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Discalculia
                         e
                Strategie di studio


                         4 marzo 2011




ATTILIO MILO – INSEGNANTE DI SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO – FORMATORE AID
Disturbo Specifico d’Apprendimento
                  =
           “DISLESSIA”




       Disturbo di LETTURA
                   =
             DISLESSIA


                       Disturbo di SCRITTURA
                                  =
                            DISGRAFIA e
                              DISORTOGRAFIA
       Disturbo di CALCOLO
                 =
           DISCALCULIA
DEFINIZIONE

•La Discalculia Evolutiva è un disturbo caratterizzato
da ridotte capacità nell’apprendimento numerico e del
calcolo in rapporto alla classe frequentata.

                    •Interferisce negativamente con
                    l’apprendimento scolastico e con le
                    attività quotidiane che richiedono
                    capacità di calcolo

                    •È  presente  in   bambini       con
                    normodotazione intellettiva

                    •Non è imputabile a danni organici,
                    deficit visivi, uditivi o neurologici

                    •Non è imputabile a insegnamento
                    inadeguato
•Le prestazioni aritmetiche di base di questi
   bambini (addizione, sottrazione, moltiplicazione e
   divisione) risultano significativamente al di sotto
   del livello atteso rispetto all’età cronologica,
   all’intelligenza generale e alla classe frequentata.


•La diagnosi di discalculia non
può essere formulata prima
della terza elementare ma già
nel primo ciclo possono essere
rilevate    discrepanze tra   le
capacità cognitive globali e
l’apprendimento del calcolo e
dei fatti aritmetici.
•L’efficienza del problem solving
                     matematico non concorre alla diagnosi
                     di discalculia evolutiva, ma appare
                     correlato al livello delle competenze
                     cognitive o al livello di competenza
                     linguistica.

                     •La diagnosi di discalculia va effettuata
                     sulla  base    di   una     valutazione
                     psicodiagnostica globale (cognitiva,
                     neuro-psicologica e psicopatologica).



•Prevede l’utilizzazione di test standardizzati somministrati
individualmente.

• Necessita quindi di una consultazione specialistica
            non effettuabile in ambito scolastico
La Discalculia
   evolutiva di solito
   viene riconosciuta
    più tardi della
       dislessia



• Perché ancora non disponiamo di strumenti diagnostici
adeguati, specie per i primi due anni di scuola elementare.

• perché per l’aritmetica, di solito i primi due anni non
esauriscono l’apprendimento della strumentalità di base,
come per la letto-scrittura, ma alcuni argomenti vengono
affrontati successivamente.

• perché i diversi contenuti di apprendimento non sono
proposti dagli insegnanti sempre nello stesso momento.
è un disturbo di origine congenita che
                           impedisce a soggetti normodotati
                           di raggiungere adeguati livelli di
                           rapidità    e     di   correttezza     in
                           operazioni di calcolo (calcolo a
                           mente,     anche      molto    semplice,
                           algoritmo delle operazioni in colonna,
                           immagazzinamento di fatti aritmetici
                           come le tabelline), di processamento
                           numerico
                           (enumerazione avanti ed indietro,
                           lettura e scrittura di numeri, giudizi di
                           grandezza tra numeri).

Dunque riguarda la parte esecutiva della matematica e
ostacola quelle operazioni che normalmente dopo un certo periodo
di esercizio tutti i bambini svolgono automaticamente, senza la
necessità di particolari livelli attentivi.

   Come gli altri disturbi specifici dell’apprendimento ha elevate
                     cause di origine familiare.

