1. Storia del marchio e della
comunicazione Rai
Teresa Rosatto1
2010
2000-2010
1988-2000
1982 al 1988
1970
1983
1948-1954
2. 2
La nascita del logo e della
prima campagna
pubblicitaria radiofonica
3. La storia dell’azienda radiotelevisiva italiana, la cui presenza ha caratterizzato la
vita e il costume del paese, si riconduce alla nascita del servizio pubblico
radiofonico nel 1924.
Il marchio fu disegnato nel 1948 da
Erberto Carboni; era caratterizzato dalle
lettere fortemente squadrate e da un
accentuato ricorso alle linee ortogonali.
Il primo marchio e la prima campagna
pubblicitaria per la RAI furono affidate al
grafico Erberto Carboni.
3
Dopo quella di URI, l’azienda assunse nel
tempo altre denominazioni: nel 1927 EIAR
(Ente italiano audizioni radiofoniche), nel
1944 RAI (Radio audizioni italiane) e nel
1954, con il regolare servizio televisivo,
“RAI Radiotelevisione italiana”.
Erberto
carboni 1949
Manifesto
per la Rai
4. Dall’ottobre 1949, sulla rete azzurra,
inizia la serie «I notturni dell'usignolo». Il
programma, nato come appuntamento
culturale con il teatro dell’usignolo
cambiava ora orario. La rubrica, infatti,
andrà in onda, in notturna, come un
usignolo, dalle 22 a mezzanotte, fino a
luglio 1949.
Erberto Carboni “I notturni dell’usignolo”Gennaio 1949
Per quanto riguarda la programmazione radio, questa rimase distinta tra
Nord e Sud fino al novembre 1946 quando la RAI riorganizzò i
programmi nazionali a onda media: la Rete Rossa e la Rete Azzurra,
complementari nell'offerta dei programmi, caratterizzate da una
struttura a palinsesto e da un’omogeneità dell’offerta di musica.
4
“Il canto dell’usignolo è canto notturno; nella quiete magica della
notte, entreranno nelle vostre case le grandi parole della poesia di tutti
i tempi, delle parole che vivono nel subcosciente di tutti gli uomini,
anche dei più sprovveduti, e dei più lontani da ogni ricerca cerebrale.
Per questo crediamo che il Notturno dell’Usignolo, nato per gli
intellettuali, troverà una più vasta eco anche nei cuori più semplici,
anche nella grande massa dei nostri ascoltatori”.
Sergio Pugliese direttore programmi radiofonici
5. Erberto Carboni campagna pubblicitaria per “il
terzo programma” Giugno e Agosto 1951
Nel 1950 c’è il varo della rete culturale: il Terzo Programma, a prevalente
impronta culturale, diffuso attraverso la nuova rete a modulazione di
frequenza. Cominciano le "Serate a soggetto", tra le rubriche: "Prospettive",
"Dibattito" e "Riviste estere”.
5
6. Erberto Carboni campagna pubblicitaria
per la riforma dei programmi Rai 1951
Nel Dicembre del 1951 il giornalismo radiofonico viene
potenziato; alla distinzione generica tra programmi della
rete azzurra e della rete rossa, successe la nuova
distinzione tra tre programmi nazionali ben differenziati:
Erberto Carboni “Alla radio tre programmi differenziati” Febbraio 1952 :
il Programma Nazionale,
il Secondo Programma e il
neonato Terzo Programma
(nato nel 1950). Questi
erano corrispondenti al
triplice compito della
radio: informare, divertire
ed educare.
6
1) Programma quotidiano di vita artistica, culturale e sportiva
2) Non solo divertimento ma allargare le proprie conoscenze
in modo facile e piacevole
3) Arte, musica e scienza curiosità di sapere e desiderio di
approfondire
7. “La radio: una fiaba meravigliosa”. Con questo slogan veniva presentata la
radio su un annuncio dei primi anni cinquanta, come un magico
cantastorie.
Catalogo commissionato dalla Rai e realizzato da Carboni nel 1950
Di un’atmosfera magica è cosparso
tutto il simbolismo figurativo delle
illustrazioni che caratterizzano
questi anni della campagna
pubblicitaria per la RAI.
“Carboni fa largo uso di figure tratte
dall’immaginario comune, dalla
cultura e dalla tradizione popolare,
offrendo lo sguardo su una
cosmologia di un inconscio collettivo,
popolata da personaggi allegorici e
meravigliosi, pacificamente immersi in
costellazioni fantastiche di linee e
punti e forme astratte biomorfe.”
