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LA COMUNICAZIONE
VISIVA
(ABSTRACT)
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CORSO DI COMUNICAZIONE VISIVA
Consolata Plantone
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ED ORA, UN ASSAGGIO
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OBIETTIVI DEL CORSO
 Avere una buona conoscenza delle problematiche
basilari della comunicazione visiva per:
– Abituare l’occhio ad una visione più completa, più
complessa e meno superficiale
– Saper realizzare una comunicazione corretta
– Saper indicare, valutare e correggere il lavoro
svolto da terzi
– Saper analizzare, descrivere ed apprezzare le
opere d’arte
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PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONE
Non si può non comunicare: la comunicazione è inevitabile
 Ogni attività di comunicazione accresce il proprio valore strategico solo
quando è inserita in un quadro più ampio di iniziative coordinate fra
loro e progettate tenendo conto dell’ambiente in cui ci si trova ad
operare.
 Ne consegue che, ad ogni necessità, si devono adottare strumenti di
comunicazione flessibili, creativi, chiari ed efficaci; si deve mantenere
e garantire una coerenza comunicativa ed espressiva in ogni parte del
processo e nel tempo, per ottenere una migliore comprensione del
messaggio.
 Un progetto, infatti, deve svilupparsi all’interno del triangolo “forma-
funzione-simbolo” e solo una corretta valutazione di questi fattori,
volta a mantenerli in equilibrio, permetterà al prodotto di essere
definto “good design”.
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Per raggiungere questo scopo, analizzeremo alcune teorie che sono state
sviluppate per guidare la progettazione di un sistema ”fruibile“.
Innanzi tutto occorre comprendere in che modo avviene la percezione
visiva perchè
l'informazione va rappresentata
con modalità che
non lascino ambiguità
nella percezione e nella comprensione
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GUARDARE E VEDERE
 Avete mai provato a guardare gli occhi di uno spettatore a teatro? O di
qualcuno intento a studiare un quadro in un museo? Le pupille guizzano
qua e là a velocità altissime (ogni spostamento dura al massimo un
decimo di secondo) e si fermano per appena 2-4 decimi di secondo; poi
ripartono per un nuovo spostamento.
 Per esempio nel quadro di Degas ”The Cotton Office in New Orleans”,
qui sotto, è stato riportato quello che è il percorso dello sguardo di una
persona intenta ad ammirarlo. E' stato registrato da un'apparecchiatura
particolare appoggiata all'occhio e che riesce a rilevare i movimenti
della pupilla.
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 Le pupille, tra l'altro, non stanno ferme nemmeno quando si dorme: tant'è che una delle fasi
del sonno è chiamata REM (Rapid Eyes Moviments "movimenti rapidi degli occhi"). E' un po'
come se l'occhio volesse catturare più informazioni possibili nel minor tempo!
 E in effetti è proprio così: solo la fovea una piccola zona al centro della retina coglie in modo
nitido con dettagli precisi. E' uno spioncino largo appena mezzo millimetro simile a un buco
in un vetro smerigliato: se si tiene lo sguardo puntato in avanti, gli oggetti che stanno ai lati
del campo visivo, e che si possono vedere "con la coda dell'occhio”, appaiono sfocati come
rappresentato nell'immagine a sinistra; mentre, per vederli bene, dovrebbero essere molto
grandi come le lettere dello schema a destra
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 E' difficile accorgersi della ridotta dimensione del campo visivo "utile"
dal momento che il cervello corregge l'immagine, portandola a fuoco
proprio grazie ai continui movimenti oculari di esplorazione
dell'ambiente. Se il cervello non intervenisse in questo processo gli
occhi non basterebbero. Il mondo contiene troppo informazioni visive
ma l'evoluzione ha risolto il problema “inventando” la fovea che vede
bene solo piccole porzioni lasciando ad altre parti del cervello il
compito di ricomporre l'immagine!
 Non possiamo fissare lo sguardo neanche se ci sforziamo: dopo pochi
decimi di secondo la pupilla "traballa" come se se fosse scomoda in
quella posizione e devia di qualche frazione di millimetro per poi
ritornare magari nella posizione originaria. Lo sguardo umano si sposta
continuamente in un alternarsi di "saccadi" (i movimenti rapidi degli
occhi) e pause di fissazione e segue percorsi precisi
IL SISTEMA VISIVO
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LA VISTA
 L'occhio è il principale sistema
sensoriale che ci permette di
conoscere il mondo che ci circonda.