     La D.E. ha elevati livelli di comorbidità con la dislessia
L’apprendimento della
         matematica è difficile
Troppe volte provoca, negli allievi, un rigetto riassunto
nell’affermazione, pronunciata quasi con orgoglio nel nostro
paese:




“di   matematica non capisco nulla”
Perché la matematica è difficile?
   Gli stati d’animo negativi verso la matematica sono
                        provocati:

L’errore è evidente e inconfutabile

Le normali strategie d’impegno sono spesso inefficaci

Non riuscire in matematica è segno di non brillante
                                       intelligenza
Già nel neonato sono presenti abilità nel
         distinguere la NUMEROSITÀ

                                                    è in grado, infatti, di
                                                    orientare                         la            sua
                                                    attenzione                      quando           è
                                                    sottoposto a stimoli con
                                                    quantità diverse




  Anche gli animali possiedono questa capacità
  http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/Matematicae/Settembre_07/animali.htm
SUBITIZING

La capacità di percepire la
numerosità di un insieme
 visivo di oggetti in modo
        immediato




 Questo processo
 funziona con un
  massimo di 4
    elementi
INTELLIGENZA NUMERICA



           ABILITA’ DI CALCOLO
         INTELLIGENZA NUMERICA:
•“INTELLIGERE ATTRAVERSO LA QUANTITÀ”

•CAPACITÀ INNATA

DOMINIO SPECIFICA

HA SOLO BISOGNO DEL POTENZIAMENTO
CORRETTO DELL’ISTRUZIONE
                      (Lucangeli, Poli & Molin, 2003)
La Dimensione evolutiva

Molti bambini a 18 mesi sono capaci di dire alcuni numeri in
sequenza.

Pochi mesi dopo riescono ad applicare il conteggio a materiale
concreto.

A 4 anni cominciano ad esprimere giudizi di grandezza sui
numeri.

Prima di finire la materna grazie al
confronto con coetanei e adulti
cominciano a leggere e scrivere
alcuni numeri addirittura ad eseguire
semplici addizioni e sottrazioni.
ESISTE LA DISCALCULIA?


                     3000 docenti intervistati

                 
                     5 bambini per classe
                     con difficoltà di calcolo

                 
                     5-7 bambini per classe
                     con difficoltà di soluzione
                     dei problemi

                     (ogni classe 25 alunni
                              circa)

+ 20% DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA
International Academy for
         Research in Learning Disabilities
2,5 % della popolazione scolastica presenta difficoltà in
     matematica in comorbidità con altri disturbi



  Discalculia severa: 2 bambini su 1000

     + del 90% della popolazione inizia il percorso
 d’apprendimento con un profilo conforme a disturbo
  specifico dell’apprendimento (      falsi positivi)
L’alta percentuale con cui però si presentano i
falsi positivi nella scuola potrebbe far
pensare ad un problema di didattica
sbagliata, per cui invece di potenziare le
competenze matematiche innate, presenti
già alla nascita e potentissime in età prescolare,
le si fanno implodere, le si disattivano
                                       (Lucangeli)
Così   ad     esempio    il   contare
utilizzando le dita (meccanismo
utilissimo per apprendere l’abilità di
conteggio e per automatizzare la
corrispondenza biunivoca, l’ordine
stabile e la cardinalità) all’ingresso
a   scuola,   viene   sostituito   dai
regoli che, basandosi invece su
una    rappresentazione       di   tipo
geometrico e cromatico,
allontanano     il   bambino          dalla   più   semplice
rappresentazione di quantità basata su meccanismi
analogici favorita dalle dita.
Le dita, il primo
strumento di calcolo

L’uomo       ha    i   numeri,
possiamo dire, “sulla punta
delle dita”. Se deve contare
un insieme di oggetti,
infatti, è portato a toccarli,
uno ad uno, con la punta
dell’indice, e il bambino in
particolare, quando si trova
in difficoltà nei calcoli, cerca
spontaneamente aiuto sulle
dita.