7
I
I
Storia della radio e della televisione in Italia- Franco Monteleone tascabili Marsilio
8. Erberto Carboni annuncio "che cosa aspettate...?
rinnovatelo subito" per la RAI 1951
Il più delle volte, i messaggi acquistano un
carattere persuasivo: Mago Merlino, Babbo Natale, la
Fata Turchina, una rana, invitano a pagare il canone
ricordando che i termini stanno per scadere o che sono
già scaduti.
8
“Prosegue la corsa verso il
traguardo ci sono 4 milioni”
9. 9
Sin dal 1938, la legge italiana, prevedeva una tassa sulle"radioaudizioni“. Il
canone nacque per chi possedeva la radio, il costo era di 8 lire.
« Chiunque detenga uno o
più apparecchi atti od
adattabili alla ricezione
delle radioaudizioni è
obbligato al pagamento del
canone di abbonamento,
giusta le norme di cui al
presente decreto. »
(R.D.L. 21 febbraio 1938,
n. 246 art. 1, in materia
di "Disciplina degli
abbonamenti alle
radioaudizioni.")
1951 Erberto Carboni annuncio
"l'abbonamento alla rete" per la RAI
Erberto Carboni annuncio "bisogna
decidersi… abbonamento alle radio
auduzioni" per la RAI 1951
10. Erberto Carboni campagna pubblicitaria
radiofonica Giugno 1951 10
Il concetto di pagamento dell’abbonamento è
espresso in maniera differente in queste locandine
pubblicitarie dove, pagando l’abbonamento in
tempo, si partecipava a un’estrazione per vincere dei
premi.
11. 11
Erberto Carboni e la
televisione,
comunicazione pubblicitaria
dalla nascita del mezzo
12. Gillo Dorfles che
Erberto Carboni
esercitò una sua
singolare capacità "...di
influenzare
beneficamente il gusto
del pubblico più vasto e
eclettico".
12
Erberto Carboni Parma, 1899 -
Milano, 1984
Erberto Carboni, nel 1948, cominciò una lunga
collaborazione con la Rai che durò fino agli ultimi anni
della sua vita.
Nel 1949 realizzò il primo marchio, con le lettere
squadrate e il puntino sulla i, al quale, nel 1953, Carboni
aggiunse il logo Tv, con la T grigia sopra una V bianca, su
una base nera.
Fu il creatore della seconda sigla del Telegiornale, che
andò in onda alle 20,45 del 3 gennaio 1954, giorno delle
prime trasmissioni regolari della Rai.
Fu sempre Carboni a disegnare il monoscopio della Rai,
mandato in onda interrottamente dal 1954 al 1977.
Realizzò anche la prima, celebrissima, sigla televisiva
dell'inizio trasmissioni.
Carboni, nel 1979, realizzò anche la sigla di apertura della
neonata Raitre su un brano di Piero Piccioni, scritto per
l'occasione ed intitolato Il cielo in una rete.
13. Per i primi anni di trasmissioni televisive, al
logo Rai vero e proprio è spesso affiancato il
logo della TV: realizzato ugualmente da
Carboni. Esso consiste di un rettangolo nel
quale sono tracciate le lettere "T" e "V“.
Il primo marchio ufficiale della televisione Rai,
così come la prima sigla di apertura delle
trasmissioni, furono realizzate da Carboni nel
1953. Il logo era rimasto il precedente,
composto da lettere squadrate piatte tutte
della stessa altezza nonostante il fatto che la
"R" iniziale fosse maiuscola, creato nel 1948.
13
14. 1953 Erberto Carboni annunci per l'inizio della
trasmissioni RAI TV
14
L’anno di nascita della televisione è il 3
gennaio 1954, quando, dopo alcuni
anni di sperimentazione la Rai inaugura
la regolare trasmissione dei programmi
televisivi. Si comincia a trasmettere il
primo canale televisivo; l’attuale rai1 al
tempo chiamato programma nazionale.
Ecco come procede la campagna
pubblicitaria di Carboni;
Erberto Carboni annuncio per l'inizio
della trasmissioni RAI TV 1953
"la domenica 3 gennaio... la televisione
inizia in Italia il suo regolare servizio...la
TV porta il mondo a domicilio"
15. Si può notare come Carboni, sull’onda di entusiasmo di questa nuova
nascita, impostò la campagna televisiva Rai su due tematiche principali.
