3. Alcune informazioni
Data di pubblicazione (1 ) : 2010
Numero di pagine: 99
Ambienti: Campi di concentramento e città (dove viene
abbandonato Arf, il protagonista)
Personaggi: Arf, Bianca, Bambini, Cani (branco di Arf),
vecchio generale (accallapiacani), Hitler, Comandante,
Militari.
4. Alcune tematiche
L’amore, il mito del Buon Selvaggio, l’odio e la
lite tra gli uomini, ma anche la speranza,
l’allegria e l’aiuto reciproco…
Il messaggio del libro
Secondo me il messaggio che l’autrice vuole dare
in questo romanzo è un messaggio di ottimismo e
di speranza. Infatti mostra come anche in una
situazione drammatica, quale la detenzione in un
campo di concentramento, possa trasformarsi in
un’ esperienza migliore se affrontata con un punto
di vista più ottimista.
5. I protagonisti
Arf: un cane-bambino che viene abbandonato in
giovanissima età dalla madre e viene preso e
accudito da una cagna: Bianca. Con la sua
furbizia umana, ma con il modo di vedere i fatti
tipico dei cani, riuscirà a sconvolgere la vita nei
campi di concentramento e a ridare speranza ai
bambini che vivono con lui all’interno del lager.
Inoltre con la sua semplicità riuscirà a cambiare
la sorte della seconda guerra mondiale.
6. Arf = cane + bambino
“…Arf non aveva bisogno di nessuno.
Aveva tutta la superiorità e la saggezza dei cani e tutta la genialità
degli uomini e aveva 5 anni di gioia e incoscienza … era così speciale,
che persino il suo nome era scritto sul libro del destino in un capitolo
a parte intitolato: i protagonisti…”
7. Bianca
“Madre” di Arf, decisa a morire dopo che a
farlo era stata la sua famiglia, ritrova forza in
se stessa dopo aver trovato il cucciolo
abbandonato. Decise quindi di accudirlo e di
educarlo come un vero cane e la sua vita ritorna
a sorridere.
8. Hitler: famoso per la sua spietatezza, ma anche per il
suo “Baffo”, diverrà anche lui “vittima” dei cani che
oramai si ribellano alle regole del campo. Fermatosi a
mangiare nel lager, mentre usa un coltello
affilatissimo (opera di Arf) se ne taglia una parte.
Doveva incontrare una persona molto importante
per il concludersi della guerra a suo favore, ma con la
macchina rotta e con un baffo rimediato con peli di
cane, non riuscì mai a partire. Ecco quindi che la
battaglia fu vinta dagli americani.
9. Il mito del Buon Selvaggio
Quello del buon selvaggio è un mito basato sulla convinzione che
l'uomo in origine fosse un "animale" buono e pacifico, solo
successivamente corrotto dalla società e dal progresso. Il buon
selvaggio come protagonista o, più spesso, affiancato al
protagonista, è stato per lungo tempo un personaggio popolare
tipico della letteratura. Forse il primo più notevole esempio è
Venerdì di Robinson Crusoe (1719) di Daniel Defoe. Ne parla anche
Rousseau, un illuminista vissuto nel 1700.
10. Le caratteristiche del
Buon selvaggio
Le qualità del "buon selvaggio" in generale sono:
Vivere in armonia con la Natura
Generosità e altruismo
Innocenza
Incapacità di mentire, fedeltà
Salute fisica
Disdegno della lussuria
Coraggio morale
Intelligenza "naturale" o saggezza innata e spontanea
11. L’amore
“… Strano l’amore, è catalogato tra i sentimenti,
eppure per l’esistenza della vita è necessario
quanto l’aria e l’acqua e ce ne accorgiamo solo
quando manca… ma è quando manca davvero che
la vita si spegne. Quindi sarebbe opportuno
eleggere l’amore a elemento…”
15. Il razzismo è l’insieme di teorie e comportamenti basati su
una supposta divisione dell’umanità in razze "superiori" e
razze "inferiori".
Il razzismo, associato al potere politico può portare alla
persecuzione, organizzata, istituzionalizzata e al genocidio.