   Il 5 romano ricorda le cinque dita
   della mano aperta e il dieci, le dieci
   dita delle due mani aperte
METODO ANALOGICO
                                 (BORTOLATO)



                      °°°°°   °°°°°
                      °°°°°   °°°°°


   75
                      °°°°°   °°°°°
                      °°°°°   °°°°°
                      °°°°°   °°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°       °°°°°   °°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°       °°°°°   °°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°       °°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°
°°°°°°°°°°°°°°°
Nel 1202 Fibonacci scrive un testo fondamentale per la cultura
occidentale: il "Liber Abaci", un ponderoso manuale di aritmetica e
algebra, con il quale introduce in Europa il sistema numerico decimale
indo-arabico e i principali metodi di calcolo relativi. L'innovazione
cruciale è la seguente:
Ci sono nove figure degli indiani: 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con queste nove
figure, e con il simbolo 0, che gli arabi chiamano zephiro [da cui poi il
nome "zero"], qualsiasi numero può essere scritto, come
dimostreremo.
In questo libro Fibonacci spiega i fondamenti della nuova
numerazione, insegnando gli algoritmi per calcolare le quattro
operazioni senza dover ricorrere all'abaco; è a partire da qui che si
sviluppano l'aritmetica, l'algebra e la matematica in occidente.




          evoluzione dei simboli adottati per scrivere le varie cifre
Essendo il calcolo scritto un
meccanismo procedurale ad alta
automatizzazione, molto spesso
diventa cieco alla quantità nel
senso che il bambino proprio non ci
pensa più ad essa e compie errori
che in un’ottica numerica sarebbero
incomprensibili!
Due indicazioni di massima per prevenire difficoltà
   conoscere bene i meccanismi di funzionamento
in ambito matematico potrebbero quindi essere quelle di:
   dell’intelligenza numerica nel bambino per fornire
   strategie che non inibiscano i meccanismi corretti

  non    adottare,     per l’istruzione formale della
  matematica, il sistema verbale che ne è invece il
  principale antagonista
I TRE MECCANISMI BASE
DELL’INTELLIGENZA NUMERICA
DA DOVE NASCONO LE DIFFICOLTÀ?


       DALL’INCONTRO TRA



      SISTEMA NUMERICO

              E

       SISTEMA VERBALE
insegnamento verbale

È una procedura verbale, sequenziale di azioni da mettere in
memoria, le aree che se ne occupano nel cervello sono quelle
di Wernike e Broca (Emisfero Sinistro) che servono per la
comprensione del linguaggio e alla sua articolazione.

   Può un insegnamento verbale potenziare ed esercitare un
                  apprendimento motorio?
I dati scientifici dicono che insegnare la cognizione
numerica con le didattiche verbali non garantisce la
cognizione di pertinenza.
Ci sono dei meccanismi che sono evidenti a livello
dell’organizzazione neurofunzionale che noi non ce ne
rendiamo conto, come se chiedessimo ad un bambino
di disegnare con i piedi, può impararlo ma non è quello
che potrebbe fare con ciò che è di appartenenza.
APE                  123
                PAE                  213

  I numeri non si leggono e si scrivono come le lettere?

No, se noi li insegnassimo come le lettere seguiremmo la via
fonologica, una struttura sequenziale di fono, allora quando
diciamo asciugamano il bambino scriverà la parola giusta; se noi
diciamo centoventitre, il bambino che avrà appreso i
meccanismi verbali scriverà 100203, comincerà con gli errori
intelligenti.
Non sono errori di dislessia sui numeri, sono errori intelligenti,
perché vanno ad intelligere nelle aree di Wernike e Broca, le
analizza come componenti verbali e non numeriche.
+   |
    |
            I

        X       14   |
I fatti aritmetici sono conoscenze apprese e immagazzinate
stabilmente nella memoria a lungo termine, che possono essere
utilizzate in modo immediato e spontaneo.

           2+3 = 5;             5x8 = 40;
           12-4 = 8;            100:2 = 50
I calcoli sono essenzialmente procedure utilizzate per produrre
                        risultati aritmetici.



