassi” e “ANEA”
non si verificarono al termine di
un percorso lineare, ma al
culmine di un periodo di grandi
trasformazioni che si concluse alla
fine degli anni settanta.
L’Ospedale
“Luigi Sacco”
13. Nonostante la presenza
dell’Università, il connubio
tra “Sacco” e “Bassi”, voluto
dalla Regione Lombardia nel
1975, rimase inefficace per
molti anni.
Costruiti a più di trent’anni
di distanza uno dall’altro, i
due nosocomi avevano alle
spalle una storia e una
tradizione clinica
completamente differenti.
Il Sanatorio di Vialba faceva
parte di una rete sanatoriale
estesa su tutto il territorio
nazionale per combattere la
tubercolosi.
Costruita nel corso della prima metà del XVIII secolo e
adibita a chiesa e cimitero, la Rotonda della Besana è
l'opera più originale del Settecento milanese
14. L’Ospedale “Bassi”, situato in via
Livigno nel quartiere di Dergano,
era sorto nel 1896 per sostituire la
Rotonda della Besana nel ricovero
degli ammalati contagiosi.
Le terapie sanatoriali tradizionali
comportavano lente guarigioni,
lunghe convalescenze e momenti di
vita comunitaria.
Negli ospedali pei contagiosi invece,
tra il momento della guarigione e
quello delle dimissioni, l’intervallo
era molto più breve, i reparti erano
maggiormente isolati e le occasioni
d’incontro ridotte all’essenziale.
L’Ospedale Agostino Bassi
Milano, 1896
15. La Cura del Sole
Prima dell’avvento delle
terapie antibiotiche, le
cure d’aria e di sole,
accompagnate da una
corretta alimentazione e
dal riposo prolungato,
costituivano gli unici
rimedi ritenuti validi nel
trattamento dei pazienti
affetti da tubercolosi.
Il principe Umberto visita il
Sanatorio di Vialba
(dicembre 1932)
16. Foto di gruppo a Vialba:
al centro il principe Umberto e il direttore Arrigo Perin (1932)
17. La comparsa dell’AIDS
costituì l’occasione per
effettuare la svolta tanto
attesa e programmare una
riqualificazione
terapeutica che avrebbe
permesso all’Ospedale di
Vialba di diventare un
centro di riferimento
fondamentale nella lotta
contro questo tipo di
patologia.
18. A partire dal 1985 l’Ospedale multizonale
“Luigi Sacco” si trovò ad affrontare
l’emergenza AIDS, divenendo, grazie al
potenziamento delle divisioni di malattie
infettive, un punto di riferimento nazionale
per la ricerca scientifica e la cura di questa
nuova patologia.
L’AIDS (Acquired Immuno-Deficiency
Syndrome) provocata da un virus
denominato HIV (Human Immunodeficiency
Virus), “irrompe senza preavviso in un mondo
ipersviluppato, culturalmente impreparato e
biologicamente indifeso”.
Ciò che sconcerta la scienza medica, è il fatto che
l’AIDS fa la sua comparsa proprio in una fase
storica che si pensava inaugurasse l’era del
definitivo trionfo medico-sanitario”.
19. Tubercolosi e AIDS, malattie
infettive e “sociali”, hanno
influenzato profondamente la
storia passata e recente del “Sacco”,
contribuendo al recupero di
un’identità rimasta a lungo in bilico
durante i profondi cambiamenti
strutturali degli anni settanta.
Il processo di crescita ed
integrazione con il territorio,
iniziato con l’ingresso nel 1974
della Facoltà di Medicina e
Chirurgia dell’Università degli
Studi di Milano e proseguito con
l’apertura del centro
poliambulatoriale “T. Pansini” nel
1979, è culminata nel 1995 con il
conferimento della qualifica di
Azienda ospedaliera in attuazione
del decreto legislativo n. 502 del 30
dicembre 1992 e con
l’inaugurazione nel 1998 del
dipartimento di emergenza e
accettazione.
Il Sanatorio di VialbaIl Sanatorio di Vialba
20. L’evoluzione di Vialba da sanatorio ad
azienda ospedaliera, un percorso spesso
accidentato e comunque non sempre
lineare, è stata caratterizzata dalle “svolte
epidemiologiche” di cui abbiamo cercato di
mettere in evidenza le dinamiche storiche e
i riflessi in campo scientifico, istituzionale e
assistenziale.
L'ospedale "Luigi Sacco" è divenuto nel
tempo un centro di riferimento per le
emergenze epidemiologiche (SARS e
bioterrorismo) e per importanti patologie
infettive (HIV/AIDS), oltre che per
patologie di natura oncologica e
cardiologica.
