2. NEL 1919 GROPIUS
RICEVE L’INCARICO DI
DIRIGERE UNA NUOVA
SCUOLA DI BELLE ARTI
A WIEMAR
Manifesto del Bauhaus
3. GROPIUS CHIAMÒ AD
INSEGNARE ALLA
BUHAUS ALCUNI
DEGLI ARTISTI PIÙ
SIGNIFICATIVI DEL
PANORAMA
EUROPEO:
MIES VAN DER ROHE,
KANDISKY, KLEE,
FEININGER,
MOHOLY-NAGY, OUD,
VAN DOESBURG,
ED ALTRI.
TANTE PERSONALITÀ
COSTITUIRONO UN
CLIMA IDEALE E
FECONDO PER LA
DEFINIZIONE DI UNA
NUOVA
METODOLOGIA
PROGETTUALE.
I maestri del Bauhaus: Josef Albers, Hinnerk Scheper, Georg Muche, László Moholy-Nagy,
Herbert Bayer, Joost Schmidt, Walter Gropius, Marcel Breuer, Wassily Kandinsky, Paul Klee,
Lyonel Feininger, Gunta Stölzl e Oskar Schlemmer.
4. BAUHAUS, NON ERA SOLO UNA SCUOLA D’ARCHITETTURA, MA ANCHE UNA SCUOLA D’ARTE APPLICATA.
IN ESSA SI SPERIMENTAVA UN METODO CHE CONSENTISSE DI ARRIVARE AL PROGETTO , TRAMITE UNA
RIGOROSA ANALISI FUNZIONALE DEGLI OGGETTI E DEGLI EDIFICI.
SINTOMATICAMENTE LA SCUOLA AFFERMAVA DI NON AVERE AFFATTO UNO STILE, MA DI BASARSI SOLO
SU SCELTE MOTIVATE RAZIONALMENTE
5. CIÒ CHE VIENE A MODIFICARSI È
IL RAPPORTO FONDAMENTALE
TRA FORMA E FUNZIONE
LA CULTURA TEDESCA TRA LE
DUE GUERRE AFFRONTÒ,
PER LA PRIMA VOLTA, DAL PUNTO
DI VISTA ARCHITETTONICO IL
PROBLEMA DELLE ABITAZIONI
POPOLARI ED OPERAIE.
A QUESTO TEMA FURONO
DEDICATI NUMEROSI STUDI E
REALIZZAZIONI, CHE
COSTITUIRONO LA BASE PER LA
NASCITA DELLA QUASI TOTALITÀ
DEI QUARTIERI POPOLARI CHE IN
SEGUITO SORSERO IN EUROPA, IN
PARTICOLARE NELLA RUSSIA
COMUNISTA, MA ANCHE IN ITALIA.
6. NEL 1926, IL BAUHAUS SI
TRASFERISCE A DESSAU, DOVE
WALTER GROPIUS PROGETTO’ UN
NUOVO EDIFICIO CHE FU
COSTRUITO IN UN SOLO ANNO E
PLASMATO CON IL CEMENTO, IL
VETRO E L’ACCIAIO.
L’EDIFICIO È STATO PENSATO
COME UN LUOGO DI
SPERIMENTAZIONE «SCIENTIFICA»
PIUTTOSTO CHE DI ARTE
TRADIZIONALMENTE INTESO: SI
INSEGNAVA L'ARTE ASTRATTA E LA
TEORIA DEL COLORE, PIUTTOSTO
CHE LA STORIA DELL'ARTE COME
NELLE SCUOLE D'ARTE
TRADIZIONALI.
LO SCOPO ERA QUELLO DI CREARE
LEGAMI PIÙ STRETTI TRA LE
MACCHINE E GLI ARTISTI.
7. Furono i regimi
totalitari degli anni
Trenta a costituire il
maggior ostacolo alla
diffusione della nuova
architettura. La Russia
di Stalin, l’Italia di
Mussolini, la Germania
di Hitler, bandirono
questi fermenti
innovativi, preferendo
affidarsi ad
un’architettura di
stampo neoclassico,
pomposa,
magniloquente, ma
soprattutto ideologica,
che si basava su
pretestuose continuità
di tradizioni.
8. La Bauhaus fu chiusa
dai nazisti, e la maggior
parte degli insegnanti
ed allievi emigrò negli
Stati Uniti, portando qui
il frutto delle
esperienze europee
maturate in un
ventennio quanto mai
intenso e rivoluzionario
per l’architettura e il
design.
Sedia Wassily, disegnata da Marcel Breuer.
All'epoca (1925) direttore del laboratorio del
legno presso il Bauhaus di Dessau.