16. L’atteggiamento razzistico è costantemente presente nella
storia dell’umanità, come testimonia la pratica della
schiavitù: gli antichi greci e i romani chiamavano "barbari"
coloro che non parlavano la loro lingua, avevano costumi,
religioni, istituzioni diverse. L’affermarsi di questa
convinzione portò all’affermarsi di differenze tra individui
e popoli e a stabilire un principio di gerarchia secondo il
quale la razza bianca era la razza superiore, predominante
sulle altre; in questo modo veniva giustificato il dominio
sugli altri popoli e l’attribuzione a questi di una missione di
civilizzazione.
17. Le teorie della razza presero spunto da elementi presenti nel Darwinismo e
vennero espressi già nel 1855 da Arthur de Gobineau nel suo celebre saggio
"Sull’ineguaglianza delle razze".
Già durante l’illuminismo Diderot, D’Alembert e Voltaire avevano rifiutato
l’idea che bianchi e neri discendessero da un medesimo progenitore.
All’inizio del ‘900 alcuni pensatori elaborarono più compiute teorie politiche
sulla distinzione tra esseri e razza superiori e inferiori e si fecero
sostenitori di un ritorno in Francia ai principi gerarchici delle monarchie di
antico regime.
Chamberlain mostrò di concepire il razzismo come una nozione pienamente
adeguata ai tempi: egli identificava con la razza germanica la razza
superiore dei suoi tempi.
Successivamente Hitler non aspettò di aver conquistato il potere per esporre
in termini assolutamente chiari la propria dottrina e le linee generali di
quella che sarebbe stata la sua politica. Possiamo dividere così la sua
dottrina in quattro grandi teorie: La dottrina della razza, Il complotto
mondiale ebraico, Il "principio del Fuhrer" e Lo spazio vitale.
18. Lo Stato era visto come un mezzo per raggiungere un fine che era quello
della conservazione dell’esistenza razziale dell’uomo. Ciò dimostra che
non si credeva all’uguaglianza delle razze, ma si riconosceva la
differenza tra razze "superiori" ed "inferiori" e quindi si voleva
promuovere la vittoria del migliore e sottomettere il più debole. Si
teorizzava la sopravvivenza di coloro che sono i portatori di un’etica più
elevata; infatti, secondo Hitler, in un mondo imbastardito e
incontaminato dal sangue negro tutti i concetti del bello e del sublime
umani e ogni raffigurazione di un futuro idealizzato della nostra
umanità andrebbero per sempre perduti. Sulla terra la cultura e la
civiltà umana sono legate alla presenza della razza ariana considerata
razza "superiore" , e occorre che questo sangue sia mantenuto integro
per assicurare la possibilità di uno sviluppo più nobile di questa
esistenza. Quindi secondo Hitler era indispensabile che lo Stato
impedisse prima di tutto quei matrimoni che potevano generare solo
una contaminazione della razza.
19. Ciò consiste nel fatto che la finanza Ebraica desidera la rovina
economica e la completa schiavitù politica della Germania:
l’Ebreo è dunque colui che incita alla totale distruzione di
quest’ultima, sono gli ebrei che promuovono da ogni parte
del mondo attacchi contro i tedeschi di modo che tutti gli
altri Stati, uno ad uno, hanno rinunciato alla neutralità e
sono entrati la servizio della coalizione della guerra
mondiale. Anche gli Inglesi desideravano l’annientamento
germanico, ma rinunciarono per mantenere la loro
posizione nel mondo, invece l’ebreo organizza l’assalto per
la conquista della medesima posizione.
20. Hitler sostiene che il loro movimento è alla base del principio
di Fuhrer. Uno dei principali scopi di questo movimento è di
far si che questo principio non sia determinato solo
all’interno delle proprie file, ma anche per tutto lo Stato.
Colui che è Dirigente oltre ad avere una massima e
illimitata autorità, ha anche la responsabilità di prendere
decisioni definitive e chi non si sente pronto di prendere
assumersi questa responsabilità d’azione, non è adatto a
fare il Fuhrer.
21. Sempre secondo Hitler lo Stato deve essere in grado di
salvaguardare l’esistenza su questo pianeta della razza
raccolta nello Stato, creando un sistema di rapporti sano,
adatto alla vita e in grado di promuovere la crescita
numerica del popolo: cioè uno spazio vitale.
