3. Il rischio in ambito sanitario
Parlare di tutela della salute e della sicurezza dei
lavoratori afferenti alla sanità non può prescindere
dal considerare che tale settore è caratterizzato da
un gran numero di tecnologie altamente
specialistiche, dalla presenza di lavoratori
anch’essi altamente qualificati e specializzati e
dalla presenza di reparti che presentano
praticamente tutti i fattori di rischio lavorativo.
4. L’entità di questi rischi è in funzione del grado di
sicurezza che offrono le strutture, gli impianti, le
apparecchiature,
della disponibilità di dispositivi di protezione e
sicurezza, del grado di informazione e
formazione degli operatori, ecc.
L’ambito sanitario inoltre ha come oggetto della
lavorazione, non un materiale od una sostanza,
ma l’uomo.
Il rischio in ambito sanitario
5. 1. PERICOLO O FATTORE DI RISCHIO
2. ESPOSIZIONE
3. RISCHIO
4. DANNO
CORRELATI TRA LORO NELLA SEQUENZA LOGICO-CRONOLOGICA
PERICOLO ESPOSIZIONE DANNORISCHIO
CONCETTI E DEFINIZIONI
6. PERICOLO
o FATTORE DI RISCHIO
Proprietà o qualità intrinseca
di un determinato fattore
avente il potenziale
di causare danni
CONCETTI E DEFINIZIONI
In altre parole: la presenza di sostanze chimiche,
agenti biologici, fenomeni fisici, oggetti,
azioni o relazioni caratterizzati dalla possibilità
di nuocere quando raggiungono una certa
dimensione
Ambiente
Materiali
Attrezzature
Impianti
Metodo di lavoro
7. Probabilità che un determinato fattore
raggiunga il limite di potenziale di danno
nelle condizioni di impiego
RISCHIO
CONCETTI E DEFINIZIONI
In altre parole: Condizione che può causare
effetti sfavorevoli alle persone,
danni agli impianti o alle strutture.
Quando un rischio è presente,
esiste una possibilità
che si verifichino questi effetti negativi.
8. 1. RISCHI PER LA
SICUREZZA
(Rischi di natura
infortunistica)
2. RISCHI PER LA
SALUTE
(Rischi di natura
igienico ambientale)
3. RISCHI
ORGANIZZATIVI
Strutture Agenti Chimici Organizzazione
del lavoro
Macchine Agenti Fisici Fattori psicologici
Impianti Elettrici Agenti Biologici Fattori ergonomici
Incendio- esplosioni
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI
10. Rischi per la sicurezza
Riguardano tutte le situazioni dalle quali può derivare un incidente
sul lavoro provocato da un contatto fisico-traumatico di diversa
natura (meccanica, elettrica, chimica, ecc).
E' questo il caso dei danni riportati in conseguenza di carenze
strutturali, per mancanza di apparecchiature di emergenza o per
assenza di protezioni sugli apparecchi e sui macchinari, oppure
derivanti da impianti elettrici non protetti o come conseguenza di
esplosione o incendio.
11. CAUSE
Non idoneo assetto delle caratteristiche di
sicurezza inerenti ad esempio:
ambiente di lavoro
macchine e apparecchiature
impianti elettrici
sostanze pericolose
12.
13. Questi rischi vengono
limitati da una corretta progettazione architettonica del
reparto e da una gestione e manutenzione
corretta.
Ad esempio:
• Mantenendo sgombre le vie di uscita ed i passaggi
specialmente se di emergenza;
• Pavimenti antisdrucciolo e privi di avvallamenti;
• Manutenzione a pavimenti, pareti, soffitti, porte,
finestre;
• Non sovraccaricando i solai.
14.
15. In linea generale tutte le apparecchiature elettromedicali e
tutti i dispositivi utilizzati dai sanitari debbono possedere i
necessari requisiti di idoneità all’uso cui sono destinati e di
sicurezza per l’operatore e per il paziente. La garanzia di
questi requisiti è fornita dal fabbricante all’utilizzatore
tramite:
• la apposizione del marchio CE sull’apparecchiatura stessa;
• una autocertificazione di rispondenza alle norme specifiche;
• il manuale di istruzione e d’uso dell’apparecchiatura o del
dispositivo, che deve assolutamente essere conosciuto e
seguito dall’utilizzatore, pena la decadenza della garanzia di
qualità delle prestazioni.
