Casa natale di Pietro Micca e Atelier di Massimo Perino
1. 32 | Eco di Biella | GIOVEDÌ 1 AGOSTO 2019VIAGGIO NEGLI ECOMUSEI BIELLESI
CASA NATALE DI PIETRO MICCA/11
Da scalpellino a mito nazionale
Passepartout, un eroe per caso
C
Una casupola nel
cuore di Sagliano,
“angusta e anne-
rita dal tempo”: così un
documento nell’Ottocento
descrive la casa dove nel
1677, da una famiglia di
umili origini, nasce Pietro
Micca.
Dopo la sua morte, la fa-
miglia continua ad abitarla
fino a metà Ottocento, poi
l’immobile resta vuoto e,
nonostante nel 1904 venga
dichiarato “monumento na-
zionale”, subisce un lento
declino.
Recentemente il Comune
di Sagliano riesce - anche
grazie all’ingente lascito
dell’imprenditore Alberto
Varnero - a ristrutturarlo
per renderlo agibile in con-
dizioni di sicurezza e a
entrarne finalmente in pos-
sesso. Così, pochi mesi fa,
l’amministrazione corona il
suo sogno: la casa diventa
un piccolo museo e subito
entra a far parte della Rete
Museale Biellese.
Così oggi è Ilaria, stu-
dentessa di Arte e Spet-
tacolo alla Iulm di Milano,
residente a Sagliano da
qualche anno, a guidare i
visitatori nella casa natale
del più celebre abitante del
paese.
Il sito. Qui, in due stan-
zette collegate da una scala
esterna, documenti, testi-
monianze, cimeli, imma-
gini d’epoca e pannelli di-
dattici raccontano quel po-
co che si conosce della vita
di Piero Micca e il contesto
storico e sociale in cui è
vissuto.
La vicenda è arcinota e si
svolge nel 1706, durante il
lungo assedio dell’esercito
francese a Torino, capitale
del piccolo Ducato Sabau-
do. A rafforzare le difese
della cittadella viene chia-
mato anche il contingente
dei Minatori dove, per sbar-
care il lunario, si è arruolato
uno scalpellino di Sagliano
di 29 anni: Pietro Micca,
detto Passepartout.
La notte del 29 agosto, il
giovane biellese è di guardia
con un commilitone alle
gallerie sotterranee: senten-
do che il nemico è pe-
netrato nei cunicoli della
fortificazione e si sta av-
vicinando, decidono di far
scoppiare un barilotto di
esplosivo. Pietro Micca, do-
po aver fatto allontanare il
compagno, dà fuoco alle
polveri con una miccia mol-
to corta, per guadagnare
tempo prezioso. Ma non
riesce a mettersi in salvo e
l’esplosione che fa crollare
la galleria, fermando i fran-
cesi, lo uccide.
Se si sia trattato di un
deliberato gesto di eroismo
- come raccontò il suo
compagno - o di un errore
involontario - come sosten-
ne il comandante della
guarnigione - non lo sa-
premo mai. Sta di fatto che,
otto giorni dopo, Torino
viene liberata dall’assedio.
Ai tempi, il gesto non
riceve un adeguato rico-
noscimento e dovranno pas-
sare più di cent’anni prima
che sia ufficialmente ri-
conosciuto come atto eroi-
co. Oggi, Torino ricorda
Pietro Micca con un museo
dedicato e un percorso di
visita sul luogo del fatto,
nelle gallerie della Citta-
della. Una tardiva com-
pensazione, forse, per l’e-
siguo riconoscimento che il
Duca Vittorio Amedeo II
assegnò alla vedova Maria
Bonin, rimasta sola con un
bimbo di 11 mesi: un vi-
talizio di due pani al giorno
(da cui, secondo una dubbia
teoria, il termine dialettale
“micca” per indicare un
formato di pane).
Dopo oltre tre secoli, an-
che Sagliano rende onore a
Passepartout aprendone al
pubblico la casa, che d’al-
tronde fin dall’Ottocento è
meta di visitatori illustri: da
Giuseppe Garibaldi nel
1859, a Umberto I nel 1880,
alla regina Margherita nel
1906, come ricordano le
lapidi sul muro del cortile e
il registro con le firme degli
ospiti.