22. Le teorie della razza, unite ai pregiudizi emersi nei confronti
degli Ebrei culminerà nel nazismo, un’ideologia che
racchiude il razzismo biologico. Il razzismo nazista parte dal
divieto delle mescolanze razziali: per riconquistare la
purezza è necessario che la razza ariana soggioghi gli altri
popoli e le altre razze eliminando quelle inassimilabili. La
graduatoria di coloro che erano destinati ad essere esclusi
dalla comunità di stirpe comprendeva gli Ebrei, tutti coloro
gli avversari politici del nazismo e tutti i gruppi etnici o
sociali che non corrispondevano ai requisiti della purezza e
della superiorità razziale. Al primo posto gli Ebrei che Hitler
non considerava come una vera e propria razza, ma una
razza mentale: "L’Ebreo è per definizione lo straniero
inassimilabile e che rifiuta di assimilarsi. E’ questo che
distingue l’Ebreo dagli altri stranieri. L’Ebreo, ovunque egli
vada, resta un Ebreo. E’ un essere per natura inassimilabile.
Ed è proprio questo carattere, che lo rende inadatto
all’assimilazione, ciò che ne definisce la razza".
23. Oggi il razzismo è sempre presente e non cessa di provocare
moti d'intolleranza più o meno violenta: e non soltanto
verso nazioni d'altro colore e d'altra civiltà. Esso, infatti, si
è trasformato in discriminazione più diffusa, anche
all'interno di gruppi dello stesso colore, fino a diventare
avversione sociale verso i più miseri, i più infelici, i
disadattati, i vecchi, gli inabili, i colpevoli di un reato.
Pensiamo per un momento alle varie tragedie e genocidi:
ex Jugoslavia (pulizia etnica), Ruanda (Tutsi e Hutu),
Angola, Nigeria (Biafra), e altre parti del mondo.
24. A mio parere, il razzismo non è meno pericoloso e né
meno crudele del nazismo hitleriano e del fascismo.
Queste osservazioni sono necessarie poiché da
qualche tempo ormai vi è l'abitudine di parlare di
questi fenomeni come di una cosa che riguarda gli altri
e non ci tocca, dimenticando che prima con i
meridionali e oggi con gli extracomunitari, sono
maltrattati da noi italiani. Lo sviluppo delle varie
civiltà, insomma, dipende dalle condizioni di vita in cui
si vengono trovare. Perciò il razzismo non ha alcuna
base scientifica, si tratta di una teoria sostenuta da
certi gruppi umani per giustificare l'oppressione da
loro esercitata nei confronti d'altri gruppi.
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35. Alcune riflessioni: il
razzismo
Il razzismo è sempre esistito, ma in Italia si stà
verificando soprattutto negli ultimi anni con l’arrivo
degli extracomunitari. È molto facile sentire gli adulti
dire frasi come: “Da quando ci sono loro c’è più
delinquenza” o “Sono venuti a rubarci il posto di
lavoro”. Questo ci mostra quanto gli altri siano pieni di
pregiudizi nei loro confronti solo perchè hanno culture
differenti ( per non parlare delle discriminazioni tra
nord e sud dell’ Italia! ) Secondo me il razzismo esiste
perchè l’uomo, essendo un essere pensante, crede di
essere superiore ai suoi simili. Gli animali agiscono
invece per istinto e quindi si aiutano anche a vicenda.
Penso comunque che non esistano persone buone o
cattive in base alle loro credenze, ma credo che ciò
dipenda dalla propria personalità.
36. Tutte le creature su questo mondo sono state
create dallo stesso Dio, quindi perché
disprezzare i nostri fratelli? Tutti gli uomini
hanno le stesse mani e le stesse gambe, che
servono per lavorare, per mangiare e per vivere!
Forse saranno di colore differente… ma cosa
importa? Che differenza c’è fra un uomo bianco,
giallo, rosso o nero? Nessuna, tutti siamo uguali!
A volte mi chiedo come possiamo odiare chi non
conosciamo, ma ancora non riesco a trovare la
risposta. “Agli occhi degli altri, tutti sono
stranieri , mai compresi. E se tutti siamo
stranieri, nessuno lo è!” Come cerca di spiegare
Vittorio Zucconi con il brano “Stranieri come
noi”… e chi ha più ragione di lui?
37. ANNO SCOLASTICO 2011/2012
Lavoro eseguito dagli alunni della classe 2E :
Gabriele Rocchi, Sanzari Pierfrancesco, Martina
Sala, Beatrice Magliocca, Beatrice Rinaldi,
Gugliemo Alfonsi, Lorenzo Manni .
Il lavoro è stato realizzato per il progetto
“incontro con l’autore” e coordinato dalla
prof.ssa Paola lombardi.