16. Il personale è tenuto ad accertarsi che le apparecchiature e
i dispositivi siano sempre efficienti ed in sicurezza. Se è
previsto, va effettuata la manutenzione periodica che deve
essere registrata su apposito registro. Le apparecchiature
elettromedicali vanno inoltre verificate periodicamente da
personale esperto e qualificato per controllarne la
sicurezza.
Il personale addetto deve essere preventivamente
informato e formato sull’uso delle apparecchiature e delle
attrezzature secondo quanto riportato sui rispettivi
manuali.
17.
18. Per quanto riguarda il rischio incendio è essenziale garantire un
sufficiente livello di sicurezza:
• Riducendo la probabilità di insorgenza dell’incendio limitando
la quantità di materiali infiammabili e combustibili, di scarti e
rifiuti e prestando molta attenzione all’uso di fiamme libere,
sigarette, ed apparecchiature elettriche quali potenziali fonti di
innesco;
• Controllando periodicamente le vie di esodo e di uscita, le
attrezzature e gli impianti di estinzione e di rilevazione degli
incendi e di allarme;
• Provvedendo alla informazione e alla formazione del
personale;
• Provvedendo alla formazione e all’addestramento della
SQUADRA DI EMERGENZA INTERNA;
•Provvedendo alla stesura del PIANO DI EMERGENZA.
20. Rischi per la salute
Appartengono a questa categoria i rischi dovuti ad
esposizione agli agenti chimici, cancerogeni e mutageni,
oppure agli agenti fisici o biologici. Sono quelli che
maggiormente incidono sull'aspetto fisico e biologico dei
lavoratori che svolgono mansioni in cui è richiesta
l'esposizione o il contatto con agenti nocivi, laddove per
contatto si intende anche l'esposizione agli agenti fisici, cioè le
fonti di emissione di rumori, vibrazioni, ultrasuoni e radiazioni,
i cui effetti non sono immediatamente visibili.
21. Nelle strutture sanitarie
si verifica una concentrazione di soggetti
potenzialmente infetti e di materiali
contaminati
difficilmente riscontrabili in altri ambienti
di vita e di lavoro,
che determina un’elevata frequenza di
esposizione ad agenti chimici, fisici e
biologici
22. lavoratori esposti
• non solo comparto
sanitario, biomedico e di
laboratorio
• altri lavoratori
servizi di pulizia
servizi di lavanderia
ESISTE LA NECESSITA’ DI
VALUTARE TALE RISCHIO
23. • Rischio chimico: RISCHIO CONNESSO ALL’USO
PROFESSIONALE DI SOSTANZE O PREPARATI IMPIEGATI NEI
CICLI DI LAVORO, CHE POSSONO ESSERE
INTRINSECAMENTE PERICOLOSI O RISULTARE PERICOLOSI
IN RELAZIONE ALLE CONDIZIONI D’IMPIEGO
• INGESTIONE
• CONTATTO CUTANEO/OCULARE
• INALAZIONE per presenza di inquinanti aerodispersi sotto forma di:
– - polveri
– - fumi
– - nebbie
– - gas
– - vapori
24. Le informazioni sulle sostanze chimiche ci vengono
fornite dalla:
• SCHEDA DI SICUREZZA ossia da un documento che
accompagna ogni prodotto chimico contenente una serie
di informazioni elencate in 16 punti ;
• ETICHETTA che attraverso alcuni pittogrammi e frasi di
rischio evidenziano il tipo di pericolo della sostanza e
riassumono alcune delle informazioni presenti nella
scheda di sicurezza.
25. L’effetto degli agenti chimici dipende da due parametri:
• - la TOSSICITA’ di una sostanza. Una prima stima della
tossicità è data dalla sua Dose Letale.
• - la CONCENTRAZIONE.
VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALE:
indicano per ogni sostanza le concentrazioni
atmosferische alle quali si ritiene che la maggior parte dei
lavoratori possa rimanere esposta ripetutamente, giorno
dopo giorno, senza effetti negativi per la propria salute
26. • I lavoratori esposti agli agenti chimici
pericolosi per la salute classificati come
molto tossici, tossici, nocivi, sensibilizzanti,
corrosivi, irritanti, tossici per il ciclo
riproduttivo, cancerogeni e mutageni sono
sottoposti a SORVEGLIANZA
SANITARIA.