 Il campo visivo è la proiezione ottica
della rappresentazione visiva del
mondo esterno sulla retina.
 Tuttavia quello che noi vediamo, in
realtà, non sono le immagini che
percepisce la retina, ma è
l'elaborazione di queste immagini
effettuata a livello del sistema
nervoso centrale.
 Infatti quando uno stimolo luminoso
colpisce i fotorecettori retinici, si
innesca un complesso processo
fotochimico e bioelettrico fino alla
corteccia celebrale dove le immagini
sono elaborate.
Gli organi di senso quali l'occhio e l'orecchio sono il vero e proprio punto di contatto
fra l'organismo e l'ambiente. Oltre il 90% delle informazioni arriva all'encefalo
tramite uno di questi canali.
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 Riepilogando, l’occhio riceve lo stimolo esterno luminoso che, passando
attraverso il cristallino, forma sulla retina l'immagine capovolta. Poi,
tramite il nervo ottico, l'immagine passa al cervello che la elabora,
capovolgendola ancora.
 Gli stimoli sensoriali, che arrivano sulla retina e determinano il campo
visivo, vengono elaborati dal cervello: cosa ci permette di individuare e
distinguere i vari oggetti nell'insieme degli stimoli stessi?
LA PERCEZIONE VISIVA
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LA PERCEZIONE VISIVA
 L'occhio umano è un sistema che proietta le immagini su una superficie sensibile
(retina), ne fa una prima elaborazione e trasmette l'informazione ai centri
superiori (cervello); qui i dati vengono ulteriormente elaborati e si "forma"
l'immagine definitiva.
 Descritto così il sistema ottico assomiglia molto a quello di una macchina
fotografica, ma in realtà non è così poiché bisogna prendere in considerazione il
fenomeno detto "percezione visiva".
 Possiamo dividere la percezione visiva in due stadi, ciascuno con caratteristiche
e limiti intrinseci:
➡ La percezione fisica degli stimoli visivi da parte degli occhi
➡ La loro successiva elaborazione da parte del cervello
 Vedere e distinguere gli oggetti significa organizzare una parte del campo
visivo, separata da contorni, come figura in primo piano e spostare il resto in
secondo piano, considerato come sfondo.
 Un ruolo molto importante è svolto dai margini: infatti essi hanno una "funzione
unilaterale", servono cioè a delimitare solo quelle parti del campo visivo che
hanno carattere di figura, mentre la zona interfigurale, che assume carattere di
sfondo, è priva di forma: non ha cioè margini chiarimenti distinti
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VISIONE STEREOSCOPICA
 La visione stereoscopica (fig. A) si basa sul
confronto delle immagini retiniche dei due occhi,
ed è efficace fino ad una distanza di circa 30
metri, oltre la quale le immagini retiniche dei due
occhi sono praticamente identiche.
 Quando si fissa un oggetto, l'immagine del punto di
fissazione va a cadere, in ciascun occhio, sulla
fovea, grazie ai movimenti di vergenza. Siccome,
però, gli occhi distano circa 6 cm l'uno dall'altro,
ogni oggetto che sia più vicino o più lontano
rispetto al punto di fissazione proietta la propria
immagine ad una certa distanza dalla fovea.
 La distanza fra immagini del punto fissato ed
immagini dell'altro punto prende il nome di
disparità retinica. Il sistema visivo è in grado di
calcolare tale disparità e di assegnare, quindi, un
senso di maggiore o minore profondità agli oggetti
dello spazio visivo.