Il primo tema è focalizzato sull’ingresso in casa del televisore.
Nell’opuscolo sottostante, che risale al 1953, è presente un intero sistema
di segni. La poltrona, le pantofole, il gatto, la carta da parati, connotano
l’ambiente domestico nel quale effettuare comodamente la performance
della visione.
1953 Erberto Carboni annuncio per la RAI
“…focolare del mostro tempo TV… focolare del nostro
tempo" .
Lo slogan inventato da carboni che rievoca il
costume diffuso, all’epoca, di incontrarsi a casa di
amici per vedere la tv insieme. La tv quindi come centro di
aggregazione e oggetto da vivere comunitariamente.
15
*Il primo programma trasmesso dalla tv fu
un’intervista con l'ingegner Filiberto Guala,
amministratore delegato della Rai, che definì il nuovo
mezzo come "il focolare del nostro tempo“, ricalcado
lo slogan di Carboni
16. Forse non è un caso che Carboni disegnerà, nel 1956, la poltrona
Delfino e la rivestirà di un tessuto decorato dal marchio della
televisione italiana. Si può notare come la tv sia quindi concepita
come centro di aggregazione e oggetto da vivere comunitariamente.
Poltrona delfino con rivestimento stoffa Rai
1961
Poltrona delfino progettata da Carboni
nel 1960
16
17. La fusione di elementi astratti con elementi
realistici (fotografie e illustrazioni) si rivela
azzeccata: il connubio dei due linguaggi
permette la comprensione da parte della
massa e, al tempo stesso, la possibilità di
esprimere velocemente concetti moderni e
innovativi.
Erberto Carboni “La TV presenta il teatro in casa” Febbraio 1954
Emblematico, per il tema dell’ingresso del
televisore in casa, il manifesto con lo slogan “Il
teatro va in casa” del 1954.
17
18. Il secondo tema, sottolinea che la tv non è un semplice elettrodomestico, è il
mezzo che permette di affacciarsi su ogni singolo punto della nuova rete che
riveste il mondo e lo spazio. E’ lo strumento tramite il quale è possibile
accedere, in prima persona, ad una nuova dimensione in cui i rapporti
dimensionali sono stravolti: lo spettatore diventa il fulcro attorno al quale
orbitano il globo (così piccolo da essere a “portata di occhio e di mano”) e i
labirintici e maestosi tralicci delle antenne televisive.
Erberto Carboni
1957 annunci per la
rai
“… e domani tutto
questo in casa
vostra:
Varietà, concerti,
opere, commedie
,programmi per i
ragazzi..”
18
Erberto
Carboni 1954
19. Nel disegno del marchio TV, la T inserita all’interno della V è un richiamo
ovvio all’antenna televisiva, quello strumento che, negli anni a venire,
germoglierà sui tetti delle case italiane.
Il simbolo diventa protagonista di un’operazione geniale, all’interno dei lunghi
testi didascalici, viene sostituito con la parola “televisione”. Ciò genera un
ulteriore piano visivo sul quale poggia un motivo grafico che suggerisce l’idea
della diffusione capillare e della distribuzione sistematica.
19
Erberto Carboni 1954, annuncio
per l’ inizio trasmissioni :
“Domenica 3 gennaio la
televisione inizia in Italia il suo
servizio regolare “
20. 1954 Erberto Carboni sigla del Telegiornale per la RAI TV, questa sigla andò in onda alle 20,45 del 3
gennaio 1954, giorno delle prime trasmissioni della RAI.
Con l’inizio delle trasmissioni televisive va in onda il primo telegiornale;
Erberto Carboni fu il creatore della sigla del Telegiornale, che andò in onda
a partire alle 20,45 del 3 gennaio 1954, giorno delle prime trasmissioni
regolari della Rai.
20
21. Nell'epoca delle prime
televisioni private, quando
la programmazione non
copriva l'intera giornata,
ciascuna emittente
possedeva un'immagine
fissa da trasmettere nel
periodo in cui non
venivano messi in onda
programmi.
Oltre agli elementi grafici
utili per i tecnici, questi
monoscopi contenevano il
logo dell'emittente e altre
informazioni sul canale
impiegato.
