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ARCHITETTURA
RAZIO
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NEL 1919 GROPIUS
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DIRIGERE UNA NUOVA
SCUOLA DI BELLE ARTI
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Manifesto del Bauhaus
GROPIUS CHIAMÒ AD
INSEGNARE ALLA
BUHAUS ALCUNI
DEGLI ARTISTI PIÙ
SIGNIFICATIVI DEL
PANORAMA
EUROPEO:
MIES VAN DER ROHE,
KANDISKY, KLEE,
FEININGER,
MOHOLY-NAGY, OUD,
VAN DOESBURG,
ED ALTRI.
TANTE PERSONALITÀ
COSTITUIRONO UN
CLIMA IDEALE E
FECONDO PER LA
DEFINIZIONE DI UNA
NUOVA
METODOLOGIA
PROGETTUALE.
I maestri del Bauhaus: Josef Albers, Hinnerk Scheper, Georg Muche, László Moholy-Nagy,
Herbert Bayer, Joost Schmidt, Walter Gropius, Marcel Breuer, Wassily Kandinsky, Paul Klee,
Lyonel Feininger, Gunta Stölzl e Oskar Schlemmer.
BAUHAUS, NON ERA SOLO UNA SCUOLA D’ARCHITETTURA, MA ANCHE UNA SCUOLA D’ARTE APPLICATA.
IN ESSA SI SPERIMENTAVA UN METODO CHE CONSENTISSE DI ARRIVARE AL PROGETTO , TRAMITE UNA
RIGOROSA ANALISI FUNZIONALE DEGLI OGGETTI E DEGLI EDIFICI.
SINTOMATICAMENTE LA SCUOLA AFFERMAVA DI NON AVERE AFFATTO UNO STILE, MA DI BASARSI SOLO
SU SCELTE MOTIVATE RAZIONALMENTE
CIÒ CHE VIENE A MODIFICARSI È
IL RAPPORTO FONDAMENTALE
TRA FORMA E FUNZIONE
LA CULTURA TEDESCA TRA LE
DUE GUERRE AFFRONTÒ,
PER LA PRIMA VOLTA, DAL PUNTO
DI VISTA ARCHITETTONICO IL
PROBLEMA DELLE ABITAZIONI
POPOLARI ED OPERAIE.
A QUESTO TEMA FURONO
DEDICATI NUMEROSI STUDI E
REALIZZAZIONI, CHE
COSTITUIRONO LA BASE PER LA
NASCITA DELLA QUASI TOTALITÀ
DEI QUARTIERI POPOLARI CHE IN
SEGUITO SORSERO IN EUROPA, IN
PARTICOLARE NELLA RUSSIA
COMUNISTA, MA ANCHE IN ITALIA.
NEL 1926, IL BAUHAUS SI
TRASFERISCE A DESSAU, DOVE
WALTER GROPIUS PROGETTO’ UN
NUOVO EDIFICIO CHE FU
COSTRUITO IN UN SOLO ANNO E
PLASMATO CON IL CEMENTO, IL
VETRO E L’ACCIAIO.
L’EDIFICIO È STATO PENSATO
COME UN LUOGO DI
SPERIMENTAZIONE «SCIENTIFICA»
PIUTTOSTO CHE DI ARTE
TRADIZIONALMENTE INTESO: SI
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TEORIA DEL COLORE, PIUTTOSTO
CHE LA STORIA DELL'ARTE COME
NELLE SCUOLE D'ARTE
TRADIZIONALI.
LO SCOPO ERA QUELLO DI CREARE
LEGAMI PIÙ STRETTI TRA LE
MACCHINE E GLI ARTISTI.
Furono i regimi
totalitari degli anni
Trenta a costituire il
maggior ostacolo alla
diffusione della nuova
architettura. La Russia
di Stalin, l’Italia di
Mussolini, la Germania
di Hitler, bandirono
questi fermenti
innovativi, preferendo
affidarsi ad
un’architettura di
stampo neoclassico,
pomposa,
magniloquente, ma
soprattutto ideologica,
che si basava su
pretestuose continuità
di tradizioni.
La Bauhaus fu chiusa
dai nazisti, e la maggior
parte degli insegnanti
ed allievi emigrò negli
Stati Uniti, portando qui
il frutto delle
esperienze europee
maturate in un
ventennio quanto mai
intenso e rivoluzionario
per l’architettura e il
design.
Sedia Wassily, disegnata da Marcel Breuer.
All'epoca (1925) direttore del laboratorio del
legno presso il Bauhaus di Dessau.