ESEMPI DI PRODOTTI
CHIMICI IN AMBIENTE
SANITARIO
27. Misure di prevenzione e protezione nel caso di AGENTI
CHIMICI:
• Utilizzo, quando possibile, di apparecchiature a circuito
chiuso che evitano la possibilità di inquinamenti ambientali;
• Utilizzo del prodotto in idonee cappe di aspirazione con
espulsione all’esterno;
• Presenza di una idonea ventilazione generalizzata nel locale;
• Utilizzo di opportuni dispositivi di protezione individuale
(guanti, occhiali a mascherina o visiere, facciali filtranti, tute,
grembiuli, pantaloni, calzature);
• Opportune procedure lavorative per minimizzare
l’esposizione del personale e la contaminazione ambientale
• Partecipazione a corsi di formazione/informazione.
28. Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che
interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
RUMORE (presenza di apparecchiatura rumorosa durante il ciclo
operativo e di funzionamento) con propagazione dell’energia sonora
nell’ambiente di lavoro.
VIBRAZIONI (presenza di apparecchiatura e strumenti vibranti) con
propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta.
Radiazioni ionizzanti e non (presenza di apparecchiature che impiegano
radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, ecc.).
MICROCLIMA: carenze nella climatizzazione dell’ambiente per quanto
attiene alla temperatura, umidità relativa, ventilazione, calore radiante,
condizionamento.
ILLUMINAZIONE: carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei
posti di lavoro (in relazione alla tipologia della lavorazione fine, finissima,
ecc.). Non osservanza delle indicazioni tecniche previste in presenza di
videoterminali.
RADIAZIONI
29. Agenti biologici: rischi connessi con l’esposizione (ingestione,
contatto cutaneo, inalazione) a organismi e microrganismi patogeni o non,
colture cellulari, endoparassiti umani, presenti nell’ambiente a seguito di
emissione e/o trattamento e manipolazione.
EMISSIONE INVOLONTARIA (impianto condizionamento, emissioni di
polveri organiche, ecc.);
EMISSIONE INCONTROLLATA (impianti di depurazione delle acque,
manipolazione di materiali infetti in ambiente ospedaliero, impianti di
trattamento e smaltimento di rifiuti ospedalieri, ecc.);
TRATTAMENTO O MANIPOLAZIONE VOLONTARIA, a seguito di
impiego per ricerca sperimentale in ‘vitro’ o in ‘vivo’ o in sede di vera e
propria attività produttiva (biotecnologie).
30. I fattori di rischio biologico in ambito sanitario sono in
relazione:
Alle procedure invasive per la diagnosi e la terapia;
Alle condizioni di base del paziente;
All’organizzazione della struttura in cui viene erogata la
prestazione sanitaria.
PRINCIPALI RISCHI INFETTIVI E PARASSITARI
Epatite C (HCV)
Virus dell’AIDS (HIV)
Epatite B (HBV)
Tubercolosi
Meningiti
Scabbia
Sifilide (TPHA)
Altre infezioni: herpes, rosolia, citomegalovirus, streptococco
beta-emolitico.
32. Sono i rischi che dipendono dalle cosiddette "dinamiche
aziendali", cioè dall'insieme dei rapporti lavorativi, interpersonali e
di organizzazione che si creano all'interno di un ambito lavorativo.
L'organizzazione del lavoro, ad esempio, svolge un ruolo
fondamentale soprattutto per quanto riguarda l'intensità del lavoro
sia dal punto di vista psicologico che fisico, quindi i rischi che ne
possono derivare devono essere attentamente valutati dal datore di
lavoro e dal medico competente.
A questa catalogazione dei rischi è stato aggiunto negli ultimi anni
un rischio particolare denominato "rischio di stress da lavoro
correlato", il quale viene considerato uno dei più difficili da
individuare a causa dell'assenza di un danno causato
immediatamente riscontrabile.
Rischi organizzativi
rischi di tipo trasversale
33. 1. Organizzazione del lavoro
Esempi: lavori in continuo, sistemi di turni, lavoro notturno, movimentazione
manuale dei carichi, movimenti ripetitivi, ecc.