                                      Con l’esperienza e
                                  l’apprendimento alcune
                                procedure di calcolo, usate
                                     più comunemente,
                                   si trasformano in fatti
                                         aritmetici.
La tabellina è un calcolo?
La tabellina non è un calcolo

La tabellina è un automatismo

La verifica delle tabelline deve avvenire oralmente

La risposta del bambino deve essere rapida (circa 5 secondi)

Se impiega più tempo, la sua risposta è il risultato di una

procedura o di una strategia di calcolo.

                           Ciò significa che il
                            bambino non ha

                           automatizzato la

                           tabellina richiesta
Nei raffronti internazionali di competenze matematiche, di gran lunga i
migliori sono i cinesi, quelli della repubblica di Taiwan, e di Singapore.
Non costringono i bambini ad imparare la tabellina fino a nove per nove.
Tanto per cominciare, i bambini non devono imparare la tabellina dell’uno.
In secondo luogo, non imparano 3x5 e 5x3.
Imparano 5x3 nella tabellina del tre, ma la tabellina del cinque comincia dal 5x5,
che ovviamente non rientra nelle tabelline precedenti del due, del tre e del quattro-




                                                            Questo metodo non
                                                            solo riduce il
                                                            carico
                                                            mnemonico
                                                            da 81 a 36 dati,

                                                            ma aiuta il bambino
                                                            a capire che 3x5 e
                                                            5x3 sono equivalenti

                                                            (Brian Butterworth)
La matematica imparata a scuola è determinante per la
 riuscita degli studi, ma in seguito non gioca più alcun
 ruolo…
 Gli studenti dimenticano le conoscenze matematiche
 laboriosamente apprese a scuola, non appena terminato il
 periodo di scolarità…




     Morris H. Shamos, 1999,
Il mito della formazione scientifica
Accademia delle Scienze, New-York
I disturbi
aritmetici, di
norma,
sembrano non
pregiudicare la
vita al di fuori
della scuola
L’alunno con Discalculia spesso si confonde con gli altri
alunni con scarso rendimento.




    Ma esiste
    una grossa
    differenza

A causa della non acquisizione degli automatismi
di calcolo,
per avere un rendimento solo accettabile,
deve utilizzare una gran quantità

                         di ENERGIA e di TEMPO
In generale
                               i dislessici hanno un
                            diverso modo di imparare,

                               ma comunque
                                imparano.



Gli insegnanti devono trovare diversi stili di
        insegnamento per adattarsi ai
       diversi stili di apprendimento
Il compito deve essere difficile quel
tanto che basta per far progredire la
conoscenza,

e facile al punto di rendere più
probabile    il  successo    che
l’insuccesso




    “Sfida cognitiva ottimale”
                   S. Harter, 1978, 1982
Di un rotolo di spago una
commessa per confezionare
pacchi ne utilizza i 3/10 al
mattino e i 7/20 al
pomeriggio.
Di un rotolo identico una
seconda commessa ne
utilizza 1/10 al mattino e
7/15 al pomeriggio.
Quale      commessa       ha
utilizzato più spago e
quanto in più dell’altra?
?
Il paradosso consiste nel fatto che i due triangoli hanno gli stessi vertici e,
quindi, dovrebbero avere le stesse superfici di 32.5 unitàq ; in quello di
destra compare un buco di 1 unitàq. I triangoli e i poligoni componenti
sono gli stessi e la somma delle loro aree e’ pari a 32. Come si
spiega?
I due triangoli sembrano tali ma, in effetti, sono quadrilateri; ovvero
l’ipotenusa del triangolo giallo non è allineata con l’ipotenusa del triangolo
verde. Calcolando l’area del triangolo i cui lati sono dati da {ipotenusa
triangolo giallo,ipotenusa triangolo verde, ipotenusa del triangolo
complessivo}, si ottiene un’area di 0.5 unitàq. Nel triangolo di sinistra il
triangolo errore (chiamiamolo così) e’ posizionato all’interno dell’ipotenusa;
nel triangolo di destra, all’esterno.
Ora i conti tornano: a sinistra abbiamo 32.5 (area del falso triangolo) - .5
(area del triangolo errore) = 32 (area totale dei componenti); a destra
abbiamo 32.5 (area del falso triangolo) + .5 (area del triangolo errore)- 1.0
(buco) = 32 (area totale dei componenti).
Ma senza esagerare!

