L’indagine di FPA ripercorre i limiti di 26 anni di norme, nella speranza che – se non si getta la spugna – si possano finalmente cogliere i frutti di una riforma perfettibile, ma ambiziosa: un impatto sulla crescita della produttività e del PIL dello 0,6% tra 5 anni, pari a circa 9 miliardi di prodotto interno lordo in più (Dati Ocse)
4. 25 anni di riforme:
troppe norme, pochi traguardi
5.
6. 35
34
33
32
30
25
19
18
13
12
4
0 10 20 30
Occupazione
Ambiente
Istruzione
Sicurezza
Soddisfazione
Abitazione
Relazioni sociali
Reddito
Impegno civile
Equilibrio tempo libero-lavoro
Salute
Fonte: OCSE– Better life index, 2016
Perché dobbiamo fare le riforme?
Dobbiamo fare le riforme
perché siamo indietro e
fermi. Secondo il “Better
life index” siamo tra gli
ultimi otto paesi OCSE
per occupazione,
ambiente, istruzione,
sicurezza e
soddisfazione. Nella top
ten solo per salute.
Il posizionamento dell’Italia nel Better life index 2016 – su 38 paesi OCSE
7. Se tutte le riforme andassero avanti
+3,4 di PIL tra 5 anni
+0,6 di PIL tra 5 anni
Pari a 9 MLD se la riforma della PA
andasse avanti
+0,9 di PIL tra 10 anni
Se la riforma della PA andasse avanti
+6,3 di PIL tra 10 anni
Se tutte le riforme andassero avanti
Cosa succederebbe se le riforme funzionassero?
Fonte: OCSE 2015
9. 50 anni
La media dell’età degli impiegati sfiora i cinquant’anni,
conseguenza di un blocco sostanziale all’entrata di giovani: quelli
con meno di 35 anni erano il 10,3 % nel 2011 e ora sono l’8%,
contro il 25% del Regno Unito e il 27% della Francia.
Gli impiegati sotto i 25 anni sono praticamente assenti
(0,9% e quasi tutti nelle carriere militari)
0,9%
Gli stipendi sono diminuiti dai 171,6 miliardi di euro del 2009 a
164,26 miliardi nel 2015, mentre sono cresciuti in Francia (da
254,1 a 281,7 miliardi) e in UK (da 186,7 a 238,82 miliardi); la
media dei Paesi UE è passata da 115,3 miliardi nel 2009 a 130
miliardi nel 2015.
164,26 miliardi
miliardimiliardi
La PA che deve innovare il Paese soffre di disfunzioni croniche che nessuna
riforma è riuscita ancora ad intaccare. Così gli impiegati pubblici sono troppo
vecchi, poco qualificati, mal distribuiti, pagati in modo troppo difforme e con troppi
dirigenti. L’impatto della riforma Madia in questo senso è ancora nullo, perché il
turnover non è stato ancora in effetti sbloccato e perché i provvedimenti che
riguardano dirigenza e lavoro pubblico sono ad oggi fermi o ritirati
10. 5 PROROGATI
16 DECRETI
APPROVATI
Di questi, 2 (dirigenza e servizi pubblici) sono stati
ritirati e poi sono decaduti e altri 3 (partecipate,
direttori sanitari e “furbetti del cartellino”) sono in
attesa di correttivi
A febbraio insieme al testo unico del pubblico impiego
Un anno di riforma Madia:
cosa è successo, cosa deve ancora succedere e cosa non succederà
11. In linea con i tempi schedulati
nell’agenda per la
semplificazione, ma lontano dai
traguardi. Gli utenti attuali
rappresentano solo un 4,4% di
quelli che ci si aspetta tra 12
mesi (436mila su 10 milioni!).
Le amministrazioni attive sono
meno di 4.000, in poche hanno
più di un servizio attivato,
nessuna ha ancora fatto una
“migrazione” completa dei propri
servizi su SPID e l’integrazione
di sistemi di autentificazione pre-
esistenti sta creando dei
problemi
12. Ad oggi la situazione è la
seguente:
solo 1 comune sui 26 che
avevano avviato la
sperimentazione è riuscito dopo
1 anno a migrare su ANPR. Da
timeline la fase di
sperimentazione è chiusa, ma se
solo uno su 26 ce l’ha fatta ci si
aspetta che ancora per un po’ ci
dovremo tenere le 8.000 anagrafi
comunali!
Senza ANPR anche il domicilio
digitale è senza tetto!
13. Banda ultra larga
Ancora lontani dai traguardi
UE2020:
* Per la popolazione connessa a
100 Mbps siamo all’ 11% e
dobbiamo arrivare al 50%.