2. Fattori psicologici
Esempi: monotonia, solitudine, ripetitività del lavoro, carenze di contributo al
processo decisionale e situazioni di conflittualità, complessità delle mansioni e
carenza di controllo, ecc.
3. Fattori ergonomici
Esempi: sistemi di sicurezza e affidabilità delle informazioni, norme di
comportamento, soddisfacente comunicazione e istruzioni corrette in condizioni
variabili, ergonomia delle attrezzature di protezione personale e del posto di lavoro,
ecc.
4. Condizioni di lavoro difficili
Esempi: lavoro con pazienti psichiatrici, lavoro in atmosfere a pressione superiore o
inferiore al normale, condizioni climatiche esasperate, lavoro in acqua, ecc.
35. VALUTAZIONE DEI RISCHI
“Valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la
salute e sicurezza dei lavoratori presenti nell’ambito
dell’organizzazione in cui essi prestano la propria la propria
attività,
finalizzata ad individuare le adeguate misure di
prevenzione e di protezione e
ad elaborare il programma delle misure atte a garantire il
miglioramento nel tempo dei livelli di salute e sicurezza”
36. … si intende quindi l’accertamento globale
della probabilità e della gravità delle possibili lesioni o danni
derivanti dalla presenza di una situazione pericolosa
nell’ambiente di lavoro,
ed è un’attività finalizzata alla scelta di adeguate misure di
sicurezza
PER VALUTAZIONE DEL RISCHIO …
DEFINIZIONI
37. DATORE DI
LAVORO
MEDICO
COMPETENTE
RLS
RSPP
Il datore di lavoro effettua la
valutazione ed elabora il documento
in collaborazione con il responsabile
del servizio di prevenzione e
protezione e il medico competente
Le attività realizzate previa
consultazione
del rappresentante dei lavoratori per
la sicurezza
Attori della valutazione dei rischi
38. Approccio alla valutazione dei
rischi in cinque fasi
Fase 1. Individuare i pericoli
e le persone a rischio
Fase. 2 Valutare e dare
priorità ai rischi
Fase 3. Decidere
un’azione preventiva
Fase 4. Intervenire
Fase. 5.
Controllo e riesame
39. • Uno dei principali metodi utilizzati per
l’identificazione dei rischi è il
SOPRALLUOGO.
Attraverso il sopralluogo si esaminano e
controllano non solo aspetti strutturali-
impiantistici, ma anche organizzativi.
Fase 1: individuare i pericoli e le
persone a rischio
40. Pericoli derivanti
dall’Ambiente
Pericoli derivanti
Dalla Mansione
Pericoli e Rischi
Pericoli pertinenti alla Sede
Pericoli pertinenti agli Edifici
Pericoli pertinenti alle Aree
Pericoli pertinenti alle Macchine, ecc.
Pericoli pertinenti alle Sostanze
Pericoli pertinenti all’Attività
Fase 1: individuare i pericoli e le
persone a rischio
41. Come calcolare il rischio?
R= f (P,D)
R= rischio
P= probabilità o frequenza del verificarsi delle conseguenze
espressa ad es. nel numero di volte in cui il danno può verificarsi in un dato
intervallo di tempo
D= magnitudo delle conseguenze (o danno)
espressa come una funzione del numero di soggetti coinvolti in quel tipo di
rischio e del livello di danni ad essi provocato
Fase 2: valutare e dare priorità ai
rischi
43. CRITERI PER DEFINIRE PRIORITA’ E PROGRAMMAZIONE degli
interventi di prevenzione e protezione
R =1
R tra
2 e 3
R tra
4 e 8
R > 8
AZIONI MIGLIORATIVE
da valutare in fase di programmazione
AZIONI CORRETTIVE / MIGLIORATIVE
da programmare nel breve-medio termine
AZIONI CORRETTIVE NECESSARIE
da programmare con urgenza
AZIONI CORRETTIVE INDILAZIONABILI
Fase 2: valutare e dare priorità ai
rischi
44. Fase 3: decidere un’azione
preventiva
Al momento di decidere un’azione preventiva e di protezione è bene
valutare:
• se il rischio possa essere completamente eliminato;
• nel caso in cui ciò non sia possibile, in che modo ridurre o controllare i
rischi per non compromettere la sicurezza e la salute delle persone
esposte.