La poltrona Barcelona fu
progettata da Ludwig Mies
van der Rohe in occasione
dell'Esposizione
universale di Barcellona
del 1929, per il padiglione
tedesco (anch'esso di
Mies van der Rohe). La
poltrona Barcelona è
un'icona del disegno
industriale prodotto dal
movimento moderno ed
espressione di una
semplice eleganza che
incarna il più celebre
motto di Mies van der
Café Aubette, Strasburgo (Van Doesburg, Tauber e Arp, 1926).
Rietveld, 1924 Utrecht - Casa Schröder, capolavoro dell’architettura neoplastica.
RAZIONALISM
O
Scrisse William Morris nel
1881: «L’architettura
abbraccia la considerazione
di tutto l’ambiente fisico che
circonda la vita umana; non
possiamo sottrarci ad essa,
finché facciamo parte del
consorzio civile, perché
l’architettura è l’insieme
delle modifiche e delle
alterazioni introdotte sulla
superficie terrestre, in vista
delle necessità umane»
1
La prima vera rottura
avvenne con Adolf Loos,
architetto viennese degli inizi
del secolo, autore della
celebre frase: «ornamento è
delitto».
Egli, infatti, sosteneva che la
bellezza degli edifici era nella
loro forma strutturale e
volumetrica, non nelle
decorazioni che vi si
applicavano. Pertanto i suoi
edifici, si presentarono, per
la prima volta, con prospetti
totalmente spogli, il cui piano
era disegnato unicamente
dalle aperture delle finestre
2
La svolta decisiva avvenne negli anni
’20, in Francia e Germania, grazie a
due grandi personalità
dell’architettura che operarono scelte
innovative e metodologiche: Le
Corbusier e Walter Gropius.
La ripresa dell’attività edilizia dopo la
fine della guerra mondiale poneva i
costruttori di fronte ad una situazione
sociale, economica e tecnologica
profondamente cambiata.
A causa del mutamento quantitativo
e qualitativo dei suoi contenuti e del
suo dinamismo funzionale, nonché
del crescente sviluppo della
meccanizzazione dei servizi e dei
trasporti, la struttura delle città non
rispondeva più alle nuove esigenze
sociali.
3
La città «nuova» deve
tener conto della classe
operaia che, cosciente di
aver contribuito più di
ogni altra allo sforzo
bellico, è diventata una
componente forte della
comunità urbana e non
può essere più
considerata alla stregua
di uno strumento.
In quest’ottica la città
deve mutare sia dal
punto di vista fisiologico
che psicologico: la città-
fabbrica è un ambiente
insalubre e opprimente,
psicologicamente
alienante.
4
L’architetto, prima che un
costruttore, deve essere un
urbanista, progettare lo
spazio urbano. Gli architetti
da ora in poi si pongono il
problema funzionale della
città, sono i soli a condurre
una libera ricerca e a
giungere a risultati
esteticamente validi.
5
L’ARCHITETTURA MODERNA SI SVILUPPA IN TUTTO IL MONDO SECONDO
ALCUNI PRINCIPI GENERALI:
1 ) La priorità della pianificazione urbanistica sulla progettazione
architettonica;
6
2) La massima economia
nell’impiego del suolo
7
8 3) La rigorosa razionalità delle forme architettoniche, intese come
deduzioni logiche (effetti) da esigenze obiettive (cause) decorazione.
9 4) il ricorso sistematico alla tecnologia industriale, alla standardizzazione,
alla prefabbricazione in serie.
10
5)
la concezione
dell’architettura e della
produzione industriale
qualificata, come
fattori condizionanti
del progresso sociale
e dell’educazione
democratica della
comunità.
Nell’ambito di quella che si può definire «etica fondamentale o deontologia»
dell’architettura moderna,
si distinguono diverse
impostazioni
programmatiche
e diversi indirizzi,
dipendenti dalle condizioni
nazionali e da situazioni
oggettive, sociali e culturali.