1954 Erberto Carboni? monoscopio
della RAI TV, mandato in onda dal 1957
all' 1977
Carboni disegnò anche il monoscopio della Rai, mandato in onda
ininterrottamente dal 1954 al 1977.
21
22. Sequenza della sigla di inizio trasmissioni della RAI TV, creata da Erberto
Carboni nel 1954 e trasmessa fino al 1986 (due anni dopo la sua
scomparsa). Questa sigla era accompagnata dalle note del Guglielmo Tell
di Gioachino Rossini.
22
23. 1955 Erberto Carboni annuncio "la TV al
servizio dello sport" per la RAI TV
Il carattere innovativo del mezzo
televisivo viene raffigurato tramite l’uso
di fotomontaggi, che richiamano le
fotografie Moholy Nagy e di
Rodchenko, e con un’impaginazione
tipografica marinettiana.
Le parole intervallate da ampi spazi
bianchi, la variazione di dimensioni, di
porzioni di testo e la rotazione del
piano di appoggio di questo,
determinano la rottura di ogni priorità
e ordine, è una previsione del flusso
mediatico continuo e incontrollabile
che investirà il mondo.
23
24. 24
László Moholy-Nagy, Sport Makes Appetite, 1927
Erberto Carboni annuncio per l'inizio della trasmissioni
RAI TV 1953
26. 1954 Erberto Carboni annuncio "la commedia
opere drammatiche,programmi musicali,
sinfonici, da camera e leggeri..programmi
culturali, verità, riviste e film..attualità
politiche, trasmissioni sportive..telegiornali,
documentari...avvenimenti del
giorno...programmi per i ragazzi " per la RAI
26
Visée,Guillaume Apollinaire, 1915
27. 27
Nel 1972, molti negozi delle principali città italiane espongono nelle loro
vetrine modernissimi televisori a colori che trasmettono a giorni alterni, col
sistema tedesco PAL e con quello francese SECAM, i Giochi Olimpici di
Monaco.
Nell'agosto del 1975 la RAI inizia le sue regolari prove tecniche
di trasmissione a colori, con una speciale programmazione irradiata due
volte al giorno nelle fasce orarie 10-11 e 15-16. Quasi senza volerlo, le
"Prove tecniche di trasmissione“ diventano parte della storia della nostra
televisione.
Martedì 1 febbraio 1977, la
nostra televisione comincia a
introdurre via via il colore in
tutte le sue trasmissioni.
28. 1977 Erberto Carboni la prima sigla della 3° rete per la RAI .
Carboni, nel 1979, realizzò la sigla di
apertura della neonata Raitre su un brano di
Piero Piccioni, scritto per l'occasione ed
intitolato “Il cielo in una rete”.
Tutto senza mai abdicare da una sua idea
della grafica e della pubblicità colta,
razionale, consapevole, rispettosa delle
intelligenze e delle sensibilità.
28
La rai nel 1961 vara un secondo canale e nel
1979 il terzo canale.
30. 30
Il secondo marchio Rai fu realizzato nel
1970 da Alberto Ribera, responsabile
interno della grafica aziendale Rai; il segno
grafico presentava lettere minuscole, in
parte ancora fortemente squadrate, con
linee curve particolarmente enfatizzate
nel robusto pallino della “i” uguale a
quello dei ganci della “r” e della “a”.
Con le trasmissioni televisive a colori nel 1977 e con l’inaugurazione
due anni più tardi della Terza Rete a diffusione sia nazionale che
regionale, si rese necessario lo studio di un nuovo marchio che
potesse essere declinato, per denotare la diversificazione tra loro, in
RaiUno, RaiDue e RaiTre.
31. Nel 1983 Giorgio Macchi disegnò il nuovo
marchio per la Rai.
Si tratta di una scritta “RAI” con i caratteri
maiuscoli, arrotondati e uniti tra di loro.
Ulteriore particolarità di questa scritta è la “R”
con la gambetta obliqua non collegata a quella
verticale e il taglietto della “A” che non si
prolunga fino a sinistra.
Questo logo è stato utilizzato come base per
la realizzazione delle scritte identificative delle
emittenti, che proprio in quel periodo fecero
la loro prima comparsa sugli schermi.
31
1983 -1988
32. Nel 1983 Le tre emittenti assumono le denominazioni ufficiali di Raiuno Raidue
Raitre. Ad ognuno dei tre canali viene associato un colore: il blu è stato assegnato
a Raiuno, il rosso di Raidue e il verde di Raitre. Questi sono i tre colori primari della
televisione a colori .