                        ECCOLA !


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Pavia milo 4_3_11

  • 1. Discalculia e Strategie di studio 4 marzo 2011 ATTILIO MILO – INSEGNANTE DI SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO – FORMATORE AID
  • 2.
  • 3. Disturbo Specifico d’Apprendimento = “DISLESSIA” Disturbo di LETTURA = DISLESSIA Disturbo di SCRITTURA = DISGRAFIA e DISORTOGRAFIA Disturbo di CALCOLO = DISCALCULIA
  • 4. DEFINIZIONE •La Discalculia Evolutiva è un disturbo caratterizzato da ridotte capacità nell’apprendimento numerico e del calcolo in rapporto alla classe frequentata. •Interferisce negativamente con l’apprendimento scolastico e con le attività quotidiane che richiedono capacità di calcolo •È presente in bambini con normodotazione intellettiva •Non è imputabile a danni organici, deficit visivi, uditivi o neurologici •Non è imputabile a insegnamento inadeguato
  • 5. •Le prestazioni aritmetiche di base di questi bambini (addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione) risultano significativamente al di sotto del livello atteso rispetto all’età cronologica, all’intelligenza generale e alla classe frequentata. •La diagnosi di discalculia non può essere formulata prima della terza elementare ma già nel primo ciclo possono essere rilevate discrepanze tra le capacità cognitive globali e l’apprendimento del calcolo e dei fatti aritmetici.
  • 6. •L’efficienza del problem solving matematico non concorre alla diagnosi di discalculia evolutiva, ma appare correlato al livello delle competenze cognitive o al livello di competenza linguistica. •La diagnosi di discalculia va effettuata sulla base di una valutazione psicodiagnostica globale (cognitiva, neuro-psicologica e psicopatologica). •Prevede l’utilizzazione di test standardizzati somministrati individualmente. • Necessita quindi di una consultazione specialistica non effettuabile in ambito scolastico
  • 7. La Discalculia evolutiva di solito viene riconosciuta più tardi della dislessia • Perché ancora non disponiamo di strumenti diagnostici adeguati, specie per i primi due anni di scuola elementare. • perché per l’aritmetica, di solito i primi due anni non esauriscono l’apprendimento della strumentalità di base, come per la letto-scrittura, ma alcuni argomenti vengono affrontati successivamente. • perché i diversi contenuti di apprendimento non sono proposti dagli insegnanti sempre nello stesso momento.
  • 8. è un disturbo di origine congenita che impedisce a soggetti normodotati di raggiungere adeguati livelli di rapidità e di correttezza in operazioni di calcolo (calcolo a mente, anche molto semplice, algoritmo delle operazioni in colonna, immagazzinamento di fatti aritmetici come le tabelline), di processamento numerico (enumerazione avanti ed indietro, lettura e scrittura di numeri, giudizi di grandezza tra numeri). Dunque riguarda la parte esecutiva della matematica e ostacola quelle operazioni che normalmente dopo un certo periodo di esercizio tutti i bambini svolgono automaticamente, senza la necessità di particolari livelli attentivi. Come gli altri disturbi specifici dell’apprendimento ha elevate cause di origine familiare. La D.E. ha elevati livelli di comorbidità con la dislessia
  • 9. L’apprendimento della matematica è difficile Troppe volte provoca, negli allievi, un rigetto riassunto nell’affermazione, pronunciata quasi con orgoglio nel nostro paese: “di matematica non capisco nulla”
