2. COSA È L’AGAPE
L’A.G.A.P.E. è un’associazione composta
principalmente da genitori di bambini affetti da
leucemie, linfomi e tumori, in cura presso l’Unità
Operativa di Oncoematologia Pediatrica
dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza” di
San Giovanni Rotondo.
Questo significa che la carica motivazionale ed
emozionale dei suoi soci è molto più intensa
rispetto a qualsiasi altra associazione di
volontariato.
3. Perché A.G.A.P.E.
Perché in greco con il termine agape si
definiva l’amore conviviale, quel particolare
tipo di amore che ci porta a dividere e a
condividere con il nostro prossimo i nostri
beni materiali e spirituali e che ci permette di
realizzare l’insegnamento cristiano e
universale che dice:
“Non fare agli altri quello che non vorresti che
gli altri facciano a te e, soprattutto, fa agli
altri tutto il bene che vorresti che gli altri
facciano a te”.
4. A.G.A.P.E., perché esiste?
• Diagnosi;
• Esperienza diretta;
• Condizionamenti da parte di parenti, pediatri
e medici di famiglia;
• Assistenza Globale ai pazienti e alle famiglie.
Ed è per offrire il massimo ai nostri figli e a tutti
coloro che, inconsapevolmente, continuano
ad affrontare i cosiddetti “viaggi della
speranza” che nasce l’idea di creare
un’associazione di genitori.
5. FINALITÀ DELL’A.G.A.P.E.
• Favorire, in collaborazione con la Casa Sollievo della
Sofferenza, lo studio e la cura delle leucemie e dei
tumori infantili, organizzando convegni, istituendo
borse di studio e favorendo la partecipazione di medici
e personale infermieristico a stages di aggiornamento.
• Promuovere l’assistenza globale ai piccoli pazienti e alle
loro famiglie, individuando e alleviando i problemi di
carattere psicologico, sociale, economico e logistico.
• Promuovere e realizzare la raccolta fondi, risorse e
dotazioni necessarie per sostenere le attività sopra
indicate.
39. IL SOGNO
Vent’anni fa tutto questo non c’era. Non c’era il
Reparto, non c’era la Scuola, non c’era una
Casa Accoglienza, non c’erano le Feste, non
c’era la Sala Giochi e, soprattutto, non c’erano
i nostri splendidi volontari.
Vent’anni fa tutto questo sembrava un sogno e
qualcuno mi prendeva per un pazzo visionario,
ma io ho sempre creduto che solo sognando
gli uomini riescono a creare le cose migliori e a
dare il meglio di se stessi.
40. IL SOGNO REALIZZATO
Il mio sogno è cominciato il giorno in cui mia
figlia Francesca si è ammalata di Leucemia
Linfoblastica Acuta e non si è interrotto
neanche dopo la sua morte, anzi si è
intensificato e adesso si sta materializzando,
grazie anche a tutte le persone eccezionali che
ho incontrato sulla mia strada: Genitori, come
Mario Sapio, Medici, Infermieri, Dipendenti,
Volontari, Dirigenti dell’Ospedale, Dirigenti
della Fondazione Ronald McDonald, ma
soprattutto i nostri meravigliosi bambini.
41. I sogni si
possono
realizzare, ma
non basta
sognare di
volare, bisogna
anche volere.