3. PAC
Politica Agricola Comune
una delle politiche comunitarie più importanti
• anni Settanta la quota della spesa agricola è
quasi il 70 % del bilancio dell’Ue
• nel periodo 2007-2013 la quota della spesa è
del 34 % del bilancio dell’Ue
4. Gli obiettivi
•1957 •Oggi
•Incrementare la
•produttività dell’agricoltura
•e la sua redditività, per un
•tenore di vita equo degli
•agricoltori.
•Stabilizzare i mercati e
•garantire la sicurezza degli
•approvvigionamenti.
•Garantire prezzi ragionevoli
•per i consumatori.
•Sicurezza alimentare,
•per rispondere alle esigenze
•di una popolazione
•mondiale che toccherà
•quota 9 miliardi nel 2050.
•Sostenibilità della
•agricoltura e capacità di
•far fronte alle sfide del
•cambiamento climatico.
•Tutela delle zone rurali
•e mantenimento delle
•economie agricole.
5. •Aiuti diretti (I pilastro)
•Sostegno solo agli agricoltori attivi (coloro che
•praticano l’attività agricola). L’UE ha dato una definizione
•per difetto, escludendo ad esempio società sportive,
•campi da golf, società immobiliari, aeroporti e stazioni
•ferroviarie. Gli Stati UE sono liberi di restringere il campo
•dei beneficiari.
•Stop agli aiuti disaccoppiati: sono sostituiti da un
•nuovo sistema di pagamenti diretti, con una soglia
•minima di aiuto agli agricoltori, per una distribuzione più
•uniforme delle risorse sulla superficie agricola di ciascuno
•Stato Membro/Regione.
•L’agricoltura deve essere produttrice di beni
•pubblici, soprattutto ambientali: i beneficiari devono
•adottare pratiche agricole in linea con la tutela
•dell’ambiente e del clima.
6. •Aiuti diretti (I pilastro)
•Pagamenti verdi - Greening
•È la seconda voce più
importante del massimale
nazionale della PAC.
•Incide per il 30% del totale
delle risorse nazionali
disponibili.
•Sono tre i criteri in base ai
quali vengono dati gli aiuti
verdi:
•diversificazione delle
colture;
•mantenimento dei prati e
pascoli permanenti
esistenti;
aree di interesse ecologico.
•Giovani agricoltori
•È un pagamento annuale
supplementare della durata
massima di 5 anni, al quale gli
Stati Membri non possono
derogare.
•Spetta ai titolari di aziende
agricole con meno di 40
anni, con la possibilità per
gli Stati UE di introdurre
criteri ulteriori di
ammissibilità.
7. •Sviluppo rurale (II pilastro)
•Tre obiettivi
1. Competitività del settore
•agricolo.
1. Gestione sostenibile delle
•risorse nazionali e azione
•per il clima.
1. Sviluppo territoriale
•equilibrato delle zone
•rurali.
•Sei priorità
1. Promuovere il trasferimento
•di conoscenze e innovazione.
1. Promuovere la competitività
•in agricoltura e la redditività
•delle aziende agricole.
1. Promuovere l’organizzazione
•della filiera agroalimentare
•e la gestione del rischio.
1. Preservare gli ecosistemi
•dipendenti dall’agricoltura e
•dalle foreste.
1. Incoraggiare l’uso efficiente
•delle risorse e un’economia a
•bassa emissione di carbonio.
1. Incentivare l’inclusione
•sociale.
8. Crisi climatica
La più grande minaccia per l'umanità:
• Primo decennio del 21 ° secolo -3.496
disastri naturali per inondazioni,
tempeste, ondate di calore e siccità
• 2005-2013 Tempeste e inondazioni
sempre più disastrose
• 2010 – Enormi inondazioni in Pakistan
• 2013: Tifone Haiyan – più di 12 milioni
di persone coinvolte
• 2014 – Inondazioni in Europa
• Giugno 2015 - onde di calore letali -
oltre 700 morti a Karachi in soli 3 giorni
9.
10. •Estimates of the SCC
•DICE2016R — Nordhaus (PNAS, 2017)
Baseline: in 2020, 37 $ [growth disc], 87 $ [3%]
•Interagency Working Group on Social Cost of Carbon
(2015) Average over the PAGE, FUND and DICE models, In 2020, 13
$ [dr. 5%], 44 $ [3%], 65 $ [2.5%]
•Bansal et al. (NBER, 2016)
•Financial market data driven model: 98 $
•Pindick (NBER, 2016)
•Expert Survey average response: 272–303 $ [dr. 3%]
•Overall the estimates of SCC range from 10$ to 1000$.
•4
LA TERRA E’ UN SISTEMA
COMPLESSO IN STATO DI
EQUILIBRIO PRECARIO
11. Questa capacità di predire con certezza l’evoluzione
nel tempo di un sistema è solo della Fisica classica.