  • 10. Perché la matematica è difficile? Gli stati d’animo negativi verso la matematica sono provocati: L’errore è evidente e inconfutabile Le normali strategie d’impegno sono spesso inefficaci Non riuscire in matematica è segno di non brillante intelligenza
  • 11. Già nel neonato sono presenti abilità nel distinguere la NUMEROSITÀ è in grado, infatti, di orientare la sua attenzione quando è sottoposto a stimoli con quantità diverse Anche gli animali possiedono questa capacità http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/htmlS/argoment/Matematicae/Settembre_07/animali.htm
  • 12. SUBITIZING La capacità di percepire la numerosità di un insieme visivo di oggetti in modo immediato Questo processo funziona con un massimo di 4 elementi
  • 13. INTELLIGENZA NUMERICA ABILITA’ DI CALCOLO INTELLIGENZA NUMERICA: •“INTELLIGERE ATTRAVERSO LA QUANTITÀ” •CAPACITÀ INNATA DOMINIO SPECIFICA HA SOLO BISOGNO DEL POTENZIAMENTO CORRETTO DELL’ISTRUZIONE (Lucangeli, Poli & Molin, 2003)
  • 14. La Dimensione evolutiva Molti bambini a 18 mesi sono capaci di dire alcuni numeri in sequenza. Pochi mesi dopo riescono ad applicare il conteggio a materiale concreto. A 4 anni cominciano ad esprimere giudizi di grandezza sui numeri. Prima di finire la materna grazie al confronto con coetanei e adulti cominciano a leggere e scrivere alcuni numeri addirittura ad eseguire semplici addizioni e sottrazioni.
  • 15. ESISTE LA DISCALCULIA? 3000 docenti intervistati  5 bambini per classe con difficoltà di calcolo  5-7 bambini per classe con difficoltà di soluzione dei problemi (ogni classe 25 alunni circa) + 20% DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA
  • 16. International Academy for Research in Learning Disabilities 2,5 % della popolazione scolastica presenta difficoltà in matematica in comorbidità con altri disturbi Discalculia severa: 2 bambini su 1000 + del 90% della popolazione inizia il percorso d’apprendimento con un profilo conforme a disturbo specifico dell’apprendimento ( falsi positivi)
  • 17. L’alta percentuale con cui però si presentano i falsi positivi nella scuola potrebbe far pensare ad un problema di didattica sbagliata, per cui invece di potenziare le competenze matematiche innate, presenti già alla nascita e potentissime in età prescolare, le si fanno implodere, le si disattivano (Lucangeli)
  • 18. Così ad esempio il contare utilizzando le dita (meccanismo utilissimo per apprendere l’abilità di conteggio e per automatizzare la corrispondenza biunivoca, l’ordine stabile e la cardinalità) all’ingresso a scuola, viene sostituito dai regoli che, basandosi invece su una rappresentazione di tipo geometrico e cromatico, allontanano il bambino dalla più semplice rappresentazione di quantità basata su meccanismi analogici favorita dalle dita.
  • 19. Le dita, il primo strumento di calcolo L’uomo ha i numeri, possiamo dire, “sulla punta delle dita”. Se deve contare un insieme di oggetti, infatti, è portato a toccarli, uno ad uno, con la punta dell’indice, e il bambino in particolare, quando si trova in difficoltà nei calcoli, cerca spontaneamente aiuto sulle dita. Il 5 romano ricorda le cinque dita della mano aperta e il dieci, le dieci dita delle due mani aperte
  • 20. METODO ANALOGICO (BORTOLATO) °°°°° °°°°° °°°°° °°°°° 75 °°°°° °°°°° °°°°° °°°°° °°°°° °°°°° °°°°°°°°°°°°°°° °°°°° °°°°° °°°°°°°°°°°°°°° °°°°° °°°°° °°°°°°°°°°°°°°° °°°°° °°°°°°°°°°°°°°° °°°°°°°°°°°°°°°