Dalle previsioni Infratel non si
riuscirà ad arrivare all’obiettivo
nel 2020.
* Per la popolazione raggiunte
a 30 Mbps siamo al 35,4% e
dobbiamo arrivare al 100%.
Per Infratel questo dato è
destinato a raddoppiare nel
corso dei prossimi due anni,
grazie al mix d’interventi
pubblici e privati previsti.
14. Fattura PA
Sono oltre 23.000 le pubbliche
amministrazioni centrali e
locali soggette a fatturazione
elettronica ed a ottobre 2016
queste hanno registrato
nell’IndicePA un totale di
56.712 uffici di fatturazione
elettronica. Il sistema
funziona, la fatturazione
elettronica verso la PA si stia
assestando e consolidando; la
novità per il 2017 è che dal 1°
di gennaio il sistema di
fatturazione digitale apre alle
transazioni tra privati.
15. Pago PA
Al ottobre 2016 risultano aderenti
al sistema dei pagamenti
elettronici 14.454 amministrazioni,
vale a dire circa il 62% degli Enti
censiti sull’IPA alla stessa data
(23.327), di questi solo il 67,5%
risulta in esercizio e consente il
pagamento dei loro servizi tramite
pagoPA. Le operazioni di
pagamento effettuate tramite
pagoPA da luglio 2013 a ottobre
2016 sono state 661.809.
L’obiettivo era la totale
copertura per fine 2016
17. 37.6
40.2
22.3
0.0 10.5 21.0 31.5 42.0 52.5
Non cambierà nulla
Il mio lavoro cambierà in peggio
Il mio lavoro cambierà in meglio
Series1
45.0
25.0
30.0
0.0 12.5 25.0 37.5 50.0
Non cambierà nulla
Il mio fare impresa cambierà…
Il mio fare impresa cambierà…
Series1
18.9
31.8
49.3
0.0 12.5 25.0 37.5 50.0 62.5
Il mio essere cittadino cambierà…
Il mio essere cittadino cambierà…
Non cambierà nulla
Series1
18. 76
68
67
63
57
52
47
44
38
27
24
32
33
37
43
48
53
56
62
73
Tutto è affidato a leggi e provvedimenti
Non prevede un adeguato sistema di valutazione…
Conferisce troppo potere alla politica
E’ condivisibile nei principi guida e negli obiettivi ma…
Rilegge l’efficienza del Paese come un dovere della PA
Rilegge l’efficienza della PA come un diritto dei…
E’ coraggiosa nell’impianto
Da una grande spinta alla digitalizzazione del paese
Ha il grande merito di porre al centro il cittadino e…
Sarà rivoluzionaria negli effetti
d'accordo %
non d'accordo %
19. Obiettivi della riforma Val. %
Non vedo miglioramenti 40,8
Accesso ai dati e ai documenti della Pubblica amministrazione 32,7
Miglioramento della qualità e dell’accesso dei servizi on line 30,6
Tutela dei diritti digitali di cittadini e imprese 19,2
Puntare sugli open data e sulla massima trasparenza dell’azione amministrativa come politica contro
la corruzione
16,4
Riduzione del numero e semplificazione normativa delle partecipate 14,2
Introduzione di un sistema di valutazione per la dirigenza pubblica 13,5
Ridefinizione della mission e riduzione delle CCIAA 10,7
Riduzione dei costi della PA 10,4
Certezza di tempi e snellimento delle procedure per le autorizzazioni alle imprese 10,2
Definizione di modalità organizzative più snelle e razionali per la PA, con eliminazione delle
duplicazioni
8,7
Valorizzare dei dipendenti pubblici come motore del cambiamento 7,8
Rafforzamento dei meccanismi di flessibilità organizzativa per la conciliazione tra vita e lavoro 5,7
Incremento di efficienza e sburocratizzazione degli enti di ricerca pubblici 4,2
Riforma e razionalizzazione della disciplina dell’avvocatura dello Stato 2,2
21. un visione di PA tradizionale, un approccio al cambiamento poco coraggioso;
visione orientata alla razionalizzazione e non alla qualità del
servizio;
focalizzazione sulle norme, calate dall’alto;
disallineamento tra politica di riforma e gestione economica;
scarso o nullo coinvolgimento di dirigenza, autonomie locali e strutture di
base sia nella definizione delle riforme sia nelle attività di accompagnamento.