Schemi deterministici e previsioni quantitative sono
accessibili solo a alcune branche della Fisica, della
Chimica e, in minor parte, della Biologia.
Nelle altre scienze - dalla Climatologia all’Economia -
non è possibile usare lo stesso livello di sicurezza.
Non è possibile prevedere a ogni istante lo stato
del sistema, cioè i numeri che misurano l’entità
delle grandezze che definiscono lo stato stesso.
12. Queste considerazioni non alterano gli aspetti fondamentali del
quadro che abbiamo finora tracciato.
Da un lato, sulla scorta di “Abrupt Climate Change”, possiamo affermare con la
forza della ragione scientifica che “i buoi sono già scappati dalla stalla”:
l’instabilità climatica sarà lo scenario delle prossime
decadi, con le conseguenze che già sperimentiamo e la necessità
di un’education volta a superare atteggiamenti emergenziali.
Dall’altro, un percorso difficile e faticoso, di fronte alle massive inerzie e ai
formidabili interessi consolidati dei giganteschi sistemi energetici fossili, alla
necessità di riorientare produzione e consumo all’insegna della “rivoluzione
energetica” e, più in generale, verso un nuovo modello socio-
economico sostenibile.
20. Verso 50 milioni di rifugiati ambientali
• L’ONU afferma che nei prossimi anni moltissime persone saranno
costrette a emigrare perché il luogo dove vivono non è in grado
di sostenere la presenza umana.
• Marocco,Tunisia, Libia e Mali perdono ciascuno oltre 1000 km2
di terra produttiva ogni anno a causa della desertificazione.
• In Turchia 160.000 km2 di terra agricola si perdono per l'erosione
dei suoli.
• Gli effetti della desertificazione, l’erosione dei suoli
l'innalzamento dei mari, lo scioglimento del permafrost (terreno
ghiacciato) e conseguente erosione delle coste produrranno
molti rifugiati ambientali.
• già oggi ci sono più persone sfollate da disastri ambientali che
dalle guerre.
20
21. Per il futuro?
Nel 2020, l'ONU lo ha progettato
50 milioni di rifugiati ambientali
si riverserà nel nord globale.
Stime degli studiosi degli esperti parlano di
250 milioni di rifugiati ambientali entro il 2050.
Il Christian Aid, dà una valutazione più pessimista di
1 miliardo di rifugiati ambientali entro il 2050,
principalmente a causa dello sfruttamento dei suoli, delle attività
minerarie, della costruzione di dighe colossali, di nuovi insediamenti di
aree industriali e urbane, ma anche delle inondazioni (250 milioni).
4 Norman Myers (2002). Environmental refugees: a growing phenomenon of the 21st century. Phil.Trans. R.Soc. Lond.
(357)
22. Cos'è un "rifugiato ambientale"?
Sono affidabili le stime?
Si prevedono più rifugiati per il
cambiamento climatico che per le
guerre
23. I tre 20% al 2020
L’Unione Europea, già nel marzo del
2007, approvò degli obiettivi vincolanti
da conseguire entro il 2020 per ridurre
le emissioni di CO2, rispetto al livello del
1990, a colpi di risparmio energetico e
di fonti di energia rinnovabili
24. -20% delle emissioni di CO2
rispetto al livello 1990
- 20% dei consumi finali previsti al
2020
20% dei consumi finali, non solo
quelli elettrici, coperti da fonti
rinnovabili
25. Climate change – Il cambiamento climatico – un problema
mondiale
• ridurre le emissioni di gas serra
del 40 % rispetto al 1990 entro
il 2030
• portare la quota di energia
rinnovabile al 27 % entro il
2030 (eolica, solare,
idroelettrica, biomassa)
• migliorare l’efficienza energetica
del 27 % entro il 2030
Per fermare il riscaldamento globale,
nel 2014 l’UE ha deciso di:
26. Le fonti di energia in un mondo che cambia
Combustibile
utilizzato in UE nel
2013
Quota di energia importata dai
paesi extraeuropei nel 2013
44%
87%
65%
84%
2%
53%
Carbone Petrolio Gas Nucleare
(uranio)
Rinnovabili Tutti i tipi
di fonti
d’energia
30. Per contenere i danni
Oggi con un più
limitato
investimento
potremmo
prevenire.
Domani
dovremo
affrontare danni
valutabili tra il 5
e il 20% del Pil
mondiale.
Per avere una
buona chance di
restare al di sotto
dei 2° C ad un
prezzo gestibile,
le emissioni, sul
piano mondiale,
dovrebbero
diminuire dal 40
al 70% tra il 2010
ed il 2050, e
scendere a zero
almeno entro il
2100".
31.