  • 21. Nel 1202 Fibonacci scrive un testo fondamentale per la cultura occidentale: il "Liber Abaci", un ponderoso manuale di aritmetica e algebra, con il quale introduce in Europa il sistema numerico decimale indo-arabico e i principali metodi di calcolo relativi. L'innovazione cruciale è la seguente: Ci sono nove figure degli indiani: 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con queste nove figure, e con il simbolo 0, che gli arabi chiamano zephiro [da cui poi il nome "zero"], qualsiasi numero può essere scritto, come dimostreremo. In questo libro Fibonacci spiega i fondamenti della nuova numerazione, insegnando gli algoritmi per calcolare le quattro operazioni senza dover ricorrere all'abaco; è a partire da qui che si sviluppano l'aritmetica, l'algebra e la matematica in occidente. evoluzione dei simboli adottati per scrivere le varie cifre
  • 22. Essendo il calcolo scritto un meccanismo procedurale ad alta automatizzazione, molto spesso diventa cieco alla quantità nel senso che il bambino proprio non ci pensa più ad essa e compie errori che in un’ottica numerica sarebbero incomprensibili! Due indicazioni di massima per prevenire difficoltà conoscere bene i meccanismi di funzionamento in ambito matematico potrebbero quindi essere quelle di: dell’intelligenza numerica nel bambino per fornire strategie che non inibiscano i meccanismi corretti non adottare, per l’istruzione formale della matematica, il sistema verbale che ne è invece il principale antagonista
  • 23.
  • 24. I TRE MECCANISMI BASE DELL’INTELLIGENZA NUMERICA
  • 25. DA DOVE NASCONO LE DIFFICOLTÀ? DALL’INCONTRO TRA SISTEMA NUMERICO E SISTEMA VERBALE
  • 26. insegnamento verbale È una procedura verbale, sequenziale di azioni da mettere in memoria, le aree che se ne occupano nel cervello sono quelle di Wernike e Broca (Emisfero Sinistro) che servono per la comprensione del linguaggio e alla sua articolazione. Può un insegnamento verbale potenziare ed esercitare un apprendimento motorio?
  • 27. I dati scientifici dicono che insegnare la cognizione numerica con le didattiche verbali non garantisce la cognizione di pertinenza. Ci sono dei meccanismi che sono evidenti a livello dell’organizzazione neurofunzionale che noi non ce ne rendiamo conto, come se chiedessimo ad un bambino di disegnare con i piedi, può impararlo ma non è quello che potrebbe fare con ciò che è di appartenenza.
  • 28. APE 123 PAE 213 I numeri non si leggono e si scrivono come le lettere? No, se noi li insegnassimo come le lettere seguiremmo la via fonologica, una struttura sequenziale di fono, allora quando diciamo asciugamano il bambino scriverà la parola giusta; se noi diciamo centoventitre, il bambino che avrà appreso i meccanismi verbali scriverà 100203, comincerà con gli errori intelligenti. Non sono errori di dislessia sui numeri, sono errori intelligenti, perché vanno ad intelligere nelle aree di Wernike e Broca, le analizza come componenti verbali e non numeriche.
  • 29. + | | I X 14 |
  • 30. I fatti aritmetici sono conoscenze apprese e immagazzinate stabilmente nella memoria a lungo termine, che possono essere utilizzate in modo immediato e spontaneo. 2+3 = 5; 5x8 = 40; 12-4 = 8; 100:2 = 50 I calcoli sono essenzialmente procedure utilizzate per produrre risultati aritmetici. Con l’esperienza e l’apprendimento alcune procedure di calcolo, usate più comunemente, si trasformano in fatti aritmetici.