32
Per ciascuna delle tre emittenti viene
introdotta una variante del logo nella
quale, accanto alla parola RAI, appare la
parola UNO, DUE e TRE in una colorazione
più chiara.
I tre loghi colorati, abbinati a forme
geometriche tridimensionali, furono
lanciati per l’esigenza di assegnare
una vera e propria “identità” alle rete
RAI per distinguerle della
concorrenza; le emittenti private
avevano fatto il loro ingresso negli
anni ‘80.
33. 33
I loghi sono molto in linea con l’epoca, ma allo stesso tempo
innovativi, con l’uso disinvolto di elementi tridimensionali e
bumper realizzati con primitive computer-grafiche.
Questi, però, non furono inseriti in sovraimpressione. Il nome della
rete (definitivamente fissato nell’angolo in basso a destra) fu
inizialmente sovraimpresso con una normale titolatrice elettronica
in caratteri maiuscoli.
La concorrenza dei network privati e le tecniche sempre più avanzate di
animazione computerizzata, indussero i responsabili Rai a richiedere, a
pochi anni di distanza dal precedente, allo stesso Giorgio Macchi un
restyling del marchio.
34. Nel 1888, infatti, la ‘A’ diventò una V
rovesciata (‘V’ di TV!) tagliata da un
tricolore in versione “italic”.
Rispetto al logo precedente, le lettere sono
staccate e meno arrotondate; la radicale
innovazione riguarda la presenza di una
bandierina dell’Italia sul taglietto della “A”.
34
Nella prima versione del logo, presente
fino al 1990, i colori della bandierina che
taglia la A era orientati
orrizzontalemente. Questa versione venne
successivamente corretta per il forte
richiamo alla bandiera ungherese.
Tuttavia in sovrimpressione rimase la
scritta lineare dell’emittente televisiva
fino al 1993.Logo dal 1988 al 1990
35. Nel 2000 il logo cambia completamente; il restyling viene affidato ad
Antonio Romano, affermato designer, e alla sua agenzia pubblicitaria .
Viene introdotto un simbolo, rispetto al logotipo precedente: la farfalla con
due volti. Mediante l’illusione ottica della figura-sfondo una farfalla,
costituita da due elementi uguali ed opposti, si alterna a due profili umani
che si guardano e comunicano immediatamente.
Il logo, secondo il designer, rappresenta due visi che si guardano, simboli del
dialogo uno a uno, nel caso specifico il dialogo fra l’azienda e gli spettatori.
35
Logo Rai usato dal 1º ottobre 2000
al 17 maggio 2010
36. 36
Il carattere tipografico, basato su
proporzioni romane, conferisce stabilità e
prestigio, quasi a voler posizionare
l’azienda rai ad un livello più istituzionale
in qualche modo superiore alle TV
commerciali. L’utilizzo di carattere
minuscoli lasciano una certa informalità.
Lo sfondo del bumper rimane sempre dei
colori blu, rosso e verde a seconda del
canale.
A partire dal 18 maggio 2010, le reti rai si
sono presentate ai propri telespettatori
con un nuovo logo. La farfallina, in uso è
stata sostituita dal doppio quadrato.
37. 37
I logo sono bianchi semitrasparenti per
evitare che si verifichi l'effetto
sovraimpressione sui televisori al plasma
ed hanno struttura rettangolare per
adattarsi al formato 16:9.
Logo attuale Rai, in uso dal 18 maggio 2010
Nel 2010, in corrispondenza del passaggio al digitale terrestre, la RAI uniforma i
loghi dei canali, che adottano una geometria semplice basata su un rettangolo
composto da due quadrati, mentre la farfalla, dopo 10 anni, sparisce.
Nel primo quadrato appare la scritta Rai, mentre nel secondo il numero del
canale.
38. Il quadrato, infatti, nelle culture occidentali il segno dell’ordine e della
razionalità, quello che l’azienda ha cerca di rappresentare nel nuovo sistema
televisivo.
38
Questi prendono spunto dai modelli delle altre
aziende televisive straniere, sottolineano la
semplicità del nuovo logo.
La prima impressione è che i nuovi loghi
puntino sull’omogeneità, niente più
personalizzazioni e colori a distinguere i brand
fra loro.
39. 39
Sigla di fine trasmissioni carboni 1954
Sigla di fine trasmissioni a colori, 1977