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LO SPAZIO PROSPETTICO
 Gli elementi monoculari di valutazione della profondità di campo, sono
essenzialmente cinque e sono gli stessi utilizzati per valutare la profondità in
un'immagine bidimensionale:
1. Movimento di parallasse
la velocità di spostamento di un oggetto vicino sembra maggiore di quella di
uno lontano
2. Grandezza (familiarità con l'oggetto)
la distanza fra due oggetti di dimensioni note viene giudicata in base alla loro
grandezza apparente
3. Interposizione
un oggetto che interrompa i contorni di un altro viene percepito dall'apparato
visivo come anteposto all'altro
4. Distribuzione delle ombre e della illuminazione
il chiaro-scuro genera un’impressione del rilievo e quindi di profondità relativa
5. Indizi Prospettici
un oggetto di grandezza costante sottende angoli progressivamente minori man
mano che ci si allontana. Due linee rette parallele che sembra tendano a
convergere con la distanza: tanto maggiore è la convergenza, tanto maggiore è
la distanza degli oggetti nella regione della convergenza stessa
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SCIENZA DELLA VISIONE
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LA PERCEZIONE DELLE FORME
 La percezione delle immagini non si limita alla semplice “visione”
fisiologica delle forme, dei segni e dei colori, ma attiva un processo
cognitivo molto complesso che è studiato da tempo e che si avvantaggia
sempre più delle nuove scoperte sulle funzionalità del cervello
 Gli studi che cercano di comprendere questa interazione tra occhio e
cervello sono iniziati molto tempo fa e alcune scoperte sono rimaste
valide ancora oggi, come le leggi fondamentali della Gestalt
 Gli ultimi decenni del XIX secolo e la prima metà del XX hanno costituito
indubbiamente il periodo più fertile per le arti figurative, che hanno
fornito validi modelli anche per le arti industriali, in particolare per la
comunicazione visiva
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RAPPORTO FIGURA-SFONDO
 Fra gli artisti e gli architetti più noti agli inizi del secolo, forse il primo a divulgare e a
mettere in pratica i nuovi principi emergenti fu Henry Van de Velde, uno dei padri dell’Art
Nouveau che sostiene un’arte nuova ed interdisciplinare. Secondo lui, la lettura della
“forma” si compie non solo mediante i suoi contorni, ma anche come percezione del suo
negativo, cioè del vuoto che si viene a creare, ponendo così l’accento sulla dicotomia
“figura-sfondo”
 Un esempio dei possibili fenomeni della visione, sono le figure reversibili che si prestano ad
una doppia lettura. Uno studio sul rapporto tra figura e sfondo nella percezione visiva e sulla
reversibilità delle immagini è stato fatto nel 1915 dallo psicologo Edgar Rubin.
"Il vaso di Rubin".
Due visi o un vaso?
I cubi sono sei o sette?Una vecchia o una ragazza?
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LE LEGGI GESTALTICHE
 La Gestalt ci ha lasciato sette leggi che sono da considerare costanti
vettoriali della percezione, in quanto tutti gli uomini organizzano il
materiale ottico seguendo tali schemi. Queste leggi possono essere
ricondotte a dei criteri di:
1. Legge della vicinanza
2. Legge della uguaglianza
3. Legge della forma chiusa
4. Legge della curva buona o del destino comune
5. Legge del movimento comune
6. Legge dell’esperienza
7. Legge della pregnanza
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LA PERCEZIONE DEL COLORE
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CHE COSA SONO I COLORI?
 Il mondo che vediamo ci appare pieno di colori, per noi questo fa talmente parte della nostra
vita che non ce ne rendiamo conto; un mondo in bianco e nero sarebbe terribile, come
possono verificare le persone che hanno perso la capacità di distinguere i colori.
– Per l'uomo della strada sono proprietà intrinseche degli oggetti e delle luci;
– Per il fisico sono un aspetto dell'energia radiante;
– Per il pittore sono pigmenti che gli permettono di fare un quadro;
– Per lo psicologo sono un fenomeno percettivo;
– Per il fisiologo una risposta del sistema nervoso.
Da cosa dipende il colore di un oggetto?
– L’oggetto stesso
– Il meccanismo visuale dell’osservatore
– Le qualità spettrali della sorgente luminosa
– Le dimensioni dell’oggetto
– Lo sfondo
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IL COLORE DI UN OGGETTO
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IL COLORE DI UN OGGETTO
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L’OGGETTO STESSO
Ma noi non “vediamo” mai questo spettro…
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I SETTE CONTRASTI DI COLORI
 I nostri sensi valutano sempre e solo mediante confronti: riconosciamo
che una linea è lunga soltanto quando essa è posta in confronto ad una
linea più corta; ma la stessa ci sembrerà corta se confrontata con una
più lunga. Allo stesso modo, gli effetti cromatici possono venire
potenziati o indeboliti dai colori che li contrastano.
