L’architettura come salute psicobiologica quotidiana

1. L’architettura come salute
psicobiologica quotidiana
Morfogenesi e biofilia
Dott. Stefano Serafini
www.biourbanism.org

2. In principio fu l’arte
Da Malevič
al Decostruttivismo

7. La modernità delle macchine
“La forma segua la funzione”
…ma questa “funzione”
funziona…?

13. Se la funzione è fallita,
tanto peggio per la funzione!
L’architettura è arte e spazio
espressivo individuale.

19. Quali soluzioni?
‐ il classicismo/vernacolare/falso storico?
‐ il neo‐funzionalismo bioarchitettonico?
‐ l’indifferenza?

20. Ripartire da una
epistemologia dell’architettura,
centrandola sulla riscoperta dei
bisogni e delle strutture profonde
umane.
La scienza della forma

21. La matematica vivente dello spazio
‐ Gli esperimenti di Christopher Alexander
sulla preferenza “interna”
‐ Il “mistero” di Fibonacci
‐ La caratteristica nutritiva dei frattali
‐ La teoria della Savana di Kaplan
‐ La nuova biologia della forma

37. La “riscoperta”
dei medesimi ordini matematici
viventi nell’architettura antica,
vernacolare, autocostruita, ecc.

47. Un po’ di neurofisiologia
Forme che mettono in tensione il sistema
neurofisiologico ed endocrino, agiscono sul
sistema ormonale, l’apparato
cardiovascolatorio, il sistema simpatico e
parasimpatico, il comportamento.
(Kaplan, Ulrich)

51. Un po’ di neurofisiologia
L’arte è arte,
ma il nostro cervello reagisce in base
alle leggi di natura senza consultare i
critici delle Biennali: la
neuroestetica.

56. Sacro e natura
I luoghi naturali con maggiore vitalità,
cioè con una complessità frattale e una grande
ricchezza nutritiva per il nostro sistema
neurofisiologico
attivano la massima connessione
e ispirano sentimenti di esaltazione e
trascendenza.

58. Sacro e natura
Complessità frattale e biofilia nel
costruito aumentano là dove l’uomo
ha storicamente cercato di realizzare
la massima connessione:
gli edifici sacri.

62. Sacro e natura
La stessa tendenza architettonica della quale
abbiamo parlato sopra, aggredisce tali spazi
con precisione chirurgica e dichiarato odio
ideologico di tipo architettonico (non
necessariamente laicista).
L’effetto è la “dissacrazione” dello spazio
mediante forme di disconnessione. Chiese
come discoteche o hangar, rifiutate dai fedeli
ma amate dai critici d’arte.