  • 31. La tabellina è un calcolo? La tabellina non è un calcolo La tabellina è un automatismo La verifica delle tabelline deve avvenire oralmente La risposta del bambino deve essere rapida (circa 5 secondi) Se impiega più tempo, la sua risposta è il risultato di una procedura o di una strategia di calcolo. Ciò significa che il bambino non ha automatizzato la tabellina richiesta
  • 32. Nei raffronti internazionali di competenze matematiche, di gran lunga i migliori sono i cinesi, quelli della repubblica di Taiwan, e di Singapore. Non costringono i bambini ad imparare la tabellina fino a nove per nove. Tanto per cominciare, i bambini non devono imparare la tabellina dell’uno. In secondo luogo, non imparano 3x5 e 5x3. Imparano 5x3 nella tabellina del tre, ma la tabellina del cinque comincia dal 5x5, che ovviamente non rientra nelle tabelline precedenti del due, del tre e del quattro- Questo metodo non solo riduce il carico mnemonico da 81 a 36 dati, ma aiuta il bambino a capire che 3x5 e 5x3 sono equivalenti (Brian Butterworth)
  • 33. La matematica imparata a scuola è determinante per la riuscita degli studi, ma in seguito non gioca più alcun ruolo… Gli studenti dimenticano le conoscenze matematiche laboriosamente apprese a scuola, non appena terminato il periodo di scolarità… Morris H. Shamos, 1999, Il mito della formazione scientifica Accademia delle Scienze, New-York
  • 34. I disturbi aritmetici, di norma, sembrano non pregiudicare la vita al di fuori della scuola
  • 35. L’alunno con Discalculia spesso si confonde con gli altri alunni con scarso rendimento. Ma esiste una grossa differenza A causa della non acquisizione degli automatismi di calcolo, per avere un rendimento solo accettabile, deve utilizzare una gran quantità di ENERGIA e di TEMPO
  • 36. In generale i dislessici hanno un diverso modo di imparare, ma comunque imparano. Gli insegnanti devono trovare diversi stili di insegnamento per adattarsi ai diversi stili di apprendimento
  • 37. Il compito deve essere difficile quel tanto che basta per far progredire la conoscenza, e facile al punto di rendere più probabile il successo che l’insuccesso “Sfida cognitiva ottimale” S. Harter, 1978, 1982
  • 38. Di un rotolo di spago una commessa per confezionare pacchi ne utilizza i 3/10 al mattino e i 7/20 al pomeriggio. Di un rotolo identico una seconda commessa ne utilizza 1/10 al mattino e 7/15 al pomeriggio. Quale commessa ha utilizzato più spago e quanto in più dell’altra?
  • 39. ?
  • 40. Il paradosso consiste nel fatto che i due triangoli hanno gli stessi vertici e, quindi, dovrebbero avere le stesse superfici di 32.5 unitàq ; in quello di destra compare un buco di 1 unitàq. I triangoli e i poligoni componenti sono gli stessi e la somma delle loro aree e’ pari a 32. Come si spiega? I due triangoli sembrano tali ma, in effetti, sono quadrilateri; ovvero l’ipotenusa del triangolo giallo non è allineata con l’ipotenusa del triangolo verde. Calcolando l’area del triangolo i cui lati sono dati da {ipotenusa triangolo giallo,ipotenusa triangolo verde, ipotenusa del triangolo complessivo}, si ottiene un’area di 0.5 unitàq. Nel triangolo di sinistra il triangolo errore (chiamiamolo così) e’ posizionato all’interno dell’ipotenusa; nel triangolo di destra, all’esterno. Ora i conti tornano: a sinistra abbiamo 32.5 (area del falso triangolo) - .5 (area del triangolo errore) = 32 (area totale dei componenti); a destra abbiamo 32.5 (area del falso triangolo) + .5 (area del triangolo errore)- 1.0 (buco) = 32 (area totale dei componenti).
  • 41.
  • 42. Ma senza esagerare! ECCOLA ! X 3 cm 4 cm ? Trova la X