 Lo studio dei contrasti è un capitolo fondamentale della teoria dei
colori; i sette contrasti sono:
1. Contrasto di colori puri
2. Contrasto di chiaro e scuro
3. Contrasto di freddo e caldo
4. Contrasto dei complementari
5. Contrasto di simultaneità
6. Contrasto di qualità
7. Contrasto di quantità
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Comunicazione visiva

  • 1. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net LA COMUNICAZIONE VISIVA (ABSTRACT)
  • 2. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net RICHIEDETE INFORMAZIONI SULLA PROSSIMA PROGRAMMAZIONE DEL CORSO DI COMUNICAZIONE VISIVA Consolata Plantone UNICAMENTE - MARKETING E COMUNICAZIONE Via delle Rose, 7 - 10090 Bruino (To) Mobile +39 333 15 44 147 www.unicamente.net  --  Skype: cp.comunicazione follow me on BLOG - TWITTER - LINKEDIN - FACEBOOK
  • 3. ED ORA, UN ASSAGGIO
  • 4. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 4 OBIETTIVI DEL CORSO  Avere una buona conoscenza delle problematiche basilari della comunicazione visiva per: – Abituare l’occhio ad una visione più completa, più complessa e meno superficiale – Saper realizzare una comunicazione corretta – Saper indicare, valutare e correggere il lavoro svolto da terzi – Saper analizzare, descrivere ed apprezzare le opere d’arte
  • 5. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 5 PERCEZIONE E RAPPRESENTAZIONE Non si può non comunicare: la comunicazione è inevitabile  Ogni attività di comunicazione accresce il proprio valore strategico solo quando è inserita in un quadro più ampio di iniziative coordinate fra loro e progettate tenendo conto dell’ambiente in cui ci si trova ad operare.  Ne consegue che, ad ogni necessità, si devono adottare strumenti di comunicazione flessibili, creativi, chiari ed efficaci; si deve mantenere e garantire una coerenza comunicativa ed espressiva in ogni parte del processo e nel tempo, per ottenere una migliore comprensione del messaggio.  Un progetto, infatti, deve svilupparsi all’interno del triangolo “forma- funzione-simbolo” e solo una corretta valutazione di questi fattori, volta a mantenerli in equilibrio, permetterà al prodotto di essere definto “good design”.
  • 6. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 6 Per raggiungere questo scopo, analizzeremo alcune teorie che sono state sviluppate per guidare la progettazione di un sistema ”fruibile“. Innanzi tutto occorre comprendere in che modo avviene la percezione visiva perchè l'informazione va rappresentata con modalità che non lascino ambiguità nella percezione e nella comprensione
  • 7. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 7 GUARDARE E VEDERE  Avete mai provato a guardare gli occhi di uno spettatore a teatro? O di qualcuno intento a studiare un quadro in un museo? Le pupille guizzano qua e là a velocità altissime (ogni spostamento dura al massimo un decimo di secondo) e si fermano per appena 2-4 decimi di secondo; poi ripartono per un nuovo spostamento.  Per esempio nel quadro di Degas ”The Cotton Office in New Orleans”, qui sotto, è stato riportato quello che è il percorso dello sguardo di una persona intenta ad ammirarlo. E' stato registrato da un'apparecchiatura particolare appoggiata all'occhio e che riesce a rilevare i movimenti della pupilla.
  • 8. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 8  Le pupille, tra l'altro, non stanno ferme nemmeno quando si dorme: tant'è che una delle fasi del sonno è chiamata REM (Rapid Eyes Moviments "movimenti rapidi degli occhi"). E' un po' come se l'occhio volesse catturare più informazioni possibili nel minor tempo!  E in effetti è proprio così: solo la fovea una piccola zona al centro della retina coglie in modo nitido con dettagli precisi. E' uno spioncino largo appena mezzo millimetro simile a un buco in un vetro smerigliato: se si tiene lo sguardo puntato in avanti, gli oggetti che stanno ai lati del campo visivo, e che si possono vedere "con la coda dell'occhio”, appaiono sfocati come rappresentato nell'immagine a sinistra; mentre, per vederli bene, dovrebbero essere molto grandi come le lettere dello schema a destra
  • 9. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 9  E' difficile accorgersi della ridotta dimensione del campo visivo "utile" dal momento che il cervello corregge l'immagine, portandola a fuoco proprio grazie ai continui movimenti oculari di esplorazione dell'ambiente. Se il cervello non intervenisse in questo processo gli occhi non basterebbero. Il mondo contiene troppo informazioni visive ma l'evoluzione ha risolto il problema “inventando” la fovea che vede bene solo piccole porzioni lasciando ad altre parti del cervello il compito di ricomporre l'immagine!  Non possiamo fissare lo sguardo neanche se ci sforziamo: dopo pochi decimi di secondo la pupilla "traballa" come se se fosse scomoda in quella posizione e devia di qualche frazione di millimetro per poi ritornare magari nella posizione originaria. Lo sguardo umano si sposta continuamente in un alternarsi di "saccadi" (i movimenti rapidi degli occhi) e pause di fissazione e segue percorsi precisi
  • 11. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 11 LA VISTA  L'occhio è il principale sistema sensoriale che ci permette di conoscere il mondo che ci circonda.  Il campo visivo è la proiezione ottica della rappresentazione visiva del mondo esterno sulla retina.  Tuttavia quello che noi vediamo, in realtà, non sono le immagini che percepisce la retina, ma è l'elaborazione di queste immagini effettuata a livello del sistema nervoso centrale.  Infatti quando uno stimolo luminoso colpisce i fotorecettori retinici, si innesca un complesso processo fotochimico e bioelettrico fino alla corteccia celebrale dove le immagini sono elaborate. Gli organi di senso quali l'occhio e l'orecchio sono il vero e proprio punto di contatto fra l'organismo e l'ambiente. Oltre il 90% delle informazioni arriva all'encefalo tramite uno di questi canali.