Negli ultimi anni l'ospedale, divenuto una
delle realtà ospedaliere milanesi più
conosciute a livello nazionale, è cresciuto
anche nelle aree della reumatologia, della
gastroenterologia, oculistica, pediatria,
riabilitazione e nella diagnosi e cura delle
malattie psichiatriche. Il polo cardiologico e
cardiochirurgico è tra i più apprezzati della
città di Milano. Il “Sacco”, infine, è
all'avanguardia nel campo della
farmacologia clinica e nella ricerca
biomedica.
Monumento a Luigi Sacco dei fratelli Pandiani
(Ospedale Maggiore di Milano, 1858)
21. La recente trasformazione delle Aziende ospedaliere
lombarde in ASST (Aziende Socio- Sanitarie Territoriali) ha
comportato l’accorpamento all’interno della stessa
struttura assistenziale di ospedali moto diversi tra loro:
“Luigi Sacco”, “Fatebenfratelli e Oftalmico”, “Vittore
Buzzi” e “Macedonio Melloni”.
L’ ASST Fatebenefratelli-Sacco si è costituita il 1° gennaio
2016 in attuazione della Legge Regionale n. 23 dell’ 11
agosto 2015 denominata “Evoluzione del sistema
sociosanitario lombardo”.
22. APPENDICE
L’Annuario degli Ospedali
Italiani 1971, realizzato in
collaborazione tra la
Federazione Italiana delle
Associazioni Ospedaliere
(FIARO) e il Centro Italiano
per la Ricerca Sanitaria e
Sociale (CIRSS) ha
rappresentato nella prima
metà degli anni settanta del
XX secolo (1968-1976), un
importante strumento
statistico-sanitario.
23. Per quanto riguarda l’Ospedale “Sacco”, in
quel momento sotto l’egida dell’INPS, la
scheda informativa, relativa al periodo
compreso tra il 1968 e il 1970, riportava i
seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 913 di cui 812 riservati
ai tubercolotici e 101 dedicati alla Chirurgia
toracica;
• Personale: 803 dipendenti di cui 45 medici;
Anni Posti letto Ricoveri
annui
GG degenza
1968 913 1.169 302.871
1969 913 999 276.538
1970 913 1.067 260.408
24. Anni Posti letto Ricoveri
annui
GG degenza
1968 221 5.301 64.967
1969 221 5.333 64.705
1970 221 5.216 67.440
Per quanto riguarda l’Ospedale “ANEA ”, la
scheda informativa, relativa al periodo
compreso tra il 1968 e il 1970, riportava i
seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 221;
• Personale: 141 dipendenti;
25. Per quanto riguarda l’Ospedale “Bassi”, in quel
momento sotto l’egida dal Comune di Milano, la
scheda informativa, relativa al periodo compreso tra
il 1968 e il 1970, riportava i seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 270;
• Personale: 168 dipendenti;
Anni Posti letto Ricoveri annui GG degenza
1968 270 6.071 102.893
1969 270 5.577 97.013
1970 270 5.056 87.199
26. Anni Posti letto Ricoveri
annui
GG degenza
1968 1.020 25.095 369.569
1969 1.020 25.491 368.943
1970 1.020 23.732 364.877
Per quanto riguarda l’Ospedale
“Fatebenefratelli-Fatebenesorelle Ciceri
Agnesi”, la scheda informativa relativa al
periodo compreso tra il 1968 e il 1970
riportava i seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 1.020;
• Personale: 1.118 dipendenti;
27. Anni Posti letto Ricoveri annui GG degenza
1968 132 2.344 42.461
1969 132 2.329 40.535
1970 132 2.349 41.394
Per quanto riguarda il “Pio Istituto Oftalmico”,
la scheda informativa relativa al triennio 1968-
70 riportava i seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 132;
• Personale: 81 dipendenti;
28. Anni Posti letto Ricoveri annui GG degenza
1968 256 9.022 81.035
1969 284 8.026 81.667
1970 284 7.731 78.046
Per quanto riguarda l’Ospedale “Buzzi”,
la scheda informativa risalente al periodo
compreso tra il 1968 e il 1970 riportava i
seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 274 circa;
• Personale: 183 dipendenti;
29. Per quanto riguarda l’Istituto Ospitaliero
Provinciale Maternità di via Melloni, la
scheda informativa risalente al periodo
compreso tra il 1968 e il 1970 riportava i
seguenti dati:
• Posti letto disponibili: 200;
• Personale: 201 dipendenti;
Anni Posti letto Ricoveri
annui
GG degenza
1968 200 9.139 58.630
1969 200 9.049 58.022
1970 200 9.086 58.992
30. Bibliografia
• M. De Filippis, L'Ospedale "Luigi Sacco" nella Milano del
Novecento, Milano, Franco Angeli, 2003,ISBN 88-464-5152-X.
• G. Cosmacini, M. De Filippis, P. Sanseverino, La Peste Bianca.
Milano e la lotta antitubercolare (1882-1945), Milano, Franco
Angeli, 2004, ISBN 88-464-5505-3.
• G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità nell’Italia
contemporanea, Roma-Bari, Laterza, 1994.