A Il razionalismo formale,
ha il suo centro in Francia, e fa capo a Le Corbusier
B Il razionalismo metodologico-didattico,
ha il suo centro in Germania nella Bauhaus, e fa capo a W. Gropius
C
Il razionalismo ideologico,
del Costruttivismo sovietico
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D Il razionalismo formalistico, del Neo-plasticismo olandese
Theo van Doesburg-Model Artist House, 1923
E Il razionalismo empirico dei paesi scandinavi,
ha il suo massimo esponente in A. Aalto
F Il razionalismo organico americano,
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STORICO
DELL’ARCHITETTURA:
« Essa [l'architettura] è il
prodotto di fattori di ogni
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Architettura razionalista

  • 2. NEL 1919 GROPIUS RICEVE L’INCARICO DI DIRIGERE UNA NUOVA SCUOLA DI BELLE ARTI A WIEMAR Manifesto del Bauhaus
  • 3. GROPIUS CHIAMÒ AD INSEGNARE ALLA BUHAUS ALCUNI DEGLI ARTISTI PIÙ SIGNIFICATIVI DEL PANORAMA EUROPEO: MIES VAN DER ROHE, KANDISKY, KLEE, FEININGER, MOHOLY-NAGY, OUD, VAN DOESBURG, ED ALTRI. TANTE PERSONALITÀ COSTITUIRONO UN CLIMA IDEALE E FECONDO PER LA DEFINIZIONE DI UNA NUOVA METODOLOGIA PROGETTUALE. I maestri del Bauhaus: Josef Albers, Hinnerk Scheper, Georg Muche, László Moholy-Nagy, Herbert Bayer, Joost Schmidt, Walter Gropius, Marcel Breuer, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Lyonel Feininger, Gunta Stölzl e Oskar Schlemmer.
  • 4. BAUHAUS, NON ERA SOLO UNA SCUOLA D’ARCHITETTURA, MA ANCHE UNA SCUOLA D’ARTE APPLICATA. IN ESSA SI SPERIMENTAVA UN METODO CHE CONSENTISSE DI ARRIVARE AL PROGETTO , TRAMITE UNA RIGOROSA ANALISI FUNZIONALE DEGLI OGGETTI E DEGLI EDIFICI. SINTOMATICAMENTE LA SCUOLA AFFERMAVA DI NON AVERE AFFATTO UNO STILE, MA DI BASARSI SOLO SU SCELTE MOTIVATE RAZIONALMENTE
  • 5. CIÒ CHE VIENE A MODIFICARSI È IL RAPPORTO FONDAMENTALE TRA FORMA E FUNZIONE LA CULTURA TEDESCA TRA LE DUE GUERRE AFFRONTÒ, PER LA PRIMA VOLTA, DAL PUNTO DI VISTA ARCHITETTONICO IL PROBLEMA DELLE ABITAZIONI POPOLARI ED OPERAIE. A QUESTO TEMA FURONO DEDICATI NUMEROSI STUDI E REALIZZAZIONI, CHE COSTITUIRONO LA BASE PER LA NASCITA DELLA QUASI TOTALITÀ DEI QUARTIERI POPOLARI CHE IN SEGUITO SORSERO IN EUROPA, IN PARTICOLARE NELLA RUSSIA COMUNISTA, MA ANCHE IN ITALIA.
  • 6. NEL 1926, IL BAUHAUS SI TRASFERISCE A DESSAU, DOVE WALTER GROPIUS PROGETTO’ UN NUOVO EDIFICIO CHE FU COSTRUITO IN UN SOLO ANNO E PLASMATO CON IL CEMENTO, IL VETRO E L’ACCIAIO. L’EDIFICIO È STATO PENSATO COME UN LUOGO DI SPERIMENTAZIONE «SCIENTIFICA» PIUTTOSTO CHE DI ARTE TRADIZIONALMENTE INTESO: SI INSEGNAVA L'ARTE ASTRATTA E LA TEORIA DEL COLORE, PIUTTOSTO CHE LA STORIA DELL'ARTE COME NELLE SCUOLE D'ARTE TRADIZIONALI. LO SCOPO ERA QUELLO DI CREARE LEGAMI PIÙ STRETTI TRA LE MACCHINE E GLI ARTISTI.
  • 7. Furono i regimi totalitari degli anni Trenta a costituire il maggior ostacolo alla diffusione della nuova architettura. La Russia di Stalin, l’Italia di Mussolini, la Germania di Hitler, bandirono questi fermenti innovativi, preferendo affidarsi ad un’architettura di stampo neoclassico, pomposa, magniloquente, ma soprattutto ideologica, che si basava su pretestuose continuità di tradizioni.
  • 8. La Bauhaus fu chiusa dai nazisti, e la maggior parte degli insegnanti ed allievi emigrò negli Stati Uniti, portando qui il frutto delle esperienze europee maturate in un ventennio quanto mai intenso e rivoluzionario per l’architettura e il design. Sedia Wassily, disegnata da Marcel Breuer. All'epoca (1925) direttore del laboratorio del legno presso il Bauhaus di Dessau.
  • 9. La poltrona Barcelona fu progettata da Ludwig Mies van der Rohe in occasione dell'Esposizione universale di Barcellona del 1929, per il padiglione tedesco (anch'esso di Mies van der Rohe). La poltrona Barcelona è un'icona del disegno industriale prodotto dal movimento moderno ed espressione di una semplice eleganza che incarna il più celebre motto di Mies van der
  • 10. Café Aubette, Strasburgo (Van Doesburg, Tauber e Arp, 1926).