  • 12. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 12  Riepilogando, l’occhio riceve lo stimolo esterno luminoso che, passando attraverso il cristallino, forma sulla retina l'immagine capovolta. Poi, tramite il nervo ottico, l'immagine passa al cervello che la elabora, capovolgendola ancora.  Gli stimoli sensoriali, che arrivano sulla retina e determinano il campo visivo, vengono elaborati dal cervello: cosa ci permette di individuare e distinguere i vari oggetti nell'insieme degli stimoli stessi?
  • 14. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 14 LA PERCEZIONE VISIVA  L'occhio umano è un sistema che proietta le immagini su una superficie sensibile (retina), ne fa una prima elaborazione e trasmette l'informazione ai centri superiori (cervello); qui i dati vengono ulteriormente elaborati e si "forma" l'immagine definitiva.  Descritto così il sistema ottico assomiglia molto a quello di una macchina fotografica, ma in realtà non è così poiché bisogna prendere in considerazione il fenomeno detto "percezione visiva".  Possiamo dividere la percezione visiva in due stadi, ciascuno con caratteristiche e limiti intrinseci: ➡ La percezione fisica degli stimoli visivi da parte degli occhi ➡ La loro successiva elaborazione da parte del cervello  Vedere e distinguere gli oggetti significa organizzare una parte del campo visivo, separata da contorni, come figura in primo piano e spostare il resto in secondo piano, considerato come sfondo.  Un ruolo molto importante è svolto dai margini: infatti essi hanno una "funzione unilaterale", servono cioè a delimitare solo quelle parti del campo visivo che hanno carattere di figura, mentre la zona interfigurale, che assume carattere di sfondo, è priva di forma: non ha cioè margini chiarimenti distinti
  • 15. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 15 VISIONE STEREOSCOPICA  La visione stereoscopica (fig. A) si basa sul confronto delle immagini retiniche dei due occhi, ed è efficace fino ad una distanza di circa 30 metri, oltre la quale le immagini retiniche dei due occhi sono praticamente identiche.  Quando si fissa un oggetto, l'immagine del punto di fissazione va a cadere, in ciascun occhio, sulla fovea, grazie ai movimenti di vergenza. Siccome, però, gli occhi distano circa 6 cm l'uno dall'altro, ogni oggetto che sia più vicino o più lontano rispetto al punto di fissazione proietta la propria immagine ad una certa distanza dalla fovea.  La distanza fra immagini del punto fissato ed immagini dell'altro punto prende il nome di disparità retinica. Il sistema visivo è in grado di calcolare tale disparità e di assegnare, quindi, un senso di maggiore o minore profondità agli oggetti dello spazio visivo.