LA RIDUZIONE DEL RISCHIO PUO’ AVVENIRE MEDIANTE
L’ADOZIONE DI:
MISURE DI
PREVENZIONE
MISURE DI
PROTEZIONE
45. MISURE DI PREVENZIONE
misure atte a ridurre la probabilità del verificarsi di un
determinato evento dannoso
MISURE DI PROTEZIONE
misure atte a mitigare le eventuali conseguenze quindi
a diminuire l’entità del danno
Fase 3: decidere un’azione
preventiva
46. MISURE DI PROTEZIONE
COLLETTIVE
INDIVIDUALI
Per Dispositivo di Protezione
Individuale (DPI) si intende qualsiasi
attrezzatura destinata ad essere
indossata e tenuta dal lavoratore allo
scopo di proteggerlo contro uno o più
rischi suscettibili di minacciarne la
sicurezza o la salute durante il lavoro,
nonché ogni completamento
accessorio destinato a tale scopo.
Per Dispositivi di Protezione Collettiva
(DPC) si intendono strumenti/prodotti
fruibili da tutti i lavoratori, senza che gli
stessi debbano indossarli.
Fase 3: decidere un’azione
preventiva
47. VALUTAZIONE DEI RISCHI
DEVE CONSENTIRE
L’INDIVIDUAZIONE
DEGLI INTERVENTI
NECESSARI AD
ELIMINARE O RIDURRE
I RISCHI INDIVIDUATI
DEVE CONSENTIRE DI
INDIVIDUARE UN
PIANO DI ATTUAZIONE
DEGLI INTERVENTI IN
BASE AD UN PRECISO
ORDINE DI PRIORITA’
Fase 4: intervenire
48. Fase 5: controllo e riesame
• L’efficacia delle misure di prevenzione adottate deve essere
monitorata.
• La valutazione dovrebbe essere opportunamente riesaminata e
rivista, in particolare:
– in caso di variazioni significative nell’organizzazione dell’azienda
– alla luce dei risultati di indagini concernenti un infortunio o un incidente
– se le misure preventive in atto sono insufficienti od obsolete
– per garantire che i risultati della valutazione dei rischi siano sempre
pertinenti.
Editor's Notes
Dopo aver ascoltato in linea generale l’evoluzione della normativa in tema di sicurezza, ora sappiamo che la volontà dei legislatori degli anni ’90 è quella di spostare l’attenzione dai PRECETTI (quindi dalle prescrizioni, dagli ordini, dalle regole – questa macchina deve avere una protezione nella zona di pericolo, questo locale deve avere queste caratteristiche ….. ) ai PROCESSI di lavorazione (e quindi ai metodi di lavoro, ai criteri, all’organizzazione generale o specifica – informazione e formazione dei lavoratori, utilizzo improprio di attrezzature ….).
La nuova filosofia presente in alcune “nuove norme” (stiamo sempre parlando degli anni novanta) , ed in particolare nel D.Lgs. 626/94, indirizzata a migliorare la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro , è quella di IDENTIFICARE PREVENTIVAMENTE i pericoli e i fattori di rischio per una successiva individuazione dei mezzi per eliminarli o delle procedure per limitarli.
Questo processo si chiama : VALUTAZIONE DEI RISCHI
Dopo aver ascoltato in linea generale l’evoluzione della normativa in tema di sicurezza, ora sappiamo che la volontà dei legislatori degli anni ’90 è quella di spostare l’attenzione dai PRECETTI (quindi dalle prescrizioni, dagli ordini, dalle regole – questa macchina deve avere una protezione nella zona di pericolo, questo locale deve avere queste caratteristiche ….. ) ai PROCESSI di lavorazione (e quindi ai metodi di lavoro, ai criteri, all’organizzazione generale o specifica – informazione e formazione dei lavoratori, utilizzo improprio di attrezzature ….).
La nuova filosofia presente in alcune “nuove norme” (stiamo sempre parlando degli anni novanta) , ed in particolare nel D.Lgs. 626/94, indirizzata a migliorare la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro , è quella di IDENTIFICARE PREVENTIVAMENTE i pericoli e i fattori di rischio per una successiva individuazione dei mezzi per eliminarli o delle procedure per limitarli.
Questo processo si chiama : VALUTAZIONE DEI RISCHI