9. La poltrona Barcelona fu
progettata da Ludwig Mies
van der Rohe in occasione
dell'Esposizione
universale di Barcellona
del 1929, per il padiglione
tedesco (anch'esso di
Mies van der Rohe). La
poltrona Barcelona è
un'icona del disegno
industriale prodotto dal
movimento moderno ed
espressione di una
semplice eleganza che
incarna il più celebre
motto di Mies van der
12. RAZIONALISM
O
Scrisse William Morris nel
1881: «L’architettura
abbraccia la considerazione
di tutto l’ambiente fisico che
circonda la vita umana; non
possiamo sottrarci ad essa,
finché facciamo parte del
consorzio civile, perché
l’architettura è l’insieme
delle modifiche e delle
alterazioni introdotte sulla
superficie terrestre, in vista
delle necessità umane»
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13. La prima vera rottura
avvenne con Adolf Loos,
architetto viennese degli inizi
del secolo, autore della
celebre frase: «ornamento è
delitto».
Egli, infatti, sosteneva che la
bellezza degli edifici era nella
loro forma strutturale e
volumetrica, non nelle
decorazioni che vi si
applicavano. Pertanto i suoi
edifici, si presentarono, per
la prima volta, con prospetti
totalmente spogli, il cui piano
era disegnato unicamente
dalle aperture delle finestre
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14. La svolta decisiva avvenne negli anni
’20, in Francia e Germania, grazie a
due grandi personalità
dell’architettura che operarono scelte
innovative e metodologiche: Le
Corbusier e Walter Gropius.
La ripresa dell’attività edilizia dopo la
fine della guerra mondiale poneva i
costruttori di fronte ad una situazione
sociale, economica e tecnologica
profondamente cambiata.
A causa del mutamento quantitativo
e qualitativo dei suoi contenuti e del
suo dinamismo funzionale, nonché
del crescente sviluppo della
meccanizzazione dei servizi e dei
trasporti, la struttura delle città non
rispondeva più alle nuove esigenze
sociali.
3
15. La città «nuova» deve
tener conto della classe
operaia che, cosciente di
aver contribuito più di
ogni altra allo sforzo
bellico, è diventata una
componente forte della
comunità urbana e non
può essere più
considerata alla stregua
di uno strumento.
In quest’ottica la città
deve mutare sia dal
punto di vista fisiologico
che psicologico: la città-
fabbrica è un ambiente
insalubre e opprimente,
psicologicamente
alienante.
4
16. L’architetto, prima che un
costruttore, deve essere un
urbanista, progettare lo
spazio urbano. Gli architetti
da ora in poi si pongono il
problema funzionale della
città, sono i soli a condurre
una libera ricerca e a
giungere a risultati
esteticamente validi.
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17. L’ARCHITETTURA MODERNA SI SVILUPPA IN TUTTO IL MONDO SECONDO
ALCUNI PRINCIPI GENERALI:
1 ) La priorità della pianificazione urbanistica sulla progettazione
architettonica;
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19. 8 3) La rigorosa razionalità delle forme architettoniche, intese come
deduzioni logiche (effetti) da esigenze obiettive (cause) decorazione.
20. 9 4) il ricorso sistematico alla tecnologia industriale, alla standardizzazione,
alla prefabbricazione in serie.
21. 10
5)
la concezione
dell’architettura e della
produzione industriale
qualificata, come
fattori condizionanti
del progresso sociale
e dell’educazione
democratica della
comunità.
22. Nell’ambito di quella che si può definire «etica fondamentale o deontologia»
dell’architettura moderna,
si distinguono diverse
impostazioni
programmatiche
e diversi indirizzi,
dipendenti dalle condizioni
nazionali e da situazioni
oggettive, sociali e culturali.
23. A Il razionalismo formale,
ha il suo centro in Francia, e fa capo a Le Corbusier
24. B Il razionalismo metodologico-didattico,
ha il suo centro in Germania nella Bauhaus, e fa capo a W. Gropius
26. D Il razionalismo formalistico, del Neo-plasticismo olandese
Theo van Doesburg-Model Artist House, 1923
27. E Il razionalismo empirico dei paesi scandinavi,
ha il suo massimo esponente in A. Aalto
28. F Il razionalismo organico americano,
con la personalità dominante di F. L. Wright
29. CONCLUDIAMO CON LE
PAROLE DI UN GRANDE
STORICO
DELL’ARCHITETTURA:
« Essa [l'architettura] è il
prodotto di fattori di ogni
genere, sociali, economici,
scientifici, tecnici, etnologici. Per
quanto un'epoca cerchi di
mascherarsi, la sua vera natura
trasparirà sempre attraverso la
sua architettura.»
(Sigfried Giedion)