  • 11. Rietveld, 1924 Utrecht - Casa Schröder, capolavoro dell’architettura neoplastica.
  • 12. RAZIONALISM O Scrisse William Morris nel 1881: «L’architettura abbraccia la considerazione di tutto l’ambiente fisico che circonda la vita umana; non possiamo sottrarci ad essa, finché facciamo parte del consorzio civile, perché l’architettura è l’insieme delle modifiche e delle alterazioni introdotte sulla superficie terrestre, in vista delle necessità umane» 1
  • 13. La prima vera rottura avvenne con Adolf Loos, architetto viennese degli inizi del secolo, autore della celebre frase: «ornamento è delitto». Egli, infatti, sosteneva che la bellezza degli edifici era nella loro forma strutturale e volumetrica, non nelle decorazioni che vi si applicavano. Pertanto i suoi edifici, si presentarono, per la prima volta, con prospetti totalmente spogli, il cui piano era disegnato unicamente dalle aperture delle finestre 2
  • 14. La svolta decisiva avvenne negli anni ’20, in Francia e Germania, grazie a due grandi personalità dell’architettura che operarono scelte innovative e metodologiche: Le Corbusier e Walter Gropius. La ripresa dell’attività edilizia dopo la fine della guerra mondiale poneva i costruttori di fronte ad una situazione sociale, economica e tecnologica profondamente cambiata. A causa del mutamento quantitativo e qualitativo dei suoi contenuti e del suo dinamismo funzionale, nonché del crescente sviluppo della meccanizzazione dei servizi e dei trasporti, la struttura delle città non rispondeva più alle nuove esigenze sociali. 3
  • 15. La città «nuova» deve tener conto della classe operaia che, cosciente di aver contribuito più di ogni altra allo sforzo bellico, è diventata una componente forte della comunità urbana e non può essere più considerata alla stregua di uno strumento. In quest’ottica la città deve mutare sia dal punto di vista fisiologico che psicologico: la città- fabbrica è un ambiente insalubre e opprimente, psicologicamente alienante. 4
  • 16. L’architetto, prima che un costruttore, deve essere un urbanista, progettare lo spazio urbano. Gli architetti da ora in poi si pongono il problema funzionale della città, sono i soli a condurre una libera ricerca e a giungere a risultati esteticamente validi. 5
  • 17. L’ARCHITETTURA MODERNA SI SVILUPPA IN TUTTO IL MONDO SECONDO ALCUNI PRINCIPI GENERALI: 1 ) La priorità della pianificazione urbanistica sulla progettazione architettonica; 6
  • 18. 2) La massima economia nell’impiego del suolo 7
  • 19. 8 3) La rigorosa razionalità delle forme architettoniche, intese come deduzioni logiche (effetti) da esigenze obiettive (cause) decorazione.
  • 20. 9 4) il ricorso sistematico alla tecnologia industriale, alla standardizzazione, alla prefabbricazione in serie.
  • 21. 10 5) la concezione dell’architettura e della produzione industriale qualificata, come fattori condizionanti del progresso sociale e dell’educazione democratica della comunità.
  • 22. Nell’ambito di quella che si può definire «etica fondamentale o deontologia» dell’architettura moderna, si distinguono diverse impostazioni programmatiche e diversi indirizzi, dipendenti dalle condizioni nazionali e da situazioni oggettive, sociali e culturali.
  • 23. A Il razionalismo formale, ha il suo centro in Francia, e fa capo a Le Corbusier
  • 24. B Il razionalismo metodologico-didattico, ha il suo centro in Germania nella Bauhaus, e fa capo a W. Gropius
  • 25. C Il razionalismo ideologico, del Costruttivismo sovietico Lo stadio di Mosca di Konstantin Stepanovič Melnikov
  • 26. D Il razionalismo formalistico, del Neo-plasticismo olandese Theo van Doesburg-Model Artist House, 1923
  • 27. E Il razionalismo empirico dei paesi scandinavi, ha il suo massimo esponente in A. Aalto
  • 28. F Il razionalismo organico americano, con la personalità dominante di F. L. Wright
  • 29. CONCLUDIAMO CON LE PAROLE DI UN GRANDE STORICO DELL’ARCHITETTURA: « Essa [l'architettura] è il prodotto di fattori di ogni genere, sociali, economici, scientifici, tecnici, etnologici. Per quanto un'epoca cerchi di mascherarsi, la sua vera natura trasparirà sempre attraverso la sua architettura.» (Sigfried Giedion)