Ma la Casa Museo non è il
solo tributo che Sagliano ha
dedicato al suo eroe. Nel
1880, un monumento in
suo onore viene eretto nella
piazza principale del paese
e inaugurato in pompa ma-
gna alla presenza del re
Umberto I. L’opera suscitò
al tempo forti polemiche
per la sua bruttezza: costata
la bellezza di 30mila lire, fu
finanziata per metà da Fe-
derico Rosazza, munifico
senatore della valle, e rea-
lizzata dagli scalpellini del-
l’Alta Valle: omaggio ad
uno di loro diventato - per
patriottismo o forse per
errore - un vero mito, la
figura dell’eroe per anto-
nomasia.
l Simona Perolo
TRA IERI E OGGI Nelle foto l’ingresso della casa natale di
Pietro Micca come appare oggi, a sinistra, e com’era nel 1910,
sopra. Qui, l’eroe di Sagliano ha visto la luce nel 1677, da una
famiglia di umili origini. Dopo la morte, la famiglia ha contin-
uato ad abitarla fino a metà Ottocento, poi è rimasta vuota
Scendendo dalla Valle Cervo, una de-
viazione porta verso Pralungo, alla pa-
noramica frazione di Sant’Eurosia.
Qui, nella casa parrocchiale, troviamo
un’altra inaspettata cellula della Rete
Museale Biellese: la gipsoteca dello
scultore Massimino Perino.
Promossa dalla figlia Mariella, anche
lei scultrice, la collezione racconta il
lavoro dell’artista attraverso i modelli e
calchi in gesso delle sue opere, le scul-
ture giovanili e i documenti, i disegni
preparatori,glistrumentidilavoro.Ene
ripercorre la vita, una storia emblema-
tica di vocazione che supera tutti gli
ostacoli.
Chi era. Nato nel 1882 a Sant’Eurosia
da famiglia povera, da bambino inizia a
lavorareinfabbricacomeattaccafili.Ma
la costruzione della Chiesa Nuova di
Oropaglioffreunachance:riesceinfatti
a essere assunto come apprendista fab-
bro e così, oltre ad acquisire la tecnica
della lavorazione del metallo, entra in
contatto con gli scultori coinvolti nel
grande cantiere e scopre il suo talento,
che continuerà poi ad affinare lavoran-
do in laboratori di marmi nel torinese.
Quiriesceanche,frequentandolescuole
serali,aconseguirel’agognatalicenzadi
terza elementare, a quei tempi neces-
saria per ottenere il diritto di voto e poi,
grazie ad un posto di lavoro presso la
Fiat, evita di dover combattere nella
prima guerra mondiale. Ma, con l’av-
vento del fascismo, il suo orientamento
politico socialista lo porta a subire il
confino in Calabria.
Tornato a Biella al termine dell’esilio,
Massimino decide di intraprendere au-
tonomamente il lavoro di artista, apren-
do un laboratorio di scultura in via San
Cassiano, dove vivrà e lavorerà per il
resto della sua vita.
Nel dopoguerra, la volontà di comme-
morare le vittime del conflitto gli porta
numerose commesse, tanto che oggi
molte sue opere - in bronzo, pietra, mar-
mo - si possono trovare in tutta la pro-
vincia.
Ma è certamente al cimitero di San-
t’Eurosia-Pralungochesipuòammirare
buona parte della sua produzione, dalle
statue ai bassorilievi, e in particolare la
sua opera più rappresentativa, la statua
‘Il lavoro che riposa sulla tomba’: un
autoritratto dell’artista circondato dagli
strumenti del mestiere, quasi una “au-
tobiografia plastica” dello scultore.
l S.P.
SCHEDA
ALBUM DALL’ECOMUSEO
Omaggi (tardivi) a un eroe popolare
Solo un secolo dopo la sua morte si iniziò a considerare Pietro Micca
un eroico patriota. Nelle foto, alcuni riconoscimenti che gli sono stati
tributatineltempo.IlmonumentocheSaglianodedicòaPietroMicca
nel 1880, in una cartolina d’epoca. Manifesto del 1906 in occasione
del bicentenario della battaglia di Torino, in cui morì Pietro Micca.
L’interno della Casa natale, recentemente inaugurata a Sagliano.
INFO PRATICHE
DOVE: Via Roma 8, Saglia-
no Micca
QUANDO: fino al 13 otto-
bre, tutte le domeniche e
Ferragosto dalle 14.30 alle
18.30, o su prenotazione
CONTATTO: Comune di
Sagliano, 015-473515
ATELIER DELLO SCULTORE MASSIMINO PERINO/12
Perino, l’artigiano divenuto scultore
RACCONTI A VOCE E PLASTICI Mariel-
la Perino illustra le opere del padre e la
più celebre nel cimitero di Pralungo
SCHEDA
INFO PRATICHE
DOVE: Casa Parrocchiale di
Sant’Eurosia, Pralungo
QUANDO: fino al 13 ottobre,
tutte le domeniche e a Ferrago-
sto 14.30-18.30 oppure su
appuntamento
CONTATTI: 338-6095910 oppure
il sito www.comunedipralungo.it
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