01
02
03
04
05
Tra le ragioni del mancato raggiungimento dei traguardi:
24. POSIZIONE 20
16
CITTA’ PUNTEGGIO POSIZIONE 2015
1 Milano 624 1
2 Bologna 565 2
3 Venezia 514 5
4 Firenze 511 3
5 Padova 509 9
6 Torino 506 11
7 Parma 500 6
8 Trento 499 8
9 Modena 498 4
10 Ravenna 496 13
25. Cagliari, che è la prima città del
meridionale che incontriamo in 54°
posizione, è infatti salita rispetto
al 2015 di 6 posizioni, grazie ad
un miglioramento significativo in
diverse aree (people, governance,
living e legalità). Ma la città
metropolitana sarda non è l’unica
del mezzogiorno a crescere, con lei
Pescara (+5), Bari (+4), Matera
(+12), Lecce (+5), Oristano (+1),
Potenza (+2). Appare, inoltre, tra
le prime 15 città del Sud una
città siciliana: Siracusa, che sale
di ben 16 posizioni dall’anno
passato
Le energie del Sud, si consolida la dinamica di crescita
CLASS
IFICA
Sud
POSIZIONE
2016
Città PUNTEGGIO
POSIZIONE
2015
1 54 Cagliari 390 60
2 57 Pescara 381 62
3 65 Bari 363 69
4 68 Matera 356 80
5 71 Lecce 353 76
6 72 Chieti 353 68
7 75 Teramo 348 72
8 76 Sassari 341 74
9 77 L'Aquila 337 66
10 79 Campobasso 311 79
11 80 Oristano 310 81
12 81 Potenza 305 83
13 82 Siracusa 305 98
14 83 Salerno 304 82
15 84 Caserta 300 95
26. Convegno alla
camera dei
deputati
11 settembre 2014
Marzo 2016. Presentazione
della proposta di legge e
apertura consultazione on line
Dicembre. Nuovo testo, con
modifiche da fase consultiva e
audizioni.
… Al tavolo delle Commissioni
Attività Produttive e Trasporti
per emendamenti tecnici. Poi in
Aula.
Sharing economy
Tagesmutter, nata in
Trentino per prendersi
cura in modalità
collaborativa, dei
bambini all’interno
dell’area domestica
Common Net, nata per
condividere l’accesso ad
internet e combattere il
digital divide anche nelle
aree più remote
Officine Zero, uno spazio
abbandonato trasformato in
uno spazio di co-working
dedicato agli artigiani.
Maggio. Chiusura
della consultazione
on line
La PA come cliente dei
servizi sharing
La PA condivide beni e
servizi con altre PA
La PA condivide beni e
servizi anche con privati
28. Gli spazi di gestione lasciati
liberi dal pubblico sono stati via
via occupati da nuovi operatori
portatori di paradigmi
innovativi, mentre la società
italiana si è via via spinta verso
un modello di carattere
partecipativo per la gestione
dei beni comuni.
. Un modello che impone
alla pubblica
amministrazione di
cambiare approccio nel
rapporto relazionale con i
soggetti che operano a
livello sociale.
re da un cambiamento culturalmente non compreso e non riuscen
29. Enforcement
Endorsement
Costruire e rafforzare la volontà politica,
sollecitando la classe politica e
amministrativa di vertice a svolgere un
ruolo attivo nel supporto dei processi di
innovazione, a fare propri approcci
nuovi nel rapporto tra governanti e
cittadini, a sostenere i fenomeni
emergenti collegandoli alla propria
agenda politica.
Promuovere la cultura della partecipazione e il
coinvolgimento reale dei cittadini e degli attori
(interessati e destinatari) nei processi di
innovazione. Aprire al dibattito pubblico, alla
consultazione collettiva, alla condivisione di
strategie e azioni per rispondere in maniera
efficace ai bisogni e alle esigenze del territorioFornire agli operatori della PA momenti di formazione interna
e occasioni di presa di coscienza della propria mission
specifica. Sviluppare competenze e strumenti per fare
innovazione. Creare le condizioni (capacity building) affinché
si diffondano all’interno delle Amministrazioni la cultura
dell’innovazione e le pratiche collegate
Engagement
Empowerment
Adottare misure
specifiche e puntuali
per dare effettiva
attuazione agli
approcci innovativi.
Meno norme, più
manuali, pi reti, più
confronto e
valutazione reale.
30. Uno strumento operativo a supporto del necessario
cambio di paradigma per passare dall'idea di uno
Stato provvidente che autorizza (lo Stato
regolatore), produce (lo Stato produttore), assiste
(il Welfare State) ad uno Stato partner che si
muove in un concetto di rete, che detiene la
funzione di stimolo dell'intelligenza collettiva, che
sostiene, dove necessario guida e abilita, la
società verso la transizione ad un modello
collaborativo.