32. •IMPATTI SULLE NAZIONI DOVUTI AL CAMBIAMENTO CLIMATICO
•Distribuzione spaziale dell’influenza della temperatura dovuta al
cambiemento climatico sulla produttività economica dei paesi del mondo
•Ref: AR5 SYR 7
•Burke, Hsiang, and Miguel (Nature, 2015)
34. •Conclusions
1. Le stime SCC globali sono maggiori rispetto alle
stime del benchmark contemporaneo
2. Eterogeneità molto significativa nei contributi a
livello nazionale.
3. Assegnazione robusta di SCC tra paesi attraverso
specifiche e scenari.
4. Dominano le incertezze socio-economiche e di
impatto
5. Incertezza del modello sempre più ridotta
•15
35. 8 milioni di posti di lavoro nel 2014
nei vari settori delle rinnovabili, circa il 50% nelle
applicazioni dell’energia solare.
L’innovazione tecnologica è tradizionalmente
"labor-saving"; non è stato questo il caso, al
contrario l’impatto sull’occupazione ha pochi
precedenti nella storia del lavoro
contemporanea.
36. Verso una “democrazia energetica”?
C’è una rivoluzione energetica da compiere.
La transizione da produzione e consumo dominati da
un modello di energia fortemente concentrata, ad
alta “densità”, verso un sistema energetico
decentrato, fonti distribuite nel territorio
e più conoscenza, più innovazione tecnologica e più
partecipazione per un uso intelligente delle risorse.
38. IL MONDO AL TEMPO
DEI QUANTI
Perché il futuro non è
più quello di una volta
Mario Agostinelli e Debora Rizzuto
Mimesis editore
39. Riconsiderare la gerarchia che attraverso
C e (S/T)relativa si instaura nelle relazioni umane
• Velocità muscolare = 10m/s
• Velocità trasmissione segnale neurale = 150-200 m/s
• Velocità di un elettrone
in atomo idrogeno = 1% c
in un conduttore (flusso di Fermi) è 1570 km/s
• Velocità del fronte dei segnali in un computer (elettroni) =
˜190.000 Km/s
• Velocità del fronte di fotoni in fibre ottiche = ˜ c
• V luce c nel vuoto = 300.000Km/s
• Siamo in presenza di orologi che battono tempi diversi
40. Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande
• Il tempo non è un continuo che scorre da sé; lo spazio non è un contenitore fisso dell’universo, si incurva in
presenza di materia
• Spazio e tempo non sono distinguibili. Gli eventi accadono nello spazio-tempo
• Esiste solo la velocità di un oggetto rispetto ad un altro, tranne che per la luce, che è costante
• Il tempo sulla Terra passa più veloce in alto e più lento in basso; un oggetto si contrae fisicamente al
crescere della sua velocità; se si viaggia ad alte velocità il tempo passa più lentamente.
• Tra passato e futuro esiste un presente esteso – che dipende dalla distanza tra l’evento e l’osservatore (15
minuti su Marte, due milioni su Andromeda)
• I concetti di massa e energia si fondono e quel che si conserva è la loro somma
• La materia è granulare, fatta di particelle tutte eguali, caratterizzate da stati energetici quantizzati
• L’universo è finito e non è eterno ed ha un bordo, che dal bing bang continua a espandersi
• Per una particella non si può determinare contemporaneamente posizione e velocità
• E’ l’osservazione che crea la realtà che percepiamo, che non è detto che sia quella vera
41. tutto è connesso…
«Il tempo e lo spazio non sono tra loro indipendenti, e neppure gli atomi o le particelle subatomiche si
possono considerare separatamente.
Come i diversi componenti del pianeta – fisici, chimici e biologici – sono relazionati tra loro, così anche le
specie viventi formano una rete che non finiamo mai di riconoscere e comprendere.
Buona parte della nostra informazione genetica è condivisa con molti esseri viventi. Per tale ragione, le
conoscenze frammentarie e isolate possono diventare una forma d’ignoranza se fanno resistenza ad
integrarsi in una visione più ampia della realtà» (138).
CONNESSI MA…
LONTANI
42. «Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la
natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato
da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo
compenetrati» (139).
Questo vale per quanto viviamo nei diversi campi: nell’economia e nella politica, nelle diverse culture, in
particolar modo in quelle più minacciate, e persino in ogni momento della nostra vita quotidiana.
La prospettiva integrale mette in gioco anche una ecologia delle istituzioni:
«Se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per
l’ambiente e per la qualità della vita umana: “Ogni lesione della solidarietà e dell’amicizia civica provoca
danni ambientali”» (142).
EC
OL
OG
IA
INT
EG
RA
LE
44. “Conta non ciò che sai, ma ciò che sai
essere sbagliato”
(detto indiano)
•G R A Z I E
•www.energiafelice.it
44
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Grazie per l’attenzione
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