  • 16. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 16 LO SPAZIO PROSPETTICO  Gli elementi monoculari di valutazione della profondità di campo, sono essenzialmente cinque e sono gli stessi utilizzati per valutare la profondità in un'immagine bidimensionale: 1. Movimento di parallasse la velocità di spostamento di un oggetto vicino sembra maggiore di quella di uno lontano 2. Grandezza (familiarità con l'oggetto) la distanza fra due oggetti di dimensioni note viene giudicata in base alla loro grandezza apparente 3. Interposizione un oggetto che interrompa i contorni di un altro viene percepito dall'apparato visivo come anteposto all'altro 4. Distribuzione delle ombre e della illuminazione il chiaro-scuro genera un’impressione del rilievo e quindi di profondità relativa 5. Indizi Prospettici un oggetto di grandezza costante sottende angoli progressivamente minori man mano che ci si allontana. Due linee rette parallele che sembra tendano a convergere con la distanza: tanto maggiore è la convergenza, tanto maggiore è la distanza degli oggetti nella regione della convergenza stessa
  • 17. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net SCIENZA DELLA VISIONE
  • 18. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 18 LA PERCEZIONE DELLE FORME  La percezione delle immagini non si limita alla semplice “visione” fisiologica delle forme, dei segni e dei colori, ma attiva un processo cognitivo molto complesso che è studiato da tempo e che si avvantaggia sempre più delle nuove scoperte sulle funzionalità del cervello  Gli studi che cercano di comprendere questa interazione tra occhio e cervello sono iniziati molto tempo fa e alcune scoperte sono rimaste valide ancora oggi, come le leggi fondamentali della Gestalt  Gli ultimi decenni del XIX secolo e la prima metà del XX hanno costituito indubbiamente il periodo più fertile per le arti figurative, che hanno fornito validi modelli anche per le arti industriali, in particolare per la comunicazione visiva
  • 19. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 19 RAPPORTO FIGURA-SFONDO  Fra gli artisti e gli architetti più noti agli inizi del secolo, forse il primo a divulgare e a mettere in pratica i nuovi principi emergenti fu Henry Van de Velde, uno dei padri dell’Art Nouveau che sostiene un’arte nuova ed interdisciplinare. Secondo lui, la lettura della “forma” si compie non solo mediante i suoi contorni, ma anche come percezione del suo negativo, cioè del vuoto che si viene a creare, ponendo così l’accento sulla dicotomia “figura-sfondo”  Un esempio dei possibili fenomeni della visione, sono le figure reversibili che si prestano ad una doppia lettura. Uno studio sul rapporto tra figura e sfondo nella percezione visiva e sulla reversibilità delle immagini è stato fatto nel 1915 dallo psicologo Edgar Rubin. "Il vaso di Rubin". Due visi o un vaso? I cubi sono sei o sette?Una vecchia o una ragazza?
  • 20. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 20 LE LEGGI GESTALTICHE  La Gestalt ci ha lasciato sette leggi che sono da considerare costanti vettoriali della percezione, in quanto tutti gli uomini organizzano il materiale ottico seguendo tali schemi. Queste leggi possono essere ricondotte a dei criteri di: 1. Legge della vicinanza 2. Legge della uguaglianza 3. Legge della forma chiusa 4. Legge della curva buona o del destino comune 5. Legge del movimento comune 6. Legge dell’esperienza 7. Legge della pregnanza
  • 21. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net LA PERCEZIONE DEL COLORE
  • 22. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 22 CHE COSA SONO I COLORI?  Il mondo che vediamo ci appare pieno di colori, per noi questo fa talmente parte della nostra vita che non ce ne rendiamo conto; un mondo in bianco e nero sarebbe terribile, come possono verificare le persone che hanno perso la capacità di distinguere i colori. – Per l'uomo della strada sono proprietà intrinseche degli oggetti e delle luci; – Per il fisico sono un aspetto dell'energia radiante; – Per il pittore sono pigmenti che gli permettono di fare un quadro; – Per lo psicologo sono un fenomeno percettivo; – Per il fisiologo una risposta del sistema nervoso. Da cosa dipende il colore di un oggetto? – L’oggetto stesso – Il meccanismo visuale dell’osservatore – Le qualità spettrali della sorgente luminosa – Le dimensioni dell’oggetto – Lo sfondo
  • 23. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 23 IL COLORE DI UN OGGETTO
  • 24. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 24 IL COLORE DI UN OGGETTO
  • 25. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 25 L’OGGETTO STESSO Ma noi non “vediamo” mai questo spettro…
  • 26. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 26 I SETTE CONTRASTI DI COLORI  I nostri sensi valutano sempre e solo mediante confronti: riconosciamo che una linea è lunga soltanto quando essa è posta in confronto ad una linea più corta; ma la stessa ci sembrerà corta se confrontata con una più lunga. Allo stesso modo, gli effetti cromatici possono venire potenziati o indeboliti dai colori che li contrastano.  Lo studio dei contrasti è un capitolo fondamentale della teoria dei colori; i sette contrasti sono: 1. Contrasto di colori puri 2. Contrasto di chiaro e scuro 3. Contrasto di freddo e caldo 4. Contrasto dei complementari 5. Contrasto di simultaneità 6. Contrasto di qualità 7. Contrasto di quantità
  • 27. © 2004-2014 - UNICAMENTE - Designer Consolata Plantone - www.unicamente.net 27 Si legge molto bene Si legge con difficoltà Si legge abbastanza bene Si legge bene Si legge con difficoltà Si legge bene