7. Agenda
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• Di cosa parliamo quando parliamo di “Libroterapia”
• Pillole di storia della metodologia
• Possibilità di utilizzo e contesti professionali
• Diventare libroterapeuta oggi in Italia
• Domande e riflessioni
8. Libroterapia
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1941 - Dorland’s Illustrated Medical Dictionary:
“l’uso dei libri e della loro lettura nel trattamento dei disturbi nervosi”
1961 - Webster’s Third New International Dictionary (poi ufficialmente accettata nel 1966
dalla American Library Association):
“l'uso di materiale di lettura selezionato come supporto terapeutico in medicina
psichiatria; anche, Guida alla soluzione di problemi personali attraverso letture
indirizzate”
1961 - Random House Dictionary:
“l'uso della lettura come un’aggiunta migliorativa alla terapia”
9. Libroterapia
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“Un programma di attività basato sul processo interattivo di media e persone
che li usano.
Materiale stampato e non stampato, sia immaginativo che informativo trattato
e discusso con l'aiuto di un facilitatore”
Rhea Joyce Rubin
(1978)
10. Storia della libroterapia
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L’idea di benessere attraverso i libri, detta “libroterapia”, è molto antica e risale
all’epoca delle prime biblioteche:
la biblioteca sacra di Ramesse a Tebe (XV secolo a.C.) recava sulla porta la scritta
“Rimedio dell’anima”.
11. Storia della libroterapia
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Aristotele credeva che la letteratura avesse effetti di guarigione e gli antichi romani
riconobbero l’esistenza di un rapporto tra medicina e lettura.
Aulus Cornelius Celsus, un enciclopedista dell’antica Roma, suggerì la lettura di opere dei
grandi oratori come sostegno nelle malattie.
12. Storia della Libroterapia
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In Europa, le biblioteche entrarono a fare parte degli ospedali psichiatrici intorno al XVIII
secolo, mentre negli Stati Uniti comparvero alla metà del XIX secolo.
Il primo carcere ad avere una biblioteca fu Sing Sing nel 1840.
Dal 1910 anche alcune divisioni dell’esercito ebbero le loro (Iowa; Nebraska) e nel 1920
S.P.Delaney, bibliotecario dell’ospedale per veterani di Tuskegee-Alabama, cominciò ad usare
i libri per alleviare le sofferenze dei reduci.
13. Storia della Libroterapia
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Il termine “biblioterapia” è stato coniato dal reverendo Samuel McChord Crothers
nel 1916 in un articolo per Atlantic Monthly.
Nell’articolo “A literary clinic” (1916) Samuel Mc Chord Crothers auspicava la
creazione di una chiesa chiamata “Bibliopathic institute”: un luogo in cui i pazienti
avrebbero potuto ricevere “trattamenti letterari da specialisti competenti”.
14. Storia della Libroterapia
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Nel 1930 Karl A.Menninger aveva scritto un libro “The Human Mind”, sperando che
venisse usato come libro di testo nelle scuole di medicina per il corso di psicopatologia, che
divenne uno dei libri di argomento igiene mentale più venduti e fu considerato un best seller
vendendo oltre 200,000 copie.
Nel 1937 il fratello William pubblicò un articolo su “The Menninger clinic bullettin” intitolato
“Bibliotherapy” che si proponeva di discutere due temi: da un lato l’utilizzo della
metodologia biblioterapica da parte di non professionisti del settore e dall’altro la
prescrizione di materiale di lettura come misura terapeutica in pazienti psichiatrici
ospedalizzati.
15. Storia della Libroterapia
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Dal 1950, la lettura selezionata ed i gruppi di lettura ebbero un’ulteriore svolta educativa
e terapeutica: i libri di auto-aiuto iniziarono a concorrere al trattamento dell’alcoolismo
prima e dopo si allargarono a settori come la tossicodipendenza, la fobia, il lutto ed altre
situazioni di disagio esistenziale e sociale.
Negli ultimi decenni la libroterapia si è andata lentamente consolidando sulla base
dell’esperienza di consapevolezza che intorno ad un libro (romanzo, fiaba, poesia)
ruotino dinamiche in grado di mettere in moto vissuti di integrazione e di crescita di sé.
16. Campi di applicazione
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Joseph Gold in “The story species: our life-literature connection” ci ricorda che siamo sia
costruttori di storie che costruiti dalle storie:
“leggere storie è il miglior allenamento per creare storie, specialmente quella storia
fondamentale che è la vita del lettore”.
“E’ esperire al livello più intimo possibile cosa significhi essere un altro essere umano e, tuttavia,
tornare ad essere chi siamo, con un una più profonda conoscenza di noi stessi”.
Gold definisce la lettura di fiction “uno strumento di sopravvivenza adattivo”, “un complesso
sistema di immagazzinamento di informazioni”.
17. Campi di applicazione
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Franklin M.Berry, uno psicologo di Scottsdale, Arizona, riporta la distinzione tra biblioterapia clinica e biblioterapia
umanistica ribadita alla quarta Tavola Rotonda della Biblioterapia tenutasi a Washington DC nel gennaio del 1977:
La biblioterapia clinica è una forma di psicoterapia, praticata dai professionisti del settore:
Anche la versione umanistico/educativa della biblioterapia può essere praticata dai professionisti della salute
mentale, ma è adatta anche a figure diverse, come counselor, educatori, assistenti sociali, insegnanti.
Le due tipologie presuppongono per la loro natura obiettivi diversi: per la prima si ha la ricerca di un beneficio
psicologico mirato, per la seconda si possono avere obiettivi specifici (la riduzione del bullismo a scuola,
l’aggregazione sociale) ma non di cura.
24. Diventare Libroterapeuta
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Quali sono secondo voi le caratteristiche e le competenze utili e
necessarie per diventare un buon libroterapeuta?
Proviamo a fare una lista insieme!
25. Diventare Libroterapeuta
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“Un elenco di libri che sia assolutamente necessario aver letti e senza i quali non si dà né salute né cultura, non
esiste. Vi è invece per ogni uomo un notevole numero di libri nei quali proprio lui, quel singolo uomo, può trovare
soddisfazione e godimento. Scoprire via via questi libri, intrecciare con essi un rapporto duraturo, possibilmente
appropriarsene a poco a poco fino a renderli uno stabile possesso estrinseco ed intrinseco, costituisce per ogni
singolo un compito particolare e personale, ch’egli non può trascurare senza restringere sostanzialmente la cerchia
della propria cultura e delle proprie gioie, e con ciò il valore della propria esistenza”
Hermann Hesse “Del rapporto con i libri” (1907)
in “Una biblioteca della letteratura universale”
26. Diventare Libroterapeuta
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“Il lavoro discreto del biblioterapeuta è semplicemente quello
di spingere il suo lettore a diventare lettore di se stesso”
Régine Detambel